Autore: Cristiano Previ

  • Juventus: quasi fatta per Luisao, Lavezzi si può!

    Juventus: quasi fatta per Luisao, Lavezzi si può!

    Nell’arco di 72 ore la Juventus da una situazione di pressoché immobilismo dovuto alle attenzioni rivolte ad eventuali cessioni illustri e agli stati d’animo dei propri giocatori, Arturo Vidal su tutti, è passata a mettere una zampa poderosa su due giocatori che potrebbero essere molto importanti per lo scacchiere di Massimiliano Allegri nella prossima stagione.

    Ezequiel Lavezzi è da empo nel mirino di Marotta e Paratici che lo avevano già sondato ad inizio estate con il benestare di Antonio Conte. Il “ratto” di Coman a parametro zero da parte della Vecchia Signora poi ha fatto andare su tutte le furie il Paris Saint Germain, facendo congelare ogni tipo di trattativa.

    Ad oggi la situazione è a forti tinte bianconere, con un mezzo accordo con il giocatore, che gradirebbe tornare in Italia nel club più forte ed al tempo stesso il Paris Saint Germain che ha tentato di rinnovargli il contratto. L’incontro tra i parigini e l’attaccante c’è stato ed ha determinato un distacco profondo tra la domanda di Lavezzi e l’offerta del PSG, nel secondo incontro tra le parti la distanza non si è sanata ed il Paris ha chiuso la porta. Marotta sa che in squadra la Juventus ha un giocatore che il Paris Saint Germain farebbe carte false per averlo, Pogba, per avere Lavezzi i bianconeri potrebbero dare un’opzione ai transalpini in caso di cessione nella prossima stagione abbassando un po’ il prezzo del calciatore ex-Napoli.

    Ezequiel Lavezzi | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Ezequiel Lavezzi | Foto Twitter / Il Pallonaro

    A questo punto la Juventus è legttimata a provarci e vedremo se Lavezzi con i bianconeri abbasserà le pretese, altrimenti sarà fumata nera e la Juventus girerà le attenzioni sulle alternative, Hernandez su tutte.

    Il centrale difensivo del Benfica Luisao | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Il centrale difensivo del Benfica Luisao | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Quasi fatta invece per il brasiliano Luisao del Benfica, che entrato solo 72 ore fa nei radar bianconeri, secondo i media specializzati, ed invece oggi già in pieno accordo con la Juventus. Si parla di un contratto triennale per un giocatore di 33 anni che presumibilmente chiuderà con il grande calcio  in questo modo se tutto filerà liscio. La palla ora passa all’incontro tra le due società, che in un primo approccio sono rimaste ferme, il Benfica infatti non lascerebbe il giocatore a parametro zero ma vuole circa 4 milioni di euro. Ritenuti decisamente troppi per Marotta e quindi se ne riparlerà dopo ferragosto ma non dovrà essere un tira e molla troppo lungo, anche il Benfica sà che più di tanto non può chiedere e se ha interesse a monetizzare, anche poco, andrà incontro alla Juventus. L’alternativa a Luisao è Manolas, ma il costo è decisamente troppo alto e la concorrenza è molto folta.

    In uscita l’ingresso di Luisao sembra liberare qualche posto tra i difensori centrali che hanno un discreto movimento di mercato ma poche offerte per ora. Ogbonna sembra uscito definitivamente dal programma tecnico di Allegri e quindi potrebbe essere sul mercato, su Bonucci c’è stato un sondaggio da parte dell’Arsenal.

    Su Vidal la Juventus è stata chiara, dipende dalla volontà del giocatore ma la realtà è che se non per via di stampa offerte concrete alla Juventus non ne sono arrivate, qualora arrivasse l’offerta di 50 milioni auspicata la Juventus proverà anche con Pastore insieme a Lavezzi e Luisao, chiudendo le entrate, rinforzandosi e recuperando anche liquidi.

  • Tounkara, l’ispanico pronto per il Colosseo

    Tounkara, l’ispanico pronto per il Colosseo

    Dopo aver conosciuto Federico Bernardeschi e Simone Verdi continua la nostra scoperta dei volti nuovi e giovani della prossima Serie A. Dopo l’esplosione di Keia Baldè Diao nella scorsa stagione quest’anno la Lazio lancia nella massima serie un altro suo gioiellino cresciuto nelle giovanili del Barcellona, ma che con la Lazio Primavera è esploso, Mamadou Tounkara.

    A soli 18 anni si affaccerà sul palcoscenico più importante del nostro calcio, ma siamo certi che nonostante la concorrenza terribile di Klose, Djordjevic, Perea, Candreva e Keita davanti, il giovane ispanico saprà trovare il suo spazio. La Lazio di Claudio Lotito, strappò Mamadou Tounkara alla cantera del Barcellona a parametro zero nell’agosto 2012.

    Il Barcellona credeva tanto nel giovane Tounkara che nel 2010 lo manda in prestito al Farners, seguendone l’evoluzione. Convinta la società blaugrana al punto che lo inserisce in una sua squadra giovanile, blindando il suo contratto con una clausola rescissoria pari a 3 milioni di euro. Purtroppo una serie di infortuni e qualche episodio di indisciplina fanno ricredere il Barcellona che non rinnova entro i termini il contratto. Quì si infila la Lazio, che seguiva il giocatore da tempo e lo porta a Formello.

    Mamadou Tounkara, originario del Senegal ma con passaporto spagnolo, nasce a Blanes (Spagna) il 19 gennaio 1996 e come detto, già dai suoi primi calci nella cittadina catalana sembrava predestinato a diventare una futura stella blaugrana mentre il destino lo porterà, comunque giovanissimo, alla Lazio.

    Mamadou Tounkara | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Mamadou Tounkara | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Nel campionato primavera Tounkara, insieme a Keita Baldè si è messo in luce in modo straordinario, tanto che se i tifosi biancocelesti sembrano distanziarsi dalla prima squadra, per l’insofferenza verso  Claudio Lotito, al contrario sfogano tutto il loro amore per i ragazzi della Primavera e sono impazziti per questa coppia d’attacco che ha portato successi al settore giovanile capitolino.

    La scorsa stagione ha messo piede in pianta stabile in Serie A Keita e quest’anno sembra proprio che toccherà a Mamadou Tounkara con il benestare, gia arrivato, del nuovo tecnico Stefano Pioli che lo ha già schierato con ottimi risultati nelle partite amichevoli della preparazione estiva della Lazio.

    Goal segnati contro avversari di livello e buon movimento che hanno convinto Pioli a pomuoverlo definitivamente in prima squadra. Mamadou Tounkara ha un fisico possente, è una prima punta in grado di mettere velocità, tecnica e senso della porta al servizio dei compagni che devono solo metterlo in condizione di segnare. Esattamente come in occasione del Trofeo dei “Cinque Violini” dove l’attaccante spagnolo ha segnato un bellissimo goal allo Sporting Lisbona ad inizio agosto e che possiamo vedere in questo video:

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    Mamadou Tounkara, fisico statuario, velocità e tecnica decisamente sopra la media dei suoi coetanei siamo certi che troverà il suo spazio e sarà uno dei protagonisti della Serie A 2014/15 riuscendo a stupire nella Lazio.

  • Simone Verdi, tra toro e Milan se lo gode l’Empoli

    Simone Verdi, tra toro e Milan se lo gode l’Empoli

    E’ uno dei volti freschi e frizzanti della prossima Serie A, nella scorsa stagione ha militato nell’Empoli attraverso la formula del prestito dal Torino, squadra che detiene la metà del cartellino, l’altra metà è del Milan. La stessa formula tra le due squadre, con l’aggiunta del diritto di riscatto a favore dell’Empoli, è stata rinnovata quest’anno e così Simone Verdi si affaccerà per la prima volta sui campi di Serie A finalmente, dopo qualche sporadica apparizione, da protagonista.

    Nello scorso campionato di Serie B, con la maglia dei toscani dopo una partenza fulminante ha convinto in pieno Sarri, che lo ha impiegato con continuità consegnandogli le chiavi della regia d’attacco della squadra. Ha giocato alla fine quasi tutte le partite realizzando 5 reti e donando 7 assist alle due punte Tavano e Maccarone, compagni con i quali si trova a meraviglia.

    Seppur breve l’apparizione dell’Empoli in Coppa Italia, Simone Verdi ha lasciato il segno anche lì con una rete nelle due partite giocate.

    Simone Verdi nasce a Broni (Pv) nel 1992 e s’impone già all’età di 11 anni all’attenzione del Milan che lo preleva dall’Audax Travacò, dopo la sua trafila nelle giovanili rossonere esordisce con il diavolo in Coppa Italia nella stagione 2010/11 contro il Novara. Uno scampolo di partta che convince Max Allegri a replicare il suo impiego, sempre in Coppa Italia contro l’Udinese, ma il Milan che poi diverrà Campione d’Italia quell’anno verrà sconfitto dai friulani 0-1.

    Nella stagione successiva Simone Verdi viene ceduto in comproprietà con il Torino, che ne usufruirà le prestazioni sportive, ma con i granata trova poco spazio ed il campionato di Serie B di quell’anno lo vede in campo solo dodici volte e senza illuminare la scena. Così il Torino lo gira in prestito, la stagione successiva, nella Juve Stabia dove riesce a trovare il suo spazio e a far intuie le sue potenzialità come assist-man. L’Empoli di Sarri cerca un profilo del genere per innescare il suo attacco e nella scorsa stagione, come detto lo prende in prestito, credendo in lui.

    Simone Verdi in azone nella scorsa stagione | Foto Web / Il Pallonaro
    Simone Verdi in azone nella scorsa stagione | Foto Web / Il Pallonaro

    Simone Verdi risponde alla grande, parte subito la prima giornata con la rete al Latina e la giornata successiva fa una doppietta al Palermo di Gattuso, costruita per dominare la stagione ma che in quel momento non decollava. Sarri però è convinto e il ragazzo di Broni diventerà uno dei protagonisti fino alla promozione.

    Simone Verdi è un centrocampista avanzato che può ricoprire diversi ruoli dalla metà campo in sù, infatti spesso ha fatto la seconda punta nella scorsa stagione. Non possiede un fisico statuario, è alto 1,71 ma compensa questo con la straordinaria agilità e la velocità, ottima anche con la palla tra i piedi. Oltre a non disdegnare le reti che si costruisce soprattutto grazie ai suoi dribbling ed alla sua buona attitudine a inserirsi negli spazi in area, Verdi regala assist preziosi ai compagni. E’ ambidestro, pertanto da trequartista può spaziare liberamente su tutto il fronte con il medesimo effetto.

    Visto il gran movimento di mercato che si è innescato intorno a lui, fino alla blindatura ad Empoli, non è difficile immaginare che sarà uno dei protagonisti tra le matricole della prossima Serie A.

    In Nazionale, dopo essere stato convocato per qualche amichevole con l’Under 19, è stato convocato con la Nazionale Under 21 per l’amichevole del 4 giugno scorso, vinta per 4-0, contro il Montenegro, dove Verdi nella quarantina di minuti che ha avuto a disposizione ha regalato un assist vincente ai compagni.

  • Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Finalmente siamo, almeno momentaneamente, usciti da una situazione alquanto ridicola. Non era possibile vivere ancora di polemiche stantie su frasi e “vecchie massime” del candidato principale alla presidenza federale. Era l’ora di fare o un salto oltre la barricata o tentare la via della condivisione attraverso un Presidente voluto da tutti che avesse una linea guida condivisibile da tutte le Leghe del calcio.

    Come spesso accade in questo paese, dalla politica ad una semplice riunione di condominio, non viene mai scelta la strada della soluzione, ma semplicemente la scelta del “minor male, ed ecco allora che subentrano gli interessi personali, l’attaccamento alle poltrone ed il poco senso del dovere partorendo una via talmente difficile da percorrere che ad oggi, dopo l’elezione in terza battuta di Carlo Tavecchio, appare impossibile.

    Non sono serviti nemmeno gli interventi del presidente del CONI Malagò e del vice UEFA Gianni Infantino per illuminare i membri elettivi e gli stessi candidati che a più riprese erano stati invitati a ritirarsi per trovare una via comune e condivisibile.

    L’ingovernabilità del calcio non è evidente  per colpa del suo nuovo Presidente Federale, ma è evidente per quanto uscito fuori in queste settimane. Abbiamo di fatto un Carlo Tavecchio che dopo la prima conferenza stampa e le successive dichiarazioni è invitato dai suoi stessi elettori a non esprimersi più se non per parlare del programma. Programma che si conosce solo a bozze, infatti è solo un minimo elenco di problematiche da risolvere e che nonostante lui stesso abbia ricoperto la carica di Presidente della Lega Nazionale Dilettanti nella sua stessa Lega tali problematiche esistono tuttora.

    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare
    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare

    Vince un candidato, come sarebbe stato il caso di Albertini, caldeggiato da un’asse di “grandi elettori” (Lotito-Galliani-Preziosi) che nessuno comprende quale possa essere il reale interesse da parte loro per la sua vittoria visto che tutti navigano in “cattive acque“, per motivi diversi, nelle rispettive piazze e dovrebbero prima risolvere i problemi dalle loro parti.

    Nel programma elettorale di Tavecchio, che non si conosce ma dalle sue parole si intuisce,  si parla di riportare il pubblico negli stadi e la Curva Nord della Lazio conta ad oggi 258 abbonati, si parla di giovani calciatori italiani e del  loro futuro quando il Genoa è una delle prime società a vendere i propri gioiellini per comprare tanti giocatori stranieri in una sorta di girandola di mercato annuale e si parla di gestione manageriale o governance quando l’Amministratore Delegato del Milan vive la sua carica da separato in casa e non riesce a fare calciomercato perché é “bloccato” dai contratti onerosi con i suoi giocatori che lui stesso ha sottoscritto anni prima, ma non solo loro la Lega Pro, che appoggia in pieno Carlo Tavecchio, negli ultimi anni si è vista assottigliare le proprie squadre iscritte quasi del 50% proprio per una gestione fallimentare delle società. Per non parlare poi degli scandali succeduti in sequenza negli ultimi dieci anni di calcio, dove a guidare il vapore c’erano sempre gli stessi personaggi tra cui Abete, Tavecchio, Macalli e C. a cui non si può attribuire alcuna colpa, tuttavia si deve considerare la loro scarsa vigilanza nei rispettivi ruoli.

    Se l’elezione doveva dare una manifestazione di forza democratica del nostro calcio non si può rimanere contenti di fronte al fatto che l’elezione di un Presidente di una Federazione Sportiva (qualunque essa sia) debba essere determinata da Presidenti che ci mettono e ci guadagnano un sacco di soldi sfruttando lo sport più amato. Insomma se la Lega deve rappresentare i poteri la Federazione dovrebbe rappresentare il sano sport. Ma da quello che si evince è che gli interessi hanno eletto un Presidente e quindi se si devono fare delle scelte impopolari per il bene dello sport, queste scelte non verranno fatte perché chi ha consegnato il potere a Carlo Tavecchio può avere in qualsiasi momento la tentazione di ricattare e battere cassa nei confronti del Presidente. E’ un po’ come se la Confindustria senza ascoltare il popolo eleggesse il Presidente del Consiglio e lo facesse alla “luce del sole” verrebbe ad ogni cittadino il dubbio che c’è un conflitto d’interessi e soprattutto che la democrazia possa essere finita.

    Inoltre da quest’elezione, che ha appassionato i tifosi, viene fuori in modo netto che la Lega di Serie A è spaccata in due tra vecchie e nuove generazioni, tra vecchi e nuovi modi di vedere il calcio. Con liti furbonde e continui strali tra le parti che proseguiranno ad ogni decisione che la FIGC farà, a cominciare dalla scelta del nuovo Commissario Tecnico della Nazionale.

    L’indomani delle elezioni FIGC appare molto nebuloso, forse più di quanto già si pensava dopo le celebri uscite su Optì Poba, sulle donne “handicappate” o sull’omicidio di Kennedy e rimane addirittura cupo dopo il discorso fatto da Carlo Tavecchio dopo la terza e trionfale votazione.

    La sfida che si pone dopo le elezioni FIGC è quella di preparare la “squadra di governo” e la nomina del C.T. della Nazionale i nomi caldi per tutti i tifosi sono quelli di Mancini o Conte ma bisogna già fare alcune considerazioni. Essendoci l’ombra lunga di Claudio Lotito viene difficile pensare a Roberto mancini, ex tecnico Lazio, che ha tenuto in piedi una causa civile per anni con il suo vecchio Presidente ed al tempo stesso non si può pensare ad Antonio Conte, che se non avrà carta bianca e libero coordinamento su tutte le Nazionali, difficilmente accetterà l’incarico vista la sua giovane età lavorativa e le prospettive di carriera che fare il C.T.  può sbarrargli per almeno quattro anni. Ci sono poi le soluzioni tecniche e più facilmente percorribili Guidolin, Zaccheroni e l’ultimo papabile Cabrini. Ma anche quì, il neo Presidente Federale scivola su una “buccia di banana“, perché dopo la sua nomina, nel discorso davanti all’assemblea dice di non aver avuto ancora alcun contatto con qualcuno per il futuro della Nazionale e dire che di tempo ne ha avuto e che tra tre settimane la Nazionale dovrebbe scendere in campo.

    Proprio quì, all’inizio del suo mandato Tavecchio si gioca il suo futuro e lo fa in partenza già su un campo minato vedremo se le scelte saranno per una rivoluzione vera o, come si presuppone, per il “minor male” con la compiacenza dei “soliti noti“.

  • Community Shield: l’Arsenal ne fa tre al City!

    Community Shield: l’Arsenal ne fa tre al City!

    E’ iniziata ufficialmente la stagione del calcio in Inghilterra, con l’ FA Community Shield infatti si segna il primo atto che proseguirà nel prossimo week-end con la prima giornata di Premier League.

    Ad affrontarsi l’Arsenal di Arsene Wenger, vincitore della FA Cup ed il Manchester City, campione uscente della Premier League, il tutto, nella magnifica e storica cornice di Wembley. In pratica l’equivalente della nostra Supercoppa Italiana che si giocherà a dicembre tra la Juventus ed il Napoli.

    Molte le assenze nei due club, quindi non è un esito che pesa più di tanto sul morale delle compagini, tuttavia è già uno specchio di quello che potrebbe accadere durante la lunghissima stagione inglese di Premier League, infatti le assenze forzate ci saranno per tutte e l’Arsenal sa di avere delle riserve all’altezza per vincere.

    Da subito si è vista la squadra di Wenger più pronta e più decisa a fare propria la partita mentre il City aveva difficoltà a ripartire, complice l’ottimo movimento, per i Gunners, di Sanogo e Sanchez che costringono anche un attaccante come Dzeko a tornare nella propria metà campo per far ripartire i suoi.

    Ad un terzo del primo tempo botta e risposta tra le due formazioni, prima il Manchester City sfiora la rete con un tiro a botta sicura ravvicinato di Nasri che impatta sul petto di Nastasic. Poi è l’Arsenal a rispondere immediatamente con una percussione di Gibbs. La rete del 1-0 arriva al 22° con Cazorla che dal limite dell’area fa partire un bellissimo tiro ad incrociare che supera Caballero.

    Dopo il vantaggio dei Gunners si aspetta la reazione del Manchester City ed invece sono ancora i londinesi a sfiorare il raddoppio con Sanogo per due volte. Al 38° Nasri potrebbe pareggiare, Kolarov gli regala un traversone basso che il fantasista deve solo spingere in rete ed invece buca il pallone.

    Al 42° l’Arsenal raddoppia. Azione velocissima di conropiede con il trio, fantastico, Debuchy, Sanogo e Ramsey, quest’ultimo si trova a due passi dalla porta e non ci pensa su due volte battendo per la seconda volta Caballero. Prima della chiusura della prima frazione un’altra clamorosa occasione per i Gunners viene salvata da Caballero che con il piede devia in uscita su Sanchez che era lanciato solo in area. Si chiude così un primo tempo che ha regalato spettacolo e l’amaro in bocca ai tifosi del City per quell’occasione persa da Nasri.

    Nella ripresa Pellegrini sostituisce proprio Nasri con lo spagnolo Silva modificando anche il modulo da un 4-4-2 d’attacco si passa ad uno spregiudicato ed aggressivo 4-3-3, tutto per sopperire Jovetic e Dzeko troppo soli davanti. Wenger invece centellina le forze inserendo Chamberlain, Monreal e Giroud al posto di Sanchez, Koscielny e Sanogo. La stanchezza si fa sentire e le squadre sono molto allungate infatti la ripresa regala un capovolgimento di fronte dietro l’altro, spettacolo e sembra che il City possa raddrizzare la partita. Arrivano un palo di Jovetic a Szczesny battuto e un bel volo dell’estremo difensore dei Citizens.

    Esultanza dei giocatori dell'Arsenal al gol | Foto Twitter / Il palonaro
    Esultanza dei giocatori dell’Arsenal al gol | Foto Twitter / Il palonaro

    Pellegrini mette forze fresce, inserisce Milner e Zuculini togliendo Dzeko e Yaya Touré e subito, sarà un caso, i Gunners trovano la terza rete. Giroud copre il pallone, fa un’azione in solitario e da 25 metri calcia verso la porta beffando per la terza volta Caballero.

    Il finire di match  un cannovaccio continuo del Manchester City che cerca di fare qualcosa ma l’Arsenal respinge ogni attacco in modo tranquillo nonostante altri cambi fatti dal tecnico francese che chiude la gara portando in dote ai Gunners la tredicesima Community Shield.

    ARSENAL-MANCHESTER CITY 3-0 (2-0) 22° Cazorla, 42° Ramsey, 61° Giroud.

    Arsenal (4-2-3-1): Szczesny; Debuchy, Koscielny (46° Monreal), Chambers, Gibbs; Arteta, Wilshere (68° Flamini); Alexis Sanchez (46° Chamberlain), Ramsey (85° Campbell), Cazorla (70° Rosicky); Sanogo (46° Giroud).

    A disp.: Martinez.

    All.: Wenger.

    Manchester City (4-4-2): Caballero; Clichy, Boyata, Nastasic, Kolarov (76° Richards); Navas (85° Sinclair), Fernando, Y.Touré (60° Zuculini), Nasri (46° Silva); Jovetic, Dzeko (60° Milner).

    A disp.: Hart, Rekik.

    All.: Pellegrini.

    Ammoniti: Fernando (M.C.)

     

     

  • Violenza negli stadi, pugno duro del Governo

    Violenza negli stadi, pugno duro del Governo

    Finalmente è arrivata la presa di posizione dello Stato dopo i fatti tragici del pre gara di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina allo Stadio Olimpico di Roma. Il Governo annuncia la prima parte della riforma che riguarderà il mondo del calcio, quella che tratta la problematica inerente la violenza negli stadi e le norme sembrano piacere alle istituzioni del mondo “pallonaro“.

    Ed è il Ministro dell’Interno Alfano ad illustrare l’inasprimento delle norme già in essere e a spiegare quelle che saranno aggiunte al pacchetto:

    “Lo Stato ha perso la pazienza contro chi vuole rovinare la domenica agli amanti del calcio”

    Uno dei tanti scontri tra tifoserie della scorsa stagione | Foto Web / Il Pallonaro
    Uno dei tanti scontri tra tifoserie della scorsa stagione | Foto Web / Il Pallonaro

    Diciamo subito che le Istituzioni annunciano con le stesse parole quanto già espresso dopo i tragici fatti di Catania culminati con la morte dell’Ispettore Raciti, ma che tuttavia nelle norme pongono i tifosi violenti ed i “facinorosi da stadio” alla stregua di pericolosi criminali, vediamo perché:

    a) Il provvedimento del DASPO viene sensibilmente inasprito, riguraderà atti violenti, minacce, intimidazioni ed esposizione di striscioni inneggianti la violenza punibili per i recidivi fino all’allontanamento dallo stadio per otto anni nella figura di un singolo soggetto mentre per i gruppi è previsto un minimo di tre anni per i “capi”.

    b) Arresto differito per coloro che fanno cori o innalzano striscioni che istigano alla discriminazione razziale.

    c) Estenzione del DASPO per coloro che saranno denunciati o condannati per atti contro l’ordine pubblico, con particolare riferimento ai reati di devastazione e saccheggio e per tutti gli altri delitti definiti “di comune pericolo mediante la violenza”, quali attentati alla sicurezza dei trasporti, fabbricazione e detenzione di materiali esplodenti oltreché spaccio di droga, rapine ed estorsione.

    d) Potere del Ministero degli Interni di vietare le trasferte fino a due anni alle tifoserie che si rendono protagoniste di fatti di gravi episodi di violenza oltreché la sorveglianza speciale da parte delle Forze di Polizia per le persone recidive già colpite da DASPO o viene trovato spesso coinvolto negli scontri tra tifoserie.

    Lo stesso Ministro Alfano riconosce soprattutto quest’ultimo punto come molto restrittivo e paragonabile a provvedimenti per criminali di grosso calibro:

    “E’ una scelta molto forte da parte del Governo, visto che è lo stesso tipo di provvedimento che si applica ai mafiosi”.

    La seconda parte delle norme riguarda invece il capitolo relativo alla frode sportiva ed anche quì le pene sono maggiorate: chiunque offra o riceva denaro o altre utilità per alterare il risultato di una competizione sportiva verrà punito con una sanzione che va da due a sei anni di carcere. Se la frode ha il fine di alterare le scommesse sportive la pena viene maggiorata fino a nove anni ed una multa di cento mila euro.

    La terza parte riguarda invece più direttamente le società ed i rapporti con le tifoserie. Non potranno esserci in alcun modo nè rapporti commerciali tra tifosi e club né agevolazioni di qualsiasi tipo da parte delle società ad ultrà condannati per reati di contraffazione e vendita di prodotti. Inoltre nel provvedimento si chiede espressamente uno sforzo ulteriore per ammodernare e rendere più sicuri e a norma gli impianti prevedendo inoltre una semplificazione burocratica che impone alle amminstrazioni locali di fornire una risposta alle richieste delle società entro 48 ore.

    Insomma sulla carta appare proprio una sorta di “tolleranza zero” e dun nuovo inizio molto difficile da immaginare in un paese dove negli ultimi anni si sono viste tutte le “brutture” enunciate nel provvedimento con tanti protagonisti ancora all’interno del mondo del calcio. Sarà la volta buona che si lotterà contro la violenza negli stadi?

  • Gp Indianapolis, la zampata di Valentino Rossi

    Gp Indianapolis, la zampata di Valentino Rossi

    La settimana del Gran Premio d’Indianapolis è stata caratterizzata dal rinnovo contrattuale da parte di Jorge Lorenzo con la Yamaha, infatti il loro rapporto ora è blindato fino al 2016. Inoltre in questo periodo estivo c’è stato qualche movimento tra i piloti dove Carl Crutchlow ha lasciato la Ducati per accasarsi nel team di Lucio Cecchinello e Stefan Bradl ha firmato un contratto con la Forward Racing. Tutto quì?

    No perchè nelle prove libere del GP nel mitico circuito americano si è rivisto alla grande Valentino Rossi che all’ultimo secondo dei test stampa il miglior tempo e se il buon giorno si vede dal mattino…

    Un’ora prima delle prove aveva piovuto, tuttavia l’asfalto del circuito, nel momento in cui si può entrare in pista, è totalmente asciutto. Marquez si piazza subito davanti con un tempo discreto, ma destinato ad essere limato da quì alla fine di parecchio. Tuttavia lo spagnolo appena perde la miglior posizione la riagguanta subito tenendo Bautista ed Aleix Epargarò, unici in costante contatto con lui, a debita distanza. Poi Rossi piazza un tempo “relativamente vicino” a più di mezzo secondo.

    Nella seconda fase Lorenzo si posiziona in terza posizione avvicinandosi al dottore che però si vede staccato di sei decimi da Marquez che migliora di una spicciolata il suo tempo.

    Il "gruppone" con Valentino Rossi nelle libere del GP di Indianapolis | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Il “gruppone” con Valentino Rossi nelle libere del GP di Indianapolis | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Negli ultimi dieci minuti delle prove libere ecco che avvengono una serie di colpi di scena mozzafiato. Rossi cala subito una serie di giri veloci che lo avvicinano subito allo spagnolo, nel frattempo Colin Edwards si mette in riga con i tempi ai primi tre Marquez, Rossi e Lorenzo mentre Valentino continua ad aumentare il ritmo finché non passa momentaneamente in testa.

    A sparigliare però le carte ci pensa Iannone che fa un tempo ottimo piazzandosi in testa davanti alla Yamaha di Rossi ed abbassando il primato di due decimi, in terza posizione Pol Espargarò scavalca Marquez.

    Nell’ultimo giro Smith abbassa il tempo ancora, ma deve arrivare in fondo Valentino Rossi che sta realizzando parziali ottimi ed infatti arriva in fondo mettendo la sua Yamaha davanti a tutti con un vantaggio risicato a trentaquattro millesimi ma dal valore inestimabile in fatto di autostima. Domani nelle qualifiche sarà dura ma Valentino Rossi potrà tentare di dire la sua in un circuito che non ama particolarmente.

    TEMPI REALIZZATI DAI PRIMI DIECI:

    1° ROSSI V. 1:34.535 (Movistar Yamaha MotoGP)

    2° SMITH B. +0.034 (Monster Yamaha Tech 3)

    3° IANNONE A. +0.044 (Pramac Racing)

    4° EPARGARO’ P. +0.143 (Monster Yamaha)

    5° MARQUEZ M. +0.350 (Repsol Honda Team)

    6° LORENZO J. +0.549 (Movistar Yamaha MotoGp)

    7° REDDING S. +0.587 (GO & FUN Honda Gresini)

    8° ESPARGARO’ A +0.748 (NGM Forward Racing)

    9° DOVIZIOSO A. +0.910 (Ducati Team)

    10° HERNANDEZ Y. +0.966 (Y. Energy T. I. Pramac Racing)

     

  • Torino, un sogno chiamato Europa

    Torino, un sogno chiamato Europa

    Se a Giampiero Ventura si chiede se sarà una passeggiata o una semplice formalità la partita di questa sera si può correre il rischio di vederlo veramente arrabbiato. Non ne vuole sentire nemmeno parlare, eppure visto il risultato della gara d’andata sulla carta non dovrebbero esserci patemi e quella di questa sera, con inizio alle 20:30, allo Stadio Olimpico di Torino sembra una serata di gala.

    La maglietta celebrativa per festeggiare | Foto Twitter / Il Pallonaro
    La maglietta celebrativa per festeggiare | Foto Twitter / Il Pallonaro

    I tifosi ci credono ed in ventiduemila saranno ad incitare e a pompare il “Vecchio Cuore Granata” sempre alla ricerca dell’impresa e mai domo. Il Brommapojkarna appare un ostacolo troppo molle da riuscire ad evitare di essere travolto dall’entusiasmo del Torino.

    Uno dei tanti copricurva dei supporters del Torino | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Uno dei tanti copricurva dei supporters del Torino | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Giampiero Ventura, la sfida di questa sera, la spiega così:

    “Rappresenta qualcosa di speciale, un grande obiettivo raggiunto dal giorno in cui siamo partiti tre anni fa. I tifosi avevano bisogno di serietà, professionalità, risultati e determinazione e noi glieli abbiamo dati”.

    In ogni caso l’allenatore del Torino tiene il giusto livello di attenzione. Rimarcando che non sarà una gara da prendere “sotto gamba” e che potrà diventare una vera festa soltanto facendo bene questi novanta minuti e poco importa se saranno assenti del match Cerci ed El Kaddouri poiché il primo sta lavorando duro per riprendere la condizione ottimale ed il secondo è uno dei maggiori artefici della grande crescita granata.

    Dall’altra parte il tecnico Stefan Billborn si mostra per nulla sfiduciato e dichiara:

    “Cercheremo di fare un buon risultato, nonostante il Torino sia molto forte, nonostante il risultato dell’andata proveremo a qualificarci”.

    In questo terzo turno preliminare di Europa League dall’inizio sarà assente anche Fabio Quagliarella che comunque sarà molto probabilmente impiegato nel corso del match proprio per farlo entrare anche nell’atmosfera di festa granata e presentarlo al pubblico presente allo stadio.

    PROBABILI FORMAZIONI:

    Torino (3-5-2): Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Darmian, Nocerino, Perez, Benassi, Molinaro; Larrondo, Barreto.

    Allenatore: Giampiero Ventura.

    Brommapojkarna (4-3-3): Blazevic; Bjorkstrom, Starfelt, Larsson, Falkeborn; Martinsson, Petrovic, Karlstrom; Barkroth, Rexhepi, Jonsson.

    Allenatore: Stefan Billborn

  • Cagliari, in delirio per la squadra di Zeman

    Cagliari, in delirio per la squadra di Zeman

    Presentata la squadra di Zdenek Zeman e del nuovo Presidente Giulini, che ha rilevato ad inizio estate la società da Cellino. All’Arena Grandi Eventi di Sant’Elia è stato un tripudio per i rossoblù sardi, a presentare la serata Eleonora Boi, volto nuovo della Tv e del mondo del calcio attraverso l’emittente Sportitalia. La società nel contempo ha pubblicizzato la candidatura di Cagliari quale città della cultura 2019, segno della voglia della nuova proprietà di rafforzare il senso d’appartenenza.

    Da subito si capisce che la serata sarà memorabile e che i tifosi aspettavano di abbracciare la squadra con il massimo calore dopo la parentesi del ritiro di Sappada nelle Dolomiti e quando arriva il pullman il pubblico è in delirio. La voglia di conoscere i nuovi acquisti, rivedere i propri beniamini, scoprire le nuove maglie e sentire parlare la nuova proprietà è tantissima.

    Palco e pubblico per la presentazione del Cagliari 2014/15 | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Palco e pubblico per la presentazione del Cagliari 2014/15 | Foto Twitter / Il Pallonaro

    I calciatori vengono presentati uno ad uno e per ognuno il pubblico si esalta. Con la maglia numero dieci sale Adryan ed il pubblico ricorda Gianfranco Zola, sperando che il giovane possa ripeterne le gesta, ma l’ovazione più grande è per Mauricio Pinilla che in molti sperano resti in Sardegna.

    La squadra di Zeman con le nuove maglie | Foto Twitter / Il Pallonaro
    La squadra di Zeman con le nuove maglie | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Applauditi Sau e osannato il beniamino locale Cossu ecco arrivare il momento più atteso, tocca a Zeman. Il tifo sardo non si esime dal lanciare il coro “Chi non salta juventino è!“, conoscendo i passati scontri del tecnico boemo con la Vecchia Signora. Zeman sorride, salta e sembra divertirsi e come sempre, quando gli viene consegnato il microfono, è di poche parole ma di grande effetto:

    “Voglio togliermi grosse soddisfazioni!”

    Ed il pubblico ci crede, il ritiro estivo è stato un successo di risultati con un crescendo della condizione, tanto che qualcuno ha trovato sorpreso perfino il tecnico boemo che normalmente spreme nella preparazione fisica pre-campionato i suoi atleti con sedute durissime ma che poi permettono agli atleti di correre come forsennati per tutto l’anno.

    Dopo l’inno “Cagliari nel nostro cuore” Giulini fa gli onori di casa e saluta tutti emozionato:

    Giornata fantastica, non me l’aspettavo. Sono ancora molto emozionato“.

    Il Cagliari di Zdenek Zeman sta crescendo e lui sta plasmando la squadra nelle migliori condizioni in cui abbia lavorato, tanti giovani che hanno la dose giusta di umilta e l’enorme fame di esplodere, il pubblico dopo il benestare a poter riempire fino a dodici mila posti il Sant’ Elia, sarà un’arma in più che farà bene alla squadra abituata ad esili infernali nelle passate stagioni e poi c’è entusiasmo, quello che solo Zeman riesce a tramutare in energia.

    Riuscirà il tecnico boemo a sorprenderci come nella cavalcata del Pescara in Serie B o del Foggia degli anni ’90?

  • Bernardeschi: presente viola, futuro azzurro!

    Bernardeschi: presente viola, futuro azzurro!

    Nella selva dei giovani mandati in prestito per maturare esperienza nella scorsa stagione è emerso come un punto fermo della Fiorentina del domani. Non è un caso che Vincenzo Montella si sia dichiarato favorevolmente colpito da Federico Bernardeschi, rientrante da una stagione al Crotone chiusa positivamente, e abbia deciso di puntarci sopra per la prossima stagione.

    Bernardeschi nasce a Carrara il 16 febbraio 1994 e sebbene già giovanissimo sia entrato in una delle tante scuole calcio dell’Empoli è la Fiorentina ad accaparrarselo per prima facendogli fare tutta la trafila nei settori giovanili. A nove anni, infatti, la società viola lo tessera per i pulcini.

    La scorsa stagione la svolta. La Fiorentina lo cede in comproprietà al Crotone, per farlo maturare e finalmente farlo confrontare con il calcio professionistico. L’impatto è stato buono, 39 presenze condite da 12 reti ed un buonissimo numero di assist, la Fiorentina crede tanto in lui che nel mercato estivo lo perde temporaneamente per il riscatto da parte del Crotone, ma i viola lo controriscattano e lo riportano a casa.

    Federico Bernardeschi | Foto Twitter / Il Pallonaro
    Federico Bernardeschi | Foto Twitter / Il Pallonaro

    Nella Copa Euroamericana ha dato un solo assaggio delle sue potenzialità, ma dolcissimo! Nel match d’esordio della Fiorentina della competizione prende palla a centrocampo e manda in rete, con un passaggio “al bacio“, Mario Gomez.

    Cesare Prandelli nello stage di marzo a Coverciano lo ha chiamato con i big per fare le scelte definitive verso Brasil 2014 dopo che Federico Bernardeschi dalla Nazionale Under 18 è sempre stato nei pensieri del clan azzurro.

    Federico Bernardeschi è un’attaccante esterno, un’ala destra capace sia di saltare l’uomo che di offrire assist importanti per i compagni, così ha preso il posto da titolare nel Crotone e così cercherà di fare in Serie A, anche se la concorrenza in quel ruolo è agguerrita. Come tutti gli esterni alti moderni è in grado di ricoprire il medesimo ruolo dalla parte opposta del campo. Abile sui calci di punizione, per le caratteristiche fisiche che ha dosa velocità e potenza, che deve ancora esplodere in pieno per la sua giovane età, oltre naturalmente ad una tecnica già molto affinata. Altra cosa che non guasta è la sua freddezza sotto porta che risalta quando dall’esterno si fa trovare smarcato in area stringendo verso il centro per sfruttare gli assist dei compagni.

    Nonostante le voci di mercato che lo riguardano possano far pensare ad un’altra stagione in prestito o ad una cessione è difficile pensare che Vincenzo Montella e la Fiorentina decidano di lasciarlo andare non sfruttando l’occasione per valorizzarlo e plasmarlo al meglio per il progetto viola.

    A soli 20 anni, Federico Bernardeschi, può rivelarsi una delle sorprese più interessanti della stagione 2014/15 con un bel risvolto a tinte azzurre perché si tratta di un giocatore sui quali puntare per il rilancio futuro della Nazionale.