Autore: Cristiano Previ

  • Il Milan piega un Palermo combattivo

    Il Milan piega un Palermo combattivo

    Bella partita a San Siro questa sera come secondo anticipo del sabato per la Serie A. Milan-Palermo è stato un bel match tra due squadre che sicuramente nel prosieguo del torneo siamo certi diranno molto. I rossoneri superano il Palermo con una bella prova e gestendo bene il confronto con una squadra che senza paura è salita a San Siro per giocarsela rispondendo alla pari ai padroni di casa.

    Il Milan parte guardingo, ma con un buon piglio e il Palermo idem, sembra una gara d’attesa per entrambe con una prevalenza a tinte rossonere che tiene bene il possesso palla e quando perde la sfera non subisce pericolosamente il rovesciamento di fronte palermitano. Al 21° il Milan trova la chiave per entrare in modo vincente dentro l’area rosanero, assist di Bonaventura a centro area per Bacca che non si fa pregare e infila sotto la traversa il pallone.

    Carlos Bacca | Foto Twitter
    Carlos Bacca | Foto Twitter

    Dopo il vantaggio del Milan il Palermo si fa più concreto nonostante due occasioni per Bonaventura prima e Luiz Adriano poi e al 32° trova il pareggio con un bel colpo di testa sottomisura di Hiljemark a cui Lopez non bada e sul cui pallone avrebbe potuto intervenire in uscita arrivando il cross da calcio d’angolo.

    Il Milan non ha alcun contraccolpo psicologico ma anzi si scrolla di dosso qualsiasi timore e riprende a macinare il gioco come prima del suo vantaggio. Al 39° Bonaventura si conquista un calcio di punizione da buona posizione, lo batte lui stesso e piazza il pallone sotto all’incrocio facendo andare al riposo la sua squadra in vantaggio per 2-1.

    La ripresa parte con lo stesso ritmo dell’inizio della partita, ovvero due squadre che si controllano a vicenda non affondano il colpo e nelle ripartenze reciproche sono sempre pronte a chiudere fino al 72° quando il Palermo costruisce l’azione più bella della partita grazie al dinamismo di Hiljemark e l’intuizione di Gilardino subentrato nel frattempo a Djurdjevic. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo da fuori area la palla rasoterra viene data a Gilardino che è spalle alla porta ma con la coda dell’occhio vede l’inserimento di Hiljemark che controlla benissimo e con Lopez proteso in uscita trova sotto le sue gambe il pertugio per batterlo per la seconda volta. 2-2 e per il Milan tutto da rifare.

    Ci pensa nuovamente Bacca tre minuti dopo il pareggio del Palermo a chiudere la partita. Assist con un lancio dalla trequarti di destra in diagonale in area da parte di Kucka che pesca il colombiano sulla testa ed è bravissimo a mettere il pallone nell’angolo della porta dove Sorrentino non può arrivare.

    MILAN-PALERMO 3-2 (2-1)  21° Bacca (M), 32° Hiljemark (P), 39° Bonaventura (M), 72° Hiljemark (P), 75° Bacca (M)

    Milan (4-3-1-2): Lopez 6; De Sciglio 6,5, Romagnoli 6,5, Zapata 7, Abate 6 (dal 18° Calabria 6,5); Bonaventura 7, Montolivo 6,5, Kucka 6,5; Honda 6 (dal 79° Poli 6); Bacca 8, Luiz Adriano 5,5 (dal 70° Balotelli 6).

    A disp.: Abbiati, Alex, Balotelli, Calabria, Cerci, De Jong, Donnarumma, Ely, Suso, Mauri, Nocerino, Poli.

    All.: Sinisa Mihajlovich 7

    Palermo (3-4-2-1): Sorrentino 5,5; El Kaoutari 5,5, Gonzalez 5, Struna 5,5; Lazaar 6, Chochev 5,5, Jajalo 6, Hiljemark 7 (dal 89° Rigoni L. S.V.); Quaison 6 (dal 70° Trajkovski 5), Vazquez 6,5; Djurdjevic 5,5 (dal 56° Gilardino 6).

    A disp.: Colombi, Andelkovic, Brugman, Cassini, Daprelà, Goldaniga, Maresca, Rispoli, Vitiello.

    All.: Giuseppe Iachini 6,5

    Arbitro: Carmine Russo 5

    Ammoniti: Lazaar (P), Gonzalez (P), Montolivo (M)                            Espulsi:

  • Modena di misura, Livorno esagerato

    Modena di misura, Livorno esagerato

    I due anticipi di Serie B in programma questa sera proponevano un piatto succulento per dare il là al terzo turno della serie cadetta. Il Modena affrontava la Ternana alle 19:00 mentre la capolista Livorno alle 20:45 doveva vedersela in casa contro il Brescia.

    Modena-Ternana 1-0 (0-0) – 86° Olivera (M)

    L'ingresso in campo di Modena e Ternana | Foto Twitter
    L’ingresso in campo di Modena e Ternana | Foto Twitter

    Il Modena strappa i primi tre punti della stagione solo nel finale, grazie a Olivera che supera il portiere umbro Sala con un gran tiro di sinistro al volo. Crespo può così festeggiare il suo primo successo sulla panchina, ma non è stata una gara all’insegna dei padroni di casa.

    Hernan Crespo piazza un 4-4-2 ad inizio gara, con Giorico e Doninelli esterni ed il duo Granoche-Vestenicky davanti per pungere in attacco, la Ternana di Toscano invece mette in campo un 4-3-1-2 dove Falletti è alla regia dietro all’attacco formato da Avenatti e Ceravolo. Il primo tempo mostra un’occasione per parte, prima gli ospiti con Vitale al 20° e successivamente al 31° il Modena con Vestenicky spreca una bella palla impattando contro un Sala in splendida forma nell’occasione. Poi si vedono solo due mischie in area umbra che potevano portare il Modena in vantaggio con maggior fortuna.

    Nella ripresa Crespo cambia Vestenicky per Stanco, ma i suoi piani devono essere rivisti perché al 56° viene espulso per doppia ammonizione Doninelli e da questo momento il match diventa duro e la parità numerica si concretizza al 78° quando l’arbitro butta fuori Valjent.

    Quando tutto sembra portare ad un accomodante 0-0 ecco che Olivera trova il jolly spettacolare per regalare i primi tre punti ai padroni di casa.

    Livorno-Brescia 3-1 (1-1) – 16° Geijo (B), 32° Fedato (L), 68° Calabresi (L), 73° Vantaggiato (L).

    Il Livorno vince la sua terza partita consecutiva e con il bottino pieno tenta, in attesa delle partite di domani, la fuga. Christian Panucci si gode il suo gioiellino che ha strameritato la vittoria recuperando in fretta allo svantaggio iniziale e poi dominando la gara colpendo anche due pali, con Vantaggiato e Pasquato.

    Christian Panucci si gode il suo Livorno | Foto Twitter
    Christian Panucci si gode il suo Livorno | Foto Twitter

    La gara è resa equilibrata grazie all’undici di Boscaglia che infatti riesce a portarsi in vantaggio per prima, svegliando la reazione però, probabilmente della squadra più forte del campionato. L’equilibrio si spezza proprio con la rete degli ospiti al 16°, quando Embalo crossa sul secondo palo, Lambrughi non segue Geijo che tutto solo di testa batte Pinsoglio. La reazione livornese parte da Fedato che al 32° prende per mano la squadra con l’azione del pareggio, salta Venuti, si accentra e di collo pieno con un tiro violentissimo fa 1-1.

    Nella ripresa il Livorno si prende definitivamente il palcoscenico, subito Vantaggiato si mangia la rete del vantaggio, poco dopo Pasquato su calcio di punizione coglie il palo evidenziando un Brescia alle corde. Al 68° Calabresi di testa su calcio d’angolo porta in vantaggio i padroni di casa e cinque minuti dopo Vantaggiato realizza la terza rete, la sua quarta stagionale, chiudendo la partita definitivamente.

  • Italia, tanto fumo poco arrosto

    Italia, tanto fumo poco arrosto

    Secondo appuntamento per la Nazionale italiana allenata da Antonio Conte, questa volta l’avversario è la Bulgaria che ha un unico obbiettivo, quello di vincere perché se rimanesse dopo questo match con lo stesso punteggio avrebbe ridotte le chance di qualificazione quasi a zero, pertanto un avversario da prendere con le molle.

    L’Italia parte forte e dopo nemmeno due minuti costruisce la prima palla-gol, è El Shaarawy che combina favolosamente con Pellè e poi serve largo Candreva, la palla viene rimessa in mezzo dove Parolo prova a calciare in porta. Mitrev para alzando a campanile il pallone ed El Shaarawy prova con una specie di rovesciata scomposta a deviare in porta ma la palla va alta. Alla seconda accelerazione di Candreva la Bulgaria va sotto e nel tentativo di liberare Minev V. scalcia il laziale procurando un calcio di rigore. Batte De Rossi, due volte perché l’arbitro fa ripetere la battuta, e per due volte il giallorosso batte Mitrev per il vantaggio azzurro dopo sei minuti di gioco.

    La Bulgaria soffre il pressing alto dell’Italia e subisce il colpo anche psicologicamente, sia a destra che a sinistra gli azzurri con combinazioni veloci potrebbero raddoppiare nel primo quarto d’ora del primo tempo. Poi al 18° una leggerezza di De Rossi che perde palla a centrocampo permette a Micanski di involarsi verso l’area di rigore indisturbato, l’attaccante bulgaro calcia appena entrato in area e Buffon compie una parata magistrale deviando il tiro rasoterra destinato all’angolino destro della sua porta.

    Al 26° dal limite sinistro dell’area di rigore bulgara batte Verratti con l’interno destro e evidentemente su schema trova la testa di Pellè che devia di poco alto. Al 32° di nuovo gli azzurri straripanti con Candreva sulla destra che prima mette un bel cross al centro dove Pellè non arriva di un soffio e poi quando riceve nuovamente la palla con un altro traversone serve De Sciglio che dal limite calcia al volo impegnando Mitrev che para prima che la difesa liberi. Al 39° un’altra bellissima combinazione Verratti-De Sciglio con quest’ultimo che mette un bel rasoterra in area sul quale si avventa Candreva che batte verso la porta piazzando il tiro purtroppo debole e facile preda del portiere ospite.

    L’ultima emozione del primo tempo è un’azione spettacolare tra De Sciglio, Verratti, Pellè e Parolo, in pratica l’esterno milanista serve benissimo Verratti fuori area di rigore, con un pallonetto il centrocampista serve Pellè che di testa fa sponda per Parolo, il quale al volo calcia a botta sicura ma la schiena di un difensore devia in angolo. Nei primi 45′ l’Italia è stata spettacolare, che ha subito pericolosamente solo una volta, tuttavia il risultato è stretto e la partita non è chiusa come potrebbe già tranquillamente essere.

    La grinta di El Shaarawy | Foto Twitter
    La grinta di El Shaarawy | Foto Twitter

    La ripresa parte con gli stessi interpreti ma con una novità tattica, Conte inverte i due esterni bassi, De Sciglio va a destra mentre Darman va a sinstra. Proprio De Sciglio dopo un minuto sale e serve Parolo che di prima calcia in porta impegnando Mitrev che devia in angolo.

    Al 55° De Rossi commette la seconda leggerezza della partita, in un contrasto con un avversario reagisce rifilandogli un calcio, l’arbitro russo vede tutta la scena ed espelle entrambi. Nel computo tecnico però a rimetterci maggiormente è l’Italia, infatti al 61° Nedelev va vicino alla rete servito da un compagno da sinistra ma il tiro esce di poco sopra l’incrocio dei pali.

    Con l’espulsione di un centrocampista sono di più i nostri esterni a provare a pungere in avanti e Pellè stanchissimo spesso rincula a supportare il centrocampo. Su una bel passaggio di Candreva che taglia tutta l’area di rigore El Shaarawy a tu per tu con Mitrev gli calcia addosso.

    In dieci contro dieci inevitabilmente il ritmo cala e i bulgari nell’ultimo quarto d’ora sono più propositivi dei nostri, in un paio di circostanze solo un rimpallo favorevole agli azzurri evita che i pericoli diventino seri. Le ultime occasioni del match sono per Bonucci che all’88° su un traversone da calcio di punizione battuto da Verratti devia ad un passo dalla porta alle stelle disturbato dall’uscita del portiere e per Milanov che da fuori area impegna Buffon ad una deviazione importante.

    Nel complesso è stata una buona gara della Nazionale, che con un bel pressing ha piegato subito le velleità dell’avversario, tuttavia ancora una volta il bicchiere resta mezzo pieno, perché gare come questa si devono chiudere in una delle tante occasioni create.

    ITALIA-BULGARIA 1-0 (1-0) – 6° De Rossi (I)

    Italia (4-3-2-1): Buffon 6,5; De Sciglio 6,5, Chiellini 6, Bonucci 5,5, Darmian 6; Parolo 6,5, De Rossi 4,5, Verratti 7; El Shaarawy 7 (dal 73° Florenzi 6), Candreva 7 (dal 86° Eder S.V.), Pellè 6,5 (dal 72° Zaza 6).

    A disp.: Sirigu, Barzagli, Eder, Criscito, Florenzi, Gabbiadini, Immobile, Padelli, Pirlo, Soriano, Vazquez, Zaza.

    Allenatore: Antonio Conte 6,5

    Bulgaria (4-2-3-1): Mitrev 6,5; Minev V. 5, Aleksandrov 5, Bodurov 6, Minev Y. 5,5 (dal 64° Badalovski 5); Dyakov 5, Chochev 5,5, Nedelev 6 (dal 67° Aleksandrov M. 6), Popov (dal 71° Rangelov 6), Milanov 5,5; Micanski 5.

    A disp.: Makendzhiev, Aleksandrov, Badalovski, Hristov, Ivanov, Manolev, Rangelov, Slavchev, Terziev, Tonev, Zlatinski.

    All.: Ivajlo Petev 6

    Arbitro: Sergei Karasev 6

    Ammoniti: Minev Y (B), Rangelov (B), Dyakov (B) Espulsi: De Rossi (I), Micanski (B).

     

     

  • Serie B, un Brescia indomabile non basta a Cesena

    Serie B, un Brescia indomabile non basta a Cesena

    Con la Serie A che si ferma per il doppio impegno della Nazionale maggiore diventa protagonista il campionato cadetto, che vive in questo week-end proprio la sua partenza. L’anticipo di Serie B in programma è Cesena-Brescia, due squadre considerate outsider, che hanno rinnovato la rosa in modo abbastanza importante e che quindi possono comunque rappresentare una sorpresa. Il Cesena in panchina ha cambiato il tecnico, mentre il Brescia di Boscaglia è una squadra composta da tantissimi giovani.

    Il Cesena parte forte e il “Dino Manuzzi” è bello carico per trascinare gli uomini di Drago verso un successo che potrebbe mettere da subito sulla buona strada i bianconeri romagnoli. Due reti, subito in sequenza fanno presagire a una partita a senso unico, dopo un minuto bella discesa di Mazzotta sulla sinistra che mette un pallone teso al centro e Castellini devia dentro la propria porta per il primo vantaggio del Cesena. Passano solo cinque minuti e Molina s’invola sulla sinistra poi serve Ragusa che solo davanti a Minelli non sbaglia per il raddoppio.

    Ragusa esulta dopo il raddoppio | Foto Twitter
    Ragusa esulta dopo il raddoppio | Foto Twitter

    Il primo tempo prosegue solo con una bella occasione per Geijo che però viene pescato in fuorigioco e una risposta cesenate con Rosseti che al momento del tiro viene stoppato.

    Il secondo tempo è più ad appannaggio dei lombardi, soprattutto nel primo quarto d’ora, ma il fortino romagnolo regge e anzi in contropiede può fare ancora male. Al 48° proprio in uno di questi contropiedi tira verso la porta in modo potente ma centrale e anche al 66° l’attaccante bianconero ci prova da fuori area sparando alto. In pratica il Brescia fa tanto possesso palla e ci mette grinta, ma il Cesena tiene e da la sensazione di poter colpire in qualunque momento se avesse maggiore lucidità, l’ultima occasione capita nei piedi di Rosso (subentrato a Embalo nella ripresa) che sbaglia malamente.

    La partita scivola via in questo modo nonostante i vari cambi dei due tecnici fino alla fine. Il Cesena è partito con tre punti già molto importanti, il Brescia di Boscaglia può contare dalla sua una gara fatta di personalità.

    CESENA-BRESCIA 2-0 (2-0) – 2° Castellini aut. (B), 6° Ragusa (C)

    Cesena (4-3-3): Agliardi 6; Mazzotta 6,5, Magnusson 5,5, Caldara 6, Perico 6; Cascione 6, Sensi 7, Valzania 6 (dal 63° Garritano 6); Molina 5.5, Rosseti 6,5 (dal72° Moncini 6), Ragusa 7 (dal’88° Renzetti S.V.).

    A disp.: De Col, Garritano, Gomis, Kessie, Lucchini, Moncini, Renzetti, Succi, Varano.

    All.: M. Drago 6,5

    Brescia (4-3-2-1): Minelli 5,5; Caracciolo 6, Lancini 5,5, Castellini 5, Racine 5,5; Mazzitelli 6, Martinelli 6 (dal 69° Dall’Oglio 6), Embalo 5,5 (dal 57° Rosso 6,5); Abate 5 (dal 60° Morosini 6,5), Kupisz 5,5; Geijo 5,5.

    A disp.: Arcari, Boraye, Bertoli, Camilleri, Dall’Oglio, Fonte, Marsura, Morosini, Rosso.

    All.: R. Boscaglia 6

    Arbitro: Pezzuto 6

    Ammoniti: Ragusa (C), Martinelli (B), Perico (C), Lancini (B), Valzani (C), Molina (C) Espulsi:

  • Fognini e Ferrari, le star di un sabato italiano

    Fognini e Ferrari, le star di un sabato italiano

    Lo sport italiano si prende una bella fetta di vetrina e lo fa in competizioni internazionali, come la Formula 1 e gli US Open. Fabio Fognini in un match stupendo recupera e poi batte Rafael Nadal, mentre le Ferrari al Gran Premio d’Italia piazzano il secondo e il terzo miglior tempo in qualifica. Fognini e Ferrari, un binomio che in un sabato senza calcio riescono comunque ad appassionare anche gli orfani del pallone.

    Erano quattro anni che le Ferrari non partivano dalla prima fila nel Gran Premio d’Italia e quest’anno lo faranno grazie a Kimi Raikkonen che nelle qualifiche di Monza riesce a superare il suo compagno di scuderia e accodarsi per soli tre decimi al leader del mondiale Lewis Hamilton. Prova superlativa della squadra che è riuscita in uno dei gran premi dove il gap sulla velocità di punta dovrebbe essere ancor più marcato mentre al contrario aerodinamica e progressi incredibili hanno reso competitiva la rossa di Maranello.

    La Ferrari a Monza | Foto Twitter
    La Ferrari a Monza | Foto Twitter

    Dietro alle de Ferrari va ad accodarsi Niko Rosberg, l’altro pilota della Mercedes, che ha avuto problemi sul motore e non ha forzato più di tanto, segno che tra i colpi di scena che possono verificarsi in gara non c’è da sottovalutare anche la fragilità del propulsore tedesco. Sarà una gara domani entusiasmante, perché la Ferrari può riuscire a mettersi davanti in partenza e poi con una buona strategia perché no, anche trionfare, con due frecce estremamente in forma.

    Con questa prova la Ferrari ha stupito un po’ tutti nell’ambiente, dicendo la sua, anche sulla polemica scaturita da Bernie Ecclestone e sulla possibilità che questa sia l’ultima volta di Monza nel circus della Formula 1.

    Fabio Fognini batte Rafael Nadal | Foto Twitter
    Fabio Fognini batte Rafael Nadal | Foto Twitter

    Fabio Fognini , nella notte, a New York è riuscito nell’impresa straordinaria di eliminare Rafael Nadal dagli US Open. Il tennista ligure in una maratona lunga 3 ore e 46 minuti, va subito com’era prevedibile sotto per due set, poi non sbaglia più nulla e annichilisce l’avversario nella sua miglior prestazione di sempre.

    Si tratta della seconda soddisfazione in quest’anno per il tennis italiano di battere un avversario di questo calibro, la prima volta era successa ad Andreas Seppi che agli ultimi Australian Open aveva strapazzato niente meno che Roger Federer. L’impresa di Fognini è più grande per due motivi, primo perché lo spagnolo in carriera aveva perso dopo essere in vantaggio per due set solo una volta e secondo perché il gioco espresso dall’azzurro è stato eccelso, dando la speranza a tutti che forse con questa bella iniezione di autostima abbiamo trovato un campione.

    La continuità di Fognini deve ancora essere registrata, e anche in questo incontro si vede soprattutto nei primi due set la difficoltà ad entrare in partita, quando pare possa riacciuffare i game immediatamente riperde la concentrazione vanificando tutto. Su terzo set, Nadal si porta sul 2-1 e pare che la partita sia chiusa e invece accade l’imprevedibile, Fognini recupera a testa bassa ribattendo colpo su colpo portandosi sul 4-5 e infine costringe in battuta all’errore lo spagnolo che mette la risposta fuori. Il quarto set inizia con lo stesso copione, Nadal avanti ma che poi deve cedere all’azzurro. Il quinto e decisivo set invece vede il ligure decisamente più sicuro e spesso avanti fino al game decisivo, quando con uno scambio incredibile strappa la vittoria.

    Agli ottavi di finale del torneo Fognini dovrà vedersela con un altro spagnolo, Feliciano Lopez.

    Fognini e Ferrari hanno caratterizzato questo sabato sportivo con due strepitose imprese e, domani per la Ferrari c’è l’occasione di rientrare nel Gran Premio di casa finalmente ad un livello di competitività che non si vedeva da tempo.

  • Azzurri, più no che sì ma c’è Pellè

    Azzurri, più no che sì ma c’è Pellè

    Gli azzurri di Antonio Conte non convincono, risolvono la pratica Malta con una rete di Graziano Pellè ma finito il match si resta con l’amaro in bocca per la prova opaca di alcuni giocatori, per le difficoltà incontrate dalla Nazionale e per i troppi brividi in difesa contro un avversario che dall’inizio alla fine ha solo pensato a difendersi.

    Antonio Conte aveva un solo pensiero, rivolto alla Nazionale maltese ed era riferito all’attaccante Effiong. Vero, il gigante maltese è stato un pericolo e ha messo in difficoltà Chiellini più di una volta con la sua velocità, un po’ meglio è andata a Bonucci anche se spesso ha dovuto usare il “mestiere”, tuttavia c’è da riscontrare che questo giocatore è stato l’accentratore di tutti gli attacchi di Malta.

    Lo spirito gladiatorio del C.T. si vede poco, solo nel pressing degli azzurri e la mano tattica diventa evidente quando, come nella sua Juventus, Pirlo non trova idee e sbocchi e si ricorre ai lanci di Bonucci.

    Il primo tempo parla solo azzurro, ma la parlantina è stentata, zoppicante e spesso s’infrange contro il muro di undici uomini eretto da Pietro Ghedin. La partita potrebbe sbloccarsi grazie ad un paio di calci di punizione di Pirlo però imprecisi, un’occasione solare per Eder che dopo una bella triangolazione dal limite conclude fuori di pochissimo e un tiro di Bertolacci deviato dalla schiena di un difensore avversario che in volo viene neutralizzato da Hogg. Tutto qua, la prima frazione è pressing azzurro, maglie maltesi chiuse a riccio e qualche fiammata di Effiong in contropiede. Entrambi i portieri toccano il pallone solo per ordinaria amministrazione, tranne Hogg nell’occasione raccontata prima.

    La ripresa inizia con lo stesso tema tattico, a Malta un pareggio ovviamente va benissimo, l’Italia, evidentemente indottrinata da Conte nell’intervallo, inizia a cercare di allargare di più il gioco e ottiene risultati migliori. Al 53° da un bel calcio di punizione dal limite, su schema Pirlo serve largo a destra in area di rigore Darmian liberissimo con un rasoterra, l’esterno del Torino tira con Hogg in uscita ma la palla viene intercettata da un difensore che vanifica l’ottima opportunità.

    Conte capisce che è necessario maggiore dinamismo e al posto di un impreciso Bertolacci inserisce Parolo, i cambi saranno determinanti per sbloccare la gara.

    Dopo cinque minuti, sempre sulla destra, un’ottima triangolazione tra Darmian e Gabbiadini permette, dal limite, al giocatore del Napoli di avere lo spazio per il tiro, Gabbiadini di sinistro calcia a giro verso la porta superando il portiere ma la palla si stampa nell’incrocio dei pali.

    Graziano Pellè segna contro Malta | Foto Twitter
    Graziano Pellè segna contro Malta | Foto Twitter

    Il C.T. decide di puntare sulla fascia destra per scardinare la difesa maltese e al 64° inserisce Candreva al posto di Gabbiadini, traversa a parte molto opaco per un’ora di gioco. Cambio che darà i suoi frutti cinque minuti dopo, quando l’asse Candreva-Darmian produce il continuo smarcamento del laziale che offre l’assist d’oro a Pellè per sbloccare la partita con un cross in area, l’uscita maldestra di Hogg e la deviazione vincente della punta forse con il braccio.

    Subita la rete Malta non cambia atteggiamento e l’Italia si adegua addormentando il gioco e cercando di controllare la gara, qui un paio di scorribande di Effiong mettono in imbarazzo la difesa ma non succede più nulla.

    In generale la partita è stata buona solo per il risultato e per un paio di questioni tecniche, l’intesa tra gli interpreti della catena di destra, la funzionalità di Pellè veramente indomabile ma solo e la vivacità di Eder discontinua ma sempre importante. Per il resto tante ombre, il doppio play maker che stenta, la difesa da registrare e la sterilità in attacco considerando che in un torneo breve come un Europeo soprattutto nella fase finale a gironi questi difetti potrebbero essere deleteri per andare avanti nella competizione.

    ITALIA-MALTA 1-0 (0-0) – 69° Pellè (I)

    Italia (4-3-3): Buffon S.V., Darmian 6,5, Bonucci 6, Chiellini 5, Pasqual 5; Verratti 5, Pirlo 5, Bertolacci 5 (dal 55° Parolo 6); Gabbiadini 5,5 (dal 64° Candreva 6,5), Pellè 7, Eder 6 (dal 7° Soriano 6).

    Allenatore: Antonio Conte 6

    Malta (4-4-2): Hogg 6,5; A. Muscat 6, Agius 5,5, Z. Muscat 6, Borg 6; Failla 6, Briffa 6 (dal 91° Sciberras S.V.), Fenech 6, R. Muscat 6,5; Effiong 6,5 (dal 93° Mifsud S.V.), Schembri 5,5 (dal 72° Kristensen 6).

    Allenatore: Pietro Ghedin 6

    Arbitro: Ovidiu Hategan 5,5

    Ammoniti: Fenech (M), Effiong (M) Espulsi:

     

  • Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Questa sera alle 20:45 riprende il cammino della nostra Nazionale nelle qualificazioni per il Campionato Europeo che si disputerà in Francia la prossima estate. Italia-Malta al “A. Franchi” di Firenze rappresenta una piccola tappa di avvicinamento che capita a fagiolo dopo la pausa estiva. L’altro impegno, quello con la Bulgaria, è di caratura diverso ma arriva dopo una settimana che gli azzurri sono tornati insieme, quindi Antonio Conte ha tutto il tempo e le facilitazioni possibili per organizzare e riprendere il discorso interrotto ormai parecchi mesi fa con la Nazionale e i suoi interpreti scelti.

    Sulla carta Italia-Malta è una partita senza storia, una di quelle partite che se prese con la filosofia giusta ti permettono di mettere in cascina tanti gol all’attivo validi per un’eventuale classifica finale che se non risolta dai punti può girare a tuo favore per la differenza reti. Tuttavia è bene ricordare che nel girone d’andata l’Italia s’impose su maltesi solo per 0-1 e quindi la prima cosa su cui lavorare per Conte è la testa degli azzurri, per evitare brutte figure. Testa dei calciatori che, inutile dirlo, fino a tre giorni fa era concentrata sul calciomercato e con l’orecchio teso molti calciatori erano in attesa di notizie, basta pensare per esempio ai due blucerchiati Soriano ed Eder che fino all’ultimo non sapevano in che squadra avrebbero giocato dopo gli impegni con la Nazionale.

    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter
    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter

    Antonio Conte sembra orientato a schierare l’Italia con un 4-3-3, tenendo una certa fisionomia dell’ultima Italia vista e inserendo le motivazioni di alcuni freschi di riconvocazione. Ecco che quindi oltre ai confermati Buffon, Chiellini e Bonucci troviamo nella linea difensiva Darmian e Mimmo Criscito. A centrocampo Conte è stato chiaro, per lui Pirlo e Verratti possono coesistere ed è molto probabile che siano affiancati da Soriano mentre davanti Zaza è per il momento sostituito da Pellè con, di supporto ai suoi fianchi, Candreva ed Eder.

    Per Malta la questione è molto semplice, la missione è come sempre quella di non sfigurare e poi se c’è la possibilità, colpire una nazionale nettamente più forte senza avere paure reverenziali. Pietro Ghedin adotterà un modulo classico (4-4-2) che gli permetterà di mantenere più equilibrio possibile per evitare imbarcate, il resto sarà tanta grinta e coraggio con qualche discreta individualità ma nulla più.

    ITALIA-MALTA – LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Italia (4-3-3): Buffo; Darmian, Bonucci, Chiellini, Criscito; Verratti, Pirlo, Soriano; Eder, Pellè, Candreva.

    All.: Antonio Conte

    Malta (4-4-2): Haber; A. Muscat, Agius, Camilleri, Z. Muscat; Fenech, R. Muscat, Briffa, Failla; Effiong, Schembri.

    All.: Pietro Ghedin.

    Arbitro: Ovidiu Hategan

  • Monza si accende per la Formula 1

    Monza si accende per la Formula 1

    Inizia la settimana più attesa per i tifosi italiani della Formula 1, quella che ci porterà al Gran Premio d’Italia a Monza. Una pista leggendaria, ogni anno sotto polemiche per varia natura, ma che resta sempre uno dei circuiti dove ogni pilota vorrebbe correre. Soprattutto è la pista più amata dalla Ferrari che qui ogni anno nel bene e nel male fa il bagno di folla, con quei cancelli che all’arrivo si aprono e riversano migliaia di fan sul tracciato per seguire la premiazione, fare un giro a piedi dove poco prima sfrecciavano i bolidi  e rubare qualche scatto dal vicino paddock.

    Monza raccoglie il fascino italico per la velocità e per la Ferrari in toto, forse anche molto più del Gran Premio di San Marino che il cavallino rampante ce l’ha vicino di casa. Un circuito invidiato e tentato di copiare da altre organizzazioni che abbina tecnica a pura potenza, brucia i motori ma sa anche rilevare ogni minimo difetto aerodinamico delle monoposto, insomma c’è tutto quello che serve per far godere il pubblico di una gara automobilistica.

    Per la Ferrari è ovvio che sia un appuntamento “must” dove cercare di non fallire, per le altre rappresenta un tassello importante, un passaggio dove lasciare il segno che porta il proprio nome in una pista storica e leggendaria della Formula 1.

    Maurizio Arrivabene | Foto Twitter
    Maurizio Arrivabene | Foto Twitter

    Inutile dire che la settimana che porta al Gran Premio d’Italia parta dai punti focali dell’ultimo appuntamento passato, infatti le prime dichiarazioni riguardano il rinnovo a sorpresa di Kimi Raikkonen, quando fino ad un mese prima sembrava imminente il divorzio tra la scuderia e il pilota. Le prime notizie riguardanti il rinnovo del contratto facevano pensare ad una soluzione di ripiego per la rossa, perché non riusciva a mettere le mani su Valtteri Bottas astro nascente anche lui finlandese come Raikkonen.

    Ad iniziare l’avvicinamento a Monza ci pensa Maurizio Arrivabene,  Team Manager scelto da Marchionne per la rinascita della Ferrari, che con semplicità e chiarezza smorza ogni possibile incomprensione sull’operazione di mercato:

    Raikkonen è un vero campione, un pilota di grande esperienza e competenza che si è integrato bene con il compagno di squadra Vettel e questo garantisce inoltre equilibrio nel team”.

    Inoltre Arrivabene snobba anche le voci riguardanti il rinnovo dovuto esclusivamente per la mancanza di alternative a basso costo per la Ferrari ricordando che qualunque pilota che abbia le caratteristiche per guidare la rossa di Maranello ha di conseguenza anche un costo considerevole.

  • US Open: Fognini e Vinci raggiungono Seppi

    US Open: Fognini e Vinci raggiungono Seppi

    Una buona partenza quella dei nostri agli US Open, dopo il passaggio al secondo turno di Andreas Seppi riescono ad esordire bene anche Fabio Fognini e Roberta Vinci che quindi accedono al turno successivo.

    Gli US Open sono il quarto ed ultimo Slam della stagione e il terreno, il cemento storico di Flushing Meadows, non è certo il preferito dei nostri che tuttavia hanno spesso trovato soddisfazioni importanti. Fabio Fognini è partito male, facendosi mettere sotto dall’americano Johnson nelle battute iniziali, poi ha raddrizzato al via e ribaltato l’andamento del match per finire con un bel 1-3. Johnson, numero 47 del ranking, dopo la bella prestazione al torneo di Winston Salem nella settimana scorsa in cui è arrivato in semifinale, deve arrendersi al recupero del tennista ligure dopo quasi tre ore di gioco e una sua partenza incredibile che confermava il suo buon stato di salute (6-2; 3-6; 4-6; 6-7). Il prossimo impegno per Fognini sarà di altra caratura, ma pur sempre un avversario abbordabile, si tratta dell’uruguaiano Cuevas.

    Fabio Fognini | Foto Twitter
    Fabio Fognini | Foto Twitter

    Roberta Vinci invece non ha avuto problemi a battere Vania King e lo ha fatto con autorità facendo segnare un doppio 6-4 in un’ora e venti minuti di gioco. La californiana è risultata inferiore in ogni fase ed è stata brava l’azzurra a non permettergli mai di entrare in partita. Nel prossimo turno la nostra tennista dovrà vedersela contro la colombiana Duque-Marino.

    Già usciti dal tabellone invece Simone Bolelli che si era dovuto arrendere al belga David Goffin e Marco Cecchinato, esordiente in un torneo del genere, che si è ritrovato nel tabellone di fronte un ostacolo insormontabile. L’esperto americano Mardy Fish, ex Top Ten nel 2011, che lascerà il tennis proprio a fine US Open.

    Senza problemi e dall’esito scontato, gli esordi di Nadal, Djokovic e Serena Williams. La statunitense in mezz’ora liquida la flebile resistenza della russa Diatchenko, mentre Novak Djokovic con un triplo 6-1 sembra allenarsi passeggiando contro il brasiliano Souza. Nadal invece lascia per strada un set contro il croato Coric numero 33 del ranking ATP.

  • Shock Juve. Paradiso Chievo e Sassuolo

    Shock Juve. Paradiso Chievo e Sassuolo

    La seconda giornata di Serie A lascia nella visione globale un’incertezza incredibile su come potrà dipanarsi il futuro del campionato. Inutile nascondersi il dato più rilevante è quello che vede i Campioni d’Italia ancora a zero punti e sconcertante è che la Juve oltre a non avere questi non ha nemmeno un gioco. Se una volta si diceva che era più difficile affrontare avversari tecnicamente inferiori perché non ti permettevano di giocare, nel caso di Madama si può dire che con l’Udinese si era vista tanta inconcludenza mentre con la Roma, che secondo il detto ti fa più giocare, si è vista tanta debolezza oltre all’inconcludenza.

    La Roma ha surclassato i bianconeri sul piano del gioco e pure sul piano delle occasioni, lasciando stare gli episodi che come al solito possono solo riempire le pagine dei giornali e dare tante recriminazioni che qui non ci sono. Garcia a metà sessione di mercato era senza una squadra e in poco tempo è riuscito a darle una fisionomia, Allegri tra sorrisi e complimenti aveva già dei punti fermi, uno andava via e poco dopo ne arrivava un altro, sembrava e doveva essere più facile amalgamare il gruppo e invece, si notano ancora tante idee confuse anche nell’allestimento della formazione. E’ un bene per lui e per la squadra che arrivi la sosta, anche se i vari nazionali non saranno a Vinovo a lavorare. In ogni caso la Juve che oggi non c’è prima o poi arriverà si tratta solo di tempo.

    La Roma con il risultato di domenica si è sbloccata anche psicologicamente, si è tolta probabilmente quel ceppo che derivava da quel 7-0 preso contro il Bayern. Molti non lo ricorderanno ma i giallorossi nella scorsa stagione persero la sfida di Torino con la Juve e poi quella con i bavaresi in un breve lasso di tempo, fatto che piegò la testa di una squadra in lotta per lo scudetto. Oggi le parti sono invertite perché il match con la Juve aumenta l’autostima e premette un gran lavoro in vista della Champions. Insomma è tutta un’altra musica.

    L'espressione di Bonucci è l'istantanea del momento Juve | Foto Twitter
    L’espressione di Bonucci è l’istantanea del momento Juve | Foto Twitter

    Il campionato poi dice anche altre cose, dice per esempio che la brutta Inter di Mancini zitta zitta è in testa con una truppa di squadre inaspettatamente a farle compagnia. Dice che per Chievo, Sassuolo e Palermo sognare è lecito e che per due settimane guardare la classifica è come ammirare un capolavoro di Michelangelo. Mancini può in queste due settimane lavorare per rendere ancora più omogenea la squadra e può farlo con la consapevolezza che il gioco arriverà, per la rinascita nerazzurra importante ora è essere lì e godersi l’esplosione di Jovetic.

    Il Sassuolo di Di Francesco sembra più matura, sembra più in grado di gestire le forze in campo senza andare in imbarcate paurose come nelle scorse stagioni, stesso discorso per il Chievo di Maran anche se qui conta di più la birra in corpo di chi deve salvarsi e corre dall’inizio come un forsennato e la complicità di una Lazio irriconoscibile che forse ha subito troppo la batosta a Leverkusen. Per il Palermo due vittorie con il minimo scarto e poco gioco, bene per i punti ma è più effimera la cosa.

    Giampiero Ventura | Foto Twitter
    Giampiero Ventura | Foto Twitter

    Nel gruppo di testa c’è il Torino. Qui va una menzione speciale per lo straordinario lavoro di Ventura e per lo spirito granata che è sempre vivo e mai domo, per il Torino vale il discorso dell’Inter essere lì è importante perché il Toro deve sognare l’Europa e essere con dei punti di vantaggio sulle altre interessate al piazzamento dimostra che la strada presa è giusta e il progetto tecnico continua con ambizione e consapevolezza straordinarie.

    Deludente non è solo la Juve attenzione, deludono anche Fiorentina, Napoli e Milan che nel precampionato hanno mostrato i muscoli e poi ai test veri hanno fallito. Il Milan di Mihajlovic è apatico e poco reattivo, a tratti indisponente, tuttavia il tecnico serbo deve trovare l’equilibrio giusto e poi si potrà giudicare se il mercato è stato importante o meno. Il Napoli è strano, sgretola gli avversari poi si ferma e si fa riprendere, quasi facendo il masochista. E’ chiaro che Sarri deve lavorare più sulla testa dei giocatori che sull’impostazione della squadra perché se i partenopei avessero mantenuto lo spirito mostrato nei primi tempi per almeno un’ora di gioco in entrambe le partite avrebbero un’altra classifica. La Fiorentina di Paulo Sousa può solo migliorare, due sconfitte arrivate mostrando però un discreto gioco, si vede il ritardo sul mercato dei viola e si vede un certo equilibrio comunque. Anche in questo caso bisogna aspettare, per ora però i zero punti sono più penalizzanti di quelli di Juve, Napoli e Milan.

    In generale vedendo le prestazioni di Genoa e Samp oltre a quelle delle altre squadre della stessa fascia si nota come la Serie A di quest’anno sembra più livellata. Il Genoa è più calmo, compassato e gestisce di più le gare mentre la Sampdoria è addirittura esplosiva quando inizia a giocare e ancora non è inserito Cassano, che qualcosa in più può senz’altro aggiungere alla squadra di Zenga.

    Insomma le squadre della fascia intermedia (sopra la zona retrocessione e in lotta per l’Europa) si sono avvicinate al duo Juve-Roma e questo dato potrebbe essere importante per la crescita di appeal del nostro campionato che molto probabilmente quest’anno non si chiuderà con netto anticipo come gli anni scorsi.