Autore: Cristiano Previ

  • Claudio Gentile, tackle duro sul sistema calcio

    Claudio Gentile, tackle duro sul sistema calcio

    Claudio Gentile è una furia, come un fulmine a ciel sereno si scaglia contro il “palazzo” e contro il sistema calcio incancrenito ormai da tempo. In una intervista rilasciata a Tv2000 qualche giorno fa non le manda a dire a chi, secondo lui, è artefice di un accerchiamento nei confronti della sua persona.

    In tre passaggi significativi, Gentile, tocca i punti nevralgici che rappresentano il marcio del nostro calcio, e inizia proprio dalla sua esperienza personale:

    “Per colpa di persone meschine mi hanno stroncato la carriera perché non abbassavo la testa. Ho detto no quando mi hanno proposto di far giocare in Nazionale Under21 ragazzi che non ritenevo all’altezza. Questo mi ha messo contro diverse società e soprattutto la Federazione. Così dopo essermi guadagnato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi con l’U21 sono stato mandato via”.

    Claudio Gentile | Foto Web
    Claudio Gentile | Foto Web

    Poi Claudio Gentile continua sulla vicenda che lo ha riguardato in prima persona manifestando la sua candidatura ad una panchina in Italia dove in effetti, ogni anno viene accostato a società più o meno importanti ma poi alla fine dei conti il suo nome sparisce dai rotocalchi:

    “Perché non alleno più? Ricevo molte richieste dall’estero ma non capisco perché non posso allenare qua in Italia. Mi hanno fatto terra bruciata intorno. Sono uno che non sta al sistema, quindi ci sono poche società che si prendono la bega di andare contro il potere del calcio. Non voglio mollare e non voglio andare all’estero, voglio allenare in Italia. E’ possibile che in questo Paese chi è onesto non trova mai una sistemazione e chi si vende le partite invece sì?”.

    Nel mirino di Gentile inoltre finiscono anche i calciatori stranieri e fa un’analisi dura anche del sistema attuale atto a far crescere negativamente i vivai dei club:

    “Non posso pensare bene del calcio italiano di oggi, negli anni ’80 e ’90, tutti gli stranieri da Zico a Maradona venivano nel campionato italiano per avere la prova di essere dei grandi giocatori. Adesso non vengono più i migliori. Le scuole calcio? Sono solo un pretesto per fare business. Il più grande errore è stato quello di aver tolto spazio agli oratori, è lì che si cresceva con il pallone. Si cominciava a giocare all’una e si tornava a casa alle otto di sera. E poi non ci sono tecnici all’altezza per creare ragazzi di un certo potenziale”.

    Insomma l’ex Campione del Mondo di Spagna ’82 ha lanciato l’ennesimo sasso in uno stagno che certo ultimamente non vive acque tranquille e visto l’imminente inizio di Euro 2016 non aveva certo bisogno di altri sconquassi.

    Claudio Gentile nella sua intervista a Tv2000 tocca temi che sono identificati quali principali problematiche del sistema calcio, a cominciare dalla meritocrazia dei protagonisti e per finire ai settori giovanili dei club. Il tutto con parole pesanti perché pronunciate da un personaggio che al calcio italiano ha portato moltissimo.

  • Tennis: Bertens e Muguruza le regine di Francia

    Tennis: Bertens e Muguruza le regine di Francia

    Due favole, due storie bellissime di tennis, la prima si ferma alle semifinali di Roland Garros 2016 tuttavia vince la sfida più importante. Garbine Muguruza invece arriva sino in fondo alla competizione e con due set fantastici ferma lo strapotere americano di Serena Williams.

    L’olandese Kiki Bertens ha 24 anni e già ha vinto la sfida più importante, quella per la vita schiacciando e scacciando un tumore scoperto due anni prima. Nel 2014 un rigonfiamento all’altezza del collo aveva destato sospetti mentre lei, allora 22enne cercava di farsi spazio nel mondo del tennis, gli esami non lasciavano dubbi, tumore alla tiroide. In quel momento l’atleta era in ascesa ma la notizia della sua salute la sconquassa psicologicamente e inizia a sprofondare in classifica. Ci vuole un anno di battaglia contro il male e la volontà di non uscire dall’universo del tennis per ritornare a sorridere e proprio al Roland Garros dell’anno scorso in conferenza stampa dopo essere stata battuta dalla Kuznetsova con le lacrime agli occhi, ma di gioia, annuncia di aver vinto la sua partita più importante.

    Kiki Bertens in azione | Il Pallonaro
    Kiki Bertens in azione | Il Pallonaro

    Il 2016 per Kiki Bertens inizia favolosamente con la finale di Fed Cup quasi raggiunta e con un percorso nella competizione da protagonista, poi la vittoria a Norimberga nel torneo WTA e ora il capolavoro in questo Roland Garros dove deve arrendersi solo a Serena Williams in semifinale. Battute in serie Angelique Kerber, recente vittoriosa agli Australian Open, Camila Giorgi, l’ostica Kasatkina in una sfida infinita al terzo turno, Keys agli ottavi e ai quarti la talentuosa Timea Bacsinszky. Una bellissima storia di sport e di vita da chi prima di questo Roland Garros era la numero 58 del ranking WTA e oggi guardando solo ai risultati del 2016 è la numero dodici dell’anno.

    Garbine Muguruza partiva come outsider, o meglio come quarta favorita del torneo ma di un bel po’ attardata nelle preferenze sulle avversarie compresa quella Serena Williams che pare un carro armato quando ti punta con dritti e passanti ma che ieri ha piegato in finale come un lamierino di alluminio.

    Nel torneo parte in sordina, quasi snobbata dai media, più concentrati a vedere le prestazioni e le dipartite delle varie più quotate avversarie. Finché si arriva a oggi. Di fronte c’è l’americana che in fatto di tornei del Grande Slam può insidiare il record di Steffi Graf pertanto il destino sembra segnato e di solito la Williams quando è così non fallisce.

    Garbine Muguruza | Il Pallonaro
    Garbine Muguruza | Il Pallonaro

    La partita però prende una piega diversa e Garbine è bravissima a giocare il suo tennis e ad imporlo all’avversaria senza timori, di solito è Serena che conduce e cucina l’avversaria. Personalità da vendere per una ragazza di 22 anni che si trova davanti ad un “mostro” del tennis mondiale.

    La spagnola riesce a tenere in equilibrio la gara e va in leggera difficoltà nel quarto game, tuttavia tiene testa alla Williams e la mette sotto nel quinto poi c’è la reazione rabbiosa dell’americana che sembra inanellare una serie di recuperi maestosi e prendendosi 3 game consecutivamente. Alla fine nell’undicesimo game la Muguruza si prende un po’ di largo a fatica e riporta il vantaggio 6-5, nel dodicesimo e ultimo game della prima frazione si prende 3 set point, due annullati dall’americana che non può nulla sul terzo.

    Si chiude 7-5 quindi il conto del primo set e la statunitense ha preso la botta psicologica, di fronte c’è un’avversaria che non molla l’osso facilmente, situazione inusuale per lei abituata a vedere le contendenti frustrate cedere al suo strapotere. Il secondo set inizia con una serie di errori per entrambe, poi la spagnola si prende il largo tenendo a distanza l’avversaria con dei lungo linea micidiali e piazzando un parziale 3-1.

    Garbine Muguruza trionfa al Roland Garros 2016 | Il Pallonaro
    Garbine Muguruza trionfa al Roland Garros 2016 | Il Pallonaro

    A questo punto la ragazza di Caracas continua come un martello e si arriva al nono game con sempre lei davanti e la Williams che deve rincorrere. E’ un momento di grande tennis quando la Muguruza si procura ben quattro match point e come una leonessa che ruggisce da vera campionessa la Williams non solo li annulla tutti e quattro ma strappa il game all’avversaria che resta davanti 5-3. Nel decimo gioco stesso copione, stavolta i match point sono tre e Serena vede fuori un pallonetto della spagnola che invece bacia la riga del campo.

    Garbine Muguruza così diventa regina di Francia sulla terra rossa di Parigi e insieme a Kiki Bertens hanno scritto una pagina indelebile del tennis mondiale, sono le due immagini femminili più belle del torneo..

  • Primavera: ai calci di rigore festa giallorossa

    Primavera: ai calci di rigore festa giallorossa

    Il Campionato Primavera è giallorosso. La squadra capitolina batte la Juventus nella finale in programma al Mapei Stadium dopo un’estenuante battaglia alla quale sono serviti i fatidici calci di rigore dopo i novanta minuti regolamentari ed i tempi supplementari.

    Non rimane indifferente alla prodezza nemmeno il presidente giallorosso James Pallotta che attraverso il proprio profilo sul social Twitter cinguetta:

    “Fantastica vittoria e titolo Primavera. Congratulazioni ai nostri ragazzi ed agli allenatori”

    Un comunicato stringato ma che raccoglie una grande soddisfazione, il club giallorosso infatti, per sua mission, è sempre attento alle politiche giovanili e promuove al pari della prima squadra proprio l’attività dei ragazzi del club. Da quando la proprietà americana si è insediata infatti sono ingenti le risorse impiegate per il settore giovanile, sia in strutture ed in formazione che nella ricerca di potenziali futuri campioni. E questi sono i risultati.

    La Roma è Campione d'Italia Primavera | Il Pallonaro
    La Roma è Campione d’Italia Primavera | Il Pallonaro

    La Juventus era partita bene nel match equilibrato con la Roma, era riuscita a sbloccare la partita con Kastanos su calcio di rigore al 36° e a chiudere in vantaggio la prima frazione mostrando al solito un ottimo palleggio e un bello stato di forma che però a fine primo tempo mostrava qualche cedimento.

    Passano due minuti dall’inizio della ripresa e la Roma pareggia con Ponce. A questo punto ci si aspetta che saltino le dinamiche serrate di due formazioni che con l’esuberanza giovanile possano aprirsi per offrire spettacolo. Invece proprio come i grandi mostrano scambi in velocità e tanta maturità, sapendosi coprire al momento giusto  ma al tempo stesso mostrare trame interessanti, tuttavia il risultato non cambierà più né fino al novantesimo e nemmeno dopo i tempi supplementari.

    Si arriva così ai calci di rigore e il protagonista diventa il portiere giallorosso Crisanto che neutralizza i tiri dal dischetto di Vadalà e Favilli regalando il tricolore alla Roma.

    Per la Roma vanno a segno dal dischetto Ponce, Vasco, Spinozzi, Capradossi, Bordin e Grossi mentre per la Juventus, oltre agli errori di Vadalà e Favilli vanno a segno Lirola, Cassata, Kastanos, Di Massimo e Zappa.

  • Formula 1, a Montreal si ampliano le tribune

    Formula 1, a Montreal si ampliano le tribune

    In Formula 1 si sta attraversando una profonda crisi sugli spalti, soprattutto in Europa dove per diversi motivi gli appassionati snobbano le tribune dei circuiti. Il GP del Canada invece inverte la tendenza e come accadde lo scorso anno con il Gran Premio del Messico si prepara ad un tutto esaurito.

    Nella scorsa stagione il GP messicano però ottenne quello straordinario risultato grazie alla presenza di un pilota di casa, Sergio Perez e soprattutto da una mancanza della Formula 1 nel paese centroamericano decennale. Montreal invece è un appuntamento fisso che ogni anno regala soddisfazioni agli organizzatori e quest’anno annuncia presenze da capogiro.

    Il Canadian Grand Prix | Il Pallonaro
    Il Canadian Grand Prix | Il Pallonaro

    I motivi sono principalmente dovuti, oltre alla costanza degli appassionati locali, alla recente vittoria a sorpresa di Max Verstappen in Spagna seguita dal bel Gran Premio di Montecarlo, dalle previsioni meteo che preannunciano il prossimo week-end soleggiato e dal fatto che il GP canadese si correrà durante il secondo fine settimana di giugno mentre in altre stagioni arrivava troppo presto per il clima locale.

    Una delle curve "mozzafiato" del GP del Canada | Il Pallonaro
    Una delle curve “mozzafiato” del GP del Canada | Il Pallonaro

    Questi fattori hanno dato una spinta significativa alla vendita dei biglietti al punto tale che gli organizzatori hanno annunciato che la tribuna vicina alla pit-lane è già esaurita, così come altre tre tribune in prossimità di curve entusiasmanti come la “Senna”. Proprio in questa zona gli organizzatori del Canadian Grand Prix hanno dichiarato di voler aggiungere ulteriori posti a sedere nella tribuna numero dodici perché la domanda di biglietti continua a salire vertiginosamente.

    Per la Formula 1 il GP di Montreal resta un appuntamento classico che presenta un tracciato non lungo ma denso di ogni tipo di variante, dal rettilineo veloce alla curva a gomito, un circuito dove può verificarsi ogni tipo colpo di scena.

    Il dato che emerge però fa riflettere perché se in Europa la Formula 1 non ha più l’appeal di un tempo oltreoceano invece il prodotto confezionato da Bernie Ecclestone e dalla FIA piace e sempre di più a quanto pare, vedremo se il GP del Canada saprà soddisfare le aspettative.

  • Juventus: asse con il Real e la guerra tra potenti

    Juventus: asse con il Real e la guerra tra potenti

    Il mercato, la Juventus insegna, spesso offre l’opportunità di tessere alleanze e portare benefici futuri per i club attraverso accordi volti a far crescere i rispettivi giocatori al fine, un domani, di poter riavere in casa dei campioni che possono portare una monetizzazione importante. Questo tipo di operazioni, per lo più, possono farle quelle squadre che hanno una situazione economica più che tranquilla e quindi guardare al futuro perché il presente è già roseo.

    La Juventus con il suo reingresso tra i club di elite d’Europa ha iniziato ormai da qualche anno a tessere trame importanti, volte al consolidamento prima e al confronto diretto con le avversarie sul mercato oggi. Marotta e l’entourage bianconero fecero il primo sgambetto ad una diretta concorrente (PSG) sul mercato con il duo Coman-Pogba, il primo fruttò una bella plusvalenza nella postuma cessione al Bayern Monaco ed il secondo è divenuto il centrocampista più desiderato d’Europa, capace qualora fosse ceduto, di portare un introito tale da far rifondare una squadra intera.

    Il Paris Saint Germain non la prese bene e l’affaire Cavani di cui si parla da qualche mese è complicato anche per questo, inoltre c’è anche Ibrahimovic che vuole andar via da Parigi e di fatto dando al matador la possibilità di essere la prima punta dei francesi nella prossima stagione, cosa a lui molto gradita.

    Nanitamo Jonathan Ikoné | Il Pallonaro
    Nanitamo Jonathan Ikoné | Il Pallonaro

    La Juve tuttavia nei vari inserimenti e viaggi nella Capitale francese ha fatto un altro sgambetto al Paris Saint Germain distratto proprio ad arte su Cavani, i bianconeri infatti sono piombati come dei falchi e hanno preso a parametro zero l’attaccante esterno Ikone, 17 anni, vera e propria stella nascente del PSG che ricorda molto nei movimenti un mix tra Henry e Coman. Giocatore che da qualche mese era corteggiato da club della Premier importanti, concorrenti della Vecchia Signora pure loro, come Tottenham e Manchester City. Inutile dire che il Paris Saint Germain sia su tutte le furie e infatti si è infilato nella trattativa juventina per Dani Alves, ma forse tardivamente.

    Un altro club che è freddamente arrabbiato con madama è il Barcellona, perché? Facile Dani Alves è al 90% bianconero e se lo diventerà sarà a parametro zero, bloccando quindi le entrate ipotizzate dai catalani che vivono per il fair play finanziario un inizio di mercato condizionato proprio dallo snellimento della rosa per poter operare in entrata. Altro fattore che ha aperto sì la porta per trattare con Mascherano ma che di fatto ha raffreddato i rapporti con il club blaugrana, al punto tale che improvvisamente il Barcellona è attratto da un altro obbiettivo bianconero, Miralem Pjanic. Nell’operazione che la Juventus sta facendo con il Barcellona, o meglio sotto gli occhi distratti del Barcellona per Alves e Mascherano, pare abbastanza chiara la compiacenza di un’altra grande d’Europa, il Real Madrid. Perché?

    Qui la storia s’intreccia da dopo calciopoli, quando i blancos aiutarono proprio la Juventus a rifondarsi facendo spesa a Torino con Emerson e Cannavaro e mantenendo un asse importante sul mercato ratificato proprio con Morata ormai tre anni fa. Quando Morata arrivò a Torino era un giovane di ottimo prospetto, oggi è un attaccante completo e l’operazione è stata chiara fin da subito con la famosa “clausola de recompra” messa dal principio. Se Alvaro fosse cresciuto la Juve guadagnava soldi e trofei nel mentre era nelle sue fila, in caso contrario si sarebbe ritrovata in casa un buon centravanti low cost. In tutto questo però il Real teneva l’ultima parola compreso il controllo su una concorrente “amica” qualora fosse divenuta troppo vicina a loro. La Juve è cresciuta al punto tale che proprio grazie ai gol di Morata nella scorsa stagione ha guadagnato la finale di Champions League a scapito proprio del Real.

    Alvaro Morata, decisivo nella vittoria della Juve a Manchester con il City.
    Alvaro Morata, decisivo nella vittoria della Juve a Manchester con il City.

    Oggi con i soldi anche guadagnati dall’affare Morata la Juventus può andare in battaglia, anche sul mercato, contro le grandissime d’Europa e perché non farlo contro la rivale principale dell’amico Real? Anche in questo caso il guadagno è duplice, i bianconeri si porterebbero in casa giocatori di prim’ordine ed al tempo stesso contrasterebbero una rivale diretta per quel sogno chiamato Champions League che anche a livello economico porta tantissimo.

    La Juventus ufficialmente è entrata in guerra sul mercato contro i club miliardari d’Europa e lo sta facendo con una strategia oculata, tessendo trame importanti, cercando sempre colpi di prospetto ma ora anche calciatori di consolidata fama mondiale tra le fila delle sue avversarie europee. C’è da capire se è già in grado di sostenere una guerra fatta di acume strategico e buon nome contro bordate milionarie che gli altri club possono mettere sul piatto o forse per madama era meglio stare ancora con un profilo più basso?

  • L’Italia fortino del Conte dimezzato

    L’Italia fortino del Conte dimezzato

    Il gruppo azzurro di Antonio Conte non parte certamente con i favori del pronostico, ma oltre alla considerazione meramente oggettiva sui valori dei prescelti, aumenta anche lo scetticismo derivante dalle scelte ponderate dal Commissario Tecnico.

    L’Italia è alla fase finale del torneo continentale con il ruolo di outsider, ma tra le compagini che ricoprono questo ruolo sembra avere meno credito in patria che all’estero, eppure Antonio Conte dalle macerie di Brasil 2014 ha ricavato una Nazionale che non solo è arrivata prima nel proprio girone di qualificazione ai Campionati Europei, ma ha anche convinto con il gioco nella maggior parte delle prestazioni. Inoltre il gruppo azzurro è rinnovato rispetto alla squadra di Prandelli che fallì clamorosamente in Sudamerica.

    Il credito scarso che i “pallonari nostrani” danno alla Nazionale è soprattutto riferito proprio alla composizione dei ventitré che il C.T. ha fatto escludendo alcuni più graditi dal popolo e che forse nell’ultimo anno hanno fatto vedere cose migliori rispetto a chi partirà per la Francia.

    Antonio Conte | Il Pallonaro
    Antonio Conte | Il Pallonaro

    Parafrasando l’opera di Calvino pertanto Antonio Conte si ritrova dimezzato nella fiducia del popolo e nella rosa dove, a causa di infortuni, in un solo colpo si è ritrovato a dover fare a meno di una parte importante dei suoi uomini “chiave“, Claudio Marchisio e Marco Verratti. Ecco che, come in passato, la fiducia nel tecnico della Nazionale viene spaccata dall’opinione pubblica che, dati alla mano, è pressoché assente durante amichevoli e match di qualificazione mentre si decuplica con l’avvicinamento delle fasi finali dei tornei continentale e mondiale, trovando accoliti pronti a criticare ogni passo del C.T. e preparando l’humus giusto per rimettere in piedi “il fortino azzurro” che portò poi i successi di Spagna ’82 e di Berlino nel 2006. Se ci si aggiunge inoltre la peculiarità del carattere di Conte il gioco è fatto, prepariamoci alla carica giusta fatta di difesa ad oltranza del gruppo e tanto orgoglio da tirar fuori, o almeno questo è il palese intento del tecnico pugliese.

    Al di là dei nomi, sui quali come sempre l’Italia pallonara si divide, ci sono un paio di riflessioni da fare che potrebbero far capire facilmente perché non c’è appeal per questa squadra, almeno solo in partenza perché con l’arrivo delle prime partite lo stivale come sempre sarà pronto a tingersi d’azzurro a difesa del gruppo che, almeno si spera, prenderà la tenacia di Antonio Conte.

    L’avversario principale nel nostro girone è il Belgio e la squadra di Wilmots parte come favorita per il primo posto del gruppo.

    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro
    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro

    La rosa scelta dal tecnico ha un valore globale di 460 milioni di Euro, la nostra di soli 272 milioni e consideriamo la valutazione eccessiva di Bonucci (30 milioni) che è il più quotato ma al tempo stesso la mancanza di Marchisio e Verratti che alzerebbero il valore sensibilmente. Questo raffronto impietoso sui valori di mercato delle due rose è paragonabile in partenza al raffronto che si può fare tra il Milan e la Juventus ad inizio stagione, confronto monetario che poi il campo può sempre rovesciare o confermare. Antonio Conte già dalle prime partite aveva scelto una strada che guardasse poco al nome ed alla valutazione escludendo reduci quotatissimi allora di Brasil 2014 come Balotelli, Pirlo e Cassano e inserendo davanti Zaza e Pellè mentre a centrocampo le chiavi erano state date da subito a Verratti. Questa riflessione va fatta soprattutto pensando a quanto talento nel potenziale c’era e quanto poi è andato perduto davanti per arretrare in mezzo al campo. In questa Italia non c’è e non ci potrebbe essere un gruppo di attaccanti pauroso, non c’è un lume a centrocampo imprescindibile e in difesa c’è l’aggrapparsi al gruppo più consolidato italiano che ha espresso la Serie A. Ma soprattutto, in due anni l’espressione del calcio italiano si è deprezzata confermando l’impoverimento tecnico.

    Se fino a qualche anno addietro ci ritrovavamo a discutere se inserire tra i centrocampisti Roberto Baggio per portare un attaccante in più tra Signori o Massaro, oppure nel pre-partita eravamo indecisi su chi era più in forma tra Del Piero o Totti da mettere insieme a Vieri davanti oggi siamo ridotti ad arrovellarci ed incupirci dietro alle esclusioni di Pavoletti e Bonaventura, entrambi per carità reduci da buone stagioni ma dalla certa non imprescindibilità. Perché a parte rare eccezioni non ci sono giocatori imprescindibili.

    La seconda riflessione è più tecnica. Conte ha rovesciato la Nazionale in due anni sempre ruotando intorno ad alcune certezze tattiche, il 3-5-2 è il modulo che più facilmente può essere trasformato in corsa e guardando la rosa scelta ci si rende conto che questo sarà il leitmotiv del nostro Europeo con il cambio in difesa a quattro quando serve e il cambio a tre davanti quando è permesso. Per farla breve, contro il Belgio probabile una partenza con il 3-5-2 mentre contro l’Irlanda è molto probabile un 4-3-3 all’inizio, ma in entrambi i casi in corsa con gli uomini scelti si può ragionare tranquillamente su cambi di modulo.

    Difficile prevedere dove può arrivare questa Nazionale, ma è molto facile immaginare che visti i suoi componenti, a differenza di altre rassegne dove siamo andati come favoriti svogliati, la squadra darà il massimo per arrivare più lontano possibile contro avversari più forti e contro chi non gli da credito anche fra le mura amiche.

  • Imoco Volley, in testa con l’anima a stelle e strisce

    Imoco Volley, in testa con l’anima a stelle e strisce

    Nell’anticipo della decima giornata di Serie A1 di volley femminile Imoco Volley Conegliano s’impone nella sua prima vittoria esterna in un campo ostico come quello della Liu Jo Modena. Ortolani e compagne, prive dell’infortunata Valentina Arrighetti, chiudono 1-3 sul suolo modenese piazzandosi in testa al campionato in attesa di vedere cosa farà Casalmaggiore in casa di Scandicci.

    Le “pantere” subiscono l’iniziale vantaggio delle padrone di casa al PalaPanini, ma poi arriva la scossa chiamata alla vigilia dal coach Davide Mazzanti e sul campo dal trio americano Glass-Robinson-Easy che nel secondo set prima neutralizzano il tentativo della Liu Jo di riportarsi in avanti e poi costituiscono “l’arma letale” per prendersi e chiudere la gara, la difesa si adegua e diventa impenetrabile con De Gennaro e Glass strepitose nel finale.

    La squadra dell'Imoco Volley Conegliano | Foto Twitter
    La squadra dell’Imoco Volley Conegliano | Foto Twitter

    La partita:

    Inizio con due stati d’animo differenti per le squadre, perché Beltrami non ha nessun problema a schierare il sestetto base, inoltre vede la sua squadra giornata dopo giornata crescere per risalire posizioni in classifica. Davide Mazzanti invece vede una leggera flessione nelle sue ragazze e alla vigilia chiede una prova di maturità, tuttavia non può schierare Valentina Arrighetti e al suo posto mette in campo Barazza che non deluderà.

    Si inizia proprio con la statunitense Robinson che apre le danze con una bella pipe, ma sono poi le bianconere di casa a prendersi il gioco sfruttando la partenza diesel di Adams autrice di qualche errore di troppo per Conegliano all’inizio. Glass, americana anche lei, con due ace in battuta rimette le cose a posto momentaneamente. La fase centrale del primo set regala un bel equilibrio, rotto dalle chiusure a muro su Adams da parte di Folie e Di Iulio.

    Nel secondo set, le due squadre non modificano i sestetti e se la Liu Jo parte bene con la costante Di Iulio ecco che esce l’anima a stelle e strisce delle ospiti, è Robinson a diventare devastante e ricucire lo strappo nel punteggio sul 14 a 14, quando sembrava che Modena potesse prendere il largo. Le padrone di casa sentono la crescita delle avversarie e cercano di alzare il ritmo mantenendo la gara equilibrata, Robinson cala di tono ma ecco che a chiudere il set ci pensa ancora una volta una statunitense, Megan Easy che sfrutta il mani fuori di un’avversaria sull’attacco dopo che avevano costruito un mini vantaggio Ortolani e Nicoletti per il 21-25 finale.

    Soddisfazione in casa Imoco Volley | Foto Twitter
    Soddisfazione in casa Imoco Volley | Foto Twitter

    Il terzo parziale vede l’Imoco sfruttare la scia dell’entusiasmo e a Liu Jo resistere fino alla fine. E’ Robinson che apre i giochi con autorità prima che Heyrman e Diouf raddrizzino le cose per rimettere la partita in equilibrio, dare vita a sorpassi e contro sorpassi tra le due formazioni. Beltrami inserisce Rivero al posto di una Horvath sottotono ma il cambio produce poco mentre la Imoco Volley Conegliano macina gioco su ispirazione di Glass, muri di Barazza e attacchi a segno. Ancora Megan Easy chiuderà il set a favore delle “pantere” sul 23-25.

    Quarto set con tra le fila di Modena da subito Rivero, mentre Imoco Conegliano conferma in toto il sestetto. E’ Glass questa volta a iniziare alla grande portando subito un piccolo vantaggio per le ospiti, poi Di Iulio agevola Ferretti per creare alternative in avanti e rimettere in parità le cose. Tuttavia Conegliano resta sempre padrona del punteggio portandosi sempre avanti e controllando. Beltrami rimette Horvath al posto di Rivero a metà set sperando che il riposo abbia aiutato la giocatrice, ne beneficiano Diouf e Folie che tengono il passo delle ospiti ma è solo un fuoco di paglia. Quando il set arriva al momento “caldo” sbuca di nuovo fuori l’anima a stelle e strisce della Imoco Volley, la difesa riceve benissimo e in modo positivo, Glass è perfetta in cabina di regia e i punti fioccano sulle schiacciate in banda. Chiude il match Adams che dopo una partenza così così si è ripresa e sfrutta un recupero incredibile di Glass per l’1-3 finale.

    Se per coach Beltrami c’è la consapevolezza, dopo questa gara, di potersela giocare con tutte le altre compagini, per Mazzanti invece si tratta di aver capito che la sua creatura, ancora in crescita, nonostante l’assenza di Arrighetti, ritenuta pesante oltre ché a livello tecnico anche a livello di carattere, può volare alto sfruttando l’ordine delle sue ragazze e proprio il carattere di riscossa dell’anima americana che si sta prendendo la squadra.

  • Formula 1, il ritorno della Renault nel circus

    Formula 1, il ritorno della Renault nel circus

    Una news che non sorprende più di tanto in Formula 1, dove c’è una casa in difficoltà economiche ecco spuntarne un’altra pronta a rilevare i diritti sportivi della mal capitata. I rumors davano il ritorno della Renault quasi per una certezza ed oggi la notizia è ufficiale, la casa automobilistica francese tornerà già a partire dal 2016 rilevando la Lotus che non naviga in acque tranquille.

    Carlos Ghosn, Amministratore Delegato di Renault, annuncia il ritorno della casa transalpina come un passaggio reso possibile grazie ad uno studio di fattibilità del management che ha seguito costi e ricavi di una partecipazione al Mondiale e giungendo alla conclusione che l’inserimento di Renault è compatibilmente sostenibile economicamente per l’azienda. Insomma non solo è stato fatto un sensato approccio per non rischiare di dover uscire subito, ma è anche stato valutato il rischio concernente l’acquisizione di Lotus, da qui la conferma dello stesso Ghosn dell’esistenza e la firma sulla famosa lettera d’intenti firmata dalle due aziende a settembre, la base sulla quale si erano formati i rumors che davano pe certo il rientro dopo 11 anni di assenza della Renault in Formula 1.

    La Renault di Fernando Alonso, campione del mondo nel 2006 | Foto Web
    La Renault di Fernando Alonso, campione del mondo nel 2006 | Foto Web

    Ghosn inoltre ha precisato che il ritorno del team francese nel circus sarà graduale, ma l’obbiettivo non sarà quello di essere un team riempitivo del lotto, ma la volontà e il fine del progetto è quello di tornare da protagonisti riducendo il più in fretta possibile il gap iniziale con i top team.

    Renault e Lotus lavoreranno insieme, e non sarà la prima volta visto che per ben 15 anni l’asse franco-britannico è stato protagonista nei circuiti raggiungendo anche il mondiale piloti nel 2005 e nel 2006 con Fernando Alonso, Renault inoltre ha partecipato a più di 600 Gran Premi con 168 vittorie, 12 titoli costruttori e 11 mondiali piloti, insomma un bel pezzo di storia in Formula 1 ritorna in gran cassa.

    Già scelti i piloti, saranno Pastor Maldonado e Jolyon Palmer alla sua prima esperienza in Formula 1 a fare da apripista per la nuova avventura della Renault nel circus dal 2016.

  • Serie A, squadre sull’orlo di una crisi di nervi

    Serie A, squadre sull’orlo di una crisi di nervi

    La Serie A si sa, non è come la Bundesliga, la Liga o la Ligue 1, è un campionato nervoso che soprattutto non riesce a vivere solo di luce riflessa dettata dalle big o dalla squadra di riferimento. La Serie A produce ogni anno piccoli miracoli sportivi, sforna volti che fanno esaltare temporaneamente il pubblico e soprattutto non certifica mai o quasi mai l’assoluta verità delineata soltanto pochi mesi prima alla fine di un campionato e l’inizio del nuovo.

    E’ come un rigenerarsi di opportunità e di sogni che si apre e si chiude nell’arco di dodici mesi e nella frenetica sessione di un mercato può “terremotarsi“. Prendiamo i dati del campionato chiuso a maggio e le aspettative che c’erano le troviamo dissolte nella Serie A di quest’anno. In tutto questo ci sono passaggi che sono la storia del nostro campionato, che restano una costante nel tempo, e che lo certificano come sempre uno dei più equilibrati. Livellato verso il basso o verso l’alto, questo lo decide il confronto poi con i riferimenti europei (Barcellona, Bayern etc. etc.).

    Rudy Garcia | Foto Twitter
    Rudy Garcia | Foto Twitter

    Un terzo del campionato di Serie A è andato e i primi segnali della stagione sono stati lanciati, tra questi si registrano come detto le variabili che girano aprendo scenari e chiudendone altri. Ci si aspettava, con il suicidio di mercato della Juventus, una Roma dominante ed invece viene confermata una squadra che vive in un contesto mai contento, di alti e bassi spaventosi e un rapporto con l’Europa che conta decisamente di soggezione. Come l’anno scorso dopo le sette reti subite con il Bayern Monaco anche quest’anno, dopo i sei gol presi al Camp Nou, i giallorossi sembrano avviati verso un declino con rumors sull’allenatore e ambiente sul piede di guerra.

    La Lazio è in una situazione simile, ma dalla nuova stagione aveva aspettative diverse, pertanto si può dire che la crisi di nervi è meno forte sul morale e più pesante sui risultati, non vince in Serie A dal 25 ottobre contro il Torino, mentre in coppa fa il suo dovere. L’esito di questa stagione, per ora, conferma quanto alcuni sostenevano l’anno scorso, ovvero che i biancocelesti e Pioli avevano concluso un’annata straordinaria sopra le potenzialità della squadra e forse oggi si ha una dimensione più veritiera dei capitolini.

    Totò Di Natale | Foto Twitter
    Totò Di Natale | Foto Twitter

    A metà classifica in settimana abbiamo assistito allo sfogo di Di Natale in casa Udinese, una delle piazze più tranquille della Serie A, sfogo dettato dalle voci che lo vedrebbero ritirarsi a gennaio dal calcio non confermate e dalle stesse voci che metterebbero il suo malumore in relazione alle scelte di Colantuono. Si tratta di una reazione complicata e umorale del giocatore, che produce una piccola sveglia alla squadra, vincente contro il Chievo, ma che al tempo stesso mette ombre sull’ambiente pronto a inaugurare il nuovo stadio finito nel match contro la Juventus nel nuovo anno, ma forse proprio senza il campione più rappresentativo.

    A Genova è derby tutto l’anno, se al sabato la Sampdoria va male con il rinato Milan a San Siro, alla domenica al Ferraris il tifo genoano si aspetta il sorpasso in classifica sui cugini del resto di fronte c’è il battibile Carpi. Dopo pochi minuti una gomitata inspiegabile di Pavoletti mette il Grifone in una pericolosa salita che non riuscirà a superare seppur in vantaggio per primo. Il Carpi che tutti danno per già retrocesso ottiene la sua seconda vittoria stagionale e rimette il Genoa a ridosso della zona retrocessione. Morale della favola, Gasperini contestato nelle scelte post espulsione di Pavoletti e il viatico del derby del 6 gennaio mantenuto nervosamente sempre ad alti livelli. La Sampdoria dopo l’esonero di Zenga è letteralmente sprofondata, sia con i risultati che con il morale, l’aeroplanino Montella non riesce a far decollare i blucerchiati e se c’è ancora aria di attesa per vedere i primi passi della nuova Samp con l’avvicinarsi della stracittadina aumenta la preoccupazione di aver preso una topica con il cambio del tecnico, forse nel momento sbagliato della stagione.

    Proprio su questo filo immaginario, dettato dal sistema nervoso, soprattutto queste ultime due e l’Udinese devono stare attente perché il rischio è quello di ritrovarsi invischiati in lotte pericolose dove proprio il nervoso può giocare brutti scherzi, soprattutto quando i tuoi avversari sono in Serie A con nulla da perdere e mostrano lievi progressi ogni settimana, Hellas esclusa perché pare già rassegnata.

     

  • Fernando Hernandez, il cubano che ha “bombardato” Trento

    Nelle partite del turno infrasettimanale di Superlega, spicca senz’altro la vittoria sonante della Exprivia Molfetta, che con Fernando Hernandez è stata capace di piegare un avversario di lignaggio nobile come Diatec Trentino, squadra campione uscente della massima serie di volley maschile.

    Al PalaPoli, stracolmo nella sua capienza, è sembrato di vivere un sogno per i supporters biancorossi che hanno visto la loro squadra, in tenuta rossonera per l’occasione, sgretolare i Campioni d’Italia. Nella squadra di Flavio Guinelli ha funzionato tutto, servizi vincenti, percentuali alte in attacco, difesa e ricezione positive e anche il muro ha fatto la sua parte. Insomma la Exprivia Molfetta è stata di una concretezza disarmante.

    Tra le tantissime note positive della serata, per la squadra locale, è uscito tra gli applausi convinti del PalaPoli anche il campione che ti aspettavi, un uomo squadra che sa di essere la punta di diamante della compagine ma che non disdegna di sacrificarsi per la squadra. Si tratta del cubano Fernando Hernandez, autore di una prova maiuscola insieme ai suoi compagni, e che è stato riconosciuto alla fine della sfida quale MVP.

    Fernando Hernandez, devastante contro Trento | Foto Twitter
    Fernando Hernandez, devastante contro Trento | Foto Twitter

    Mentre finiscono di stropicciarsi gli occhi, i supporters di Molfetta, sanno di avere un autentico campione in rosa che in questa Superlega potrà far spostare gli equilibri di molte partite in loro favore. Con Trento pronti via e subito un ace, giusto per scaldare le mani del pubblico e far capire agli avversari che nn è serata di regalie per loro.

    Quando durante la sessione di mercato Ninni De Nicolo, il D.S. del team pugliese, chiuse l’accordo per portare il cubano a Molfetta la soddisfazione era enorme per il pezzo pregiato portato in seno dal dirigente, oggi quella soddisfazione di allora diviene una certezza, unita alla concretezza di tutta la squadra allenata da Guinelli.

    Che il feeling con l’altro cubano di Molfetta, Hirrezuelo, fosse forte lo si era già capito attraverso le gesta della Nazionale caraibica nel 2010 quando si laurearono vice campioni del Mondo ma quanto visto in questo turno infrasettimanale  è devastate.

    Da subito la coppia porta in vantaggio sul 16-7 nel primo set i padroni di casa mostrando uno stato di forma incredibile, Trento prova a reagire ma nulla da fare. Nel secondo parziale succede la stessa cosa, come due martelli pneumatici la coppia affonda e sfonda la difesa avversaria, con Hernandez autentico mattatore del parziale chiuso 25-21. Nel terzo set ti aspetti la reazione di Trento ed invece è ancora il fuoriclasse cubano che fa quei punticini che tengono davanti sempre Molfetta prima e poi sul finale decide di chiudere il match con due ace in battuta e due attacchi finali vincenti, mostruoso.

    A Molfetta non sarà facile passare per nessuno, il PalaPoli è capace di dare una marcia in più e se Hernandez li carica come in questo turno anche i Campioni d’Italia possono essere battuti con un secco 3-0.

    RISULTATI 7MA GIORNATA DI SUPERLEGA

    Exprivia Molfetta-Diatec Trentino 3-0 (25-21 / 25-21 / 25-20)

    CMC Romagna-Ninfa Latina 3-2 (19-25 / 25-20 / 15-25 / 25-21 / 18-16)

    DHL Modena-LPR Piacenza 3-1 (20-25 / 25-20 / 25-16 / 25-17)

    Calzedonia Verona-Tonazzo Padova 3-0 (25-23 / 25-18 / 26-24)

    Revivre Milano-Cucine Lube Banca Marche Civitanova 0-3 (13-25 / 18-25 / 16-25)

    Sir Safety Conad Perugia-Gi Group Monza 3-0 (25-19 / 35-33 / 25-17)

    CLASSIFICA:

    19 punti: Cucine Lube Banca Marche Civitanova; 18 punti: DHL Modena; 15 punti: Sir Safety Conad Perugia; 14 punti: Diatec Trentino e Calzedonia Verona; 13 punti: Exprivia Molfetta; 9 punti: Ninfa Latina e CMC Romagna; 7 punti: Gi Group Monza; 3 punti: LPR Piacenza e Tonazzo Padova; 2 punti: Revivre Milano.