Autore: Black Mamba

  • L’Inter vince il Trofeo Tim, Juve e Milan ko

    L’Inter vince il Trofeo Tim, Juve e Milan ko

    Al San Nicola di Bari la nuova Inter di Stramaccioni conquista per l’ottava volta il Trofeo Tim, classico triangolare estivo tra Juventus, Milan e Inter. In vista del preliminare di Europa League contro la vincente dello scontro tra Hadjuk Spalato e Skonto Riga, i nerazzurri hanno effettuato un buon test vincendo entrambe le partite contro i bianconeri nella mini-gara iniziale e con i rossoneri nella terza. Nerazzurri quindi a punteggio pieno in questa dodicesima edizione, precedono la Juventus di Antonio Conte che nonostante abbia nelle gambe una preparazione di soli dieci giorni, è riuscita a far vedere ottime azioni e una buona intesa dei nuovi sul campo, eccetto qualche svarione difensivo di troppo di Lucio, apparso ancora spaesato e teso, soprattutto nel test che lo vedeva per la prima volta avversario della sua ex squadra. I bianconeri nella seconda partita hanno battuto il Milan con un calcio di rigore trasformato da Vucinic, mentre il “mini-derby” si è concluso 2-1  per i nerazzurri, con gol iniziale di El Shaarawy rimontato poi dalle reti di Guarin e Palacio.

    INTER-JUVENTUS 1-0 – Avvio tonico della Juventus che, seppur con una minore freschezza atletica dovuta a una preparazione tardiva rispetto a quella dei nerazzurri, ha messo in difficoltà la retroguardia interista con i tagli in profondità dei centrocampisti e i buoni movimenti di Quagliarella e Matri, che però sono stati abbastanza imprecisi sottoporta, in particolare il bomber napoletano, che già al 3′ minuto non è riuscito a sfruttare un bellissimo assist di Lichtsteiner a tu per tu con Handanovic che poteva portare i bianconeri sull’ 1-0. Inter piuttosto intimorita dall’avvio aggressivo della Juventus che poco dopo ha sfiorato il vantaggio sempre con Quagliarella servito da un bel cross del giovane Masi (che ha ottimamente impressionato nel ruolo di centrale difensivo). All’11 minuto il vantaggio dell’Inter con un rimpallo dopo un contrasto tra Milito e Masi, il successivo rimbalzo del pallone sul terreno (pessimo) del San Nicola ha tradito Lucio che ha spalancato la porta a Coutinho, abile e fredddo a battere Storari. La reazione della Juve, seppur sterile, non si è fatta attendere, ma la poca precisione nell’area di rigore ha portato a un nulla di fatto. Clamorosa l’occasione sprecata da Quagliarella dopo un bel dribbling di Matri, il quale lo ha servito ottimamente davanti ad Handanovic, ma il tiro impreciso è finito malamente sul fondo. L’Inter così si è aggiudicato il primo match che nei 45 minuti complessivi ha evidenziato un discreto stato di forma di entrambe le squadre, in particolare di Coutinho, molto propositivo e vivace negli schemi interisti.

    L’Inter vince il trofeo Tim © Giuseppe Bellini/Getty Images

    JUVENTUS-MILAN 1-0 – Nella seconda sfida la Juventus batte agevolmente il Milan che seppur con qualche affanno in difesa, soprattutto nel finale, non ha mai realmente corso seri rischi. Se nella prima uscita la coppia Matri-Quagliarella ha deluso, contro i rossoneri si è visto un Mirko Vucinic già in forma campionato, autore di tocchi pregevoli e di assist al bacio che hanno messo in difficoltà la difesa milanista. Nella squadra di Allegri c’era molta curiosità di vedere all’opera il nuovo acquisto Traorè davanti alla difesa, ma gli occhi erano puntati anche su El Sharaawy, desideroso quest’anno di conquistarsi un maglia da titolare per la definitiva consacrazione in Serie A. La squadra di Conte ha avuto sempre il pallino del gioco, ma la scarsa efficienza sottoporta, nonostante una buona intesa tra Vucinic e Boakye, ha fatto respirare la retroguardia rossonera, fino al 30′ minuto quando il montenegrino si procura un rigore eludendo l’avversario (Traorè) che non ha potuto far altro che stenderlo in area. Vucinic ha portato la Juventus in vantaggio spiazzando Amelia e dedicando il gol al figlioletto nato due giorni prima a Lecce. Per il resto ritmi bassi e pochi guizzi, se non la bella parata del giovane Leali su Boateng, ma la Juventus ha già dimostrato di voler fare sul serio anche quest’anno, nonostante i pochi giorni di preparazione nelle gambe.

    MILAN-INTER 1-2 – Nella terza gara il Milan rimpolpato di giovani inizia forte nonostante gli ottimi fraseggi corti della squadra di Stramaccioni, e il vantaggio rossonero è arrivato al 16′ con un bel tocco sotto di El Shaarawy a battere Belec. L’Inter non ci stà e consapevole di essere più avanti nella preparazione esce alla distanza e le ripartenze di Palacio e compagni hanno messo in difficoltà la difesa milanista che proprio dai guizzi dell’argentino hanno costruito le loro reti, dapprima con Guarin al 25′ su cross pennellato del ex Boca Juniors e poi 10 minuti dopo su un calcio di punizione battuto veloce a servire proprio Palacio che ha fatto secco il giovane Pazzagli. Due vittorie che hanno permesso alla squadra nerazzurra di alzare per l’ottava volta il trofeo e di avere maggiore fiducia in vista del preliminare di Europa League, ma anche dell’inizio del campionato.

    I risultati e i video del Trofeo Tim

    INTER-JUVENTUS 1-0
    7′ Coutinho

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    JUVENTUS-MILAN 1-0
    30′ rig Vucinic

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    MILAN-INTER 1-2
    16′ El Sharaawy (M), 25′ Guarin (I), 34′ Palacio (I)

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  • Il calcio italiano in lutto per Morosini, la Figc ferma tutti i campionati

    Il calcio italiano in lutto per Morosini, la Figc ferma tutti i campionati

    Giusto fermarsi di fronte a tragedie del genere; giusto fermarsi in un pomeriggio di shock e sgomento, che ha colpito all’improvviso il calcio italiano.

    La notizia della decisione da parte della Federcalcio di sospendere tutti i campionati nazionali (professionistici e dilettantistici) dopo aver appreso la tragica notizia della morte di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno deceduto dopo essersi accasciato sul terreno di gioco durante la sfida tra i labronici e il Pescara, è arrivata tempestiva, e ci sembra giustissima per il rispetto nei confornti di uno sfortunato ragazzo di 25 anni che se n’è andato così all’improvviso mentre faceva ciò che più gli piaceva nella vita.

    In un primo momento si pensava di far rispettare un minuto di silenzio in tutti i campi, compreso quello di Milano dove le squadre di Milan e Genoa erano già sul terreno di gioco per il riscaldamento. Successivamente la Figc ha deciso per la sospensione dell’ intero turno di Serie A  e di tutti i campionati inferiori.

  • Napoli Chelsea, Villas Boas perde Terry

    Napoli Chelsea, Villas Boas perde Terry

    E arrivò il giorno di Napoli – Chelsea. Tra poco meno di un’ora al San Paolo andrà in scena l’andata degli ottavi di finale di Champions League tra la squadra partenopea e i londinesi di Villas Boas. Napoli già nella storia dopo aver superato la fase eliminatoria, il cosidetto “girone della morte” e conseguente approdo agli ottavi (mai accaduto fino ad ora nella storia azzurra).

    Le due squadre arrivano alla sfida con grandi motivazioni, ma con ruolini di marcia completamente differenti: gli uomini di Mazzarri vengono da due vittorie consecutive in campionato che ha permesso a Lavezzi e compagni di agguantare il sesto posto ai danni dell’Inter (sua avversaria domenica sera proprio al San Paolo) e desiderosa di riprendersi quel terzo posto che si era aggiudicata lo scorso anno, per non perdere il treno per l’Europa che conta; il Chelsea arriva alla sfida nettamente in crisi di risultati, per lo più dettati dalla scarsa efficienza sottoporta e da una difesa non più impenetrabile come un paio di stagioni fa. I pareggi ottenuti in campionato e soprattutto in FA Cup proprio sabato contro il Birmingham militante in Championship (la nostra Serie B) hanno messo ancora una volta in discussione il posto di Villas Boas, voluto fortemente da Abramovic in estate che per strapparlo al Porto ha dovuto sborsare una penale di 15 milioni poichè sottocontratto proprio con il club lusitano. In campionato i “Blues” sono fuori dalla zona Champions, proprio come il Napoli, a pari punti con l’Arsenal ma a -10 dal terzo posto (occupato dai londinesi del Tottenham) che garantirebbe l’accesso diretta alla fase a giorni della prossima Champions League, oltre che a un ritorno economico ingente per le casse societarie del club.

    John Terry | © GLYN KIRK/AFP/Getty Images

    Passando alle formazioni, la squadra di casa si schiererà con il consueto 3-4-1-2 formato da De Sanctis tra i pali, Campagnaro, Cannavaro e Aronica a formare il trio difensivo, Maggio, Gargano, Inler e Zuniga , quest’ultimo preferito a Dossena per il ruolo di esterno sinistro ceh nello scacchiere di Mazzarri significherà attaccare e difendere incessantemente, e i tre “tenori” Hamsik, Cavani e Lavezzi per cercare di scardinare la difesa inglese. In panchina non ci sarà Mazzarri, squalificato per 2 giornate dall’ Uefa per lo spintone dato a Nilmar durante Villarreal-Napoli terminata 0-2. Al suo posto ci sarà il vice Frustalupi.

    Il Chelsea adotterà un modulo 4-3-3 con cech in porta, difesa composta da Ivanovic a destra, il neo acquisto Cahill prelevato dal Bolton che avrà il duro compito di sostituire il capitano John Terry nella bolgia del San Paolo e che sarà coadiuvato dal compagno David Luiz a comporre il reparto centrale, a sinistra giocherà Ashley Cole; Ramires, Raul Meireles e Lampard saranno i tre centrocampisti a supporto delle punte Sturridge, Mata e il temutissimo Didier Drogba.

    PROBABILI FORMAZIONI NAPOLI CHELSEA

    NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Zuniga; Hamsik; Cavani, Lavezzi.
    Panchina: Rosati, Grava, Fernandez, Britos, Dossena, Dzemaili, Pandev.
    Allenatore: Mazzarri.

    CHELSEA (4-3-3): Cech; Ivanovic, Cahill, Luiz, Cole; Ramires, Raul Meireles, Lampard, Sturridge, Mata, Drogba.
    Panchina: Hilario, Bosingwa,  Essien, Malouda, Kalou, Torres.
    Allenatore: Villas Boas.

  • Muhammad Ali, la Leggenda compie 70 anni

    Muhammad Ali, la Leggenda compie 70 anni

    Oggi 17 gennaio 2012 compie 70 anni uno dei personaggi più rappresentativi del nostro secolo, nonchè pluricampione dello sport che lo ha reso celebre al mondo e che grazie a lui ha avuto un notevole incremento a livello di popolarità: stiamo parlando del grande Muhammad Ali, il più forte pugile di tutti i tempi, anche noto come Cassius Clay, suo nome originale prima della conversione all’Islam che lo portò a cambiare nome (definito da schiavo da Ali stesso) scegliendone uno musulmano.

    Muhammad Ali | © Win McNamee/Getty Images

    E’ diventato una leggenda grazie al suo carisma e al suo immenso talento che sin dalla giovane età di 12 anni lo avevano contraddistinto in quella palestra dove giorno e notte inseguiva il suo sogno, quello di diventare pugile professionista. A soli 18 anni, alle Olimpiadi di Roma del 1960 vinse l’oro nella categoria dei pesi mediomassimi, e da lì è cominciata la sua interminabile ascesa, fatta anche di momenti meno felici, come il rifiuto di combattere in Vietnam e ciò gli costò il ritiro della licenza da parte delle commissioni atletiche pugilistiche statunitensi.

    Tornando alla sua carriera di pugile, egli divenne subito professionista dopo il trionfo alle Olimpiadi e battè prima Lamar Clark e poi Doug Jones: il mondo della boxe si apprestava ad accogliere un giovane fenomeno che portò notevole apprezzamento di questo sport da parte di un pubblico via via sempre numeroso, ed è per questo che a cavallo degli anni 60′-70′ il pugilato raggiunse l’apice della popolarità. A soli 22 anni il giovane Cassius affrontava il temibile Sonny Liston, nonchè campione in carica dei pesi massimi. A Miami Clay divenne Campione del Mondo dei pesi massimi battendo all’inizio dell’ottava ripresa il favoritissimo Liston. Comunque questo incontro portò degli strascichi notevoli nel tempo, dovute alle dichiarazioni dell’agente di Liston che sarebbe stato d’accordo con la mafia per truccare il match concedendo a Cassius Clay il titolo di Campione e alla mafia di incassare ingenti somme di denaro sullo sfavorito pugile di Louisville. Tuttavia recentemente Ali si è difeso dichiarando di aver colpito con forza e tecnica il suo avversario, e che se davvero il rivale avesse voluto fingere un KO non l’avrebbe fatto di certo all’inizio dell’incontro.

    La figura di “The Greatest” divenne un’icona mondiale e un modello per i giovani nonostante il suo comportamento provocatorio e aggressivo (soprattutto in conferenza stampa), peculiarità questa che ha contribuito a formare quel grandioso personaggio non solo della boxe mondiale, ma anche uno dei più popolari a livello mediatico. Tra i numerosi incontri memorabile è quello di Kinshasa del 30 ottobre 1974 dove affrontò George Foreman mandandolo al tappeto e riconquistando così il titolo mondiale. Ali in questo incontro usò una tattica rivelatasi efficace: si fece colpire ripetutamente per 8 riprese dallo stesso Foreman per farlo stancare per poi contrattaccare quando l’avversario fosse giunto allo stremo delle forze. Vittoria rimasta nella storia, come quella di Manila contro Frazier, dove i due pugili combatterono con grande veemenza e con grande atletismo: alla fine la spuntò proprio Ali dopo che l’allenatore di Frazier all’inizio dell’ultima ripresa ritirò il suo atleta, completamente massacrato dai colpi ricevuti. Muhammad Ali riconobbe i meriti dell’avversario affermando che probabilmente se non si fosse ritirato avrebbe potuto dare forfait durante il round per i colpi subiti, segno che il duello non aveva risparmiato nessuno dei due. Con il trascorrere del tempo Ali divenne sempre meno rapido nei movimenti e raramente ottene vittorie schiaccianti, ottenendo risultati particolarmente deludenti.

    Nel 1984 gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson, con cui tutt’oggi convive, ma questo non gli ha impedito di partecipare ai funerali del suo grande amico rivale Joe Frazier e di distinguersi per le sue opere umanitarie nonostante abbia condotto una vita lontana dai riflettori e dal flash dei fotografi. Auguri Campione!

  • Ancelotti “Mi è stato offerto Cavani”

    Ancelotti “Mi è stato offerto Cavani”

    Clamorosa rivelazione del neo-tecnico del Paris Saint Germain Carlo Ancelotti: in un’intervista alla Gazzetta dello Sport il tecnico di Reggiolo ha affermato di aver ricevuto moltissime richieste da procuratori di calciatori importanti che nonostante abbiano un contratto oneroso e lungo con i rispettivi club sarebbero disposti a fare “armi e bagagli” e trasferirsi nella Ligue One, campionato appena rifiutato da due campioni come Tevez e Pato.

    Carlo Ancelotti | © FRANCOIS GUILLOT/AFP/Getty Images

    Parole che accendono i cuori dei tifosi parigini, che dopo anni di buio potrebbero sognare in grande grazie allo sceicco Al-Thani e ai suoi investimenti, tra cui quello di Pastore dal Palermo che è tuttora il trasferimento più costoso mai verificatosi nel campionato francese. Ancelotti però ha smorzato subito gli entusiasmi, dichiarando che punta molto su Gameiro ma che nonostante ciò arriverà qualcuno a rinforzare il reparto offensivo, avendo espresso il bisogno di avere quattro punte nella rosa. I nomi che circolano sono insospettabili ma di grosso calibro, da Berbatov a Fernando Torres, dal russo Pavlyuchenko a Edinson Cavani, lo stesso Tevez e anche Llorente. Chiunque farebbe carte false per portarsi a casa attaccanti del genere capaci di realizzare almeno 20 gol in una stagione, e il fatto che questi giocatori siano stati proposti al club parigino è motivo di orgoglio per Ancelotti perchè il progetto è entusiasmante, c’è voglia di stupire sia entro i confini nazionali ma anche in Champions League dove potrebbero accedere già in questa stagione magari vincendo il campionato; lo stesso tecnico italiano non nasconde comunque il fatto che i tanti soldi a disposizione del club potrebbero far vacillare qualsiasi calciatore e che questo costituisca una grande attrazione non solo per loro ma anche per i loro procuratori, desiderosi di portare a termine qualche trattativa plurimilionaria.

    Per il momento “Carletto” non ha intenzione di sondare il terreno per i nomi circolati in queste ore: che sia una forma di depistaggio per lavorare con calma a un grande colpo di mercato, magari già in questa sessione invernale?

  • Kobe Bryant divorzia dalla moglie

    Kobe Bryant divorzia dalla moglie

    La stella dei Los Angeles Lakers Kobe Bryant e sua moglie Vanessa, dopo 10 anni di matrimonio, hanno annunciato ieri sera la fine del loro rapporto. Il motivo di tutto ciò sono le “divergenze inconciliabili” a cui la coppia andava incontro ormai da troppo tempo. A darne per primo la notizia è stato il sito di gossip TMZ, dopodichè è arrivato anche un comunicato ufficiale da parte dei due interessati, nel quale si legge anche che la sentenza di divorzio arriverà nel 2012 e che nell’interesse dei propri figli chiedono di rispettare la propria privacy, in virtù anche delle imminenti feste natalizie. Entrambi hanno comunque chiesto l’affidamento delle 2 figlie, Natalia di 8 anni e di Gianna Maria Onore di 5 anni.

    kobe bryant | © Ronald Martinez/Getty Images

    Vanessa Laine ha deciso di interrompere il matrimonio perchè stufa dei continui tradimenti da parte del marito, famoso è quello del 2003: un vero e proprio scandalo si abbattè sul cestista gialloviola, che venne accusato di violenza sessuale da una cameriera del Colorado; all’inizio il “Black Mamba” negò tutto, poi in una conferenza stampa con a fianco sua moglie confessò il tradimento. Per farsi perdonare Bryant regalò a Vanessa un diamante del valore di 4 milioni di dollari, ma negli anni successivi il numero 24 dei Lakers c’è sempre riscascato, l’ultima delle quali potrebbe essere stata proprio nel tour italiano effettuato a metà ottobre.

    Fonti vicine al cestista raccontano di un Bryant disperato e deciso a tutto pur di non perdere la sua consorte, ma sembra difficile un riavvicinamento tra i due. Inoltre Vanessa ha già dato mandato al suo avvocato di fare domanda per ricevere gli alimenti dal marito e in più, non essendo stato stipulato alcun accordo prima del matrimonio, avvenuto nel 2001, potrebbe ricevere metà del patrimonio che la guardia gialloviola ha accumulato in tutti questi anni. Non male come richiesta…

  • Tevez, Milan in vantaggio ma occhio alla Juve

    Tevez, Milan in vantaggio ma occhio alla Juve

    Carlos Tevez è sempre più vivino a vestrire la maglia del Milan. L’incontro tra l’agente dell’argentino Kia Joorabchian e l’entourage rossonero avvenuto ieri in Via Turati ha aperto scenari importanti sul lieto fine della trattativa: il Milan per Tevez sarebbe la prima scelta, ma non è da escludere un’asta con la Juventus.

    Carlos Tevez | © GLYN KIRK/AFP/Getty Images

    Secondo quanto riporta SportMediaset, Marotta ha contattato l’agente di Tevez offrendo all’attaccante del Manchester City 4 milioni di euro per i prossimi 6 mesi che vanno da gennaio a giugno più 9 milioni per i successivi tre anni. Un ingaggio niente male, che si avvicina a quello attualmente da lui percepito a Manchester e proprio per questo da non scartare.

    Tutto questo non può che far indispettire i dirigenti del Milan, convinti sino a ieri di non avere rivali all’accaparramento del giocatore, e che ora sono costretti a giocare al rialzo se vogliono veramente arrivare all’ “Apache”. Resta da vedere se Galliani sia veramente disposto a prendere parte ad un’asta costosa con la rivale bianconera.

    Nell’incontro di ieri comunque l’agente dell’argentino ha specificato che non si è assolutamente parlato di cifre economiche, ma solo di una disponibilità dell’attaccante a volersi trasferire a Milano. Quel che è certo è che l’elevatissimo ingaggio che percepisce Tevez al City costituisce indubbiamente un problema per il Milan, ma anche per la Juventus se questa dovesse realmente sferrare un attacco decisivo per l’aquisizione del cartellino dell’argentino. Al momento però l’agente mostra un cauto ottimismo e, a detta di quest’ultimo,  se dovesse arrivare l’offerta giusta l’Italia sarebbe una grandissima soluzione per il giocatore, ben entusiasta di giocare nel nostro campionato in uno dei club migliori al mondo.

  • Napoli – Lazio 0-0, le pagelle. Marchetti super

    Napoli – Lazio 0-0, le pagelle. Marchetti super

    Le pagelle ai protagonisti di Napoli – Lazio 0-0

    NAPOLI

    Maggio 6.5: Sempre un pericolo per gli avversari sulla fascia destra, cerca sempre un guizzo per poter spaccare in due la difesa laziale, quando lo trova consegna la palla a Cavani su un piatto d’argento, ma il guardalinee gli fischia ingiustamente una posizione di offside. Instancabile.

    Federico Marchetti | © Enrico Locci/Getty Images

    Hamsik 5: Prestazione incolore del gioiellino slovacco, non incide e lascia il peso della squadra sul groppone di Lavezzi. Probabilmente la sua testa era già al Manchester City.

    Lavezzi 7: Il Pocho è l’unico che prova ad estrarre il conoglio dal cilindro, si danna e non si stanca mai, segno che la trasferta transoceanica con l’Argentina non gli ha consumato l’energia. Starà ancora maledicendo Super Marchetti e la sua manona che gli impedisce di condurre il Napoli alla vittoria. Stakanovista.

    Cavani 5.5: Anche lui reduce dagli impegni con la Nazionale, il Matador sembra non essere quello dello scorso anno, quando risultava devastante in ogni partita.  Il Napoli senza i suoi gol non riesce più a vincere.

    LAZIO

    Marchetti 8: Senza dubbio l’eroe di giornata. E’ il leader della difesa, lo si vede quando rimprovera i compagni di reparto che non gli garantiscono la giusta protezione. Superbo nell’ultimo intervento su Lavezzi che consente alla Lazio di uscire indenne dal San Paolo ed essere momentaneamente prima in clasifica.

    Konko 6: Buona la prova del terzino francese. Spinge e difende molto bene, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa cala un pò, grazie anche alla vivacità di Lavezzi che lo mette in difficoltà.

    Ledesma 6.5: Il migliore dei suoi, un regista in grado di prendere per mano il centrocampo. Bravo a spezzare le azioni avversarie, meno quando c’è da manadre in profondità i compagni, ma non è colpa sua.

    Hernanes 5.5: Nel primo tempo sembra rendersi pericoloso grazie alla collaborazione di Cisse, cercando qualche spunto. Nella ripresa si vede la sua stanchezza dopo il tour de force con il Brasile e dopo pochi minuti  Reja lo sostituisce con Matuzalem.

    Cissè 5.5: Senza il suo “gemello” Klose tocca a lui fare il bomber, ma non è la serata. Prova ad impegnarsi ma senza mai rendersi pericoloso. Non riesce a sbloccare un digiuno che dura ormai da due mesi.

    NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis 6; Campagnaro 6, Cannavaro 6, Aronica 6; Maggio 6.5, Inler 6, Dzemaili 5.5 (58′ Gargano 5.5), Dossena 6 (73′ Pandev 5.5); Hamsik 5, Lavezzi 7; Cavani 5.5.
    Allenatore: Mazzarri 6.5
    LAZIO (4-3-1-2): Marchetti 8; Konko 6.5 (51′ Scaloni 6), Stankevicius 5.5, Diakité 6, Radu 6; Brocchi 5.5, Ledesma 6.5, Lulic 6.5; Hernanes 5.5 (51′ Matuzalem 5.5); Sculli 5 (86′ Gonzalez sv), Cisse 5.5.
    Allenatore: Reja 6

  • Balotelli Inter, Moratti e Ranieri pronti a riabbracciarlo

    Balotelli Inter, Moratti e Ranieri pronti a riabbracciarlo

    Che Mario Balotelli avesse tanti estimatori in giro per l’Europa non è un mistero, ma adesso che chi lo ha ceduto la scorsa estate sia sul punto di “mangiarsi” le mani è una notizia che fa clamore. Massimo Moratti esce allo scoperto e ospite nella sede della Gazzetta dello Sport per il Premio Facchetti ha rilasciato una dichiarazione ai cronisti che gli hanno posto la domanda sullo straordinario momento di forma che sta vivendo Super Mario, Balotelli Inter, un ritorno?: “Sì, lo riprenderei anche domani mattina” ha affermato il patron dell’Inter, che si accoda alle dichiarazioni di Claudio Ranieri a cui non dispiacerebbe allenare il giocatore del Manchester City; entrambi lo trovano maturato grazie all’esperienza in Inghilterra e quindi pronto a rituffarsi in una nuova avventura italiana, magari con i colori che ha già indossato in passato, nonostante lo stesso Balotelli non abbia mai nascosto un particolare apprezzamento per quella rossonera (di cui è tifoso fin da bambino).

    Moratti ha aggiunto anche che la cessione al Manchester City era stata inevitabile dopo quanto successo con i tifosi e che trattenerlo era diventata un qualcosa di difficile. Ma le sue qualità non si sono mai discusse, era esclusivamente il rapporto ormai logoro tra lui e l’ambiente nerazzurro, che non sopportava più i suoi “colpi di testa”, in senso negativo ovviamente. Gli fa eco Ranieri, il quale ha affermato che se non avrà più sbandate a livello caratteriale può diventare uno dei più grandi calciatori al mondo, tutto dipenderà, secondo il tecnico romano, dal suo comportamento sia dentro che fuori dal campo.

    Mario Balotelli | ©ANDREW YATES/AFP/Getty Images

    Recentemente il numero 45 aveva risposto molto schiettamente ai cronisti in una conferenza stampa nel ritiro di Coverciano sulla sua possibilità di ritonare all’Inter, ponendo 3 condizioni da rispettare per un suo eventuale passaggio nella sua ex squadra: che i tifosi siano più calmi nei suoi confronti, che non gli spacchino la macchina per le vie di Milano e che l’Inter sia sempre competitiva. A buon intenditor, poche parole…

  • F1, Vettel, pole e record ad Abu Dhabi

    F1, Vettel, pole e record ad Abu Dhabi

    Ennesima pole position per Sebastian Vettel, la 14esima stagionale (eguagliato Mansell). Sul circuito di Yas Marina il pilota tedesco della Red Bull strappa all’ultimo tentativo la prima piazza a Lewis Hamilton e soprattutto rovina la festa in casa McLaren per una sfiorata prima fila delle Frecce d’Argento.

    Sebastian Vettel | © Paul Gilham/Getty Images

    Perfetto il giro lanciato finale del bicampione del mondo che nell’ultima parte stacca l’inglese di quasi 2 decimi sorprendendo gli addeti ai lavori, non tanto per le sue già conosciute qualità di campione, ma più che altro per la superiorità mostrata dalla McLaren durante le libere del venerdì e del sabato, nelle quali si era pronosticata una pole della scuderia inglese.
    In seconda fila partiranno Jenson Button “distante” 11 millesimi dal compagno di squadra e Mark Webber, ancora sottotono nonostante abbia la stessa macchina di Vettel (ma non lo stesso talento!).

    Quinto Fernando Alonso, che dà, come sempre, il massimo per una Ferrari nettamente inferiore alle rivali e già con la testa alla stagione 2012. Più lontano Massa che è staccato di oltre 6 decimi dallo spagnolo, seguono in quarta e quinta fila le due Mercedes di Rosberg e Schumacher, rispettivamente settimo e ottavo, e le due Force India di Sutil e di Di Resta (nono e decimo). Da segnalare la crisi della Williams con Maldonado e Barrichello che partiranno nelle retrovie, il primo per una penalizzazione che gli ha fatto perdere 10 posizioni in griglia (dovuto al limite massimo di motori utilizzabili in stagione), il brasiliano per non aver realizzato tempi nelle qualifiche dovuto al cambio del motore sulla sua vettura.

    GRIGLIA DI PARTENZA

    Pos. Pilota Team Tempo Gap
    1.   VETTEL RED BULL RENAULT 1:38.481
    2.   HAMILTON McLAREN MERCEDES 1:38.622 +0.141
    3.   BUTTON McLAREN MERCEDES 1:38.631 +0.150
    4.   WEBBER RED BULL RENAULT 1:38.858 +0.377
    5.   ALONSO
    FERRARI 1:39.058 +0.577
    6.   MASSA
    FERRARI 1:39.695 +1.214
    7.   ROSBERG MERCEDES 1:39.773 +1.292
    8.   SCHUMACHER
    MERCEDES 1:40.662 +2.181
    9.   SUTIL
    FORCE INDIA MERCEDES 1:40.768 +2.287
    10.   DI RESTA
    FORCE INDIA MERCEDES NO TIME
    11.   PEREZ SAUBER FERRARI Q2
    12.   PETROV
    RENAULT Q2
    13.   BUEMI TORO ROSSO FERRARI Q2
    14.   SENNA RENAULT Q2
    15.   ALGUERSUARI TORO ROSSO FERRARI Q2
    16.   KOBAYASHI SAUBER FERRARI Q2
    17.   MALDONADO
    WILLIAMS COSWORTH Q2
    18.   KOVALAINEN LOTUS RENAULT Q1
    19.   TRULLI LOTUS RENAULT Q1
    20.   GLOCK VIRGIN COSWORTH Q1
    21.   RICCIARDO HISPANIA COSWORTH Q1
    22.   D’AMBROSIO VIRGIN COSWORTH Q1
    23.   LIUZZI HISPANIA COSWORTH Q1
    24.   BARRICHELLO WILLIAMS COSWORTH Q1