La prima scuderia del prossimo campionato di Formula 1 a presentarsi è la Force India che avrà in Sergio Perez e Nico Hulkenberg i piloti di punta.
La VJM07 con motore Mercedes sfoggia una nuova livrea in nero, arancione e verde ma le novità sono altre, come ha spiegato il direttore tecnico Andrew Green durante la presentazione:
“Quasi ogni singolo pezzo è figlio di un nuovo design, dall’ala anteriore destra al diffusore. La nascita della VJM07 è riconducibile alla macchina del 2013 ma abbiamo dovuto ottenere gli stessi risultati in un modo leggermente diverso”.
E proprio sul’applicazione delle nuove norme diramate dalla F.I.A. interviene il principal manager della scuderia, Vijay Malya che raccoglie la nuova sfida per la Force India:
“Le nuove regole hanno rappresentato una sfida enorme, ma sono molto orgoglioso dell’approccio e della direzione presi. Sarà affascinante vedere come le diverse scuderie hanno interpretato le norme anche se in questo momento è impossibile prevedere chi ha fatto il miglior lavoro”.
Nuova livrea Force India VJM07
Per la Force India i test inizieranno la settimana prossima, presso il circuito di Jerez, impianto scelto dalla maggior parte dei team per provare le monoposto per la sua completezza. Infatti rappresenta un buon combinato per testare aerodinamicità e velocità, telaio e motore.
La Force India è stata la prima a mostrarsi al pubblico, ma in settimana ci saranno le presentazioni delle altre monoposto, alcune direttamente in pista, altre con il consueto gala a cominciare da domani con la McLaren del nuovo corso targato Ron Dennis. Ecco l’elenco:
24 gennaio 2014 – McLaren (online, ore 12:00)
25 gennaio 2014 – Ferrari (ore 14:30)
26 gennaio 2014 – Sauber (online)
27 gennaio 2014 – Toro Rosso (Jerez)
28 gennaio 2014 – Red Bull (Jerez, in pista)
28 gennaio 2014 – Mercedes (Jerez, in pista)
28 gennaio 2014 – Caterham (Jerez)
Per Marussia, Williams e Lotus, che non parteciperà alla prima sessione di test, non è ancora stata stabilita una data al momento.
Il fattaccio relativo allo scambio Vucinic-Guarin, lo avevamo preannunciato, sarebbe rimasto negli annali di questo sport, o meglio, negli annali di quello che riguarda screzi e litigi del calcio.
Lo stop, ad una trattativa ben avviata e che si poteva considerare conclusa, voluto da Erik Thohir ha lasciato tutti di sale, dai diretti interessati agli addetti ai lavori è aleggiata un’aria di perplessità sul come sia andata la vicenda. Tanto che nella mattinata di ieri alcuni media avevano ipotizzato che anche i test medici, già conclusi da Mirko Vucinic, presso una clinica di Pavia fossero risultati poco rassicuranti e per anche questo motivo l’Inter avesse fatto marcia indietro.
Di sicuro non è andata giù questa faccenda alla Juventus, che attraverso il D. G. Marotta aveva definito il comportamento della controparte addirittura “sconcertante“, oltretutto la società bianconera mentre era impegnata nella trasferta di Roma di Coppa Italia non aveva avuto alcuna possibilità di replica al comunicato ufficiale apparso sul sito dell’Inter.
Così, serrati i ranghi in Corso Galileo Ferraris, con il Presidente Agnelli, Vucinic, Paratici e l’agente del calciatore montenegrino è stato fatto un summit ed indetta una conferenza stampa alle 18:30 del pomeriggio di ieri.
Così il D. G. bianconero esordisce all’appuntamento con i media:
“Vi ringrazio di aver aderito a questo nostro invito, ma era opportuno farlo, avrei voluto non essere qui ma sono stato costretto dalle vicende degli ultimi giorni. Mi riferisco al comunicato stampa emesso dall’Inter ieri (due giorni fa n.d.r.), quando noi eravamo in procinto di giocare con la Roma. Abbiamo definito sconcertante il comunicato stampa perché conteneva situazioni false pertanto la mia puntualizzazione si è resa necessaria per difendere l’immagine della Juventus e dei due giocatori interessati, Vucinic e Guarin, che sono stati tirati in ballo, direi malgrado tutto in modo non corretto”.
In qualche modo comunque la Juventus, per bocca del suo manager cerca di sanare lo strappo, anche inevitabile, avvenuto con i due calciatori, che entrambi non si sono allenati ieri con i rispettivi club. E poi Marotta continua:
“Mi riferisco al comunicato perché si accenna da parte dell’Inter di non voler procedere allo scambio. In realtà questa trattativa era stata già definita tra le parti, con un accordo verbale, ma si sa che nel calcio come nella vita ci sono regole non scritte che vanno rispettate. Accordo raggiunto tra me e Fassone. Devo dire anche che il presidente Andrea Agnelli ieri ha più volte cercato di mettersi d’accordo con Thohir e ieri alle 10.48 ha ricevuto un s.m.s che dava l’ok all’operazione. Poi la cosa è saltata non sappiamo perché”.
Marotta spiega la propria versione dei fatti su come si sia svolta la trattativa, svelando anche un dettaglio importante, la mancanza di comunicatività con l’alta dirigenza nerazzurra, se non attraverso un messaggio al telefonino, poi il dirigente juventino ritorna sull’immagine lesa dei due calciatori.
“Il motivo principale è la mancanza di correttezza nei confronti dei due calciatori, uno Vucinic, che è un professionista serio che ha contribuito con le sue prestazioni a farci conquistare due Scudetti. Nella storia del calcio, quando un calciatore svuota l’armadietto, si diceva, si è concluso un trasferimento. Cosa che è stata fatta da Vucinic. È la prima volta che mi capita in trent’anni ad assistere a una situazione incresciosa e che coinvolge anche Guarin, che con il consenso dell’Inter aveva raggiunto un accordo con noi sul nuovo contratto. Questi due professionisti sono stati maltrattati.”
Poi Marotta risponde anche alle illazioni riguardanti la presunta scarsa condizione fisica di Mirko Vucinic ed alla possibilità, paventata da qualche addetto ai lavori, che l’attaccante montenegrino possa essere sempre inserito in una trattativa di scambio con qualche pedina nerazzurra.
“Mi guardo bene dall’imbastire un’altra trattativa, perché c’è stata mancanza di serietà. Sulle indiscrezioni riguardo alle visite mediche di Vucinic, devo dire che ha fatto 35 presenze due stagioni fa e 43 nella stagione scorsa, che dimostrano la sua integrità fisica. Non ho mai pensato di dare un ‘pacco’ all’Inter con Vucinic. Se fosse stato ceduto, è solo perché si è trovato ad avere maggiore concorrenza in un reparto che ha aumentato la sua qualità e, quindi, ha avuto meno possibilità di giocare”.
Insomma la Juventus non è rimasta impassibile all’accaduto ed ha avuto una reazione piuttosto seccata che porterà nuovamente il gelo tra le due società come il post-calciopoli o sarà solo una fase di distacco, considerando anche le posizioni convergenti che hanno in Lega Calcio su alcuni temi importanti?
Intanto ci sarà da attendere la risposta dell’Inter sulle parole molto dirette e pesanti della Juventus che comunque ribadisce di aver concordato con il suo calciatore, Mirko Vucinic, due giorni di permesso e che comunica la sua vicinanza all’attaccante in questo momento divenuto increscioso.
Incredibile ma vero, dopo una riunione durata sei ore per raggiungere l’intesa tra le parti lunedì sera e l’incontro odierno l’Inter, per voce del patron indonesiano, comunica di volersi tirare indietro dall’affare.
Lo scambio Vucinic-Guarinnon si farà, o almeno di sicuro non oggi e se vorrà concludersi in futuro ci dovrà essere una sterzata nella trattativa. Le ultime news che arrivano dai salotti del calciomercato chiudono la porta a questo possibile affare.
Con un comunicato la società nerazzurra sbatte la porta in faccia alla Juventus ed allora viene da domandarci di cosa abbiano parlato per due giorni? Scatenando anche le reazioni della tifoseria organizzata della Curva Nord di Milano?
Ecco il comunicato dell’ F.C. Internazionale:
“FC Internazionale informa di aver deciso di non procedere nella trattativa con la Juventus per il trasferimento dei calciatori Fredy Guarin e Mirko Vucinic. Il Presidente Thohir, dopo essersi confrontato con il dott. Massimo Moratti, suo figlio Angelomario e con i dirigenti della Società, ha ritenuto che non sussistessero le condizioni, tecniche ed economiche, per il raggiungimento dell’accordo e ha già dato mandato ai responsabili dell’Area Tecnica di valutare altre opportunità di mercato, con l’obiettivo di rinforzare la squadra nel rispetto dei parametri economici imposti dal Financial Fair Play.”
Avevamo analizzato precedentemente la trattativa, concludendo con stupore che, sebbene entrambe le piazze digerissero a malincuore lo scambio Vucinic-Guarin tra Juventus ed Inter, la conclusione della vicenda poteva portare per entrambe le compagini notevoli vantaggi.
Considerando il fatto poi, che Mirko Vucinic già nella giornata di ieri aveva effettuato le visite mediche accompagnato dal medico sociale nerazzurro presso una clinica di Pavia e che il centrocampista colombiano aveva dichiarato di volere andare alla Juventus e che non si sarebbe più presentato alla Pinetina, diventa molto difficile immaginare il loro futuro nelle loro squadre di attuale appartenenza.
Si ritorna indietro dunque, con un Arsenal interessata a Vucinic ed un Chelsea interessata a Guarin, ma la frittata potrebbe essere con risvolti negativi per entrambi. Visto che ora sono due pedine in due scacchieri che ufficialmente non gradiscono i team inglesi è probabile possano abbassare le offerte.
Inoltre il danno d’immagine che ne deriva dai due club potrebbe essere un altro fatto che determina il mercato, più per l’Inter che per la Juventus, del futuro. Come possono top-club europei fare affari con dirigenti la cui parola può essere stralciata in qualunque momento?
Morale della favola l’Inter ha cambiato il timone ma la deriva è sempre all’orizzonte nell’ottica di tifosi e addetti ai lavori mentre per la Juventus cambia poco come avevamo visto fino a giugno.
La missione invocata da Sinisa Mihajlovic si sta completando con una rapidità incredibile. Il primo passo dettato dal tecnico era stato un ampio lavoro di autostima sugli uomini e sull’appartenenza ad una società che ha fatto la storia del calcio degli ultimi decenni. La seconda fase è stata applicata duramente al campo, portando in dote alla Sampdoria punti preziosi come l’acqua per la corsa salvezza. In tempi non sospetti il tecnico serbo lo aveva detto a chiare lettere a proposito della rosa blucerchiata:
“La rosa di questa squadra è composta da 31 giocatori, è da sfoltire prima di pensare a chi può arrivare“.
E questa è quella che possiamo definire come terza fase della ricostruzione dettata da Sinisa Mihajlovic. In questa finestra di mercato la Sampdoria sta lavorando alacremente attraverso il D. S. Osti per proprio lo sfoltimento della rosa composta da numerosi giovani anche poco utilizzati dal precedente allenatore Delio Rossi.
Ultimi in ordine di tempo a far le valige dal capoluogo ligure sono Gentsoglou, il centrocampista greco si è accasato allo Spezia di Mangia, veramente molto attivo sul mercato anche su obbiettivi provenienti dalla categoria superiore. L’esterno Davide Gavazzi, che già con Rossi giocava poco e con Sinisa Mihajlovic non ha mai trovato una collocazione tra i titolari è andato in prestito alla Ternana.
Il terzino sinistro Paolo Castellini terminerà la stagione a Livorno alla corte di Aldo Spinelli
Nel frattempo erano stati ufficializzati il trasferimento in prestito di MirkoEramo all’Empoli, la rescissione contrattuale con il terzino danese Simon Poulsen e la cessione in prestito di Enzo Maresca al Palermo con un’opzione di rinnovo automatico per un’altra stagione in caso di promozione del club siciliano. Petagna è ritornato alla casa madre Milan e Barillà è andato alla Reggina.
Inoltre si sta lavorando anche per l’uscita di Fornasier, la destinazione dovrebbe diventare Padova, e per la sistemazione del terzo portiere Tozzo cercato assiduamente dalla Juve Stabia
In entrata, visto che la rosa da 31 elementi è passata in pochi giorni a 24/23 si sta iniziando a lavorare. L’obbiettivo, non è un mistero, nel reparto avanzato è quello di riuscire ad arrivare a Bianchi del Bologna, ma si deve attendere l’esito del giro di punte che coinvolge Borriello e Gilardino. Inoltre la doppietta realizzata dal centravanti ex-Torino contro il Napoli ha complicato ulteriormente le cose, visto che ora il Bologna sembra ripensare a fare spostamenti in avanti. Con Pioli, Bianchi giocava pochissimo, mentre con Ballardini la musica sembra essere cambiata decisamente in meglio.
C’erano stati contatti positivi con la Juventus per Fabio Quagliarella e sembrava che addirittura Conte nella sfida proprio con la Sampdoria avesse concesso gli ultimi dieci minuti di gara per salutare il pubblico di casa. Invece la trattativa sullo scambio tra Vucinic e Guarin ha stoppato ogni cosa. La Sampdoria aveva trovato la chiave giusta mettendo sul piatto la metà di alcuni giocatori interessanti per la Juve.
Inoltre Osti ha iniziato a lavorare anche con Sabatini per cercare di portare alla Sampdoria in prestito Paredes, giovane di cui si parla molto bene prelevato dal club giallorosso in questa finestra di mercato, ma qualora la Roma decidesse di mandare in prestito il giocatore tanti sono i club che sarebbero interessati.
Ci sono due dati fondamentali che escono da questo lunch-match della 20ma giornata di Serie A, il primo è che Reja ha rinvigorito la Lazio, una squadra rinata nello spirito, subisce ancora troppi gol ma anche i difetti della retroguardia siamo sicuri che il tecnico goriziano saprà limarli. Il secondo dato è che l’Udinese ora deve lottare, dimenticarsi delle belle stagioni passate condite dalle qualificazioni in Champions ed Europa League e pensare solo a salvarsi. Per Guidolin c’è tanto lavoro da fare e solo il girone di ritorno da sfruttare per evitare lo spettro dell Serie B.
Reja rivoluziona la Lazio dalla difesa a quattro di Petkovic si passa allo schieramento a tre, Hernanes va in panchina, ed in attacco porta un tridente con Candreva e Floccari che agiscono larghi alle spalle di Klose. Berisha tra i pali al posto dell’influenzato Marchetti.
Guidolin invece schiera la solita Udinese con Di Natale in avanti per invertire la rotta di una squadra che in questa stagione sta zoppicando non poco.
Pronti via, l’Udinese scende in avanti, Cavanda immerso nei suoi pensieri, contrasta in area Maicosuel stendendolo ed è rigore. Di Natale segna. Trovato il gol, i padroni di casa arretrano il proprio baricentro e non si fanno più vedere dalle parti di Berisha. La reazione dei biancocelesti è tutta in una girata sbilenca di Floccari e in una conclusione di Candreva che non spaventa l’estremo difensore laziale, un po’ pochino, anzi in chiusura di tempo Maicosuel non sfrutta un’occasione nitida per il raddoppio bianconero in contropiede.
Se l’inizio della partita per la Lazio è stato da incubo, l’inizio della ripresa è anche peggio. Dopo dieci minuti Onazi si fa espellere in modo del tutto ingenuo. L’inferiorità numerica però ha il merito di scuotere gli uomini di Reja che trovano il pareggio grazie ad un lancio illuminante di Hernanes, entrato da poco al posto di Ciani, che imbecca Klose. L’attaccante tedesco è atterrato da Domizzi ed è calcio di rigore. Candreva segna. e il trend della gara inizia a cambiare. E’ Ederson che sfiora il vantaggio per primo, ma quando sembra che la squadra di Reja possa far suo il match arriva la doccia fredda per i capitolini. Badu, oggetto del desiderio del Liverpool, con una spettacolare conclusione al volo porta in vantaggio i friulani inaspettatamente.
La Lazio reagisce, ormai è entrata in partita, non ci sta a perdere e si vede. Prima con Klose e con Hernanes va vicina al pareggio, poi lo trova fortunosamente, grazie ad un rinvio comico di Brkic che sbatte su Lazzari per un’autorete veramente ridicola. In conclusione di gara i biancocelesti trovano addirittura il vantaggio. E’ Hernanes che gela lo stadio Friuli di Udine con un tiro di sinistro terrificante. Per l’Udinese non c’è possibilità di replica, perché il tempo è scaduto e ora c’è solo da rimboccarsi le maniche per fare punti importanti in classifica, subito dietro c’è una selva di squadre che lottano per non retrocedere ed essere risucchiati può essere fatale.
L’esordio di Clarence Seedorf sulla panchina del Milan è bagnato dal successo per 1-0 sulla rivelazione Hellas Verona. Tuttavia il vantaggio decisivo della gara arriva solo su calcio di rigore all’81° e dopo che i rossoneri hanno sofferto non poco. (altro…)
La Roma di questa sera pratica un ragionato turn-over per quella che, sulla carta, è una sfida decisamente di facile e veloce risoluzione, tuttavia c’è l’incognita del cambio di allenatore nelle fila dei toscani che porta una leggera aria di inquietudine. Totti, Nainggolan e Florenzi partono dalla panchina e l’esordiente Perotti schiera una difesa a cinque con solo Paulinho in attacco.
La Roma, visto l’atteggiamento rinunciatario del Livorno, parte nella prima partita del girone di ritorno all’attacco e alla prima occasione si porta in vantaggio con Destro, che sfrutta al meglio una deviazione di Gervinho su traversone di Ljajic.
La Roma di Garcia è ormai una squadra che conosce i propri pregi e i propri limiti, così dopo il vantaggio prende in mano il pallino del gioco con l’idea di gestire la partita avendo anche di fronte una squadra che sembra incapace di creare pericoli per De Sanctis.
Al 27° Destro non sfrutta un bel assist di De Rossi e tre minuti dopo Bardi compie due parate in sequenza neutralizzando prima Gervinho e poi Pjanic.
Il portiere del Livorno però deve capitolare su Strootman che al 36° raddoppia per i giallorossi dopo un primo tentativo del rinato Destro. Proprio Destro prima della fine del primo tempo realizzerebbe una terza rete per la Roma, ma che l’arbitro annulla per la posizione irregolare di Castan. Insomma la partita è ad una sola porta ed il dominio è assoluto per i giallorossi.
Nella ripresa il copione non cambia e per vedere la prima occasione a favore del Livorno bisogna aspettare il 54°. Greco prova a sorprendere De Sanctis con un tiro da lontano, un po’ pochino per la seconda della classe che risponde immediatamente con Dodò al 57° e Ljajic al 69°.
Il ritmo della gara scende, Bardi è miracoloso nel respingere un sinistro da distanza ravvicinata di Ljajic al 75°. Tuttavia il giocatore serbo 3 minuti dopo fulmina il portiere dei toscani con un destro secco sul primo palo. La Roma inizia al meglio il girone di ritorno e la rincorsa alla Juventus continua.
Un gran rinforzo per la scuderia di Woking (Regno Unito) è certamente quello del ritorno al ponte di comando di Ron Dennis. Veterano delle corse che ha guidato la McLaren ai successi più recenti.
Nel 2009 il suo posto era stato preso da Martin Whitmarsh e nell’ultima stagione la monoposto britannica non ha mai raggiunto il podio, cosa che accadde per l’ultima volta nel 1980, proprio quando la Marlboro in qualità di principal sponsor intervenne sulla scuderia elevando Dennis a Team Manager. Con prima John Barnard e poi Adrian Newey iniziò proprio lì la scalata recenti successi delle frecce d’argento.
Nella prossima stagione la McLaren ha deciso di cercare di invertire la rotta e riportare in prima linea il vecchio leone che maniacalmente e con modi di fare a volte che lo hanno reso antipatico è riuscito nell’impresa di risollevare la scuderia creata da Bruce McLaren nel 1963.
Ron Dennis si è ripreso il posto di Ceo (Chief Executive Officer), una posizione che include tra le nuove responsabilità l’esame della competitività del team. Insomma dirigente di alto livello e coordinatore del reparto corse, in pratica è da prevedere una nuova rivoluzione a Woking.
In un’intervista recente, apparsa sul Corriere dello Sport, Dennis dichiara:
” I miei colleghi azionisti mi anno dato mandato per scrivere un nuovo capitolo nella storia della McLaren, a cominciare dal migliorare le nostre prestazioni dentro e fuori la pista, nelle prossime settimane ho intenzione di intraprendere una revisione completa e obiettiva di ciascuna delle nostre imprese con l’intento di ottimizzare ogni aspetto della nostra attività esistenti, oltre all’individuazione di nuove aree di crescita da capitalizzare sulle nostre tecnologie ed eventualmente ulteriormente investire in loro. A febbraio articolerò una nuova strategia del Gruppo per implementare la struttura organizzativa più adatta per realizzarlo. Sono eccitato dalla prospettiva di tornare al ruolo di Ceo del gruppo e lavorare con i miei colleghi e gli altri soci per soddisfare il nostro obiettivo, che è quello di vincere qualunque cosa facciamo“
Il lancio della nuova monoposto McLaren, la MP4-9 è previsto per il 24 gennaio. C’è molta attesa per vedere l’inizio di questa seconda era targata Ron Dennis.
Sconfitta fatale quella di ieri per De Canio che ha visto la sua squadra soccombere con un passivo molto pesante (1-4) in casa ed in Coppa Italia ad opera della cadetta Siena.
Tutto è andato storto, dal gioco al risultato e con entusiasmo i toscani hanno fatto il loro dovere, senza aver paura di affrontare un nemico ferito e morente sul proprio territorio.
Così questa mattina è arrivato il comunicato ufficiale della società etnea:
“Il Calcio Catania S.p.A. comunica di aver affidato nuovamente l’incarico di conduzione tecnica della prima squadra al signor Rolando Maran, già alla guida dei rossazzurri nella scorsa stagione ed in occasione delle prime otto gare del campionato in corso. Torna a far parte dello staff tecnico anche Christian Maraner, allenatore in seconda. Mister Maran dirigerà la seduta d’allenamento in programma oggi alle 15.00“.
Il Catania in questa sessione di mercato per’altro ha già operato investendo in qualche innesto, tuttavia senza trovare ancora la quadratura del cerchio e annaspando anche in questo settore. Maran conosce ovviamente l’ambiente essendo stato in primis colui che ha guidato la squadra ad inizio stagione ed è probabile che sappia anche su cosa si deve puntare per risollevare le sorti rossazzurre che al momento sembrano segnate.
Dopo aver condotto il Varese ai playoff di Serie B, nella stagione 2011/12 poi persi contro la Sampdoria, Maran aveva trovato la sua nuova collocazione proprio a Catania, dove nel primo anno del suo operato, stagione 2012/13, aveva portato la squadra siciliana al record storico di punti in Serie A (56). Il 20 ottobre 2013 Rolando Maran era stato esonerato dal focoso presidente Pulvirenti che lo aveva sostituito con Luigi De Canio fino alla disfatta contro il Siena di ieri. Rolando Maran così torna a guidare il suo giocattolo con la grinta e la voglia di lasciare nuovamente il segno a Catania, oppure per ricostruire un ciclo ripartendo dalle origini.