Autore: Antonio Trementozzi

  • Mourinho: “il mio difetto è non esser ipocrita”

    Mourinho: “il mio difetto è non esser ipocrita”

    Non sono bastate le polemiche dichiarazioni prima della partita contro il Malaga, con le quali il tecnico portoghese alla guida del Real Madrid, aveva apertamente dichiarato guerra alla stampa spagnola e apostrofato Pellegrini come un perdente, poiché dopo aver perso la panchina dei blancos aveva “rimediato” soltanto potendo allenare il Malaga. Infatti dalle parole la squadra di Josè è passata ai fatti. Rispondendo sul campo umiliando la squadra di Pellegrini con un risultato tennistico: 7 a 0. Senza ammettere repliche. Anche se con la vittoria del Barcellona sul Valencia la conquista della Liga rimane sempre di più solo un miraggio.

    Altre bordate sono arrivate dallo Special One per togliersi qualche soddisfazione nei confronti delle numerose critiche della stampa spagnola nei suoi confronti: “Ho abbastanza esperienza e tanti anni di calcio alle spalle, vissuti in culture diverse, da essere preparato a tutto. Quando ti colpiscono una volta, puoi essere preparato o no per la seconda. Ma quando ti hanno già colpito 50, 60 o 70 volte, sei preparato a tutto“.  Non c’è margine per una trattativa di pace!

    Il portoghese inoltre evita di alimentate ulteriori polemiche a distanza con Pellegrini con un laconico: “non c’è molto altro da dire”, ma precisando come nella sua precedente dichiarazione non allenerei mai il Malaga” ci sia da fare maggiore chiarezza su alcuni punti: “è ovvio che non ho nulla contro la città, contro il club o i suoi professionisti. Semplicemente ho risposto senza ipocrisia. Se chiedessero ai giocatori e allenatori migliori del mondo se andrebbero al Malaga, tutti risponderebbero ‘Perché no?’, eccetera, ma non sarebbe la verità. Chi può scegliere, sceglie sempre le soluzioni migliori”.

    Il discorso continua e Mourinho si dice pronto a scusarsi se qualcuno si fosse offeso, rispondendo in maniera originale :non è un problema per me, una volta mi sono scusato con un giornalista ma la verità è che, una volta di più, ho risposto senza ipocrisia. Ma in un mondo ipocrita, non esserlo è un grande difetto. Ed è un difetto che avrò sempre”.

    O lo si odia o lo si ama, non ci sono mai vie di mezzo con un personaggio come lui.
    (Fonte: Italpress – Eurosport)

  • Figc, creata una norma per radiare Moggi

    Figc, creata una norma per radiare Moggi

    Processo di Napoli, giustizia sportiva, Calciopoli e l’immagine del calcio giocato viene totalmente sostituita da quelle delle numerose inchieste e dalle continue udienze nei tribunali della giustizia sportiva.

    Dopo la scoperta di Calciopoli, che ha praticamente sconquassato il nostro campionato e distrutto l’immagine della Juventus, portando i bianconeri per una stagione nella serie B, penalizzando Milan Lazio e Fiorentina, adesso dal processo di Napoli vengono riesaminate nuove intercettazioni . Le nuove prove presentate dai legali difensori di Luciano Moggi, cercano di trascinare nel vortice dell’ illegalità anche la squadra di Massimo Moratti, uscita illesa dallo scandalo calcistico sopra citato. In attesa del processo che si terrà prima dell’estate per decidere principalmente se sia stato giusto assegnare lo scudetto a tavolino alla società nerazzurra, oggi la notizia dell’ultima ora è la scelta da parte del Consiglio federale della Figc di creare una norma ad hoc per regolamentare la richiesta di radiazione nei confronti di Luciano Moggi e altri 42 tesserati, tra i quali anche l’ex amministratore delegato Antonio Giraudo. Quindi il caso Moggi  e degli altri imputati torna nelle mani della giustizia sportiva, con il doppio grado di giudizio  e l’eventualità del terzo e ultimo grado con l’Alta Corte di Giustizia del Coni.

    “I gradi di giudizio – ha voluto precisare Giancarlo Abete, presidente della Figc – saranno due, la Commissione Disciplinare e la Corte di Giustizia, che valuteranno circa la sanzione accessoria della preclusione. Eventualmente ci sarà, come ultimo grado, l’Alta Corte di Giustizia presso il Coni”.

    L’avvocato della Federcalcio, Giancarlo Gentile, scendendo nei dettagli del caso specifico Luciano Moggi ha voluto spiegate come: “La sanzione nei confronti di Moggi dei cinque anni c’è già stata. Bisogna  invece valutare se quei fatti sono talmente gravi da comportare oggi la preclusione. E’ questa l’unica valutazione che deve essere rimessa agli organi di giustizia . I cinque anni sono un fatto ormai storico, ma nessuno ha ancora valutato se sono stati fatti talmente gravi da meritare la radiazione“.

    Quindi la valutazione della colpevolezza è già stata presa, l’unica cosa da decidere è se le colpe siano talmente gravi da comportare la radiazione escludendo in questo modo ogni possibile ritorno di Luciano Moggi sul palcoscenico del calcio italiano.

    Ancora una volta Moggi torna ad essere protagonista, più nel bene che nel male, nonostante la curva juventina pochi giorni fa dopo la sconfitta contro il Bologna e contro il Lecce inneggiava il suo nome, in onore dei bei tempi e delle vittorie bianconere.

  • Van Bommel: “Cassano? Un pò pazzo”

    Van Bommel: “Cassano? Un pò pazzo”

    Dopo la sfida tra Napoli e Milan, il titolo è più una questione a due che una corsa a tre, in attesa del derby di Milano in programma tra tre giornate.  C’è chi in casa rossonera non la pensa così, e vive l’attesa del derby con serenità, sapendo che manca ancora molto alla fine del campionato.

    Mark Van Bommel centrocampista olandese ex Bayern Monaco è sicuro che la sfida con i nerazzurri non sarà la partita scudetto: “Il derby è una partita molto importante ma non credo sia ‘la partita’, – ha detto il centrocampista rossonero ai microfoni di Sky Sport- quella che deciderà la stagione. Mancano ancora tante partite, sarà importante vincere il derby , ma penso che le altre partite siano comunque decisive, per cui prima di pensare all’Inter dobbiamo pensare alla Juve, al Tottenham, al Bari e al Palermo”.

    Essendo il suo primo derby in maglia rossonera non può sentire le stesse emozioni di chi la partita la sente con spirito diverso. Sicuramente avrà parlato con Wesley Sneijder, suo grande amico e compagno di nazionale per capire quanto sia importante questa sfida al di là del valore dei 3 punti. Su Sneijder solo belle parole e una curiosità che ci fa capire come la scaramanzia sia forte anche in Olanda: “Wesley oltre a essere un ottimo giocatore è un amico e una bellissima persona. Ma non abbiamo parlato di scudetto, porta sfortuna”.

    Prima dell’Inter la grande sfida nell’immediato sarà contro la Juventus a Torino, dove il Milan troverà sicuramente la squadra di Del Neri in crisi di risultati e non al top della forma, ma i bianconeri hanno già dimostrato contro l’Inter che contro le grandi squadre le motivazioni sono la carica in più per giocare grandissime partite.“E’ sempre un’emozione affrontare la Juventus e giocare questo genere di partite. – ha dichiarato il centrocampista olandese- Lì c’è anche il mio amico Salihamidzic, ma sarà una partita difficile, la Juve è in un momento complicato, ha perso molte partite e queste sono le gare più pericolose perché tutti credono che vinceremo, ma non sarà facile, soprattutto fuori casa”.

    Qualche parola anche sul suo perfetto inserimento negli schemi di gioco di Allegri e sul rapporto con il tecnico rossonero: “Allegri è un buon allenatore, è calmo e quando ti dice qualcosa è sempre corretto, anche nel suo modo di parlare in partita o in allenamento, dice le cose giuste”.

    Parlando dei nuovi compagni di squadra il centrocampista olandese ha spiegato come nel Milan ci siano tanti campioni con tanta voglia di vincere come Gattuso ed ha aggiunto particolari divertenti, in particolar modo parlando di Antonio Cassano: “Cassano è un bravo ragazzo, ma anche un ottimo giocatore. E’ uno che nello spogliatoio parla più di me, io parlo tanto in campo e lui fuori, ma è un giocatore importante per il gruppo. Lui e Gattuso ‘pazzi’? No, non sono pazzi, hanno un carattere forte ma stanno bene insieme. Gattuso è uno che vuole vincere tutto, è competitivo anche nelle corse in macchina. Cassano… Beh, alle volte sì, è un po’ pazzo”.

    (Fonte: Eurosport)

  • Moratti all’Ambrogino d’Oro:”Interisti veri milanesi”

    Moratti all’Ambrogino d’Oro:”Interisti veri milanesi”

    Altro premio e riconoscimento ufficiale per l’Inter di Moratti che ha praticamente vinto tutto in questa stagione. Ieri pomeriggio presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, sede dell’amministrazione civica di Milano, il Sindaco della città Letizia Moratti ha premiato i nerazzurri e il presidente Massimo Moratti con l’Ambrogino d’Oro (l’onorificenza conferita dal comune di Milano).

    Il premio va all’Inter per la stagione perfetta con la conquista dei 3 titoli, campionato, Coppa Italia e Champions, e per la vittoria nel mondiale per Club.

    Letizia Moratti durante la premiazione ha indossato una maglietta nerazzurra, volendo evidenziare fortemente la sua fede calcistica. Nel discorso di ringraziamento ha voluto ricordare a tutti le emozioni della stagione passata e spiegare come l’Inter sia fortemente legata alla storia della città di Milano:

    “Grazie davvero a Massimo Moratti, oggi è una giornata di festa per tutti i tifosi interisti, me compresa. È una giornata di festa per tutta Milano, perché l’Inter,- ha aggiunto la Moratti– al di là del tifo, rappresenta un’eccellenza, rappresenta il grande calcio e porta il nome di Milano nel mondo. Quello di oggi è un premio all’Inter, che ci ha regalato nel 2009-2010 cinque straordinari risultati e per questo meritava un Ambrogino tutto speciale. L’Inter è collegata alla storia di Milano in maniera davvero profonda e premiarla oggi è un onore”.

    Il sindaco di Milano (cognata del presidente nerazzurro) ha continuato con i ringraziamenti volendo elogiare due personaggi che oggi non ci sono più, ma che saranno per sempre nella storia nerazzurra:

    “Oggi, bisogna ringraziare non solo Massimo, ma anche suo padre Angelo, che gli ha trasmesso questa grande passione, questo grande amore. Impossibile, poi, non ricordare anche un altro grande campione, Giacinto Facchetti: simbolo di uno stile, dello stile dell’Inter”

    Premiata tutta la squadra nerazzurra, la parola per i ringraziamenti e per ritirare il premio è andata anche al capitano Javier Zanetti: “Grazie al sindaco Moratti, alla città di Milano, per questo riconoscimento. L’Inter è una grande famiglia e merita questo riconoscimento,- ha aggiunto l’argentino- i miei compagni ed io siamo orgogliosi di essere qui oggi insieme al presidente Moratti, a ricordare le tante vittorie ed emozioni”.

    Le parole più belle  e cariche di emozioni sono venute dal presidente nerazzurro Massimo Moratti:

    “Ci tengo a ringraziare il sindaco, il Comune di Milano e tutta la città, che è stata vicina all’Inter per vincere tutto e che credo sia vicina anche quest’anno, per rivincere tutto.– a dimostrazione che Moratti sia più che convinto nella possibilità di tornare a ripetere il triplete- Spero che Milano sia orgogliosa dell’Inter come lo sono io, sia individualmente che nel lavoro di gruppo, che ci ha riempito di emozioni, felicità, grandi attese.

    Il discorso si sposta in seguito sui giocatori, veri artefici di un’impresa sportiva senza precedenti in Italia: “ La simpatia di ognuno di questi giocatori,- ha dichiarato Moratti- la loro professionalità e umanità sono sempre più belle, e hanno fatto crescere il nostro amore nei loro confronti, e di questo ringrazio tanto la città”.

    Finita la premiazione, Moratti aggiunge altre dichiarazioni ai microfoni dei giornalisti presenti: “Credo che questo Ambrogino d’Oro sia un premio all’orgoglio, per quello che l’Inter ha portato a casa, non solo per se stessa ma anche per la città di Milano. È qualcosa di emozionalmente molto bello ciò che è stato fatto dalla città di Milan.”, lasciandosi andare alle emozioni e aggiungendo una dichiarazione che sicuramente infastidirà molto Galliani e il presidente rossonero Berlusconi: “ L’Inter è Milano, i tifosi dell’Inter sono sempre stati considerati i milanesi veri. L’Inter ha sempre rappresentato l’orgoglio dello sport milanese, ha più radici l’Inter per la città che il Milan, anche se poi, comunque, la squadra rossonera ha fatto bene.”

    Chiusura finale con il ritorno al presente, e con la consapevolezza di chi sa di avere in mano una squadra in grado di rivincere tutto e perché no, bissare un nuovo Ambrogino d’Oro:  “Comunque, pensando al presente, è un dovere per noi oggi provare a riportare a casa ciò che ci ha dato felicità, la vittoria: è un nostro dovere e sono felice di perseguirlo,… Arrivederci all’anno prossimo”.

  • Mourinho al veleno: “Se mi cacciano allenerò in Italia”

    Mourinho al veleno: “Se mi cacciano allenerò in Italia”

    Il solito Mourinho, in conferenza stampa usa parole forti, e ne ha un po’ per tutti, dimostrando come non sia proprio un bel momento per il Real Madrid. Infatti dopo il pareggio contro il Deportivo e l’allungo del Barcellona in classifica la Liga sembra definitivamente in mano alla squadra blaugrana.

    Problemi opposti dunque per gli allenatori di Barcellona e Real Madrird, con  Pep Guardiola sofferente per il mal di schiena che rischia di non partire per la trasferta di Valencia al Mestalla,  e  il portoghese Josè Mourinho sembrato  più nervoso del solito nella conferenza stampa del pre partita contro il Malaga, in un clima  di guerra contro il Barcellona e chiunque non sia in linea con il suo pensiero. Storia già vista in Italia e nel nostro campionato prima del suo addio (con il portoghese che aveva parlava di prostituzione intellettuale di certa stampa).

    Josè non conosce mezze misure e attacca i giornalisti che gli hanno fatto notare come sia facile lamentarsi del calendario della Liga dopo i risultati negativi: “Io non mi sono lamentato del calendario dopo il pareggio col Deportivo, dopo un risultato negativo. L’avevo fatto prima, e chi dice il contrario mente. Viviamo in un mondo un tantino ipocrita. Ora è uscito il calendario del prossimo fine settimana. Il Barcellona giocherà martedì in casa con l’Arsenal e domenica andrà a Siviglia, il Valencia giocherà mercoledì in Germania e il sabato a Saragozza. Così come il Barcellona ha giocato sabato scorso e stasera sfida il Valencia che è sceso in campo domenica.

    L’affondo contro i giornalisti spagnoli continua, ricordando l’ultimo suo periodo italiano quando parlava di prostituzione intellettuale: “Se volete essere ipocriti è un problema vostro, io mi rifiuto. Preferisco essere il sacco della boxe, colpito da tutti i codardi riuniti. Sono nato e cresciuto così e sarò sempre così, non ho paura di dire la verità. So già che domani una banda di codardi mi attaccherà però io vado avanti per la mia strada”.

    Il tecnico portoghese spiega la situazione non facile del giocatore brasiliano Kakà, lanciandogli un’ancora di salvataggio: “Kakà soffre da tantissimo tempo, soffrono il suo talento, il suo gioco, la sua esplosività, e non è una situazione facile. Quando è rientrato non pensavo certo che tornasse subito ai livelli del Milan, del Pallone d’Oro. Il suo è un processo di recupero normale, naturale, difficile”.

    Solo parole al miele per l’ex idolo milanista, nella speranza di ritrovare il grande campione che tutti aspettavano al Santiago Bernabeu, cercando di non mettere fretta al ragazzo: “Kakà lavora sempre bene qui in allenamento, e in campo ci prova. Alcune partite gli vengono meglio di altre per le circostanze stesse della gara, però io continuerò ad appoggiarlo e dargli opportunità perché possa migliorare. È un giocatore e una persona fantastica: bisogna avere pazienza e lasciarlo lavorare. Da parte mia nei suoi confronti non c’è nessuna pressione”.

    Domani la squadra del portoghese dovrà affrontare il Malaga dell’ex tecnico dei blancos Pellegrini.  Tra i giornalisti in sala  c’è chi gli fa notare come a questo punto nello scorso anno il Real fosse primo in classifica con il Barcellona e avesse un punto in più rispetto a quest’anno. Mourinho non fa mancare la sua risposta piena di polemica:

    “Due verità, senza dubbio. Però è anche vero che quel Madrid era stato eliminato al primo turno della Copa del Rey e in Champions doveva rimontare dopo la sconfitta di Lione. E poi c’è una cosa che mi distingue da Pellegrini: che se mi cacceranno io non andrò mai ad allenare il Malaga. Se mi cacciano io andrò ad allenare una grande squadra, in Italia o in Inghilterra”.

    (Fonte: Gazzetta dello Sport)

  • Adriano: “Chiedo scusa a tutti”

    Adriano: “Chiedo scusa a tutti”

    La parabola discendente dell’Imperatore Adriano, sembra non finire mai. La storia inizia dalle dichiarazioni shock di quando militava ancora nelle file nerazzurre, che spiegassero come il giocatore spesso venisse coperto dalla società perché si presentava ubriaco agli allenamenti e finiva invece nella lista degli infortunati per non sollevare il classico polverone mediatico.

    Poi i continui viaggi a Rio, tra alcool donne e festini che lo attiravano come le api al miele. La condizione fisica che scendeva e il suo peso che faceva l’opposto. Un talento sprecato ricordando le sue gesta in Italia e in Champions, portando a casa per due anni di fila solo il “Bidone d’oro” (che premia ogni anno il peggior calciatore che abbia giocato nel campionato italiano). La rottura con il club nerazzurro è inevitabile e il ritorno in Brasile è l’ultima soluzione. Arriva al Flamengo dove vive una stagione da assoluto protagonista, segnando 19 reti e diventando capocannoniere del campionato brasiliano. In estate la voglia di rivincita, lo porta a tornare in Italia e a firmare un contratto triennale con la Roma, volendo dimostrare come l’Imperatore sia tornato. Complici molti infortuni durante la stagione Adriano non riesce mai a entrare in forma e a trovare la continuità che gli permettano di allenarsi nel migliore dei modi. L’ultimo infortunio alla spalla, che si procura nel derby lo tiene fuori per un mese, periodo nel quale il brasiliano decide di tornare in Brasile per curarsi in maniera personalizzata. La storia si ripete e al giocatore giallorosso al ritorno da una festa nei quartieri della movida notturna di Rio, viene ritirata la patente perché si rifiuta di sottoporsi al controllo dell’alcool test. Altro caso da spiegare a Trigoria. Inoltre i continui rinvii e ritardi nel rientrare in Italia dal Brasile ogni volta sembrano mancanze di rispetto nei confronti della squadra giallorossa, e della dirigenza che ha creduto in lui. L’ultimo caso in ordine di tempo è stata la mancata presentazione ad una visita medica a Trigoria senza nemmeno avvertire. La cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso.

    Sono arrivate subito le scuse del giocatore stesso che adesso si sente in colpa e cerca di dare spiegazioni all’ennesima “Adrianata” che lo rende protagonista più fuori che dentro il campo: “L’appuntamento era per sabato, loro lo hanno spostato per domenica – ha dichiarato ai microfoni di Sky il giocatore brasiliano- io pensavo di dover fare un controllo con lastre e tutto quanto, ma lo hanno spostato a Trigoria e lì non ci sono apparecchiature per fare questo. Mi sono sentito male, ho sbagliato a non presentarmi domenica. Per questo oggi tutti parlano di questa polemica”

    Poi le spiegazioni per motivare la scelta di non presentarsi, che sinceramente non serviranno a placare gli animi dei tifosi e dei sostenitori giallorossi, scegliendo di scusarsi per l’ennesima volta: “Domenica non sono andato perché mi sono arrabbiato, so di fare male a me stesso, ma chiedo scusa a tutti, tifosi e società. Adriano continua il discorso parlando della sua stagione travagliata, aggiungendo altre scuse per l’ultima gaffe : “Alla Roma mi sono fatto male tre volte, non sono riuscito a giocare tanto, ho avuto poche opportunità, ma quando ho giocato ho fatto bene, i tre infortuni però mi hanno impedito di dare un grande contributo. E’ stato fin qui un anno non bello per me e questo peggiora le cose.

    Alla fine finisce che si fa uno sbaglio come quello di domenica e per il quale chiedo scusa, ho certamente sbagliato, ma è già passato, oggi ho fatto tutto quello che dovevo e sono tranquillo. Spero di tornare prima possibile per aiutare la squadra”.

    Sembra solo un miraggio il futuro in giallorosso per il brasiliano. Montali  pochi giorni fa aveva apostrofato Adriano come “indifendibile” e in linea con quest’atteggiamento, i vertici societari  si stanno muovendo per ottenere la rescissione del contratto, fin troppo oneroso per le finanze giallorosse. Nonostante tutto il giocatore sembra cadere dalle nuvole: “Il mio futuro? Sento parlare di rescissione, c’è polemica, non saprei. Io sono qui, disposto a tutto, ho sbagliato a non andare domenica a Trigoria per la visita, ma non mi pare il caso di fare tutto questo. Io sono comunque qui, sono disposto a tutto. Il controllo l’ho fatto oggi con il dottore Castagna. Mi ha visto, sto bene, sto migliorando, bisogna avere più pazienza, così posso tornare” .

    Incorreggibile più che indifendibile a questo punto!

    (Fonte: Eurosport)

  • Pagellone Sampdoria –  Inter: Sneijder cecchino!

    Pagellone Sampdoria – Inter: Sneijder cecchino!

    Pagelle Sampdoria

    Curci 6,5 Decisivo in più occasioni si fa trovare pronto e respinge le conclusioni di Eto’o nel primo tempo e soprattutto nel finale della ripresa. Accetta una sfida con il camerunense e la perde solo nel finale di partita quando viene trafitto dal rasoterra del bomber nerazzurro. Incolpevole anche sul primo gol dell’Inter con la splendida punizione calciata da Sneijder.

    Ziegler 5,5 Partita da sufficienza per lui ma mezzo voto in meno per l’occasione sprecata nel primo tempo quando si fa murare nell’area piccola dai difensori nerazzurri in una situazione di mischia. Nel finale cala vistosamente, spingendosi in avanti si dimentica spesso la fase di copertura e lascia ampi spazi alle offensive di Eto’o e Pandev.

    Guberti 6 Sufficienza piena per un giocatore che ha fatto il suo dovere, chiudendo ripartendo e servendo cross perfetti per l’attacco blucerchiato. Bellissimo l’assist a servire da solo in area Poli che sbaglia colpendo il legno.

    Maccarone 6 Lotta sgomita e si dimena con due clienti non facili come Lucio e Ranocchia. Con il primo vince qualche contrasto e finisce anche per litigarci. Con il secondo non si passa. Gli capita una palla perfetta servita da Palombo, ma non è abbastanza veloce e solo un’uscita miracolosa di Julio Cesar gli nega la possibilità di segnare.

    Biabiany 5,5 Davvero poco incisivo, ricorda il giocatore già visto nell’Inter di Benitez. Tanta corsa poca qualità e soprattutto poca visione di gioco. Non riesce a entrare perfettamente nei meccanismi di gioco della squadra e quindi di conseguenza a rendersi utile. È ancora giovane avrà il tempo di rifarsi.

    Pagelle Inter

    Julio Cesar 7,5 Nessun tifoso nerazzurro si è mai sognato di criticarlo dopo l’errore contro il Bayern Monaco, vista la riconoscenza che gli interisti nutrono per lui. Ma Julio stasera ha voluto dimostrare come i grandi campioni sappiano cadere e rialzarsi immediatamente. Uscita perfetta nella ripresa con la quale anticipa Maccarone e salva il risultato con l’ovazione dello stadio che gli riconosce la grande giocata. Numero 1

    Ranocchia 7 Non doveva giocare, e invece nonostante l’infortunio al legamento eccolo che te lo ritrovi al centro della difesa con la sicurezza e l’eleganza di sempre. Ormai è una costante del gioco nerazzurro. Sembra esser sempre stato là dietro, sembra aver 30 anni di esperienza e sembra non aver paura di niente. I tifosi lo adorano e lui ricambia con prestazioni sontuose. Non lo ferma più nessuno: Terminator!

    Sneijder 7 Nella primo tempo e per una parte della ripresa viene continuamente raddoppiato e ingabbiato. Non riesce nemmeno a girarsi e la manovra dell’Inter senza le sue invenzioni è prevedibile e scontata. Poi ricorda ai tifosi perché lo chiamano il cecchino. Prende la mira e su punizione mette la palla dove vuole. Più che il gol è da apprezzare il suo italiano nell’intervista post partita rilasciata a Sky! Poliglotta!

    Eto’o 6,5 Sinceramente è difficile trovare aggettivi per Samuel Eto’o. Si intestardisce nel primo tempo e non gli riesce nemmeno un dribbling. Viene servito un paio di volte da Kharja ma i suoi tiri non sono letali come al solito. Nella ripresa trova più spazio e incomincia la sua partita, seminando avversari e iniziando a prendere la mira per tornare al gol. Giusto perché non segna da 4 giornate e nel finale invece di servire Pandev a secco da una vita, punisce Curci per avergli negato il gol precedentemente. Fantacampione!

    Pazzini 5,5 Serata da dimenticare per Pazzini, che praticamente non viene servito mai e non riesce mai ad essere incisivo. Forse sente la pressione della partita da ex, ma praticamente non vede palloni giocabili e nemmeno la porta. Unica nota positiva quando guadagna la punizione sulla quale Wesley porta in vantaggio l’Inter. Emozionato.

    SAMPDORIA : Curci 6,5; Volta 6, Gastaldello 6, Lucchini 6, Ziegler 5,5 ; Mannini 6, Dessena 5,5 (31’s.t. Biabiany 5,5), Poli 6,5 (42’ s.t. Macheda), Palombo5,5 , Guberti 6 (39’ s.t. Koman); Maccarone 6.

    INTER : Julio Cesar 7,5; Nagatomo 6, Lucio 6, Ranocchia 7, Chivu 5,5; J.Zanetti 6, Kharja 6 (17’ s.t. Pandev 6,5), Stankovic 6; Sneijder 7; Pazzini 5,5 (42’ Mariga), Eto’o 6,5.

  • Sneijder-Eto’o sbancano Marassi. Inter a -2 dalla capolista

    Sneijder-Eto’o sbancano Marassi. Inter a -2 dalla capolista

    Formazione con il colpo di scena finale per l’Inter che schiera in campo Ranocchia centrale, con un recupero che sa di miracolo dopo l’infortunio al legamento contro il Bayern, con Chivu che torna a sinistra e Zanetti a centrocampo. Per la Sampdoria modulo rivoluzionato con la scelta di una difesa a 4, con Volta al posto di Zauri e Ziegler esterno. Rimane in panchina Biabiany, lasciando il posto a Mannini.

    Fase di gioco iniziale con l’Inter che spinge molto sulle fasce sia con Chivu che con Zanetti supportato da Kharja. La difesa doriana è molto compatta e i nerazzurri fanno girare molto velocemente la palla sfruttando il gioco laterale. Al 15’ punizione dal limite dell’area per Sneijder che calcia sopra la barriera a giro, ma trova la risposta di un reattivo Curci.  I nerazzurri continuano la manovra offensiva schiacciando la squadra blucerchiata, ma i doriani chiudendosi con ordine non permettono agli uomini di Leo di finalizzare le azioni. Nella prima parte della partita funziona alla perfezione l’atteggiamento tattico della Sampdoria con il centrocampo robusto che riesce a contenere alla perfezione le offensive interiste.

    Al 28’ sugli sviluppi di un calcio d’anglo per la Samp Lucchini colpisce di testa e confeziona una doppia occasione per Dessena e  Maccarone che ad un metro dalla porta vengono praticamente murati dalla difesa nerazzurra. L’azione continua e Mannini recuperata palla da fuori area fa partite un gran tiro che impegna Julio Cesar. La samp si chiude e riparte velocemente sulle fasce . La difesa interista soffre queste ripartenze e al 39’ Ziegler viene servito in area e solo un salvataggio miracoloso di Ranocchia tiene la partita sul punteggio di 0 a 0.

    Al 42’ ancora fortunata la squadra di Leonardo con un azione confezionata dalla ditta Guberti- Poli, con il secondo servito in area, controlla e calcia a botta sicura colpendo il  secondo palo con Julio Cesar che può solo guardare.

    Stesso copione nella ripresa dove la Samp copre benissimo tutti gli spazi e non permette mai all’Inter di essere pericolosa. Un’Inter lenta in mezzo al campo con una manovra farraginosa e priva di fantasia, che riesce solo a far un possesso palla sterile. Gli attaccanti nerazzurri praticamente sono isolatissimi.

    Al 14’ uno due veloce tra Eto’o e Sneijder che libero dalla marcatura fa partire una conclusione che va vicino al palo alla destra di Curci.  Occasionissima per la Sampdoria al 16’ su lancio perfetto di Palombo a servire Maccarone praticamente davanti a Julio Cesar. Il numero 1 nerazzurro esce a valanga e compie un intervento che vale un gol. Al 26’ dopo una fase di gioco senza emozioni Pazzini guadagna un calcio di punizione sul limite dell’area. Sneijder  su calcio piazzato prende la mira e fa partire un tiro a giro che va sull’angolo opposto del portiere. Curci non ci arriva e l’olandese può esultare per il gol del vantaggio. Ancora Sneijder  al 34’ su punizione fa tremare il pubblico doriano colpendo il palo esterno.

    Nel finale l’Inter si limita a mantenere il risultato, difendendosi con ordine con l’occasione d’oro che capita al 44’ ad Eto’o che si vede parare un gran tiro da Curci. Forcing nei minuti di recupero per una Samp a trazione anteriore che ci crede e spinge forte sull’acceleratore.  Nel finale Eto’o è spietato e infila Curci tornando al gol dopo 4 partite di astinenza. Inter batte Sampdoria 2 a 0 e lancia un messaggio chiaro al Milan e al Napoli: siamo noi la squadra da battere per vincere il titolo!

    SAMPDORIA (4-5-1): Curci; Volta, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Mannini, Dessena (31’s.t. Biabiany), Poli (42’ s.t. Macheda), Palombo, Guberti (39’ s.t. Koman); Maccarone.

    A disposizione: Da Costa, Martinez, Zauri, Laczko, Koman, Macheda, Biabiany.

    All. Di Carlo

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Nagatomo, Lucio, Ranocchia, Chivu; J.Zanetti, Kharja (17’ s.t. Pandev), Stankovic; Sneijder; Pazzini (42’ Mariga), Eto’o.

    A disposizione: Castellazzi, Materazzi, Mariga, Thiago Motta, Obi, Pandev, Coutinho.

    All: Leonardo

  • Sampdoria – Inter: le probabili formazioni. Pazzini ex di turno

    Sampdoria – Inter: le probabili formazioni. Pazzini ex di turno

    Trasferta delicatissima per gli uomini di Leonardo stasera in campo a Marassi contro una Sampdoria che dopo la partita a reti bianche contro la Fiorentina deve vincere obbligatoriamente per risalire la classifica.

    Diversi gli obiettivi delle due squadre, dove l’Inter da buona inseguitrice deve assolutamente portare a casa i tre punti, tenendo lo sguardo al big match di lunedì sera tra Milan e Napoli, che potrebbe rappresentare l’occasione d’oro per rosicchiare punti su una delle pretendenti al titolo o addirittura in caso di pareggio ( auspicato dallo stesso tecnico Leonardo) di recuperare due punti su entrambe. Situazione diversa in casa Samp, dove Di Carlo sta cercando di uscire dalla crisi che vede protagonista la sua squadra, dopo la sconfitta nel derby contro il Genoa, e il prezioso punto conquistato con la Fiorentina. Persa la coppia dei ‘gemelli del gol’ Cassano Pazzini rispettivamente sulle sponde opposte di Milano, Di Carlo sta cercando di lavorare sui nuovi innesti non ancora inseriti perfettamente nel gioco della squadra, con l’ esempio lampante Macheda.

    Vediamo come scenderanno nel dettaglio in campo le due squadre:

    Formazione novità per il tecnico nerazzurro che dovendo fare i conti con la lunga lista di infortuni, cercherà di far rendere al meglio i suoi uomini disponibili. In porta Julio Cesar che sicuramente vorrà rifarsi dopo l’errore contro il Bayern Monaco. In difesa c’è da fare un discorso a parte, dove Ranocchia sembra aver già recuperato dalla distorsione al ginocchio ed è stato inserito nella lista dei convocati. Ovviamente non farà parte dell’undici titolare che vedrà una difesa composta dalla coppia Lucio Chivu, con il romeno che torna nella posizione che ama di più, già occupata quando giocava nella Roma insieme a Mexes. Sulla fascia destra poiché Maicon è stato squalificato dovrebbe scendere il capitano Zanetti con un ritorno alle origini, giocando nella posizione che occupava nell’Inter al suo arrivo. Sull’altra fascia ancora fiducia al nipponico Nagatomo. Centrocampo reinventato dovendo fare a meno di Cambiasso e di Thiago Motta (comunque convocato nonostante l’affaticamento muscolare) con Stankovic arretrato e Kharja, Mariga ai lati. Sneijder  si muoverà dietro le punte Pazzini ed Eto’o. Proprio Pazzini scenderà in campo  per la prima volta questa sera contro la sua ex squadra in una partita che a livello di emozioni vorrà dire molto per il giovane attaccante.

    Di Carlo sulla sponda doriana, dopo il pareggio contro la Fiorentina dovrebbe confermare la difesa a 3 con Gastaldello, Lucchini e Zauri in ballottaggio con Martinez. L’idea è quella di schierare un centrocampo ‘diga’ che possa arginare le offensive e il gioco dei nerazzurri, composto da 5 uomini: capitan Palombo, Poli ( su cui si è parlato molto in queste ultime ore di un forte interessamento della società di Massimo Moratti) Ziegler, Dessena e Guberti che parte favorito a destra al posto di Koman. Dubbio sull’utilizzo di  due punte con ‘Big Mac’ Maccarone affiancato da Macheda, o la soluzione con l’unica punta ex Palermo supportato da Biabiany alle spalle. Partita da ex anche per il francese che dopo l’esperienza interista ( coronata anche con un gol nella finale del mondiale per Club) si è gettato nella nuova realtà doriana lasciandosi il passato alle spalle.

    Ecco le probabili formazioni in campo questa sera alle ore 20 e 45 a Marassi

    SAMPDORIA (3-5-1-1): Curci; Zauri, Gastaldello, Lucchini; Guberti, Poli, Palombo, Dessena, Ziegler; Biabiany; Maccarone.

    Panchina : Da Costa, Martinez, Volta, Mannini, Koman, Macheda, Zaza.

    Allenatore: Di Carlo

    Diffidati: Mannini, Ziegler

    Squalificati: nessuno

    Indisponibili: Semioli, Pozzi, Tissone

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Zanetti, Lucio, Chivu, Nagatomo; Kharja, Stankovic, Mariga; Sneijder; Eto’o, Pazzini.

    Panchina: Castellazzi, Materazzi, Ranocchia, Obi, Thiago Motta, Coutinho, Pandev

    Allenatore: Leonardo

    Diffidati: Pazzini, Nagatomo, Eto’o

    Squalificati: Maicon (1)

    Indisponibili: Samuel, Milito, Cambiasso, Cordoba

  • Juventus adesso è crisi!

    Juventus adesso è crisi!

    Il Bologna di Malesani vince a Torino dopo 31 anni: questa è la sintesi della serata. Una Juventus che esce con le ossa rotte da questa sconfitta, ridimensionata e con moltissimi dubbi sul cammino verso la Champions League.

    Guardando infatti alla classifica, si nota come la squadra bianconera dopo le due sconfitte con Lecce e Bologna si sia arenata a quota 41 punti. L’obiettivo stagionale rimane il quarto posto, ma se la Lazio dovesse vincere oggi si porterebbe a 51 punti, rendendo la missione juventina più che un’impresa, dovendo recuperare 10 punti in 11 partite. Senza dimenticare squadre come l’Udinese di Guidolin in splendida forma a quota 44 e la Roma di Montella a 42. In estrema sintesi una poltrona per quattro!

    Una Juve che in estate era sta rifondata con numerosissimi acquisti di qualità, una squadra plasmata a immagine e somiglianza del gioco di Del Neri che aveva voluto fortemente giocatori di fascia come Pepe e Krasic. In difesa l’arrivo di Bonucci acquisto in prospettiva futura ma di certo oneroso, e a centrocampo con il sacrifico di Diego è arrivato Aquilani in prestito con diritto di riscatto dal Liverpool. Riscatto con cifre che forse senza la qualificazione in Champions la Juve non potrà permettersi. È proprio questo il nodo della stagione juventina, che si è vista rifiutare diversi trasferimenti poiché la possibilità di non giocare la Champions League ha inciso fortemente sulle scelte di molti giocatori.

    Il bomber del Wolfsburg Dzeko che era stato più volte accostato ai bianconeri  ha scelto il Manchester City per la solidità del progetto, e Marco Borriello che ha preferito vestire la maglia giallorossa rifiutando il trasferimento a Torino. Questi sono gli esempi più evidenti. Perdere anche quest’anno il treno Champions League vorrebbe dire un’altra annata fallimentare, e ulteriori ritardi nella ricostruzione di un progetto Juventus solido e vincente.

    Le parole del presidente Agnelli sono rimaste solo buone intenzioni. L’ordine di vincere tutte le partite non è stato recepito dalla squadra e in questo caso il capro espiatorio rimane sempre il tecnico, colpevole di non riuscire a far rendere gli uomini a sua disposizione.

    Del Neri nel posta partita ai microfoni di Sky è parso davvero amareggiato e con poche giustificazioni per i suoi uomini : “Una prestazione difficile da inquadrare. La continuità non è nel nostro dna, forse non abbiamo quella serenità che qualche volta aiuta a buttarla dentro. Ogni volta che pensiamo che qualcosa ci va storta perdiamo l’attenzione. Mi sembra impossibile che una squadra come la nostra possa passare da una partita di tale intensità e grinta come quella con l’Inter a una prova come quella di Lecce o alla prestazione di oggi. Errori? Quasi inspiegabili, è stato bravo Di Vaio, un po’ di fortuna. Mi dispiace, è un annata di grande difficoltà se continua così. Dobbiamo migliorare, ritrovare autostima, altrimenti dobbiamo renderci conto che sarà un campionato difficile, dispiace per i tifosi che meritano cose diverse”

    Del Neri continua il discorso, spiegando come adesso sia il momento delle assunzioni delle colpe e delle responsabilità, dove tutti siano consapevoli degli errori commessi. Con un monito chiaro: “La colpa non è dei centrocampisti, ma di tutta la squadra. In questo momento dobbiamo essere uomini, lavorare e stare zitti. Tutti dobbiamo essere responsabili”.

    Anche Marotta segue la stessa linea di pensiero del tecnico bianconero: “Se di colpe dobbiamo parlare siamo tutti colpevoli, in campo ci vanno i giocatori e i valori oggi erano superiori da parte nostra. Non è facile uscirne, i tifosi si aspettano molto ed è giusto così. Non siamo credibili ora e dobbiamo tornare ad esserlo, non possiamo ambire a grandi traguardi e cerchiamo di finire bene la stagione, ci aspettano undici finali. Ora non ci poniamo nessun obiettivo per non avere intralci mentali. Credo che il nostro potenziale sia superiore a Lazio e Udinese, noi quando affrontiamo squadre che contro di noi ci mettono il massimo, il Bologna di stasera non è paragonabile a quello di due settimane fa che ha perso nettamente a Genova”.