Divertimento, gol, spettacolo e punti: Pescara sogna e certifica il suo nuovo staus di ‘Zemanlandia’ anche nel Derby dell’Adriatico battendo 4-1 l’Ascoli di Castori e volando al terzo posto in graduatoria. Una grande prestazione della Zeman’s Band che mortifica un ‘Picchio’ la cui strada verso la salvezza, già resa difficile dalla pesante penalizzazione di 7 punti, si complica ulteriormente.
Autore: Rapa Luciano
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Super Sansovini, il Pescara schianta l’Ascoli 4-1. Video
Contrariamente alle attese della vigilia, Castori opta per una squadra a trazione anteriore con quattro interpreti offensivi (Sbaffo, Papa Waigo, Soncin e Romeo) ma nulla può al cospetto dello strapotere tecnico e di approccio mentale del Delfino che ha dimostrato di aver imparato la lezione di Castellammare di Stabia quando, contro una squadra dalle caratteristiche agonistiche e dalla situazione di classifica paragonabile a quella dei piceni, un’interpretazione completamente errata del match aveva consegnato i 3 punti ai campani nonostante gli abruzzesi fossero passati addirittura in vantaggio, avessero riequilibrato il match dopo il ribaltamento del risultato, ed avessero issato bandiera bianca solo al fotofinish per un penalty inesistente realizzato dagli stabiesi. Castori e soci recriminano per un sospetto fuorigioco di Sansovini in occasione del primo gol pescarese e per la precedente espulsione di Romeo che ha lasciato i bianconeri in 10 uomini per oltre 3/4 di gara ma, pur avendo tali episodi sicuramente inciso ed indirizzato l’inerzia del match in favore dei padroni di casa, la sensazione, a cui manca ovviamente la riprova, è che Insigne e compagni potessero in qualsiasi momento fare propria la gara ed addirittura dilagare. Tanto da lavorare in casa ascolana, dunque, anche se sono da considerare le numerose e pesanti defezioni nella circostanza. Quinto successo in altrettante gare interne, 13 punti nelle ultime 5 partite disputate invece per i biancazzurri che iniziano a pensare in grande. Mattatore di giornata Marco Sansovini (26’, 36’, 54’) che esalta un collettivo premiato infine anche dalla rete al 93’ di Insigne mentre la rete ascolana di Tamburini al 74’, che fissa il parziale momentaneo sul 3-1, serve solo a fini statistici per fermare l’inviolabilità della porta pescarese a 343’. [jwplayer config=”120s” mediaid=”101499″]Marco Sansovini | ©Giuseppe Bellini/Getty Images -
Zeman sul caso Del Piero “l’età conta”
Le dichiarazioni di Andrea Agnelli sul futuro del Totem juventino Alex Del Piero hanno rappresentato il caso mediatico della settimana che, probabilmente, si protrarrà sino a fine stagione calamitando l’interesse generale e le opinioni di molti addetti ai lavori. Anche Zdenek Zeman, il ‘Picconatore’ del calcio italiano, ha detto la sua incalzato dai cronisti nella conferenza stampa pre Pescara-Ascoli. “Del Piero è stato un grande giocatore”, dichiara il boemo suscitando già un po’ di stupore per la forma del verbo essere utilizzata, “ha fatto tante cose alla Juve ma l’età conta. Del Piero ha ricevuto rispetto e tanti riconoscimenti dalla dirigenza, ma l’età conta per tutti altrimenti giocavano ancora Pelè ed altri”, conclude sferzante. Il futuro di Del Piero ma anche il suo.
Il suo contratto è annuale e possibili sirene della Serie A potrebbero iniziare a far sentire il loro canto adulatore: “Non è un problema di contratto”, dichiara prima di salutare, “bisogna valutare il progetto e cosa si farà per il programma. Dicembre sarebbe troppo presto per valutare, se ci saranno i presupposti resterei volentieri. A Pescara sto benissimo, c’è il mare e calcisticamente è una piazza a cui piace il calcio e lo segue e nella quale si può lavorare bene”.Zeman | © Getty Images -
Guardi Pescara e rivedi Zemanlandia
Diciannove punti dopo 10 gare del torneo, quarto posto in graduatoria ed attacco stratosferico secondo la più pura delle tradizioni zemaniane: il Pescara 2011/12 ha iniziato il campionato con il piede giusto e, nonostante qualche fisiologica battuta d’arresto, diverte e convince. La trasferta di Brescia può rappresentare la svolta della stagione, anche se i tempi sono forse prematuri per parlare di salto di categoria, sempre che nel derby con l’Ascoli non si assista al calo motivazionale e di concentrazione visto a Castellammare di Stabia. Umiltà e dedizione, questi devono essere gli imperativi in casa Pescara per continuare sul cammino virtuoso intrapreso nelle prime dieci tappe. Non cogliere il successo nel derby, infatti, potrebbe parzialmente vanificare l’impresa di Brescia dove il Delfino ha sfata il tabù Rigamonti imponendosi con un secco 0:3 che non ammette repliche. Il Pescara soffre nei primi 20 minuti ma tiene bene il campo, poi cresce in misura esponenziale. Squadra corta (tantissime le volte nelle quali le Rondinelle sono finite in offside) e padrona del campo con Anania che agisce più da libero che da estremo difensore. Il tutto esaltato da una caratteristica che i detrattori definiscono ‘poco zemaniana’, la concretezza. Da 25 anni lo slogan di Zeman è sempre lo stesso, fare un gol più dell’avversario piuttosto che subirne uno in meno, e non è cambiato nemmeno dopo tutte le intemperie che nello Stivale del Pallone ha vissuto: a Pescara come agli albori della sua carriera, a Foggia come su entrambe le sponde del Tevere, in Puglia come nella sfortunata parentesi con la Leonessa d’Italia. Il boemo torna da Brescia da trionfatore dopo aver consumato una rivincita tanto attesa, probabilmente più con se stesso che non con quella squadra dove non è riuscito ad imporsi. Anche se, conoscendolo, non lo ammetterà mai. Non è tempo di cullarsi sugli allori né di fare proclami, è il tempo di lavorare per seminare ciò che a Primavera potrebbe essere un raccolto eccezionale. Immobile continua a segnare (8 gol e titolo di capocannoniere provvisorio del torneo), il collettivo cresce esaltato dalle magie del genio Insigne e dalla sagacia dello zoccolo duro di uomini esperti (Anania-Zanon-Gessa-Togni-Cascione-Sansovini) in attesa del rientro dei gioiellini Verratti e Capuano. Piedi per terra e tanto lavoro per poter volare in seguito. Il perfezionista Zeman docet in tal senso.Cirto Immobile | © Getty Immages -
Zeman sorride grazie a Sansovini. Pescara-Cittadella 1-0
Tre punti importanti ma sofferti al cospetto di un Cittadella intraprendente e pugnace ma sciupone: il Pescara che non ti aspetti, poco brillante in fase offensiva ma concreto, porta a casa un successo d’oro e si piazza a sedici punti in graduatoria dopo nove giornate del torneo cadetto 2011/12.
Si tratta della quarta vittoria in quattro gare allo stadio Adriatico, vera roccaforte delle speranze biancazzurre di ambire ai playoff, e del terzo risultato utile consecutivo (7 punti sui nove disponibili). Una prova di maturità per gli uomini di Zeman che escono dal campo forse con più bottino di quanto avrebbero in realtà meritato, contrariamente da altre circostanze (Reggio Calabria e Modena contro i canarini di Bergodi su tutte) nelle quali era uscito dal campo a mani vuote dopo prestazioni ottime sul piano del gioco. Il Cittadella, dal canto suo, può recriminare sulla scarsa precisione del pur bravo Maah, una spina nel fianco della rabberciata difesa dannunziana, e degli altri uomini d’attacco (Ballanzini e Schiavon soprattutto) ma hanno anche trovato un Anania che, contrariamente alle presunte gerarchie estive, sta consolidando a suon di prestazioni super i gradi da titolare. La rete che regala a Zdenek Zeman il successo e a Claudio Foscarini la sconfitta è griffata da Marco Sansovini, umile nel riciclarsi da esterno come lo vuole il suo tecnico, ma freddo sotto rete come quando guidava in zona centrale il reparto offensivo del Pescara targato Lerda prima e Di Francesco poi dopo la felice parentesi di Grosseto (4 reti per lui in questo torneo). Una gara piacevole, insomma, quella vista nel teatro che ospiterà l’11 Ottobre la gara della Nazionale di Prandelli, che ha già staccato il biglietto per la fase finale, contro l’Irlanda del Nord valevole come ultimo match del girone di qualificazione a Euro 2012.Marco Sansovini | © Giuseppe Bellini/Getty Images -
Lorenzo Insigne, il nuovo volto del calcio italiano parla partenopeo
A Napoli avevano intuito le sue potenzialità quando era ancora un soldo di cacio e tra non molto lo riaccoglieranno dalla porta principale, essendo il ‘Ciuccio Partenopeo’ il proprietario del suo cartellino. A Foggia ha confermato doti importanti non solo sull’aspetto squisitamente tecnico ma anche in fase realizzativa toccando cifre inaspettate. A Pescara lo hanno accolto con grandi aspettative che lui ha ampiamente ripagato con 2 reti e 7 assist in cinque gare disputate. Il suo mentore è Zdenek Zeman, che da trequartista seconda punta lo ha trasformato in esterno d’attacco a Foggia e ne sta curando la crescita anche in Abruzzo. Ora anche con la maglia dell’Under 21 sta incantando e si candida al ruolo di ‘uomo nuovo del calcio nostrano’. Per chi non lo avesse ancora capito stiamo parlando di Lorenzo Insigne, talento puto classe 1991. C’è chi lo chiama ‘Il Nuovo Lavezzi’, chi vede in lui il novello Di Natale e chi dice che dovrebbe essere appellato “Baby Messi” o “Maradonino”. Paragoni impegnativi e prematuri, per carità, ma di sicuro lusinghieri nel sottolineare le grandissime potenzialità, alcune delle quali inespresse, di questo campioncino tascabile. In rete in ogni partita, dai test con i dilettanti all’impegno di Coppa Italia con la Triestina passando per la sfida alla Real Sociedad, ha fatto esaltare il popolo pescarese a suon di magie prima dell’avvio del torneo cadetto 2011/12 tanto che gli utenti di forzaPescara.TV lo hanno eletto in un sondaggio prossima rivelazione biancazzurra con un autentico plebiscito.
Contro gli alabardati, nel primo match ufficiale in stagione, con due autentiche prodezze ha raddrizzato una partita che a dieci minuti dalla fine sembrava essersi incanalata in una sconfitta (poi comunque arrivata nella lotteria dei calci di rigore). Finte, dribbling, capacità di saltare l’uomo e cercare la conclusione, cambi di gioco repentini, tagli e senso del gol fuori del comune: lo scugnizzo scuola Napoli ha già dato un saggio completo del suo repertorio e per fermarlo i difensori avversari dovranno ricorrere alle maniere forti. Le prime gare del campionato hanno confermato alla grande le sue qualità nonostante abbia saltato due gare, una per la convocazione nell’Under 20 ed una per la convocazione recente in Under 21 (che gli farà saltare anche la nona giornata di campionato). Con gli azzurrini di Ciro Ferrara ha incantato ma Lorenzo un esordio così forse lo aveva solo sognato. Nella straripante vittoria degli azzurrini in casa del Liechtenstein per 7-2, infatti, il ‘Nuovo Lavezzi’ parte dal primo minuto con la maglia numero 10 e regala magie e numeri di alta scuola calcistica. Due le reti griffate dall’attaccante partenopeo, entrambe nella ripresa, inizialmente schierato da esterno di centrocampo ‘alla Signori’ quando Peppegol ricopriva tale ruolo nella Nazionale di Sacchi, e poi a supporto di Gabbaidini (tris per lui) con l’espulsione in avvio partita di Borini: al 33′ devia in rete una palla messa in area da Paloschi, subentrato da poco a Gabbiadini; al 44′ altro gol stupendo, quando il portiere Caluori esce ai limiti dell’area per anticipare Paloschi, la palla cade sui piedi di Insigne che da 20 metri circa colpisce con un lungo pallonetto. Con questa prestazione super, l’attaccante partenopeo ha legittimanto le parole pronunciate alla vigilia dal Commissario Tecnico Ciro Ferrara: “Insigne gioca titolare. Ha dimostrato di meritare questa maglia ed era una mia idea già da tempo. Farà l’esterno sinistro alto nel 4-4-2. Gli ho già detto che non deve snaturarsi. Deve sfruttare la velocità e le qualità che ha. E’ uno che stringe, converge, taglia e ha i tempi giusti”. Nel post partita, l’ex difensore di Juve e Napoli si è invece espresso così: “Seguivo Lorenzo già dall’anno scorso e la cosa che mi ha impressionato di lui è stata questa grande personalità poichè ha dimostrato di saper entrare in un gruppo, quale l’Under 21, già coeso. Lorenzo si è inserito nel gruppo senza problemi, è come se fosse stato con noi dall’inizio della nuova avventura, e invece ieri era la sua prima presenza nella Nazionale. Questo dimostra che Lorenzo è un ragazzo semplice, che sta facendo delle ottime cose, senza montarsi la testa”. Una vera investitura, insomma, in attesa di nuove magie made by Insigne.. Questi i voti dei due principali quotidiani sportivi italiani sul suo esordio in Under 21: LA GAZZETTA DELLO SPORT VOTO – 7 : GLI PIACE LA GIOCATA,IL TACCO,L’AVVERSARIO LO PERMETTE,MA SI INTEGRA BENE E SEGNA DUE GOAL E FA 2 ASSIST. IL PALLONETTO E’ UN CAPOLAVORO. CORRIERE DELLO SPORT)VOTO – 7 : E’ SEMBRATO UN VETERANO. DUE GOAL E DUE ASSIST,ASSOMIGLIA MOLTO A GIOVINCO.”RACCOMANDATO” DA ZEMAN.PROMOSSO CON LODE.Lorenzo Insigne nello sfortunato match del Granillo | ©Getty Images -
Pescara-Albinoleffe esempio di come si debba giocare per 90 minuti senza soste
Un luogo comune del calcio recita che “bisogna lottare sino al novantesimo più recupero”, un altro che “la palla è rotonda” e dunque che può succedere di tutto, anche di recuperare partite con svantaggio di molte reti in pochi minuti e che Davide possa battere Golia: in Pescara-Albinoleffe valida per il settimo turno di serie b 2011/12 si è avuto un piccolo saggio di come una partita che sembra ‘segnata’ possa riaprirsi anche se poi l’esito finale ha sorriso a chi si era portato avanti nello score. Piccolo riassunto: un Delfino versione Squalo, il Pescara, strapazza l’avversario per 50’ portandosi sul 5-0 senza subire reti nonostante un paio di buone occasioni seriane, poi calano i ritmi e l’Albinoleffe accorcia di tre reti dando l’impressione che se la partita fosse durata di più sarebbe successo di tutto. In casa Pescara si imputa la ‘distrazione’ degli ultimi trenta minuti ad un appagamento inconscio di un gruppo giovane che ha smesso di giocare dopo il poverissimo, in casa Albinoleffe le valutazioni sono diverse.
“Mi trovo nella situazione spiacevole di dover commentare una gara terminata con 5 reti al passivo e ovviamente non è cosa facile”, commenta Daniele Fortunato, tecnico lombardo, sul sito ufficiale del club bergamasco. ”Ma non vorrei che si valutassero per questo motivo situazioni che lasciano un po’ il tempo che trovano: la partita è stata apertissima sul campo. Nel primo tempo le nostre conclusioni a rete sono state praticamente un numero pari a quelle del Pescara e a fine gara la le statistiche recitano 8 conclusioni in porta a testa, 3 reti per noi, 5 per il Pescara. Credo che sia una delle volte in cui l’AlbinoLeffe ha creato maggiormente in trasferta nella sua storia recente. E pensare che la gara ha assunto questa piega per colpa della sfortuna mi rammarica molto: è un momento in cui la fortuna non ci aiuta. Abbiamo avuto una grossa occasione subito per poter andare in vantaggio con Cisse. Ma un minuto dopo ci siamo segnati da soli, con una deviazione di Previtali in situazione a difesa schierata. Dispiace perché questo episodio ha segnato la gara: abbiamo dovuto concedere spazi ad una squadra di Zeman, ci siamo trovati nella necessità di dover attaccare per recuperare e concedere così le ripartenze ad una squadra molto veloce e che negli spazi ci va a nozze. Abbiamo continuato a giocare, ad avere occasioni da rete: prima Cisse, poi Cocco, ma Anania si è superato in entrambe le occasioni. La differenza di passo poi ha scavato il solco che ci ha poi impedito che la nostra rimonta valesse qualcosa. Avevo detto che le partite con le squadre di Zeman non finisco se non al 90’: la dimostrazione sta nel fatto che nell’ultima mezz’ora abbiamo segnato tre reti e potevamo anche segnarne una quarta, ben ricordando che abbiamo colto una traversa all’inizio della seconda frazione e che con D’Aiello abbiamo sfiorato un’altra rete. Abbiamo una buona occasione per assorbire la botta giocando già domani sera. Abbiamo il Padova, la prima in classifica. La squadra ha così la possibilità di ritrovare velocemente le motivazioni, vista la caratura dell’impegno e dell’avversario”. Le differenze dell’ottica pescarese da quelle dell’ottica seriana? Come dire, ‘vedere lo stesso panorama con occhi diversi e descriverlo ognuno per come lo vede senza che nessuno dipinga verbalmente, forse, la realtà oggettiva’.Pescara ©Claudio Villa/Getty Images -
Festival del gol a Zemanlandia, Pescara-Albinoleffe 5-3
Festival del gol allo stadio Adriatico di Pescara con i locali di Zdenek Zeman che regolano l’Albinoleffe più agevolmente di quanto il 5-3 finale lascerebbe supporre. Più forte della sfortuna e di qualche critica di troppo piovuta dopo le due sconfitte esterne consecutive, il team abruzzese si porta sul 5-0 dopo appena 49 minuti disputati (7’ aut. Bergamelli, 26’ Sansovini , 43’ Insigne, 44’ Gessa, 49’ Immobile) e poi tira un po’ troppo i remi in barca consentendo ai lombardi di accorciare le distanze nel finale con il tris griffato al 64’ da Cristiano, all’ 83’ da Cocco su rigore e all’87’ Girasole. Un Delfino versione Squalo, insomma, trascinato da un Super Insigne che legittima con una prestazione ai limiti dell’eccellenza la prima convocazione in Under 21, e troppo brutto per essere vero l’Albinoleffe che ha recitato il ruolo di inerme vittima sacrificale sull’altare della voglia di riscatto biancazzurro dopo gli stop di Reggio Calabria e Castellammare di Stabia.
LE RETI: Al 7’ Pescara in vantaggio con il provvidenziale aiuto della Dea Bendata: è Bergamelli lo sfortunato autore della deviazione che spiazza il proprio portiere Offredi su cross di Petterini. Al 26’ i biancazzurri raddoppiano con Sansovini ma il merito della rete è tutto di Insigne: il ‘Nuovo Lavezzi’ regala un pallone delizioso al Capitano con un assist a tagliare la difesa che l’ex Grosseto non può non tramutare in oro. Al 42’, progressione di Immobile che sfrutta fisico e potenza per superare il diretto avversario e costringere alla deviazione in corner Offredi. Sugli sviluppi del calcio d’angolo, Insigne triplica le marcature deviando dopo taglio centrale senza palla un cross di Gessa. Nemmeno il tempo di festeggiare la terza rete dannunziana che lo stesso Gessa sigla il poker con una conclusione dalla lunetta dell’area di rigore che non lascia scampo al portiere lombardo dopo aver riconquistato palla ed essersi liberato del diretto avversario. Riparte subito forte l’insaziabile Delfino che porta a cinque le reti siglate con Immobile che a porta vuota non ha difficoltà a siglare la sua sesta rete in campionato su assist, nemmeno a dirlo, di un imprendibile Insigne. Cristiano accorcia tuttavia le distanze un minuto dopo griffando il cosiddetto ‘gol della bandiera’ con una conclusione balisticamente apprezzabile. Al minuto 83’ penalty decretato dal signor Baratta in favore dei seriani per fallo netto di Balzano su Cristiano: dal dischetto Cocco trafigge Pinsoglio che aveva comunque intuito la traiettoria. Al minuto 87’ Girasole accorcia ulteriormente le distanze battendo da distanza ravvicinatissima l’azzurrino Pinsoglio. Pescara – Albinoleffe 5-3 Marcatori: 7’ aut. Bergamelli, 26’ Sansovini (P), 43’ Insigne (P), 44’ Gessa (P), 49’ Immobile, 66’ Cristiano (A), 83’ rig Cocco (A), 87’ Girasole (A) Pescara: Anania (46’ Pinsoglio), Zanon, Bacchetti, Brosco, Petterini (23’ pt Balzano), Gessa, Togni, Cascione, Sansovini (64’ Soddimo), Immobile, Insigne. All. Zeman. A disp. Nicco, Maniero, Giacomelli, Kone. Albinoleffe: Offredi, Piccinni, D’Aiello, Bergamelli (77’ Daffara), Regonesi, Laner, Previtali, Hatemaj (46’ Foglio), Cisse (55’ Cristiano), Girasole, Cocco. All. Fortunato. A disp. Chimini, Malomo, Pacilli, Torri. Arbitro: Sig. Baratta di Salerno, coadiuvato dagli assistenti Bernardoni di Modena e Ranghetti di Chiari (IV Uomo De Benedictis) Ammaniti: Gessa, Insigne , Togni (P), D’Aiello, Bergamelli, Hatemaj, Cocco (A) Note: spettatori totali 8358 (2882 abbonati più 5476 tagliandi singoli) per un incasso complessivo di 59839,41 euro.Zeman ©Claudio Villa/Getty Images -
Zeman boccia l’Inter, un mese è poco per valutare Gasp
L’argomento della settimana nell’Italia del Pallone è stata la vicenda Inter con l’allontanamento di Gasperini e l’investitura di Ranieri a nuovo trainer nerazzurro. Incalzato sull’argomento nella conferenza stampa antecedente la trasferta del suo Pescara a Castellammare di Stabia, Zdenek Zeman ha detto la sua.
“Da fuori è difficile valutare”, ha dichiarato il boemo.
“Se si prende un allenatore deve dargli le chiavi in mano e farlo lavorare. Un mese e mezzo è troppo poco per valutare. Non credo sia un problema di moduli di gioco ma è la situazione in generale difficile da seguire”. -
Puzzle Sport Di tutto un po’. Kobe Bryant lontano dall’Italia
BASKET. Non trovano conferme le voci, comunque insistenti per la verità, che vogliono Kobe Bryant possibile stella del campionato italiano in caso di prolungata ed indefinita serrata NBA. Virtus Bologna ed Olimpia Milano, date sulle sue tracce, dovrebbero infatti esporsi ad un’operazione ingentissima che male si coniuga con la crisi economica mondiale che riverbera fisiologicamente i suoi nefasti riflessi sul mondo dello sport e su quello del basket in particolare. Più plausibili sembrano le piste che porterebbero il campionissimo statunitense in Grecia o in Russia o addirittura in Cina.
CICLISMO. Pippo Pozzato, campione italiano del pedale, nella prossima stagione agonistica difenderà i colori della Farnese Vini – Neri Sottoli, squadra che nel 2011 ha avuto nelle sua fila Giovanni Visconti. L’ex Re della Milano-Sanremo 2006,intende alle dipendenze del D.S. Luca Scinto rilanciarsi dopo una stagione avara di successi e soddisfazioni.
CALCIO A 5. Partirà nel prossimo weekend il massimo campionato nazionale di fusa. Nell’ideale griglia di partenza, sono 5 le squadre candidate alla vittoria finale: i campioni in carica della Marca, i Campioni d’Europa del Montesilvano, i vice campioni tricolori della Ponzio Pescara, i detentori della Coppa Italia della Lazio ed i funamboli della Luparense. Possibili le sorprese in chiave playoff con gli abruzzesi dell’Acqua&Sapone Fiderma che puntano a divenire gli ousiders di lusso puntando soprattutto sulla vena realizzativa di Hector e sulla sagacia tattica del nuovo trainer Bellarte.
CALCIO. Un piccolo centro abruzzese sale alla ribalta delle cronache sportive nazionali. Capita infatti che Miglianico, paese in provincia di Chieti, grazie alla sua squadra di calcio ed al suo Sindaco, Dino De Marco, finisca sotto i riflettori della più longeva trasmissione televisiva dedicata al mondo dello sport, la ‘Domenica Sportiva’ della Rai. Nella puntata di domenica 18 Settembre, infatti, all’interno della rubrica ‘Storie dell’altro calcio’, un servizio del giornalista Ciro Venerato è stato interamente dedicato alla squadra gialloblu e al primo cittadino nella sua veste di medico sociale del team cittadino. De Marco, nella sconfitta per 2-0 contro l’Agnonese è stato espulso e successivamente squalificato per sei turni dal Giudice Sportivo calamitando la curiosità del mondo sportivo e del prestigioso programma. All’interno del servizio, oltre a raccontare brevemente la vicenda, il Sindaco De Marco ha annunciato l’intenzione di proseguire nel mondo del calcio ma solo come appassionato lasciando la collaborazione con la società la cui squadra è stata protagonista di un avvio di campionato non ottimale.
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Pescara, entusiasmo alle stelle. Zeman show
In conferenza lo stesso Zeman stampa ha negato l’esistenza di un ‘effetto Zeman’, attribuendo ‘all’effetto Pescara’ la ribalta mediatica che, grazie ai risultati ottenuti in avvio di stagione, la squadra abruzzese sta vivendo. Tuttavia è innegabile che da quando sulla panchina biancazzurra si è seduto lui si siano moltiplicati come d’incanto articoli, copertine, servizi televisivi etc etc. Se dalle testate sportive era abbastanza ipotizzabile, ben più clamore desta l’interesse di organi di informazione come ‘La Repubblica’ che nel loro inserto hanno dedicato spazio al tecnico boemo e alla squadra dannunziana. Recentemente Sky Sport ha intervistato per “I signori del calcio” il tecnico biancazzurro Zdenek Zeman, un viaggio nei ricordi tra la sua Praga e l’arrivo in Italia, il calcio, la vita privata e molto altro, che segue di qualche giorno un prestigioso articolo di un importante periodico. Il settimanale ‘L’Espresso’, infatti, con un articolo a firma di Malcom Pagani intitolato ‘Bomber Zeman’, ha dedicato all’allenatore ex Roma un articolo di tre pagine nel n.37 anno LVII del quale riportiamo gli spunti più interessanti.
VERITA’. Doping, Calciopoli, passaporti falsi per far diventare italiani giocatori sudamericani. Lei spiegò e poi pagò. Si è mai pentito? “Eventualmente, avrei dovuto star zitto prima. La verità è pericolosa. Una volta detta, è inopportuno rimangiarsela. Avevo ragione. Non c’era nulla da smentire”. Il calcio è uscito dalle farmacie? “spero di si ma non se sono convinto. Se si trovano dopati negli altri sport, non fatico a credere che qualcuno cerchi rimedi artificiali alla propria incapacità. Nell’ambiente c’è troppa gente che non c’entra niente”.
PASSATO, PRESENTE E FUTURO. Pescara è l’ultima occasione? “In che senso? Non sono ancora morto”. Lei ha 64 anni. “Oggi sono qui. Penso di restare anche domani. Dopodomani si vedrà. Non ho più ambizioni. Le soddisfazioni che potevo ottenere le ho ottenute già tutte”. Non esageri. “ho avuto offerte da Real Madrid e Barcellona e ho declinato l’invito”. Perché? “Avevo preso un impegno, dato la mia parola, promesso. HA idea di quanto sia fondamentale riconoscersi?”. Ha rimpianti? “Neanche l’ombra. Per me è come esserci stato. Ho allenato le migliori squadre al mondo”.
CALCIO MODERNO. “Il calcio ha perso le sue radici. Non ride, non si stupisce, tiene lontana l’emozione. Lo sport è diventato business ed è ovvio che, se il campionato è soltanto un affare, esistano regole d’ingaggio diverse”. Il dopo calcio poli? Occasione mancata? “Non si è verificata nessuna rivoluzione. Non è cambiato nulla semplicemente perché le infezioni si debellano diversamente. Quelli che hanno sbagliato sono rimasti, salvo rarissime eccezioni, al loro posto”. Quindi? “Il sistema è malato”. E lei, dentro il recinto, si muove a fatica. “Con l’establishment sicuramente non ho relazioni serene. C’è da cambiare, rivoltare e innovare abbandonando il passato che inquina il presente. Però sono felice che la gente mi voglia bene. Mi fermano per strada. Si vede che qualcosa di utile, alla fine, ho seminato”. Il calcio non è democratico? “Secondo me no. Se lo fosse, paradossalmente, parlerebbe un linguaggio comune. Ascolto dichiarazioni fuori luogo, tycoon esagitati, balle in libertà”.