Autore: Cristiano Previ

  • Il Sassuolo delle meraviglie in Europa vola!

    Il Sassuolo delle meraviglie in Europa vola!

    Di Francesco ha preparato un Sassuolo quasi perfetto, che non solo non paga lo scotto del primo confronto contro una formazione europea dal passato glorioso, come la Stella Rossa di Belgrado, ma è stato capace di sottometterla nel gioco e cosa ancor più importante, nel risultato.

    Quando il Sassuolo macina gioco la palla scorre con quasi geometrica memoria e ha solo qualche intoppo tra i piedi di Biondini, il quale di contro però fornisce una prestazione da “polmone d’oro” recuperando un’infinità di palloni e la squadra non va mai in affanno contro i serbi.

    Il Sassuolo esce tra gli applausi del Mapei Stadium | Foto Twitter
    Il Sassuolo esce tra gli applausi del Mapei Stadium | Foto Twitter

    Se la prima rete neroverde nasce da un errore marchiano del portiere Kahriman, che si vede sfilare rasoterra la palla sulla sinistra prima di fare una carambola con i due pali della porta e concedersi docile al tap-in di Berardi, le altre due marcature sono di ottima fattura e il risultato di un’azione corale degna di un top-team europeo.

    Di Francesco aveva spronato alla vigilia i suoi ragazzi chiedendo una prova di carattere e coraggio per mettere subito, nella gara del Mapei Stadium, il “fieno in cascina” necessario per vedere il ritorno con tranquillità e così è stato. Il tecnico sfodera dietro al centro la coppia Cannavaro-Acerbi che sono stati impeccabili, Gazzola a destra che ha spinto molto e Peluso a sinistra mai in affanno e attento su Katai. Il centrocampo ha funzionato in modo pressoché perfetto con Magnanelli sempre ottimo direttore d’orchestra, Duncan sontuoso e Biondini gladiatorio, ma è l’intesa tra gli attaccanti la meraviglia vera della squadra.

    I giocatori del Sassuolo esultano dopo la rete di Berardi | Foto Twitter
    I giocatori del Sassuolo esultano dopo la rete di Berardi | Foto Twitter

    La prima rete la realizza Berardi come detto, poi con un’azione tutta di prima è Politano a trafiggere il portiere biancorosso su assist dello stesso Berardi ed infine Defrel chiude il conto con un tiro ad incrociare di sinistro al volo su cross di Peluso. Ma nel computo dei novanta minuti i neroverdi avrebbero potuto realizzare almeno altrettante reti se fossero stati più cinici. Clamoroso ad inizio ripresa quando Duncan serve in area Berardi e con il portiere in uscita l’attaccante azzarda un pallonetto delizioso che bacia il palo interno della porta prima che la palla venga spazzata da un difensore avversario.

    In tribuna era presente il neoacquisto Alessandro Matri che dovrà faticare molto per inserirsi velocemente e conquistare il posto nel trio d’attacco visto in scena questa sera. Il Sassuolo di Di Francesco è ad un passo dalla fase a gironi di Europa League e la gara di ritorno al Marakana di Belgrado può essere superato con l’intelligenza più che con le gambe ma soprattutto senza alcun timore.

  • Icardi verso Napoli, Inter idea Cavani

    Icardi verso Napoli, Inter idea Cavani

    A margine della festa al San Paolo per i 90 anni della società partenopea trapela sempre più ottimismo verso l’acquisto di Mauro Icardi. L’Inter non resta a guardare e tenta Edinson Cavani con un’offerta al Paris Saint Germain.

    Il Napoli del dopo Higuain è partito a spron battuto e dopo aver acquisito uno dei prospetti più interessanti di Euro2016, Arkadiusz Milik, attaccante polacco che ha ben impressionato nella rassegna continentale ed è stato presentato proprio alla festa andata in scena ieri sera, si è fiondato con offerte concrete anche su Mauro Icardi.

    Mauro Icardi | Foto Twitter
    Mauro Icardi | Foto Twitter

    Che il club del patron De Laurentiis abbia già trovato un’intesa con la procuratrice di Icardi, la moglie Wanda Nara, lo si era capito da tempo, tuttavia l’Inter ha finora respinto ogni tipo di offerta fatta dagli azzurri e quindi l’affare sembrava entrato in una fase di impasse. Restavano a dare buone probabilità alla riuscita dell’operazione la volontà del giocatore e l’indice di gradimento del possibile acquirente che, con la cessione di Gonzalo Higuain ha incassato una cifra da capogiro, quindi se il Napoli vuole fortemente Icardi deve alzare l’offerta ai livelli di gradimento dell’Inter.

    Dalla rassegna di ieri sera del San Paolo escono indiscrezioni importanti sulla cifra che il Napoli ha raggiunto per fare l’assalto decisivo, 70 milioni di Euro ma non trapela solo l’indiscrezione legata alla questione economica.

    C’è anche un altro dettaglio che fa pendere l’ago della bilancia dalla parte del club partenopeo. Secondo quotidiano.net Wanda Nara avrebbe anche già scelto la casa nel capoluogo campano e la ricerca è stata effettuata dalla Proto Group Ltd., società di consulenze immobiliari che cura gli interessi di molti calciatori e che in una nota conferma:

    “Pensavamo di avere maggiori difficoltà a trovare un’abitazione adeguata, ma quando la moglie ha visto la casa ha deciso subito che era quella giusta”.

    E a scanso di equivoci confermano anche di chi si tratta:

    “Siamo rimasti molto colpiti di come tutte le decisioni inerenti la casa e non solo siano state prese dalla moglie di Icardi senza nessun consulto con il marito”.

    Dalla serata di gala al San Paolo inoltre trapela anche il chiacchierato dettaglio secondo cui il Napoli abbia anche già versato più di un milione di Euro per l’acquisto e che l’abitazione sia una villa a Posillipo.

    A questo punto ci sarebbe da capire l’altra parte della medaglia che cosa intenda fare e nella serata di ieri, mentre le voci e le indiscrezioni si accavallavano ecco che dalla Francia arrivano rumors che avvalorano la tesi che porta alla chiusura positiva della trattativa. L’Inter avrebbe fatto un’offerta di 50 milioni di euro al Paris Saint Germain per Edinson Cavani.

    Edinson Cavani | Foto Twitter
    Edinson Cavani | Foto Twitter

    Che l’attaccante uruguaiano volesse tornare in Italia era cosa risaputa, con la partenza di Ibrahimovic però, Cavani aveva tentennato sicuro di avere maggiori possibilità di giocare a Parigi come prima punta. Inoltre il Paris Saint Germain dopo la partenza dello svedese preferiva non “spuntarsi” del tutto e quell’approccio avuto con la Juventus ad inizio giugno era rimasto bloccato. L’Inter ora va diretta invece sulla società parigina e spera di strappare l’accordo, non si chiuderà subito ma le speranze ci sono, così come ci sono due problemi da affrontare l’ingaggio del giocatore ed il Fair Play finanziario imposto ai nerazzurri dall’UEFA.

    Va da sé che per risolvere la situazione a favore dell’Inter, ammesso che il Paris Saint Germain sia d’accordo, la cessione di Mauro Icardi al Napoli diventi una “conditio sine qua non”.

    A questo punto non ci resta che aspettare gli sviluppi per scoprire se questa girandola sia già stata innestata, come pare dalle indiscrezioni partenopee, o se con Cavani l’Inter cercasse solo di sondare il terreno per accettare l’offerta del Napoli con le spalle coperte.

  • Roma, una rivoluzione sognando il tricolore

    Roma, una rivoluzione sognando il tricolore

    La Roma ha chiuso la scorsa stagione con qualche rimpianto e molti dubbi, a cominciare dal rinnovo di Francesco Totti e dalla compatibilità con Luciano Spalletti. L’Intervento poi di Pallotta ha sistemato la bagarre e dato il via all’escalation sul mercato, tra partenze ed arrivi è cominciata la rivoluzione sognando il tricolore.

    Ultime partenze sono quelle di Morgan De Sanctis a fine contratto, che approda al Monaco per una stagione, Lucas Digne che dopo una stagione in prestito alla Roma è stato acquistato dal Barcellona con il benestare del Paris Saint Germain che “in barba” ai giallorossi quale proprietario del cartellino lo ha ceduto per quasi 20 milioni di euro lasciando ai giallorossi il nulla.

    L'ex portiere della Roma Morgan De Sanctis passa al Monaco | Foto Twitter
    L’ex portiere della Roma Morgan De Sanctis passa al Monaco | Foto Twitter

    Inoltre è ceduto anche uno dei prospetti più interessanti portati a Roma da Walter Sabatini, l’attaccante paraguayano Antonio Sanabria, che dopo il prestito nella scorsa stagione allo Sporting Gijón ha fruttato alle casse giallorosse un bel tesoretto da 7 milioni di euro accasandosi al Betis Siviglia. Ceduto pure Doumbia, che non ha mai convinto, al Newcastle e Gervinho, che si è trasferito in Cina alla corte dei nuovi paperoni orientali del Hebei China Fortune. Insomma un mercato fatto principalmente per lo snellimento della rosa in nome del Fair Play finanziario.

    Certamente la cessione più sofferta, ma dovuta alla presenza della clausola rescissoria, ed al tempo stesso la più redditizia è stata quella di Miralem Pjanic passato alla Juventus fin dall’inizio del mercato. Drastica e di gestione invece quella relativa a Leandro Castan, a titolo temporaneo, alla Sampdoria. Termine della rispettiva esperienza in giallorosso anche per Keita e Maicon, entrambi a fine contratto.

    Inoltre sono in rampa d’uscita Iago Falque con possibile destinazione Torino sponda granata, Iturbe che da quando è arrivato ha espresso più ombre che luci e si sentono sempre le rumorose sirene inglesi per Radja Nainggolan che ha molti estimatori a cominciare dal Chelsea di Antonio Conte.

    Se quindi la casella delle uscite è già abbastanza piena sia di nomi che di qualità, e sembra non essere finita qua, la casella in entrata non è certo rimasta ferma. Anzi la Roma ha subito mosso le acque per iniziare la campagna di rafforzamento per fornire a Luciano Spalletti un team già pronto su cui iniziare a lavorare.

    I primi rinforzi si chiamano, Francesco Totti, il Capitano giallorosso infatti ha rinnovato per un’altra stagione e sarà sempre lui a guidare la squadra verso il sogno tricolore e Kevin Strootman il centrocampista olandese che per ben due anni ha steccato l’appuntamento con il destino giallorosso a causa di brutti infortuni.

    Juan Jesus, dall'Inter alla Roma | Foto Twitter
    Juan Jesus, dall’Inter alla Roma | Foto Twitter

    Sono stati acquistati, Mario Rui dall’Empoli per rimpinguare la difesa sulle fasce, il portiere Alisson dall’Internacional e il suggestivo centrocampista brasiliano Gerson dal Fluminense. A puntellare la difesa dall’Inter è arrivato invece Juan Jesus per una spesa di circa 10 milioni di euro.

    Inoltre la Roma è attiva in trattative importanti, una su tutte per portare il difensore centrale del Real Madrid Nacho che puntellerebbe ulteriormente un reparto già molto forte. La formula per la conclusione dell’affare è il prestito con diritto di acquisto fissato a 11 milioni a favore dei giallorossi e di riacquisto, da esercitare una stagione dopo, a favore dei blancos, fissato a 15 milioni di euro. Un po’ come è stato fatto per Morata con la Juventus il Real si dimostra una società pronta a trattare i suoi gioielli  mantenendone il controllo del cartellino in futuro. Al tempo stesso la formula garantisce alla Roma un guadagno futuro (4 milioni di euro) qualora Nacho esploda come i giallorossi sperano e eviterebbero una débâcle di mercato come nel caso di Lucas Digne.

    Nacho Fernandez vicinissimo alla Roma | Foto Twitter
    Nacho Fernandez vicinissimo alla Roma | Foto Twitter

    La chiusura dell’affare Nacho Fernandez è molto probabile che libererà l’uscita, già in questa finestra di mercato, per Manolas che per bocca del suo agente non rinnoverà il contratto con la Roma.

    Come detto in casa Roma è iniziata la rivoluzione sognando il tricolore.

  • Emanuele Giaccherini ha scelto il Napoli

    Emanuele Giaccherini ha scelto il Napoli

    Già al Bologna, arrivato nella scorsa stagione in prestito dal Sunderland a gennaio, Emanuele Giaccherini aveva contribuito in modo determinante alla salvezza del club emiliano dimostrando che per la Serie A attuale poteva essere un fattore importante per qualsiasi squadra. Euro2016 ha confermato la sua duttilità tattica e il suo strepitoso momento di forma.

    Il Napoli era bloccato da qualche tempo sull’annosa trattativa che avrebbe dovuto portare Antonio Candreva alla corte di Sarri, ma non si riusciva a trovare la chiave giusta per chiudere l’accordo, visto anche l’inserimento insistente dell’Inter sullo stesso obbiettivo. Giuntoli e la società partenopea hanno virato così decisamente su una pista che già avevano battuto prima del torneo continentale, quella che portava a Emanuele Giaccherini.

    Che Giaccherini volesse tornare a giocare in Italia in modo stabile era chiaro dalla sua esperienza positiva fatta sotto la guida di Donadoni al Bologna, poi le “parole dolci” esternate durante Euro2016 avevano confermato che il giocatore era ben disponibile a terminare la sua esperienza poco fruttuosa in Premer League.

    Il Napoli come detto aveva puntato forte su Antonio Candreva, ma la sua prima pista dopo il termine della stagione, che ha portato il team di Sarri al secondo posto in Serie A, era quella che portava a Giaccherini poi abortita a causa della ferma resistenza del Sunderland. Il Napoli quindi sentendo spifferi di divorzio tra Candreva e la Lazio dal ritiro azzurro in Francia aveva virato su di lui provando una serie di offerte man mano rifiutate a causa di altre offerte di disturbo da parte di altri club.

    De Laurentiis si sa non ha pazienza e soprattutto non ama i troppi rinvii su questo tipo di affari, giudicando sempre la non chiusura delle trattative come una poca voglia di Napoli da parte dei giocatori che di fatto, sempre più spesso, sono il vero ago della bilancia per una fumata bianca.

    Emanuele Giaccherini approda la Napoli dopo una trattativa lampo del D.S. Giuntoli | Foto Twitter
    Emanuele Giaccherini approda la Napoli dopo una trattativa lampo del D.S. Giuntoli | Foto Twitter

    Nel pomeriggio di ieri Cristiano Giuntoli, dopo l’avvallo di Maurizio Sarri e del presidente, con una trattativa lampo, ha virato deciso su Emanuele Giaccherini che era rientrato al Sunderland. A Dimaro sono arrivati gli agenti del giocatore, Furio Valcareggi e l’avvocato Giulio Marinelli proprio con l’intento di incontrarsi con il D.S. partenopeo.

    La trattativa è stata veloce e nemmeno l’annosa questione dei diritti d’immagine ha fermato la volontà sia del giocatore che del club. Emanuele Giaccherini arriverà a breve a Dimaro per aggregarsi ai suoi nuovi compagni di squadra, con il Sunderland è stato trovato un accordo di massima che verrà ratificato nelle prossime ore.

    Giaccherini, secondo le indiscrezioni, ha accettato un triennale da 1,5 milioni di euro a stagione, mentre alla squadra inglese verrà pagato un indennizzo di circa due milioni di euro. Un’ottima operazione di mercato in rapporto qualità/prezzo per il secondo acquisto del Napoli dopo l’arrivo di Tonelli dall’Empoli.

  • La Francia demolisce il sogno islandese

    La Francia demolisce il sogno islandese

    Non basta il geyser sound, nonostante sia stato scandito per tutta la partita, alla Nazionale islandese. La Francia, con una sicurezza mai vista fin qui ad Euro2016, distrugge il sogno nordico con un sonoro 5-2.

    La Francia di Didier Deschamps non si fa intimorire dall’imponente coro dei tifosi islandesi e soprattutto salta l’ostacolo con un’agilità imprevista. Segna finalmente Pogba, offre un’ottima prestazione il positivo Payet e regala una doppietta Giroud. Griezmann, a segno anche lui, snocciola assist per i compagni e gira a mille.

    L’Islanda è la solita, forse meno attenta rispetto a quanto visto fino ad oggi, ma è sempre la squadra che nonostante i limiti tecnici gioca compatta e non si ferma mai proprio come il geyser sound. Va sotto 4-0 nel primo tempo e ad inizio ripresa come se nulla fosse dopo dieci minuti con Sightorsson accorcia le distanze prima che Griezmann realizzi la quinta rete per i galletti. Sul finale di partita poi Bjarnason chiude il punteggio con il 5-2 finale.

    Il geyser sound in scena dopo Francia-Islanda | Foto Twitter
    Il geyser sound in scena dopo Francia-Islanda | Foto Twitter

    L’Islanda ha fatto un europeo fantastico, è la rivelazione, insieme al Galles, del torneo e una vetrina speciale la meritano anche i tifosi islandesi che a fine partita come di consueto si sono trattenuti sotto la pioggia con i propri beniamini a scandire il geyser sound.

    Olivier Giroud apre le danze per la Francia con l'Islanda | Foto Twitter
    Olivier Giroud apre le danze per la Francia con l’Islanda | Foto Twitter

    La Francia trova, forse nella partita con più incognite, la convinzione giusta per fare il Campionato Europeo che tutti si aspettavano facesse, da protagonista. Realizza ancora reti di testa con Pogba e Giroud manifestando la sua continuità in quelle situazioni di gioco ma dietro ancora una volta va in crisi quando i traversoni arrivano dalle fasce, dimostrando una certa timidezza nella marcatura dell’avversario. Realizza con la partita odierna un record per i Campionati Europei perché nessuna squadra fino ad oggi nella fase finale aveva chiuso il primo tempo con quattro reti di vantaggio sull’avversario.

    Adesso c’è la convinzione nella squadra di Deschamps di poter fare l’upgrade che da qualche anno si attendeva puntando alla conquista di un trofeo. A Marsiglia non sarà facile contro la Germania in semifinale, tuttavia osare contro i Campioni del Mondo si può.

    FRANCIA-ISLANDA 5-2 (4-0) – 12° Giroud (F), 20° Pogba (F), 43° Payet (F), 45° Griezmann (F), 56° Sigthorsson (I), 59° Giroud (F), Bjarnason (I)

  • Serie A, Sassuolo già al lavoro

    Serie A, Sassuolo già al lavoro

    Iniziata oggi la nuova stagione del Sassuolo, che per la fase preliminare di Europa League inizia la preparazione in anticipo rispetto alle altre squadre di Serie A.

    Eusebio Di Francesco è rimasto per completare l’opera iniziata da qualche anno, l’approdo in Europa non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza verso lo sviluppo di un Sassuolo che in pochi anni dalla Serie B è arrivata stabilmente alla metà alta della classifica di Serie A.

    Sassuolo già al lavoro a Malles Venosta | Foto Twitter
    Sassuolo già al lavoro a Malles Venosta | Foto Twitter

    Agli ordini del tecnico partono per Malles Venosta (BZ) 26 giocatori, rimangono a Sassuolo Adjampong, Laribi, Fontanesi, Missiroli e Terranova che faranno un allenamento differente per recuperare dai rispettivi infortuni.

    Il Sassuolo al momento sul mercato è attivissimo in uscita, hanno lasciato la casacca neroverde infatti Vrsaljko che ha prodotto un’importante plusvalenza andando all’Atletico Madrid per 15 milioni di euro e Antonio Floro Flores che si è trasferito a Verona, sponda Chievo. In entrata si sono registrate per ora solo conferme della rosa che ha ben giocato la scorsa stagione.

    Domenico Berardi premiato dal patron del Sassuolo durante la stagione scorsa | Foto Twitter
    Domenico Berardi premiato dal patron del Sassuolo durante la stagione scorsa | Foto Twitter

    Il primo acquisto infatti Di Francesco se l’è ritrovato in casa con Domenico Berardi che ha preferito restare ancora una stagione a Sassuolo piuttosto che rischiare di fare panchina in un grande club, su di lui infatti si erano mosse Juventus, Napoli e ancor più insistentemente Inter.

    Carnevali, nuovo D.S. del Sassuolo dopo la partenza di Nereo Bonato andato ad Udine, si sta già muovendo per allestire una rosa all’altezza dell’impegno europeo per Di Francesco. Il Sassuolo infatti vuole fare l’esperienza in Europa League nella maniera giusta gustandosi ogni appuntamento che gli si parerà davanti, compresi i preliminari.

    Il Sassuolo avrebbe individuato l’erede di Sime Vrsaljko nell’olandese Rick Karsdorp, attualmente in forza al Feyenord. Un esterno di spinta come piace a Di Francesco dotato anche di un fisico imponente senza andare a scapito della velocità. L’entourage neroverde ha confermato l’interesse ma ha anche già avvisato dell’eccessivo costo del cartellino, a formula del prestito con diritto di riscatto potrebbe essere la chiave per arrivare al giocatore.

    Gli altri punti da rinforzare sono un centrale per la difesa ed un attaccante un grado di dare consistenza alla mole di occasione che produce il gioco di Di Francesco. Per la difesa il piatto resta nebuloso, mentre per l’attacco si fa il nome di Pinilla che a Bergamo con Gasperini potrebbe non avere molto spazio visti i precedenti incroci a Genova.

    L’esito dei preliminari di Europa League potrebbe rappresentare anche uno spartiacque per il futuro di Duncan e Acerbi, partiti per Malles Venosta con la squadra ma molto ricercati sul mercato. In entrata i neroverdi si erano aggiudicati a gennaio i giovani centrocampisti Sensi e Mazzitelli.

    Ecco la lista dei convocati del Sassuolo per il ritiro di Malles Venosta in vista del 28 luglio e del 4 agosto quando affronteranno l’avversaria dei preliminari di Europa League, il cui nome si conoscerà il 15 luglio:

    PORTIERI: Consigli, Pegolo, Pomini.

    DIFENSORI: Acerbi, Antei, Ariaudo, Cannavaro, Dell’orco, Erlic, Gazola, Peluso.

    CENTROCAMPISTI: Biondini, Duncan, Magnanelli, Mazzitelli, Pellegrini, Sbrissa, Sensi.

    ATTACCANTI: Berardi, Defrel, Falcinelli, Pierini, Politano, Sansone, Trotta, Zecca.

  • Italia-Germania ai tedeschi, ma solo ai rigori

    Italia-Germania ai tedeschi, ma solo ai rigori

    Italia-Germania non è una partita normale, non è una partita solo di calcio è molto di più. Si tratta di uno scontro tra due identità ben precise, una fatta di genialità, di capacità nel sopperire ad alcune mancanze con la tenacia, con il coraggio e con il cuore. L’altra è fatta di durezza, di manifesta superiorità e di vanto nell’ostentare la presunta perfezione.

    Italia-Germania è uno scontro che ha attraversato generazioni, dal dopoguerra ad oggi le due Nazionali hanno sempre battagliato con un netto vantaggio a favore dei nostri colori, ma è anche vero che ogni volta la partita arrivava in condizioni quasi alla pari, oggi i tedeschi sono Campioni del Mondo mentre gli azzurri sono alla ricerca del loro limite.

    Gli azzurri prima di Italia-Germania | Foto Twitter
    Gli azzurri prima di Italia-Germania | Foto Twitter

    Già dagli inni nazionali si sente la differenza citata prima, inno italiano cantato a squarciagola dai 4000 tifosi azzurri presenti a Bordeaux, e inno tedesco ascoltato scandendo un brusio dai 40000 teutonici, ma tante bandiere bianconere divise in due settori con al centro uno striscione raffigurante la Coppa del Mondo e le annate che ricordano le vittorie tedesche.

    Dopo questo le due squadre e le rispettive tifoserie si accomunano al lungo applauso per le vittime dell’attentato terroristico in Bangladesh, Italia che gioca con il lutto al braccio per i connazionali rimasti uccisi.

    Antonio Conte deve fare a meno di Antonio Candreva che ha bisogno di altro tempo per recuperare, di Thiago Motta che è squalificato e Daniele De Rossi recuperato parzialmente ma tenuto precauzionalmente in panchina. L’assenza di De Rossi viene sopperita dall’inserimento di Sturaro che è schierato nei tre centrali di centrocampo al fianco di Parolo e GiaccheriniLow non ha alcun problema, modifica solo l’assetto tattico e al posto di Draxler inserisce Howedes per avere maggiore copertura sull’esterno.

    Italia-Germania inizia con il freno a mano tirato, il primo vero brivido lo regala Khedira che in uno scatto sulla destra rimedia un infortunio muscolare che lo costringe ad abbandonare il campo al 15°, al suo posto Low inserisce Schweinsteiger. Proprio il neo entrato al 27° segna di testa ma per farlo spinge fallosamente De Sciglio, l’arbitro Kassai vede e annulla.

    Il primo vero tiro verso la porta arriva al 41° con Gomez che dopo una bella ripartenza tedesca e il cross di Kimmich da destra incrocia di testa mandando fuori il tiro.

    Un minuto dopo Muller dopo un batti e ribatti in area effettua un tiro strozzato che Buffon blocca a terra. Passano pochi secondi e l’Italia in impostazione con il solito schema da lancio di Bonucci trova Giaccherini largo in area tedesca che mette rasoterra in mezzo senza trovare una deviazione vincente. Il pallone arriva a Sturaro al limite esterno dell’area che calcia verso la rete ma Boateng ci mette il piedone e devia in calcio d’angolo.

    E’ l’ultima emozione del primo tempo che ha visto a tratti la Germania in un palleggio asfissiante ma sterile e gli azzurri alla ricerca costante delle vie giuste per colpire che si sono intraviste con alcuni scambi veloci tra Pellè, Parolo ed Eder e con il lancio di Leonardo Bonucci quando è lasciato libero di farlo da Gomez che sembra marcarlo a uomo.

    La ripresa inizia senza cambi nelle due formazioni, ma l’atteggiamento tedesco sembra diverso. Anziché salire a pressare come nel primo tempo, dopo un paio di trame sbagliate e la conseguente ripartenza azzurra da manuale con De Sciglio sembra temere l’Italia.

    Al 54° i tedeschi riprendono coraggio dopo che su un disimpegno sbagliato la prima conclusione di Gomez ribattuta dalla difesa fa arrivare la palla a Muller al limite dell’area, dribbling riuscito e tiro sul secondo palo del tedesco che però trova in traiettoria Florenzi in tuffo che toglie dalla rete il fendente. Passano 5 minuti di fuoco con tre ammonizioni tutte azzurre che hanno l’unico merito di spezzare il ritmo tedesco.

    Al 62° Parolo avrebbe una buona occasione dopo un appoggio fuori area palla a terra di Eder ma il tiro termina abbondantemente a lato.

    Ozil e Muller sorridenti dopo aver sbloccato Italia-Germania | Foto Twitter
    Ozil e Muller sorridenti dopo aver sbloccato Italia-Germania | Foto Twitter

    Al 65° la Germania passa in vantaggio. Muller lavora un pallone che sembrava uscire sull’out di destra, il passaggio del centrocampista arriva in mezzo in modo rocambolesco dove Ozil devia alle spalle di Buffon dal limite dell’area piccola.

    Al 69° Gomez va vicino al raddoppio quando si fa trovare libero in area su un lancio illuminante di Kroos, lo stop però non è felice perché lo mette spalle alla porta. Gomez prova con un colpo di tacco a sorprendere Buffon che effettua una deviazione prodigiosa in angolo.

    Al 74° dopo un’azione elaborata degli azzurri De Sciglio riesce a trovare spazio per mettere in mezzo un pallone invitante sul quale Pellè si avventa e in torsione colpendo di prima di sinistro spara fuori di un metro dalla porta di Neuer.

    Leonardo Bonucci pareggia l'incontro realizzando un calcio di rigore | Foto Twitter
    Leonardo Bonucci pareggia l’incontro realizzando un calcio di rigore | Foto Twitter

    Al 78° l’Italia ritorna in partita, su un calcio d’angolo di Florenzi da destra Parolo fa ponte ma Boateng da centrale di pallavolo fa muro con le braccia causando calcio di rigore. Alla battuta va Bonucci che con una finta realizza il pareggio superando Neuer che comunque aveva intuito.

    Dopo tre minuti fatti di pressione tedesca alla ricerca del nuovo vantaggio con una ripartenza velocissima l’Italia va vicina a superare nuovamente il portiere tedesco. Pellè, terminale offensivo dell’azione, però si vede deviare il tiro da Hummels.

    De Sciglio all’89° da sinistra rientra con una finta e di destro calcia verso la porta ma il tiro va sull’esterno della rete, è l’ultima occasione dei tempi regolamentari. Anche questa edizione di Italia-Germania prende quel sapore epico degno delle precedenti.

    Il primo tempo supplementare regala solo un paio di emozioni con molti azzurri affaticati e la Germania che continua a fare pressing con il suo palleggio asfissiante. Solo due tiri da fuori area uno di Boateng ampiamente fuori ed un altro di Kross deviato a lato dalle gambe di un difensore.

    Il secondo tempo supplementare inizia subito con il brivido, Barzagli di testa alza a campanile in area il pallone su un cross di Kimmich. Draxler girato di schiena verso la porta tenta una un colpo rovesciato che va alto. Subito dopo Conte è costretto a far entrare Insigne per un Eder stremato. E proprio il napoletano a metà tempo supplementare ha una bella intuizione in area, dove si gira su se stesso e calcia verso la porta ma Neuer blocca senza problemi il tiro da posizione defilata.

    Nei minuti finale Conte si gioca la carta Zaza al posto di Chiellini per sfruttare lo juventino ai calci di rigore ormai inevitabili.

    Le lacrime di Gigi Buffon dopo l'epilogo di Italia-Germania | Foto Twitter
    Le lacrime di Gigi Buffon dopo l’epilogo di Italia-Germania | Foto Twitter

    I rigori sorridono alla Germania ad oltranza, gli azzurri in totale sbagliano quattro rigori, mentre i tedeschi tre, quello decisivo lo segna Hector dopo l’errore di Darmian. L’Italia chiude l’esperienza ad Euro2016 con un bilancio decisamente positivo, ha tenuto testa ai Campioni del Mondo e per alcuni tratti ha anche rischiato di strappare quella semifinale che invece vedrà protagonista la Germania contro la vincente di Francia e Islanda.

    ITALIA-GERMANIA 7-8 (0-0 p.t./1-1 s.t)

    Italia (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 7, Bonucci 7,5, Chiellini 7 (dal 120° Zaza s.v.); Florenzi 6,5 (dal 86° Darmian 6), Sturaro 6, Parolo 7, Giaccherini 7, De Sciglio 7,5; Pellè 5,5, Eder 6.

    C.T.: Antonio Conte 7

    Germania (4-4-2): Neuer 6,5; Howedes 5,5, Boateng 6, Hummels 6,5, Hector 7; Kimmich 7, Khedira 6 (dal 15° Schweinsteiger 6), Kroos 6,5, Ozil 7; Muller 7, Gomez 5,5 (dal 72° Draxler 6,5).

    C.T.: Joachim Low 6,5

    Arbitro: Viktor Kassai (HUN) 5

    Ammoniti: Sturaro (ITA), De Sciglio (ITA), Parolo (ITA), Hummels (GER), Pellè (ITA), Giaccherini (ITA), Schweinsteiger (GER) Espulsi: –

  • Galles da paura, tritato il Belgio 3-1

    Galles da paura, tritato il Belgio 3-1

    Ancora una volta Euro2016 premia il gruppo, la squadra, non la tecnica e le individualità ed oggi è toccato al Galles. Il Belgio, dopo aver preso la prima batosta contro l’Italia nei gironi sembrava aver ripreso la sua verve e poter essere tornata la favorita alla vittoria finale. Ma contro il Galles di questa sera non c’era nulla da fare e ne è uscito tritato dai britannici.

    Ieri sera la Polonia aveva messo in seria difficoltà il Portogallo trascinando Ronaldo e compagni alla pericolosa roulette dei calci di rigore. Alla fine l’hanno spuntata i lusitani con un brivido lungo 120 minuti, questa sera invece è stato il Galles il protagonista del secondo quarto di finale del torneo ed ora in semifinale dovrà vedersela proprio contro il Portogallo, in palio la finalissima.

    Wilmots ha peccato ancora una volta un po’ di presunzione lasciando fuori Fellaini per poi essere costretto a farlo entrare a gara in corso. Per sostituire Vermaelen sceglie Meunier e a sinistra opta per Lukaku (fratello dell’attaccante). Coleman conferma i ragazzi che hanno già ottenuto un traguardo storico arrivando fin qui.

    La "bomba" di Radja Nainggolan che sblocca Belgio-Galles | Foto Twitter
    La “bomba” di Radja Nainggolan che sblocca Belgio-Galles | Foto Twitter

    Il Galles va sotto subito, con una bomba tirata da Nainggolan dopo dieci minuti di gioco, ma non si è scomposto minimamente, non ha cambiato di una virgola la sua impostazione di gioco, fatta soprattutto della convinzione di chi non ha nulla da perdere perché ha già vinto.

    La squadra di Wilmots dopo il vantaggio si specchia un po’ e prima della fine del primo tempo paga l’atteggiamento preso, la difesa resta immobile mentre Williams di testa colpisce al cuore del Belgio. Ci si aspetta una ripresa di nuovo all’insegna della squadra di Wilmots che da grande squadra con calma dovrebbe riprendersi il controllo della partita per poi riportarsi in vantaggio e chiudere la gara. Invece dopo dieci minuti di gioco del secondo tempo accade che l’effetto di “non aver nulla da perdere” prende vita e corpo con Robson-Kanu che con un giro su se stesso in area manda fuori giri mezza difesa belga e con una sicurezza imprevedibile piazza alle spalle di Courtois il 2-1.

    Robson-Kanu festeggia il vantaggio realizzato con il Galles | Foto Twitter
    Robson-Kanu festeggia il vantaggio realizzato con il Galles | Foto Twitter

    Il Belgio come “La Bella Addormentata nel Bosco” rimane basito e poco reattivo, persiste con l’atteggiamento di chi è sicuro di poter ribaltare il risultato quando vuole. Errore madornale che farà passare del tempo prezioso, quello che poi mancherà quando Wilmots farà entrare Fellaini, Mertens e Batshuayi.

    Il Galles resta in piedi sotto la maggiore freschezza dell’avversario nell’ultimo quarto d’ora e in contropiede completa l’opera con Vokes all’86°, entrato al posto di Robson-Kanu. Unica nota dolente per i britannici è che nella partita sono stati presi parecchi gialli che in semifinale potrebbero pesare molto.

    Euro2016 così ancora una volta rinnova il suo trend premiando i gruppi, le squadre compatte, che magari hanno tecnicamente qualche gap rispetto alle Nazionali più quotate tecnicamente ma che con l’unità ed il cuore riescono a ribaltare i pronostici.

  • Italia-Spagna, “matata” la bestia nera

    Italia-Spagna, “matata” la bestia nera

    E’ ormai diventata un classico, Italia-Spagna è una sfida che si ripete da più di dieci anni e solo una volta, ad USA ’94, siamo usciti vittoriosi. La Spagna è la nostra “bestia nera”, un avversario che inizia a rimanere indigesto molto più dell’avversario di sempre, la Germania.

    Antonio Conte aveva chiesto un muro azzurro sugli spalti e lo ha ottenuto ora la palla passa ai suoi ragazzi, Italia-Spagna per loro deve essere comunque la conferma che non sono ad Euro2016 per caso, così come qualcuno afferma da prima dell’inizio del torneo.

    Gli azzurri sono con tanti ammoniti ma soprattutto hanno perso Antonio Candreva, uno dei più in forma fino a questo punto, inoltre hanno potuto riposare un turno in più considerando che nel match contro l’Irlanda il C.T. ha fatto riposare quasi tutti attraverso un ampio turn-over.

    Antonio Conte sotto il diluvio a condurre l'Italia | Foto Twitter
    Antonio Conte sotto il diluvio a condurre l’Italia | Foto Twitter

    La Spagna invece è al completo, ad incrinare le loro sicurezze quell’ultimo match nella fase a gironi contro la Croazia, che gli è costato il primo posto nel gruppo.

    I primi minuti già dicono che tipo di match si presenta, Italia che si difende e Spagna che attacca. L’attacco iberico però è sempre controllato mentre l’Italia riparte in contropiede con un ottimo movimento tra le linee dei trequartisti che per pochissimo non riescono ad innescare in modo vincente Eder e Pellè.

    Al 9° minuto Pellè devia in modo vincente di testa un cross da calcio di punizione di Florenzi, De Gea però compie un miracolo deviando in corner. Un minuto dopo, azione insistita degli azzurri che dopo un cross al centro di Florenzi e il ponte di testa di Pellè vanno al tiro con Giaccherini in rovesciata, deviazione di De Gea e palla che rimbalza sul palo prima del fischio dell’arbitro che interrompe l’azione per gioco pericoloso. In questa fase Italia-Spagna sembra non potesse iniziare in modo migliore per l’Italia.

    La Spagna si nota al 20° quando Alba mette in mezzo un traversone rasoterra per Nolito al limite che stoppa e prova il tiro ma viene murato in scivolata da Leonardo Bonucci. E’ il primo squillo iberico.

    25° Bonucci anticipa Morata per l’ennesima volta, fa trenta metri palla al piede poi allarga il gioco per Pellè che a sua volta apre verso De Sciglio a sinistra, cross in area spagnola e colpo di testa di Parolo fuori. Passano due minuti e da fuori area ci prova Iniesta, Buffon è attento e blocca a terra.

    33° l’Italia si porta in vantaggio, punizione dal limite in posizione centrale, sassata rasoterra di Eder e sulla ribattuta di De Gea si avventa come un falco Chiellini che ribadisce in rete. L’Italia fino a questo punto sta facendo la partita perfetta.

    Giorgio Chiellini sblocca Italia-Spagna | Foto Twitter
    Giorgio Chiellini sblocca Italia-Spagna | Foto Twitter

    Al 45° gli azzurri operano in contropiede e certificano il merito del vantaggio, Pellè fungendo sempre da “boa” serve largo Giaccherini a sinistra che salta l’uomo si accentra e tira in porta, De Gea compie un altro “miracolo” levando il pallone da sette e deviandolo in angolo. Italia-Spagna, alla fine del primo tempo vede i ragazzi di Conte in vantaggio e con il rammarico pure di non essere riusciti a raddoppiare.

    La ripresa inizia con un cambio per gli spagnoli, Del Bosque si gioca la carta Aduriz per Nolito, di conseguenza lascia libero Morata a sinistra di svariare, mentre il neo entrato si sistema al centro dell’attacco. Gli azzurri iniziano il secondo tempo sia come uomini che come atteggiamento come la prima frazione di gara.

    Al 50° da un calcio d’angolo sulla sinistra Morata trattiene per la maglia Chiellini e colpisce di testa in modo centrale, Buffon senza problemi blocca. Un minuto dopo di nuovo panico in area azzurra su un calcio di punizione di Fabregas c’è un pericoloso batti e ribatti sbrogliato con qualche affanno da Barzagli. La Spagna mette sotto pressione l’Italia, complice anche un infortunio a De Rossi che da qualche minuto non riesce più a far ripartire la manovra, Conte quindi prontamente inserisce Thiago Motta.

    Al 55° però è ancora l’Italia ad avere un’occasione d’oro, Eder lanciato in profondità si trova a tu per tu con De Gea, il portierone iberico però riesce a respingere il tiro dell’attaccante azzurro. In un altro contropiede gli azzurri potrebbero segnare, ma il traversone di De Sciglio sfila tra Eder e Parolo prima di essere liberato.

    Nella fase centrale della ripresa è però la Spagna a prendere redini del gioco e della partita complice anche un calo fisico degli azzurri, Aduriz ha una buona opportunità da fuori area ma spara a lato e al 71° Ramos da calcio d’angolo salta più in alto di tutti ma il tiro di testa è alto. Al 76° un’azione insistita iberica, nata da un’errata ripartenza italiana, porta al tiro da fuori area Iniesta che c’entra la porta ma Buffon devia in angolo.

    Italia stanchissima e quasi alle corde, quando nuovamente al 77° Gianluigi Buffon compie una parata strepitosa respingendo un tiro angolato pericolosissimo di Pique. Aduriz si infortuna e al suo posto Del Bosque fa entrare Pedro. Conte cambia Eder, stremato, ed al suo posto gioca la carta Insigne, poco dopo dentro Darmian per un ottimo Florenzi.

    Proprio Insigne all’86° dopo un delizioso dribbling prova a sorprendere De Gea da fuori area, ma l’estremo difensore spagnolo respinge il fendente. Un minuto dopo un traversone da sinistra di Silva mette paura in area azzurra e Barzagli tocca quanto basta per mettere fuori gioco Pedro pronto a deviare in rete. All’89° un lancio lungo trova il ponte di Vasquez e Pique devia ad un metro dalla porta ma Buffon è di nuovo prodigioso.

    Graziano Pellè realizza il raddoppio | Foto Twitter
    Graziano Pellè realizza il raddoppio | Foto Twitter

    L’Italia chiude la partita allo scoccare del 90° Insigne e Motta portano il contropiede, il napoletano ha il merito di allargare il gioco a destra dove trova Darmian solissimo, cross al centro e Pellè sbatte in rete per il 2-0 finale. rete fotocopia di quella segnata contro il Belgio alla prima giornata della fase a gironi.

    Match chiuso dopo quattro minuti di recupero, una grande prova dell’Italia che dimostra ancora una volta uno straordinario carattere.

     

    ITALIA-SPAGNA 2-0 (1-0) – 33° Chiellini (I), 90° Pellè (I)

    Italia (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 6,5, Bonucci 7, Chiellini 7; Florenzi 6,5 (dal 85° Darmian 7), Parolo 6,5, De Rossi 6,5 (dal 54° Thiago Motta 6), Giaccherini 6,5, De Sciglio 6,5; Pellè 7, Eder 7 (dal 82° Insigne 7).

    C.T.: Antonio Conte 7

    Spagna (4-3-3): De Gea 6,5; Juanfran 5,5, Pique 5, Ramos 6, Alba 6; Fabregas 5,5, Busquets 6, Iniesta 6; Silva 6, Morata 5,5 (dal 70° Lucas Vasquez 6), Nolito 5,5 (dal 46° Aduriz 6 sostituito al 82° da Pedro s.v.).

    C.T.: Vicente Del Bosque 5,5

    Arbitro: Cuneyt Cakir (Tur) 5

    Ammoniti: De Sciglio (ITA), Nolito (SPA), Pellè (ITA) , Silva (SPA) Espulsi: –

  • Il cuore del Cile si prende la Coppa America

    Il cuore del Cile si prende la Coppa America

    New York e il MetLife diventano il teatro della sfida finale della centesima edizione della Coppa America. Argentina e Cile sono le migliori formazioni del continente americano e dopo un agguerrito torneo sono arrivate in fondo per aggiudicarsi la prestigiosa edizione del massimo titolo continentale.

    L’accesso delle due formazioni alla finalissima è stato differente, l’Argentina arriva qui dopo una sfida agevolmente vinta per 4-0 sui padroni di casa degli Stati Uniti, mentre il Cile ha dovuto sudarsi il 2-0 contro un’ottima Colombia che fin dalle prime battute del torneo ha suscitato molte buone aspettative ed ha conquistato il terzo posto di questa Coppa America superando gli Stati Uniti nella “finalina” con una rete di Bacca.

    Una “Copa del Centenario” che ha fatto registrare un gran successo con oltre un milione di biglietti venduti e una media spettatori di oltre 42000 presenti a match. Gli Stati Uniti cercavano un gran ritorno mediatico per ulteriormente lanciare il “soccer” e ci sono riusciti alla grande mostrando un degno spettacolo per il paese.

    Il MetLife di New York gremito per la finale di Coppa America | Foto Twitter
    Il MetLife di New York gremito per la finale di Coppa America | Foto Twitter

    Motivi differenti per le due formazioni e approdo alla finale come detto altrettanto diverso. L’Argentina cerca la vendetta dopo aver perso l’ultima edizione proprio contro il Cile ai rigori, mentre la “roja” vuole confermare la sua supremazia in America. Assente per l’Argentina l’ex-napoletano Lavezzi, mentre nel Cile rientra Vidal che aveva saltato la semifinale per infortunio. Tanti comunque i conoscenti della nostra Serie A in campo.

    Non passa nemmeno un minuto che l’Argentina, come visto contro gli Stati Uniti, si fa subito vedere. Banega recupera un pallone che sembrava perso e spara da fuori area, il tiro esce fuori di poco.

    Nei primi venti minuti di gioco si capisce che le due squadre si temono ma per indole si attaccano colpo su colpo con un ritmo elevato. L’Argentina pressa e si prende il pallino del gioco, ma il Cile scappa quando può e mette paura. Al 22° Medel fa un errore i controllo clamoroso, Higuain ruba la sfera e s’invola solo davanti a Bravo, l’attaccante del Napoli però effettua un pallonetto che esce largo sull’uscita del portiere cileno. Un minuto dopo da una punizione di Messi, Otamendi colpisce di testa mettendo sull’esterno della rete la sfera.

    L’Argentina con Messi e Di Maria continua a mettere in difficoltà la difesa cilena e in meno di mezz’ora Diaz commette due falli su Leo Messi che costringono l’arbitro brasiliano Lopes ad estrarre due volte il cartellino giallo e di conseguenza il rosso. L’Argentina così si ritrova ad avere a disposizione sessanta minuti di gioco con un uomo in più e se l’attacco prima veniva portato con un certo peso, adesso la pressione sul gioco cileno diventa asfissiante. Il match s’incattivisce, il gioco viene frammentato dai numerosi falli e poco dopo vengono ammoniti Mascherano, Vidal e Messi.

    Ad Aranguiz (Chi) è stato mostrato il cartellino rosso, così come a Rojo (Arg) ma solo il secondo uscirà dal campo | Foto Twitter
    Ad Aranguiz (Chi) è stato mostrato il cartellino rosso, così come a Rojo (Arg) ma solo il secondo uscirà dal campo | Foto Twitter

    Mentre sul finale di primo tempo viene espulso direttamente Rojo per una brutta entrata da dietro su Vidal. Si va al riposo sullo 0-0 ma con una partita emozionante e piena di colpi di scena anche se per i due tecnici completamente da ricostruire.

    Nella dinamica dell’espulsione per Rojo l’arbitro Lopes ha mostrato il rosso a due giocatori, uno era Rojo appunto, mentre l’altro era un giocatore del Cile, Aranguiz, che aveva avuto una reazione dove poi ne era scaturita una piccola rissa. Tuttavia ad uscire dal campo è stato solo Rojo tra le proteste argentine mentre Aranguiz è rimasto in campo dimenticato da Lopes. Un’altra pagina di questa Coppa America dove il direttore di gara diventa determinante qualunque sia l’esito finale.

    La ripresa inizia senza cambi per le due formazioni ma è il Cile che sembra più attivo mentre l’Argentina si preoccupa più a coprirsi. Al 56° Isla dopo un’azione prolungata del Cile ci prova da fuori area ma il tiro è largo. Martino prova a controllare meglio la partita inserendo Kranevitter per un Di Maria uscito un po’ dal gioco.

    La partita rimane bellissima perché il Cile tiene il pallino del gioco e si prende grossi rischi per le ripartenze albicelesti, l’Argentina sembra sonnecchiare segno che tra le due espulsioni quella che ha pesato di più è stata quella di Rojo. In una delle folate in contropiede argentine viene ammonito Aranguiz che per fermare Messi lo stende, Martino cambia l’attacco e al posto di Higuain inserisce Aguero, segno che la chiave che vuole cercare l’Argentina per sbloccare il match è la velocità di scambio e di corsa palla al piede.

    80° bel contropiede cileno innescato da Sanchez che lancia lungo Vargas che una volta entrato in area dalla destra tira in porta in modo potente, Romero respinge poi Mascherano libera l’area. Quattro minuti dopo Messi dopo uno dei tanti slalom sulla trequarti passa ad Aguero che con un tocco salta l’avversario e solo defilato sulla destra davanti allo specchio spara alto.

    Nell’ultimo minuto dei tempi regolamentari si vede lo specchio della partita, grande azione corale del Cile che con Beausejour scende sulla sinistra, mette rasoterra in mezzo per Sanchez un pallone che deve essere solo spinto in porta, l’ex-Udinese s’inceppa e l’Argentina riparte velocissima, la palla arriva a Messi che ne salta tre e poi da fuori area spara fuori. Si va ai tempi supplementari.

    I supplementari non vedono cambi per nessuna delle due squadre e si inizia sempre con i nervi tesi, nei primi minuti si vedono contrasti duri e sempre lo stesso canovaccio Cile che palleggia con calma e prova l’attacco mentre Argentina pronta a ripartire in contropiede.

    Al 99° grande discesa di Puch sulla sinistra che mette in mezzo una palla d’oro per Vargas che colpisce di testa dal limite dell’area piccola, strepitoso Romero a bloccare in volo plastico. Un minuto dopo da una punizione battuta da Messi, salta Aguero che devia verso la porta, Bravo con un incredibile colpo di reni devia in angolo.

    Occasione d'oro per Aguero che di testa poteva segnare il gol che valeva la Coppa America | Foto Twitter
    Occasione d’oro per Aguero che di testa poteva segnare il gol che valeva la Coppa America | Foto Twitter

    Martino si gioca durante il secondo tempo supplementare anche la carta Lamela al posto dello stanchissimo Banega autore di una buona gara. Finisce comunque 0-0 e come nell’ultima edizione della Coppa America decidono i calci di rigore con una partenza shock, Vidal e Messi i primi due rigoristi sbagliano entrambi.

    Lucas Biglia si fa parare il rigore che regala la Coppa America al Cile | Foto Twitter
    Lucas Biglia si fa parare il rigore che regala la Coppa America al Cile | Foto Twitter

    Raul Bravo para il rigore di Lucas Biglia, mentre Silva non sbaglia portando il Cile in paradiso esattamente come un anno fa. La Coppa America è della “Roja”. Continua la maledizione di Lionel Messi che con l’Argentina non ha ancora vinto qualcosa di importante.

    ARGENTINA-CILE 3-4 d.c.r. (0-0 p.t./0-0 s.t.)

    Argentina (4-3-3): Romero 6,5; Mercado 6,5, Otamendi 6,5, Mori 7, Rojo 4,5; Biglia 6, Mascherano 7, Banega 6 (dal 111° Lamela s.v.); Messi 5, Higuain 6 (dal 70° Aguero 5,5), Di Maria 5,5 (dal 56° Kraneviter 6).

    C.T.: Gerardo Martino 6,5

    Cile (4-3-3): Bravo 7; Isla 7, Medel 6, Jara 7, Beausejour 6; Vidal 7, Diaz 4,5, Aranguiz 6,5, Fuenzalida 6,5 (dal 80° Puch 6), Vargas 6 (dal 109° Castillo s.v.), Sanchez 7 (103° Silva s.v.).

    C.T.: Juan Antonio Pizzi 6,5

    Arbitro: Heber Lopes (Bra) 4,5

    Ammoniti: Diaz (CHI), Diaz (CHI), Mascherano (ARG), Vidal (CHI), Messi (ARG), Beausejour (CHI), Aranguiz (CHI),Kranevitter (ARG).

    Espulsi: Diaz (CHI), Rojo (ARG)