Autore: Antonio Trementozzi

  • Matri stende l’Inter. La Juve torna grande

    Matri stende l’Inter. La Juve torna grande

    Grandissima prova della Juventus stasera all’Olimpico di Torino che batte l’Inter e si ricandida con prepotenza nella zona Champions. Matri stravince la sfida con la punta nerazzurra Pazzini firmando la rete della vittoria con un gran colpo di testa.

    La squadra di Leonardo parte subito forte come nelle sue corde e al secondo minuto Pazzini pescato in aera da un assist di Sneijder sbaglia mancando l’impatto con il pallone. La Juventus reagisce subito e con grande personalità impone il suo gioco. I giocatori di Del Neri giocano molto compatti, stretti, e verticalizzano con velocità, il contrario dei nerazzurri che muovono palla con lentezza, con un centrocampo che fa poco pressing e non riesce quasi mai a servire le punte. C’è molto merito dei bianconeri in questa partita per averla addormentata e non aver permesso mai all’Inter di giocare con continuità, costringendo i giocatori nerazzurri spesso al lancio lungo con scarsi risultati.

    Al 30’ la Juve concretizza la sua vera prima palla gol, con un cross di Sorensen defilato che serve Matri in area. L’ex cagliaritano libero di staccare colpisce di testa e Julio Cesar può solo rimanere immobile e guardare la palla finire in rete. Molte le colpe di Cordoba che cercando l’anticipo di testa ha lasciato l’attaccante juventino libero dai nerazzurri e si va a riposo con la Juventus che conduce per 1 a 0.

    Nel secondo tempo l’Inter ci crede di più, con Pazzini di testa centrale su Buffon. La Juventus poteva sicuramente raddoppiare in più occasioni di nuovo con Matri che da due passi schiaccia di testa e mette fuori e con Chiellini al 9’ che su calcio d’angolo colpisce di testa e mette palla fuori di pochissimo.

    Nel finale la partita si accende improvvisamente quando la Juve cala fisicamente. Eto’o sembra essere devastante ma la fortuna stasera non è dalla sua parte. Prima al 36’ il camerunense controlla in area e calcia su Buffon che lo anticipa, poi al 41’ a porta vuota colpisce una traversa che ha dell’incredibile. Non bastasse nel finale di nuovo trovato in area manca il colpo con il pallone, fallendo un’altra occasione clamorosa.

    La Juve ha assolutamente meritato, perché ha smentito il trend che la vedeva protagonista come peggior difesa in Serie A  in casa con 19 gol subiti (solo contro il Lecce la porta era rimasta inviolata). Ha mostrato una compattezza da grande squadra e tantissima voglia di vincere. Del Neri ha stravinto la gara scacchistica con Leonardo, azzeccando ogni mossa, con una squadra super aggressiva che ha raddoppiato ovunque ed è riuscita a far male all’Inter con ripartenze velocissime molto simili a quelle dell’Udinese che misero in crisi la squadra nerazzurra. All’Inter certo vanno assegnate molte colpe, con una squadra assente per tutto il primo tempo, incapace di reagire dopo il gol subito e soprattutto una squadra con poca brillantezza sotto porta.

    Non si possono fare rimproveri ad Eto’o che quest’anno ha praticamente segnato sempre, ma in questa partita non erano concessi sbagli, e adesso in virtù del risultato l’Inter è assolutamente obbligata a vincere con la Fiorentina. La squadra nerazzurra esce con i cerotti dall’Olimpico di Torino, e adesso Leonardo deve riuscire a riportare i suoi giocatori sui giusti binari facendo dimenticare una sconfitta che pesa molto sia in termini di punti, ma soprattutto a livello di morale.

    Situazione opposta per Del Neri che gongola per questa vittoria, che vale tantissimo, e ridà consapevolezza alla Juventus e a tutto l’ambiente bianconero. Come si era già visto a Cagliari la strada imboccata è quella giusta. Continuare così vorrà dire sicuro un posto in Champions. Tre punti e etichetta di Allenatore bestia nera dell’Inter: che vuoi di più dalla vita?

  • Juventus – Inter, cresce l’attesa per il derby d’Italia. Le probabili formazioni

    Juventus – Inter, cresce l’attesa per il derby d’Italia. Le probabili formazioni

    Stasera all’Olimpico di Torino i nerazzurri di Leonardo e i bianconeri di Del Neri si contenderanno molto di più dei soliti 3 punti calcistici in palio.

    L’Inter, visti i risultati del week end, con un Milan travolgente sul Parma (4 a 0) e un Napoli con ambizioni da tricolore (2 a 0 sul campo della Roma), non può permettersi falsi passi per la realizzazione della rimonta scudetto. La Juventus ancor di più della squadra nerazzurra non può lasciare nemmeno un punto sul suo cammino, poiché svanito il sogno scudetto una sconfitta o addirittura un pareggio vorrebbero dire complicarsi di molto il cammino per la conquista di un posto nell’Europa che conta. Ancor di più oggi, dopo il secco 3 a 0 dell’Udinese al Cesena che rilancia prepotentemente gli uomini di Guidolin verso la zona Champions, tanto che con i risultati dell’ultimo mese la squadra del presidente Pozzo è quota 43, a solo un punto di distacco dall’Inter.

    Vediamo nel dettaglio come scenderanno in campo le squadre e quali saranno le scelte dei due allenatori.

    Il tecnico brasiliano Leonardo pare abbia deciso di puntare sull’undici che ha battuto la Roma, quasi a voler premiare i ragazzi. Leo sembra aver le idee chiare sugli uomini da schierare e su un possibile utilizzo di Dejan Stankovic risponde così: “E’ stata la settimana delle nazionali, ma l’identità della mia squadra è ormai molto chiara. Stankovic sta bene, oggi valuteremo. Lui ha voglia, ma non possiamo andare oltre la realtà”. Quindi tra i pali vedremo Julio Cesar, la difesa sarà composta dalla coppia di centrali Ranocchia – Cordoba, con l’italiano autore di una buonissima prestazione con la maglia della nazionale. A Destra Maicon, e a sinistra è in vantaggio capitan Zanetti su Nagatomo, scalando da centrocampo al suo vecchio ruolo di terzino sinistro. Nella linea di centrocampo come vertice basso Thiago Motta, con Kharja e Cambiasso che agiranno ai lati e l’olandese Sneijder a supporto del terminale offensivo composto da Pazzini ed Eto’o.

    Del Neri in conferenza stampa carica i suoi e riconosce al tempo stesso i meriti dell’Inter:

    “Lo dimostrano i fatti: la Juve al completo se la gioca contro qualunque squadra. Ora stiamo bene, abbiamo recuperato tantissimi giocatori, l’infermeria è praticamente vuota. La rosa è quasi completa ed equilibrata. Dobbiamo partire ai 1000 all’ora? Sì, ma anche arrivare. Siamo convinti di fare bene, spero che sarà una partita intensa, corretta ed emotiva. L’Inter è in gran forma, dobbiamo dimostrare di essere competitivi, una vittoria potrebbe dare grandi stimoli e fiducia per il seguito del campionato. Giocheremo al massimo delle nostre possibilità, possiamo dire la nostra”.

    Poi sullo schieramento da scegliere per il big match di stasera, con la possibilità di vedere nuovamente Giorgio Chiellini sulla fascia e non al centro della difesa:

    “Chiellini a sinistra è una scelta definitiva? Per ora mi serve lì, fino a quando non recupero giocatori di un certo tipo continuerà a giocare lì. Se per me è più terzino e centrale? E’ un giocatore. Se punterò sul 4-4-2 o il 4-3-3? Ne ho lette tante, qualcuno ha addirittura scritto che potrei giocare con il 4-4-3. Magari. È  importante avere una squadra organizzata.”

    Con il rientro di uomini importanti l’allenatore bianconero stasera manderà in campo molto probabilmente una difesa che vedrà al centro il nuovo arrivato Barzagli con Bonucci, relegando sulla fascia Chiellini e sul lato opposto il giovane Sorensen. A centrocampo Melo e Aquilani saranno la diga per fermare le offensive nerazzurre, con Marchisio e Krasic che dovranno agire sulle fasce. La novità sta in attacco con la scelta di un tandem composto da Toni (che ha nell’Inter una delle sue vittime preferite) e Matri.

    Juventus (4-4-2): Buffon; Sorensen, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Krasic, Melo, Aquilani, Marchisio; Toni, Matri.

    Allenatore: Del Neri.

    In panchina: Storari, Sissoko, Grygera, Pepe, Del Piero, Martinez, Iaquinta.

    Inter (4-3-1-2): Julio Cesar; Zanetti, Ranocchia, Cordoba, Maicon; Cambiasso, Thiago Motta, Kharja; Sneijder; Pazzini, Eto’o.

    Allenatore: Leonardo.

    In panchina: Castellazzi, Materazzi, Nagatomo, Obi, Coutinho, Pandev, Alibec

  • Un Napoli da Scudetto!

    Un Napoli da Scudetto!

    Fino a qualche settimana fa parlare di scudetto in casa Napoli era considerato solo un sogno. Ma l’armata di Walter Mazzarri sta dimostrando partita dopo partita che i sogni possono divenire realtà. Analizzando il cammino devastante del Napoli balza subito agli occhi come la squadra del presidente De Laurentis abbia mostrato una netta crescita sia fisicamente che psicologicamente, adottando di volta in volta un atteggiamento da grande squadra. La prova del 9 si è avuta proprio ieri sera nel big match all’Olimpico contro la Roma di Ranieri. La partita è stata una risposta chiara a chi vedeva un Napoli ridimensionato nelle partite lontano dal “fortino” San Paolo, lanciando allo stesso tempo un segnale fortissimo al Milan con un distacco di soli 3 punti e all’Inter che ora non è più considerata l’unica squadra  in grado di insidiare gli uomini di Allegri.

    Proprio tra 15 giorni ci sarà lo scontro diretto a San Siro, che a questo punto significherà davvero tanto.

    Mazzari predica calma come da inizio campionato “Scudetto? Come ho detto l’altro giorno quella parola lì non si pronuncia”. Sulla stessa linea anche Edinson Cavani autore di una doppietta e una brillante partita: “Per noi resta tutto come prima. L’unico segnale vero che abbiamo voluto dare è che questa squadra è molto unita e vuole lottare per qualcosa di importante. Lo Scudetto? – ha aggiunto seguendo la filosofia del suo allenatore – lasciamolo stare quest’argomento, non ne voglio parlare”.

    Anche il presidente Da Laurentis vola basso ma non nasconde il suo entusiasmo per un progetto che davvero sta andando oltre ogni rosea previsione: “Lo scudetto? Per me non ha importanza, sarebbe un ulteriore premio per questi ragazzi. La squadra ha trovato una sua linea, gioca con una grinta non comune. Vedo tutti in grande forma ed in salute. Mi piace questo Napoli è simapatico e divertente.” E come contraddirlo?

    L’esplosione di Cavani (già a quota 20 reti quest’anno solo in campionato) è stato sicuramente un fattore determinante, ma il merito va dato soprattutto a Mazzarri che sta facendo rendere al meglio anche giocatori che nelle precedenti gestioni non erano così valorizzati. Il “Pocho” Lavezzi vede di meno la porta ma gioca totalmente in sincronia con il resto della squadra, corre e aiuta i suoi compagni come lo scorso anno faceva Eto’o nell’Inter di Mou. Senza parlare di giocatori come Cannavaro e Aronica che stanno facendo un campionato sopra ogni aspettativa.

    Adesso è chiaro come l’asticella dei traguardi si debba alzare, giornata dopo giornata, con il pensiero che va subito alla sfida di Europa League di giovedì contro il ViIllareal di Giuseppe Rossi, e poi di nuovo al campionato con il Milan fra 15 giorni.

    Il Napoli come già detto, è un sogno che sta diventando realtà e il tecnico con  i giocatori se non vogliono parlare di scudetto sanno che ormai non si possono più nascondere. Le ambizioni di questa squadra sono evidenti a tutti. Se non arrivasse lo scudetto, la Champions League sarebbe una “magra” consolazione.

    Bellissima la risposta del presidente De Laurentis alla domanda se il Real Madrid offrisse 50 milioni di euro per Cavani: “ il Real offre 50 milioni di euro per lui? Io rispondo con una pernacchia!” Un messaggio chiaro a tutti, il progetto Napoli non si tocca!

    In casa nerazzurra qualcuno ancora si starà mangiando le mani, poiché in estate il bomber uruguaiano era stato più volte accostato all’Inter, ma la cifra valutata troppo alta (circa 18 milioni di euro) aveva frenato la trattativa e permesso l’inserimento del Napoli. Anche il Palermo dovrebbe avere qualche bel rimpianto. Ripensandoci bene il presidente rosanero Zamparini con il senno di poi ha “regalato” un fuoriclasse.

  • Roma – Napoli sfida di alta classifica! Probabili formazioni

    Roma – Napoli sfida di alta classifica! Probabili formazioni

    Stasera alle 20 e 45 allo Stadio Olimpico di Roma si affronteranno i giallorossi guidati da Claudio Ranieri e i partenopei allenati da Walter Mazzarri forti della loro seconda posizione in classifica.

    Il Napoli è obbligato a vincere per restare attaccato al treno scudetto, e non perdere troppi punti con l’Inter di Leonardo che sta facendo passi da gigante. Fare risultato stasera sarebbe fondamentale per arrivare preparati e con il morale alle stelle per l’impegno in Europa League contro il Villareal di Giuseppe Rossi.

    La Roma dopo la sconfitta di San Siro vede i suoi sogni scudetti un po’ ridimensionati, ma nel calcio nulla è impossibile, quindi venderà cara la pelle cercando di portare i 3 punti a casa. Sicuramente non mancheranno i gol viste le possibili formazioni da schierare.

    Per il tecnico giallorosso, alle prese con le molte assenze e il ricorso respinto dalla Corte di giustizia della Federcalcio per la riduzione della squalifica di  Philippe Mexes, (rimediata al termine di Roma-Brescia per frasi irriguardose nei confronti del quarto uomo) con la squalifica dell’altro centrale Nicolas Burdisso, ci sarà un’inedita coppia al centro della difesa formata dal brasiliano Juan con Cassetti. Sulla fasce quindi ci sarà spazio per Rosi e l’immancabile Riise. Nella linea di centrocampo dovrebbero figurare De Rossi, Taddei e  Perrotta. Più che probabile l’impiego di Menez nel ruolo di trequartista, viste le sue ottime prestazioni con la Roma e con la nazionale francese. Coppia d’attacco con meno dubbi, che dovrebbe essere formata da Vucinic e dal capitano Francesco Totti che dopo aver saltato la partita contro l’Inter vuole tornare a far bene con la sua Roma.

    Situazione più rosea per Walter Mazzarri, che nel match vinto contro il Cesena ha potuto optare per il turn over facendo riposare alcuni dei fedelissimi.  Solita difesa a 3 composta da Campagnaro, Cannavaro e Aronica in ballottaggio con Cribari. Centrocampo robusto a quattro uomini con Gargano e Pazienza al centro e sulle fasce Dossena e l’incontenibile Maggio. Parlare di rebus in attacco è superfluo, poiché il trio delle meraviglie è già schierato con Cavani, Lavezzi e Hamsik:  il terminale offensivo più minaccioso del’intera Serie A!

    PROBABILI FORMAZIONI

    ROMA (4-3-1-2): Julio Sergio; Rosi, Juan, Cassetti, Riise; Taddei, De Rossi, Menez Perrotta; Totti, Vucinic.

    Allenatore: Ranieri

    A disposizione: Doni, G. Burdisso, Castellini, Brighi, Simplicio, Borriello.

    Squalificati: Mexes (1), N. Burdisso (1)

    Indisponibili: Adriano, Pizarro

    NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Pazienza,Gargano, Dossena; Hamsik, Lavezzi; Cavani.

    Allnatore: Mazzarri

    A disposizione: Iezzo, Santacroce, Zuniga, Yebda, Sosa, Mascara, Lucarelli.

    Indisponibili: Grava, Vitale

  • Matri vs Pazzini: il Derby d’Italia

    Matri vs Pazzini: il Derby d’Italia

    Dopo essere stato cercato per tutta l’estate dalla dirigenza bianconera, Giampaolo Pazzini è finito nel mercato di gennaio all’Inter, rivale storica della Juventus. Alessandro Matri invece in estate sembrava dovesse andare al Milan, essendo egli stesso un prodotto del vivaio rossonero, quando la Juve sempre a gennaio ha puntato forte su di lui investendo circa 18 milioni di euro. Mettendolo in questo modo, al centro di un progetto e affidandogli non poche responsabilità. È arrivata per entrambi pochi giorni fa la convocazione in nazionale e adesso a continuazione di un periodo splendido per entrambi ci sarà la sfida tra Juventus e Inter, il derby d’Italia che li vedrà assoluti protagonisti. Due destini che si incrociano.

    I due attaccanti in uno speciale che andrà in onda sabato alle 23.30 e domenica alle 18 su Sky Sport 1, raccontano il loro stato d’animo:

    “Juve-Inter prima di arrivare qui era il cosiddetto Derby d’Italia, una delle partite più importanti del campionato – spiega l’attaccante bianconero Alessandro Matri – È una delle partite che mi piaceva guardare da casa. Adesso è una partita importantissima, dove c’è la possibilità di dimostrare il proprio valore contro una diretta concorrente, e non vedo l’ora che inizi”.

    Stessa carica e voglia di vincere per Pazzini che parla anche di un’ipotetica esultanza: “Speriamo sia  una bella partita. Speriamo di vincere perché vogliamo continuare questa nostra rimonta, abbiamo voglia. È chiaro che è una partita difficile e andiamo là per vincere. Se segno come esulto? Intanto speriamo di segnare. Poi, sull’esultanza credo di non inventarmi niente”.

    Parole chiare per il bomber ex Cagliari sulla scelta che l’ha portato a vestire la maglia bianconera: “La Juventus è una delle squadre più importanti del campionato, più importanti di tutto il mondo. Lo pensavo prima, e me lo ha confermato il gruppo che ho trovato. E la società che c’è qui. Una svolta della mia carriera? È capitato tutto in una settimana. Sicuramente una svolta c’è stata, però adesso sta a me proseguire e non fermarmi qui. Diciamo che me lo sono gustato tutto il mercato, fino all’ultimo giorno. È stato bellissimo arrivare alla Juve. Per me venire qui è stato un sogno, e spero continui”.

    Pazzini invece conferma l’importanza del mese di Gennaio nella sua vita calcistica, spiegando come il passaggio all’Inter abbia colto di sorpresa anche lui: “Per me gennaio è sempre stato un mese particolare perché ho fatto sempre trasferimenti. Questo non me lo aspettavo proprio perché c’erano altri pensieri, e altre cose nella mia testa. Quindi è stato una trasferimento bello ma soprattutto inaspettato. La grandissima differenza che ho trovato entrando in questo spogliatoio è la grandissima voglia di vincere che hanno tutti, dai compagni al mister, anche nelle partitelle ad Appiano. Vedi queste cose e capisci che ti trovi in una grande squadra, che ha fame e voglia di vincere ancora.

    Le prime impressioni sui compagni di squadra fanno capire come l’ex doriano si sia integrato alla perfezione: “Eto’o e Milito? Sono forti, e quando ti trovi dentro ti rendi conto di quanto lo siano. Mi dispiace per Milito che adesso è fermo, sta avendo un anno un po’ così, ma non è in discussione. Su Eto’o qualsiasi parola è superflua. E con un trequartista come Sneijder è bello giocare, è normale, sei in una squadra top. Poi, se vuoi vincere tutto, è bello avere concorrenza, nel mio caso in attacco, e poi servono ricambi visto che in una stagione può succedere di tutto”

    Alla domanda se 18 milioni sia una quotazione troppo alta per il suo cartellino Alessandro Matri risponde: “Questa quotazione non mi pesa. Mi rende orgoglioso di me e mi dà motivo di dimostrare di valerli. Ha fatto bene Marotta a prendere me e non Pazzini? – l’ex cagliaritano risponde sorridendo – Sì.”

    Il derby d’Italia è già iniziato.

    (Fonte : La Gazzetta dello Sport)

  • Il Dottor Chiellini da la carica alla Juve!

    Il Dottor Chiellini da la carica alla Juve!

    Dopo l’ottima prestazione in nazionale in un ruolo non propriamente suo, Giorgio Chiellini, pilastro della difesa bianconera si prepara ad affrontare nel migliore dei modi “la sfida delle sfide” come lui stesso definisce la partita tra Juventus e Inter.

    “Inutile nasconderlo, per l’ambiente la gara contro l’Inter è la sfida delle sfide. È una partita particolare per noi, per la società e per i tifosi, ma è anche importante per la classifica. Si tratta di una gara che regala molto a livello emotivo, ma che vale comunque tre punti, per quanto abbiano un sapore diverso. Siamo convinti di fare bene e andremo in campo per vincere”.

    Queste le parole rilasciate da Chiellini durante la consegna del premio “Laureato dell’anno”, conferitogli dall’Alumni-Altec, l’associazione degli ex allievi della facoltà torinese (per chi non lo sapesse il difensore bianconero ha conseguito la laurea triennale in Economia e Commercio presso l’Università di Torino, ottenendo un punteggio di 109 su 110). Un campione dentro e fuori dal campo!

    Vista l’ottima prestazione contro il Cagliari e la replica con altrettanti buoni risultati anche in Nazionale, l’ipotesi di vedere Giorgio giocare nuovamente sulla fascia come terzino è molto più che realistica.

    “Sono sempre a disposizione dell’allenatore – ha aggiunto il difensore juventino- e non ho problemi a giocare sulla fascia. Non credo sarà una soluzione definitiva, ma per la squadra si fa tutto”.

    In chiusura alla domanda che chiede un giudizio sul nuovo arrivato in maglia bianconera  Alessandro Matri, e sulla possibilità di vedere più spesso schierato il tridente, il difensore della Juventus risponde così: “Matri ha portato entusiasmo e voglia di fare bene, anche grazie ai due gol segnati a Cagliari. Le tre punte si possono sostenere, con l’impegno di tutti, anche se credo sia una soluzione più facile a vedere a partita in corso piuttosto che dall’inizio”.

  • Il Milan non teme l’Inter

    Il Milan non teme l’Inter

    In casa rossonera la parola d’ordine è niente paura! Massimiliano Allegri ha imposto un sola filosofia di pensiero da adottare a lungo termine: noi siamo al vertice della classifica e le altre squadre devono sperare sulle nostre “cadute”, ergo le preoccupazioni lasciamole agli altri! La classifica parla chiaro il Milan ha frenato bruscamente la sua corsa, mentre Napoli e Inter in primis hanno rosicchiato molti, troppi punti in un solo mese.

    A Milanews.tv il tecnico livornese da rassicurazioni a tutto l’ambiente e rende più chiaro il concetto, escludendo ogni tipo di timore nei confronti delle inseguitrici:“Il campionato è lungo mancano ancora tante partite e non ho mai visto una squadra vincere il campionato con due mesi d’anticipo”.

    Quasi a voler dare una scossa ai suoi ragazzi, ricordando che sono loro gli artefici del proprio destino, e spiegando come parlare di capolista a Febbraio sia pura retorica. Purtroppo, la strada imboccata nelle ultime partite parla chiaro: 4 pareggi e una sconfitta non è il rullino di marcia ideale per una squadra che punta al titolo. Gli ostacoli sono dietro l’angolo, soprattutto con gli impegni europei imminenti. Per questo motivo Allegri analizza la situazione e spiega come si debba ritrovare la giusta concentrazione per tornare ad essere più tranquilli: “Noi ci stiamo comportando bene – ha aggiunto l’allenatore rossonero -, sapevamo che l’Inter sarebbe tornata a lottare per lo scudetto, il Napoli c’è, la Roma è in lotta, perciò noi dobbiamo restare concentrati”.

    Anche i giocatori rossoneri sembrano essere sulla stessa linea di pensiero del tecnico livornese.  Tutto ciò risulta più evidente dalle parole dei brasiliani Pato e Thiago Silva raggiunti dai cronisti all’aeroporto dopo il big match tra Francia e Brasile.

    “L’Inter? Siamo in testa alla classifica e pensiamo solo a noi”, la risposta del Papero alla domanda su un’ipotetica rimonta nerazzurra. “Se l’Inter ci fa paura? La paura non esiste – continua sulla stessa lunghezza d’onda il difensore carioca Thiago Silva – è vero che stanno recuperando ma noi siamo davanti, dobbiamo mantenere la tranquillità e proseguire su questa strada. E’ un momento difficile per noi, abbiamo pareggiato tante partite, ora dobbiamo cercare di vincere sabato e poi martedì in Champions”.

    Sul calo fisico di Cassano Allegri è più che tranquillo: “È normale che non fosse al top, è stato due mesi senza giocare. Lui si sta allenando, si sta impegnando, e credo che presto lo ritroveremo”.

    Dopo il caso Pato chiuso nei giorni scorsi in casa rossonera arriva l’altra grana di Ibra che in conferenza stampa dal proprio paese confessa di essere stanco, perché utilizzato praticamente in tutte le partite. Allegri tranquillizza i tifosi anche in questo caso, spiegando come le esigenze del giocatore siano parallele a quelle della squadra: “Ci parlo spesso e so cosa voleva dire. Gioca tantissime partite, è normale che sia un po’ stanco, soprattutto mentalmente”.

    Parola d’ordine? Come canta Ligabue niente paura!

    Volendo farne una rivisitazione perfetta per il caso rossonero: “Niente paura, niente paura
    Niente paura, ci pensa IBRA mi han detto così…”

  • Moratti non le manda a dire a Benitez

    Moratti non le manda a dire a Benitez

    Dopo le pesanti dichiarazioni di Benitez che al quotidiano  spagnolo Marca aveva dichiarato tutto il suo disappunto su chi l’avesse definito un perdente e puntualizzando come aveva già fatto sulla panchina nerazzurra sulla questione infortuni, il presidente dell’Inter Massimo Moratti raggiunto dai microfoni di SkySport 24 all’uscita degli uffici della Saras ha voluto controbattere al suo ex collaboratore.

    Sul tema degli infortuni il tecnico spagnolo è andato giù pesante con lo staff medico interista e con Franco Combi responsabile dell’area medica con un riferimento a Roberto Mancini che non aveva mai avuto un ottimo rapporto con Combi: “Sul tema degli infortuni e sulle ricadute dei calciatori dell’Inter, vorrei sottolineare alcuni dati per evitare di essere frainteso: l’80% dei giocatori con infortuni ne avevano avuti di simili nei due anni precedenti. Io e il mio staff non controllavamo il recupero e le terapie che lo staff medico faceva nei confronti dei giocatori. Le cure e il recupero erano cose loro. Dopo che siamo andati via dall’Inter, ci sono stati 8 infortuni praticamente in un mese, vacanze escluse. Sono certo che Roberto Mancini troverà il tutto”

    Poi le motivazioni del suo esonero dal suo punto di vista: “Alcuni giocatori si so­no impegnati di più, altri di meno, ma succede dopo un’annata con tan­te vittorie. Perché sono stato esonerato so­lo a fine dicembre dopo che se ne parlava già un mese e mezzo prima? Perché Morat­ti sapeva come lavoravamo e le difficoltà che incontravamo giorno dopo giorno. Spe­rava che le cose andassero bene, ma non c’erano le condizioni per andare avanti, co­sì siamo arrivati a un accordo per la rescis­sione. La mia avventura era iniziata discre­tamente e giocavamo bene, ma gli infortu­ni hanno cambiato un po’ tutto, comprese le dinamiche interne. E settimana dopo setti­mana si cambiava opinione su di noi a seconda del risul­tato della partita…”.

    Chiusura dell’intervista con le domande ancora non risolte sul mancato mercato realizzato quando lui sedeva sulla panchina nerazzurra: “Perché non ho avuto acquisti in esta­te? Non lo so e sono stato io il primo ad essere sorpreso. Non ci potevo credere: ad agosto mi avevano chiesto un progetto per migliorare la squadra, io l’ho messo per iscritto e ai dirigenti è piaciuto, ma non è stato attuato”. Poi gli acquisti sono arrivati per Leonardo: “Cinque elementi com­prati e sei ceduti: adesso la squadra è prati­camente nuova. Vedere parte del mio pro­getto attuato adesso mi fa riflettere. E’ un riconoscimento evidente del fatto che avevamo ragione, che la squadra aveva bisogno di aggiustamenti”.

    Era evidente a tutti come lo spagnolo non avesse avuto grandi simpatie nello spogliatoio interista, con la volontà di cancellare l’ombra di Mourinho, aveva imboccato la strada sbagliata. Gli infortuni, e il mercato non realizzato in estate dalla dirigenza hanno continuato a allargare la base del dissenso tra l’allenatore e la società.

    Moratti non ha fatto attendere la sua replica con una risposta molto simile al “andato via Benitez ne compriamo cinque di giocatori”, ironica ma molto realistica!

    “Beh, visti i risultati della squadra – ha voluto puntualizzare il presidente nerazzurro – un’uscita di Benitez ce la aspettavamo, è una cosa che umanamente è comprensibile e andava attesa, lo giustifico dunque. Può darsi che il dottor Combi ci sia rimasto un po’ male, lui è qui all’Inter da anni ed è un nostro punto di forza indiscutibile ed intoccabile. Ci dispiace per Benitez, ma se voleva dire che fosse colpa del dottor Combi per gli infortuni, non è affatto così”.

    La battuta ironica sulla situazione infortuni di Milito arriva nel finale ma è più che un siluro lanciato contro il suo ex collaboratore: “Forse saranno state le preghiere di Benitez…” – aggiunge ridendo e facendo ridere tutti i presenti – “Purtroppo dovrà riposare per diverso tempo, è un peccato, ma servirà cautela perché è una cosa importante”.

  • Patente ritirata per Alcool ad Adriano in Brasile

    Patente ritirata per Alcool ad Adriano in Brasile

    Altri guai in arrivo in casa Roma. È notizia di poche ore fa che l’attaccante brasiliano giallorosso Adriano alla guida della sua auto sia stato fermato dalla polizia di Rio per un controllo e abbia rifiutato di sottoporsi al test dell’etilometro. Patente sospesa e multa di 950 Reais (circa 400 euro) anche se come riporta Globoesporte l’attaccante stava facendo guidare la propria auto ad un amico. Nonostante tutto questo, la polizia federale ha riscontrato “lo stato di ubriachezza del giocatore e ha deciso di punirlo per essersi rifiutato di sottoporsi al controllo dell’etilometro”. Non essendo la prima volta che il brasiliano viene “beccato” in stato di ubriachezza la polizia ha solo applicato il regolamento.

    Adriano appena rientrato in Brasile dopo l’intervento chirurgico alla spalla destra, era tornato a casa per svolgere una riabilitazione personalizzata. Il fattaccio è successo alle prime luci dell’alba nel quartiere brasiliano di Barra da Tijuca, luogo già conosciuto e frequentato dall’attaccante giallorosso per le sue scorribande notturne. Questo episodio farà storcere il naso a molti in casa Roma, considerando che il dolore alla spalla è sparito quando si è trattato di festeggiare e bere insieme agli amici nel clima pre-carnevale di Rio.

    Il suo agente Roberto Calenda è corso subito ai ripari in un’intervista rilasciata a Calciomercato.it“Sto assistendo all’ennesimo e ingiusto attacco mediatico nei confronti di Adriano. Leggo che rimarrà in Brasile, sento per le radio di una rescissione consensuale del contratto con la Roma e di altre notizie infondate. Non è vero nulla: Adriano continuerà la sua riabilitazione in Brasile in perfetta linea e sintonia con la società”.

    L’agente ha continuato sulla stessa linea, difendendo il suo assistito e ricordando gli sforzi e l’impegno messi in atto dal giocatore: “Non mi interessa sapere se il giocatore ha bevuto una birra in compagnia dei familiari. So ed è importante ricordare che ci troviamo di fronte ad un professionista serio, ma che continua purtroppo a pagare eccessivamente errori del passato. Da quando veste la maglia giallorossa, ha accusato due infortuni gravi, ma noto però con dispiacere che troppo spesso vengono alimentate cattiverie sul suo conto. Nessuno scrive del suo stop importante alla spalla e che, nonostante il dolore, è rimasto in campo nel derby per 40 minuti. Nessuno riporta che a Verona e contro il Milan è stato autore di ottime prestazioni, dando un importante contributo alla squadra. La maggior parte degli organi di informazione continua infatti a puntare il dito contro il ragazzo, dimenticando anche che la Roma ha fatto un affare comprando un giocatore a parametro zero richiesto da tutti”.

    Smentite anche le ulteriori voci di ritorno immediato in Italia per il recupero dagli infortuni in questione: “Non si trova in Brasile per il Carnevale che, in ogni caso, quest’anno parte a marzo, bensì per avere anche il supporto della famiglia, come hanno domandato in passato anche tanti altri calciatori, ma chiaramente fa più notizia se il protagonista in questione si chiama Adriano”.

    Il rientro in Italia è previsto per il 26 Febbraio. La domanda che tutti si fanno è: sarà in grado di farsi trovare pronto? Non solo per far festa ovviamente.

  • Miccoli e le lacrime di Lecce

    Miccoli e le lacrime di Lecce

    Dopo il gol capolavoro su punizione alla sua squadra del cuore Fabrizio Miccoli non ha retto alle emozioni, e non solo non ha esultato per la rete del pareggio appena segnata, ma ha chinato il capo ed è rientrato nello spogliatoio in lacrime.  Attraverso le sue parole in un’ intervista alla Gazzetta dello Sport, l’attaccante rosanero ha risposto a tutte le domande necessarie a placare le polemiche sorte dopo il match tra Palermo e Lecce.  Quest’ultime sorte per via delle dichiarazioni del tecnico del Lecce De Canio su un’ipotetica promessa fatta da Miccoli, relativa al suo trasferimento nella squadra salentina.

    “Magari scherzava – ha detto l’attaccante del Palermo – ma se l’ha detto in tono serio non va bene perché poi i tifosi pensano che ho sempre rifiutato il trasferimento”. Qualcosa di vero c’è stato però. La risposta arriva dallo stesso giocatore che motiva in questo modo il suo comportamento:Mi è stato chiesto se volevo andare a Lecce in prestito per sei mesi. Ma secondo loro io posso mai andare dal mio presidente, da Zamparini, l’unico che ha creduto in me dopo il Benfica, a dire di mandarmi in prestito a Lecce? Per di più essendo il simbolo e il capitano del Palermo?”

    Stufo di queste continue voci di mercato che l’accostano alla maglia del Lecce, Miccoli risponde così:

    “Ad ogni sessione di mercato il mio nome viene accostato al Lecce ma poi non se ne fa mai niente quindi c’è qualcosa che non va, vuol dire che non è un interesse concreto. Ad esempio quando sono andato al Benfica ho chiesto al presidente del Lecce Semeraro di prendermi. I portoghesi hanno pagato il prestito 900.000 euro, non penso che Semeraro non avrebbe potuto pagare questa cifra”.

    Il capitano del Palermo paga lo scotto di essere così legato, soprattutto sentimentalmente ad un’altra squadra. E nelle sue parole si legge molta amarezza per la situazione che si è venuta a creare.

    “È tutta colpa mia, – ha aggiunto il numero 10 rosanero– sono attaccato a Lecce, alla squadra e alla gente del Salento, le mie emozioni dovevo tenerle per me, ho sbagliato. D’ora in poi non le esternerò più”.