Autore: Black Mamba

  • Nba, Cadono i Bulls di Belinelli, il derby di New York ai Nets

    Nba, Cadono i Bulls di Belinelli, il derby di New York ai Nets

    Colpo a sorpresa dei Milwaukee Bucks che escono vittoriosi dallo United Center di Chicago contro i Bulls di Marco Belinelli. La guardia azzurra è rimasta in panchina per tutta la durata del match, assistendo alla sconfitta di misura dei suoi che così incassano il settimo risultato negativo in stagione. I “tori” nell’arco della gara hanno toccato il +27 ma hanno clamorosamente buttato al vento una vittoria che era solo da gestire: non è bastato un superbo Rip Hamilton che ha totalizzato 30 punti per archiviare una gara che almeno sulla carta non rappresentava un grosso pericolo, ma la reazione d’orgoglio dei Bucks è stata encomiabile. Mentre il match si avviava verso una facile vittoria per Chicago, ecco che dalla panchina rossoverde spuntano le giocate di Udrih che con Ilyasova è stato il vero artefice della rimonta: il tutto merito della coraggiosa mossa di Skiles, che ha richiamato in panchina gli spenti Jennings ed Ellis per dare spazio proprio a chi ha deciso il match a favore di Milwaukee. Dunleavy firma il pari e i Bucks passano addirittura in vantaggio, e allo scadere c’è ancora tempo per il mancato canestro di Hamilton che centra il ferro e chiude le ostilità.

    Perdono anche i Nuggets con un Danilo Gallinari acciaccato ma comunque autore di una buona prova con 12 punti all’attivo. La franchigia del Colorado chiude in vantaggio il primo tempo per poi subire la rimonta dei padroni di casa, trascinati da un Al Jefferson in stato di grazia, il quale chiude la serata con 28 punti decisivi per la vittoria dei suoi. L’equilibrio del match viene spezzato quando Andre Iguodala s’innervosisce e viene espulso per due falli tecnici lasciando così i suoi compagni in balia degli avversari. Finisce 105-103 per i Jazz che ringraziano i Nuggets per il pessimo possesso finale dettato dalla poca lucidità per trovare la conclusione del possibile sorpasso o quantomeno del pareggio che avrebbe permesso a Denver di prolungare la partita all’overtime.

    Kevin Durant
    Kevin Durant | © Jonathan Daniel/Getty Images

    Vince fin troppo facile Oklahoma City che impiega un tempo per sbarazzarsi dei Charlotte Bobcats. Kevin Durant segna 18 punti per poi accomodarsi in panchina e lasciare la scena ai suoi compagni che amministrano il vantaggio andando a centrare un buon risultato contro una squadra in forma ma evidentemente in serata no. Si esaltano Thabeet, autore di 13 punti e 10 rimbalzi, Thabo Sefolosha (14 punti) e Reggie Jackson (3 bombe su 3 messe a segno per lui), oltre al solito Westrbook che già nel primo tempo aveva collezionato la sua doppia doppia da 12 punti e 11 assist. Bobcats totalmente inesistenti e inguardabili, con il solo Jeff Taylor in doppia cifra, incassano la peggiore sconfitta della loro storia.

    L’atteso derby di New York, rimandato dopo l’uragano che ha colpito la città poche settimane fa, va ai Brooklyn Nets all’overtime. I Knicks dopo le brillanti prestazioni di inizio stagione, spariscono dal match contro i Nets, eccezion fatta per i soliti Anthony e Chandler, autori di una partita formidabile ma mal assistiti da tutti i loro compagni: Melo mette a segno 35 punti con 13 rimbalzi, il centro ex Hornets (quasi perfetto con un 12/13 dal campo), ne segna 28 aggiungendo 10 rimbalzi al suo tabellino personale. In vantaggio a pochi minuti dalla fine, i Knicks si fanno rimontare da Brooklyn con un parziale di 8-0 firmato Brooke Lopez che rimanda il verdetto all’overtime, dove Joe Johnson e Jerry Stackhouse firmano il definitivo allungo e la vittoria dei Nets per 96-89. Record uguale per entrambe (9-4), le due franchigie promettono scintille per il prosieguo del campionato, candidandosi come vere mine vaganti della lega anche nella post season.

    RISULTATI NBA 26 NOV 2012

    Brooklyn Nets – New York Knicks 96-89 (overtime)
    Bro: Lopez 22, Wallace 16, Williams 16
    NY: Anthony 35, Chandler 28, Felton 8

    Washington Wizards – San Antonio Spurs 92-118
    Was: Crawford 19, Seraphin 18, Webster 16
    SA: Diaw 16, Parker 15, Splitter 15

    Detroit Pistons – Portland Trail Blazers 108-101
    Det: Knight 26, Monroe 20, Singler 16
    Por: Aldridge 32, Matthews 19, Lillard 12, Barton 12

    Chicago Bulls – Milwaukee Bucks 92-93
    Chi: Hamilton 30, Boozer 19, Hinrich 17
    Mil: Ilyasova 18, Henson 11, Udrih 11, Udoh 11

    Memphis Grizzlies – Cleveland Cavaliers 84-78
    Mem: Gasol 19, Randolph 19, Gay 15
    Cle: Varejao 15, Waiters 15, Gibson 11

    Oklahoma City Thunder – Charlotte Bobcats 114-69
    Okl: Durant 18, Sefolosha 14, Thabeet 13
    Cha: Taylor 10, Mullens 9, Gordon 9, Williams 9

    Utah Jazz – Denver Nuggets 105-103
    Uta: Jefferson 28, Favors 19, Tinsley 15
    Den: Faried 21, Lawson 16, Gallinari 12, Brewer 12

    Los Angeles Clippers – New Orleans Hornets 98-105
    Cli: Butler 33, Paul 20, Green 10, Crawford 10
    NO: Vasquez 25, Anderson 17, Smith 17

  • Le pagelle del GP del Brasile: Vettel Super, Alonso pure…

    Le pagelle del GP del Brasile: Vettel Super, Alonso pure…

    L’ultimo Gran Premio della stagione ha sancito la vittoria nel Mondiale di Sebastian Vettel che ha così ottenuto il terzo successo iridato a soli 25 anni. Niente da fare quindi per Fernando Alonso che nonostante una grande gara (ed un campionato eccezionale) finisce a ridosso del rivale nella classifica piloti permettendo comunque alla Ferrari di centrare il secondo posto nei Costruttori superando la McLaren, giunta terza sebbene si fosse dimostrata superiore per gran parte della stagione e, complice anche un pò di sfortuna, si è vista tagliare fuori dalla lotta iridata con Hamilton e Button spesso appiedati dalla monoposto inglese quando entrambi erano nelle prime posizioni in gara. Grande stagione per Kimi Raikkonen, giunto terzo in classifica alle spalle della coppia Vettel-Alonso, su una Lotus che più di questo non poteva davvero fare.

    Le Pagelle ultimo Gran Premio di F1

    Vettel 10: Sapeva di avere i riflettori addosso e di essere l’artefice del proprio destino. Parte quarto e viene sopravanzato dalle Ferrari di Massa e Alonso per poi ritrovarsi invischiato nel gruppone alla curva 4, dove Senna lo sperona senza tanti complimenti facendo saltare di gioia per un attimo i fan della Rossa. Non perde la calma dopo un tamponamento così beffardo e riparte dall’ultima posizione alla ricerca dell’impresa ringraziando chi sta più in alto di lui per non averlo messo definitivamente ko dopo l’impatto. Nonostante la sfortuna tira come un dannato risalendo in breve tempo fino alla settima posizione amministrando il vantaggio su Alonso distante 1 minuto dai tre di testa (Hamilton, Hulkenberg e Button), ma l’arrivo della pioggia, la sosta ai box troppo affrettata e la safety car fanno pensare che la dea bendata sia dalla parte del ferrarista: come se non bastasse Hulkenberg mette ko Hamilton dopo un testacoda e si becca il successivo drive through che relega lo spagnolo al terzo posto dietro Button e Massa. Il tedesco non demorde e con la vettura danneggiata fin dalle battute iniziali e con il problema di comunicazione ai box agguanta il sesto posto che significa terzo titolo mondiale consecutivo nel fiore della sua carriera. Chapeau.

    Alonso 9: Meriterebbe 10 per quanto fatto durante l’anno, sempre al top con una vettura nettamente inferiore rispetto a Red Bull e McLaren, meriterebbe 10 per la sua tenacia e la sua grinta, mai domo quando c’è da fare a sportellate o quando c’è il sogno da inseguire. Per Nando il sogno resta tale, l’impresa non è riuscita, ma non può davvero rimproverarsi nulla. Semmai da Maranello dovranno riflettere su come intervenire per consegnarli una macchina da titolo, perchè la F2012 non si è mai dimostrata tale, all’altezza delle avversarie. Il vero punto debole sono state le qualifiche, dove la Rossa spesso accusava ritardi importanti dalle scuderie di testa, ma puntualmente lo spagnolo in gara limitava i danni di una qualifica disastrosa. Chissà come sarebbe anadata se la Ferrari fosse stata più prestante sul giro secco…

    Hamilton 8,5: In stagione è stato uno dei protagonisti assoluti ed è il pilota che ha vinto di più dopo Vettel, ma è stato tradito più volte dall’inaffidabilità della sua McLaren che ha compromesso la lotta verso il titolo. Forse è per questo che ha deciso di abbandonare il team di Woking, che lo ha cresciuto fin da bambino fino a farlo diventare il pilota formidabile di oggi. Avrebbe preferito chiudere con una vittoria per congedarsi al meglio dalla sua seconda famiglia, ma la sfortuna che lo tartassa da tempo ha voluto per lui l’ennesimo ritiro stagionale, causa collisione con Nico Hulkenberg finito in testacoda alla curva 1 finendo sulla sospensione sinistra dell’inglese che ancora una volta ha ottenuto uno zero in casella quando si ritrovava davanti a tutti in gara (vedi Singapore e Abu Dhabi). La sua nuova avventura in Mercedes dirà quante sono le possibilità per Lewis di ambire al titolo, visto che lascia una macchina super competitiva (seppur con qualche noia di troppo) per una che non ha mai espresso il suo potenziale. Che sia solo un arrivederci?

    Button 9: Chiude la stagione come l’aveva iniziata 8 mesi fa in Australia, ovvero con una vittoria, che simboleggia il nuovo corso McLaren, che separatasi da Hamilton punta tutto sul pilota 32enne per la lotta al titolo nella prossima stagione. Lui risponde presente, vincendo e convincendo, prestazione importante per lui che dal 2013 sarà il pilota di punta del team britannico e che cercherà di non far rimpiangere a Withmarsh e soci della scelta di affidare tutto nelle sue mani.

    Hulkenberg 7,5: La media perfetta tra il 10 della gara disputata e il 5 dell’errore che ha messo ko Hamilton e rovinato parzialmente la sua gara, anche se non è da trascurare la gara che ha condotto ad Interlagos comandata per larghi tratti meritatamente. Ha dimostrato di avere un ottimo feeling con il tracciato di San Paolo, dove nel 2010, in condizioni simili, ha ottenuto la prima pole in carriera quando era in Williams.

    Massa 9: Lo vedi pimpante come non mai a battagliare per le posizioni di testa, rinato dopo una stagione del tutto anonima, e quale migliore occasione, se non il circuito di casa, per dimostrare di non essere del tutto bollito? Il buon Felipe ringhia e spinge come un forsennato, spinto dal tifo del pubblico di casa, si ritrova in seconda posizione che mestamente lascia al compagno in cerca dei punti necessari a scavalcare Vettel in classifica. Nelle ultime uscite è parso rigenerato, il rinnovo contrattuale gli ha certamente giovato e sta dimostrando alla Ferrari di essersi guadagnato la riconferma.

    Webber 5: Una gara senza acuti per l’australiano, a cui non riesce nemmeno il compito di tenere a bada i due ferraristi. Viene toccato anche lui come il suo compagno, per il resto solito compitino di portare la macchina al traguardo.

    Raikkonen 7: Dopo la vittoria nell’ultimo Gp di Abu Dhabi sembra essere appagato e non incide come al solito. Il finlandese è stato comunque protagonista di un Mondiale superlativo, arrivato terzo con una Lotus sorprendente dopo due anni lontani dal mondo della Formula 1, e poco importa se nell’ultima gara, finito in una via di fuga dopo un’uscita di pista, si ritrova la strada sbarrata dal cancello del circuito perdendo così secondi preziosi per la conquista di piazzamenti migliori in gara: la sua stagione è da 10 e speriamo di poterlo rivedere agguerrito come quest’anno nonostante a marzo dell’anno prossimo compirà 34 primavere.

    Schumacher 10 alla carriera: Si ri-congeda dal circus, questa volta senza lasciare il segno, protagonista di un…anzi di 3 campionati disastrosi in Mercedes. Ci aspettavamo di vederlo ruggire contro i piloti della nuova generazione, ma nè lui nè la monoposto sono stati all’altezza della situazione, con desolanti ritiri dovuti per lo più a collisioni grottesche. Ci ha fatto comunque divertire il buon vecchio Schumi, onore alla sua carriera, speriamo di non assistere ad un suo ennesimo ripensamento che di certo non gli gioverà.
  • Nba,Toronto con un Bargnani da dimenticare, i Nuggets di Gallinari ok

    Nba,Toronto con un Bargnani da dimenticare, i Nuggets di Gallinari ok

    Nelle sei partite andate in scena nella notte in Nba troviamo la vittoria dei Denver Nuggets di Danilo Gallinari e la sconfitta dopo due tiratissimi overtime dei Toronto Raptors contro i San Antonio Spurs, con un Andrea Bargnani in ombra e davvero poco incisivo durante la gara. Vincono facile i Knicks contro Detroit, Philadelphia supera i Phoenix Suns, Brooklyn s’impone sui Portland Trail Blazers mentre Boston piega all’overtime gli Orlando Magic sul parquet della franchigia della Florida.

    Bargnani (4 punti per l’azzurro) spento ma i Raptors danno comunque del filo da torcere agli Spurs: sono stati necessari due overtime ai texani per avere la meglio all’Air Canada Center e vanificare una possibile impresa della squadra di casa trascinata dalle giocate di De Rozan e all’apporto offensivo  notevole del lituano Valanciunas, cui si è aggiunto un ottimo Kyle Lowry, che hanno confezionato 71 punti dei 106 totali della squadra canadese. Alla lunga cestisti del calibro di Tony Parker, Tim Duncan e Manu Ginobili sono capaci di risolvere le partite più complicate da soli, e nonostante i due tempi supplementari hanno trascinato la franchigia texana al successo. Anche per le tre stelle nero-argento 71 punti, ma il playmaker francese, fenomenale come sempre, ha spezzato l’equilibrio del match regalando l’undicesima vittoria stagionale agli Spurs.

    Passa senza non troppi problemi New York che si sbarazza dei Detroit Pistons grazie ad una grande prestazione di squadra ma soprattutto di Carmelo Anthony, top scorer di serata con 29 punti, e al solido contributo del ritornato Rasheed Wallace, autore di 15 punti, e ad una verve offensiva micidiale di Novak, autore di 18 punti con un 5/7 da 3 punti. Per i Pistons buona prova di Knight che ha totalizzato 21 punti, e di Charlie Villanueva (17 punti), ma è davvero poco per impensierire questi Knicks.

    Andrea Bargnani | © Ronald Martinez / Getty Images

    Vittoria a domicilio dei Nuggets contro gli Hornets: Gallinari mette a referto 9 punti ma la scena è tutta per Andre Iguodala, grande trascinatore della serata con 23 punti. Denver inanella così la quarta vittoria consecutiva senza troppe difficoltà, complice anche la grande difesa su Ryan Anderson, limitato a soli 16 punti tutti totalizzati nel primo tempo. New Orleans, orfana di Anthony Davis, cade ancora e subisce la settima sconfitta di fila.

    I Celtics passano all’overtime contro dei buoni Magic che dopo due vittorie consecutive si arrendono alla franchigia biancoverde. Strepitoso come al solito Rajon Rondo, autore di 15 punti e 16 assist, ben coadiuvato dall’ottimo apporto in fase realizzativa di Garnett e Pierce, autori rispettivamente di 24 e 23 punti. Ad Orlando non sono bastati i punti dei due playmaker Redick e Nelson, entrambi sopra i 20 punti, e del solito Glen Davis, che ha totalizzato 15 punti contro la sua ex-squadra.

    Brooklyn vola con Deron Williams e Joe Johnson, schianta i Blazers con un secco 98-85 e arriva a otto vittorie in campionato. I Nets, sempre padroni del match, seppur con qualche insidia, scappano via ad 8′ dal termine del match con un parziale di 15-4 che ha di fatto chiuso la gara. I Blazers senza Aldridge hanno comunque portato 5 uomini in doppia cifra, con un Wes Matthews in grande spolvero autore di 20 punti ma non sufficienti ad indirizzare l’incontro a favore dei suoi.

    Show di Jrue Holiday al Wells Fargo Center di Philadelphia: il playmaker 22enne ha sfoderato una prestazione monster nella vittoria dei suoi 76ers contro i Phoenix Suns per 104-101, nella quale ha totalizzato 33 punti e 13 assist, firmando il suo career-high e onorando alla grande il rinnovo contrattuale di 4 anni con la franchigia della Pennsylvania. Nonostante ciò i Suns sono rimasti in partita grazie alla prova di Beasley(21 punti) che ha fallito la tripla del possibile sorpasso a 2 secondi dalla fine permettendo a Philadelphia di portare a casa il risultato.

    Risultati NBA 25 Novembre

    Toronto Raptors – San Antonio Spurs 106-111 (2 overtime)
    Tor: De Rozan 29, Valanciunas 22, Lowry 20
    Sas: Parker 32, Duncan 26, Ginobili 15

    New York Knicks – Detroit Pistons 121-100
    NY: Anthony 29, Novak 18, Smith 15
    Det: Knight 21, Villanueva 17, Singler 16

    Brooklyn Nets – Portland Trail Blazers 98-85
    Bro: Johnson 21, Lopez 15, Williams 15
    Por: Matthews 20, Hickson 19, Lillard 13

    Philadelphia 76ers – Phoenix Suns 104-101
    Phi: Holiday 33, Turner 16, Allen 11
    Phx: Beasley 21, Gortat 18, Telfair 12

    Orlando Magic – Boston Celtics 110-116 (overtime)
    Orl: Redick 21, Nelson 20, Davis 15
    Bos: Garnett 24, Pierce 23, Rondo 15

    Denver Nuggets – New Orleans Hornets 102-84
    Den: Iguodala 23, Lawson 17, Faried 14
    NO: Roberts 17, Anderson 16, Lopez 14

  • Nba, Sconfitte per Belinelli e Bargnani, bene Gallinari

    Nba, Sconfitte per Belinelli e Bargnani, bene Gallinari

    Quattordici le sfide disputate nella notte Nba nelle quali spiccano le sconfitte dei Chicago Bulls di Marco Belinelli e dei Toronto Raptors di Andrea Bargnani piegati in trasferta dai Charlotte Bobcats, mentre Danilo Gallinari e i suoi Denver Nuggets hanno battuto Minnesota. Sconfitte per New York e Lakers, mentre San Antonio ha sconfitto i Boston Celtics al Garden e gli Oklahoma City hanno avuto la meglio all’overtime sui Los Angeles Clippers. Vittorie casalinghe per Atlanta, Phoenix, Orlando, Indiana, Golden State e Cleveland, mentre i campioni in carica dei Miami Heat hanno vinto a domicilio contro i Milwaukee Bucks.

    Gli Houston Rockets rialzano la testa e battono i Chicago Bulls al Toyota Center per 93-89. Marco Belinelli è sceso in campo per soli 5 minuti totalizzando una stoppata e nemmeno un punto all’attivo. E’ la terza sconfita di fila per i “tori” a cui non sono bastati i 21 punti dell’ottimo Nate Robinson e i 13 punti e 15 rimbalzi di Carlos Boozer: Houston, infatti, ha ottenuto una vittoria sofferta grazie ad una prova di sostanza di James Harden, 28 punti per lui, ben coadiuvato da Patterson e Parsons, autori rispettivamente di 20 e 18 punti, con quest’ultimo che ha arricchito la sua grande prestazione con 13 rimbalzi.

    Inciampa Toronto sconfitta di misura dai Bobcats per 98-97, nonostante un maestoso Andrea Bargnani, capace di mettere a referto 25 punti contro la franchigia del North Carolina. Ottimo anche il contributo di Kyle Lowry, autore di 21 punti e 8 assist, e del lituano Valanciunas che ha totalizzato 16 punti e 10 rimbalzi. Per Charlotte ben sette giocatori in doppia cifra nel tabellino dei punti, con i 19 messi ha segno da Kemba Walker e i 14 dell’ex Lakers Ramon Session, decisivo per l’inerzia del match a favore dei suoi con la tripla del sorpasso a 28 secondi dalla fine. Le quattro conclusioni sprecate da Toronto nell’ ultimo possesso della gara permettono a Charlotte di vincere la sesta partita in stagione, candidandosi come vera rivelazione del campionato.

    Va meglio a Denver e a Gallinari, unico italiano vittorioso nella notte, il quale ha messo a referto 19 punti (top scorer dei suoi) e 6 rimbalzi. Ottima prova anche per Ty Lawson e Andre Igoudala, entrambi autori di 18 punti che hanno contribuito alla vittoria dei Nuggets sul parquet di Minnesota, trascinata da uno strepitoso Kevin Love al rientro dopo l’infortunio che, malgrado i 34 punti conditi da 14 rimbalzi, non è riuscito ad impedire la sconfitta ai Timberwolves.

    Portland Trail Blazers v Phoenix Suns | © Christian Petersen / Getty Images

    Faticano più del previsto gli Oklahoma City Thunder con i sempre più temibili Clippers di Chris Paul. Kevin Durant e compagni hanno avuto ragione della franchigia californiana soltanto dopo un overtime, dopo una partita intensa e spettacolare nella quale Los Angeles è stata sempre ad inseguire fino a raggiungere i padroni di casa a 36 secondi dalla sirena finale. Dopo il pari nel tempo regolamentare, ci ha pensato l’Mvp della scorsa regular season a tagliare le gambe a Paul e compagni, siglando in totale 35 punti che hanno interrotto la striscia di vittorie dei Clippers dopo 6 risultati utili consecutivi. 23 punti per Blake Griffin, ala dei biancorossi ma nativo di Oklahoma City, che ha avuto un gran da fare contro l’atletismo eccezionale di Serge Ibaka, protagonista di una grande gara sia in difesa che in attacco, autore di 15 punti e 12 rimbalzi. Entrambe le squadre si candidano comunque per recitare un ruolo da protagonista nella Western Conference, che se per i Thunder non è una novità, essendo già una grande squadra e finalista Nba la scorsa stagione, per i Clippers è una bella realtà dopo anni di buio vissuti sempre all’ombra dell’altra più blasonata squadra di Los Angeles.

    Vittoria anche per gli Spurs di Parker e Duncan, che ritornano alla vittoria dopo il brusco ko contro i Clippers che ha fatto infuriare (e non poco) il coach dei nero-argento Greg Popovich, definendo i suoi giocatori “imbarazzanti”. La squadra texana ha sconfitto nettamente i Boston Celtics con una grande prestazione di squadra, con Splitter (23punti), Parker (26) e Duncan (20) autori di una prova maiuscola. Nonostante la sconfitta, i Celtics hanno sfoderato un ottima prova collettiva, con tutto il quintetto titolare finito in doppia cifra. Migliore dei suoi Rajon Rondo, che ha totalizzato ben 22 punti e 15 assist e protagonista di un duello emozionante contro un superbo Tony Parker che ha visto prevalere il playmaker francese.

    Brutta sconfitta per i Los Angeles Lakers e per Mike D’Antoni, sconfitti dai Sacramento Kings per 113-97, che la dice lunga sulla negativa prestazione dei gialloviola, eccezion fatta per Kobe Bryant, autore di 38 punti e come al solito fenomenale quando si carica la squadra sulle spalle.  Il Mamba si è arreso soltanto allo strappo decisivo dei Kings nell’ultimo quarto dopo che grazie alle sue conclusioni i Lakers avevano recuperato dapprima uno svantaggio di 11 punti in poco più di un minuto, e successivamente un parziale di 9-0 grazie alla prolificita di Marcus Thornton che era stata vanificata dalle prodezze del numero 24 gialloviola. A 3 minuti dal termine dal match Thornton spezza l’inerzia del match portando i suoi a +7 punti con Sacramento che poi dilaga nel finale grazie alla scarsa vena realizzativa degli avversari.

    I Riusltati NBA del 21 Novembre 2012

    Charlotte Bobcats – Toronto Raptors 98-97
    Cha: Walker 19, Session 14, Kidd-Gilchrist 14
    Tor: Bargnani 25, Lowry 21, Valanciunas 16

    Orlando Magic – Detroit Pistons 90-74
    Orl: Nicholson 15, Afflalo 12, Davis 11
    Det: Monroe 19, Stuckey 13, Prince 10

    Cleveland Cavaliers – Philadelphia 76ers 92-83
    Cle: Pargo 28, Waiters 16, Gee 14
    Phi: Holiday 16, Richardson 16, Young 13

    Indiana Pacers – New Orleans Hornets 115-107
    Ind: George 37, West 16, Hill 16
    NO: Lopez 21, Smith 18, Anderson 17

    Boston Celtics – San Antonio Spurs 100-112
    Bos: Rondo 22, Pierce 19, Bass 16
    Sas: Parker 26, Splitter 23, Duncan 20

    Atlanta Hawks – Washington Wizards 101-100
    Atl: Smith 25, Korver 16, Horford 15
    Was:  Seraphin 21, Price 14, Ariza 12

    Miami Heat – Milwaukee Bucks 113-106
    Mia:  James 28, Wade 28, Bosh 24
    Mil: Jennings 19, Henson 17, Dunleavy 16

    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Clippers 117-111
    Okl: Durant 35, Westbrook 23, Martin 20
    Cli: Griffin 23, Crawford 20, Barnes 19

    Houston Rockets – Chicago Bulls 93-89
    Hou: Harden 28, Patterson 20, Parsons 18
    Chi: Robinson 21, Deng 19, Boozer 13

    Minnesota Timberwolves – Denver Nuggets 94-101
    Min: Love 34, Barea 12, Pekovic 10
    Den: Gallinari 19, Igoudala 18, Lawson 18

    Dallas Mavericks – New York Knicks 114-111
    Dal: Mayo 27, Carter 25, Collison 19
    NY:  Anthony 23, Chandler 21, Felton 18

    Phoenix Suns – Portland Trail Blazers 114-87
    Phx: Gortat 22, Morris 19, O’Neal 17
    Por:  Lillard 24, Matthews 13, Batum 13

    Sacramento Kings – Los Angeles Lakers 113-97
    Sac: Thornton 23, Evans 18, Thompson 13
    Lak: Bryant 38, Meeks 15, World Peace 13

    Golden State Warriors – Brooklyn Nets 102-93
    GS: Curry 25, Thompson 23, Lee 20
    Bro: Lopex 22, Johnson 13, Blatche 11

  • Dentro o fuori Juventus-Chelsea le formazioni

    Dentro o fuori Juventus-Chelsea le formazioni

    Tutto in una notte: la Juventus si gioca l’accesso agli ottavi di Champions League contro il Chelsea questa sera alle 20:45 in un partita dove non bisognerà fare calcoli poichè l’unico risultato disponibile, che permetterebbe alla squadra di Antonio Conte di sperare nel passaggio del turno, è la vittoria. I bianconeri, reduci dal pareggio casalingo di sabato contro la Lazio nonostante una grandissima prestazione nella quale è mancato solo il gol, vogliono dimostrare di essere in un ottimo stato di forma e cercheranno di annullare il potenziale offensivo dei Blues che dispongono di trequartisti super come Mata, Oscar e Hazard. Il leit motiv della Juventus sarà attaccare fin dal primo minuto per scardinare la difesa londinese alla ricerca dei gol che permetterebbero a Buffon e compagni di ottenere una vittoria fondamentale per le sorti del gruppo E, ma allo stesso tempo sarà necessario difendersi ogniqualvolta  i temibili registi della fomrazione di Di Matteo proveranno ad andare a rete.

    Nella conferenza stampa di ieri l’allenatore in seconda Angelo Alessio ha predicato calma e concentrazione per un partita da dentro o fuori che molto probabilmente pregiudicherà gran parte della stagione: il passaggio del turno, oltre ad andare avanti nella competizione più prestigiosa d’Europa, porterebbe un ritorno economico essenziale per le finanze del club, e sul campo la Juventus vuole dimostrare che in Champions può ritagliarsi un ruolo importante, giocandosi una fetta di stagione proprio contro i detentori della trofeo.

    Mirko Vucinic
    Mirko Vucinic | © ADRIAN DENNIS / Getty Images

    Il dubbio amletico che afflige Conte in queste ore è se impiegare o meno Mirko Vucinic, reduce da una brutta influenza che lo ha reso indisponibile per due settimane saltando oltretutto le sfide contro Nordsjaelland, Pescara e Lazio. In caso di forfait il tecnico leccese opterà per l’utilizzo dal primo minuto della coppia Giovinco-Quagliarella, ma l’allenamento sostenuto ieri dal montenegrino fa pensare ad un suo impiego fin dalle battute iniziali. Per il resto squadra confermata con Buffon tra i pali, Barzagli, Bonucci e Chiellini sulla linea difensiva, il probabile ritorno di Lichtsteiner sulla corsia destra dopo le ultime uscite non certo convincenti, Vidal, Pirlo (assente contro la Lazio per squalifica), Marchisio e Asamoah sul lato sinistro, coppia d’attacco formata da Vucinic e Quagliarella. Fondamentale sarà l’approccio al match dei giocatori chiave della squadra bianconera, in primis Pirlo, a cui saranno affidate le chiavi del centrocampo, e gli inserimenti di Vidal e Marchisio, vero punto forte della Juve targata Conte.

    Nel Chelsea mancherà l’infortunato John Terry, assenza indubbiamente pesante nelle file degli inglesi, ma Di Matteo può contare sulla fisicità di Gary Cahill al fianco di David Luiz a protezione del portiere Cech. A destra ci sarà Ivanovic e a sinistra Ashley Cole, mentre i due mediani alle spalle dei tre trequartisti dei blues saranno Ramires e John Obi Mikel. Mata, Oscar e Hazard saranno a supporto dell’unica punta Fernando Torres, altro spauracchio per la difesa bianconera che dovrà limitare gli attacchi degli avversari non commettendo sbavature. Al Chelsea andranno bene 2 risultati su 3, alla Juventus serve solo vincere per ipotecare il passaggio del turno che dovrà comunque ottenere nell’ultima sfida di Donetsk contro lo Shaktar.

    JUVENTUS-CHELSEA  PROBABILI FORMAZIONI

    Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Vucinic, Quagliarella.
    A disp.: Storari, Lucio, Caceres, Giaccherini, Pogba, Giovinco, Matri.

    Chelsea (4-2-3-1): Cech; Ivanovic, Cahill, David Luiz, Cole; Ramires, Mikel; Mata, Oscar, Hazard; Torres.
    A disp.: Turnbull, Azpilicueta, Marin, Romeu, Bertrand, Sturridge, Moses.

  • Nba, Gallinari trascina i Nuggets, i Rockets perdono ancora

    Nba, Gallinari trascina i Nuggets, i Rockets perdono ancora

    La notte Nba ha riservato alcune sorprese per quanto riguarda le partite disputatesi oltreoceano. I Memphis Grizzlies, finora la squadra con il miglior record della lega, sono stati sconfitti sul parquet di casa dai Denver Nuggets di Danilo Gallinari, assoluto protagonista della serata che con 26 punti messi a segno ha permesso alla franchigia del Colorado di battere una squadra molto forte e organizzata. Non basta ai Grizzlies l’ottima prova dei suoi giocatori per evitare il secondo ko stagionale, in una partita in totale equilibrio fino alla fine dove si è messo in evidenza il solito Rudy Gay con 22 punti e Zach Randolph con la doppia doppia da 12 punti e 13 rimbalzi.

    Gli Spurs cadono contro i Clippers per la seconda volta in stagione, trascinati da Chris Paul e Blake Griffin vogliosi di rivincita dopo l’eliminazione subita proprio da parte dei texani nei playoff della scorsa stagione. Per San Antonio è un vero campanello d’allarme, in quanto due delle tre sconfitte stagionali sono arrivate ad opera della franchigia losangelina che può contare in un roster giovane e fresco a differenza degli “speroni” di cui l’età media è una delle più vecchie in Nba e questo potrebbe comportare il cammino verso il titolo della squadra capitanata dal solito Tim Duncan, sempre positivo e realizzatore di 20 punti a cui ha aggiunto 14 rimbalzi, e da Tony Parker, un po’ evanescente la scorsa notte. Paul migliore realizzatore dei Clippers con 19 punti messi a referto, ben coadiuvato dai compagni, soprattutto da un Matt Barnes efficace autore di 14 punti e 9 rimbalzi partito dalla panchina.

    Pronto riscatto per gli Indiana Pacers contro i Washington Wizards dopo il ko subito la scorsa notte per mano dei New York Knicks. Superlativa la prestazione di David West autore di 30 punti a cui si è aggiunta quella di un ottimo Roy Hibbert il quale ha messo a referto 20 punti e 12 rimbalzi e 4 stoppate. Per Washington, peggior squadra della lega e ancora a secco di vittorie, è degna di nota la gara di Bradley Beal autore di 18 punti. Per i Wizards, privi comunque della loro stella John Wall, sarà difficile accedere ai playoff.

    Gallinari
    Gallinari | © Christian Petersen / Getty Images

    Vittoria sofferta per i Charlotte Bobcats di Michael Jordan sui Milwaukee Bucks, cui non è bastata la grande prestazione di Monta Ellis autore di ben 31 punti e 5 assist. Per la squadra del North Carolina si è messo in evidenza Ramon Session, partito come sesto uomo nello scacchiere delle “linci” e top scorer dei suoi con 23 punti messi a segno. Eccezionale nel quarto quarto in cui ha segnato 9 punti decisivi per incanalare le sorti del match a favore dei suoi.

    Continua la striscia positiva degli Hawks che nella notte hanno battuto gli Orlando Magic sempre più in crisi in questa stagione dopo l’addio di Dwight Howard in estate finito ai Lakers. Per aver ragione della franchigia della Florida, ad Atlanta è bastata la buona prova di Al Horford che ha sfiorato la doppia doppia fermatosi comunque a 15 punti e 9 rimblazi. I Magic segnano poco e l’unico che riesce a finire in doppia cifra sulla casella dei punti è Glen Davis, il quale ha totalizzato 11 punti.

    Golden State rialza la testa dopo la sconfitta contro gli Oklahoma City Thunder e all’over-time supera Dallas all’American Airlines Center. Partita sempre in costante equilibrio nonostante un mini parziale dei Warriors che hanno toccato addirittura il +9 ma raggiunti per ben due volte dalle triple di OJ Mayo. Darren Collison firma il pari che prolunga il match di altri 5 minuti ma alla fine grazie al solito Stephen Curry portano a casa la vittoria per 105-101, nella quale sono stati determinanti anche David Lee (17 punti e 19 rimblazi per lui) ed Harrison Barnes, anche quest’ultimo in doppia doppia con 20 punti e 12 rimbalzi.

    All’Energy Solution Arena gli Utah Jazz hanno sconfitto i Rockets sempre più in crisi dopo la striscia negativa di risultati che li ha visti protagonisti. Houston, con un Harden a mezzo servizio causa febbre, ha inciso poco sul match, trovandosi sotto di 23 punti verso la  fine del secondo quarto. Il timido tentativo di rimonta non ha impensierito però gli Jazz che hanno amministrato e controllato la gara rifilando così alla squadra texana la settima sconfitta nelle ultime 9 partite. Per Harden solo 6 punti in 17 minuti di gioco, i cinque giocatori in doppia cifra dei Rockets non sono bastati ad interrompere la deludente striscia di sconfitte.

    RISULTATI NBA 19 NOV 2012

    Washington Wizards – Indiana Pacers 89-96
    Was: Beal 18, Seraphin 13, Crawford 11
    Ind: West 30, Hibbert 20, Hill 12

    Charlotte Bobcats – Milwaukee Bucks 102-98
    Cha: Sessions 23, Mullens 19, Walker 19
    Mil: Ellis 31, Dunleavy 16, Jennings 10

    Atlanta Hawks – Orlando Magic 81-72
    Atl: Horford 15, Williams 14, Johnson 9
    Orl: Davis 11, Nelson 8, Moore 8, McRoberts 8, Harkless 8

    Memphis Grizzlies – Denver Nuggets 92-97
    Mem: Gay 22, Gasol 16, Randolph 12
    Den: Gallinari 26, McGee 15, Faried 13

    Dallas Mavericks – Golden State Warriors 101-105 (overtime)
    Dal: Mayo 27, Kaman 18, Murphy 12
    GS: Curry 31, Barnes 20, Lee 17

    San Antonio Spurs – Los Angeles Clippers 87-92
    SA: Duncan 20, Ginobili 15, Parker 11
    Cli: Paul 19, Griffin 16, Barnes 14

    Utah Jazz – Houston Rockets 102-91
    Uta: Hayward 15, Jefferson 14, Foye 14
    Hou: Patterson 19, Lin 13, Jones 12, Morris 12

  • Fernando Alonso vince se…

    Fernando Alonso vince se…

    Proprio come nel 2010, il Mondiale piloti di F1 si deciderà all’ultimo Gran Premio in programma domenica prossima in Brasile. La vittoria ottenuta da Lewis Hamilton negli Stati Uniti tiene ancora aperti i giochi tra Sebastian Vettel e Fernando Alonso, arrivati subito dietro al pilota della McLaren durante il Gp di Austin.

    Se in passato abbiamo assistito ad accessissimi duelli tra il pilota inglese e lo spagnolo della Ferrari, oltretutto compagni di squadra in McLaren nella travagliata stagione che portò Raikkonen a trionfare con la Rossa approfittando delle scaramucce tra i due, ieri Nando ha trovato in Lewis il miglior alleato per tenere vivo il discorso Mondiale, cosa che sarebbe stata ben difficile se il tedesco della Red Bull avesse conquistato l’intera posta in palio allungando in classifica e portandosi a 20 punti di vantaggio alla vigilia dell’ultima gara della stagione.

    Alonso ha così  il 25% di possibilità di scavalcare Vettel in classifica proprio all’ultima gara come fece Seb nel 2010 ad Abu Dhabi approfittando della terribile strategia adottata dalla Ferrari, intenti a fare la gara su Webber (in testa al Mondiale), snobbando di fatto Vettel che si laureò Campione del Mondo. Allo spagnolo servirà vincere e sperare che Vettel arrivi non oltre il sesto posto, ma in caso di clamorosa uscita di scena dal Gp del pilota della Red Bull potrebbe addirittura bastare il terzo posto per trionfare nel Mondiale. Un’ulteriore chance di vittoria per Fernando Alonso sarebbe quella di arrivare in seconda posizione e sperare che Vettel arrivi almeno ottavo; se si verificasse almeno una di queste probabilità, sarebbe la vittoria più bella in carriera perchè insperata per il pilota asturiano che è arrivato a giocarsi ancora una volta il Mondiale all’ultimo Gran Premio sebbene ad inizio stagione questo potesse considerarsi una vera e propria utopia.

    Fernando Alonso
    Fernando Alonso | © Fernando Alonso / Getty Images

    In casa Ferrari tutti credono nel ribaltone finale, a partire dal Presidente Montezemolo che si mostra fiducioso per un possibile esito a favore di Alonso, per finire proprio con lo stesso pilota spagnolo, che in cuor suo sente di aver più del 25% di possibilità che la matematica attualmente gli offre: determinante saranno le posizioni in griglia sul circuito brasiliano, che da sempre è un tracciato  favorevole alla scuderia di Maranello, in più Alonso può contare sull’apporto del ritrovato Felipe Massa (autore di un’ottima prestazione ieri in Texas) che ad Interlagos ha sempre offerto le migliori prestazioni e che può giocare un ruolo determinante nella lotta al titolo del suo compagno di squadra. Fondamentali saranno anche le previsioni meteo che potrebbero rivelarsi una variabile impazzita proprio nell’ultimo weekend della stagione. La superiorità della Red Bull potrebbe così essere vanificata da una possibile gara sul bagnato che potrebbe favorire la Ferrari e stravolgere le carte in tavola; proprio Alonso spera nella pioggia come ulteriore alleato nella conquista del Mondiale, ma almeno fino a venerdì le previsioni saranno un grosso punto interrogativo. Un altro fattore che potrebbe risultare decisivo in chiave campionato è l’affidabilità delle “lattine volanti” non proprio ottimale nelle ultime uscite: ne sa qualcosa Webber che è stato costretto al ritiro durante la gara di ieri, ma anche lo stesso Vettel ha “testato” le noie che da qualche Gp affliggono le monoposto della scuderia Campione del Mondo, ritrovatosi in fondo alla griglia nella gara di Abu Dhabi dopo il problema accusato nelle qualifiche.

    Indipendentemente dal risultato che otterrà Fernando Alonso, a Vettel basterà un quarto posto per laurearsi per la terza volta consecutiva Campione del Mondo di F1. Invece allo spagnolo servirà un’impresa e tanta fortuna, ma i colpi di scena in questo sport sono sempre dietro l’angolo.

    Riepilogando, Fernando Alonso vince se:

    – Vince e Vettel arriva quinto o peggio
    – Arriva secondo e Vettel chiude ottavo o peggio
    – Arriva terzo e Vettel chiude decimo o peggio

  • Nba, vittorie importanti per Lakers e Thunder, cadono i Boston Celtics

    Nba, vittorie importanti per Lakers e Thunder, cadono i Boston Celtics

    Otto le gare disputate nella notte in Nba nelle quali spiccano le vittorie convincenti di Lakers e Thunder trascinati dai rispettivi leader, Kobe Bryant e Kevin Durant, che hanno realizzato un tripla doppia decisiva ai fini del risultato rispettivamente contro Houston e Golden State.

    Allo Staples Center i Los Angeles Lakers hanno liquidato i giovani Rockets con un secco 119-108. Grande protagonista del match il solito Kobe Bryant, sebbene non al meglio della forma fisica, il quale è stato autore di una prova super condita da una tripla doppia da 22 punti, 11 rimbalzi e 11 assist. Ottima la prova di tutto il quintetto gialloviola finito in doppia cifra guidati dal top scorer di serata Dwight Howard autore di 28 punti e 13 rimblazi, ma importante è stato anche l’apporto di Pau Gasol (17 punti), World Peace (15) e della giovane guardia Darius Morris, chiamata a sostituire l’infortunato Steve Nash, autore di 12 punti e 5 assist.
    Nei Rockets non bastano le buone prestazioni della stella James Harden, 20 punti per lui ma 7/18 dal campo, e di Chandler Parsons, che ha messo a segno 24 punti. Sottotono Jeremy Lin che ha chiuso la serata con 5 punti e 10 assist; Houston è così in calo dopo un positivo avvio di stagione trascinata da un sontuoso Harden ma sta dimostrando di avere inesperienza nel roster che potrebbe compromettere l’accesso ai playoff della squadra texana.

    Per la prima volta in carriera Kevin Durant mette a segno una tripla doppia, fermando il tabellino personale a 25 punti, 13 rimbalzi e 10 assist. La stella degli Oklahoma City Thunder continua a macinare prestazioni superlative contribuendo a segnare ma soprattutto a far segnare anche i suoi compagni, tra questi Westbrook (miglior realizzatore della serata con 30 punti) e Martin (23 punti per l’ex Rockets), che hanno beneficiato degli assist messi a referto dal numero 35. Nelle file dei Warriors si salvano solo Stephen Curry con 22 punti all’attivo e il merito di aver tenuto in gara gli ospiti fino a metà dell’ultimo quarto prima che Martin e Ibaka chiudessero i giochi, e David Lee autore di una doppia doppia da 19 punti e 10 rimbalzi.

    Rajon Rondo – Boston Celtics | © Jared Wickerham/Getty Images

    Brutta caduta invece dei Boston Celtics sul parquet dei Detroit Pistons guidati da un ottimo Greg Monroe, autore di 20 punti. Ai Celtics non basta Rajon Rondo, autore di 12 punti e 10 assist, per avere la meglio al Palace of Auburn Hills, poichè i Pistons hanno concesso un misero 4/17 da tre alla squadra biancoverde, ottenendo una schiacciante vittoria dopo che la partita è stata in costante equilibrio per tre quarti di gara. Unica nota positiva della serata dei Celtics la striscia di Rondo che è alla 34esima gara in cui realizza almeno 10 assist e che potrebbe raggiungere il record di Magic Johnson fermo a 46 doppie consecutive.

    Vincono i Portland Trail Blazers contro i Chicago Bulls ancora orfani di Derrick Rose, grazie al solito Nicholas Batum che ha messo a segno 21 punti così come Wes Matthews, e all’importante apporto in fase realizzativa e difensiva di LaMarcus Aldridge, il quale ha chiuso la serata con 18 punti e 13 rimbalzi. Nei Bulls 5 giocatori in doppia cifra e un ottimo Nate Robinson con 18 punti che ha tentato invano di invertire la rotta del match a favore di Chicago dopo il +12 messo a segno da Batum a metà del quarto quarto, ma è arrivata la seconda sconfitta consecutiva dopo il ko in casa dei Clippers. Per Belinelli soltanto 2 punti messi a segno dalla lunetta in 19 minuti di gioco.

    Vittoria anche per i Toronto Raptors di Andrea Bargani che con i suoi 17 punti ha contribuito alla vittoria dei canadesi sugli Orlando Magic. Il Mago è stato protagonista di una buona prestazione nella quale ha messo a referto anche 5 rimbalzi e 2 stoppate, ma il migliore è stato senza dubbio DeRozan autore di 20 punti e 9 rimblazi. Da segnalare la grande prestazione di Calderon, autore di ben 18 assist ieri al Air Canada Center. Ai Magic non è bastata la doppia doppia di Glen Davis con 16 punti e 12 rimbalzi.

    I Brooklyn Nets, alla loro quinta vittoria di fila, hanno superato Sacramento nella trasferta californiana della quale è stato protagonista Blatche che con i suoi 22 punti ha permesso agli ex New Jersey Nets di avere la meglio sui Kings. Decisivo come sempre anche l’apporto di Deron Williams, autore di 14 punti e 10 assist, oltre che di 5 rimbalzi. Ancora una sconfitta per Sacaramento al quale non è bastata la grande prestazione di DeMarcus Cousins, autore di 29 punti e 7 rimbalzi.

    Netta vittoria, seppur non brillante, per i New York Knicks sugli Indiana Pacers. La franchigia blu-arancio voleva riscattare la sconfitta di Memphis, la prima in stagione, e ci è riuscita grazie al solito Carmelo Anthony, 26 punti per lui e al contributo difensivo di Tyson Chandler e di tutta la squadra, che ha costretto i Pacers ad un pessimo 3/16 dal campo. Per i gialloblu si salvano soltanto Paul George con 20 punti all’attivo e David West, autore di 14 punti.

    A Philadelphia i Sixers hanno battuto i Cleveland Cavaliers 86-79. Una vittoria ottenuto soltanto nelle battute conclusive del match grazie al parziale di 13-8 che ha permesso a Philadelphia di gestire un vantaggio di 9 punti ottenuto a pochi minuti dal termine. Ottimo l’apporto nella gara di Holiday, Young e Turner, con quest’ultimo che ha spezzato l’equilibrio e ha condannato i Cavs alla sesta sconfitta di fila, nonostante le buone prestazioni di Anderson Varejao (alla quinta doppia doppia in stagione) e di Tristan Thompson (14 punti per lui).

     

    RISULTATI NBA 18 nov 2012

    New York Knicks – Indiana Pacers 88-76
    NY: Anthony 26, Smith 13, Felton 11
    Ind: George 20, West 14, Hill 7

    Toronto Raptors – Orlando Magic 97-86
    Tor: DeRozan 20, Bargnani 17, Johnson 15
    Orl: Davis 16, Moore 16, Afflalo 15

    Philadelphia 76ers – Cleveland Cavaliers 86-79
    Phi: Turner 19, Holiday 14, Hawes 14
    Cle: Gee 17, Thompson 14, Varejao 14

    Sacramento Kings – Brooklyn Nets 90-99
    Sac: Cousins 29, Evans 21, Thornton 12
    Bro: Blatche 22, Williams 14, Brooks 14

    Oklahoma City Thunder – Golden State Warriors 119-109
    Okc:  Westbrook 30, Durant 25, Martin 23
    Gsw: Curry 22, Lee 19, Landry 14

    Detroit Pistons – Boston Celtics 103-83
    Det: Monroe 20, Maxiell 15, Stuckey 14
    Bos: Sullinger 16, Garnett 15, Pierce 13

    Portland Trail Blazers – Chicago Bulls 102-94
    Por: Batum 21, Matthews 21, Aldridge 18
    Chi: Robinson 18, Noah 16, Hamilton 15

    Los Angeles Lakers – Houston Rockets 119-108
    Lak: Howard 28, Bryant 22, Gasol 17
    Hou: Parsons 24, Harden 20, Patterson 14

     

  • Vettel vola nelle libere in Texas

    Vettel vola nelle libere in Texas

    Sebastian Vettel ha dominato le due sessioni di prove libere del venerdì sul Circuito delle Americhe in programma ad Austin: il pilota della Red Bull è stato formidabile alla guida della sua monoposto segnando il tempo di 1:37:718, distaccando i rivali di quasi un secondo. Già nelle prime libere Vettel aveva fatto capire di voler fare sul serio liquidando i colleghi in poco più di un’ora rifilando a Lewis Hamilton, che aveva ottenuto temporaneamente il secondo tempo, ben un secondo e mezzo, un divario impressionante se si pensa che si sta girando su un circiuto totalmente nuovo e sconosciuto ai piloti.

    Sebastian Vettel © Clive Mason/Getty Images Sport

    Subito dietro Vettel troviamo Mark Webber, compagno di box del tedesco, con oltre sette decimi di ritardo, che precede per soli otto millesimi l’altro contendente al titolo iridato Fernando Alonso, che sin dalle prime libere ha accusato un netto ritardo nei confronti del pilota campione del mondo in carica. Ad un secondo di distacco troviamo le due McLaren di Hamilton e Jenson Button, rispetttivamente in quarta e quinta posizione, nonostante il pilota caraibico sia stato per buona parte della sessione al comando con il miglior tempo, stracciato in seguito da un Vettel in stato di grazia al quale è bastato un giro ad alta prestazione per sbalordire le scuderie avversarie, in particolare la Ferrari che sperava in una situazione più favorevole su un tracciato che sembrava si potesse adattare bene alle caratteristiche della F2012.

    Sesto tempo per l’altra Rossa di Felipe Massa il quale non è riuscito a scendere sotto il muro del 1:39 accusando cosi un ritardo di un secondo e tre decimi, precedendo Nico Rosberg su Mercedes, un ottimo Bruno Senna con la Williams, la Sauber di Kamui Kobayashi e l’altra Mercedes di Michael Schumacher, distaccato di quasi due secondi e mezzo dal leader della classifica. Più indietro le Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, che hanno ottenuto l’undicesimo e il tredicesimo tempo di giornata, male le Force India di Di Resta e Nico Hulkenberg, attardate rispetto al gruppo delle posizioni di testa, piazzatisi rispettivamente in diciassettesima e diciottesima posizione.

  • Il duello Vettel – Alonso è a 600 Km dal verdetto

    Il duello Vettel – Alonso è a 600 Km dal verdetto

    Siamo al rush finale: si decide tutto negli ultimi due Gran Premi della stagione che avranno luogo negli Stati Uniti nel nuovissimo circuito di Austin, in Texas, questo week end, e la settimana successiva ad Interlagos in Brasile. I contendenti sono sempre loro due, Sebastian Vettel e Fernando Alonso, distaccati soltanto 10 punti che in chiave campionato significano che i giochi sono tutt’altro che chiusi, sebbene ogni minimo errore commesso da uno dei due può far pendere l’ago della bilancia a favore dell’altro.

    Psicologicamente il più avvantaggiato è il pilota della Red Bull leader della classifica, che dispone di una macchina super competitiva nonostante le noie avute nell’ultimo Gp di Abu Dhabi, che ha costretto lo stesso Vettel a partire in fondo al gruppo dopo una qualifica travagliata nella quale aveva comunque ottenuto il terzo tempo dietro a Lewis Hamilton, pole-man della gara in Medio Oriente, e al compagno di scuderia Mark Webber. La rimonta effettuata dal pilota Campione del Mondo in carica ha mostrato come la Red Bull sia nettamente superiore a qualsiasi macchina, e questo potrebbe significare molto in gara, sebbene l’incognita di un circuito sconosciuto ai piloti, in quanto nuovo, potrebbe mischiare le carte in tavola. Il divario tra le due monoposto potrebbe essere così annullato da questo fattore, cosa che ha spinto Red Bull e Ferrari a lavorare molto sugli aggiornamenti sulle monoposto, nella speranza di trovare il giusto setup per concludere al meglio il finale di stagione.

    Vettel e Alonso
    Vettel e Alonso per un posto da Campione | © PRAKASH SINGH/AFP/Getty Images

    In casa Ferrari si è lavorato molto sull’aerodinamica ad Idiada, in Spagna, grazie ai test effettuati dal collaudatore Jules Bianchi, ma a quanto pare i risultati di questo ultimo test in vista del Gran Premio delle Americhe non sono stati soddisfacenti, cosa che mette un po’ in apprensione Alonso e i fan della Rossa. Nonostante ciò il pilota spagnolo sembra molto sicuro di poter battagliare fino all’ultimo respiro con il rivale tedesco, forte della sua costanza nell’arco della stagione che lo ha relegato come vero avversario di Vettel e del team anglo-austriaco. In tutti i Gp finora disputati Alonso ha sempre dato il meglio di sé, facendo ricredere chi non aveva riposto molte speranze nella Rossa ad inizio stagione; questo grazie ad un’impressionante tenacia mostrata dal pilota di Oviedo, sempre al top della forma e protagonista di prestazioni esaltanti nonostante abbia avuto una macchina tutto sommato inferiore rispetto alla Red Bull e alla McLaren per gran parte della stagione, ma anche ad un pizzico di fortuna che lo ha aiutato in diverse situazioni permettendogli di rosicchiare punti importanti ai piloti rivali. Se è vero che gli episodi alla fine dell’anno si bilanciano, ecco che Nando, sempre a punti nella prima parte della stagione, nella fase cruciale del campionato si è visto per ben due volte concludere la gara con uno zero nella casella dei punti dovuto a due collisioni, la prima alla partenza del Gran Premio del Belgio, durante il quale è stato tamponato da Romain Grosjean che ne ha messo a rischio l’incolumità, e la seconda, sempre alla partenza, nel Gran Premio del Giappone, dove un contatto di gara con l’altra Lotus di Kimi Raikkonen lo ha mandato in testacoda a causa della foratura della gomma posteriore. Due Gp a bocca asciutta che potrebbero risultare fatali al pilota due volte Campione del Mondo con la Renault nel 2005 e nel 2006, che tanto ha costruito nel corso della stagione, partito con gli sfavori del pronostico e arrivato lì a giocarsela con il campione in carica.

    E’ vicino a sfiorare l’impresa, cosa che non gli è riuscita 2 anni fa ad Abu Dhabi quando venne beffato in classifica iridata dallo stesso Vettel all’ultima gara, e magari il sogno di Alonso di diventare Campione con la Ferrari potrebbe trasformarsi in realtà, prendendosi così una bella rivincita nei confronti del tedesco dimenticando una volta per tutte quell’amara serata in cui si è visto soffiare il titolo iridato già in tasca. Austin e Interlagos saranno due importanti bivii per i destini dei due piloti quotati a trionfare nel Mondiale.