Autore: Cristiano Previ

  • Volley Serie A1 maschile, semifinali decise a gara 2

    Volley Serie A1 maschile, semifinali decise a gara 2

    Procede spedita la marcia verso il tricolore del volley in Serie A1 maschile con i playoff. I quarti di finale hanno chiuso per tutti gli incontri ogni discorso e non sarà necessaria gara 3.

    La Copra Elior Piacenza scende in Umbria per affrontare Città di Castello e lo fa con una sicurezza disarmante che spiazza i padroni di casa, che non riescono a ripetere il buon inizio fatto in gara 1, tuttavia riescono a tenere testa a Piacenza rendendo la gara comunque equilibrata.

    Il colpo d’occhio del “PalaKemon” è bellissimo, tutto esaurito e pubblico da grandi traguardi. Il primo set è equilibrato e si gioca punto su punto, poi Simon entra in partita e con la sua potenza porta avanti i piacentini che chiudono 20-25. Stessa cosa la seconda frazione, con le due squadre che si alternano nella conduzione del gioco con le buone giocate di Piano e Fromm da una parte e la costanza di Fei, Simon e Papi dall’altra. Fino al 19-20 c’è stato equilibrio, poi Piacenza chiude anche la seconda frazione senza problemi. Il terzo set va come i precedenti, sempre gli stessi protagonisti e sempre lo stesso risultato, Città di Castello ad un certo punto va sotto e nel tentativo di recuperare commette gli errori necessari a Piacenza per tenere sempre a distanza gli avversari. Il terzo set non è un caso che si chiude con l’errore in battuta di Wan Walle nel tentativo di forzare.

    L'"Inferno giallo" del PalaCasaModena coloratissimo | Foto Twitter / Il Pallonaro
    L’”Inferno giallo” del PalaCasaModena coloratissimo | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Casa Modena batte, in una partita bellissima Trento facendo soffrire i propri tifosi in un finale da brividi. Il PalaCasaModena è uno spettacolo,  tutto colorato di giallo e stipato in ogni settore (4500 spettatori). Gli ospiti partono forte piazzando un risultato parziale di 2-7 grazie a Sokholov e ai muri vincenti di Ferreira, poi sale in cattedra Ngapeth ed è devastante facendo recuperare Modena che tiene il passo su Trento e la sorpassa sul 18-17. Ingresso in campo per Sket decisivo a favore dei gialloblù che chiudono il set grazie allo sloveno con sei battute e l’ace vincente del 25-18.

    Nel secondo set l’andamento rispetto al primo è incrociato, partono forte i modenesi piazzando il parziale pauroso di 11-3, poi Trento cambia: fuori Suxho e Ferreira dentro Sintini e Fedrizzi. Sarà il cambio decisivo, perché in questo set ormai compromesso propizieranno il recupero inutile, in quanto Modena chiude il parziale a suo favore, ma nel terzo tempo rimarranno nel sestetto base e contribuiranno ad un rovesciamento delle sorti dell’incontro. Infatti Trento vola sul 6-12 e tiene anche sul recupero dei padroni di casa che sbagliando alcune palle concedono il set a Trento. Quarto set nervoso sotto rete, doppio cartellino rosso per Sintinti e Bruninho e l’inerzia della gara sembra cambiata con Trento a condurre sui padroni di casa. Il quinto set sembra scritto quando entra in scena prima Kovacevic che piazza due muri a uno su Sokolov, poi Ngapeth (entrato al posto di Kovacevic in battuta)  piazza un ace e Bartman chiude ogni discorso facendo impazzire il PalaCasaModena di gioia per il 27-25 finale.

    Cuneo illude, poi si frantuma contro lo scoglio Perugia. La partita era iniziata bene per Cuneo  che si approccia meglio al confronto, poi Perugia come un diesel recupera e completa la rimonta nel primo set, aggiudicandoselo. Il secondo parziale invece partono meglio i perugini, ma poi mollano psicologicamente ed in modo pericoloso perché Cuneo ne approfitta e pareggia il conto. Pareggiati i conti dei parziali, nel terzo set si rivede la Sir Safety che ha ben figurato nella regular season la quale parte forte e concede un recupero da parte dei padroni di casa fino al 13-13, poi gli umbri vanno in allungo e non concedono più nulla. Quarto set con più equilibrio, forse Perugia si rilassa nuovamente ma poi prima che sia troppo tardi riprende le redini della gara mettendosi sul 15-18. Cuneo però non ci sta e reagisce avvicinandosi fino al 20-22 poi Perugia chiude il conto.

    Ivan Zaytsev di Macerata esulta | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Ivan Zaytsev di Macerata esulta | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Nel posticipo delle 20:30 Macerata vince facile su Verona. Il PalaOlimpia di Verona non aiuta la Calzedonia che deve cedere il passo ad una Lube Macerata troppo forte. Ivan Zaytsev è stato devastante, infatti nominato dalla stampa “MVP” del match e top scorer di gara con 17 punti, di cui 2 ace. C’era poco da fare contro i vincitori della regular season e la squadra di Giani ha fatto il possibile, anche facendo esordire nel ruolo di opposto Giacomo Bellei al posto del non al meglio Gasparini. La Lube si porta in avanti da subito, poi controlla e chiude facilmente il primo set sul 18-25. nel secondo parziale invece si vede equilibrio tra le due squadre, Gasparini parte titolare e piazza dei buoni colpi che tengono Calzedonia viva ed in partita, tuttavia a metà set nuovamente Macerata allunga e chiude con Zaytsev che sale in cattedra spegnendo ogni velleità scaligera. Terzo set che parte male per Verona che va sotto di cinque punti subito, poi grazie ai centrali Zingel e Anzani in parte recupera portandosi sul 5-8, ma sarà un fuoco di paglia, nuovamente Zaytsev con i suoi colpi micidiali spegne il piccolo fuocherello.

    Adesso rimane da aspettare una settimana esatta per vedere le semifinali che saranno disputate al meglio delle cinque gare.

    RISULTATI SERIE A1 MASCHILE – QUARTI DI FINALE GARA 2:

    Casa Modena – Diatec Trentino 3-1 (25-18, 25-20, 21-25, 27-25)

    Altotevere Città di Castello – Copra Elior Piacenza 0-3 (20-25, 22-25, 21-25)

    Bre Lannutti Cuneo – Sir Safety Perugia 1-3 (20-25, 25-17, 20-25, 21-25)

    Calzedonia Verona-Cucine Lube Banca Marche Macerata 0-3 (18-25, 18-25, 13-25)

  • Roma: Destro, Bastos e Sassuolo ko, aspettando la Juve

    Roma: Destro, Bastos e Sassuolo ko, aspettando la Juve

    La Roma continua a seguire la Juventus, nel modo migliore che può fare ovvero vincendo. Sì perché se per la Juventus si continua a parlare di record francamente di cosa si può parlare per una squadra che ha iniziato la stagione tra le polemiche dei tifosi, con un nuovo tecnico e tante incognite?

    La Roma passa da Sassuolo, o meglio da Reggio Emilia,  come ha fatto per tutto il resto della stagione nei vari campi della Serie A, ci passa portandosi via il risultato vincente.

    Si parte con Torosidis al posto di Maicon, che non riesce quindi a recuperare in tempo e si accomoderà in panchina. Florenzi viene sistemato come terzo terminale d’attacco  nel tridente con Gervinho e Destro. La Roma fa del possesso palla la sua arma in più, per l’avversario, che deve cercare di fare gioco e punti per la permanenza in A è come togliere l’ossigeno. a parte un calcio d’angolo reso pericoloso da Cannavaro  il Sassuolo non si nota.

    16° minuto,  Missiroli sul pressing di Nainggolan è alquanto molle ed il belga-indonesiano ruba palla, ottimo assist per Destro che solo in area, con un colpo sotto supera il portiere e porta in vantaggio la Roma meritatamente. Per l’attaccante giallorosso si tratta del decimo gol stagionale.

    La Roma in questa fase controlla la gara senza  problemi, da registrare solo un’unica nota rilevante. Rizzoli, arbitro dell’incontro, su un episodio dubbio in area giallorossa, fa proseguire, poi accerchiato dai giocatori del Sassuolo assegna il calcio di rigore per poi ritornare sulla propria decisione ed invertire ancora la punizione. Questo episodio alla fine comporterà ben 4′ di recupero nel primo tempo.

    roma
    La Roma festeggia davanti ai suoi 2500 tifosi presenti a Reggio Emilia | Foto Twitter

    Nella ripresa la Roma abbassa il ritmo della partita e complice un atteggiamento rinunciatario degli uomini di Di Francesco controlla agevolmente. Pjanic, Nainggolan e De Rossi tengono il centrocampo in maniera magistrale. Inizia qualche girandola di cambi per far rifiatare qualcuno (Pjanic esce per fare spazio a Totti) e per tentare di riaprire una partita che pare chiusa anzitempo ( Masucci e Zaza al posto di Floccari e Biondini), ma a parte una conclusione di Berardi il risultato non cambia.

    Sul finire Garcia mette nella mischia anche Bastos che al 96°, su assist di Francesco Totti chiude definitivamente la gara sullo 0-2. La Roma si prende i tre punti facendo in pieno il suo dovere ed aspettando buone notizie dal “San Paolo” questa sera nel posticipo.

    SASSUOLO-ROMA 0-2 (0-1) – 16° Destro, 96° Bastos.

    Sassuolo: Pegolo 6; Gazzola 5,5; Mendes 5; Cannavaro 5,5; Longhi 5,5; Biondini 5 (62° Zaza 5); Chibsah 6; Missiroli 5; Berardi 5,5 (81° Farias S.V.); Floccari 5 (75° Masucci sv), Sansone 5.

    All.: Di Francesco.

    Roma: De Sanctis 6,5; Torosidis 6; Benatia 6,5; Castan 6; Romagnoli 6; Nainggolan 6,5, De Rossi 6; Pjanic 6 (73° Taddei 6); Gervinho 5,5 (85° Bastos 6), Destro 6,5 (79° Totti 6), Florenzi 6.

    Ammoniti: Pedro Mendes (S), Romagnoli (R). Espulsi: – 

  • Volley A1 maschile, playoff marchiati Modena e Piacenza

    Volley A1 maschile, playoff marchiati Modena e Piacenza

    Iniziata ufficialmente con gara 1 dei quarti di finale la corsa per il tricolore nel volley maschile che si decideranno al meglio di tre gare, pertanto chi è riuscito oggi a vincere praticamente si è guadagnato un bel match point per passare alle semifinali. Domenica si replica a campi invertiti e qualcosa potrebbe essere cambiato, ma tanto le prime tre della classifica in regular season hanno vinto, anche questo è un dato.

    Per due set e mezzo Verona, in casa della Lube Macerata, ha fatto pensare che ci potesse essere la sorpresa di giornata, poi improvvisamente, come una lampadina spenta che si accende i vincitore della stagione regolare si sono svegliati e hanno mostrato tutto quello che sanno fare e al tie-break hanno vinto. Calzedonia Verona è stata in partita e venderà cara la pelle anche domenica, Ter Horst insieme a Gasparini sono stati assoluti protagonisti della prima parte del match che poi è passato nelle mani di Macerata, grazie ad un inizio di riscossa suonato da Zaytsev ma propiziato dall’innesto, nel terzo set, di Monopoli e Parodi nel sestetto iniziale dei cucinieri. E’ proprio il terzo set a fare da spartiacque e a consegnare poi il pallino del gioco a Macerata che porta sul 2-2 i set e che chiuderà faticando al tie-break la gara. Uomo partita Simone Parodi (18 punti, 67% in attacco e 4 ace), per Verona rimane che preparare la sfida di domenica sul proprio campo.

    La Diatec Trentino riesce a dare battaglia solo per un set, in casa propria, contro Modena poi si deve arrendere allo strapotere modenese. Difficile pensare possa cambiare qualcosa in gara 2 me qualche speranza c’è, per mezzo set (il primo) la squadra di Serniotti gioca una pallavolo perfetta, ed infatti si porta davanti, poi le energie fisiche e mentali svaniscono e Modena si prende con un perentorio 0-3 finale il match-point da giocarsi domenica al PalaPanini.

    Piacenza si prende paura nel primo set perdendolo ai vantaggi e poi si scioglie contro Città di Castello. La Copra Elior in casa propria è stata imbattuta e vedere l’inizio di Città di Castello così determinato, senza paura, ha messo un po’ a disagio i biancorossi. Il primo set va a favore degli ospiti (24-26), poi trascinati da un Simon stratosferico (20 punti di cui 2 ace in battuta e 8 muri) seppur non giocando benissimo, i piacentini portano a casa il secondo ed il terzo set e chiudono il quarto sul 25-21 portandosi a casa la possibilità, domenica in trasferta, di qualificarsi per le semifinali. Città di Castello però è lì, non si è mai fatta dominare, le distanze non sono sembrate così marcate e le percentuali del match dicono che le due compagini sono molto vicine tra loro. sarà gara 2 veramente tosta per Piacenza.

    Esultanza della Copra Elior Piacenza | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Esultanza della Copra Elior Piacenza | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Davanti ad un folto pubblico la Sir Safety Perugia piega Cuneo agevolmente, nonostante il primo set sia andato ad appannaggio dei piemontesi. Atanasijevic e Petric veramente devastanti al PalaEvangelisti  e Cuneo dovrà studiare un modo per arginare il loro attacchi se vorrà portare alla bella la contesa per le semifinali. Di sicuro a Cuneo non sarà così facile per la formazione di Kovac, però quello a cui si è assistito nella prima gara è una prova di forza importante che da morale a Perugia e che mette su un buon cammino il prosieguo di questi playoff.

    Petric (Sir Safety Perugia) in azione in un match | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Petric (Sir Safety Perugia) in azione in un match | Foto Twitter / Il Pallonaro

    VOLLEY A1 QUARTI DI FINALE PLAYOFF RISULTATI GARA 1:

    Cucine Lube Banca Marche Macerata-Calzedonia Verona 3-2 (22-25, 21-25, 25-19, 27-25, 15-9).

    Diatec Trentino-Casa Modena 0-3 (26-28, 12-25, 21-25).

    Copra Elior Piacenza-Altotevere Città di Castello 3-1 (24-26, 25-16, 25-17, 25-21).

    Sir Safety Perugia-Bre Lannutti Cuneo 3-1 (22-25, 25-18, 25-18, 25-16).

    PROGRAMMA GARA 2:

    Domenica 30 marzo 2014, ore 17.30

    Bre Lannutti Cuneo-Sir Safety Perugia-Bre Lannutti Cuneo 3-1 (

    Domenica 30 marzo 2014, ore 18.00

    Casa Modena-Diatec Trentino

    Altotevere Città Castello-Copra Elior Piacenza

    Domenica 30 marzo 2014, ore 20.30

    Calzedonia Verona-Cucine Lube Banca Marche Macerata

  • Brasil 2014: a Porto Alegre lo stadio non è a norma

    Brasil 2014: a Porto Alegre lo stadio non è a norma

    Un guaio dove politica e progettazione hanno un ruolo determinante, nell’impianto mancano ancora le strutture adibite alla sicurezza e se non verranno votate le esenzioni fiscali in tempo non potranno essere realizzate, di conseguenza lo stadio potrebbe non ricevere l’agibilità.

    Sulle difficoltà organizzative che il Brasile sta affrontando per organizzare al meglio il prossimo Campionato del Mondo di calcio sembra che la FIFA si sia ormai arresa e abbia come dire, fatto “spallucce“, ad ogni news sul caso che arriva dal paese sudamericano sul tema. Tuttavia se si parla di sicurezza nella manifestazione sportiva planetaria più importante della prossima estate non c’è tanto da passarci sopra senza porre le giuste precauzioni.

    Lo Stadio "Beira-Rio" di Porto Alegre rischia la non agibilità | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Lo Stadio “Beira-Rio” di Porto Alegre rischia la non agibilità | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Insomma la perplessità è tanta poiché senza girarci troppo intorno siamo a circa ottanta giorni dall’inizio di Brasil 2014 ed ancora siamo in alto mare. Lo Stadio “Beira-Rio” di Porto Alegre attualmente è senza tutte quelle strutture che vengono adibite a stampa, sicurezza e servizi affini come una semplice sala medica coadiuvata da ambulanza etc. etc.

    Il Sindaco della città ha avvisato del serio pericolo che se non verranno votate le esenzioni fiscali previste per le imprese di costruzione, queste strutture non potranno essere completate e di conseguenza lo stadio non potrà essere considerato agibile per le date previste dall’inizio della competizione intercontinentale.

    Insomma problemi su problemi, il Brasile attendeva con ansia, attraverso il suo immenso amore per il calcio, di poter avere una grossa chance di rinascita e di aprirsi al mondo con il volto sorridente al quale siamo abituati da sempre, ma a quanto pare le difficoltà che stanno incontrando a mettere in pratica il progetto, presentato alla candidatura presso la FIFA, diventano sempre più complicate e rischiano di far diventare tutto un boomerang pauroso.

    Lo Stadio “Beira-Rio” secondo il calendario di Brasil 2014  dovrebbe ospitare cinque partite, quattro della fase a gironi ed una del secondo turno.

  • Carlitos Tevez re dei bomber, Immobile e Higuain dietro

    Carlitos Tevez re dei bomber, Immobile e Higuain dietro

    Quando in estate la Juventus annunciò di aver messo sotto contratto Carlitos Tevez in molti hanno pensato fosse la solita scommessa azzardata di Giuseppe Marotta. “Ha la testa calda“, “Non è un giocatore da Juve“, “Con il carattere che ha litigherà con Conte e spaccherà lo spogliatoio“, questi erano i commenti che si sentivano da molti addetti ai lavori e venivano avvallati dalle preoccupazioni dei tifosi bianconeri.

    Poco prima della presentazione a Torino, Carlitos dichiarava:

    La maglia numero dieci la vorrei io“.

    Con questa affermazione anche il più ben pensante tifoso juventino rimaneva sorpreso come se avesse ricevuto un’entrata a gamba tesa, quella maglia, fino a due anni prima apparteneva ad una leggenda bianconera ancora amatissima, Alessandro Del Piero e per un anno non era stata indossata da nessuno. I fan della Juventus si spaccavano, tra chi storceva il naso e chi diceva “Beh è giusto, in fondo è il Top-Player della squadra“.

    Nel vedere il video di presentazione del calciatore rilasciato dalla Juventus ci si rendeva subito conto che Carlitos Tevez non era il classico campione arrivato a Torino per fare solo qualche passerella in campo in vista di Brasil 2014. Lo stupore, e l’emozione che trasmetteva, pari a quella di un bimbo portato per la prima volta a Disneyland mentre entrava nello Juventus Museum e dentro allo Juventus Stadium vuoto faceva già capire che Tevez si stava già appassionando ed entrando nella mentalità Juventus, quella che vuole mantenere viva una storia aggiungendo successi ad altre vittorie.

    Il Manchester City di Mancini prelevò Carlitos Tevez dal West Ham per 29 milioni nel 2009, Marotta con solo 9 milioni lo ha preso dal City, dato che preoccupava un po’ ma nessuno allora ci diede peso.

    Ad agosto in Supercoppa la Juventus travolge la Lazio per 4-0, Tevez realizza un gol, ma nonostante non sia una rete determinante si capisce che il giocatore ha una gran voglia di fare correndo a tutto campo e da lì inizia la caccia dell’ “Apache” nella sua “riserva” preferita, la Serie A.

    Carlos Tevez esulta dopo il gol con il Parma | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Carlos Tevez esulta dopo il gol con il Parma | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Partendo dalla prima di campionato a Marassi contro la Sampdoria ad oggi l’attaccante argentino ha realizzato in campionato 18 reti, unica pecca è la mancata realizzazione di una rete in Europa, anche se il lavoro di Tevez è mostruoso anche in fase di copertura e di costruzione di gioco perché ha fornito assist preziosi per gli altri attaccanti.

    All’inizio ad ogni rete mostrava una maglia con dedica alla povera gente ed agli emarginati della sua Argentina entrando sempre più nel cuore dei tifosi bianconeri, sia per le prestazioni che per le sue manifestazioni solidali, ad oggi difficile trovare un tifoso juventino che le sfilerebbe quella “pesantissima” maglia numero 10.

    Ciro Immobile arriva al Torino in estate, in conseguenza dell’affare Ogbonna-Juventus e subito i tifosi granata non erano molto convinti, anche per Ciro l’entrata in silenzio, i pochi proclami e la tanta voglia di riscatto dopo la stagione deludente che aveva fatto con il Genoa sono state la molla che lo ha fatto sbloccare. Per lui è certamente una stagione strepitosa, meglio forse di quella fatta con il Pescara di Zeman in Serie B. Segue Tevez ad una lunghezza, ma il derby per il titolo di capocannoniere è appena iniziato e intanto può sognare un posto nell’Italia a Brasil 2014.

    Higuain, non lo scopriamo certo adesso, tuttavia in tanti quest’estate hanno pensato che se il Real Madrid lo vendeva qualche motivo ci doveva pur essere. Anche nel suo caso, la paura di un tentativo di riciclaggio in un campionato dal tasso tecnico più basso rispetto alla Liga, da parte del solito gioco dei procuratori , faceva avere qualche remora. Invece Gonzalo Higuain seppur vittima di qualche infortunio durante l’anno ha tenuto il passo di Rossi prima e di Tevez e Immobile adesso. Benitez ha creduto in lui da prima che firmasse per il Napoli e ha fatto bene.

    Da qui alla fine sarà un bel testa a testa tra Carlos Tevez della Juventus, Ciro Immobile del Torino e Higuain del Napoli, unico rammarico è che alla sfida per il re dei bomber manca lo sfortunato Giuseppe Rossi della Fiorentina, che prima d’infortunarsi era saldamente al comando della classifica cannonieri e non potrà più recuperare.

    A scudetto praticamente assegnato, un’altra sfida in Serie A alla quale appassionarsi fino alla fine è certamente questa, quella per il Re dei Bomber.

  • Serie A: Rinascita Milan, giù Verona e Lazio, ok Chievo

    Serie A: Rinascita Milan, giù Verona e Lazio, ok Chievo

    La 30esima giornata di Serie A si presentava già con alcune sfide affascinanti, Roma-Torino, Juventus-Parma, Fiorentina-Milan e con tanti contenuti relativi al lotto di squadre in battaglia per la conquista dei fatidici posti per l’Europa League per non parlare della zona retrocessione dove Cagliari e Chievo erano chiamati a non fallire il match.

    Premesso che la Roma ha fatto all’ultimo respiro suo il match con il Torino (partita giocata in anticipo ieri) la Juventus ha risposto alla grande a chi, con scetticismo, guardava lo stato di forma dei bianconeri. Batte 2-1 il Parma giocando un primo tempo alla grande e portandosi sul doppio vantaggio con Tevez, calando nella ripresa e facendo riaprire la partita da Molinaro ma poi controllando la gara fino alla fine.

    Il Napoli strapazza il Catania, dominandolo prima e lasciandolo giocare poi. Quattro reti di vantaggio già nel primo tempo contro una squadra che è stata la lontana parente di quella vista contro la Juventus domenica sera, per i partenopei si è trattata di una passeggiata già arrivata alla fine nella prima frazione. Mostruoso Callejon autore di due assist e di una rete e sbloccato Zapata autore di una doppietta. Nel secondo tempo il Napoli ha provato a controllare, ma la filosofia del calcio di Benitez in questo pare essere un po’ come quella di Zeman. Il Catania accorcia le distanze due volte ma sarà tutto inutile.

    Il Milan fino al gol che lo ha messo in vantaggio sulla Fiorentina al “Franchi” sembrava in balia dell’avversario, dopo il gol è diventata un’altra squadra capace di piegare i viola con il risultato di 0-2 e tornando a far sorridere Clarence Seedorf che, mai come in questa settimana, ha capito cosa vuol dire essere allenatore di una nobile decaduta. A Montella non rimane che prenderla in fiilosofia, la Fiorentina oggi, grazie a lui, è una squadra di livello europeo in pianta stabile e in tranquillità deve lavorare per l’ultimo obbiettivo stagionale, la Coppa Italia recuperando il suo credito con la fortuna.

    Esultanza Milan al gol di Mexes | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Esultanza Milan al gol di Mexes | Foto Twitter / Il Pallonaro

    La Lazio appena si è avvicinata alla zona Europa trova una bella batosta a Genova, sponda rossoblù. Magistrale la lettura della partita da parte di Gasperini, che parte coperto con solo Gilardino davanti e poi quando capisce che i biancocelesti pungono come uno spillo inserisce fantasia e sostanza in appoggio alla punta vincendo la partita. Reti di Gilardino e di Fetfatzidis.

    Entra a pieno titolo nella lotta per l’Europa l’Atalanta di Colantuono che piega il flebile Livorno per 2-0. De Luca e Denis realizzano le reti necessarie ai nerazzurri per risolvere la pratica, adesso la dea è a soli quattro punti da Parma ed Inter e sognare lo scavalcare di una delle due non è così assurdo.

    La battaglia per l’Europa League diventa avvincente con la sconfitta della Fiorentina di oggi, perché mancano ancora otto giornate e può veramente succedere di tutto. L’Inter se domani vincesse il suo confronto al “G. Meazza” contro l’Udinese si porterebbe ad un solo punto dai viola ed il Parma, sconfitto oggi è comunque a 47 punti (4 dalla Fiorentina) quindi tutto è veramente aperto ad ogni epilogo.

    In coda sono importanti i successi del Chievo e del Cagliari, rispettivamente contro Bologna e Verona. I “mussi volanti” agli ordini di Corini sapevano e aspettavano questa partita e non hanno fallito l’appuntamento. Importante era vincere perché: a) gli scontri diretti alla fine possono sempre avere il loro peso determinante, soprattutto con una classifica ancora così incerta in basso e b) perché questa vittoria da un’iniezione di fiducia fondamentale per una squadra che negli scontri diretti con maturità sa far sua la partita e con un risultato netto come quello di oggi (3-0). Per il Cagliari era importantissimo strappare tre punti perché in ogni caso permettono alla squadra di respirare rimanendo a +8 punti dalla zona retrocessione e potendo così finire la stagione in tranquillità.

    La Sampdoria è ufficialmente un’altra squadra rispetto a quella prima dell’arrivo di Mihajlovic, oggi è una compagine che sa cosa deve fare e quali sono i suoi limiti. A Reggio Emilia va a prendersi altri tre punti pesanti che la mettono in scia alla coda delle squadre in lotta per l’Europa League, per il Sassuolo di Di Francesco non cambia molto rispetto alla situazione di domenica scorsa, tuttavia sembra proprio che qualcuno in squadra abbia iniziato a non credere più alla salvezza, tanto che pare un gruppo involuto rispetto a qualche settimana fa.

    RISULTATI 30ESIMA GIORNATA DI SERIE A:

    Giocata martedì 25 marzo 2014

    Roma-Torino  2-1 – 41° Destro (R), 52° Immobile (T), 91° Florenzi (R)

    Mercoledì 26 marzo 2014

    Atalanta-Livorno  2-0 – 22° De Luca, 59° Denis.

    Cagliari-H.Verona  1-0 – 32° Nené.

    Catania-Napoli  2-4 – 16° Zapata (N), 25° Callejon (N), 40° Henrique (N), 43° Zapata (N), 52° Monzón (C), 75° Gyömber (C).

    Chievo-Bologna  3-0 – 7° Paloschi rig., 78° Paloschi, 89° Rigoni.

    Fiorentina-Milan  0-2 – 23° Mexes, 64° Balotelli.

    Genoa-Lazio  2-0 – 65° Gilardino, 83° Fetfatzidis.

    Juventus-Parma  2-1 – 25° Tevez (J), 32° Tevez (J), 62° Molinaro (P).

    Sassuolo-Sampdoria  1-2 – 1° Sansone G. (Samp), 16° Longhi (Sas), 66° Okaka (Samp).

    Giovedì 27 marzo 2014

    Inter-Udinese  ore 20:45

    CLASSIFICA SERIE A:

    81 punti: Juventus; 67 punti: Roma; 61 punti: Napoli; 51 punti: Fiorentina; 47 punti: Inter* e Parma*; 43 punti: Atalanta; 42 punti: Lazio; 40 punti: H. Verona e Sampdoria; 39 punti: Torino, Milan e Genoa; 34 punti: Udinese; 32 punti: Cagliari; 27 punti: Chievo; 26 punti: Bologna; 24 punti: Livorno; 21 punti: Sassuolo; 20 punti: Catania.

     

  • L’ambizioso Parma alla verifica dello Juventus Stadium

    L’ambizioso Parma alla verifica dello Juventus Stadium

    Per presentare questa gara bastano i numeri alla mano, sono le due squadre che nel girone di ritorno hanno fatto meglio. La prima della classe, la Juventus, che proprio dal girone di andata, match contro la Fiorentina al “Franchi“, non ha più fatto un passo falso. Dall’altra parte il Parma che proprio dal match dell’andata contro i bianconeri al “Tardini” non ha più perso.

    Questa sera sarà una verifica importante per entrambe.  La Juventus deve capire fisicamente come sta, uscita indenne dalla “battaglia” di Catania con il terzo risultato utile consecutivo raggiunto con il minimo scarto e ancora una volta non mostrando quella brillantezza e vivacità che la ha contraddistinto in precedenza sarà al cospetto della squadra più brillante e vivace della Serie A in questo momento.

    Il Parma ha tolto ogni velo alla sua “voglia d’Europa” e trainata dal genio ribelle di Cassano e dalle micidiali incursioni di Biabiany e Parolo vuole verificare la sua maturità contro i primi della classe. Donadoni non lo ha nascosto, affrontare la Juventus in uno stadio che ribolle di passione e che è sempre pieno deve dare gli stimoli per fare una partita al 110%.

    Roberto Donadoni | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Roberto Donadoni | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Ancora indisponibile Gargano, al suo posto sarà confermato Acquah, che nella partita contro il Genoa ha fatto bene, il resto potrebbe essere la conferma della formazione classica con magari una maggiore copertura sugli esterni a scapito della punta centrale di riferimento (Amauri).

    Conte, nonostante l’allontanamento dalla panchina di Catania, potrà essere regolarmente a condurre i suoi uomini dal bordo campo.  Infatti sia lui che Maran, entrambi allontanati domenica sera sono ammoniti e diffidati e la squalifica potrà arrivare se il loro comportamento scorretto verrà reiterato in futuro.

    Il tecnico pugliese vuole raggiungere al più presto possibile il record dei cento punti e per farlo deve limitare i passi falsi anche se lo scudetto sembra ormai cosa fatta e ci sarebbe bisogno di far rifiatare qualcuno in vista del rush finale in Europa League, entrata nell’animo dei tifosi, come secondo obbiettivo stagionale, dopo il fallimento in Champions.

    Antonio Conte metterà molto probabilmente in campo quindi la squadra titolare in partenza, con l’innesto di Caceres a sostituire l’acciaccato Barzagli. Poi sugli sviluppi della partita si faranno le staffette per recuperare le energie.

    PROBABILI FORMAZIONI:

    JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Vidal, Asamoah; Tevez, Llorente.

    All.: Antonio Conte

    PARMA (3-5-2): Mirante; Cassani, Paletta, Lucarelli; Biabiany, Marchionni, Acquah, Parolo, Molinaro; Cassano, Schelotto.

    All.: Roberto Donadoni

  • Formula 1: La Red Bull è delusa e minaccia di lasciare

    Formula 1: La Red Bull è delusa e minaccia di lasciare

    Dietrich Mateshitz, patron della scuderia Red Bull, non le manda a dire ed è letteralmente furioso con questa nuova Formula 1 che proprio non piace.

    Oltre alle polemiche legate, dopo la prima gara, al poco rumore fatto dalle monoposto in corsa, polemiche venute soprattutto dai tifosi e avvallate da qualche illustre ex-addetto ai lavori come Flavio Briatore, ecco che anche qualche membro direttivo dei team inizia a storcere il naso con convinzione.

    Stavolta sotto accusa non è il rombo dei motori ma il regolamento e la direzione che la Formula 1 sta prendendo. Il miliardario austriaco, patron della Red Bull e della Toro Rosso, Dietrich Mateshitz, in una recente intervista al quotidiano “Kurer” ha espresso tutto il suo disappunto su questo inizio di stagione.

    Red Bull | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Red Bull | Foto Twitter / Il Pallonaro

    A farlo infuriare innanzitutto è la squalifica comminata a Daniel Ricciardo, giunto secondo al Gran Premio d’Australia e poi cancellato dalla griglia d’arrivo per il consumo eccessivo di carburante:

    “Il team ha presentato una protesta contro la squalifica, perché il sensore del flusso del carburante, che è stato dato alle squadre dalla federazione, ha dato letture divergenti ed è impreciso. Possiamo dimostrare l’esatta quantità di flusso di carburante e questo era sempre entro i limiti”.

    Inoltre a Mateshitz proprio non vanno giù i nuovi regolamenti e la strada che la Formula 1 intende percorrere:

    La Formula 1 non esiste per stabilire nuovi record nel consumo, né per permetterti di parlare sottovoce durante una gara. E’ assurdo fare un giro più lentamente rispetto allo scorso anno. La GP2 con costi molto inferiori garantisce prestazioni ed emozioni quasi uguali alla Formula 1“.

    E poi arriva la stilettata finale, dove il magnate austriaco lascia un velo minaccioso:

    La Formula 1 non e’ l’Economy Run, deve restare la massima espressione del motorismo, altrimenti viene voglia di mollare tutto”.

    Certo che dopo anni passati a dominare le scene della Formula 1, grazie al, sempre straordinario, lavoro di Adrian Newey ed alla guida magistrale di Sebastian Vettel per la Red Bull questo difficile inizio di stagione sembra proprio non avere fine, anche se lo stesso Dietrich Mateshitz rimane fiducioso di quanto saprà apportare la Renault insieme ai tecnici della scuderia per ridurre il gap con le Mercedes.

     

  • Gianluca Paparesta fonda il Football Club Bari 1908

    Gianluca Paparesta fonda il Football Club Bari 1908

    Andiamo con ordine, perché l’operazione parte con un raggio largo ma che poi si va a stringere intorno al Bari che questa sera cercherà contro il Cesena di prendere altri punti che lo possano portare lontano dalla zona calda della cadetteria.

    La società pugliese, è noto, non naviga in buone acque, anzi come sappiamo è in atto un fallimento. Giovedì prossimo i curatori fallimentare renderanno noto quanto, in termini economici, serve per rilevare il club all’asta. E da qui la mossa di Gianluca Paparesta, ex dirigente del Bari, prende una connotazione ben precisa.

    Nella giornata di ieri i curatori fallimentari con i periti erano a Roma, per prendere atto della situazione del club e quindi redigere la relazione necessaria. Soltanto di gestione da gennaio a giugno 2014 serviranno poco più di due milioni di Euro per gli stipendi, poi serviranno altri 800 mila Euro per l’iscrizione al campionato per la prossima stagione (considerando che il Bari rimanga in Serie B), queste cifre non saranno comprese nella stima (che fungerà da base d’asta) che faranno i tecnici, ma saranno presenti nella perizia, perché comunque chi vorrà fare offerte per l’acquisizione del Bari dovrà onorarle al fine di attribuirsi anche il titolo sportivo. In pratica sarà necessario un ingente esborso di denaro per rilevare il Bari e partire da dov’è adesso.

    Gianluca Paparesta su mandato fonda il Football Club Bari 1908 | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Gianluca Paparesta su mandato fonda il Football Club Bari 1908 | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Ed ecco che entra in scena l’ex dirigente dei galletti ed ex arbitro. Questa mattina Gianluca Paparesta attraverso un mandato che gli è stato affidato ha costituito una società conforme ai parametri previsti dalla F.I.G.C., il Football Club Bari 1908. Paparesta da tempo lavora con impegno per coinvolgere imprenditori russi e sembra proprio avercela fatta.

    Inizialmente Paparesta aveva avviato alcuni contatti con Suleiman Kerimov, proprietario anche dell’Anzhi, squadra russa che ha partecipato anche alla Europa League, questo lavorio poi aveva propiziato anche nuovi rapporti con altri due facoltosi industriali, impegnati nei settori petrolifero e dell’energia.

    Bari per i magnati russi potrebbe rappresentare un’ottima opportunità sia per avviare un ambizioso progetto sul calcio, sia per ampliare gli affari nell’Italia meridionale. Del resto la crisi economica che il nostro paese sta affrontando è per investitori esteri come un bello specchio per le allodole.

    Se tutto andrà come previsto, da chi ha conferito il mandato a Paparesta, la società costituita dall’ex-arbitro farà l’offerta per rilevare il “vecchioBari all’asta.

  • Tennis: a Miami bene Fognini, ma c’è Nadal agli ottavi

    Tennis: a Miami bene Fognini, ma c’è Nadal agli ottavi

    Grande recupero di Fabio Fognini contro Bautista nel terzo turno del torneo ATP di Miami. Qualche problema al piede sinistro mette in difficoltà il nostro tennista nei primi game del match, tuttavia l’avversario non ne approfitta così il match rimane equilibrato nel primo set che si chiude 4-6 in favore di Bautista.

    Il secondo set si apre con tre break, di cui due  a favore del tennista ligure che conserva il vantaggio portandosi sul 5-3, l’ultimo game conferma che l’italiano non solo è rimasto con la testa nel match ma ha pure recuperato o ha trovato il modo di non farsi condizionare dal suo problema fisico e chiude 6-3 in scioltezza.

    L’ultimo set è sulla falsa riga di quello precedente, ma Bautista è decisamente più in imbarazzo tanto che sembra in alcuni scambi di non saper proprio cosa fare. Fognini chiude agevolmente game-set e match con un altro 6-3. Esultanza dell’entourage dell’azzurro condivisa anche da una raggiante Flavia Pennetta in tribuna.

    Fabio Fognini esulta dopo la vittoria | Foto Twitter
    Fabio Fognini esulta dopo la vittoria | Foto Twitter

    Adesso per il 26enne  ligure c’è uno scoglio che pare insormontabile da superare, agli ottavi di finale di Key Biscayne trova niente meno che il numero uno al mondo Rafael Nadal che ha sbriciolato gli avversari di questo ATP Masters 1000 di Miami.

    In Florida il fuoriclasse mancino di Maiorca è arrivato tre volte in finale, nel 2005, nel 2008 e nel 2011 ma non è mai riuscito a vincere, infatti insieme ai tornei di Shanghai e Parigi-Bercy, è uno dei tornei Masters 1000 che mancano al suo ricchissimo carniere.

    Basta pensare che Nadal nel secondo turno ha battuto agevolmente Hewitt e nel terzo ha letteralmente asfaltato l’uzbeko Istomin in appena un’ora di gioco e lasciandogli solo un game. Insomma il tennista iberico è in grandissimo smalto.

    Agli ottavi passano, dopo la giornata di ieri anche Wawrinka, Raonic, Dalgopolov, Benjamin Becker, Isner e Berdych, mentre si erano già qualificati Djokovic, Federer, Murray, Tsonga, Nishikori, Robredo, Gasquet e Ferrer.