Autore: Cristiano Previ

  • Azzurri contro la solida Croazia e Balotelli a casa

    Azzurri contro la solida Croazia e Balotelli a casa

    Appuntamento importante per gli azzurri di Antonio Conte, che affrontano quella che, assieme alla Norvegia, rappresenta il principale ostacolo alla supremazia del girone di qualificazione per i prossimi campionati europei, la Croazia. Martedì invece appuntamento a Genova contro l’Albania, per un match amichevole organizzato per raccogliere fondi da devolvere per le persone colpite dall’alluvione nello scorso ottobre e nuovamente messe sotto torchio dal mal tempo ieri.

    La scossa ed il leitmotiv di queste due partite è stato finora la convocazione di Mario Balotelli, che certamente non per merito è stato chiamato da Conte ed altrettanto sicuramente è giunto nuovamente in azzurro quale talento inespresso del nostro calcio al quale si deve dare un’opportunità. La storyline però è finita ieri, quando il tecnico e tutto lo staff hanno trattato Balotelli esattamente come tutti gli altri, infatti acciaccato è stato rispedito a casa insieme ad Ogbonna. Su questo almeno Conte è stato coerente, non ci sono privilegiati.

    Antonio Conte | Foto Twitter
    Antonio Conte | Foto Twitter

    Da una prima impressione sembra che Antonio Conte sia abbastanza legato in questi due match nelle formazioni. Infatti contro la Croazia sembra orientato ad appoggiarsi alla vecchia guardia, mentre a Genova vedremo una sorta di passerella per il pubblico genovese dei convocati rossoblucerchiati.

    I punti di forza della Croazia sono rappresentati dai militanti della nostra Serie A Vrsaljko e Kovacic oltre che ovviamente dall’attaccante Mandzukic che gioca nell’Atletico Madrid, il trequartista Modric del Real e la coppia difensiva Corluka e Lovren che hanno fatto benino al Brasil 2014 insieme all’esterno Srna. Insomma si tratta di una compagine ben assortita in tutti reparti ma con una spiccata attitudine difensiva ed una buona manovra di rimessa. Osservato speciale del match sarà Perisic seguito ultimamente dal Napoli.

    Out Barzagli (infortunio), Bonucci (squalificato) e infine anche Ogbonna, la linea dei tre centrali dovrebbe essere affidata a Moretti, Ranocchia e Chiellini mentre a centrocampo Verratti si sistemerà tra Marchisio e De Rossi, davanti tra gli azzurri c’è maggiore scelta tuttavia Immobile dovrebbe essere coadiuvato da Pellè, ultimamente più in palla di Zaza del Sassuolo.

    ITALIA-CROAZIA LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Italia (3-5-2): Buffon; Moretti, Chiellini, Ranocchia; Darmian, De Rossi, Verratti, Marchisio, De Sciglio; Immobile, Pellè.

    All.: Antonio Conte

    Croazia (4-3-2-1): Subasic; Srna, Lovren, Corluka, Vrsaljko; Modric, Rakitic, Kovacic; Perisic, Mandzukic; Olic.

    All.: Niko Kovac

     

  • Formula 1: Alonso verso l’ultima gara in rosso?

    Formula 1: Alonso verso l’ultima gara in rosso?

    Quattro anni fa in Bahrain iniziava in modo trionfale, vincendo la sua prima gara in rosso, l’avventura di Fernando Alonso in Ferrari. Un matrimonio cercato e voluto soprattutto dallo stesso pilota, ansioso di poter disporre di una macchina leggendaria della Formula 1 e competitiva dopo l’uscita dalla McLaren e due stagioni anonime in Renault.

    Dopo l’epopea di Schumacher sia i fan che la stessa Ferrari sognavano un ciclo vincente con il pilota iberico considerato ancora oggi uno dei pochi del circus capace di tirare fuori il cento per cento dalle monoposto ed invece la favola iniziata quattro anni prima è molto probabile giunga al termine senza un lieto fine.

    Infatti è atteso proprio per l’inizio della settimana prossima l’annuncio che le strade della rossa di Maranello e Alonso si dividano, a favore di un ritorno in McLaren per Fernando e dell’ingaggio di Sebastian Vettel per la Ferrari. Un risvolto della vicenda del resto su cui i protagonisti tengono tutti sulle spine fin dal Gran Premio di Suzuka attraverso qualche spiffero di rinnovo e tanti indizi che portano alla conclusione più ovvia, quella fatta dalla contabilità dei risultati e dal feeling rotto con la scuderia da qualche tempo.

    Fernando Alonso | Foto Twitter
    Fernando Alonso | Foto Twitter

    Arriverà quindi in rosso un altro pilota tedesco, Sebastian Vettel, considerato l’erede di Michael Schumacher, che dovrà fare tutto il possibile per riportare la Ferrari sul tetto del mondo della Formula 1 ed al tempo stesso rivitalizzare un ambiente che ha perso fiducia e competitività, mentre nel contempo se ne va un pilota imprevedibile, intelligente e capace di ribaltare il pronostico attraverso una guida sempre al limite per estrarre il meglio dal materiale messogli a disposizione ma al tempo stesso scomodo, provocatorio ed incapace di mentire a se stesso e alla squadra.

    La favola quindi di Fernando Alonso alla Ferrari si potrebbe chiudere tra otto giorni, con il Gran Premio di Abu Dhabi, nel modo in cui nessuno si poteva augurare, portando in dote solo una manciata di vittorie, punti importanti ma nessun titolo.

  • Inter-Mancini, affare o altro buco in bilancio?

    Inter-Mancini, affare o altro buco in bilancio?

    Ormai è ufficiale e tanti tifosi nerazzurri si stanno ancora lustrando gli occhi, Inter-Mancini è fatta. Walter Mazzarri in nerazzurro con il suo credo calcistico fatto di equilibrio e piccoli passi è naufragato questa mattina ed al suo posto ritorna colui che nel pre-calciopoli mise le basi e nel post-calciopoli vinse riportando l’Inter di Moratti ai vertici del calcio italiano.

    Il club di Erik Thohir e Roberto Mancini stanno limando in queste ore gli ultimi dettagli ma la base della trattativa è piazzata con cifre importante si parla di circa 4 milioni di euro a stagione (compenso – più bonus) e insieme al tecnico arriveranno i collaboratori David Platt, Attilio Lombardo e Adani anche loro con compensi previsti piuttosto alti.

    Già in estate e poi nelle settimane scorse avevamo sottolineato le difficoltà della squadra meneghina sia a fare mercato che a programmare in modo virtuoso il proprio futuro in quanto il presente non è affatto roseo ed è figlio delle immense spese che hanno portato sì a vincere uno storico triplete, ma anche a dissanguare e dilapidare il patrimonio di una famiglia che poi si è ritrovata nella costrizione di dover cedere la società ad Erik Thohir.

    Roberto Mancini | Foto Twitter
    Roberto Mancini | Foto Twitter

    Nelle settimane scorse poi, come se non bastasse, è arrivato il monito della U.E.F.A. che per effetto delle regole del Fair Play finanziario  controlla i bilanci delle società per verificare che le squadre partecipanti alle competizioni europee spendano in proporzione a quanto ricavano. Inter e Roma su queste indagini sono risultate in difetto ed il club nerazzurro in particolare.

    Inevitabile riflettere quindi sul fatto che l’esonero di Walter Mazzarri ed il suo staff, salvo accordi su buone uscite, porterà ad un ulteriore perdita per il club. I conti si fa presto a farli visionando il bilancio dell’Inter, alla voce “Costi del personale tesserato” si evince che nella scorsa stagione sono stati spesi 11.938.000 Euro lordi, in estate Mazzarri e l’Inter hanno rinnovato di due anni il contratto a cifre leggermente ribassate. In pratica in due anni la società dovrà sborsare comunque per il tecnico di San Vincenzo ed i suoi collaboratori una cifra superiore a 19.000.000 di Euro perché pur non considerando i quattro mesi fatti in questa stagione (dal rinnovo ad oggi) gli emolumenti per lo staff tecnico esonerato saranno di 8.000.000 Euro per il 2014/15 e di 11.500.000 Euro per la stagione successiva.

    Se inoltre consideriamo i 3.500.000 di Euro previsti (più bonus) che sono stati garantiti a Mancini con un contratto di due anni e mezzo (scadenza 30 giugno 2017) porteranno in questa stagione ad alzare la suddetta voce a bilancio per oltre 20 milioni di Euro e nella stagione 2015/16 addirittura sopra ai 30 milioni.

    L’effetto dell’affare Inter-Mancini certamente nell’immediato riporterà i tifosi nerazzurri allo stadio con entusiasmo e interessanti varianti tecniche sul campo, ma se le previsioni di bilancio ed il conseguente movimento sul calciomercato non mentono non sarà facile per l’Inter spiegare all’U.E.F.A. a dicembre come i costi non siano solo non diminuiti ma anzi aumentati e ai tifosi spiegare il perché se c’era la possibilità di spendere cifre del genere non si sia pensato ad investire sul mercato puntando ad altri nomi?

  • Calciomercato, parametri zero da sogno

    Calciomercato, parametri zero da sogno

    Si avvicina la finestra di calciomercato invernale, chiamato ormai da anni “mercato di riparazione”, ovvero quello che può definitivamente chiudere un cerchio per chi è rimasto in attesa di poter sfoderare l’attacco ad alcuni tasselli mancanti per completare la rosa ed al tempo stesso la possibilità, per chi ha erroneamente ritenuto di aver allestito un team che rispondesse alle aspettative ed è rimasto deluso. Poi ci sono quelle squadre attanagliate dagli infortuni con un lungo recupero, che in un modo o nell’altro per restare in linea devono necessariamente rimpinguare la rosa e coprire un ruolo importante lasciato scoperto.

    E’ qui che si divide il nostro calcio, nell’eterno dilemma tra dare la possibilità ad un giovane di potersi esprimere sfruttando l’occasione lasciata dalle lacune della rosa e invece investire nel calciomercato appunto, come spesso dettato però dalle logiche dei costi, che portano più agevolmente le squadre ad investire in giocatori esteri.

    Le trattative riguardanti passaggi di giocatori da una squadra all’altra sono già iniziati, sotto traccia, e con qualche nome altisonante, tuttavia siamo ancora a livelli di rumors, sondaggi e pochissime richieste formali. Quello che invece è interessante già oggi è il calciomercato che riguarda i futuri parametri zero, o meglio quei giocatori che a breve con l’avvicinarsi della scadenza (giugno 2015) del contratto possono essere avvicinati e messi sotto contratto da dicembre per la prossima stagione. Un po’ come fece la Juventus con Fernando Llorente che trovò l’accordo con il giocatore mentre finiva la stagione con l’Athletic Bilbao.

    Le squadre proprietarie dei cartellini di questi giocatori stanno rapidamente trattando i rinnovi, proprio per non incappare nella sgradevole possibilità di perdere giocatore ed investimento a fronte di “zero”, perfino la squadra Campione d’Italia è alle prese con questo problema infatti se non destano particolari problemi i casi di Buffon e Chiellini si potrebbe avere qualche dubbio per i destini di Storari, Rubinho, Motta e Pepe per la volontà della società e invece più di un lecito dubbio sui destini di Giovinco e Lichtsteiner per volontà dei giocatori.

    Lichsteiner a Torino si trova bene e la società lo vuole tenere ma ci sono sirene straniere importanti e così i conseguenti ingaggi che potrebbero essergli proposti, più difficile è la situazione di Giovinco che ha tanti estimatori in Italia e probabilmente con la Juventus si è giocato le sue chance.

    Non solo la Juventus però deve fare i conti con le scadenze contrattuali, in lista ci sono anche Abate del Milan, Neto della Fiorentina e pure De Sanctis della Roma per esempio mentre nei mercati esteri ci sono ottime possibilità per le nostre squadre di fare l’affare per la prossima stagione.

    In difesa ci sono i profili di Elm, difensore centrale del CSKA Mosca di 26 anni con notevole esperienza internazionale oppure, sempre tra i difensori centrali, Carlos Zambrano peruviano di 25 anni in forza all’Eintracht Francoforte. Un altro bellissimo colpo sarebbe rappresentato dal giovane Fabian Schar che a soli 22 anni sta ben impressionando con il Basilea e pare che Milan e Napoli si stiano muovendo in questa direzione.

    Carlos Zambrano, difensore centrale dell'Eintracht Francoforte | Foto Twitter
    Carlos Zambrano, difensore centrale dell’Eintracht Francoforte | Foto Twitter

    A centrocampo un altro bel nome è rappresentato da Evgen Konoplyanka trequartista di grande talento del Dnipro che quest’estate era stato accostato a Milan e Inter attraverso l’interessamento di Andriy Schevchenko, ma le casse delle due milanesi non permettevano il trasferimento. Poi ci sono: Dzsudzsàk, ala sinistra ungherese della Dinamo Mosca di 27 anni, Milner, centrocampista destro di 28 anni attualmente al Manchester City ed i due più gettonati Stéphane Mbia classe 1986 del Siviglia, al quale diverse italiane puntano e il pezzo fortissimo Sami Khedira del Real Madrid, un top player dall’ingaggio proibitivo per le nostre squadre.

    In attacco la scelta addirittura aumenta, con due stelle del Marsiglia, Gignac di 28 anni e Ayew di 24 anni, quest’ultimo seguito dal Napoli. Poi c’è la vecchia conoscenza rossonera Huntelaar, 31 anni, che andrà in scadenza con lo Schalke 04. Il pezzo migliore sembra essere Luiz Adriano di 27 anni che milita nello Shakthar Donetsk.

    André Ayew dell'Olympique Marsiglia | Foto Twitter
    André Ayew dell’Olympique Marsiglia | Foto Twitter

    Naturalmente i nomi sono tanti, impossibile elencarli tutti, questi sono solo alcuni dei profili che vanno in scadenza contrattuale quest’estate e che possono interessare alle nostre squadre. Staremo a vedere.

  • Italvolley, a Palazzo Chigi l’abbraccio di Renzi

    Italvolley, a Palazzo Chigi l’abbraccio di Renzi

    Giornata di trionfo per l’Italvolley di Marco Bonitta, ricevuta a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Alle ragazze, nonostante l’uscita dal Mondiale giocato in Italia in semifinale è stato riconosciuto il grande merito di essere riuscite a riportare nel paese coesione e un forte coinvolgimento sportivo.

    “Vi ringrazio a nome del paese, ci avete reso orgogliosi e, anche se non è arrivata la medaglia, che aspettiamo la prossima volta, è arrivata comunque una medaglia bellissima che è quella dell’affetto, della riconoscenza e dell’emozione”.

    Così inizia il suo discorso Renzi, accogliendo nei saloni della politica esecutiva del paese, la Nazionale di volley femminile. Un discorso poi denso di emozione e di partecipazione, quando confessa di aver avuto paura prima di arrivare al Forum di Assago per assistere a Italia-Stati Uniti nella seconda fase dei gironi, partita poi vinta dalle azzurre con una prestazione impeccabile su coloro che poi sarebbero diventate campionesse del mondo.

    Matteo Renzi insieme alle azzurre a Milano durante i Mondiali| Foto Twitter
    Matteo Renzi insieme alle azzurre a Milano durante i Mondiali| Foto Twitter

    “Peccato per le semifinali ma avete dato tanto lo stesso per l’entusiasmo che avete saputo trasmettere ed i giovani che avete ispirato”.

    Anche il Presidente del CONI Malagò, presente anche lui, ha voluto rimarcare il grande valore della prova delle ragazze di Bonitta nella rassegna intercontinentale:

    “Una Nazionale che ha saputo abbattere un tabù, vincendo senza vincere”.

    Il grande merito della prestazione dell’Italvolley è quello di aver rivitalizzato un ambiente, quello del volley italiano, che a discapito di anni d’oro non troppo lontani stava attraversando un periodo di inflessione, sia come risultati che come appeal per gli sportivi italiani.

    Emozionato anche Bonitta, il C.T. che ha fatto vivere il sogno di ragazze come Chirichella e Diouf fino quasi alla fine:

    “Sono questi ringraziamenti che ci fanno capire che abbiamo lasciato qualcosa che va oltre la medaglia. Qualcosa ce ha preso di sorpresa anche noi”.

    Durante Italy 2014 si è registrato un ottimo afflusso di spettatori, nessun problema di ordine pubblico e da Roma a Milano passando per Bari dove l’Italvolley ha giocato ha trascinato sportivi facendo registrare sold-out in continuazione. Gli organizzatori della manifestazione ed il CONI sono rimasti estasiati di come sia riuscita la rassegna. Non c’è dubbio che il successo del Mondiale sia dovuto soprattutto alla prestazione delle ragazze che hanno sempre dato il massimo affrontando avversarie più forti di loro sempre con lo spirito battagliero ed il sorriso sul volto. Una bella pagina di sport italiano.

  • Balotelli torna in azzurro, dubbi a Liverpool

    Balotelli torna in azzurro, dubbi a Liverpool

    Antonio Conte lo sapeva, prima o poi la “gatta da pelareMario Balotelli doveva uscire fuori e probabilmente dobbiamo credergli se nella sua testa ha pensato “Perché non farlo in questa sosta con una gara per le qualificazioni agli Europei ed un’amichevole?” dopo tutto ci sono tanti acciaccati nel clan azzurro, a cominciare dal pupillo Zaza comunque convocato, che fargli fare la prova adesso sarebbe la soluzione più ovvia ma forse non la più meritocratica.

    L’esperienza al Liverpool doveva dare a Balotelli l’occasione del riscatto lontano dalle chiacchere nostrane e dalle polemiche in un paese dove si dice, ma poi in fondo non è così, le polemiche non si fanno. Le prestazioni dell’attaccante ex-Milan sono state decisamente insoddisfacenti, due sole reti realizzate, una contro il Ludogorets in Champions League ed una in Capital One Cup mentre in Premier è nebbia assoluta e come dopo l’ultima sconfitta dei reds contro il Chelsea si susseguono bravate “balotelliane” come dopo questa gara sia stato immortalato a divertirsi in un Night Club fino alle tre di notte.

    Mentre da noi l’attenzione mediatica si concentra sull’utilità della convocazione di Mario Balotelli in Nazionale con conseguente assedio mediatico su Antonio Conte, che nega ingerenze sulle sue scelte. Oltremanica invece escono alcuni retroscena o presunti tali sull’accordo tra Milan-Liverpool-Raiola che farebbe tirare sospiri di sollievo ai tifosi del Liverpool.

    Quando giunse la notizia dell’acquisto di Supermario da parte del Liverpool qualcuno giurò di aver sentito il manager dei reds Brendan Rodgers pronunciare le enigmatiche parole:

    “E’ un rischio calcolato”.

    Frase che di per sé non ha trovato finora alcun risvolto chiaro, ma che una recente inchiesta fatta da Duncan Castles per il Bleacher Report farebbe tornare prepotentemente d’attualità. Secondo il giornalista la transazione tra il Milan e il Liverpool in realtà sarebbe non a titolo definitivo ma solo a titolo temporaneo, in pratica un prestito mascherato. Ma vediamo perché.

    Mario Balotelli e Mino Raiola | Foto Twitter
    Mario Balotelli e Mino Raiola | Foto Twitter

    L’intenzione iniziale del Liverpool e di Brendan Rodgers era chiara, avere Balotelli in prestito, soluzione non gradita al Milan che voleva disfarsi del giocatore in modo definitivo e qui entra in scena, sempre secondo Castles, il lavoro oscuro di Mino Raiola. In pratica Castles cita fonti vicine al giocatore per ipotizzare che il Milan avrebbe rifiutato di cedere in prestito Balotelli al Liverpool, mentre avrebbe accettato di cedere i diritti economici all’agente. In questo modo Raiola sarebbe stato in grado di cedere in prestito Balotelli ai reds, attraverso la cifra che conosciamo versata dal Liverpool, fino al termine della stagione e incassare una quota dell’indennità di trasferimento. Questa soluzione accontenterebbe tutte e tre le parti, perché qualora il Liverpool non volesse tenere Balotelli a fine stagione, Raiola potrebbe offrire il giocatore ad un altro club tenendo per sé la quota dell’indennità di trasferimento.

    Questo tipo di trattative per il regolamento della Premier League è vietato con il coinvolgimento di terze parti, tuttavia attraverso uno sfruttamento di clausole e scappatoie varie secondo il Bleach Reporter è possibile farlo quindi se tutto fosse confermato il Liverpool avrebbe presentato l’affare Balotelli come un acquisto a titolo definitivo, ma di fatto si tratterebbe di un prestito con diritto di riscatto mascherato.

    Fonte: 90min.com

     

  • Anticipi: il Milan ferma la Samp, Sassuolo-Atalanta 0-0

    Anticipi: il Milan ferma la Samp, Sassuolo-Atalanta 0-0

    Sassuolo e Atalanta avevano l’identico obbiettivo, quello di uscire dal Mapei Stadium con tre punti i tasca e tenere a distanza di sicurezza le altre concorrenti alla salvezza. Gli anticipi della undicesima giornata di Serie A sono iniziati con questa sfida dove Di Francesco si godeva il rientro di Zaza ma doveva ripiegare su Terranova al posto dello squalificato Acerbi in difesa. Colantuono invece deve ridisegnare il centrocampo e davanti può schierare Denis con dietro Maxi Moralez.

    La partita al Mapei Stadium non decolla e sebbene il Sassuolo sembri un po’ più vivace la fanno da padrone i tiri dalla distanza. La prima vera occasione capita all’Atalanta che però non concretizza grazie all’intervento di Peluso in extremis che riesce a deviare, Sassuolo che nel finale di tempo reagisce con Berardi che impegna Sportiello. Poche emozioni e tanto nervosismo dove ne fanno le spese Berardi, Magnanelli e Benalouane con dei cartellini gialli.

    Nella ripresa sempre Berardi è uno dei più attivi per i neroverdi, mentre ei bergamaschi Molina alza di pochissimo sopra la traversa. Zaza fornisce una prestazione opaca e il sussulto del match arriva con gli ospiti, Molina crossa benissimo in area e Raimondi svetta colpendo la sfera che centra il palo. Poi i due tecnici tolgono i più attivi dal campo per farli respirare un po’ (Berardi e Molina) e la partita scivola via fino alla fine nella noia.

    SASSUOLO-ATALANTA 0-0 (0-0)

    Sassuolo (4-3-3): Consigli 6; Vrsaljko 6,5; Terranova 6; Cannavaro 6; Peluso 6; Taider 5 (dal 88° Pavoletti S.V.); Magnanelli 5,5; Missiroli 5; Berardi 6,5 (dal 79° Floro Flores S.V.); Zaza 5 (dal 71° Floccari 5,5); N. Sansone 6.

    All.: Eusebio Di Francesco 5,5.

    Atalanta (4-4-1-1): Sportiello 6; Raimondi 5,5; Stendardo 6; Benalouane 5,5 (dal 77° Zappacosta S.V.); Cherubin 6; Molina 6,5 (dal 80° D’Alessandro S.V.); Baselli 5,5; Migliaccio 5,5; Dramè 5; Maxi Moralez 5 (dal 68° Boakye 5); Denis 5.

    All.: Stefano Colantuono 5,5

    Arbitro: Pasqua 6.

    Ammoniti: 15° Magnanelli (S); 26° Benalouane (A); 30° Berardi (S); 92° Vrsaljko (S). Espulsi:

    Panoramica del Mapei Stadium | Foto Twitter
    Panoramica del Mapei Stadium | Foto Twitter

    A Marassi invece alle 20:45 si è disputato uno dei big-match di questa undicesima giornata, Sampdoria e  Milan hanno dato vita ad una gara vibrante dove fino all’ultimo era impossibile immaginare chi poteva spuntarla.

    Inzaghi sorride da quasi subito perché si sblocca finalmente uno dei giocatori su cui dall’inizio faceva più affidamento, El Shaarawy dopo dieci minuti di gioco parte in contropiede, dal vertice sinistro dell’area rientra verso il centro e di destro effettua un tiro a mezza altezza che s’insacca alle spalle di Romero nell’angolo opposto. Il resto del primo tempo è un fraseggio veloce a centrocampo di entrambe le formazioni a cui però manca per tutte e due l’ultimo passaggio vincente perché c’è sempre un avversario che intercetta. Nel primo minuto di recupero della prima frazione Gabbiadini sfila con una finta di corpo dal suo marcatore e dalla sinistra mette un buon cross al centro dell’area, Okaka per anticipare il suo avversario diretto in spaccata anticipa anche Diego Lopez, già proteso in uscita, per l’1-1.

    La gioia di El Shaarawy per il ritorno al gol | Foto Twitter
    La gioia di El Shaarawy per il ritorno al gol | Foto Twitter

    Come nel primo tempo anche nella ripresa le emozioni iniziano presto, al 51° da un calcio d’angolo per i padroni di casa svetta in mischia Obiang che colpisce di testa in modo potente, la palla sbatte contro la base del palo ed Eder ribatte in rete per il vantaggio blucerchiato.

    La Sampdoria nel primo quarto d’ora della ripresa è in totale controllo del match ed il Milan a tratti sembra una provinciale costretta solo a difendersi, così Inzaghi decide di cambiare qualcosa passando ad un più offensivo 4-2-4, fuori un evanescente Honda e dentro Torres che si affianca davanti a Menez mentre El Shaarawy e Bonaventura si allargano ancora di più sulle fasce.

    Al 64° il pareggio degli ospiti avviene su calcio di rigore. Menez scatta sulla fascia sinistra in contropiede ed effettua un traversone rasoterra al centro dell’area, Mesbah è in anticipo su Bonaventura ma per levare il pallone deve andare in scivolata, lo fa perdendo l’equilibrio ed il pallone gli tocca il braccio sinistro anziché un piede. Menez sul dischetto non sbaglia e firma il pareggio spiazzando Romero.

    Il finale di match come detto è pirotecnico con occasioni da entrambe le parti, prima Bonaventura sfiora il palo con un bel rasoterra su imbeccata di Torres, poi Okaka lanciato verso l’area viene steso da Bonera che prende il secondo cartellino giallo e viene espulso ed infine Soriano con una bomba da fuori area impensierisce Diego Lopez che respinge il tiro.

    SAMPDORIA-MILAN 2-2 (1-1) – 10° El Shaarawy (M); 45+1 Okaka (S); 51° Eder (S); 65° Menez (M).

    Sampdoria (4-3-3): Romero 6; De Silvestri 5,5; Gastaldello 6,5; Silvestre 6 (dal 83° Regini S.V.); Mesbah 5,5; Soriano 6,5; Obiang 6,5 (dal 90° Bergessio S.V.); Duncan 6 (dal 66° Rizzo 5,5); Gabbiadini 6,5; Okaka 6,5; Eder 6,5.

    All.: Sinisa Mihajlovic 6,5.

    Milan (4-3-3): Diego Lopez 6,5; De Sciglio 6,5; Mexes 5,5; Rami 6; Bonera 5,5; Essien 5,5; De Jong 6; Bonaventura 6; Honda 5 (dal 59° Torres 6); Menez 6 (dal 86° Poli S.V.); El Shaarawy 6,5.

    All.: Filippo Inzaghi 6,5.

    Arbitro: Orsato 5.

    Ammoniti: 27° Bonera (M); 36° Mexes (M); 56° Duncan (S); 75° De Sciglio (M); 81° De Jong (M). Espulsi: 85° Bonera (doppia amm.)

  • Calcio, il momento d’oro della Liguria

    Calcio, il momento d’oro della Liguria

    Genoa e Sampdoria ai vertici della Serie A, lo Spezia in zona play-off della Serie B mentre l’Entella è in aria “salvezza” ed il Savona, come l’anno scorso, protagonista della Lega Pro. Se si  potesse scattare un’istantanea, come con una vecchia Polaroid, ecco che apparirebbe il momento d’oro del calcio ligure. Nemmeno le annate favolose degli anni ’90, con Genoa in zona europea e la Sampdoria che si apprestava a conquistare il suo primo e memorabile scudetto, sarebbero sufficienti a dire quanto in una piccola striscia di terra, come la Liguria, sia florida ed in espansione, come in questo momento.

    Nel 1991, quando la Samp vinse il suo primo scudetto ed il Genoa terminò il suo campionato in Serie A quarto, qualificandosi per la prima volta nella sua storia in Coppa U.E.F.A., il resto della regione annaspava con lo Spezia relegato in Serie C1 ed il Savona in Interregionale.

    Per ritrovare un simile status bisogna andare indietro fino al 1941/42, ovvero mentre la Seconda Guerra Mondiale imperversava, con il Genoa che terminò il campionato nella massima serie quarto in classifica e l’altra squadra genovese, il Liguria nato dalla fusione di Sampierdarenese, Andrea Doria e Corniglianese si trovava in undicesima posizione. Mentre lo Spezia chiuse il campionato di Serie B in sesta posizione ma con il miglior attacco della cadetteria (24 reti di Costanzo, 17 di Castigliano e 13 di Costa). Lo Spezia non ottenne la promozione mentre il Savona in quell’anno si trovava in ultima posizione, della Serie B però.

    Immagini del Campionato Serie A 1941/42 | Foto Web
    Immagini del Campionato Serie A 1941/42 | Foto Web

    Non si riuscì ad eguagliare la stessa situazione nemmeno l’anno successivo, dove il Genoa terminò quinto, Liguria sedicesimo in Serie A mentre Spezia sesta in Serie B e Savona in ultima posizione in Serie B con 18 punti.

    Insomma come abbiamo sottolineato, difficile trovare dal dopoguerra in poi una situazione simile di floridità del calcio ligure in ognuna delle tre categorie nazionali, anche quando il Savona ottenne la Serie B, nel 1966/67 e le due genovesi, Sampdoria e Genoa che militavano nella cadetteria ottennero, la prima la promozione in A e la seconda una salvezza risicata mentre lo Spezia arrivò quarto nel Girone B della Serie C, rimandando di quarant’anni l’appuntamento con la storica promozione.

  • Europei Under 21, sorteggio tosto per l’Italia

    Europei Under 21, sorteggio tosto per l’Italia

    Sorteggiati a Praga i due gironi per i Campionati Europei Under 21 che si disputeranno in Repubblica Ceca durante la prossima estate, dal 17 al 30 giugno 2015. Inghilterra e Repubblica Ceca erano due squadre teste di serie, così come Italia e Germania rispettivamente seconda e terza del ranking e che quindi non possono essere inserite nello stesso girone. Incredibilmente non si sono qualificati i campioni in carica della Spagna.

    Il sorteggio non è stato particolarmente favorevole all’Italia, diciamolo subito, ma è solo un dato oggettivo in quanto come spesso si dice in competizioni di questo tipo prima o poi le più forti vanno affrontate se si vuole andare avanti. E allora potrebbe non essere così male alla fine affrontare avversari duri quando si è ancora freschi in un torneo così breve nel quale diventa fondamentale centellinare le energie per arrivare alla fine.

    Le urne del sorteggio di Parga | Foto Twitter
    Le urne del sorteggio di Parga | Foto Twitter

    Il sorteggio è stato effettuato dalla massima espressione del calcio moderno ceco, conosciuto da noi come “la furia ceca” ovvero l’ex campione di Lazio e Juventus Pavel Nedved. I padroni di casa erano d’ufficio assegnati al Gruppo A, mentre l’Inghilterra era già inserita nel Gruppo B, il biondo ex centrocampista della Juventus alla prima pallina sorteggiata estrae la Germania, che quindi andrà a far compagnia nel girone alla Repubblica Ceca mentre a questo punto, per quanto detto sopra, l’Italia automaticamente va ad inserirsi nel Gruppo B con l’Inghilterra, ovvero al momento i più forti.

    A Inghilterra e Italia nello stesso girone vanno ad aggiungersi, sempre per sorteggio, Svezia e Portogallo entrambe dure ma più abbordabili, mentre Danimarca (prossimo avversario in amichevole degli azzurrini) e Serbia faranno compagnia a Germania e Repubblica Ceca.

    Di Biagio commenta con equilibrio ed ottimismo di primo acchito il sorteggio degli Europei Under 21:

    “E’ un girone molto difficile, ma sono contento ed ottimista come lo sarei stato anche se fossimo capitati con altre squadre”.

    A chi gli rammenta la forza delle avversarie, risponde:

    “Le otto finaliste sono una più forte dell’altra, quindi qualsiasi commento lascia il tempo che trova. Le tre del nostro girone non le ho mai incontrate, ma è evidente che si tratta di un girone di ferro”.

  • Paolo De Ceglie, due sberle alla pazza Inter

    Paolo De Ceglie, due sberle alla pazza Inter

    Forse la stagione del Parma potrebbe aver trovato la svolta, capita che nella crescita delle squadre ci voglia una vittoria importante, che da morale e autostima e che fa tornare nell’ambiente la fiducia nel gruppo. Il Parma batte l’Inter grazie ad una doppietta di Paolo De Ceglie, questa volta non criticato ma anzi che al momento del cambio esce con una standing ovation del pubblico del “Tardini“.

    Mazzarri dovrà riflettere molto su questa sconfitta perché non è solo un problema di stato di salute dei suoi uomini, non è solo un problema di modulo è anche un problema di mentalità se questa squadra ogni volta che ha la possibilità di fare il passo avanti decisivo per entrare nel gruppone delle big del campionato ne esce quasi sempre con le ossa rotte.

    Per Donadoni, in attesa dei risultati di domani, questo risultato è ossigeno puro perché davanti al proprio pubblico il suo Parma ha vinto giocando bene e con carattere, mostrando un dato fondamentale, che i giocatori seguono e ancora credono nell’allenatore.

    Subito in avvio i nerazzurri trovano conferma che al “Tardini” per loro non sarà la serata giusta, al primo affondo il Parma passa in vantaggio, dalla destra Rispoli effettua un traversone e Paolo De Ceglie è lesto ed abile a deviare in rete la palla sottomisura. Nella circostanza c’è un grave errore di Obi che si fa uccellare in velocità dall’esterno ex Juve e Genoa ed allo stesso tempo Vidic e Ranocchia si fanno mettere fuori tempo da Coda che al centro dell’area sembra essere il destinatario del cross.

    Parma a questo punto che lascia l’iniziativa ai nerazzurri per tentare sortite in contropiede, l’Inter però crea solo un’occasione con Obi che spara su Lucarelli da buona posizione  vanificando il possibile pareggio. Il resto della prima frazione è un monologo dei nerazzurri che però non si rendono mai pericolosi.

    Nella ripresa dopo un buon inizio dei parmigiani è sempre l’Inter a prendere in mano il pallino del gioco, questa volta però con maggiore convinzione ed al tempo stesso allungandosi un po’ troppo, infatti quando il Parma recupera i palloni scappa via in velocità mettendo sempre un po’ di apprensione nella retroguardia dei meneghini.

    Paolo De Ceglie autore di una doppietta all'Inter | Foto Twitter
    Paolo De Ceglie autore di una doppietta all’Inter | Foto Twitter

    Quando il match giunge intorno all’ora di gioco la pressione nerazzura diventa tanto convinta che sembra arrivare il gol da un momento all’altro, complice una maggiore efficacia da parte di Hernanes, subentrato all’evanescente Obi e che al tempo stesso aiuta di più Kovacic sempre raddoppiato e neutralizzato fino a quel momento. Un’occasione d’oro ce l’ha Palacio che servito ottimamente in area dalla sinistra tira a botta sicura ma mandando il pallone alle stelle da pochi passi dalla linea di porta. Poi ci sono delle belle incursioni di Kovacic ed una conclusione da fuori di Hernanes che meriterebbero maggior esito, ma vuoi l’imprecisione, vuoi l’abilità di Mirante e tanta sfortuna si resta con il vantaggio dei padroni di casa.

    Proprio nel momento migliore dell’Inter, ecco che quell’allungamento della squadra di cui facevamo riferimento prima diventa deleterio. Paolo De Ceglie è al momento giusto nel posto giusto, Cassano si crea lo spazio per tentare il tiro la palla viene smorzata e respinta da Medel nella zona dell’esterno parmigiano che ribatte subito in rete la sfera, Handanovic è beffato per la seconda volta.

    L’Inter tenta con isterismo un impossibile recupero ed il Parma con Ghezzal ed ancora De Ceglie potrebbe fare il terzo gol.

    PARMA-INTER 2-0 (1-0) – 5°, 76° De Ceglie (P)

    Parma (3-5-2): Mirante 6; Costa 6,5; Felipe 6,5 (dal 52° Santacroce 6); Lucarelli 6,5; Rispoli 7; Nauri 5,5; Lodi 6,5; Acquah 6; De Ceglie 7 (dal 90° Gobbi S.V.); Cassano 6,5; Coda S.V. (dal 18° Ghezzal 6).

    All.: Roberto Donadoni 6,5

    Inter (3-5-2): Handanovic 5,5; Ranocchia 5; Vidic 5,5; Juan Jesus 6; Obi 6 (dal 51° Hernanes 6,5); Kovacic 6; Medel 5,5 (dal 89° Camara S.V.); Kuzmanovic 6 (dal 73° Bonazzoli S.V.); Dodò 5; Palacio 5,5; Icardi 5.

    All.: Walter Mazzarri 5

    Arbitro: Rizzoli 6

    Ammoniti: Costa (P), Lucarelli (P), Dodò (I). Espulsi: