Autore: Black Mamba

  • Valentino Rossi, la pioggia rovina i test di Aragon

    Valentino Rossi, la pioggia rovina i test di Aragon

    Non è bastato a Valentino Rossi e alla Yamaha spostarsi da Valencia ad Aragon per i test nella speranza di trovare il bel tempo: come avvenuto nella giornata di ieri, il Dottore e il suo team hanno trovato ancora la pioggia a condizionare la loro sessione di prove, ragion per cui il pilota pesarese ha potuto effettuare soltanto un giro con la sua M1, mentre sul tracciato valenciano ne aveva messo a segno 28. Quindi un nulla di fatto nella due giorni di test per Rossi per poter trovare il feeling con la moto in condizioni d’asciutto, ma potrebbe comunque scendere in pista nel pomeriggio insieme al suo compagno di squadra Lorenzo a testare la moto sul bagnato, in quanto per i prossimi test bisognerà aspettare febbraio. A differenza di Rossi, il neo Campione del Mondo Jorge Lorenzo ha effettuato nove giri con la sua moto, ma ha comunque girato su tempi eccellenti prima di rientrare ai box a causa di un acquazzone abbattutosi su Aragon.

    Valentino Rossi – Yamaha | © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Se il team Yamaha ha preferito spostarsi ad Aragon sperando di non incappare nel maltempo, ai piloti rimasti a Valencia non è andata di certo meglio, con le condizioni leggermente migliori rispetto alla mattinata di ieri ma con un tracciato ancora viscido e insidioso, che hanno indotto il team Honda Hrc a non mandare in pista la new entry Marc Marquez. Sul tracciato sono invece scesi Michele Pirro, che ha ottenuto il miglior tempo della sessione, Andrea Iannone con la Ducati Pramac, Espargaro, Smith e Barbera.Non si è visto in pista il nuovo pilota della Ducati Andrea Dovizioso, rimasto ai box a confrontarsi con i suoi meccanici.

    I test reali della MotoGp inizieranno tra qualche mese, quando la truppa sarà al completo per scaldare i motori in vista della nuova stagione che promette spettacolo, un giusto mix tra vecchi e nuovi che incuriosisce molto gli addetti ai lavori. Mancherà un grande campione come Casey Stoner, ritiratosi dopo la gara di Valencia per stare vicino alla sua famiglia, ma ci sarà il debutto di un talento dal futuro assicurato come Marquez, che ha preso proprio il posto dell’ australiano sulla Honda ufficiale. E poi ci sarà il ritorno di Rossi in Yamaha, che dopo due deludenti stagioni in Ducati avrà voglia di rivalsa  e assaporare di nuovo la gioia della vittoria che al pilota di Tavullia manca da troppo tempo.

  • Pogba dalla Nazionale: “Conte ha fatto bene ad escludermi”

    Pogba dalla Nazionale: “Conte ha fatto bene ad escludermi”

    Dal ritiro della Nazionale francese under 20 Paul Pogba racconta a 360 gradi il suo inzio di stagione con la sua Juventus, scusandosi inoltre  con l’ambiente juventino per il doppio ritardo agli allenamenti che ne ha causato l’esclusione dai convocati per la partita di Pescara di sabato scorso. Il talentuoso 19enne ex Manchester United ha ammesso le sue colpe sul suo profilo Twitter già durante la gara dell’Adriatico, smorzando così sul nascere le presunte polemiche dopo la dichiarazione del suo procuratore Mino Raiola che aveva attaccato l’allenatore bianconero Conte definendolo “incapace“. Oggi ha voluto manifestare il suo primo impatto col mondo bianconero e fare il punto sui suoi primi mesi in Italia, già definito dagli addetti ai lavori come astro nascente del calcio.

    Finora è andato tutto bene, non mi aspettavo questo inizio, forse sì, ma non voglio accontentarmi, voglio dare sempre il massimo e vincere il più possibile con questa maglia, in fondo sono arrivato alla Juve per questo“.

    Frasi che scaldano il popolo juventino convinti delle sue enormi potenzialità fin dall’esordio stagionale con il Chievo quando venne chiamato in causa a sostituire un fuoriclasse come Andrea Pirlo. Il francesino ha già collezionato 8 presenze totali in maglia bianconera, segnando 2 reti pesantissime contro Napoli e Bologna, quest’ultima allo scadere del match che ha fatto letteralmente impazzire di gioia lo Juventus Stadium che ha permesso di mantenere il distacco invariato dall’Inter.

    Paul Pogba
    Paul Pogba | © ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    Poi torna sul “malinteso” (così lo ha definito lo stesso Pogba) con Antonio Conte e il suo staff per i ritardi agli allenamenti durante la settimana che lo ha escluso dalla trasferta abruzzese di sabato: il numero 6 bianconero ha accettato il rimprovero affermando di essere stata una “giusta lezione” che gli servirà affinchè possa migliorare anche sotto il profilo caratteriale, per avere così un futuro più luminoso. Inoltre ha apprezzato molto il fatto di essere stato sulle prime pagine dei quotidiani sportivi per le sue ottime prestazioni cercando comunque di mantenere un basso profilo, restando umile e continuando a lavorare essendo sempre a disposizione del mister.  Già da sabato nella prossima giornata dovrà farsi trovare pronto poichè molto probabilmente sarà lui il sostituto dello squalificato Pirlo in mezzo al campo nella gara che vedrà affrontarsi Juventus e Lazio in programma alle ore 18. Quale occasione migliore per poter mettersi in mostra cercando di non far rimpiangere per una sera un immenso campione dal valore indiscusso come Andrea Pirlo? Ma la Juventus ha puntato molto su di lui proprio per questo, perchè crede nel ragazzo e nelle sue potenzialità di centrocampista universale, capace di poter abbinare le due fasi (di impostazione e di copertura) al meglio. D’altronde lo stesso Conte nella giornata di ieri ha speso parole al miele per il centrocampista francese, definendolo un potenziale numero 1 a livello mondiale, aggiungendo comunque che sta a lui farlo crescere e renderlo un vero e proprio campione, anche fuori dal campo.

    Dalla Juventus alla Nazionale francese, cui Pogba spera e crede di poter farne parte il più presto possibile, nonostante per il CT transalpino Deschamps sia ancora prematuro parlarne. Ma lo stesso calciatore bianconero ha affermato di non pensarci ora come ora in quanto ancora deve dimostrare di potersi meritare una convocazione in nazionale maggiore, non avendo così fretta di bruciare le tappe e continuando a lavorare quotidianamente per essere protagonista con il suo club e con la sua Nazionale, confessando schiettamente di essere particolarmente stimolato da una precoce candidatura alla maglia dei Blues.

     

     

  • MotoGP, le pagelle del GP della Comunità Valenciana

    MotoGP, le pagelle del GP della Comunità Valenciana

    Ecco le pagelle del Gran Premio della Comunità Valenciana, ultima tappa del Mondiale MotoGP appena conclusosi che ha incoronato Campione del Mondo per la seconda volta nella classe regina il pilota maiorchino Jorge Lorenzo. Il pilota della Yamaha, già laureatosi Campione nello scorso Gp d’Australia a Phillip Island, è caduto nel tentativo di doppiare Ellison finendo sul tratto di pista umido e perdendo il controllo della sua moto sebbene abbia provato tenacemente a domarla, lasciando così campo libero a Daniel Pedrosa che conclude il suo campionato con ben 7 vittorie all’attivo e una lotta per il Mondiale sfumata due settimane prima per la caduta al secondo giro in Australia. Nonostante ciò si è visto il miglior Pedrosa e la sua annata non può che considerarsi ottima, considerando il fatto che nelle ultime 8 gare ha conquistato 6 vittorie, lasciandosi alle spalle i rivali dominando gara dopo gara, ma purtroppo non è bastato per agganciare (o quantomeno sperare fino all’ultimo)  un Lorenzo che ha saputo gestire il suo vantaggio accumulato nella prima parte di stagione che è risultato poi decisivo nel rush finale del campionato.

    Lorenzo 5: E’ l’unico a montare le gomme da asciutto in griglia, scelta che lo favorisce nei primi giri in quanto la pista si asciuga col passare del tempo a discapito di chi ha montato gomme da bagnato. Si ritrova in testa al quarto giro dopo aver superato un sorprendente Espargaro, ma getta al vento una possibile vittoria in scioltezza osando un pò troppo su un doppiaggio ad Ellison finendo sul tratto umido della pista con conseguente high-side per cuori forti ma per fortuna senza conseguenze. In ginocchio sulla ghiaia vede Pedrosa sopravanzarlo involato verso una facile vittoria; poco male, i giochi sono chiusi da ormai due settimane.

    Pedrosa 9: Un nove per la gara disputata, seppur con qualche rischio di troppo, un nove anche per la coraggiosa scelta di rientrare ai box durante il giro di ricognizione per cambiare la moto. Quasi perfetto, da dieci, per la seconda parte di stagione nella quale si è dimostrato tenace e agguerrito dando del filo da torcere a Lorenzo; purtroppo per lui la caduta in Australia, quando si trovava al comando della corsa,  gli ha compromesso la grande rimonta che lo avrebbe potuto consacrare Campione nella classe regina, titolo che non ha ancora vinto ma che ha dimostrato di voler conquistare per potersi così affermare tra i grandi della MotoGP. Il talento non si discute, la moto è attualmente la più forte, sta a lui migliorare ed avere più costanza di rendimento (talvolta compromessa dai ripetuti infortuni), cosa che finora in carriera gli è mancata, e non poco…

    Stoner 8: Si congeda dal mondo delle corse con un podio e una gara tutto sommato tranquilla senza prendere eccessivi rischi su un asfalto pazzerello con una caviglia in disordine altrimenti, molto probabilmente, sull’asciutto avremmo visto lo Stoner arrembante di sempre. Non è stato un anno molto fortunato per l’australiano, forse si è lasciato anche un pò andare dopo l’annuncio shock del suo ritiro a fine stagione, ma ha comunque regalato sprazzi di guida di un talento purissimo che mancheranno moltissimo al Motomondiale e ai suoi appassionati. Si dedicherà d’ora in poi alla famiglia lasciando il posto a Marc Marquez, quello che in Honda sperano diventi lo Stoner del futuro.

    Rossi 4: La disastrosa gara di Valencia rispecchia totalmente l’esperienza infelice vissuta nei suoi due anni in Ducati, nei quali ha conquistato soltanto tre podi e mai una vittoria. Il connubbio tutto italiano non ha funzionato per niente, nonostante il tanto lavoro effettuato da ingegneri e pilota che hanno cercato (senza esito) una drastica evoluzione di una moto mai convincente e poco affidabile. Durante la gara valenciana sembrava avere un buon passo sia sull’asciutto che sul bagnato, tanto che nei primi giri si trovava a ridosso del leader Espargaro e poteva sperare nella prima vittoria con la casa bolognese. Ma l’illusione è durata ben poco, finendo anche doppiato dai piloti di testa, concludendo la stagione come peggio non poteva. Ha già voltato pagina il Dottore, tuffatosi nella sua “nuova” esperienza in Yamaha che tante soddisfazioni ha dato al pilota di Tavullia. Da martedì sarà di nuovo in sella sul circuito spagnolo per provare la nuova moto, nella speranza di poter lottare per il titolo già nella prossima stagione e dare filo da torcere al suo nuovo-vecchio compagno Jorge Lorenzo.

    Dovizioso 6: Non aveva nulla da perdere ormai sicuro del quarto posto nella classifica iridata, protagonista di una stagione al di sopra delle aspettative con la sua Yamaha Tech 3 che dalla prossima stagione non sarà più sua. Ha mostrato grandi doti con una moto che non era da titolo, ma ha dato sempre il meglio di sè in ogni Gp, finendo spesso a ridosso dei primi e soprattutto davanti al compagno di squadra. Volta pagina anche lui facendo il percorso inverso di Valentino Rossi: ci auguriamo non con gli stessi risultati…

    Marquez 10 e lode: Strepitosa la sua vittoria nel Mondiale Moto2, encomiabile la sua gara ieri a Valencia, dove è partito ultimo per poi sfoderare una rimonta che ha dell’incredibile sull’asfalto reso viscido dalla pioggia caduta prima della gara. Ma per lui è tutto facile, danza su quella moto che è un piacere vederlo, si prende caparbiemente la prima posizione andando a vincere il suo ultimo Gp in Moto2 presentandosi con questa performance ai prossimi rivali della MotoGP. Ha talento da vendere il 19enne spagnolo, una classe cristallina che in pochi hanno. C’è molta curiosita di vederlo all’opera al fianco di Pedrosa il prossimo anno nel Team Honda Hrc.

  • Mike D’Antoni nuovo allenatore dei Lakers

    Mike D’Antoni nuovo allenatore dei Lakers

    Mike D’Antoni, ex coach dei Phoenix Suns, dei New York Knicks e dell’Olimpia Milano, torna a sedersi su una panchina Nba, sostituendo l’esonerato Mike Brown come head coach dei Los Angeles Lakers. Il 61enne allenatore, in Italia dal 1977 al 1994 nelle file dell’Olimpia Milano, prima come playmaker e poi come allenatore, ritorna dopo 8 mesi dalle dimissioni rassegnate sulla alla dirigenza dei Knicks, avendo la meglio sull’altro illustre candidato a guidare i giallo-viola nella stagione in corso, Phil Jackson, il quale seppur acclamato dai tifosi e dall’ambiente losangelino, sembra abbia chiesto un lauto stipendio alla dirigenza dei “lacustri” avendo inoltre libera scelta sul personale e l’opzione di saltare alcune gare in trasferta della squadra.

    Nelle file gialloviola il coach naturalizzato italiano ritrova così Steve Nash, dopo la bellissima parentesi ai Suns durante la quale il playmaker canadese ha vinto per 2 anni consecutivi (2004/2005 e 2005/2006) il titolo di MVP della stagione, non riuscendo però a ad approdare alle Finali ed Nba per poter vincere il titolo, ma interpreti comunque di un gioco rapido e scintillante che ha portato Phoenix ad essere una delle migliori squadre della lega per gioco e realizzazione, con una media di oltre 110 punti a partita. Meno fortunata la parentesi ai New York Knicks che seppur iniziata con grandi prospettive e buoni risultati, si è conclusa malamente dopo un trend negativo che ha portato alle sue dimissioni nonostante in squadra avesse giocatori del calibro di Carmelo Anthony, Amar’e Stoudemire e Tyson Chandler.

     Mike D'Antoni  ai Lakers
    Mike D’Antoni | © Jamie Squire / Getty Images

    Per lui quindi inizia una nuova avventura, ma anche una grossa responsabilità, ovvero portare i Lakers in alto lottando conseguentemente per il titolo e cercando di convincere gli scettici che in lui non ripongono tanta fiducia visto la prediligenza di un  gioco totalmente offensivo lasciando a desiderare lasciando a desiderare in quella difensiva. Importante sarà anche la gestione dei campioni nello spogliatoio, dare loro degli schemi adatti al suo gioco e valorizzare tutti i componenti del roster affidandosi in particolare ai senatori della squadra come Bryant, Gasol e World Peace.

    Intanto i Lakers post-Brown, guidati dal coach ad interim Bickerstaff, ottengono la seconda vittoria di fila allo Staples Center contro i Sacramento Kings dopo aver liquidato facilmente i Golden State Warriors. In attesa del debutto di D’Antoni, previsto tra circa due settimane per via di un’operazione al ginocchio che lo ha costretto ad un periodo di riposo, la squadra gialloviola sembra essersi ripresa dopo le rovinose cadute in pre-season e nelle prime uscite della stagione.

  • I Lakers esonerano Mike Brown. D’Antoni, Sloan o torna Phil Jackson?

    I Lakers esonerano Mike Brown. D’Antoni, Sloan o torna Phil Jackson?

    Clamoroso colpo di scena nella Nba: i Los Angeles Lakers hanno infatti sollevato dall’incarico l’ormai ex coach Mike Brown dopo un disastroso avvio di stagione (preseason compresa) di cui è stata protagonista la squadra gialloviola. L’head coach 42enne ex Cavaliers ha pagato con l’esonero l’ennesima sconfitta patita all’EnergySolution arena di Salt Lake City contro gli Utah Jazz, sconfitta che segue quelle precedenti, tra cui il derby contro i Clippers perso malamente da Bryant e compagni.

    Il comunicato ufficiale della franchigia losangelina specifica inoltre che il vice di Mike Brown, Bernie Bickerstaff, è stato nominato coach ad interim, in attesa di ingaggiare un nuovo head coach: tra i papabili spiccano i nomi di Mike D’Antoni, che così ritroverebbe Steve Nash dopo gli anni trascorsi a Phoenix, ma anche leggende del basket a stelle e strisce quali Jerry Sloan, ex coach degli stessi Jazz che ha guidato per 23 anni con ottimi risultati seppur non ha mai potuto fregiarsi del titolo Nba, sfiorato per due volte nelle Finals contro i Chicago Bulls di un certo Michael Jordan. Ma Sloan non è l’unica leggenda Nba ad essere accostata alla panchina gialloviola: infatti i tifosi sognano il ritorno di Phil Jackson, il quale ha lasciato proprio i Lakers un anno e mezzo fa decidendo di ritirarsi a vita privata: i rumors che circolano in queste ore parlano di un tentativo della nuova stella losangelina Dwight Howard in procinto di convincere Coach Zen a ritornare sulla panchina con cui ha vinto 5 anelli dal 2000 al 2010.

    Mike Brown
    Mike Brown e Dwight Howard © Stephen Dunn/Getty Images

    La notizia, se vera, avrebbe del clamoroso e porterebbe alla franchigia gialloviola quel tatticismo e quella voglia di vincere che con Brown è mancata, ma gli addetti ai lavori non si sbilanciano su un suo possibile ritorno. Ritorno che potrebbe essere quello di Brian Shaw, già vice di Jackson durante l’avventura a Los Angeles e ora allenatore in seconda degli Indiana Pacers, ma attualmente il favorito sarebbe proprio D’Antoni, sebbene la mancanza di un equilibrio difensivo, contrapposta ad uno spettacolare repertorio offensivo, alimenta più di un dubbio alla dirigenza dei Lakers.

    La stagione per i “lacustri” si è subito complicata, complice le 4 sconfitte nelle prime 5 uscite con squadre non irresistibili, anche se c’è tutto il tempo per rimediare perchè la stagione è lunga ed è appena all’inizio: già stanotte scenderanno in campo allo Staples Center contro i Golden State Warriors, in panchina ci sarà Bickerstaff in attesa che il proprietario Jerry Buss e il general manager Mitch Kupchak decidano a chi affidare una squadra che già da quest’estate è stata costruita per puntare a vincere il titolo con gli importanti acquisti di Nash e Howard.

  • Marc Marquez è Campione del Mondo Moto2, Cortese trionfa in Moto3

    Marc Marquez è Campione del Mondo Moto2, Cortese trionfa in Moto3

    Pol Espargaro ha vinto il Gran Premio d’Australia a Phillip Island, penultimo appuntamento della stagione, ma il titolo iridato va al connazionale Marc Marquez, futuro pilota ufficiale Honda in MotoGp. Ad Espargaro non bastano le quattro vittorie di fila per poter giocarsi il mondiale fino all’ultimo con Marquez, giunto terzo nella gara odierna dopo il sorpasso all’ultima curva ai danni di Scott Redding. Per Marquez è il secondo titolo iridato, dopo quello ottenuto in 125 nella stagione 2010, ma non dimentichiamo che anche l’anno scorso è andato vicino a laurearsi Campione se non fosse stato per il problema alla vista che lo ha costretto a saltare alcuni Gran Premi. A soli 19 anni il piolta di Cervera ha già conquistato due titoli iridati, cosa che fan ben sperare in casa Honda che hanno puntato su di lui per sostituire un grande campione come Casey Stoner. Secondo posto per Anthony West in sella alla sua Speed Up del QMMF Racing Team, quarto Redding, infilato in poco più di un giro proprio da West e da Marquez. Settimo Simone Corsi sulla sua FTR, ritirato invece Andrea Iannone dopo un problema sulla moto.

    Marc Marquez
    Marc Marquez © Mirco Lazzari gp/Getty Images

    Sandro Cortese ha trionfato nella classe Moto3, salendo sul gradino più alto del podio davanti al portoghese Oliveira e all’australiano Sissis. Il pilota tedesco neo campione ha vopluto festeggiare al meglio il titolo appena conquistato a Sepang settimana scorsa, ma ha dovuto lottare contro Oliveira per avere la meglio sul pilota della Suter Honda. Ottimo sesto posto per Romano Fenati che, partito dalla 14° posizione in griglia, si è reso protagonista di una grande rimonta nella seconda metà di gara, precedendo al traguardo il connazionale Tonucci, anch’egli su FTR Honda. Da segnalare la scivolata di Maverick Vinales, che è stato costretto a ritirarsi in quanto la carenatura della sua moto ha ceduto da un lato dopo la caduta.

  • Vettel centra il poker e allunga su Alonso

    Vettel centra il poker e allunga su Alonso

    Sebastian Vettel ha dominato e vinto il Gran Premio d’India al Buddh International Circuit nei pressi di Nuova Delhi. Il campione del Mondo  in carica ha ottenuto una vittoria facile controllata abbastanza agevolmente, e ha ora 13 punti di vantaggio sul rivale Fernando Alonso, giunto secondo dopo una grande rimonta dalla quinta piazza, ottenendo così il massimo risultato possibile dalla gara  per via dello strapotere delle “lattine volanti”, assolutamente impeccabili negli ultimi Gran Premi.

    Sin dalla partenza Vettel è scappato vestendo i panni della lepre, con tanti saluti al compagno Webber e al duo Mclaren-Ferrari. Nella bagarre alle spalle del tedesco il più vivace è Alonso, che si sbarazza senza particolari problemi di Jenson Button e Hamilton, andando ad insidiare il secondo posto di Mark Webber. Per il resto poche emozioni per quanto riguarda lo spettacolo, se non per un duello Massa-Raikkonen con il primo a spuntarla sul secondo per la sesta piazza, e per un piccolo problema sul fondo della vettura di Vettel, che per un attimo ha fatto pensare ad un guasto serio  sulla Red Bull numero 1.

    Podio GP India
    Podio GP India © Clive Mason/Getty Images

    Fernando Alonso, consapevole di non poter insidiare la posizione di Vettel, a 18 giri dal termine ha avvicinato Webber superandolo  e aggiudicandosi quella seconda posizione che ancora lo mantiene saldamente in lotta per il titolo a 3 gare dal termine, considerato la stato di forma della scuderia anglo-austriaca. Deludenti le McLaren con Button ed Hamilton giunti rispettivamente 4° e 5° ma mai pericolosi durante tutto il Gran Premio, nonostante le confortanti prestazioni nelle prove e in qualifica. La scuderia di Woking ha subito una secca  involuzione causata dalla rottura del rapporto collaborativo con Lewis Hamilton, non dedicandosi più allo sviluppo della monoposto. Felipe Massa, giunto sesto, è riuscito ad ottenere il massimo risultato dalla sua Ferrari nonostante i problemi avuti durante tutto il weekend, riuscendo a concludere la gara davanti alla Lotus di Raikkonen. Fuori dalla zona punti le due Mercedes, con Rosberg giunto 11° e Michael Schumacher ultimo. A punti vanno Nico Hulkenberg (8°), Romain Grosjean (9°) e Bruno Senna (10°).

    A tre Gran premi dal termine per Alonso è vietato sbagliare, così come per Vettel, consapevole di dover gestire un vantaggio esiguo di 13 punti su 75 disponibili, ma allo stesso tempo rassicurante in quanto la Red Bull in questo momento è imprendibile. Lo spagnolo dovrà avere la lucidità che ha sempre avuto e dimostrato ad ogni gara, magari sperando in un errore o un eventuale passo falso di Sebastian Vettel, che attualmente “vola” e sembra non avere rivali in pista. Lo scenario si fa sempre più intrigante di domenica in domenica, i colpi di scena non sono esclusi, d’altronde questo è il bello della Formula 1. Appuntamento tra una settimana sul circuito Yas Marina di Abu Dhabi.

    CLASSIFICA PILOTI – Vettel 240, Alonso 227, Raikkonen 173, Webber 167, Hamilton 165, Button 141, Rosberg 93, Grosjean 90, Massa 89, Perez 66, Kobayashi 50, Hulkenberg 49, Di Resta 44, Schumacher 43, Maldonado 33, Senna 26, Vergne 12, Ricciardo 9

    CLASSIFICA COSTRUTTORI – Red Bull 407, Ferrari 316, McLaren 306, Lotus 263, Mercedes 136, Sauber 116, Force India 93, Williams 59, Toro Rosso 21

  • Lorenzo Campione del Mondo, a Phillip Island vince Stoner

    Lorenzo Campione del Mondo, a Phillip Island vince Stoner

    Jorge Lorenzo fa festa: sul circuito australiano di Phillip Island lo spagnolo della Yamaha diventa Campione del Mondo con una gara d’anticipo piazzandosi al secondo posto dietro all’idolo di casa Casey Stoner, vincitore del Gran Premio di casa, dove vince puntualmente da 6 anni a questa parte nella classe regina, dominatore fin dall’inizio della gara dopo la caduta del leader Daniel Pedrosa, che ha permesso così a Lorenzo di gestire la propria gara al meglio portando in fondo al traguardo quella moto che lo ha conscarato per la seconda volta Campione del Mondo nella classe MotoGp.

    Gara subito in discesa per il maiorchino il quale beffa alla partenza Stoner per poi essere reinfilato da entrambe le Honda ufficiali con il connazionale Pedrosa a precedere l’australiano. Ma appena completato il primo giro ecco il colpo di scena: Pedrosa, forse con troppa foga, sbaglia la staccata e finisce a terra mostrando una fragilità evidente quando si trova sotto pressione e dicendo addio ad un possibile sogno iridato, semmai sia mai esistita la concreta possibilità di spuntarla su Lorenzo, sempre costante e al top della forma, il quale non ha corso particolari rischi negli ultimi gran premi, quasi sempre vinti dal rivale numero 26. Inizia così la gara solitaria di Casey Stoner, desideroso di affascinare per l’ultima volta il pubblico di casa con una guida al limite dell’umano, da stroppicciarsi gli occhi ad ogni suo passaggio, che sia in curva o in rettilineo. Tira come un forsennato il numero 1 australiano, quasi a voler rammentare allo spagnolo neo campione che con un Casey al top non sarebbe stata la stessa storia: a metà gara Stoner ha già lasciato un vuoto fra sè e Lorenzo, il quale decide saggamente di non rischiare perchè in fondo il suo rivale in classifica è fuori dai giochi, consapevole quindi di avere il titolo nelle mani e di non lasciarselo scappare per nessuna ragione al mondo.

    Jorge Lorenzo
    Jorge Lorenzo campione del mondo MotoGP © WILLIAM WEST/AFP/Getty Images

    Dietro di lui si intravede uno splendido Cal Crutchlow, autore di una stagione eccezzionale con la sua Yamaha Tech 3, mentre lo spettacolo si riversa su chi la spunta per la quarta posizione, per la quale lottano caparbiamente Bradl, Dovizioso e Bautista. Alla fine la spunterà Andrea Dovizioso, ma la scena è condivisa a metà tra il vincitore odierno Stoner e il vincitore del Mondiale Lorenzo, entrambi festanti nel parco chiuso, ognuno con sensazioni diverse, ma con stati d’animo accomunati da una gioia paricolare. Casey Stoner ci teneva a vincere davanti al proprio pubblico, per congedarsi al meglio dal suo pubblico dopo la notizia del ritiro alla fine della stagione motociclistica annunciato dallo stesso australiano all’inizio del campionato, che non ha lasciato indifferenti addetti ai lavori e fans. Nelle retrovie (ma è stato frequentemente il leit motiv di stagione) ritroviamo le Ducati di Rossi e Hayden, rispettivamente 7° e 8° dopo una gara opaca e anonima. Dietro di loro si sono piazzate la ART di Espargaro e De Puniet, mentre gli italiani Petrucci e Pirro si sono classificati in 13° e 14° posizione.

    Appuntamento con l’ultima gara della stagione in programma a Valencia l’11 Novembre, dove sicuramente ci saranno i festeggiamenti del pubblico di casa per l’idolo spagnolo neo Campione del Mondo.

    CLASSIFICA PILOTI – Lorenzo 350, Pedrosa 307, Stoner 238, Dovizioso 208, Bautista 165, Rossi 157, Crutchlow 151, Bradl 135, Hayden 122, Spies 88, Barbera 83, Espargaro 69, De Puniet 58, Abraham 50, Pirro 32, Ellison 28, Hernandez 28, Edwards 25, Petrucci 19, Rea 17, Pasini 13, Silva 12, Elias 10, Nakasuga 7, Rapp 2, Salom 1

    CLASSIFICA COSTRUTTORI – Honda 387, Yamaha 366, Ducati 183, Art Aprilia 93, Ftr 32, Ftr Kawasaki 29, Suter Bmw 25, Ioda Aprilia 19, Aprilia 2,

  • Lewis Hamilton conquista Monza, Alonso terzo

    Lewis Hamilton conquista Monza, Alonso terzo

    Lewis Hamilton e la sua McLaren dettano legge a Monza. Sul circuito italiano il pilota inglese domina dall’inizio alla fine precedendo sul traguardo il sorprendente messicano Sergio Perez che a pochi giri dal termine supera Fernando Alonso, autore di una grande rimonta dalla decima posizione in griglia. Quarto Felipe Massa, autore di un’ottima prova: al via beffa Jenson Button resistendo per quasi 20 giri agli attacchi dell’inglese, ma con una McLaren così superiore c’è poco da fare. Quinto Kimi Raikkonen il quale precede Michael Schumacher su Mercedes. Clamoroso ritiro di entrambe le Red Bull, già in difficoltà dalle prime libere del venerdì, che chiudono così un week end pessimo: Vettel ha accusato problemi all’alternatore e al 47° giro ha parcheggiato la sua vettura in fondo al rettilineo del traguardo, chiudendo così in malo modo la sua giornataccia, in virtù anche del drive through inflittogli dai commissari per una manovra ai limiti del regolamento mentre stava battagliando con Fernando Alonso, mandandolo un pò furbescamente sull’erba. Mark Webber si è ritirato in seguito ad un testacoda all’uscita della variante Ascari, danneggiando così il fondo della vettura e   lasciando il Gran Premio a soli 2 giri dal termine.

    Hamilton parte bene e alla prima chicane mantiene la prima posizione, dietro di lui Massa supera Button e si piazza alle spalle del numero 4, mentre Alonso guadagna subito due posizioni per poi agguantare il sesto posto dopo appena un giro, piazzandosi dietro Vettel in bagarre con Schumacher per la quarta posizione. Nei giri successivi Vettel fatica un pò a sorpassare il tedesco 7 volte Campione del Mondo ma dopo un paio di tentativi andati a vuoto grazie soprattutto alla notevole velocità di punta della Mercedes riesce a scavalcarlo, mantenendo sempre un sottile margine di vantaggio su Alonso.

    All’ottavo giro il francese Vergne va in testacoda sul rettilineo finale che però non ha conseguenze spiacevoli per il pilota, se non quello di dover abbandonare l’auto e porre fine alla sua gara. Al 20° giro Button esce forte alla prima variante e sul rettilineo e alla Curva Grande sorpassa il brasiliano autore fin lì di una gara impeccabile, Alonso e Vettel rientrano contemporaneamente ai box al 21esimo giro ma al ferrarista non riesce di poco la manovra per sopravanzare il tedesco in pit e per pochi centimetri deve riaccodarsi alla Red Bull del bi-Campione del Mondo. Entra anche Button ma il suo pit stop non è dei migliori, ma grazie ad un buon margine di vantaggio accumulato nei giri precedenti, riesce a mantenere il terzo posto, venendo scavalcato dal solo Perez che ancora non aveva effettuato il cambio gomme. Rientra  Hamilton, anch’egli sopravanzato dalla Sauber, ma si riprenderà l a posizione pochi giri dopo, grazie anche al calo delle gomme del messicano.

    Lewis Hamilton © Andrew Hone/Getty Images

    Nelle retrovie Alonso cerca di superare Vettel alla Curva Grande ma il tedesco chiude la traiettoria mandando lo spagnolo leggermente fuori pista, beccandosi un drive through dalla direzione di gara ma ancor prima subendo il sorpasso del ferrarista. Al 34esimo giro esce di scena a sorpresa Jenson Button appiedato dalla sua McLaren per un problema dovuto al pescaggio della benzina. Sorprendentemente Alonso è terzo dopo una gara tutta in salita e riesce a guadaganare la seconda piazza dopo il sorpasso “agevole” sul compagno di squadra, Felipe Massa.

    Hamilton ormai in fuga è saldamente in testa mentre a stupire è ancora Perez che inanella una serie pazzesca di giri veloci dovuta ad una strategia oculata ed efficace: si sbarazza dapprima di Raikkonen, per poi avvicinare Massa, il quale viene superato agevolmente, e poi Fernando Alonso. Il messicano è secondo, Hamilton viene avvisato via radio del pericolo in quanto il pilota della Sauber guadagnava quasi un secondo a giro sull’inglese con una decina scarsa di giri da effettuare, nelle retrovie entrambe le Red Bull alzano bandiera bianca (non accadeva dal Gp di Corea 2010), Hamilton vince e stravince, Perez ottiene una straordinaria ed impensabile seconda posizione , Alonso si accontenta della piazza d’onore che visti i guai di sabato pomeriggio sono oro colato, in virtù anche dei ritiri di Vettel e Webber, Raikkonen si conferma costantemente a punti ed è terzo nella classifica iridata. Lewis Hamilton rosicchia così qualche punto al pilota di Oviedo diventando così il suo nuovo antagonista. Il ferrarista ha ancora un ampio margine in ottica campionato, ma con una McLaren così nulla è impossibile. Del resto Alonso 7 giorni fa in Belgio disse di temere più l’inglese che Vettel. Siamo nel rush finale, che il duello abbia inizio.

  • Respinto patteggiamento Conte per squalifica non congrua

    Respinto patteggiamento Conte per squalifica non congrua

    La Commissione Disciplinare ha respinto la richiesta di patteggiamento dei legali di Antonio Conte che prevedeva una pena di 3 mesi e 200 mila euro di ammenda da scontare per le due omesse denuncie di combine in Novara-Siena e Albinoleffe-Siena. La Disciplinare ha ritenuto “non congrua” la richiesta del procuratore federale della Figc Palazzi e i legali della Juventus, Briamonte e Chiappero, hanno subito chiesto la ricusazione (sostituzione di un giudice per presunta imparzialità) appellandosi ad un richiamo della Corte Costituzionale del 1992 nella quale si evince l’impossibilità di un giudice che abbia già rigettato una richiesta di pena di giudicare nuovamente.

    Antonio Conte| © GABRIEL BOUYS/AFP/GettyImages

    Rigettate anche le richieste degli altri tesserati, nell’ordine Giorgio D’Urbano (preparatore atletico Siena), Marco Savorani (preparatore dei portieri del Siena), Mirko Poloni , Angelo Alessio e Dario Passoni, per le quali successivamente i legali avevano chiesto lo stralcio. Accolti invece i patteggiamenti di Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni, i super-pentiti di questo filone dell’inchiesta sul Calcioscommesse: il primo dovrà scontare 4 mesi di squalifica mentre l’ex Cremonese avrà una pena di 3 mesi. Per il Torino e il Varese confermato il punto di penalizzazioneche le due squadre dovranno scontare nei rispettivi campionati, mentre per il Siena stessa sorte del suo ex allenatore (respinto il -5 in classifica e i 40 mila euro d’ammenda).

    La richiesta di ricusazione da parte dei legali della Juventus è stata bocciata per cui si attende la riformulazione di nuove istanze di patteggiamento da parte di Palazzi da proporre alla Disciplinare. Si parla di 4 mesi e 100 mila euro di ammenda per Conte, 6 punti di penalizzazione e 20 mila euro di multa al Siena più altri 80 mila euro per l’inoltrarsi del procedimento, -1 all’AlbinoLeffe e 30 mila euro d’ammenda, 6 mesi per Poloni, 6 mesi e 15 giorni per Passoni, 5 mesi e 10 giorni per Savorani così come per D’Urbano. Oltre a quelli di Carobbio e Gervasoni, sono stati accolti i patteggiamenti di Da Costa (3 mesi e 30 mila euro), Faggiano (4 mesi inibizione),  Larrondo (mesi 3 e 20 giorni 30mila euro), Sala (2 anni), Stellini (2 anni e 50mila euro). La Commissione proprio in questi minuti si è ritirata in camera di consiglio per valutare le nuove proposte del procuratore federale Stefano Palazzi, ma non sembra esserci al momento un accordo per un nuovo patteggiamento per Conte e il suo vice Angelo Alessio.