Autore: Fabio Naccarato

  • MotoGP, Stoner in pole all’Estoril davanti a Pedrosa. Rossi 9°

    MotoGP, Stoner in pole all’Estoril davanti a Pedrosa. Rossi 9°

    Casey Stoner conquista la sua prima pole position personale della stagione sul circuito dell’Estoril, teatro del Gran Premio di Portogallo, terzo appuntamento del Mondiale MotoGP.

    Il campione australiano firma il miglior tempo fermando il cronometro sul tempo di 1:37.188 che sa tanto di grande impresa, non tanto per la bravura e lo stile del pilota quanto per le difficoltà dimostrate fino al warm-up dalla Honda nell’ultimo settore, il più ostico per gli ormai noti problemi di chattering che sfavoriscono i piloti dal “cavatappino” in poi.Nonostante ciò, Stoner, grazie anche ad una guida al limite, è riuscito a portare a casa una prima posizione sudatissima, visto che il compagno di squadra Daniel Pedrosa lo segue a ruota, staccato di soli 13 millesimi. Lo spagnolo non è riuscito a spuntarla nei confronti del suo team-mate ma è pronto a giocarsi la vittoria nella gara di domani a cospetto di un buon passo gara che nelle ultime libere di questa mattina lo aveva portato davanti a tutti.

    Al terzo posto la vera sorpresa di giornata, un sempre più positivo Cal Crutchlow, che piazza la sua Yamaha Monster in prima fila staccato di soli 101 millesimi dalla vetta. Il britannico aveva per un attimo anche assaporato la possibilità di partire davanti a tutti ma la fame dei piloti Honda lo ha fatto scalare fino all’ultimo posto della prima fila, risultato comunque più che positivo.

    Il pilota del team Tech3 relega cosi in seconda fila il suo compagno di marca Jorge Lorenzo, scivolato in quarta posizione e mai apparso brillantissimo per tutto week-end portoghese. Il pilota spagnolo, che venerdì ha festeggiato il suo 25esimo compleanno, è però sempre fortissimo sul passo gara tanto che domani in gara cercherà di farsi come regalo la seconda vittoria stagionale per cercare almeno di dare agli avversari il primo segnale del Mondiale.

    Casey Stoner © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Anche perchè la Yamaha sembra esserci, come dimostra la quinta posizione di Ben Spies, che sembra ritrovato dopo aver passato i primi due Gran Premi un pò nell’ombra. Le due Yamaha ufficiali precedono la Honda del team Gresini di Alvaro Bautista che proprio all’ultimo giro scalza dalla sesta posizione un Andrea Dovizioso abbastanza incolore, soprattutto se paragonato al suo compagno di squadra Crutchlow, che fino a questo momento lo ha sempre battuto sia in gara che in qualidfica.

    Per trovare la prima Ducati dobbiamo scendere invece fino alla ottava posizione, dove troviamo la prima GP12 satellite di Hector Barbera staccato di soli 63 millesimi dal forlivese e che a sua volta precede di 53 millesimi Valentino Rossi, che questa volta ha fatto meglio del suo compagno di squadra Nicky Hayden, in decima posizione. La nota positiva per il Dottore è che per la prima volta nella stagione il suo distacco è sceso sotto il secondo e la Ducati comincia a dare i primi segnali positivi e incoraggianti di qualche possibile miglioramento, anche se obiettivamnete i primi restano ancora lontani.

    Alle spalle dei primi dieci chiude il gruppetto dei prototipi la Honda LCR del campione del mondo Moto2 Stefan Bradl, davanti alla lunga compagine di CRT aperta da Aleix Espargaro. I nostri Michele Pirro e Mattia Pasini navigano in 16esima e 17esima posizione, mentre penultimo chiude Danilo Petrucci, in 20esima posizione.

    Buone notizie arrivano dalla clinica mobile, dove sono stati trasportati Colin Edwards e Randy De Puniet, autori di un incidente che ha costretto i commissari di gara ad esporre la bandiera rossa e ad interrompere temporaneamente la sessione. La moto del francese dopo una scivolata è andata a finire contro quella dell’americano che nella caduta non ha riportato gravi conseguenze fisiche a parte la frattura della clavicola sinistra già infortunata qualche tempo fa. Con tutta probabilità il texano sarà costretto domani a dare forfait e a non prendere parte alla gara.

  • Ayrton Senna, 18 anni fa moriva il più grande pilota di tutti i tempi

    Ayrton Senna, 18 anni fa moriva il più grande pilota di tutti i tempi

    Cade oggi il 18esimo anniversario della morte di Ayrton Senna, immenso campione della Formula 1 scomparso l’1 maggio del 1994 durante il Gran Premio di San Marino e che negli anni in cui ha corso ha scritto la storia di tutto l’automobilismo sportivo.

    Quel giorno si correva a Imola, terzo appuntamento del Mondiale. Il week-end sammarinese iniziò con infausti presagi, nelle prove del venerdi Rubens Barrichello fu protagonista di un brutto incidente che per poco non diede fine alla sua carriera agonistica. Accadde lo stesso il giorno dopo a Roland Ratzenberger, sebbene con destino diverso. Il pilota austriaco perse il controllo della sua vettura, una Simtek Ford, alla curva intitolata a Gilles Villeneuve andando a schiantarsi contro il muretto e morendo sul colpo.

    Senna, in pole position dopo le qualifiche per la terza volta consecutiva su tre GP, aveva lasciato la McLaren per prendere il posto del suo nemico numero 1, il “Professore” Alain Prost alla guida della Williams Renault, campione del mondo in carica. Al settimo giro della corsa il brasiliano, messo sotto pressione da un giovanissimo Michael Schumacher che gli stava guadagnando terreno alla guida della Benetton Ford e vincitore dei primi due Gran Premi, perse il controllo della sua vettura al Tamburello a causa del cedimento del piantone dello sterzo, finendo violentemente e ad una velocità elevatissima contro le barriere di protezione.

    La gara fu subito interrotta e i soccorsi furono tanto immediati quanto inutili. Il trasporto in ospedale non servì a salvargli la vita tanto erano gravi le ferite e i traumi riportati soprattutto alla testa. Quel giorno la F1 perse uno dei protagonisti più amati nel mondo del circus capace come pochi di entusiasmare gli animi degli appassionati di questo sport.

    Ayrton Senna © Mike Hewitt/Getty Images

    Gli anni particolarmente più gloriosi sono sicuramente quelli passati con la McLaren con la quale ottenne la sua consacrazione definitiva vincendo i suoi tre titoli Mondiali nel 1988, 1990 e 1991. Gli anni nella casa di Woking furono caratterizzati anche dalla grande competizione con il suo compagno-rivale Alain Prost con il quale diede vita a duelli entusuasmanti culminati spesso con grandi imprese da parte del brasiliano. Oltre ai tre titoli iridati Ayrton Senna vanta anche un particolare record, è infatti il pilota ad aver ottenuto più pole position (67) in relazione ai Gran Premi disputati (161). Solo il sette volte campione del mondo Michael Schumacher è riuscito nell’impresa di battere questo record con 68 partenze dalla prima posizione, sebbene abbia disputato quasi il doppio dei GP con 288 gare sulle spalle, ed è terzo nella storia della F1 per numero di vittorie, 41, dietro proprio al campione tedesco, che primeggia con 91 successi, e Prost con 51.

    Senza quel maledetto 1 maggio del 1994 oggi Ayrton avrebbe 52 anni. Uomo dalle grandi doti umane non solo per il suo impegno nel sociale, di cui tutti siamo a conoscenza, ma forse in pochi ricorderanno il soccorso prestato ad un pilota che aveva subito un incidente durante le prove del Gran Premio del Belgio nel 1992 schizzando fuori dalla sua McLaren senza pensarci su due volte e al rischio che avrebbe corso con la vettura incidentata in mezzo alla pista, pilota dalla grandissima caratura e di forte personalità, anche se non particolarmente attivo con le telecamere a causa del suo carattere schivo e riservato. Non per questo non può essere considerato uno dei piloti più forti che la Formula 1 abbia  mai avuto, forse il più grande di sempre, il suo ricordo è da sempre vivo nella memoria di tutti gli appassionati di questo sport e non solo, mito della Formula 1 al quale le nuove generazioni dell’automobilismo che cominciano sin da piccoli ad avvicinarsi a questo sport si ispirano perchè Ayrton Senna non era un semplice pilota ma “il” pilota.

    VIDEO TRIBUTO AYRTON SENNA

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  • Romano Fenati, il nuovo fenomeno. Un pò Rossi un pò Sic

    Romano Fenati, il nuovo fenomeno. Un pò Rossi un pò Sic

    Il motociclismo italiano (e non solo) da oggi ha un nome nuovo: è quello di Romano Fenati, sedicenne pilota del Team Italia FMI che milita nella classe Moto 3, ultima nata nel Motomondiale e che ha preso il posto della 125, la “ottavo di litro” andata in pensione con il Gran Premio della Comunità Valenciana dello scorso anno.

    Già vincitore del Campionato Europeo Velocità del 125 nel 2011, grazie al successo odierno nel Gran Premio di Spagna, ottenuto in condizioni pazze sul circuito di Jerez de la Frontera, il pilota marchigiano ha conquistato la sua prima vittoria dopo appena Motomondiale, sebbene anche dalla prima gara in Qatar, al suo esordio, avesse dimostrato di avere le doti giuste per affermarsi. Non solo, grazie al successo ottenuto in terra spagnola, Fenati riporta l’Italia sul gradino più alto del podio nella classe minore, successo che mancava da ben 49 gare, ultimo quello ottenuto da Andrea Iannone nel Gran Premio di Catalogna nel 2009.

    Semplicemente perfetta la sua condotta di gara in condizioni tutt’altro che semplici vista l’abbondante pioggia che aveva reso molto insidioso l’asfalto di Jerez. Insidie che hanno colpito i suoi principali rivali, ma non lui, che nonostante il grande vantaggio accumulato sui suoi diretti avversari ha continuato a  spingere portando a ben 40 secondi il distacco dal secondo classificato, statistica di cui non si ha ricordo nel motciclismo. Niente male per un esordiente di soli 16 anni che ha dimostrato di avere una maturità e un coraggio fuori dal comune.

    Romano Fenati © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Proprio per questa caratteristica oggi ha ricordato molto il nostro Marco Simoncelli, un “pazzo” del Motomondiale così come lo ha definito il Dottor Costa, uno che non si risparmiava mai in gara, un altro predestinato che siamo sicuri avrebbe dato ancora tanto al mondo delle corse e che ci è stato strappato via troppo presto. Per molti aspetti questi due piloti hanno molto in comune, anche se per fare simili paragoni è ancora molto presto, il giovane Romano Fenati è ancora all’inizio di un lungo cammino che si spera lo porti a togliersi tantissime soddisfazioni, ma certo è che questa storica affermazione lo pone insieme a tanti nomi illustri che hanno fatto la storia del motociclismo come quello di Valentino Rossi e con il quale i paragoni si sprecano, il pilota marchigiano ricorda infatti tantissimo anche il Rossi di inizio carriera per la “fame di vittoria” che dimostra già di possedere a questa giovane età.

    Intanto con un secondo ed un primo posto nelle prime due gare si gode il primato solitario in vetta alla classifica Mondiale con 45 punti, cosa impensabile fino a pochi mesi fa ma che di fatto lo lancia tra i protagonisti di questo sport.

    Video ultimo giro trionfale di Romano Fenati a Jerez

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  • MotoGP, Stoner vince in casa di Lorenzo. Rossi 9°

    MotoGP, Stoner vince in casa di Lorenzo. Rossi 9°

    Casey Stoner si aggiudica il secondo appuntamento stagionale del Mondiale 2012 vincendo meritatamente il Gran Premio di Spagna. Il campione del mondo australiano conquista la sua prima vittoria sul circuito di Jerez de la Frontera, tana del nemico numero uno Jorge Lorenzo, anche un pò a sorpresa vista la non brillantissima prestazione delle qualifiche che lo hanno classificato soltanto in quinta posizione, oltretutto il tracciato spagnolo non è da sempre uno dei preferiti dall’australiano.

    Ma oggi il pilota della Honda ha dimostrato di saper difendersi alla grande anche su un circuito a lui ostico soprattutto quando nel finale le gomme hanno cominciato a calare di prestazione. A differenza del Qatar, dove perse di consistenza cedendo la prima e la seconda posizione a Lorenzo e a Pedrosa, l’australiano trova l’accelerazione definitiva negli ultimi giri della gara rendendo vani gli attacchi di Lorenzo che si era riportato prepotentemente su di lui e andando a conquistare il suo 40esimo successo in carriera.

    Allo spagnolo della Yamaha invece non riesce la stessa rimonta di Doha e deve accontentarsi della seconda posizione in casa sua, laddove gli anni scorsi aveva quasi sempre lasciato soltanto le briciole agli avversari. Il maiorchino è stato bravo a ridurre il gap da Stoner nella parte centrale della corsa ma lo sforzo notevole fatto fare alle gomme lo costringe nel finale a qualche lungo di troppo che gli impedisce di giocarsi la vittoria fino alla fine, ma che comunque non gli compromette la vetta della classifica con i suoi 45 punti.

    Casey Stoner © CRISTINA QUICLER AFP/Getty Images

    Stesso podio del Qatar, solo con protagonisti invertiti, con Dani Pedrosa, terzo, che nel finale ha il suo bel da fare per difendersi dagli attacchi di un arrembante Cal Crutchlow, in crescita con la Yamaha del team Tech 3. Alla fine saranno pochi i millesimi che divideranno i due piloti al traguardo. Più staccato invece, ma stabilmente per tutta la gara in quinta posizione, Andrea Dovizioso, ancora una volta battuto dal suo compagno di squadra e in attesa di tempi migliori per ritornare a lottare con i primi.

    Sesto posto per la Honda Gresini di Alvaro Bautista davanti all’altra Honda del team LCR di Stefan Bradl. Il campione del mondo della classe Moto 2 riesce a beffare nel finale Nicky Hayden, ancora primo delle Ducati al traguardo. Lo statunitense è protagonista di una prima parte di gara strepitosa e coraggiosa al limite della guida che aveva fatto presagire ad un risultato diverso per la casa bolognese. E invece con il passare dei giri il ritmo del campione del mondo 2006  perde di consistenza, e complice anche un contatto con Crutchlow, finisce con il lottare nelle retrovie.

    Hayden riesce comunque a chiudere ancora una volta davanti al suo team-mate Valentino Rossi, mai nel vivo della gara e protagonista soltanto del duello con Barbera, che alla fine deve cedergli la posizione. Il Dottore è ancora alle prese con qualche problema di troppo sulla sua GP12 e alla fine sono tanti i 34 secondi di distacco dalla vetta ma probabilmente a pesare di più sono i 6 secondi di ritardo dal compagno di squadra.

    In difficoltà ancora una volta Ben Spies, che come in Qatar chiude con una prestazione deludente. L’americano, campione del mondo Superbike nel 2009, sembra un lontano parente del pilota ammirato in questi anni ma ha come attenuante il fatto di non essere in perfette condizioni fisiche. Alle sue spalle soltanto le CRT capitanate da Aleix Espargaro, fratello di Pol che ha vinto in Moto 2, seguito dai nostri Danilo Petrucci e Mattia Pasini.

    Penultimo, in 16esima posizione, Colin Edwards in mezzo a Ivan Silva e Karel Abraham. Ritiri soltanto per le CRT di Randy De Puniet, Michele Pirro, Yonny Hernandez e James Ellison.

     

  • Fenomenale Romano Fenati. Espargaro beffa Marquez

    Fenomenale Romano Fenati. Espargaro beffa Marquez

    Uno straordinario Romano Fenati conquista il Gran Premio di Spagna dominando sul circuito di Jerez de la Frontera. Il pilota marchigiano, appena sedicenne da qualche mese, ottiene la sua prima vittoria nel Motomondiale dopo sole due gare, centrando la sua prima soddisfazione assoluta dopo aver conquistato un’ottima seconda posizione nel Gran Premio inaugurale della Moto3, in Qatar. Nella classe intermedia invece Pol Espargaro ha la meglio su Marq Marquez, beffato dall’arrivo della pioggia che ha stoppato la corsa oltre i 2/3 di gara decretando l’ordine di arrivo del giro precedente quando lo spagnolo della Kalex era ancora davanti al connazionale.

    MOTO 3 – L’asfalto reso umido dalla pioggia caduta abbondante in mattinata si trasforma in insidia per tutti i piloti che faticano parecchio a restare in piedi. Romano Fenati, Louis Rossi e il poleman di giornata Alex Rins sembrano avere un’altro passo, con quest’ultimo che cerca di allungare sui due avversari, in bagarre tra di loro. Ma l’insidia è dietro l’angolo, lo spagnolo infatti va lungo in una curva e dopo aver accumulato un buon vantaggio rientra in lotta con i rivali.

    Romano Fenati © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Il primo a dire addio ai sogni di gloria è il francese Rossi, che a 14 giri dalla fine scivola in curva. Stessa sorte poco più tardi per Rins, che spalanca le porte della vittoria al nostro Fenati, che nonostante abbia il comando della corsa saldamente in pugno anzichè rallentare spinge sempre di più portando al termine della gara un vantaggio imbarazzante sugli avversari: ben 40 secondi.

    Lo spagnolo, aiutato a rientrare in pista dai commissari di gara, chiude in quarta posizione alle spalle di Luis Salom, secondo, e Sandro Cortese che sale sul gradino più basso del podio. Ottimo risultato anche per Niccolò Antonelli, che è riuscito a portare a casa un’importante ottava posizione in una gara ad eliminazione diretta che ha visto tagliare il traguardo soltanto 17 piloti su 37.

    MOTO 2 – Pol Espargaro trionfa nella classe Moto 2 dopo una gara rocambolesca iniziata con condizioni d ‘asciutto e terminata sul baganato. Lo spagnolo beffa nel finale il connazionale Marc Marquez, quando la gara viene interrotta dalla bandiera rossa per l’arrivo della pioggia. L’ordine d’arrivo viene dunque fissato al giro 17, quello precedente all’interruzione della gara in cui Espargaro era ancora davanti a Marquez.

    Alle spalle dei primi due lo svizzero Thomas Luthi e l’inglese Scott Redding, protagonisti nelle prime battute di gara. Il migliore degli italiani è Claudio Corti, in sesta posizione, mentre delude Andrea Iannone che chiude la sua gara soltanto in 14esima posizione.

  • F1, Vettel domina a Sakhir, rinascita Raikkonen 2°. Alonso 7°

    F1, Vettel domina a Sakhir, rinascita Raikkonen 2°. Alonso 7°

    Sebastian Vettel vince il Gran Premio del Bahrain sul circuito di Sakhir, quarta prova del Mondiale 2012 di Formula 1. Il campione del mondo tedesco centra il suo primo successo stagionale tornando alla vittoria che gli mancava da ben cinque gare, ultimo ottenuto nel GP d’India dello scorso anno e si porta per la prima volta quest’anno in testa alla classifica mondiale.

    Il pilota della Red Bull domina la corsa dall’inizio alla fine centrando l’Hat Trick avendo ottenuto pole, vittoria e giro veloce riportando un pò di quella serenità che nel box si era perduta a causa di un inizio di stagione non proprio esaltante. Tuttavia i problemi sembrano essere stati risolti grazie all’innovazione di questi nuovi scarichi che pare abbiano portato un miglioramento delle prestazioni. Con la vittoria di oggi diventano quattro i piloti e i costruttori diversi ad aver vinto i primi quattro GP disputati a  dimostrazione di quanto questo campionato sia equilibrato.

    Alle spalle del campione del mondo in carica la vera sorpresa di giornata, le due Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean che portano a casa una bella quanto inaspettata doppietta con il secondo e il terzo posto finale. Le due vetture del team di Enstone si sono dimostrate velocissime soprattutto in rettilineo essendo le due monoposto con la velocità di punta più alta. Inoltre entrambi i piloti hanno gestito bene il degrado degli pneumatici anche avendo optato per due strategie diverse, situazione che ha permesso a Kimi Raikkonen di scavalcare il compagno di squadra dopo il secondo pit-stop.

    Il finlandese è stato anche l’unico a mettere un pò di pressione e a minare, anche se per pochi giri, la leadrship di Vettel non riuscendo a trovare il guizzo giusto per portarsi davanti, ma è da sottolineare la prestazione del campione del mondo del 2007 che dimostra di essere ritornato nel circus alla grande. Ottima ancjhe la prestazione di Grosjean che porta a casa il suo primo podio della carriera in Formula 1.

    Le due Lotus tra le due Red Bull. Ai piedi del podio infatti troviamo l’altra lattina volante di Mark Webber, che non ha mai avuto però il passo per stare con i primi tre ma bisogna dire che è anche grazie ai suoi 12 punti se la Red Bull si riporta in testa al campionato del mondo.

    Sebastian Vettel © Mark Thompson/Getty Images

    In quinta posizione il vincitore del Gran premio di Cina Nico Rosberg, autore di una gara ai limiti della regolarità. Il tedesco si è reso protagonista di una manovra che deve essere ancora esaminata attentamente dai commissari di gara prima con Hamilton e poi con Alonso, costretti ad andare fuori pista in manovra di sorpasso proprio ai danni del pilota della Mercedes, quindi la classifica finale potrebbe subire ancora delle variazioni se la segnalazione dovesse tradursi in penalità in termini di secondi. Rosberg ha poi fermato la sua W03 all’uscita dei box una volta tagliato il traguardo a causa di un problema allo scarico.

    Festa anche in casa Force India, che riesce a portare a casa una importante sesta posizione con Paul Di Resta, che sfrutta al meglio la strategia di gara con due soli pit-stop. L’inglese è cosi riuscito a chiudere davanti alla Ferrari di Fernando Alonso, anche se con difficoltà visto che nel finale i suoi pneumatici hanno avuto un brusco calo di prestazione. Lo spagnolo invece porta ancora una volta a casa punti importantissimi ai fini della sua classifica personale, e riesce a limitare i danni per quanto riguarda il distacco dalla vetta della classifica, che in queste prime quattro gare, definite di transizione prima dell’inizio della stagione, ammonta a soli 10 punti.

    Alonso riesce a terminare ancora una volta davanti alla McLaren di Lewis Hamilton, l’unica superstite visto che Jenson Button è stato costretto al ritiro a pochi giri dalla fine presumibilmente per un problema al motore della sua MP4-27. L’anglo-caraibico deve appellarsi letteralmente alla sfortuna che lo ha fermato ai box per ben due volte oltre il tempo limite nei pit-stop, a causa ancora una volta di un problema al dado della ruota posteriore sinistra che aveva qualche difficoltà ad avvitarsi, lo stesso che ha impedito a Button di lottare per la vittoria la scorsa settimana a Shangai.

    Alle spalle di Hamilton l’altra Ferrari di Felipe Massa, che porta a casa un nono posto importantissimo che glipermette di guadagnare i suoi primi due punti mondiali. Chiude la top-ten la Mercedes di Michael Schumacher, partito in ultima fila a causa della sostituzione del cambio nel venerdi, ma bravissimo nel rimontare fino alla decima posizione davanti alla Sauber di Sergio Perez.

    Discorso inverso invece per Daniel Ricciardo, che dopo una bella qualifica chiusa con il sesto tempo si perde in gara non riuscendo ad andare oltre la 15esima posizione.

  • Superbike, Guintoli e Rea trionfano ad Assen

    Superbike, Guintoli e Rea trionfano ad Assen

    Sylvain Guintoli e Jonathan Rea conquistano rispettivamente la prima e la seconda manche del Gran Premio d’Olanda, corso sullo storico tracciato di Assen, l’Università del Motomondiale. Il francese si impone in gara 1 sulle altre due Ducati di Davide Giugliano e Carlos Checa, mentre in gara 2 deve arrendersi al britannico della Honda autore di una grande corsa. Biaggi e Checa faticano più del previsto con condizioni di meteo a dir poco pazze, e il terzo appuntamento della stagione va dunque ai due outsider, ma alla fine chi sorride è il romano che ritorna in vetta alla classifica Mondiale proprio a discapito dello spagnolo campione del mondo in carica.

    GARA 1 –  Partiti con pista asciutta la gara vede subito fuori uno dei principali protagonisti di giornata, il poleman Tom Sykes che è costretto al ritiro a causa di problemi al motore della sua Kawasaki ZX10R mentre è al comando della corsa. In testa al gruppo resta cosi Marco Melandri che conduce la gara fino a nove giri dal termine, quando l’arrivo della pioggia comincia  a rimescolare le carte.

    La gara viene interrotta e ripresa successivamente sotto il diluvio che questa volta vede primeggiare l’altra BMW di Leon Haslam che accumula un grande vantaggio sul diretto inseguitore Ayrton Badovini. Ma le insidie del circuito olandese, bagnato come un lago, non risparmiano nessuno e colpisce prima il leader della corsa Haslam e successivamente Badovini, autore di una gara fino a quel momento a dir poco perfetta con la BMW clienti. Cosi chi ne beneficia è Sylvain Guintoli, da sempre bravissimo sotto la pioggia, che capotalizza al massimo gli errori degli avversari andando a conquistare la sua prima vittoria nelle derivate di serie. Al secondo posto un’altro italiano, Davide Giugliano, che riesce a conquistare il suo primo podio in Superbike grazie ad una gara tutta d’attacco.

    Il tris Ducati viene completato da Carlos Checa, che chiude davanti alle Aprilia del principale rivale in classifica Max Biaggi, autore di una fantastica rimonta dalla 17esima posizione fino alla quarta, e di Eugene Laverty. Melandri con pista bagnata non è più riuscito a trovare il feeling con la sua BMW e non è andato oltre la nona posizione. Meglio di lui Michel Fabrizio, sesto alle spalle del duo Aprilia.

    Sylvain Guintoli © VINCENT JANNINK/AFP/Getty Images

    GARA 2 – Colpi di scena sin da subito nella seconda manche. La gara viene dichiarata bagnata anche se la maggior parte della pista è completamente asciutta. Per questo motivo quasi tutti i piloti optano per entrambe le coperture slick ad eccezione di Carlos Checa, che decide di montare due gomme da bagnato sperando nel ritorno della pioggia. Scelta sbagliata quella del campione del mondo che dopo due giri è costretto a rientrare ai box per cambiare le gomme, rimanendo impatanato nel gruppone.

    Davanti Smrz allunga su Guintoli e Rea ma il calo delle sue coperture Pirelli è dietro l’angolo. Pochi giri più tardi infatti sia Guintoli che Rea superano il ceco che poco dopo viene costretto all’errore da Aitchinson, doppiato, che non si accorge del suo arrivo e lo spinge fuori dal cordolo dove l’erbetta sintetica bagnata lo scaraventa a terra facendogli dire addio ai sogni di gloria.

    Alla fine Rea, grazie anche ad una migliore scelta di gomme rispetto a Guintoli (due gomme morbide per il francese, dura al posteriore per il britannico) riesce a spuntarla andando a conquistare la sua nona vittoria in carriera. Guintoli conclude un week-end da favola portando a casa una vittoria e un secondo posto che neanche lui forse si aspettava.

    Alle loro spalle la lotta tra Laverty, Melandri e Haslam ha raggiunto l’apice nelle fasi finali di gara, con sorpassi e controsorpassi spettacolari che alla fine hanno visto uscirne vincitore il pilota della Aprilia sulle due BMW di Melandri e Haslam, che non riesce a sopravanzare il compagno di squadra sul traguardo per soli due millesimi.

    Il poleman Tom Sykes è stato il primo invece ad accusare il calo degli pneumatici e non è andato oltre la sesta posizione davanti al bravissimo Ayrton Badovini. Ottavo Max Biaggi che comunque torna dal week-end olandese con il primo posto nella classifica mondiale davanti a Carlos Checa, che paga a caro prezzo la scelta di gomme sbagliata chiudendo ultimo in 17esima posizione.

  • Superbike, pole per Sykes ad Assen. Checa 5°, Biaggi solo 17°

    Superbike, pole per Sykes ad Assen. Checa 5°, Biaggi solo 17°

    Tom Sykes conquista la Superpole del Gran Premio d’Olanda sul circuito di Assen, valevole per il terzo appuntamento stagionale della Superbike. All’Università del Motomondiale il britannico porta la sua Kawasaki ZX10R  davanti a tutti per la terza volta consecutiva bissando alla grande le pole position di Phillip Island e Imola, fermando il cronometro sul tempo sensazionale di 1:35.399, oltre un secondo meglio del primo inseguitore, vale a dire Johnatan Rea, che non riesce a fare meglio di 1:36.432.

    Risultato dedicato da tutto il team allo sfortunato compagno di squadra di Sykes Joan Lascorz, rimasto gravemente infortunato nei test di Imola successivi al Gran Premio stesso nei quali ha riportato la frattura della quinta e sesta vertebra cervicale, che ne ha messo a serio pericolo la carriera.

    Tom Sykes © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    In prima fila anche le Ducati, quelle che non ti aspetti, perchè sono quelle del team Effembert di Jakub Smrz, uno dei migliori interpreti di Assen, e Sylvain Guintoli. Carlos Checa aprirà la seconda fila dalla quinta posizione con il tempo di 1:37.156. Lo spagnolo non è parso al top della condizione e i quasi due secondi di distacco dalla vetta ne sono la dimostrazione. Sarà dura nella gara di domani lottare con un Sykes in queste condizioni, ma “El Toro” della Ducati proverà a tirare il meglio di sè in gara, soprattutto se le condizioni meteo continueranno a variare come capitato nella giornata di oggi. In sesta posizione il primo portacolori dell’Italia è Michel Fabrizio con la BMW, davanti al suo compagno di squadra Leon Haslam e alla Suzuki di John Hopkins.

    Le condizioni di meteo variabile hanno mietuto vittime illustri, come Marco Melandri che non è riuscito ad andare oltre il nono posto, bloccato nella prima delle due sessioni da venti minuti in cui è stata suddivisa oggi eccezionalmente la Superpole. Ancora più in difficoltà Max Biaggi che scatterà soltanto dall 17esima posizione.

  • F1, Rosberg vince a Shangai davanti a Button e Hamilton. Solo 9° Alonso

    F1, Rosberg vince a Shangai davanti a Button e Hamilton. Solo 9° Alonso

    Nico Rosberg vince il terzo appuntamento del Mondiale 2012 di Formula 1 sul circuito di Shangai, teatro del Gran Premio della Cina. Il pilota tedesco, dopo aver conquistato la prima pole della carriera nelle qualifiche, bissa il risultato positivo di sabato andando a vincere il suo primo Gran Premio dopo 111 gare all’attivo (inclusa quella di oggi), regalando alla Mercedes il ritorno al successo come costruttore dopo 57 anni, ultimo quello del cinque volte campione del mondo Juan Manuel Fangio sul circuito di Monza, GP d’Italia.

    Con la vittoria di oggi la Cina ha regalato al campionato il terzo vincitore diverso su altrettante gare disputate, il che fa presagire ad un mondiale sicuramente più equilibrato rispetto agli ultimi anni. A dimostrazione di ciò è stata emozionante ed esaltante la lotta finale che ha coinvolto fino ad un certo punto ben sei piloti, tutti racchiusi nel giro di un secondo ed in lotta per la seconda posizione, alle spalle di un Rosberg che aveva già fatto il vuoto e che non vedeva l’ora di tagliare il traguardo per portare a casa i suoi primi 25 punti mondiali.

    Alla fine l’ha spuntata Jenson Button, che però deve appellarsi alla sfortuna per essere rimasto bloccato ai box nel suo terzo e ultimo pit-stop oltre il tempo limite per un problema nel montaggio della ruota posteriore sinistra, senza il quale avrebbe potuto insidiare sicuramente la posizione di Rosberg che dopo la sua seconda e ultima sosta era ritornato davanti a lui per una decina di secondi. Cosi l’inglese è stato costretto a rientrare nel gruppetto e ad abbandonare i sogni di gloria, lasciando al tedesco la possibilità di risparmiare gli pneumatici e di involarsi da solo al traguardo.

    Terza posizione per l’altra McLaren di Lewis Hamilton, che si consola con il terzo gradino del podio che lo lancia inesorabilmente in vetta alla classifica mondiale in attesa del prossimo appuntamento. Il team di Woking non ha sicuramente sfruttato in questi primi tre GP tutto il potenziale e la miglior condizione rispetto ai rivali ma al momento è sicuramente la vettura che sta meglio e raggiungerla in vetta alla classifica non sarà di certo facile.

    Nico Rosberg © Ker Robertson/Getty Images

    Anche perchè la Red Bull sembra faticare più del previsto ma è comunque riuscita a salvare la faccia grazie alla quarta posizione di Mark Webber e alla quinta di Sebastian Vettel, che comunque ha rimontato dalla 11esima posizione e che avrebbe potuto raccogliere anche di più se non avesse dovuto arrendersi al calo di prestazione degli pneumatici nel finale e cedere la posizione prima a Button e poi nell’arco degli ultimi due giri ad Hamilton e Webber, che deve dirsi fortunato per essere decollato soltanto a metà dopo un’uscita di pista al 40esimo giro nella curva 13, prima del lungo rettilineo antecedente il traguardo.

    Alle spalle del tedesco bicampione del mondo troviamo la Lotus di Romain Grosjean, che ha portato a casa qualche punticino prezioso dopo che il team di Enstone aveva assaporato la possibilità di conquistare la seconda posizione con Kimi Raikkonen, che ha improvvisamente ceduto nel finale a causa del degrado delle gomme e che lo ha relegato in 14esima posizione. Buona comunque la prestazione del finlandese che fino a quando ha potuto ha lottato da vero guerriero per difendere la sua posizione.

    Cosi come è eccellente la prestazione delle due Williams di Bruno Senna e Pastor Maldonado, entrambe a punti nei primi dieci della classifica e apparse molto competitive e vicine ai team di testa. Sicuramente davanti alla Ferrari, che sta attraversando un periodo a dir poco nero. Non bastano i miracoli di Fernando Alonso, e alla fine la tanto attesa pioggia proclamata dallo spagnolo e che avrebbe potuto rimescolare le carte non è arrivata, e addirittura le temperature piuttosto basse del circuito cinese hanno fatto riemergere i soliti problemi della Rossa nel portare a giusta temperatura gli pneumatici. Cosi il risultato non poteva essere che deludente, con Alonso che anzi si è difeso bene fin quando ha potuto ma non riuscendo ad evitare la nona posizione finale, e Felipe Massa che ancora una volta chiude il suo score personale con uno zero in classifica, e con la 13esima posizione finale.

    Al contrario la prestazione delle Sauber, dimostraesi validissime sul giro secco in qualifica ma che hanno perso di consistenza sul passo di gara. Kamui Kobayashi riesce comunque a chiudere nella top-ten, anche se partiva dalla terza posizione, Sergio Perez, dopo la bella gara della Malesia, chiude in 11esima posizione.

    Peggio è andata a Micheal Schumacher che avrebbe potuto sicuramente lottare, se non per la vittoria, almeno per il podio, ma che è stato abbandonato sul più bello dai suoi meccanici che al primo pit-stop, al 12esimo giro, hanno dimenticato di avvitargli il dado della ruota anteriore destra costringendolo ad un ritiro che, vista la competitività della Mercedes, gli lascia l’amaro in bocca.

     

     

  • Rosberg in pole, Schumi 2°. Prima fila Mercedes, male Vettel

    Rosberg in pole, Schumi 2°. Prima fila Mercedes, male Vettel

    Nico Rosberg conquista la pole position del Gran Premio di Cina sul circuito di Shangai che domenica ospiterà il terzo appuntamento extraeuropeo della stagione 2012. Il tedesco della Mercedes firma la sua prima pole position in carriera dopo ben 110 gare nel circus stampando un incredibile giro nella Q3 fermando il cronometro sul tempo di 1:35.121 che non ha lasciato diritto di replica agli avversari. Risultato storico per la casa dalla stella a tre punte che come costruttore non piazzava una monoposto davanti a tutti sulla griglia di partenza da ben 57 anni, dal lontano 1955.

    Il pilota che più si è avvicinato alla prestazione di Rosberg nelle qualifiche è stato Lewis Hamilton, che era anche stato il più veloce nelle terze e ultime libere del mattino, ma che di fatti si è fermato a ben mezzo secondo dalla vetta con il tempo di 1:35.626. Ma a causa della sostituzione del cambio della sua McLaren l’inglese sarà retrocesso in griglia di 5 posizioni, e quindi domani scatterà dalla quarta fila in settima posizione dietro la piazza del suo compagno di squadra Jenson Button.

    Proprio per questo motivo la prima fila di domani sarà colorata di verde-argento visto che Michael Schumacher scalerà dalla terza alla seconda posizione e partirà di fianco al suo compagno di squadra per una prima fila tutta Mercedes. La vettura tedesca si dimosta ancora una volta velocissima sul giro secco grazie anche al sistema F-duct, giudicato regolare nei giorni scorsi dalla Fia, che viene azionato non appena viene innescato nei tratti veloci il DRS, il dispositivo dell’ala mobile, anche se il tratto di pista in cui Rosberg ha fatto la differenza è stato quello centrale e quindi in quello guidato. Ma i problemi per il team tedesco potrebbero cominciare da domani quando il dispositivo, a differenza delle qualifiche, potrà essere azionato soltanto una volta e in più i due piloti tedeschi dovranno fare ancora i conti con l’eccessivo consumo degli pneumatici Pirelli, problema che come confermano nel box ancora non sembra essere stato risolto.

    Nico Rosberg © PETER PARKS/AFP/Getty Images

    Alle spalle delle due Mercedes partirà la Sauber di Kamui Kobayashi che grazie ad un ultimo giro perfetto è riuscito a sopravanzare di appena un decimo il finlandese della Lotus Kimi Raikkonen. Mentre dalla terza fila scatteranno Jenson Button e Mark Webber, che potranno pensare al colpaccio in gara grazie ad una migliore gestione di gara rispetto agli altri.

    Detto di Hamilton, che sarà scalato in settima posizione, in ottava troviamo l’altra Sauber di Sergio Perez, reduce dalla fantastica gara della Malesia che per poco non gli consegnava la vittoria, proprio ai danni di Fernando Alonso che domani partirà alle sue spalle. Lo spagnolo è riuscito ancora una volta a limitare i danni riuscendo ad entrare nella Q3 anche se i distacchi di tutte le vetture sembrano essere notevolmente diminuiti. Chiude la top-ten il francese della Lotus Romain Grosjean che non ha effettuato nessun giro nella Q3 per risparmiare un set di gomme morbide per la gara.

    Sorpresa in negativo della qualifica cinese è l’assenza dai migliori dieci piloti del campione del mondo in carica Sebastian Vettel, che manca all’appuntamento della lotta alla pole dopo ben 41 Gran Premi. Il tedesco non è riuscito ad andare oltre l’11esima posizone vedendosi eliminato già nella Q2. Alle sue spalle partirà l’altra Ferrari di Felipe Massa, che ora sembra aver accorciato le distanze almeno dal suo compagno di squadra a soli tre decimi.

    La sorpresa di domani invece potrebbere essere l’arrivo della pioggia. Dopo le libere della mattina svoltesi sotto il sole, sono infatti arrivati dei nuvoloni che hanno coperto il cielo di Shanghai e che hanno minacciato per tutto il tempo lo svolgimento delle qualifiche. Un’eventuale gara su pista baganata potrebbe rimescolare le carte e regalarci una corsa emozionante come quella vista a Sepang.