Autore: Cristiano Previ

  • Lazio, la rivoluzione partirà dalla difesa

    Lazio, la rivoluzione partirà dalla difesa

    La Lazio del patron Claudio Lotito, sempre più contestato dai tifosi, avendo perso ogni velleità di classifica pensa già al futuro e cercherà nell’estate una bella scossa sul mercato con la speranza di ricompattare l’ambiente e ridare verve ad un gruppo che mai come in questa stagione è apparso così spento.

    Edy Reya che si era auto-confermato tecnico biancoceleste anche per la prossima stagione sicuramente non avrà preso bene l’interessamento della Lazio verso Sinisa Mihajlovic, tuttavia ha dato alcune linee guida per la finestra di mercato prossima. La rivoluzione partirà dalla difesa, infatti Federico Marchetti, Lorik Cana, Luis Cavanda e Michael Ciani sono i quattro nomi eccellenti che probabilmente saranno sacrificati per fare un po’ di cassa e permettere i nuovi innesti.

    Federico Marchetti | Foto Twitter | Il Pallonaro
    Federico Marchetti | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Inoltre sono quasi certi  i non rinnovi di Biava e di Dias che così giungono alla naturale scadenza dei rispettivi contratti e i mancati riscatti di Kakuta e di Postiga che torneranno ai club di appartenenza. Possibile inoltre un prestito per Perea, per farlo crescere visto che non ha convinto molto in questa stagione.

    Poi ci sono le sirene che suonano per alcuni gioiellini. Senad Lulic, accostato spesso alla Juventus, ha già manifestato la sua volontà di, in caso di club a lui gradito, voler andare via e la sensazione è che in caso di un’offerta congrua la Lazio alla fine lo lascerà andare. Proprio con i bianconeri c’è una pista rimasta aperta da gennaio per fare in modo che Quagliarella possa vestire biancoceleste e Lulic il bianconero, anche i due valori di mercato collimano (10 milioni) anche se il centrocampista bosniaco ha giocato decisamente di più della punta juventina.

    Onazi è richiestissimo da più parti e siamo certi che non lascerà la Lazio se non per un’offerta che preveda tanto cash, si profila una mini-asta quindi.

    Insomma la mission di Lotito è chiara da sempre, vendere, a tanto, e comprare a poco tenendo sempre il bilancio del club in positivo e questo ha sempre permesso di tenere in linea di galleggiamento il barcone che però perde consensi dalle curve.

    In entrata i biancocelesti si sono già mossi eccome, oltre all’affaire Quagliarella, che si sa come inizia ma non si sa come andrà a finire, e all’acquisto di Djordjevic, sono già stati presi diversi contatti soprattutto per la difesa, reparto dal quale partirà la rivoluzione biancoceleste.

    La Lazio cercherà di prendere Astori cercando di difendersi dall’altissima concorrenza ma i nomi “caldi” sono anche quelli di Martin Hinteregger, difensore centrale del Salisburgo di 21 anni che con un paio di milioni si potrebbe prendere, Fabian Schar poderoso difensore del Basilea che però costa caro e con gli svizzeri coltiva ambizioni europee ed infine si batte anche la pista belga per il gigante Alexander Scholz del Lokeren che è molto giovane e sarebbe un’operazione low-cost.

    A centrocampo la Lazio segue da anni, senza mai affondare la zampata vincente, il giovane centrocampista centrale svizzero Granit Xhaka del Borussia Monchengladbach che costa non meno di 10-12 milioni, oppure si battono le alternative Hunt del Werder Brema che potrebbe arrvare a parametro zero, ma che ha un ingaggio elevato e su cui si sono posati gli occhi di qualche club di Premier League.

    Inoltre, sempre per il centrocampo, l’entourage di Tare sembra aver posato lo sguardo per Jonathan Pitroipa, ala destra del Rennes non più giovanissimo che farebbe da alternativa in caso di improvvise offerte indecenti per Candreva o solo per sostituirlo.

    Insomma per la Lazio il mercato è iniziato in anticipo, cercando di bruciare la concorrenza, ricostruendo e svecchiando la rosa a cominciare dalla difesa. Sarà un’estate calda per Igli Tare e Claudio Lotito, ma prima di ogni tipo di congettura sarà necessario scegliere e definire la guida tecnica.

  • Cesare Prandelli: no a Totti e Toni per Brasil 2014

    Cesare Prandelli: no a Totti e Toni per Brasil 2014

    Terminata la due giorni di stage per il gruppone azzurro a Coverciano è già ora di tirare giù qualche somma di quanto è stato fatto dallo staff e dai calciatori in vista di Brasil 2014. Ci sono diverse incognite che accompagnano la preparazione della spedizione azzurra, così come ci sono alcune domande irrisolte che vorrebbero trovare già risposta oggi inerenti le convocazioni definitive dei ventitré baluardi che difenderanno il tricolore in Brasile. Ovvio tra queste domande si annidano anche le voci, secondo le quali qualche grande “vecchio” potrebbe fare parte della squadra definitiva, oltre agli stagionati, sempre presenti e affidabili Buffon e Pirlo. I nomi più gettonati, visto il loro rendimento in campionato, sono quelli di Francesco Totti e di Luca Toni.

    Sembra, almeno a parole, avere le idee molto chiare invece Cesare Prandelli, che a margine di questa due giorni di stage a Coverciano ha incontrato i giornalisti, ottima occasione per gli stessi di trovare, o almeno avere indizi, delle risposte a tutte queste domande destinate a rimanere con il punto interrogativo almeno fino alle convocazioni ufficiali della spedizione nel paese sudamericano.

    Cesare Prandelli | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Cesare Prandelli | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Tocca quindi al C. T. fare il punto della situazione, e rassicurare tutti sul buon lavoro fatto da tutto il movimento del calcio italiano, in preparazione della massima competizione intercontinentale per le Nazionali:

    Dal punto di vista caratteriale non saremo secondi a nessuno. Abbiamo avuto la fortuna di fare la Confederations, arriveremo a fine campionato in funzione dell’obiettivo Mondiale, per arrivare preparati dal punto di vista atletico. Per quanto concerne la condizione fisica, la sensazione è buona.”

    Un altro punto su cui Prandelli si sofferma è la forza caratteriale dei giocatori e del rapporto collaborativo con i club di appartenenza degli stessi:

    “Conosciamo carattere e volontà dei giocatori, la voglia di fare un lavoro che possa completare un programma. Dopo la partita abbiamo detto più volte, i dati ce lo hanno confermato, che abbiamo corso meno rispetto ad altre sfide. Grazie alla Lega e alle squadre, penseremo a una preparazione che ci permetta di riempire, individualmente, i serbatoi da riempire. Non è un gesto scontato ma è molto, molto importante”.

    Ma ecco che arriva la domanda più spinosa, quella legata alle possibili convocazioni di Francesco Totti e Luca Toni. Domanda alla quale Cesare Prandelli risponde diplomaticamente, ma con un chiaro e limpido pragmatismo:

    “Per loro ho grande rispetto, meritano grande spazio e considerazione, ammirazione. Io ho scelto questo gruppo, se ci saranno emergenze farò riferimenti diversi ma mi piace vedere giovani che ultimamente hanno dimostrato di reggere la pressione”.

    Ergo, per il momento no ma se ne avrò necessità perché qualcuno potrebbe farsi male o altro potrebbero essere convocabili. Allora ecco che torna alla ribalta il tormentone legato al codice etico prandelliano, dal momento che qualcuno potrebbe anche essere “fatto fuori” dal gruppo proprio per l’infrazione futura dello stesso codice voluto dal C.T.

    Ho parlato con la squadra di quattro temi: del codice etico, che sarà in vigore anche nell’ultimo mese. Chi sbaglia non è in grado di reggere le pressioni, sono stufo di questi atteggiamenti. I giocatori della Nazionale devono avere forza interiore, con gesti e gomitate non devono prevaricare sull’avversario. Poi ho detto loro che la prossima convocazione saranno di meno ma anche quelli che non saranno chiamati dovranno sentirsi partecipi del progetto futuro.”

    Poi Cesare Prandelli torna sulla fattiva collaborazione tra Nazionale e club, a sottolineare il fatto che si aspetta da parte di tutti il supporto per fare bene a Brasil 2014:

    “I risultati dei test sono a disposizione dei club e dei loro preparatori. L’ultima cosa è che, quando sceglieremo i giocatori per il Mondiale, tutti dovremo pensare solo alla maglia azzurra”.

     

  • Europa League, bene Juve, Porto, Basilea e Benfica

    Europa League, bene Juve, Porto, Basilea e Benfica

    Se la Juventus dovesse riuscire a passare in semifinale di Europa League per il calcio italiano sarebbe certamente un bene, perché la stessa probabilità di accedere alle semifinali che hanno i bianconeri ce l’hanno anche due squadre portoghesi, Il Benfica ed il Porto. Ricordiamo che il Portogallo è la Nazione che nel ranking UEFA ci tallona e che proprio dall’Europa League potrebbe cercare di prendere punti preziosi sull’Italia per tentare di scavalcarci ed acquisire una squadra in più per l’accesso all’Europa calcistica.

    La sorpresa di questi quarti di finale di Europa League è data dal netto successo del Basilea contro il Valencia. In Svizzera i padroni di casa impongono gioco, e questo era prevedibile, e risultato, questo era meno prevedibile. Veloci, fisicamente in forma e veramente affamati, gli svizzeri hanno piegato agevolmente il Valencia per 3-0 ipotecando, salvo una gara da tregenda al ritorno, la semifinale.

    I giocatori del Basilea esultano | Foto Twitter / Il Pallonaro
    I giocatori del Basilea esultano | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Il Porto in casa propria gioca bene ma è lezioso, in trasferta si scopre più concreto ed il Napoli di Benitez ne sa qualcosa, per questo la partita di Oporto, contro un avversario per nulla facile come il Siviglia, aveva un carattere importante. La spuntano i dragoni, di misura, e questo non preclude nulla per il ritorno, per 1-0 grazie alla rete di Mangala al 31°. Il ritorno a Siviglia sarà per cuori forti, riuscirà il Porto a passare indenne da un campo caldo dopo essere già riuscito a passare vincitore a Napoli?

    Il Benfica, l’altra squadra portoghese, doveva vedersela in Olanda contro la rivelazione di questa Europa League, l’ Az Alkmaar e ottiene anche lei un successo di misura ma che ha il valore dello stesso risultato ottenuto dalla Juventus a Lione. A Lisbona la partita potrà essere gestita e i lusitani fra le mura amiche hanno un rendimento decisamente alto, come è apparso più alto il livello tecnico del Benfica in questa sfida di andata.

    RISULTATI QUARTI DI FINALE DI EUROPA LEAGUE:

    Az Alkmaar-Benfica 0-1  48° Salvio

    Lione-Juventus 0-1  85° Bonucci

    Basilea-Valencia 3-0 – 34° Delgado, 38° Delgado, 91° Stocker

    Porto-Siviglia 1-0 – 31° Mangala

  • Juventus: Bonucci mette quasi in semifinale la Signora

    Juventus: Bonucci mette quasi in semifinale la Signora

    E’ Leonardo Bonucci il goleador che non ti aspetti e che sblocca la partita nel momento in cui tutti erano ormai convinte che si sarebbe chiusa con un pareggio a reti inviolate.

    La Juventus torna da Lione con un risultato molto positivo, lo 0-1 di questa sera mette in condizione, gli uomini di Conte, di poter programmare e gestire al meglio la partita di ritorno a Torino. Diciamolo, per quello che ha fatto vedere il Lione questa sera, la Juventus con questo risultato d’andata ha messo un bel piede in semifinale.

    Allo Stade de Gerland di Lione c’è un bell’ambiente, all’entrata in campo delle due squadre i supporters locali mettono in scena una coreografia mozzafiato per intimorire gli avversari, nel settore ospiti i 3000 tifosi della Juve si fanno sentire eccome.

    Il Lione decide di tenere un atteggiamento chiuso e compatto cercando di impedire a Pirlo di costruire il gioco, bloccando anche le fasce laterali ed in contropiede cercando di colpire la Juventus magari protesa in avanti. La Juve dal canto suo procede lenta, cerca con i lanci di Bonucci di aprire la difesa avversaria ma non preme mai alla ricerca affannosa del gol, anzi ci va vicino su un lancio lungo in area, sponda di Osvaldo all’indietro dove Tevez da mezza altezza si coordina di testa e cerca di indirizzare con forza in porta. ne esce un tiro insidioso ma fuori.

    Con il passare dei minuti e l’inerzia asfittica del primo tempo sono i francesi a prendere coraggio, Malbranque al 26° esalta i riflessi di Buffon, subito dopo la Juve reagisce rispaventando il Lione con Tevez che a tu per tu con Lopes si mangia un’occasione buona. Il primo tempo si traghetta così alla fine con due squadre che in primo luogo hanno l’obbiettivo di non subire.

    Nella ripresa il Lione cala, nel primo tempo per stare dietro al giro palla della Juventus hanno speso molto, Conte finalmente capisce che c’è da cambiare in primis qualcosa davanti per dare più freschezza di movimento, così entrano prima Vucinic al posto di Tevez e poi Giovinco al posto di un Osvaldo veramente evanescente.

    E’ Giovinco a creare, saltando l’uomo, quella superiorità numerica davanti che mette in condizione la Juventus di rendersi più pericolosa e più brillante, tuttavia il risultato non cambia per merito del portiere Lopes prima e per la scarsa precisione poi.

    Leonardo Bonucci esulta dopo la rete decisiva | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Leonardo Bonucci esulta dopo la rete decisiva | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Nel contempo il Lione ci proverà sporadicamente con qualche azione in velocità di rimessa, ma sono solo brividi e non incubi. Per risolvere il match ci vuole il classico colpo di biliardo, su un traversone di Marchisio dalla sinistra c’è il liscio di un difensore del Lione, palla a Pogba che calcia verso la porta ma viene murato dalla difesa di casa, la palla carambola a Bonucci che senza pensarci su la sbatte sotto la traversa per il vantaggio dei bianconeri all’85°, quando il Lione ormai è sulle gambe.

    La vittoria della Juventus è legittima per la gran mole di gioco, tuttavia la squadra di Conte, come nelle ultime apparizioni in campionato è apparsa troppo prevedibile e in avanti i titolari anche stanchi, non è un caso che Conte abbia rispolverato, appena ha potuto, Mirko Vucinic che per il finire di stagione potrebbe risultare il fattore determinante.

    LIONE-JUVENTUS 0-1 (0-0) – 85° Bonucci

    Lione: Lopes 6,5; Bedimo 6; Koné 5; Umtiti 6; Ferri 6,5; Malbranque 6,5 (86° Fekir S.V.); Gonalons 6,5; Mvuemba 5,5; Tolisso 6; Lacazette 5 (75° Gomis S.V.); Briand 6 (89° N’ Jie S.V.).

    All.: Garde 5.5

    Juventus: Buffon 6,5; Chiellini 6,5; Caceres 6; Bonucci 6; Pogba 5; Marchisio 5,5; Pirlo 5; Asamoah 6; Isla 5 (78° Lichtsteiner S.V.); Tevez 5,5 (55° Vucinic 6); Osvaldo 5 (62° Giovinco 7).

    All.: Conte 6

    Ammoniti: Tolisso e Lopes (L), Giovinco e Vucinic (J)

  • Lavezzi e Pastore, primo round al Paris Saint Germain

    Lavezzi e Pastore, primo round al Paris Saint Germain

    I primi 90 minuti di questo confronto dicono che il Paris Saint Germain al confronto con un’altra corazzata della Champions League non solo è alla pari, ma è anche matura per sognare al bottino finale. Che fosse attrezzata, con giocatori formidabili lo sapevamo già, tuttavia aspettavamo una prova da squadra, una prova che dicesse chiaramente quanto i transalpini potessero realmente essere in grado di competere con una big tradizionale della “Coppa dalla grandi orecchie“.

    il Paris Saint Germain parte forte, sa che una buona fetta della qualificazione se la deve prendere al “Parco dei Principi“, in trasferta infatti, come tutte le squadre inglesi, il Chelsea di Mourinho non ha un ruolino così irresistibile.

    Cavani, Lavezzi e Ibrahimovic davanti, garantiscono al Paris Saint Germain un’ottima potenza di fuoco che può colpire la debole difesa dei Blues in qualsiasi momento. Infatti proprio Lavezzi dopo appena 4 minuti prende un pallone regalato da un errore di Terry, stoppa di petto e tira appena la sfera tocca terra, ne esce un bolide all’incrocio dei pali imprendibile. Subito dopo, ancora Lavezzi ha già la possibilità di realizzare il raddoppio, ma calcia fuori.

    Lavezzi esulta dopo la rete del vantaggio parigino | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Lavezzi esulta dopo la rete del vantaggio parigino | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Il Chelsea cambia strategia e mette la partita più sullo scontro fisico recuperando più spesso il pallone e spezzando il ritmo infernale dei parigini. Il Chelsea nel suo possesso palla costruisce e Willian effettua un passaggio filtrante in area per Oscar, Thiago Silva interviene ma non prende il pallone e colpisce l’avversario che cade a terra. Rigore calciato da Hazard e spiazza Sirigu che si tuffa dall’altra parte. Partita in parità.

    Siamo al 27° e il destino della partita sembra rovesciarsi quando Hazard al 39° tira al volo verso la porta superando il portiere italiano del Paris Saint Germain che si salva solo grazie al palo che respinge il pallone. Un gran bel gesto tecnico che meritava maggior fortuna.

    Nella ripresa l’inerzia del match cambia in modo fortuito a favore del Paris Saint Germain.  Su un calcio di punizione la difesa del Chelsea rimane ferma, solo David Luiz arriva sul pallone, ma il suo tocco maldestro tradisce Cech che anziché uscire, in precedenza, è rimasto fra i pali. PSG in vantaggio, ma con una tegola, Ibrahimovic è costretto ad  uscire per infortunio, entra al suo posto Lucas.

    Passano pochi minuti e anche Verratti deve lasciare il campo acciaccato ed al suo posto entra Cabaye. Mourinho che già aveva fatto entrare Torres decide di inserire nella battaglia anche Lampard per avere più fantasia e corsa in mezzo al campo. Da questo momento in poi il Chelsea non si renderà mai più pericoloso, anzi è il Paris Saint Germain che con Cavani sfiora la terza rete, infatti l’uscita di Ibrahimovic consente all’ex-Napoli di accentrarsi di più e giocare in modo più congeniale alle sue caratteristiche.

    La terza rete per i parigini arriva comunque nei minuti di recupero del match. Pastore, entrato da poco, compie una magia delle sue, palla al piede si accentra ed entra in area di rigore, poi beffa Cech sul suo palo. Finisce 3-1 e la settimana prossima sarà una vera e propria battaglia a Londra, perché le distanze, che il risultato suggerisce, non sono veritiere, il Chelsea sarà certamente diverso e dovrà fare la partita, ma il Paris Saint Germain ha giocatori che in contropiede possono fare molto male alla difesa dei Blues.

    P.S.G.-CHELSEA 3-1 (1-1) – 4° Lavezzi (P), 27° Hazard rig. (C), 61° Luiz aut. (P), 93° Pastore (P).

    Paris Saint Germain (4-3-3): Sirigu 6; Jallet 6,5; Alex 6; Thiago Silva 6; Maxwell 6; Verratti 6,5 (76° Cabaye 6); T. Motta 6; Matuidi 6,5; Cavani 6,5; Ibrahimovic 5,5 (68′ Lucas 6,5); Lavezzi 7,5 (84° Pastore 7).

    All.: Blanc 7.

    Chelsea (4-2-3-1): Cech 5; Ivanovic 6; Cahill 6; Terry 5; Azpilicueta 5,5; Ramires 6; David Luiz 5,5; Willian 6,5; Oscar 6,5 (72° Lampard S.V.); Hazard 7; Schurrle 6 (59° Torres 6).

    All.: Mourinho 5,5.

    Ammoniti: Ramires (C), Alex (P), Willian (C), Thiago Motta (P), David Luiz (C), Cavani (P).

  • La Roma batte il Parma ed ora è a -8 dalla Juventus

    La Roma batte il Parma ed ora è a -8 dalla Juventus

    La Roma recupera il suo match della 22esima giornata di Serie A, che non si era potuto giocare a causa del campo reso impraticabile dalle violenti piogge abbattutesi su Roma in quel periodo.

    I giallorossi non hanno perso l’occasione di rosicchiare altri punti sulla Juventus, battendo il Parma 4-2 infatti, complice la sconfitta della Signora a Napoli domenica, hanno preso ben sei punti in tre giorni. Adesso il distacco è ridotto a otto punti, sempre tanti, ma che fanno sperare un po’ di più gli uomini di Garcia.

    Considerando che c’è ancora uno scontro diretto tra le due e a Roma da giocare si può ipotizzare un vantaggio risicato addirittura a cinque punti, sempre che la Roma batta i bianconeri all’Olimpico, quindi basterebbe un passo falso e mezzo in più per essere al pari della zebra. Cosa fino a due settimane fa che pareva impossibile.

    Si riparte da dove si era interrotta la partita e cioè dall’8° del primo tempo. Entrambe le squadre si affrontano con il medesimo modulo, Roma con il tridente Gervinho, Totti e Destro e dall’altra parte il tridente degli emiliani con Amauri, Schelotto e Biabiany, manca solo Cassano all’appello. Già all’11° minuto si capisce come si svilupperà la partita, la Roma vuole fare suoi i tre punti e crea subito un’occasione concreta. Destro libero servito da Totti calcia verso la porta e colpisce il palo, sul rimbalzo è velocissimo Gervinho ad avventarsi e a ribadire in rete la sfera. Tre minuti giocati e siamo già 1-0.

    Passa pochissimo e Acquah sfrutta l’occasione lasciatagli dalla retroguardia parmense che compie uno svarione, in area di rigore controlla e batte con un rasoterra De Sanctis per l’ 1-1.

    La Roma tuttavia è un rullo compressore e come la palla viene rimessa a centrocampo riprende a macinare gioco e a mettere sotto pressione gli ospiti. Pjanic dalla destra serve Totti che alla sua maniera carica un tiro preciso e potente su cui Mirante non può fare nulla e i giallorossi sono di nuovo in vantaggio. addirittura prima della fine del primo tempo la Roma potrebbe realizzare una terza rete, ma Destro alza troppo la mira di testa.

    Taddei si arrampica per esultare con i tifosi dopo il suo gol | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Taddei si arrampica per esultare con i tifosi dopo il suo gol | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Inizia la ripresa con la Roma che vuole chiudere al più presto la pratica. Gervinho in azione solitaria conclude verso la porta, la difesa del Parma ribatte la conclusione e Pjanic si avventa sul pallone superando anche Mirante. Fatta la terza rete, i padroni di casa, non si fermano, mantengono la pressione sugli avversari  andando vicino al gol prima sia con Totti che con Taddei. Poi il quarto gol della Roma arriva all’81°, grazie a Taddei che su una calcio d’angolo da sinistra svetta in area deviando in porta sul palo più lontano.

    Prima della fine il Parma accorcia le distanze, dal limite dell’area Biabiany tira di destro in maniera impeccabile e De Sanctis è battuto per il 4-2 finale. 

    ROMA-PARMA 4-2 (2-1) – 11° Gervinho (R), 14° Acquah (P), 16° Totti (R), 48° Pjanic (R), 81° Taddei (R), 89° Biabiany (P).

    Roma (4-3-3): De Sanctis 6; Maicon 6; Benatia 7; Castan 6,5; Torosidis 6; Pjanic 7; De Rossi 6; Taddei 7; Gervinho 7 (85° Ljajic S.V.); Totti 7 (76° Bastos S.V.); Destro (58° Florenzi 6).

    All.: Garcia 6,5.

    Parma (4-3-3): Mirante 5; Cassani 5,5; Gobbi 5,5; Lucarelli 5; Molinaro 5,5; Acquah 6 (71° Munari 5,5); Marchionni 5,5; Parolo 5 (85° Josè Mauri S.V.); Biabiany 6; Amauri 5; Schelotto 5,5 (85° Palladino S.V.).

    All.: Donadoni 5.

    Ammoniti: Mauri J. (P)

  • Brasile 2014: l’Uruguay rischia l’esclusione?

    Brasile 2014: l’Uruguay rischia l’esclusione?

    Secondo quanto riporta El Pais, noto quotidiano sudamericano, la Nazionale di Edinson Cavani rischierebbe l’esclusione dai prossimi Campionati del Mondo di calcio, Brasile 2014.

    Secondo El Pais la FIFA starebbe indagando sulla possibile ingerenza da parte del Governo uruguaiano sull’attività della Federcalcio albiceleste per offrire vantaggi ad una terza parte. Il caso sarebbe scoppiato successivamente alle improvvise dimissione di Sebastian Bauza, che era a capo della federazione calcistica, successivamente ad un presunto braccio di ferro con il Presidente dell’Uruguay, Josè Pepè Mujica. 

    La Commenbol, l’organo sotto la FIFA che governa il calcio in Sudamerica ovvero la corrispondente della nostra UEFA, sempre secondo la fonte di El Pais nega che ci sia in atto una qualsiasi indagine sulla Federazione uruguaiana ed inoltre afferma che non sussistono prove che possano avvalorare la tesi che ci sia un coinvolgimento di Mujica nelle dimissioni di Bauza, pertanto lo esclude categoricamente.

    Cavani e Suàrez esultano dopo una rete in Nazionale | Foto Twitter
    Cavani e Suàrez esultano dopo una rete in Nazionale | Foto Twitter

    Sempre il quotidiano sudamericano riporta che, qualora la FIFA dimostrasse un qualsiasi intervento da parte dell’esecutivo uruguaiano negli affari della Federcalcio per portare benefici ad una terza parte, la stessa FIFA potrebbe sospendere la Federcalcio lasciando così l’ Uruguay fuori da Brasile 2014.

    Nell’ottobre del 2010 la stessa FIFA era intervenuta in modo analogo nei confronti della Nigeria per un caso simile. dopo i fallimentari Mondiali in Sudafrica il Governo nigeriano intervenne decidendo di impedire ai membri eletti della Federcalcio di esercitare le loro funzioni. La Nigeria venne sospesa a tempo indeterminato e con effetto immediato.

    Ricordiamo che l’Uruguay oltre che essere una delle Nazionali più attese a Brasile 2014 è anche nello stesso girone dell’Italia insieme a Costa Rica ed Inghilterra.

  • Champions League: 1-1 tra Blaugrana e Colchoneros

    Champions League: 1-1 tra Blaugrana e Colchoneros

    Finisce in parità il tanto atteso derby spagnolo tra Barcellona e Atlètico Madrid ma la partita che si è vista è stata di una tale intensità e di un equilibrio che è stata una gioia per gli occhi, c’è poco da fare la Liga spagnola in questo momento elargisce un tono calcistico che può essere solo invidiato dalle altre potenze del pallone.

    Il pareggio per 1-1 certamente sorride più alla squadra di Simeone che ai blaugrana, non solo in vista del ritorno, ma anche da un punto di vista del morale sia sul proseguo della Champions League che sul proseguo della Liga, infatti se la classifica del campionato spagnolo dice già che l’Atlètico Madrid non è una sorpresa adesso anche la massima competizione continentale ha dato lo stesso verdetto inequivocabile in un campo ostico per chiunque.

    Ma andiamo con ordine, Diego Simeone ha preparato la partita con un piano ben preciso, coprirsi il più possibile per non subire reti attenzione massima ed evitare falli in zona limitrofa all’area di rigore, poi al minimo errore del Barcellona colpire in modo cinico. Tutto sembra filare liscio appena la difesa del Barcellona fa un errore Villa infatti va vicino alla rete, dall’altra parte i padroni di casa impostano una gran mole di gioco, ma non riescono a sfondare il muro eretto dal tecnico argentino. Dove l’Atlètico non riesce a chiudere gli spazi al fraseggio dei catalani arriva un fallo tattico che spezzetta il gioco e si va avanti così fino al termine del primo tempo che si chiude a reti bianche.

    La ripresa inizia con il Barcellona che accelera e che offre il solito monologo fatto di palleggio e passaggi corti ma al 5° Diego, ex-Juventus sfodera un tiro da fuori area perfetto che supera Pinto ed inaspettatamente sblocca la partita in favore degli ospiti che quindi acquisiscono sicurezza, il piano preparato prima della partita sta andando in porto.

    Il Barcellona però si trova punto nell’orgoglio e reagisce da grande squadra, sotto l’incessante incoraggiamento dei propri supporters, e con la determinazione dei suoi campioni, Messi e Iniesta che fino a quel momento avevano poco brillato, reagisce.

    Neymar esulta dopo aver segnato il gol del pareggio | Foto Twitter 7 Il Pallonaro
    Neymar esulta dopo aver segnato il gol del pareggio | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Il ritmo e l’intensità della partita del Barcellona crescono esponenzialmente con il passare dei minuti. Proprio Iniesta trova il pallone d’oro da regalare a Neymar che con tutta la sua freddezza supera Courtois per il pareggio blaugrana. Sul finire il Barcellona proverà a fare sua la partita ma l’Atlético torna a difendersi con i denti e Courtois chiude la porta definitivamente e risultando il migliore in campo alla fine. simeone ha ottenuto quello che voleva, fermare il gioco del Barcellona, segnare almeno un gol fuori casa e non perdere. Unica incognita è lo stato di salute di Diego Costa che è dovuto uscire per un infortunio. La qualificazione per la fase successiva della Champions League rimane apertissima, ma al “Calderon” il Barcellona troverà un clima “muy caliente” e dovrà cercare di fare la partita anche lì, avendo più cura della fase difensiva.

    BARCELLONA-A. MADRID 1-1 (0-0) – 56° Diego (A), 71° Neymar (B).

    Barcellona (4-3-3): Pinto 5,5; Alves 5,5; Piqué S.V. (12° Bartra 6,5); Mascherano 6,5; Alba 6; Xavi 6,5; Busquets 6,5; Fabregas 5 (68° Sanchez 6,5); Neymar 7; Messi 6,5; Iniesta 7,5.

    All.: Martino 6

    Atlético Madrid (4-2-3-1): Courtois 7,5; Juanfran 6; Godín 7; Miranda 6; Filipe Luís 6; Gabi 6,5; Tiago 6; Arda Turan 5,5 (77° Rodriguez S.V.), Villa 5 (71° Sosa 4,5); Koke 6; Diego Costa 5,5 (30° Diego 7,5).

    All.: Simeone 7

    Ammoniti: Jordi Alba, Iniesta (B), Koke, Gabi, Arda Turan, Juanfran, Diego, Sosa (A). Espulsi: –

  • Novak Djokovic dopo Indian Wells si prende anche Miami

    Novak Djokovic dopo Indian Wells si prende anche Miami

    Novak Djokovic e Rafa Nadal si ritrovano in finale, entrambi senza aver disputato le semifinali del torneo di Miami, evento mai successo da quando sono stati istituiti gli Open, e come due settimane fa, in California, a trionfare è il tennista serbo che così vince i primi due Masters 1000 della stagione battendo anche il n° 1 al mondo.

    Djokovic e Nadal si presentano così all’ultimo atto della competizione riposati ed entrambi annunciati in forma. Il match inizia con un combattutissimo primo game dove il serbo annulla una palla break all’avversario e si visualizza quanto si poteva intuire prima dell’inizio della sfida. Djokovic fisicamente e psicologicamente sta meglio, fino al 2-2 regna un certo equilibrio ma poi come gli si presenta la possibilità di interrompere la serie dell’avversario la sfrutta a pieno facendo un tennis che rasenta la perfezione, prima portandosi sul 4-2 e poi chiudendo il set sul 6-3.

    L’inizio del secondo set è la ratificazione di quanto visto precedentemente, lo spagnolo è in palese difficoltà, sia di concentrazione che fisica. Difficilemente abbiamo visto il n°1 al mondo sbagliare così ed uscire progressivamente dalla partita.

    Novak Djokovic in una fase del match | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Novak Djokovic in una fase del match | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Nadal concede subito il break, poi tenta una ripresa nel secondo game portandolo ai vantaggi ma perde e siamo 2-0 per Djokovic. I troppi errori di Rafa potrebbero già chiudere la sfida, virtualmente, al quinto game, ma stavolta è il serbo a fallire e ad esagerare nel tentativo di strafare cercando a tutti i costi un colpo ad effetto vincente che produce solo, come risultato, il mantenere in partita l’avversario.

    Tuttavia con lo stesso punteggio finale del primo set si chiude anche il secondo e dopo aver battuto a Indian Wells un altro campionissimo, Federer, la stessa sorte è toccata al n°1 al mondo, Nadal. Per Novak Djokovic si tratta della dimostrazione che ad oggi il migliore e le posizioni del ranking su quella superficie possono considerarsi invertite. Il tennista serbo aveva già vinto a Miami nel 2007, 2011 e 2012.

    Nadal invece avrà presto la possibilità di rifarsi, la stagione della terra rossa sta per cominciare.

  • Formula 1: Ferrari lavora su ogni area per migliorare

    Formula 1: Ferrari lavora su ogni area per migliorare

    Subito dopo il Gran Premio della Malesia la Ferrari è già al lavoro per tentare di ridurre nel più breve tempo possibile il gap esistente tra la “Rossa di Maranello” e soprattutto la Mercedes che è veloce ed affidabile.

    Sul sito della casa automobilistica italiana più famosa nel mondo tocca a James Allison, Direttore Tecnico della Scuderia, fare un bilancio di questa primissima parte di stagione e soprattutto spiegare ai milioni di tifosi appassionati quanto e cosa c’è da fare per migliorare.

    Impegnati in modo costante e con il massimo impegno a sviluppare la monoposto in tutte le aree possibili James Allison spiega:

    “In Malesia abbiamo portato un aggiornamento che si è rivelato utile e ci ha permesso di avere una vettura più competitiva rispetto alla prima gara, ma tutta la squadra sa bene quanto grande sia ancora la sfida che ci troviamo davanti”.

    Lo sviluppo della F14 T procede a ritmo serrato ed il lavorio tecnico per ottenere prestazioni competitive riguarda ogni ambito, infatti lo stesso Allison, sottolinea il fatto che tutti gli addetti ai lavori si soffermano molto sull’operato della parte motoristica, ma in pochi hanno fatto notare che nelle nuove monoposto l’1% della potenza del propulsore non produce effetti sul cronometro più di quanto ne possa produrre l’1% dell’efficienza aerodinamica.

    La Ferrari ai box del circuito del Bahrein | Foto Twitter / Il Pallonaro
    La Ferrari ai box del circuito del Bahrein | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Quindi la Ferrari su cosa punta principalmente per cercare di sviluppare al meglio la F14 T? Sempre James Allison, chiarisce la strada che intendono percorrere su Ferrari.com:

    “Il programma di sviluppo continuerà a lavorare sulla efficienza della F14 T, gli interventi su aerodinamica, power-unit e meccanica, gara dopo gara ci aiuteranno ad avvicinare chi ora è davanti”.

    La Scuderia di Maranello ed il suo Direttore Tecnico lancia poi un messaggio di ottimismo  perché comunque Allison vede dei progressi e confida che la stessa cosa avvenga nella terza prova del Mondiale di Formula 1 con la stessa costanza:

    “Se saremo in grado di tenere il passo con i progressi fatti tra Melbourne e Malesia potremo presto iniziare a dire la nostra con entrambi i piloti e in campionato”.