Autore: Rapa Luciano

  • Giro d’Italia, esclusa l’Acqua&Sapone “Potremmo lasciare il ciclismo”

    Giro d’Italia, esclusa l’Acqua&Sapone “Potremmo lasciare il ciclismo”

    Non ci saranno due tra i più grandi ciclisti italiani degli ultimi tre lustri, oltretutto vincitori della kermesse rosa al prossimo Giro d’Italia, vale a dire Stefano Garzelli e Danilo Di Luca: il team dei due corridori, infatti, è stato a sorpresa escluso dalla grande corsa a tappe tricolore. Esclusa dunque l’Acqua&Sapone nella decisione finale della Rcs Sport sulle quattro squadre ancora da inserire nella griglia delle ventidue partecipanti (ogni squadra partecipa con nove corridori).

    Stefano Garzelli, Acqua&Sapone | © Luk Beines/AFP/Getty Images

    Oltre ai diciotto team del World tour, erano quattordici le formazioni che avevano fatto richiesta dell’invito al Giro. Tra queste, l’Acqua&Sapone, che era ormai prossima alla presentazione del nuovo organico. Danilo Di Luca è prossimo alla firma del contratto con il nuovo team ma vede chiudersi la porta a quella corsa che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Le quattro “wild card” sono andate invece all’italiana Androni Giocattoli, all’irlandese Colnago-Csf Inox, alla Farnese Vini che ha però licenza britannica e alla tedesca Team NetApp. Nel cast delle altre corse Gazzetta, Tirreno-Adriatico (7-13 marzo) e Milano-Sanremo, una delle 4 wild card è andata all’Acqua&Sapone, Stesso discorso per l’ultima classica, il Giro di Lombardia (29 settembre), dove il team di Masciarelli ha avuto una delle 7 wild card disponibili. Scoppia l’ira del patron dell’Acqua&Sapone, Barbarossa:

    Se le cose stanno così, dopo dodici anni forse è arrivato il momento di lasciare il ciclismo. E’ un mondo che non ci piace più. Una decisione che ci lascia di stucco -prosegue Enio Barbarossa- e che ci vede costretti a pensare seriamente all’addio al ciclismo, nonostante la nostra famiglia abbia uno staff di oltre sessanta dipendenti, quindi altrettante famiglie che vivono di ciclismo. Ma non possiamo fare diversamente se qualcuno preferisce invitare al Giro squadre che sono italiane solo sulla carta, perché investono magari su ciclisti stranieri o di italiano hanno solo lo sponsor. Noi, al contrario, abbiamo in squadra due vincitori: un’ex maglia rosa e la maglia verde dell’ultima edizione, unica vittoria italiana al Giro 2011“.

  • Zeman, incorona Conte “Un trascinatore”. Sulle scommesse “non è finita”

    Zeman, incorona Conte “Un trascinatore”. Sulle scommesse “non è finita”

    Ultima conferenza stampa prima di Natale per Zdenek Zeman che oltre ad affrontare le questioni interne al suo Delfino Pescara parla anche di altro incalzato dai cronisti.

    Zeman
    “Messi e Ronaldo sono due giocatori che si staccano dal resto”, dichiara, “il Barcellona è la squadra che fa il calcio migliore al mondo”. Sulla Juventus: “la Juve non è una sorpresa, ha sempre giocato per lo scudetto era una sorpresa nelle scorse stagioni che andava male. Per storia, tradizione e mentalità per me è normale che giochi per lo scudetto. Conte? E’ quello che era in campo, un trascinatore, un motivatore, uno che non si arrende mai e lo sta trasmettendo alla squadra”.

    Sul caso scommesse è lapidario: “speriamo ma non credo sia l’ultimo caso. Il calcio era malato e le scommesse hanno influenzato i campionati. Mi auguro che si scopra tutto e si faccia pulizia anche se è difficile”. E’ già tempo di mercato: “tutto è migliorabile, dipende dalle possibilità, dalle occasioni e dai tempi. Non sono abituato a cambiare una squadra a Gennaio specie quando ha i suoi equilibri e rende. Poi se ci sono innesti dipende dalla possibilità di averli per migliorare”. Ha espresso le sue idee in tal senso? “Le ho espresse al Direttore, non le dico a voi”. Che mercato sarà in generale? “Penso che molte squadre cambieranno, mi aspetto tanti movimenti”.

    PESCARA SAMP, VERRATTI ACCENDE SANSOVINI. VIDEO

  • Giannini batte Zeman e si dimette: Pescara Grosseto 1-2

    Giannini batte Zeman e si dimette: Pescara Grosseto 1-2

    Tutto il ‘veleno’ di Pescara Grosseto è nella coda: a 10 minuti dalla fine del termine regolamentare il Grossetano Sforzini con una rete d’autore completa il ribaltamento del risultato fissando lo stesso sul definitivo 1-2 (marcatura iniziale di Sansovini del Pescara al 22’, pareggiata al 40’ da Alfageme) e negli spogliatoi Giuseppe Giannini annuncia le sue dimissioni. “Dimissioni irrevocabili, non è possibile essere valutato partita in partita solo per il risultato” ha dichiarato il Principe nel suo commiato da vincitore (Cuccureddu è in pole su Viviani per la sostituzione). Particolarmente polemico Giannini nei confronti di Camilli, il suo ormai ex Presidente, al quale ha regalato 3 punti d’addio che hanno confermato la tendenza corsara dei toscani che riescono nell’impresa di imporre il ptimo stop stagionale interno allo straripante Pescara di Zeman.

    Giuseppe Giannini | ©Getty Images
    Partito benissimo, il Pescara sciupa l’impossibile con Insigne che si divora due occasioni irripetibili, passa in vantaggio con Sansovini al 22’, non chiude la gara nonostante la pressione costante e subisce al 40’ il momentaneo pari dell’ex Alfageme. Allo scadere del primo tempo, Immobile scatta sul filo del fuorigioco e scaglia un bolide all’indirizzo della porta maremmana, la sfera impatta sulla traversa e rimbalza in campo: gol o non gol (live, il pallone sembra terminare all’interno della porta)? L’arbitro, coadiuvato dall’assistente Segna, lascia giocare tra le proteste dei padroni di casa e dei tifosi biancazzurri.

    Nella ripresa, il Pescara non sembra lo stesso del primo tempo: contratto, incapace di rendersi pericoloso con costanza e soggetto alle ripartenze maremmane sull’asse Sforzini, ottimo centravanti boa e non solo, e Alfageme Al minuto 80’ il Grosseto si giova una splendida giocata di Sforzini che si libera bene in area, fingendo di stringere per poi allargarsi, ed al volo batte Anania su suggerimento di Moretti (appena entrato) gelando il pubblico di casa e fissando il risultato sul finale di 1-2.

    Pescara Grosseto 1:1
    Marcatori: 22’ Sansovini (P), 40’ Alfageme (G), 80’ Sforzini (G)
    Pescara: Anania, Zanon, Brosco, Capuano, Balzano, Nicco (63’ Petterini), Cascione, Gessa, Sansovini, (63’ Maniero) Immobile, Insigne. All. Zeman. A disp. Pinsoglio, Romagnoli, Soddimo, Giacomelli, corsi.
    Grosseto: Narciso, Antei, Padella, Petras, Giallombardo, Ronaldo, Crimi, Consonni (79’ Moretti), Alfageme (66’ Mancino), Caridi (84’ Lupoli), Sforzini. All. Giannini. A disp. Mangiapelo, Formiconi, Geradi, Nanni.
    Arbitro: Sig. Nasca di Bari coadiuvato dagli assistenti Meloni di Modena e Segna di Roma (IV Uomo: sig. Pasqua di Tivoli)
    Ammoniti: Giallombardo, Antei , Ronaldo(G), Gessa, Zanon, Cascione (P)
    Note: spettatori totali 10.435 dei quali 2882 abbonati (incasso tot. 17.858,91); presente tifoseria ospite nel settore loro riservato all’interno della Curva Sud stimata in meno di 50 unità.

    SERIB B RISULTATI MARCATORI E CLASSIFICA

  • Pescara, inizia l’era Sebastiani: è lui il nuovo Presidente

    Pescara, inizia l’era Sebastiani: è lui il nuovo Presidente

    Inizia l’era Daniele Sebastiani a Pescara: l’Amministratore delegato biancazzurro, a seguito delle recenti vicende societarie che hanno caratterizzato, insieme alle questioni di campo con il team allenato da Zeman in seconda posizione, le ultime settimane diventa il nuovo Presidente del sodalizio adriatico e succede a Giuseppe Adolfo De Cecco.

    Al termine del Consiglio d’Amministrazione del Pescara Calcio tenutosi nel tardo pomeriggio del 28 Novembre si è avuta notizia del cambio al vertice: “preso atto della volontà del presidente De Cecco di diminuire le proprie quote”, si legge nel comunicato ufficiale, “il CdA ha deliberato di nominare quale nuovo presidente Daniele Sebastiani Il CdA ringrazia Giuseppe De Cecco per quanto fatto con passione e impegno durante tutto il suo mandato”. Il cambio al timone del sodalizio pescarese, preventivabile dopo gli ultimi sviluppi intorno all’acquisizione del centro sportivo Poggio degli Ulivi, determina il terzo Presidente del Pescara post fallimento dopo Debora Caldora e dunque Peppe De Cecco.

    I giocatori del Pescara impegnati a Verona | ©Getty Images

    Il cambio al vertice segue l’assemblea dei soci di venerdì scorso nella quale la maggioranza degli aventi diritto al voto ha espresso la propria preferenza per la stabilità finanziaria del sodalizio e non per l’acquisizione del Centro Sportivo Poggio degli Ulivi (astenuto Amerigo Pellegrini). In vista dell’approvazione del bilancio e della ricapitalizzazione (rispettivamente entro 31 Dicembre 2011 ed il 31 Gennaio 2012), Peppe De Cecco abbasserà sensibilmente le sue quote così come gli altri soci favorevoli all’operazione Poggio (Humangest e Gizzi) e dovrà essere coperto, dunque, circa il 20% del capitale (in tal senso sono già avviati i contatti per l’ingresso di nuovi soci).

    Intanto, per quanto concerne le questioni di campo, dopo il buon punto conquistato a Vicenza nello scorso turno di campionato che di fatto ha posto l’equipe abruzzese all’inseguimento solitario del fuggiasco Torino, Zeman ed i suoi ragazzi attendono il Grosseto tra le mura amiche per continuare nell’incredibile score di imbattibilità firmato dal Pescara (6 vittorie ed un pareggio, per altro colto dagli avversari solo al 93′). Contro i maremmani, in crisi di gioco e risultati, sarà però emergenza in mediana: Verratti Togni sono squalificati e con Kone impegnato con la Nazionale Olimpica ivoriana resta un posto vacante nel trio di centrocampo affianco al duo Gessa-Cascione. Nicco, Corsi, l’avanzamento di Petterini o l’arretramento di Insigne solo le opzioni che Zeman sta valutando.

  • Pescara calcio, bufera in società

    Pescara calcio, bufera in società

    All’inizio erano state le indiscrezioni del Corriere dello Sport e di ForzaPescara.TV a riportare la crisi in atto, poi c’era stata il lancio dell’Ansa a metà pomeriggio ed infine il comunicato stampa del sodalizio adriatico a fare chiarezza: è crisi in società a Pescara.
    “Mentre la squadra allenata da Zdenek Zeman vola in classifica, e’ bufera in società”, si leggeva nel comunicato Ansa “Dopo un infuocata assemblea dei soci, la notte scorsa il presidente Giuseppe De Cecco ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili:

    Pescara calcio | © Getty Images

    “Lascio la società. Mi presentero’ nel prossimo Consiglio Direttivo dimissionario e andro’ via. Sono stanco e deluso da tante promesse mancate”. Motivo del contendere la mancata acquisizione da parte dellan Pescara Calcio della proprietà del Poggio degli Ulivi, il centro sportivo di Citta’ Sant’Angelo (Pescara) di proprieta’ proprio di De Cecco. I dirigenti avevano piu’ volte ripetuto negli ultimi tempi che in questo momento la priorità era quella della ricapitalizzazione, ma non dell’acquisto del Poggio degli Ulivi, per il cui utilizzo la societa’ paga un affitto mensile.

    Il presidente dimissionario De Cecco nella tarda serata di ieri non aveva ottemperato al versamento trimestrale, onorato poi dagli altri soci, per coprire gli stipendi di luglio, agosto e settembre e le altre scadenze esattoriali. Se la societa’ non avesse coperto con un cospicuo versamento le spettanze degli ultimi tre mesi, avrebbe rischiato il deferimento e la conseguente penalizzazione. Entro otto giorni verra’ convocato un nuovo Consiglio di Amministrazione in cui tutti i soci potrebbero presentarsi dimissionari.

    In serata, il comunicato del sodalizio adriatico che chiarisce la situazione: “Nella giornata di ieri, così come previsto dalle normative vigenti, la società Delfino Pescara 1936 Srl ha provveduto a ottemperare al pagamento degli emolumenti, delle ritenute e dei contributi relativi al trimestre luglio/agosto/settembre del campionato 2011/2012.
    A seguito del CdA, tenutosi in serata, presenti il presidente Giuseppe De Cecco e gli altri Consiglieri, questi ultimi, preso atto di quanto dichiarato dal presidente stesso, in ordine alla propria momentanea impossibilità di far fronte al versamento della propria quota parte in conto futuro aumento capitale sociale e in considerazione dell’impegno da lui fin qui profuso, ritirano le proprie dimissioni e rinnovano il proprio impegno a sostegno della società, confidando che in futuro, e risolta la propria momentanea difficoltà, Giuseppe De Cecco possa tornare protagonista.
    I Consiglieri
    Daniele Sebastiani, Danilo Iannascoli, Antonio Martino, Renato Fezia, Gianni Pagliarone”

  • Zeman, condanna Moggi “ha dimostrato che il calcio non era sano”

    Zeman, condanna Moggi “ha dimostrato che il calcio non era sano”

    A margine della conferenza stampa di vigilia campionato (il suo Pescara affronta tra le mura amiche il Padova nel big match di giornata in Serie B), incalzato dai giornalisti Zdenek Zeman ha detto la sua sulla notizia della settimana, la condanna in primo grado di Luciano Moggi nel processo di Napoli.

    Znedek Zeman |© Getty Images

    “Se ci è stata una sentenza si è basata su qualche fatto che ha condizionato i campionati scorsi”, ha detto il boemo. “Nella prima sentenza si è dimostrato che il calcio non era sano. Io non mi sono mai sentito un Don Chisciotte, io faccio l’allenatore che cerca di far migliorare i calciatori e cerca di dare qualcosa ai tifosi: è la mia posizione da 40 anni ed anche oggi è così. Io non ho picconato, ho detto solo quello che non andava bene”.

    In conclusione dedica un pensiero a Delio Rossi, suo allievo, tornato in sella in Serie A dopo qualche mese di inattività: “Delio è bravo, ha passione, cultura del lavoro ed idee. E’ cambiato dagli esordi, è normale, ognuno ha la sua personalità e le sue idee. Ha iniziato sulla scia di come giocavo a Foggia, è stato mio giocatore e poi allenatore della Primavera, dopo ha portato i suoi correttivi ed ha fatto bene”.

  • Ciao Smokin’Joe. E’ morto Frazier, uno dei grandissimi della boxe

    Ciao Smokin’Joe. E’ morto Frazier, uno dei grandissimi della boxe

    Il suo gancio sinistro ora resterà scolpito nella memoria collettiva e nelle pellicole dei documentari di boxe come un’arma devastante, il colpo che ha abbattuto tanti avversari e decretato altrettanti successi. Joe Frazier ci lascia, stroncato all’età di 67 anni da un tumore al fegato. Troppo forte da contrastare l’ultimo avversario, troppo violento il male che lo ha colpito e lo ha strappato prematuramente all’affetto dei suoi cari e dei suoi fans.

    Joe Frazier |© Al Bello/Getty Images
    In vita aveva strabiliato il mondo del pugilato con l’eleganza dei movimenti abbinata alla violenza dei colpi in un mix perfetto che lo ha reso un immortale della disciplina. E’ proprio in questo giorno amaro, nel quale il termine ‘immortale’ suona beffardo e di cattivo gusto, entra definitivamente nel novero di coloro che non moriranno mai nella memoria collettiva come uno dei più grandi di sempre. Ora ‘combatterà’ sul ring del Paradiso con Rocky Marciano così come fece in terra con Cassius Clay (o M. Alì, se preferite), dividendo la platea come fu per Beatles e Rolling Stones, per Mazzola e Rivera o per mille altri dualismi che caratterizzano tutti gli ambiti della vita. Resteranno per sempre apice ineguagliato e forse ineguagliabile del pugilato i duelli epici dei quali è stato protagonista con Alì, rivisitazioni moderne in chiave sportiva dello scontro finale tra gli omerici Achille ed Ettore, dove i ruoli tra Acheo e Troiano non erano definiti così come sino all’ultimo gong l’esito dell’incontro era incerto. Ci lascia Smokin’Joe e non si può che mandare in cielo una preghiera ed un saluto. Ciao Joe, e grazie.

  • Joe Frazier, il campione gentiluomo combatte per la vita

    Joe Frazier, il campione gentiluomo combatte per la vita

    Nella sagra delle banalità e dei luoghi comuni si scriverà e si dirà che “è arrivato il match più importante da vincere contro l’avversario più duro”. Per una volta, però, è davvero così. Il leggendario Joe Frazier, dopo aver battuto e sconfitto i più grandi pugili della storia deve combattere per la vita. E’ affetto da un male tremendo, un tumore al fegato, ed in queste ore lotta tra la vita e la morte. «Le sue condizioni sono gravi, serve un miracolo», ha confidato una fonte vicina a Frazier al New York Post.

    Joe Frazier | Al Bello/Getty Images
    Come ha fatto in carriera, però, venderà cara la pelle e lotterà fino a quando il suo corpo conserverà l’ultima stilla di energia. Non si arrende mai ‘Smokin’ Joe’ come non si arrendeva mai sul quadrato. Una carriera costruita sulla classe infinita e sul talento diamantino che Madre Natura gli aveva donato. Dotato di una forza brutale, ed in particolare di un devastante gancio sinistro, portava a segno con eleganza e maestria i suoi colpi prima di chiudere la guardia ed incassare in attesa di sferrate una nuova raffica. Ne sa qualcosa l’altra leggenda dei suoi tempi, Muhammad Ali al secolo Cassius Clay. Gli incontri tra i due furono duelli epici, rivisitazioni moderne in chiave sportiva dello scontro finale tra gli omerici Achille ed Ettore, che rappresentano l’apice ineguagliato e forse ineguagliabile del pugilato. Dei tre incontri con Alì quello del 1975 a Manila è considerato il “match del secolo”: il cosiddetto “Thrilla in Manila”, più ancora del ‘Rumble in The Jungle’ tra lo stesso Alì e George Foreman, resta scolpito nella memoria come un match drammatico che vide i pugili combattere con enorme ardore e senza risparmiarsi un istante fornendo un affresco di rara bellezza tecnica per l’enorme coraggio dimostrato dai due immensi campioni. Un uomo contro un altro uomo sul ring dando l’impressione di essere disposti a morire pur di restare in piedi. Sarà questo lo spirito con il quale Joe combatterà anche l’ultima battaglia per conquistare l’alloro più importante. La scheda di Joe Frazier: – 32 vittorie (27 prima del limite), 4 sconfitte e 1 pareggio. Vinse il 73% dei suoi incontri per KO. – detentore del titolo di campione del mondo dei pesi massimi – oro olimpico a Tokyio 1964 – eletto Fighter of the year (pugile dell’anno) dalla rivista americana Ring Magazine nel 1967, 1970, 1971. L’incontro del 1973 tra Frazier e Foremann [jwplayer config=”180s” mediaid=”103731″]

  • Novellino imbriglia Zeman, Pescara ko a Livorno

    Novellino imbriglia Zeman, Pescara ko a Livorno

    Novellino imbriglia Zeman, il Livorno si rilancia in classifica e stoppa dopo cinque vittorie consecutive il Pescara: la sfida in scena in Toscana è riassumibile in questa frase. Poco lucido il team ospite, più determinato quello locale. Erano troppo importanti i tre punti in casa Livorno per archiviare il periodo buio in termini di risultati e gioco e l’equipe di Novellino è riuscita a tramutare in campo la proverbiale carica agonistica del suo condottiero. Un Livorno magari non bello sul piano puramente estetico, ma che ha intasato ottimamente gli spazi con sagacia ed aggressività e poi è stato abile nel ripartire e colpire gli avversari.

    Walter Novellino | ©Gabriele Maltinti/Getty Images
    Di contro gli avversari, molli e contratti, non sfruttano la rete di Cascione che avrebbe potuto tramortire sul piano psicologico i padroni di casa  ed incanalare la partita sui binari di una vittoria che avrebbe proseguito la striscia eccezionale della quale la Zeman’s Band si era resa protagonista. Una doppietta di Paulinho nel primo tempo (23’ e 37’) ed un gol di Barone nella ripresa (13’) raddrizzano il match e mandano dietro la lavagna, per una volta, i biancazzurri. Una battuta d’arresto ovviamente da non drammatizzare dopo un ciclo di vittorie e prestazioni di ottimo livello per la squadra abruzzese che si giova dei risultati degli altri campi che rendono meno amara la sconfitta toscana. Le reti. Al 21’ i biancazzurri passano in vantaggio: il merito è di Cascione che pressa l’ultimo uomo livornese, Perticone, gli ruba palla ed è poi glaciale a tu per tu con Bardi nel trafiggerlo.Un capolavoro di testardaggine ed esperienza per l’ex reggino.  La gioia degli ospiti tuttavia dura appena due minuti. Al 23’ infatti si registra infatti l’immediato pareggio livornese: Paulinho direttamente da calcio di punizione (decretata per un fallo al limite dell’area di Brosco, ammonito nella circostanza) riporta il match in parità. Al 37’ il raddoppio toscano: è ancora Paulinho a siglare la pesante rete del vantaggio, ottimamente imbeccato da Filkor. Il centravanti brasiliano si ritrova a tu per tu con l’estremo difensore ospite, lo supera in pallonetto, e deposita facilmente in rete. Rimonta e sorpasso completati dunque in 16’ per Novellino ed i suoi ragazzi che vedono s’un tratto sparire le streghe. Nella ripresa è Barone, appena entrato, a mettere il sigillo sul match con  il terzo gol toscano  (13’): il campione del Mondo a Germania 2006 sbuca alle spalle della difesa biancazzurra e capitalizza a tu per tu con il portiere ospite un suggerimento di Bigazzi che protegge palla ottimamente nel traffico prima di servire il compagno. Livorno – Pescara 3:1 Marcatori: 21’ pt Cascione (P), 23’ e 37’ pt Paulinho (L), 13’ st Barone (L) Livorno: Bardi, Salviato, Bernardini, Perticone, Lambrughi, Filkor (38’ st Berlingheri), Luci, Remedi (11’ st Barone), Schiatatrella (27’ st Piccolo), Paulinho, Bigazzi. All. Novellino A disp. Mazzoni, Meola, Dell’Agnello, Prustch. Pescara: Pinsoglio, Zanon, Capuano, Brosco, Balzano, Verratti, Gessa (20’ st Togni), Cascione, Sansovini, Maniero (20’ st Immobile), Insigne. All. Zeman. A disp. Cattenari, Romagnoli, Petterini, Soddimo, Kone. Arbitro: sig. Cervellara di Taranto (assistenti Posado e Ranghetti). Ammoniti: Brosco, Balzano, Verratti (P), Filkor, Salviato, Barone (L) Note: In tribuna il D.S. del Chievo Sartori. Osservato un minuto di raccoglimento per i fatti di Genova prima del match.

  • Zemanlandia continua a volare, Varese abbattuto 3-1

    Zemanlandia continua a volare, Varese abbattuto 3-1

    Continua a volare la nuova Zemanlandia made in Abruzzo sulle idee di quel ‘picconatore’ del sistema calcio ed innovatore dello stesso sul rettangolo verde che risponde al nome di Zdenek Zeman: pur con una prestazione non eccezionale, il Pescara fa sfoggio di carattere e personalità e sconfigge tra le mura amiche il Varese per 3-1 e vola a quota 28 punti in classifica, seconda piazza solitaria alle spalle del Torino. Le reti decisive sono griffate da Sansovini,una doppietta per lui e titolo di capocannoniere provvisorio del torneo con

    Marco Sansovini| © Giuseppe Bellini/Getty Images
    l’empolese Tavano, e Kone che rendono nullo il gioiellino, che è valso il momentaneo pareggio, del lombardo De Luca. Il Varese esce a mani vuote dalla trasferta abruzzese ma ha disputato una buona gara, tutta copertura di spazi e ripartenze, mettendo le briglie ai biancazzurri per 60 minuti salvo poi dover cedere all’improvviso doppio colpo dannunziano tra il 68’ e il 72’. Resta a Maran l’amaro in bocca per non aver consumato la vendetta sportiva ai danni di Zeman che un lustro fa, tra lo stupore generale, lo sostitui’ sulla panchina del Brescia fallendo però il compito di riportare le Rondinelle in Serie A, ma si consola godendosi il gioiellino De Luca che, al di là dello splendido gol siglato, ha confermato la bontà degli occhi degli osservatori di numerosi club di massima serie dati sulle sue tracce. Le copertine e le lodi, ovviamente, sono solo per il Pescara di Zeman che continua nella sua striscia positiva che parla di 5 vittorie consecutive, di soli successi tra le mura amiche e del miglior attacco della cadetteria e non solo. Le Reti. Al 20’ Pescara passa in vantaggio: il merito è di Maniero che lavora splendidamente un pallone all’interno dell’area di rigore lombarda defilato a sinistra, doppio dribbling ed appoggio per l’accorrente Cascione il cui suggerimento centrale trova Capitan Sansovini pronto a deviare in rete. Esplode la gioia del pubblico biancazzurro, accorso in massa a sostenere i propri beniamini. La risposta Al 29’ il pareggio ospite: De Luca in contropiede su calcio di rinvio di Bressan prolungato a metà campo batte di giustezza Pinsoglio in uscita e nulla può Capuano in extremis per evitare la capitolazione. Al 68’ il Pescara torna nuovamente in vantaggio grazie all’ivoriano Kone che è il più lesto ad impossessarsi in area di rigore lombarda della sfera dopo un batti e ribatti combattuto e a trafiggere Bressan. La prima rete stagionale di Moussa Kone riporta dunque nuovamente avanti un Pescara non trascendentale, facendo esplodere la festa sugli spalti. Al 72’, una nuova magia di Insigne spalanca a Sansovini la strada per il nono gol personale del capitano e per il 3-1 dei padroni di casa: il lancio a tagliare del “Piccolo Imperatore” è perfetto e l’ex Grosseto batte Bressan con precisione chirurgica dopo ottimo controllo in volo. Al triplice fischio, è solo gioia per i 15.377 spettatori che inneggiano la squadra biancazzurra ed il suo nuovo Profeta, Zdenek Zeman.