Autore: Cristiano Previ

  • Paura Roma, ma è ai quarti di Tim Cup

    Paura Roma, ma è ai quarti di Tim Cup

    Incassati i cinque punti di distacco dalla capolista Juventus dopo l’ultimo turno in campionato, la Roma di Rudi Garcia si getta a capofitto sulla Tim Cup trovando fra le mura di casa l’ostacolo Empoli di Maurizio Sarri in una partita ad eliminazione diretta per l’approdo ai quarti di finale.

    La Roma affronta l’impegno della Tim Cup con una formazione decisamente in linea con quanto  fatto vedere in campionato, vuoi per le tante defezioni, vuoi perché come ha detto Garcia in settimana, la società vuole conquistare la decima Coppa Italia della sua storia, i giallorossi rispolverano in porta Skorupski, mezzo al campo De Rossi e davanti Totti. Ritorna Ashley Cole sulla sinistra e il resto è la stessa squadra che sabato ha giocato a Palermo.

    L’Empoli di Sarri invece inserisce Saponara in mezzo al campo al fianco di Vecino e Signorelli mentre in attacco, ma con chiaro intento di supporto al centrocampo Laxalt.

    La partita inizia subito dando la sensazione che per la Roma l’impegno potrebbe essere più semplice di quanto sembrava sulla carta. Infatti al 4° minuto dalla destra e sulla trequarti Maicon effettua un traversone verso il centro dell’area dov’è appostato Iturbe, l’argentino riesce a controllare la sfera e di destro leggermente svirgolato batte Bassi per il vantaggio giallorosso.

    La Curva Sud della Roma in festa espone una bandiera con il ritratto del Presidente Viola | Foto Twitter
    La Curva Sud della Roma in festa espone una bandiera con il ritratto del Presidente Viola | Foto Twitter

    Dopo il vantaggio della Roma Ashley Cole, sfortunatissima stagione per lui, in un contrasto con Vecino si procura una ferita al volto e Garcia deve far entrare al suo posto Holebas. Al 30° dalla destra riceve in appoggio la sfera Nainggolan che è appostato al limite dell’area e di prima calcia in porta, il tiro viene rimpallato e la sfera ritorna allo stesso centrocampista belga che tira nuovamente ma fuori.

    Al 40° Nainggolan dalla sinistra si accentra ed entra in area con un dribbling sul difensore empolese, poi prova un tiro morbido che non sorprende Bassi pronto a deviare in angolo. Quattro minuti più tardi i brividi per la porta toscana arrivano dal “fuoco amico”, infatti dagli sviluppi di un calcio d’angolo di destra Astori sfiora di testa e Bianchetti si trova la palla contro le proprie ginocchia deviandola verso la porta ma per fortuna il tiro termina alto.

    La ripresa inizia con maggior pressing da parte degli ospiti che cercano di infastidire la Roma. Tuttavia dopo due minuti di gioco del secondo tempo Maicon effettua un lancio per Destro che con esperienza riesce a mettere fuori tempo Bianchetti, mentre la palla è in volo l’attaccante della Roma tenta una sforbiciata alzando troppo la mira. Al 50° ancora Maicon, con l’esterno serve in profondità Destro che anticipa Laurini e calcia in porta di prima trovando attento Bassi che blocca in due tempi. E’ una fase della partita dove la Roma vuole chiaramente chiudere il conto ma pecca un po’ d’imprecisione ci provano Pjanic e Nainggolan ma calciano fuori misura.

    Il primo squillo dell’Empoli si sente al 57°, quando Zielinski (subentrato a Saponara da poco) stoppa dentro l’area di petto e calcia verso la porta sfiorando la traversa. Tuttavia nella fase centrale della ripresa accade poco e ne approfittano i due tecnici per effettuare alcune sostituzioni esce per la Roma Totti ed entra Ljajic mentre Sarri rivoluziona un po’ la squadra togliendo Laurini per Hysaj e Maccarone per Verdi. I giallorossi così rallentano il ritmo e l’Empoli, più coperto a centrocampo alza il baricentro, al 72° una bella combinazione tra Tavano e Verdi per questione di centimetri non si chiude mettendo davanti a Skorupski da solo il regista dei toscani.

    La strategia dell’Empoli produce il pareggio all’80° quando dalla difesa empolese arriva un passaggio illuminante per Verdi che anticipa Astori, salta Skorupski in uscita e poi appoggia il pallone in rete agevolmente.

    La Roma reagisce mettendo subito pressione all’Empoli all’85° con Paredes che calcia di destro a girare in porta ma Bassi blocca agevolmente ed un minuto dopo Destro servito dentro l’area da Iturbe calcia fuori di pochissimo. Nel recupero Bassi si supera, negando la rete alla Roma che chiuderebbe il conto nei tempi regolamentari, Iturbe scambia con Maicon e tira in porta da posizione defilata, il portiere dell’Empoli respinge e sulla ribattuta di nuovo l’argentino prova a battere il portiere che di riflesso respinge nuovamente. E’ l’ultimo sussulto dei 90 minuti regolamentari e ci vogliono i supplementari per decidere la gara.

    Nel primo tempo supplementare i veri pericoli procurati dalla Roma sono al 103°, quando da un calcio d’angolo di sinistra battuto da Paredes Bassi esce male e Iturbe di testa in contro tempo riesce a indirizzare verso la porta sguarnita ma sulla linea Mario Rui in tuffo di testa manda in angolo. E al 105° con Ljajic che tira da posizione defilata trovando il portiere empolese pronto alla respinta.

    La seconda frazione supplementare vede subito la Roma andare all’attacco, dopo il calcio d’inizio Iturbe s’invola sulla destra, arriva vicino al lato corto dell’area piccola e tira però sull’esterno della rete. Al 112° Verdi dalla sinistra prova a tirare in porta e Skorupski blocca a terra, nell’azione successiva dall’altra parte del campo Holebas è lanciato in area da Paredes, Zielinski entra in scivolata sul pallone ma dopo aver deviato la sfera colpisce anche il giocatore giallorosso, per l’arbitro è calcio di rigore tra le proteste dei giocatori dell’Empoli. Batte De Rossi e segna la rete del 2-1.

    Al 120° Tavano potrebbe pareggiare, ma Skorupski nega il punto ai toscani.

    ROMA-EMPOLI 2-1 d.t.s (1-1 / 1-0) – 4° Iturbe (R), 80° Verdi (E), De Rossi (R)

    Roma (4-3-3): Skorupski 6,5; Maicon 6,5, Yanga-Mbiwa 5,5, Astori 5, Cole S.V. (dal 25° Holebas 6); Pjanic 5,5 (dal 81° Paredes 6,5), De Rossi 6, Nainggolan 6; Iturbe 6,5, Totti 6 (dal 66° Ljajic 5), Destro 5.

    All.: Rudi Garcia 6

    Empoli (4-3-1-2): Bassi 7; Laurini 5 (dal 52° Hysaj 6,5), Bianchetti 6,5, Barba 6, Mario Rui 6; Saponara 5,5 (dal 56° Zielinski 6,5), Signorelli 6, Vecino 5,5; Tavano 5; Maccarone 5,5 (dal 68° Verdi 7), Laxalt 5,5.

    All.: Maurizio Sarri 6,5

    Arbitro: Di Bello

    Ammoniti: Bianchetti (E), Yanga-Mbiwa (R), Zielinski (E). Espulsi:

  • Dybala e il Palermo domano la lupa al Barbera

    Dybala e il Palermo domano la lupa al Barbera

    Alla Roma tocca l’anticipo delle 20:30 del sabato della diciannovesima giornata di Serie A e il cliente non è per nulla semplice da superare perché si tratta della sorpresa Palermo del fenomeno Dybala e per giunta al Barbera, campo tradizionalmente “caldo”.

    Beppe Iachini si rallegra proprio per il recupero in extremis di Dybala che aveva patito di un risentimento muscolare e che quindi viene schierato in avanti al fianco di Vazquez regolarmente. Garcia invece modifica leggermente il suo 4-3-3. De Rossi e Nainggolan sono out per squalifica e Keita è impegnato con la Coppa D’Africa pertanto Strootman viene inserito in cabina di regia e al suo fianco in mezzo al campo dal primo minuto viene lanciato Paredes, mentre davanti viene data un’altra chance a Ljajic a destra Iturbe mentre in mezzo tocca a Mattia Destro.

    Passano solo due minuti di gioco e i rosanero fanno male alla Roma. Vazquez intercetta un passaggio suicida di Astori e serve subito Dybala che si ritrova a tu per tu con De Sanctis e non sbaglia il tiro portando in vantaggio il Palermo e realizzando la sua decima rete in questo campionato. La Roma accusa il colpo, cerca di reagire ma in fase d’impostazione pecca sempre d’imprecisione.

    Al 9° Florenzi crossa al centro, Sorrentino interviene di pugno liberando l’area e sulla ribattuta Pjanic calcia al volo ma è impreciso. E’ l’inizio della rincorsa giallorossa che produce una grande occasione al 30° quando Destro viene servito benissimo da Ljajic in area ma manca la sfera di un non nulla. Il Palermo è organizzato, ben messo in campo e chiude ogni spazio ripartendo in contropiede.

    Al 39° De Sanctis deve volare per boccare un colpo di testa insidioso di Barreto e l’occasione rosanero chiude il primo tempo del match.

    Mattia Destro realizza il pareggio per la Roma | Foto Twitter
    Mattia Destro realizza il pareggio per la Roma | Foto Twitter

    Nella ripresa la Roma parte con tutt’altro ritmo e vuole riprendersi la gara. Al 54° punizione dalla trequarti di Pjanic, sul filo del fuorigioco scatta Strootman che di testa fa ponte per Destro solo al centro dell’area piccola e in spaccata supera Sorrentino per il pareggio. Al 60° Dybala se ne va  e ci vuole tutto il coraggio di De Sanctis per fermare la sfera destinata ad andare in porta sul duello ravvicinato.

    A questo punto la sfida vive di fiammate improvvise ma non di altre chiare occasioni da gol. Esattamente come una settimana fa la Roma inspiegabilmente regala un tempo all’avversario ed il Palermo conferma tutto il buono vito finora in stagione, senza paura può giocare alla pari con chiunque.

    PALERMO-ROMA 1-1 (1-0) – 2° Dybala (P), 54° Destro (R).

    Palermo (3-4-1-2): Sorrentino 6; Vitiello 6, Gonzalez 5,5, Andelkovic 5,5, Morganella 5,5; Rigoni 6,5, Barreto 7, Lazaar 6 (83° Daprelà S.V.); Maresca 6,5 (dal 86° Quaison S.V.); Dybala 7,5 (dal 74° Belotti S.V.).

    All.: Giuseppe Iachini 6,5

    Roma (4-3-3): De Sanctis 6,5; Florenzi 5,5, Yanga-Mbiwa 5,5, Astori 5, Holebas 6; Paredes 6 (dal 79° Maicon S.V.), Pjanic 5,5, Strootman 6; Iturbe 5 (dal 75° Verde 5), Destro 7, Ljajic 6 (dal 80° Totti S.V.).

    All.: Rudi Garcia 5,5

    Arbitro: Damato 6

    Ammoniti: Yanga-Mbiwa (R), Morganella (P), Lazaar (P), Destro (R). Espulsi:

  • L’Inter strappa un punto all’Empoli, finisce 0-0

    L’Inter strappa un punto all’Empoli, finisce 0-0

    L’Inter esce dal Castellani di Empoli leggermente ridimensionata ma con un altro punto importante conquistato in un campo non semplicissimo. Padroni di casa che meritavano qualcosa di più di un semplice pareggio per la pressione portata e la maggior verve in avanti.

    Roberto Mancini ha confermato per dieci undicesimi la formazione che ha battuto il Genoa, solo Ranocchia è stato inserito perché rispetto alla partita con i liguri risultava disponibile. Anche Kovacic rientrava ma partiva dalla panchina. Sarri invece schiera una formazione diversa e piena di novità, out per squalifica Mario Rui, al suo posto viene schierato a sorpresa sulla fascia sinistra Barba e non Laurini. Rientrato Tonelli, il tecnico invece davanti ha lasciato fuori la coppia Maccarone-Tavano.

    I toscani partono forte, subito con un ritmo diverso rispetto agli avversari, con buone trame di gioco ed una buona intesa tra Pucciarelli e Michelidze. Il primo squillo dell’Empoli arriva con un tiro da fuori area al 6° di Hysaj trovando Handanovic pronto a deviare in tuffo. La prima azione pericolosa per i nerazzurri paradossalmente la crea lo stesso Empoli, da un corner battuto da Podolski al 20° è Tonelli a deviare verso la propria porta ma non in maniera deleteria per fortuna, infatti la sfera viene rimpallata e l’area è liberata in affanno dai toscani.

    Dopo una serie di tiri da fuori velleitari e inefficaci da entrambe le parti nei minuti finali i toscani si creano due palle gol non sfruttate a dovere. Al 42° Hysaj dalla fascia destra mette un pallone invitante in mezzo dove Michelidze anticipa Handanovic in uscita, la palla finisce sull’esterno della rete e al 45° Rugani su un calcio d’angolo svetta su tutti ma non trova la porta di poco.

    Prova opaca per Lukas Podolski | Foto Twitter
    Prova opaca per Lukas Podolski | Foto Twitter

    La ripresa parte in modo simile al primo tempo ma è l’Inter che ha la prima palla-gol. Vidic al 53° che su calcio d’angolo sfiora il gol dopo un’uscita a vuoto da parte di Sepe e Palacio, ben servito da Hernanes in area, dopo aver deviato di testa la sfera la vede uscire di pochissimo a lato del secondo palo. Un minuto dopo Michelidze scappa verso la porta dalla sinistra e col mancino tenta un tiro sul quale interviene Handanovic in modo affannoso.

    L’Inter dopo una prima fase del secondo tempo nella quale restituisce colpo su colpo ai padroni di casa torna nuovamente ad essere irriconoscibile e l’Empoli ne approfitta. Al 72° Maccarone, subentrato da poco a Michelidze, serve un pallone invitante in profondità per Zielinski che calcia in porta impegnando nuovamente Handanovic. E’ l’ultima emozione vera della gara che si chiude a reti bianche.

    EMPOLI-INTER 0-0 (0-0)

    Empoli (4-3-1-2): Sepe 6; Barba 6, Rugani 7, Tonelli 6, Hysaj 6,5; Vecino 6,5, Valdifiori 6,5, Croce 6; Verdi 6 (dal 65° Zielinski 6,5); Michelidze 6,5 (dal 71° Maccarone 6), Pucciarelli 6,5 (dal 84° Tavano S.V.).

    All.: Maurizio Sarri 6,5

    Inter (4-3-3): Handanovic 7; Campagnaro 6, Vidic 6,5, Ranocchia 6 (dal 46° Andreolli 6), D’Ambrosio 5,5; Guarin 6, Medel 6, Hernanes 5,5; Palacio 6, Podolski 5,5 (dal 74° Shaqiri 6), Icardi 5 (dal 59° Kovacic 5,5).

    All.: Roberto Mancini 5,5

    Arbitro: Doveri 5,5

    Ammoniti: Michelidze (E), Vidic (I), Medel (I). Espulsi:

  • Derby Roma: la Lazio butta la vittoria, è Super Totti

    Derby Roma: la Lazio butta la vittoria, è Super Totti

    Derby dai due volti quello che si è visto a Roma nella diciottesima giornata di Serie A e attendendo la partitissima di questa sera Napoli-Juventus. La Lazio butta la vittoria costruita nel primo tempo ma nella ripresa è Super Totti che con una doppietta rimette le cose in pari e in ogni caso prende, per ora, un punto sulla Juventus.

    Partiamo spiegando l’effetto spettacolare e magico della partita, caratterizzato da due belle squadre costruite con un unico scopo, quello di vincere la stracittadina, e trascinate da un pubblico fantastico. La Roma inizia con il solito piglio, aggressiva e determinata la Lazio nonostante subisca inizialmente la manovra giallorossa è viva e combattiva, infatti la prima occasione è sua.

    Francesco Totti esulta così per la sua doppietta | Foto Twitter
    Francesco Totti esulta così per la sua doppietta | Foto Twitter

    Errore di Astori, palla ad Anderson che serve Candreva in buona posizione ma il suo tiro finisce fuori. E’ il preludio al vantaggio perché al 25° Astori replica facendo un movimento per contrastare Anderson che ha la palla al limite e lascia libero un corridoio dove s’inserisce Mauri ben servito dal centrocampista laziale e fa 1-0. La Roma perde un po’ di convinzione e i biancocelesti ne approfittano, è sempre Anderson che vede spazio davanti a se e tira in porta realizzando il raddoppio, e siamo solo al 29°. Però nel primo tempo non accade più nulla, la Lazio si ferma e la Roma stordita chiude la frazione sotto di due gol, un colpo che avrebbe abbattuto un toro.

    Nella ripresa però Garcia risveglia la squadra e cambia modulo in corsa, innesti di Ljajic e Strootman al posto di Florenzi e Nainggolan, cambi che peseranno molto nel prosieguo della partita. Proprio Strootman serve Totti che è tenuto in gioco dal ritardo di Radu e mette alle spalle di Marchetti accorciando le distanze dopo solo 3 minuti di inizio ripresa. Si capisce subito che è un’altra Roma e Iturbe da fuori area prova ad impensierire Marchetti che risponde attento. Al 59° la Lazio potrebbe chiudere la partita ma su un bel cross di Basta Mauri colpisce il palo e vanifica l’occasione.

    Al 64° arriva il pareggio giallorosso, su un traversone di Holebas dalla sinistra Francesco Totti in acrobazia al volo realizza la rete del 2-2 entrando nella storia del derby capitolino, nessuno come lui ha messo il sigillo tante volte nella stracittadina, sono undici gol segnati nei derby.

    La Lazio sembra stanca e demoralizzata, ma non molla perché l’ultimo sussulto è suo. Maicon commette un errore in appoggio e spiana la strada al contropiede biancoceleste, Candreva pesca Klose che si gira tirando in porta ma De Sanctis risponde d’istinto tenendo il 2-2 finale.

    ROMA-LAZIO 2-2 (0-2) – 25° Mauri (L), 35° Anderson (L), 48° e 64° Totti (R)

    Roma (4-3-3): De Sanctis 6,5; Maicon 5, Manolas 6, Astori 5, Holebas 6,5; Pjanic 6,5, De Rossi 5,5, Nainggolan 5 (dal 45° Strootman 6,5); Florenzi 5 (dal 45° Ljajic 5), Totti 8, Iturbe 6,5 (dal 81° Destro S.V.).

    All.: Rudi Garcia 7

    Lazio (4-3-3): Marchetti 6; Basta 6,5, De Vrij 6,5 (dal 76° Cavanda 6), Cana 5,5, Radu 5; Parolo 6, Biglia 6, Mauri 7; Candreva 5,5, Djordjevic 5 (dal 65° Klose 5,5), Anderson 7,5 (dal 65° Onazi 5,5).

    All.: Stefano Pioli 6,5

    Arbitro: Orsato 6

    Ammoniti: Anderson (L), Cana (L), Iturbe (R), Mauri (L), Nainggolan (R), Marchetti (L), Pjanjic (R), De Rossi (R). Espulsi:

  • Una bella Inter tarpa le ali al Grifone e vince 3-1

    Una bella Inter tarpa le ali al Grifone e vince 3-1

     

    Una bella prova, convincente e soprattutto finalmente determinata dalla compattezza di una squadra, questo è quello che si evince dopo il lunch-match della diciottesima giornata di Serie A. Il Genoa prova, con molte difficoltà all’inizio, a riprendere la gara ma sul suo momento più bello viene zittita dalla terza rete di Vidic.

    Che i nerazzurri fossero determinati a prendersi i tre punti lo si capisce subito, quando al 2° minuto su un tiraccio di Guarin la palla finisce a Icardi a centro area, solo a tu per tu con Perin che devia da campione il tiro. La risposta del Genoa avviene cinque minuti più tardi, quando dalla sinistra Lestienne mette un cross basso in messo e Antonelli anticipa i difensori interisti ma colpisce molto debolmente dal limite dell’area piccola.

    L’Inter però è reattiva su ogni pallone e soprattutto compatta cercando fare un pressing asfissiante sui portatori di palla rossoblù e così al 12° Palacio segna la rete del vantaggio. Medel serve un pallone filtrante in area per Icardi  che in acrobazia tira in porta, Perin respinge ma il più lesto di tutti è Palacio che ribadisce in rete. La partita continua veloce e rimane su questo trend per tutto il primo tempo, Inter che aggredisce il gioco e Genoa che fatica a rilanciare. Al 39° Hernanes batte un calcio d’angolo pescando solissimo e dimenticato Icardi che da due passi mette il pallone alle spalle di Perin un po’ poco reattivo nell’occasione per il doppio vantaggio nerazzurro.

    L'Inter torna al successo a San Siro | Foto Twitter
    L’Inter torna al successo a San Siro | Foto Twitter

    La ripresa prende tinte rossoblù dal principio, mentre l’Inter cerca di controllare il match. Antonelli prova da fuori area ma trova pronto Handanovic che blocca a terra il pallone, la stessa sorte tocca al tiro di Iago Falquè pochi minuti dopo. Passano pochi minuti e nella fase centrale del secondo tempo il Genoa ha un’occasione clamorosa per accorciare le distanze, Iago Falquè crossa dalla destra, la palla finisce a Lestienne che si coordina benissimo calciando di prima il pallone che si stampa contro la traversa.

    Dopo un’altra bella occasione di Bertolacci che spara fuori il Genoa accorcia con Izzo. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo rossoblù Handanovic respinge un tiro da fuori di Costa (subentrato a Bertolacci) e il difensore piomba come un falco sulla sfera ribattendola in rete per il temporaneo 2-1. Nei minuti finali l’Inter realizza la terza rete, ancora su calcio d’angolo e grazie a Vidic che solo come Icardi nel primo tempo sbatte di testa in rete la sfera denotando i problemi in fase di calci piazzati della difesa rossoblù.

    INTER-GENOA 3-1 (2-0) – 12° Palacio (I), 39° Icardi (I), 85° Izzo (G), 89° Vidic (I)

    Inter (4-2-3-1): Handanovic 6,5; Campagnaro 6,5, Andreolli 6, Vidic 6, D’Ambrosio 6; Medel 7,5, Guarin 6,5; Hernanes 6 (dal 74° Obi S.V.), Palacio 7 (dal 65° Kuzmanovic 6), Podolski 6,5; Icardi 7.

    All.: Roberto Mancini 6,5

    Genoa (3-4-3): Perin 6; Izzo 6, Burdisso 5,5, De Maio 6,5; Edenilson 5, Rincon 5,5 (dal 80° Fetfatsidis S.V.), Bertolacci 6,5 (dall’84° Tino Costa S.V.), Antonelli 6; Iago Falquè 6,5, Matri 5 (dal 52° Kucka 5), Lestienne 5,5.

    All.: Gian Piero Gasperini 5,5

    Arbitro: Irrati 5,5

    Ammoniti: De Maio (G), Bertolaggi (G), Campagnaro (I) Espulsi:

  • Charlie Ebdo, frasi choc su Fb dal calcio dilettante

    Charlie Ebdo, frasi choc su Fb dal calcio dilettante

    Mentre nella giornata di ieri, in occasione della conferenza stampa classica del pre-patita Rudi Garcia, per fare un gesto di solidarietà alle vittime dell’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Ebdo a Parigi, donava una matita ad ogni giornalista presente (la matita è diventata il simbolo della solidarietà in questo tragico evento). Ed al tempo stesso rimanevano indelebili le dichiarazioni della moglie di Stephan Charbonnier (una delle vittime) che parlava della “pericolosità dei social” e della loro capacità di istigazione un calciatore di origine marocchina, in Italia da anni, metteva su Facebook un post delirante che ha suscitato reazioni a catena.

    Foto di squadra della Stientese | Foto Web
    Foto di squadra della Stientese | Foto Web

    Mhand Hakim, vive in Italia da dodici anni e lavora come operaio in una ditta di logistica nella zona del rodigino ed è un giocatore della Stientese, formazione che milita in prima categoria.  Su Facebook ieri ha postato frasi come:

    “Quello che è successo non mi piace perché è durato poco. Quello dell’11 settembre 2001 è stato più bello”.

    E poi ancora:

    “12 sono pochi, poi neanche una foto con il sangue, forse muoiono di paura”.

    Il riferimento al numero delle vittime è chiaro, così come l’interpretazione sui vari servizi televisivi e giornalistici effettuati e dopo le reazioni mediatiche il calciatore scusandosi afferma di essere stato frainteso, le sue parole erano riferite proprio all’attenzione mediatica data ai fatti di Parigi e Charlie Ebdo, a suo dire eccessiva.

    Chi ha reagito prontamente è proprio la Stientese, che ha lasciato a casa il giocatore e il presidente della società, Eugenio Zannella è stato categorico:

    “Non è più un nostro giocatore. Non voglio più vederlo, per me non esiste più. Ha tradito la nostra fiducia, lo pensavo diverso”.

    Hakim dopo le reazioni ha corretto il tiro, ma non i contenuti sul suo profilo dove in parte scusandosi ed in parte continuando, attraverso insulti e visioni politico-economiche personali, rilancia l’attacco nei confronti del mondo occidentale indignato (Fonte: Il Gazzettino.)

  • Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Il calcio mercato è nella fase centrale del suo mini-percorso invernale e vive di trattative serrate, repentine che possono stravolgere il panorama dell’attuale Serie A. Nel vedere come e cosa si sta muovendo ci sono alcuni spunti che fanno riflettere e meritano un’analisi, per esempio i casi emblematici di Inter e Sampdoria ma anche di Juventus e Napoli.

    Lo svolgimento del calciomercato di queste quattro squadre merita un approfondimento perché sta avvenendo in modo diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati ma potrebbe esserci una spiegazione molto logica che spiegherebbe anche il trend negli ultimi anni legato alla scelta della guida tecnica dei team.

    Partendo proprio dai partenopei, ma poi il discorso si legherà ai nerazzurri, si può notare come il Napoli nella stagione 2012/13 con alla guida Mazzarri aveva in rosa i “tre tenori” quali elementi di spicco, tenuti a forza dal presidente De Laurentiis e coadiuvati da una buona squadra. La cessione di Cavani al termine della stagione è vero che portò molti liquidi nelle casse partenopee e permise l’acquisto di nomi di altro spessore, tuttavia secondo voi sarebbero arrivati lo stesso Higuain, Callejon, Mertens, Albiol e quest’anno Koulibaly e Strinic se non fosse stato per la presenza di Rafa Benitez?

    Roberto Mancini, tecnico dell'Inter | Foto Twitter
    Roberto Mancini, tecnico dell’Inter | Foto Twitter

    Una risposta a questa domanda la potrebbe dare proprio l’attuale esperienza nerazzurra. L’Inter in fase di mercato estiva, e così la scorsa stagione, ha aperto strade di mercato di rincalzo piazzando qualche buon colpo ma nulla più rispetto a nomi più blasonati che stanno arrivando nel calciomercato invernale e allora dov’è la differenza? Alla guida dell’Inter la scorsa stagione all’inizio di questa  c’era Walter Mazzarri mentre oggi c’è Roberto Mancini. Ecco quindi che viene da pensare che i grandi nomi come Podolski e Shaqiri possono pensare di fare sacrifici economici e abbassarsi l’ingaggio per venire in Italia se alla guida del progetto tecnico c’è un nome di spicco internazionale come quello del Mancio. Eppure le casse nerazzurre sono solo un po’ più snelle di quelle di quest’estate ma nulla più e se, come si deduce, arriveranno anche Lucas Leiva e Mario Suarez l’Inter avrà concluso in meno di tre settimane un upgrade considerevole e di tutt’altro lignaggio rispetto a quello tentato da Mazzarri in un anno e mezzo.

    Un’altra risposta a questa riflessione la possono dare Sampdoria e Juventus. La prima fino al passaggio societario da Garrone a Ferrero vedeva movimenti di calciomercato solo legati all’auto finanziamento, ovvero con l’incasso della cessione di uno entrava un altro giocatore, quindi anche se la guida tecnica era legata allo stesso Sinisa Mihajlovic i nomi che potevano circolare restavano abbastanza “normali”. Con l’avvento di Massimo Ferrero e quindi disponibilità ignota per fare mercato già da quest’estate circolavano nomi importanti che ancora oggi continuano a presentarsi nelle liste del calciomercato. Duncan per esempio è un giovane di buona prospettiva che è arrivato alla Samp proprio grazie al buon rapporto tra Mihajlovic e l’Inter detentrice del cartellino. I nomi di Daniel Osvaldo quest’estate e Samuel Eto’o in questi giorni si sarebbero potuti fare se non ci fosse una personalità così forte in panchina? Così come il neoacquisto Samp, Luis Muriel che proprio attraverso Sinisa Mihajlovic crede in un proprio rilancio.

    Calciatori e tecnici di squadre diverse si sentono e spesso l’intervento dell’allenatore è determinante per la buona riuscita delle trattative di calciomercato. Lo sa bene anche Massimiliano Allegri che quest’estate convinse al telefono Alvaro Morata e Patrice Evra dopo la dipartita repentina di Conte, la sua nomina e nonostante entrambe le trattative della Juventus fossero già concluse da tempo. In pratica solo il nuovo tecnico, nonostante i parametri economici fossero concordati, ha potuto dare la svolta presentandosi ai calciatori. Oggi il calciomercato della Juventus è in fase di stallo evidente, i nomi accostati ai bianconeri vengono inseguiti e poi presi dagli altri, Shaqiri per esempio. Eppure le casse della Juventus vivono, anche grazie al passaggio agli ottavi di Champions League, un momento florido e quindi la possibilità di investire su qualche nome di spicco internazionale c’è, e allora perché nonostante la comprovata bravura di Beppe Marotta questo non succede?

    Possibile che il tecnico influisca in modo determinante sull’esito di una trattativa e sulla decisione del giocatore, pur restando nei parametri economici del calciomercato? A vedere quanto sta accadendo pare di sì, pare proprio che la squadra, il suo nome e la sua storia possa essere meno influente di quanto lo sia la sua guida tecnica. Pensiamo per esempio a Roberto Mancini, mentre era disoccupato di lusso girava in continuazione a vedere tornei e partite internazionali prima e dopo l’esperienza al Galatasaray tenendo sempre in piedi il suo appeal, aggiornando le sue conoscendo e rimanendo sempre dentro al vivo del sistema. Allegri, se non invitato a qualche trasmissione sportiva, nel tempo che è rimasto fuori dai campi di allenamento è stato solo nominato per la panchina della Nazionale e poi per quella della Juve.

    Viene da pensare che oggi i tecnici debbano tenere la loro immagine sempre viva, proprio perché questo aiuta loro poi ad ottenere il credito necessario per avere la fiducia dei calciatori che vorrebbero nelle loro squadre. Cosa ne pensate?

  • Torino-Milan, Glik riacciuffa il diavolo nel finale

    Torino-Milan, Glik riacciuffa il diavolo nel finale

    Il Milan probabilmente più brutto di stagione si ritrova dopo poco tempo in vantaggio all’Olimpico di Torino grazie ad un calcio di rigore trasformato di Menez, nel finale capitan Glik raddrizza la partita diventando così l’anomalo capocannoniere granata della stagione.

    Il rigore viene segnato al 3° minuto e Menez sfrutta l’occasione. Glik trattiene irregolarmente un avversario in area e causa il tiro dal dischetto che porta quindi il Milan in vantaggio. La reazione granata è veemente, Farnerud e Quagliarella impensieriscono Diego Lopez che fa buona guardia. I rossoneri cercano di prendere in mano la gara ma non ci riescono, il loro gioco è fatto di spunti creati da singoli più che da una manovra collettiva e quindi il Torino sempre più spavaldo si impadronisce del campo. Darmian potrebbe pareggiare ma il suo tiro finisce contro il palo. La prima frazione di gioco sul finale vede il Milan ritrovarsi in dieci uomini per l’espulsione di De Sciglio, che in 45 minuti riesce a prendere due cartellini gialli.

    Kamil Glik pareggia per il Torino | Foto Twitter
    Kamil Glik pareggia per il Torino | Foto Twitter

    La ripresa è tutta granata, la squadra di Ventura si getta sull’avversario e con il grande cuore di cui è caratterizzata la squadra prova in tutti i modi a riprendersi il match. Tuttavia se il primo tempo ha evidenziato tutti i problemi del Milan in fase di costruzione di gioco, la ripresa vede tutti i limiti del Torino uscire fuori, infatti i granata costruiscono tanto ma non riescono mai ad essere pericolosi. Fino all’81° quando Bruno Peres batte un calcio d’angolo e pesca Glik, che di testa con potenza batte Diego Lopez per il pareggio finale.

    TORINO-MILAN 1-1 (0-1) – 3° Menez rig. (M), 81° Glik (T).

    Torino (3-5-2): Padelli 6, Maksimovic 6,5, Glik 7, Moretti 6; Peres 6,5, Vives 5,5 (dal 56° El Kaddouri 6), Gazzi 6, Farnerud 6,5 (dal 68° Benassi 6), Darmian 6,5 (dal 81° Lescano S.V.); Quagliarella 5, Martinez 5,5.

    All.: Giampiero Ventura 6

    Milan (4-3-3): Diego Lopez 6,5; De Sciglio 4,5, Mexes 6, Rami 6, Armero 5,5; Montolivo 6, De Jong 6, Muntari 5 (dal 55° Poli 6), Niang 5,5 (dal 45° Abate 6), Menez 6,5 (dal 78° Alex S.V.), Bonaventura 5,5.

    All.: Filippo Inzaghi 5,5

    Arbitro: Rocchi 5

    Ammoniti: Glik (T), De Sciglio (M), Niang (M), Muntari (M), Bonaventura (M). Espulsi: De Sciglio (M)

  • Zaza apre e Thereau chiude, Sassuolo-Udinese 1-1

    Zaza apre e Thereau chiude, Sassuolo-Udinese 1-1

    Lo immaginavamo, Sassuolo e Udinese hanno dato vita ad una gara equilibrata e vivace dove, prive dell’assillo dei punti in classifica, si sono date battaglia. Prima apre il match Zaza, certificando un buon inizio della squadra di Di Francesco e poco dopo pareggiano i bianconeri grazie ad una rete di Thereau. Poi il match si sviluppa divertente e pieno di occasioni ma non si sbloccherà più regalando un punto per parte.

    Thereau pareggia per l'Udinese | Foto Twitter
    Thereau pareggia per l’Udinese | Foto Twitter

    Il primo quarto d’ora è guardingo da entrambe le squadre ma il Sassuolo si fa preferire per la sua capacità di aggredire l’avversario. Proprio al 15° Zaza su un cross preciso di Vrsaljko sfrutta l’occasione colpendo di testa e mettendo la palla alle spalle di Karnezis che comunque aveva intuito senza poter però intervenire. Dieci minuti dopo i ragazzi di Di Francesco potrebbero raddoppiare, ma il colpo di testa di Cannavaro, servito da Berardi, è debole e fuori misura.

    Il pareggio bianconero arriva poco dopo, nell’unica palla-gol del primo tempo costruita dall’Udinese. Dalla destra parte un’azione in contropiede dove Allan serve al centro in area Thereau, il francese non ci pensa due volte e fulmina Consigli con un bel trio sul secondo palo. Prima della fine del primo tempo il Sassuolo si crea un’altra occasione con Zaza, ancora di testa servito da Missiroli, ma il tiro è fuori di poco.

    La ripresa è scoppiettante e parte subito col botto Thereau mette subito alla prova i riflessi di Consigli che devia in angolo. Poi è il Sassuolo a pigiare sull’acceleratore e nella fase centrale della ripresa si rende pericoloso in almeno tre occasioni, prima con Berardi, poi due volte con Zaza che prima tira fuori con una girata al volo su servizio di Vrsaljko e poi si ritrova a tu per tu con Karnezis ma sul più bello viene stoppato da un’entrata provvidenziale di Domizzi.

    Come accaduto la settimana scorsa l’Udinese fallisce l’occasione d’oro per imprecisione. In contropiede Widmer serve in area Bruno Fernandes che spreca malamente. Sul finale di gara il sassuolo fallisce un’occasione clamorosa, sul solito perfetto servizio di Vrsaljko in area Floccari viene anticipato e sugli sviluppi Berardi tira di potenza e colpisce il palo a Karnezis battuto.

    SASSUOLO-UDINESE 1-1 (1-1) – 15° Zaza (S); 26° Thereau (U)

    Sassuolo (4-3-3): Consigli 6,5; Vrsaljko 7, Cannavaro 6, Acerbi 6, Longhi 6; Brighi 5,5 (dal 82° Floccari S.V.), Magnanelli 6, Missirola 6,5; Berardi 6, Zaza 6,5, Floro Flores 5.

    All.: Eusebio Di Francesco 6,5

    Udinese (3-5-2): Karnezis 6; Danilo 5,5, Domizzi 6, Piris 6; Widmer 6, Allan 6,5, Guillherme 5,5, Kone 6, Gabriel Silva 5,5 (dal 46° Heurtaux 5,5); Thereau 7, Geijo 5 (dal 21° Bruno Fernandes 6).

    All.: Andrea Stramaccioni 5,5

    Arbitro: Massa 5,5

    Ammoniti: Berardi (S), Widmer (U), Vrsaljko (S), Thereau (U), Cannavaro (S). Espulsi:

  • Sassuolo e Di Francesco contro la bestia nera Udinese

    Sassuolo e Di Francesco contro la bestia nera Udinese

    Uno degli anticipi previsti per domani è Sassuolo-Udinese, dove la squadra di Eusebio Di Francesco cercherà di battere la bestia nera Udinese, infatti sono solo due i precedenti tra le due formazioni e risalgono entrambi alla stagione scorsa dove in tutti e due i casi i bianconeri s’imposero sui neroverdi emiliani.

    Alle 18:00 al Mapei Stadium si affronteranno due delle squadre più in forma del momento e che, classifica alla mano, dicono di essere in una posizione tranquilla di classifica dove prima “del giro di boa” hanno già raggiunto tranquillamente la metà dei punti salvezza che fino a qualche anno fa si attestavano sui quaranta punti ma che nelle ultime stagioni sono scesi vertiginosamente. Tuttavia entrambi i tecnici intendono continuare a correre e non perdere la concentrazione.

    Eusebio Di Francesco, tecnico del Sassuolo | Foto Twitter
    Eusebio Di Francesco, tecnico del Sassuolo | Foto Twitter

    Di Francesco dovrà fare a meno di Peluso che riporta problemi ad una caviglia e al suo posto dovrebbe essere schierato Longhi a completare la linea di difesa a quattro con Cannavaro, Acerbi e Vrsaljko. Il resto è il confermatissimo trio di centrocampo Magnanelli, Biondini, Missiroli e il tridente d’attacco pesane Berardi, Zaza e Sansone. In porta Consigli.

    L’Udinese deve fare i conti con una maggiore disponibilità, infatti la rosa a disposizione di Stramaccioni è più numerosa ed inoltre è al gran completo. Solito 3-5-2 con Karnezis tra i pali e la coppia d’attacco Thereau-Di Natale che a questo punto, viste le notizie di mercato aggiornate ad oggi non avrà nemmeno più il ballottaggio con Muriel.

    Proprio il carattere sbarazzino della gara e la facilità delle due compagini di andare a rete ci fa pronosticare una gara ricca di gol e divertente, entrambi i tecnici lasciano giocare gli avversari ed amano aggredire in fase offensiva lasciando spazi nelle proprie retroguardie.

    SASSUOLO-UDINESE – LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Sassuolo (4-3-3): Consigli; Vrsaljko, Cannavaro, Acerbi, Longhi; Biondni, Magnanelli, Missiroli; Berardi, Zaza, Sansone.
    All.: Eusebio Di Francesco.
    Udinese (3-5-2): Karnezis; Danilo, Domizzi, Heurtaux; Widmer, Allan, Guilherme, Kone, Gabriel Silva; Thereau, Di Natale.
    All.: Andrea Stramaccioni.
    Arbitro: Massa di Imperia.