Autore: Antonio Trementozzi

  • Remuntada! 3 a 1 per il Barcellona, Messi annienta l’Arsenal

    Remuntada! 3 a 1 per il Barcellona, Messi annienta l’Arsenal

    Sorpresa al Camp Nou con Wenger che schiera una formazione totalmente inaspettata, dove balzano agli occhi i nomi di Fabregas e Van Persie, disponibili dal primo minuto, con l’esclusione eccellente di Andrey Arshavin. Tutta pretattica quindi, nelle dichiarazioni del tecnico dei Gunners che parlava di un Van Persie infortunato e non in grado di giocare.

    Novantaseimila spettatori al Camp Nou in una serata che i giornali spagnoli hanno definito un omaggio al gioco del calcio. Pressing asfissiante e difesa molto alta sono la ricetta di Wenger per fermare il gioco del Barcellona. Nonostante queste dovute accortezze i giocatori di Guardiola iniziano già nei primi minuti ad impaurire la difesa dei Gunners con gli scambi e le accelerazioni di Messi e Pedro. Arsenal che diversamente dal solito non riesce a far possesso palla,  snaturando il suo gioco e non riuscendo a creare occasioni pericolose. Pressing a tutto campo per i blaugrana che si lanciano praticamente su ogni pallone, bloccando in principio qualsiasi azione degli inglesi.

    Al 16’ Dani Alves su punizione calcia con forza, e Szczesny para accusando un colpo alla mano. L’infortunio ad un dito non gli permette di continuare a giocare e sfortunatamente per Wenger già al 18’ c’è la prima sostituzione con il subentrante Almunia.

    Passano i minuti ed è sempre più evidente la forza dell’organico di Guardiola, che praticamente gioca nella metà campo dell’Arsenal, in attesa del varco giusto per servire le punte. L’Arsenal è in evidente difficoltà, non riuscendo mai a ripartire e a servire Van Persie, praticamente non pervenuto nella prima mezz’ora.

    Nel finale di tempo la partita si incattivisce con un paio di entratacce da ambo le parti. Arriva inevitabilmente un cartellino giallo per il numero dieci dell’Arsenal  Van Persie, che innervosito a causa di un diverbio precedente con Abidal, si vendica colpendo Dani Alves con una manata in pieno viso.

    Al 48’ in pieno recupero, il Camp Nou esplode al gol del Barcellona: Fabregas rischia con un tacco nei pressi della sua area, permettendo a Iniesta di recuperare palla e servire con il tempo giusto Messi davanti ad Almunia. La Pulce inventa un gol di rara bellezza, con un tocco sotto si alza la palla scavalcando il portiere dell’Arsenal,  per poi ritrovarsi  a porta vuota libero di calciare nuovamente il pallone al volo e portare i suoi sul punteggio dell’1 a 0.

    Si torna in campo nella ripresa con gli stessi giocatori in campo nel primo tempo. La musica non cambia e il Barcellona con il pressing sui primi portatori di palla non fa praticamente uscire mai gli inglesi dal loro centrocampo. Il resto lo fa Leo Messi portando a spasso tutta la difesa dei Gunners. Il calcio non è matematica, e la stranezza di questo gioco è ciò che lo rende lo sport più bello del mondo:  al 53’ infatti arriva la doccia fredda per i catalani. Il paradosso è che l’Arsenal pareggia senza tirare in porta, quando Busquets su calcio d’angolo per gli inglesi colpisce di testa e involontariamente beffa il suo portiere riportando il risultato sull’1 a 1.  Al 55’ partita in salita per l’Arsenal con un episodio che farà discutere:  Van Persie già ammonito calcia il pallone dopo il fischio dell’arbitro e viene espulso per somma di ammonizioni. Situazione ribaltata al 68’  quando Xavi servito in area  non perdona battendo Almunia (complice una deviazione di Diaby) e portando il punteggio sul 2 a 1 per i blaugrana.

    Al 69’  episodio chiave della partita con il contatto in area dell’Arsenal tra Koscielny e Pedro: Busacca indica il dischetto di rigore. Messi non si fa ipnotizzare dal portiere dei Gunners e segna il penalty del 3 a 1 che porta il Barcellona sulla strada della qualificazione ai quarti.

    Barcellona devastante nel finale che non riesce ad arrotondare il risultato solo per i meriti di Almunia, miracoloso in diverse occasioni su Messi e soci. Inaspettato negli ultimi minuti l’ assalto dell’Arsenal con Wilshere che serve l’assist per il gol qualificazione a Bendtner, ma la punta dei Gunners si allunga troppo  il pallone e si fa rimontare da Valdes.

    Fischio finale e festa grande al Camp Nou con il Barcellona che ottiene la sua Remuntada battendo l’Arsenal per 3 a 1. La sintesi di questa partita risiede in un numero preciso: lo zero, come i tiri in porta dell’Arsenal, totalmente annientato più che battuto dagli uomini di Guardiola. Non esistono più aggettivi per descrivere questo Barcellona dei record, che sale a quota 125 gol in 45 partite stagionali. Forse abbiamo davanti la squadra più forte di tutti i tempi!Senza Forse…

  • Adriano addio Roma. L’Imperatore torna in Brasile

    Adriano addio Roma. L’Imperatore torna in Brasile

    Come si rende noto sul sito ufficiale della AS Roma in un comunicato il giocatore brasiliano ha rescisso il contratto:

    A.S. ROMA S.P.A. ed il calciatore ADRIANO RIBEIRO LEITE rendono noto di aver raggiunto, in data odierna, l’accordo per la risoluzione consensuale anticipata del contratto economico per le prestazioni sportive dello stesso, la cui naturale scadenza era prevista al 30 giugno 2013″. 

    Così finisce nel modo peggiore il ritorno in Italia dell’Imperatore, senza nemmeno un gol segnato e soprattutto per aver lasciato il segno solo fuori dal campo con le innumerevoli polemiche e situazioni al limite della decenza che l’hanno riguardato e coinvolto direttamente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’assenza ingiustificata alla visita di controllo fissata a Trigoria dopo il periodo di recupero personalizzato a Rio.

    Le notti brave brasiliane, l’alcool, le donne e la vita spericolata che ha condotto fin’ora hanno rovinato uno dei talenti più esplosivi che il calcio abbia mai avuto. Basta ricordare gli inizi della sua carriera al Parma, quando in coppia con Gila era devastante, o quando arrivò nell’Inter e fece impazzire i tifosi con il suo gol più bello, in una serpentina di dribbling da centrocampo in un’azione uno contro tutti nella partita con l’Udinese. Forte fisicamente, devastante con la palla al piede, e con un sinistro capace di piegare le mani a qualsiasi portiere. Memorabile la sua prima partita in maglia nerazzurra in un’amichevole contro il Real Madrid, quando segnò su punizione a più di 170 km/h all’incrocio dei pali. Da Sconosciuto divenne l’Imperatore. Il giocatore interista con più gol nelle competizione europee, un idolo per i tifosi nerazzurri. Inesorabilmente qualcosa iniziò a cambiare, prima il rapporto con Roberto Mancini di amore e odio, poi sfortunatamente la morte del padre, a cui seguirono la depressione e la caduta nell’alcool.

    Un giocatore che non si è più ripreso, e che nonostante abbia avuto una seconda opportunità con la squadra giallorossa, non è riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta di Bidone d’oro. Perdendo così, di nuovo la possibilità di dimostrare di non essere una scommessa.

    Ha perso  ufficialmente il titolo di imperatore, ma non lo stipendio per la sua “carica istituzionale”: ha guadagnato più di un imperatore con 3,5 milioni di euro l’anno!

  • Barcellona-Arsenal: Remuntada o impresa Gunners?

    Barcellona-Arsenal: Remuntada o impresa Gunners?

    Stasera al Camp Nou di Barcellona, i giocatori blaugrana guidati da Guardiola tenteranno la famosa “Remuntada” ai danni dei Gunners di Arsene Wenger. Barcellona Arsenal è più che un semplice ottavo di finale, è puro spettacolo per i veri amanti del calcio, è la partita giusta da guardare per chi vuole divertirsi e assistere ad una sfida a viso aperto. Due squadre “parallele” per quanto riguarda la filosofia di gioco, con l’obiettivo finale di vincere facendo un bel gioco. Accomunate anche dalla giovane età dei campioni in rosa.

    Il Barcellona i campioni se li coltiva in casa propria, nella cantera, come Xavi, Iniesta, Messi, per citarne solo alcuni, mentre l’Arsenal ha un settore scouting da  far invidia a mezzo mondo, per la capacità di scegliere giovanissimi talenti già pronti per il palcoscenico della Premier League.

    Il tecnico alsaziano Wenger in una recente intervista al sito Eurosport ha detto la sua, sulla importantissima sfida di stasera, non nascondendo le forti emozioni: “C’è il mondo intero che ci guarda: tutti aspettano questo Barcellona-Arsenal e devo dire che siamo un po’ emozionati. Cercheremo di portare a termine il nostro lavoro perché siamo stati bravi a crearci l’opportunità per passare ai quarti e ora vogliamo andare fino in fondo, siamo ottimisti. In ogni caso, c’è anche un po’ di preoccupazione perché sappiamo benissimo che il Barça ti fa sempre soffrire quando giochi al Camp Nou e credo che il fattore decisivo del match sarà rappresentato proprio dalla nostra capacità di difenderci e di impostare poi il nostro gioco. Ci servirà un po’ di fortuna, ma anche tanto, tantissimo coraggio”.

    I bookmakers credono poco nel passaggio del turno degli inglesi nonostante il 2 a 1 dell’andata, e danno come risultato più probabile la vittoria dei catalani. Considerando i numerosi infortuni che hanno colpito l’Arsenal in questi ultimi giorni, Wenger dovrà fare a meno di diverse pedine fondamentali. L’incognita nonostante la convocazione, rimane l’utilizzo di Van Persie, mattatatore nel match d’andata, che ha accusato un problema alla caviglia nella partita contro il Birmingham.  Anche la presenza di Cesc Fabregas,  gioiello dei Gunners e sogno proibito di Pep Guardiola, è in forte dubbio poiché lo spagnolo non è in condizioni fisiche perfette essendo reduce da un problema agli adduttori. Le cattive notizie dall’infermeria dei Gunners non finiscono, poiché altro grande assente è il giovanissimo attaccante inglese Walcott, fermato ai box a causa di una distorsione alla caviglia.

    Arsene Wenger dovrebbe scendere in campo con un 4-2-3-1 dove in difesa figurano Sagna, Djouru, Koscielny e Clichy. A centrocampo sarà presente il giovanissimo talento inglese Wilshere, seguito sempre con molta attenzione dal c.t. inglese Fabio Capello. Presenti in mediana anche Diaby, Denilson e il francese Nasri con spiccate proposizioni offensive. Lo zar di Russia, Arshavin, autore del 2 a 1 dell’andata dovrebbe agire a supporto dell’unica punta Bendtner in ballottaggio con il marocchino Chamakh

    Situazione più rosea sulla sponda catalana, con Guardiola che dovrà rinunciare “solamente” alla coppia di difensori centrali: Pique perché squalificato e Puyol infortunato. Assenza già capitata nello scorso anno come ricorda bene il centrocampista catalano Busquets in conferenza stampa.

    Guardiola viste le indisponibilità nel reparto difensivo, dovrebbe schierare una coppia inedita di centrali composta dal francese Abidal e dal giovanissimo centrocampista spagnolo Busquets. Dani Alves e l’ex interista Maxwell agiranno sulle fasce. Centrocampo con la garanzia in fase di copertura di Mascherano, e l’estro di Xavi e Iniesta per supportare la manovra offensiva. Classico tridente devastante con, in ordine alfabetico Messi, Villa, e Pedro.

    Queste le probabili formazioni del match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra Barcellona ed Arsenal stasera al Camp Nou  delle ore 20 e 45:
    BARCELLONA (4-3-3): Valdes; Dani Alves, Busquets, Abidal, Maxwell; Xavi, Mascherano, Iniesta; Pedro, Villa, Messi.

    ARSENAL (4-2-3-1): Szczesny; Sagna, Djorou, Koscielny, Clichy; Wilshere, Denilson; Nasri, Diaby, Arshavin; Bendtner.

  • Garrone duro su Pazzini: “Ha fatto di tutto per andare via”

    Garrone duro su Pazzini: “Ha fatto di tutto per andare via”

    Il presidente Doriano si è sfogato con i giornalisti di Sky in merito al caso Pazzini, e in particolare alla sua cessione. Parole amare per Garrone che spiega come non c’erano possibilità di trattenere il giocatore che aveva espressamente dichiarato di voler andar via: “Non c’è nessuno, a meno che non sia un folle, che tenga un giocatore che vuole andare via e che ha fatto di tutto per andare via. Questa è la ragione per cui è andato via Pazzini- ha spiegato ai giornalisti GarroneSi continua a dire sui media che questa situazione della Samp è la conseguenza dell’uscita di Pazzini. Ma in realtà Giampaolo Pazzini com’era a gennaio, a dicembre e com’è stato da quest’estate alla Sampdoria, sarebbe stato meglio far giocare Cristicic, sia ben chiaro”. Parole di un presidente che è stato tradito dai suoi giocatori migliori.

    Discorso a parte per il caso Cassano, di cui Garrone non vuole sentire più parlare. Il presidente doriano infatti chiude l’argomento con un pizzico di amarezza, mostrando una delusione evidente per i fatti accaduti: “ La storia di Cassano non è il caso di ripeterla. Io sarò fatto diverso da altri ma resto come sono sempre stato nella vita. Ci sono momenti in cui la dignità e il comportamento della gente è fondamentale rispetto a qualsiasi altra cosa, anche se ci possono essere delle conseguenze negative come ci sono state”.

    Dopo le ultime sconfitte, e la serie di risultati negativa che hanno portato la Sampdoria in piena zona retrocessione, sono arrivate le contestazioni dei tifosi, sempre in merito alla decisione di vendere Pazzini alla società nerazzurra di Massimo Moratti: “Sono amareggiato perché credo che tutti quelli che contestano non hanno capito che Pazzini non si poteva tenere e continuano a protestare su questo – ha ribadito il presidente blucerchiato – tra l’altro, è incomprensibile come i tifosi non capiscano che Pazzini non si poteva più tenere, tanto che l’hanno applaudito quando è venuto a giocare a Genova, mentre Cassano l’hanno fischiato”

    Sull’esonero del tecnico Di Carlo, Garrone aggiunge: “Dal punto di vista umano mi dispiace molto ma a questo punto si guardano i risultati ottenuti“. La Sampdoria infatti nelle ultime giornate aveva ottenuto una media punti da retrocessione. Il paradosso sta nel fatto che la società blucerchiata dopo aver sfiorato l’ingresso in Champions League con la sconfitta bruciante contro il Werder Brema, è praticamente crollata in una spirale discendente. L’addio di Del Neri, il litigio di Cassano con Garrone e la sua successiva esclusione hanno rovinato gli equilibri di un gruppo che nella scorsa annata aveva dimostrato di poter giocare un ottimo calcio e competere con le big. L’ulteriore partenza di Pazzini in direzione Milano nerazzurra è risultata essere decisiva per distruggere i sogni dei tifosi blucerchiati.

    Esonerato Di Carlo, che è stato utilizzato come capro espiatorio dalla tifoseria con uno striscione polemico durante la partita contro il Cesena recante scritto “Di Carlo Vattene” Garrone ha scelto come sostituto per la panchina doriana Alberto Cavasin :“La scelta arriva valutando tutti gli allenatori disponibili a prendere un incarico in questo momento. Si ritiene che la sua storia, la sua professionalità e il suo temperamento vadano bene in questo momento. E’ evidente che spero che questo sia sufficiente per risollevare la squadra”.

    Sicuramente la scelta di un nuovo tecnico darà una scossa psicologica alla squadra, ma le responsabilità di questa discesa in classifica non sono tutti attribuibili al tecnico ex Chievo, considerando anche come i sostituti arrivati per l’attacco, non siano stati in grado di sostituire la coppia dei gemelli del gol Cassano -Pazzini. Come troppo spesso accade nel mondo del calcio, è l’allenatore a pagare per gli errori  o le scelte sbagliate delle società!

    (Fonte: Eurosport)

  • Analisi di un campionato che parla chiaro: Scudetto discorso a due?

    Analisi di un campionato che parla chiaro: Scudetto discorso a due?

    Il campionato a dieci giornate dalla conclusione sta iniziando a dare i suoi primi verdetti. La lotta scudetto come era prevedibile dopo la sonora sconfitta del Napoli contro i rossoneri di Allegri è diventata sempre più un discorso a due tra le squadre di Milano. Sarà una volata finale entusiasmante con i nerazzurri che hanno sulla carta sicuramente il calendario più abbordabile, dovendo giocare contro Brescia e Lecce prima del Derby, e in seguito sfidare la Lazio la Fiorentina e il Napoli nella penultima giornata. Il Milan ha sicuramente superato i suoi primi grandi ostacoli, ottenendo il punteggio pieno nelle partite decisive contro Napoli e Juventus, dimostrando come sia totalmente meritato il suo primo posto in classifica.

    I Rossoneri prima della sfida scudetto del derby dovranno incontrare il Bari al San Nicola e il Palermo a San Siro. Il calendario sembra più in salita per il Milan che dovrà affrontare dopo la partita con i nerazzurri, la Fiorentina a Milano e la Sampdoria a Marassi. A 3 giornate dalla fine ci sarà la partita con la Roma e all’ultima giornata la sfida con l’Udinese di Guidolin.

    Questo campionato probabilmente verrà deciso in parte nella sfida del derby, che sicuramente emetterà una sentenza pesante in casa di sconfitta dell’Inter e lancerà il Milan verso il suo diciottesimo titolo, oppure riaprirà i discorsi e darà la voglia di provare a fare l’impresa in casa nerazzurra. Sicuramente lo snodo fondamentale sarà la partita con la Roma per il Milan, a 3 giornata dalla conclusione. In quelle partite non sarà più permesso sbagliare.

    Discorso diverso per il Napoli che ha subito il contraccolpo psicologico della sconfitta milanese. Sfortunato e penalizzato contro il Brescia ha lasciato altri punti preziosi per la rincorsa scudetto. Guardando il calendario viene da pensare come la squadra di Mazzarri ora debba guardarsi attentamente le spalle perché nella 13esima di ritorno i partenopei dovranno affrontare la Lazio di Reja, candidata ad un posto in Champions, e dopo due giornate affrontare a Udine la squadra rivelazione del campionato, l’Udinese di Guidolin. La squadra del patron Pozzo ha scalato la classifica velocemente e con il suo calcio spettacolo vuole rilanciare la sua candidatura ad un posto nell’Europa che conta.

    La Romaa 46 punti vuole crederci e l’arrivo di Montella sembra aver ridato speranze allo spogliatoio giallorosso, con 7 punti conquistati in 3 partite. La testa va all’imminente partita di ritorno di Champions League contro lo Shakhtar, per provare l’impresa e passare il turno. Il calendario non sorride affatto ai giallorossi che dovranno affrontare partite con un coefficiente di difficoltà molto elevato. Proprio nella prossima giornata ci sarà l’eterna sfida con i rivali biancocelesti nel derby di Roma, poi la sfida con la Fiorentina, con la Juventus e con l’Udinese, in un poker di partite che deciderà molto della stagione dei giallorossi.

    Discorso a parte per la Juventus di Del Neri che è a quota 41 punti, a meno 10 dal quarto posto a dieci partite dal termine è ormai tagliata fuori dalla Champions a meno di clamorosi risultati. Dovrà però difendere anche un posto in Europa League, perché con questa media punti non si va da nessuna parte. Il rullino di marcia parla chiaro, nel girone di ritorno la Juve ha conquistato solo 10 punti. La dirigenza bianconera deve correre ai ripari il prima possibile perché il fantasma della stagione fallimentare appena passata si sta riaffacciando con prepotenza.

    Nella parte bassa della classifica la lotta per rimanere in serie A vede il Bari fanalino di coda a 16 punti, quasi condannato a tornare nella serie cadetta, e Brescia Lecce Cesena e Parma pronte a combattere con i denti per non retrocedere. Clamoroso l’inserimento nella zona retrocessione della Sampdoria dopo il filotto di risultati negativi realizzato dai blucerchiati in seguito agli addii di Cassano e Pazzini.

    Insomma numeri e statistiche a parte ci sarà da divertirsi per questo campionato che non smette mai di regalare emozioni e sorprese.

  • Pagelle Inter – Genoa 5-2: Eto’o Marziano!

    Pagelle Inter – Genoa 5-2: Eto’o Marziano!

    Pagelle Inter

    Maicon 7 Devastante il brasiliano, che non salta una partita in campionato dall’arrivo di Leonardo in panchina. Completamente rigenerato dopo la gestione Benitez, corre sulla fascia come nello scorso anno, nella sua stagione migliore. Sul gol dell’1 a 1 c’è la sua firma, con l’assist perfetto per Pazzini. Bene anche in fase di chiusura, è davvero tornato ai suoi livelli. Il premio di miglior giocatore brasiliano europeo è completamente meritato.Pendolino.

    Nagatomo 7 Doveva entrare 15 minuti prima, quando Chivu aveva chiesto il cambio dopo aver preso un colpo in campo. Entra in ritardo. Per sostituire Ranocchia, e fa impazzire lo stadio e la sua nazione con un gol che non ti aspetti dal primo nipponico nerazzurro. Controllo di palla in mezzo a due difensori e ordinazione perfetta per battere Eduardo. L’ultimo samurai!

    Pandev 7 è tornato, i tifosi lo stavano aspettando da tantissimo tempo, e lui ha saputo ricambiare l’affetto della gente. Dopo un periodo non proprio perfetto, e il gol che mancava da troppo tempo, entra nella ripresa e spacca in due la partita, con una prestazione da 7 in pagella! Ciliegina sulla torta anche il gol su regalo di Sneijder e il ritorno al sorriso.

    Eto’o 8 Extraterrestre. Non ha bisogno di presentazioni parlano i numeri per lui, con la doppietta di oggi raggiunge quota 30 gol in questa stagione tra campionato e coppe. Un giocatore unico che praticamente decide le partite da solo, e oggi entra direttamente in quasi tutte le azioni da gol. L’azione del 3 a 1 ci mostra tutta la sua eleganza e contemporaneamente tutta la sua potenza. Un mix unico. Da clonare!

    Pazzini 7 Periodo duro per il Pazzo che non segna da due partite, e non vede molti palloni buoni per il suo modo di giocare. Aspetta la palla giusta che arriva a inizio ripresa da Maicon e gonfia la rete facendo impazzire tutti i tifosi nerazzurri con l’esultanza più bella del momento. Uomo partita Sky, perché Samuel Eto’o è timido alle interviste!

    Pegelle Genoa

    Eduardo 4,5 Entra nelle cronache di questa partita, come altre volte aveva fatto per un suo clamoroso errore che porta l’Inter sul 2 a 1 e che spiana la strada ai nerazzurri. Poi ne prende altri 4 sicuramente non aiutato dalla sua difesa. Saponettato

    Mesto 4,5 Incredibile come abbia giocato un ottimo primo tempo, senza nemmeno una sbavatura, e invece nella ripresa abbia sofferto moltissimo le avanzate interiste. Clamoroso l’errore da cui nasce il gol del 3 a 1 quando si addormenta con il pallone in difesa e si fa soffiare palla da Eto’o poi involato in area per segnare.

    Palacio 6,5 Migliore in campo per i rossoblu, soprattutto nel primo tempo quando mette in seria difficoltà tutta la retroguardia interista. Bellissima la sua rete, con un diagonale che mette fiori causa Julio Cesar. Determinato anche nel finale quando salta Chivu e serve l’assist per il gol di Boselli. Grinta e vida per l’argentino

    Boselli 6 Prima partita in serie A per l’argentino appena arrivato dal Wigan direttamente dalla Premier Leauge. Aveva detto in un’intervista:Mai giocato contro l’Inter, spero di esordire. E poi, chissà. Questa è una partita bella da giocare.. spero di segnare un gol a Julio Cesar” . È stato di parola. Nostradamus!

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar s.v; Maicon 7, Lucio 6,5, Ranocchia6,5( 32’ s.t. Nagatomo 7), Chivu 6; Zanetti 7, Thiago Motta6, Stankovic 5,5 (1’ s.t. Pandev 7); Sneijder 7; Eto’o 8, Pazzini 7 (29’ s.t .Kharja 6.5).

    GENOA (4-4-2): Eduardo 4,5; Mesto 4,5, Dainelli 5, Kaladze 5,5 (38’s.t. Chico), Moretti 5; Rafinha5,5, Konko6(28’ s.t. Antonelli), Kucka 5,5, Rossi 5,5; Palacio 6,5, Paloschi 5,5(28 s.t. Boselli 6).

  • Inter a valanga, travolto il Genoa. Il Milan non scappa

    Inter a valanga, travolto il Genoa. Il Milan non scappa

    I nerazzurri scendono in campo a San Siro contro il Genoa per avere ancora una voce in capitolo nel discorso scudetto, i rossoblu invece cercano di rifarsi dopo la sconfitta esterna al Massimino contro il Catania di Simeone. Formazioni confermate per entrambi i tecnici, con Leonardo che si affida alla coppia Eto’o Pazzini per cercare i tre punti e Ballardini lancia Paloschi insieme all’argentino Palacio.

    Squadre equilibrate nei primi minuti, con l’Inter che fa girare molto palla e prova a fare subito la partita imponendo il suo ritmo di gioco.

    Poche occasioni da gol all’inizio ma in compenso c’è molto lavoro per i difensori centrali. Il Genoa è ben disposto in campo ed è davvero difficile per l’Inter trovare gli spazi giusti per far male ai rossoblu.

    L’Inter con un prolungato possesso palla, cerca di scardinare la difesa genoana, ed è quasi sempre Eto’o sulla fascia nell’uno contro uno a creare superiorità numerica e accentrarsi per provare il tiro. Il Genoa si chiude bene e riparte velocemente, e al 40’ Konko serve un pallone sulla corsia di destra a Palacio, l’argentino potrebbe servire in area Paloschi, e invece fa partire un diagonale chirurgico che va a finire nell’angolo opposto della rete. Genoa in vantaggio e Inter virtualmente a -8 dalla vetta. Le squadre vanno a riposo con i nerazzurri che devono rincorrere per cercare la rimonta nel secondo tempo.

    Nella ripresa l’Inter scende in campo con la formazione più offensiva, inserendo Pandev al posto di Stankovic, utilizzando a pieno le potenzialità del tridente offensivo.

    Basta poco ai nerazzurri per ritrovare il pareggio quando Eto’o porta a spasso mezzo centrocampo del Genoa, serve Maicon sulla fascia, e il brasiliano mette una palla tesa in area dove trova il rapace del gol Pazzini di mestiere insacca alle spalle del portiere genoano. Pareggio e il Pazzo esulta alla sua maniera.

    Non passa nemmeno un minuto e l’Inter si riaffaccia avanti, dove Pandev scambia con Pazzini, e calcia in porta dove Eduardo commette l’ennesima papera permettendo ad Eto’o di portare i suoi sul punteggio di 2 a 1. Risultato ribaltato in due minuti e pubblico in delirio. Ancora Inter al 12’ quando Mesto si addormenta e si fa rubare palla da Eto’o, il camerunense entra in area dribbla Kaladze e con una finta batte ancora Eduardo segnando un gol favoloso.

    Game Over al 25’ quando Eto’o trova Sneijder in area davanti al portiere e l’olandese generosamente fa tornare al gol Goran Pandev. Inter 4 Genoa 1.

    Passerella finale per Kharja e Nagatomo per l’Inter e Boselli e Antonelli per il Genoa.

    La festa continua per i colori nerazzurri  con Yuto Nagatomo al 39’ che in area in mezzo a due difensori riesce a girarsi e a trovare lo spazio per calciare e battere per la quinta volta Eduardo. Inchino dal Sol Levante per il nuovo arrivato!

    Ultime emozioni al 90 quando la difesa interista ormai in vacanza lascia spazio a Palacio, che dal fondo crossa e mette in condizione Boselli di segnare la sua prima rete in serie A.

    Il Genoa che aveva subito solo 9 gol in 14 trasferte ne prende 5 in una solo giornata e con questo risultato l’Inter risponde al Milan e torna a -5 dalla vetta. Inoltre con il pareggio del Napoli guadagna altri due punti sui partenopei.

    Genoa Inter

    Marcatori: 40’ 1T Palacio (G), 5’ 2T Pazzini (I), 6’ 2T Eto’o (I), 12’ Eto’o 2T (I), 26’ 2T Pandev (I) 39’ 2T Nagatomo (I), 45’ 2T Boselli (G)

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Ranocchia( 32’ s.t. Nagatomo), Chivu; Zanetti, Thiago Motta, Stankovic (1’ s.t. Pandev); Sneijder; Eto’o, Pazzini (29’ s.t .Kharja).

    A disposizione: Castellazzi, Cordoba, Nagatomo, Mariga, Kharja, Coutinho, Pandev

    GENOA (4-4-2): Eduardo; Mesto, Dainelli, Kaladze (38’s.t. Chico), Moretti; Rafinha, Konko (28’ s.t. Antonelli), Kucka, Rossi; Palacio, Paloschi(28 s.t. Boselli).

    A disposizione: Scarpi, Polenta, Chico, Antonelli, Milanetto, Jankovic, Boselli

  • Inter – Genoa, ultime e probabili formazioni

    Inter – Genoa, ultime e probabili formazioni

    Il Milan di Allegri vincendo ieri sera all’Olimpico di Torino ha dimostrato di meritare la posizione al vertice della classifica, lanciando un segnale molto forte alle inseguitrici. Paradossale situazione in casa nerazzurra dove in una sola settimana sono passati dal -2  dopo la vittoria contro la Samp ad essere staccati di 8 punti dalla capolista proprio dopo Juventus-Milan. Leonardo aveva già detto nella conferenza stampa pre-partita di non essere interessato al risultato del match di sabato sera, poiché non sarebbe stato decisivo per le sorti del campionato. È indiscutibile però che in questa situazione è dura per chi insegue, vedere la squadra davanti non perdere mai punti e continuare ad essere sempre lontana. Adesso con la vittoria di Torino è il Milan a mettere pressione sui nerazzurri.

    L’Inter scenderà in campo a San Siro alle 15 contro il Genoa di Ballardini, per cercare di rimanere attaccato al treno scudetto. Una partita non facile nonostante il Genoa abbia una formazione d’emergenza viste le numerose squalifiche dopo la partita persa contro il Catania. Ma i nerazzurri troveranno un Genoa sicuramente rigenerato, dopo l’ultimo trend di partite negative i grifoni hanno vinto il derby della lanterna e strappato una vittoria inaspettata contro la Roma nel rocambolesco 4 a 3 che è costato la panchina a Ranieri.

    Vediamo nel dettaglio come scenderanno in campo le due squadre:

    Leonardo, dovrà fare a meno dei soliti infortunati e indisponibili, tra cui Milito che sta tentando il recupero lampo per essere presente al ritorno degli ottavi di Champions contro il Bayern Monaco, e Cambiasso che insieme al Prinicipe sta  svolgendo programmi individuali di recupero. Partita da ex per Ranocchia e Kharja che fino a gennaio militavano nella squadra di Preziosi. Ancora in dubbio la scelta dei giocatori con diversi ballottaggi. In porta Julio Cesar con davanti la difesa composta molto probabilmente da Lucio e Ranocchia che si contende il posto con Cordoba. A destra Maicon e a sinistra a sostituire Nagatomo torna Chivu. Centrocampo classico con Thiago Motta vertice basso, con Zanetti e Stankovic ai lati, e Sneijder a supporto della solita coppia Pazzini Eto’o. In panchina pronti a subentrare Kharja e Pandev, apparso in evidente miglioramento fisico nell’ultima partita.

    Dalla parte opposta il tecnico genoano Davide Ballardini (squalificato), sta facendo in conti con una formazione decimata dalle squalifiche relative alla sfida contro il Catania.  Floro Flores, Criscito e Miguel Veloso sono i nomi dei giocatori di cui dovrà fare a meno l’allenatore rossoblu per l’importante sfida odierna. Notizia positiva dell’ultima ora è il recupero inaspettato di Milanetto, anche se non avendo preso parte alla rifinitura non dovrebbe partire titolare.

    Lo schieramento iniziale dovrebbe avere questa fisionomia con un 4-4-2 classico con la miglior difesa esterna della Serie A composta da Dainelli, Kaladze, Mesto e Moretti. Centrocampo con Rafinha che dovrebbe scalare al centro con Kucka,  Rossi esterno e il rientro di Konko sull’altra fascia.  Tandem d’attacco affiatato con Paloschi e Palacio. In panchina ci sarà l’argentino Boselli che ancora non ha mai disputato una partita con il Genoa.

    Il tecnico genoano Ballardini nonostante dovrà seguire la partita dalla tribuna mostra sicurezza e un cauto ottimismo: “Questo Grifone possiede la forza per giocare una grande partita, anche perché non siamo certo la squadra che va in campo per speculare”. L’Inter è avvertita.

     

    Probabili formazioni:

    INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Ranocchia, Chivu; Zanetti, Thiago Motta, Stankovic; Sneijder; Eto’o, Pazzini.

    A disposizione: Castellazzi, Cordoba, Nagatomo, Mariga, Kharja, Coutinho, Pandev

    Allentatore: Leonardo

    Squalificati: nessuno

    Diffidati: Pazzini, Nagatomo, Eto’o, Lucio

    Indisponibili: Samuel, Milito, Cambiasso

     

    GENOA (4-4-2): Eduardo; Mesto, Dainelli, Kaladze, Moretti; Rafinha, Konko, Kucka, Rossi; Palacio, Paloschi.

    A disposizione: Scarpi, Polenta, Chico, Antonelli, Milanetto, Jankovic, Boselli

    Allenatore: Ballardini

    Squalificati: Criscito (1), Veloso (1), Floro Flores (2)

    Diffidati: Criscito, Destro

    Indisponibili: Destro

     

  • Leonardo disinteressato: “Juve-Milan non sarà determinante”

    Leonardo disinteressato: “Juve-Milan non sarà determinante”

    Alla vigilia del big match tra Juventus e Milan, c’è  la squadra di Moratti e il Napoli che stanno alla finestra, sull’attenti in attesa di sapere l’esito della partita. Il tecnico interista Leonardo in conferenza stampa predica calma e con la solita diplomazia spiega le sue sensazioni sulla partitissima di stasera: “Può sembrare una risposta banale, ma la partita di questa sera non determina nulla. Pensiamo solo a noi, abbiamo partite molto importanti da disputare e siamo in corsa in tutte le competizioni”.

    Il discorso continua parlando dei suoi ragazzi e della sua squadra, reduce da ottimi risultati in campionato. L’ingrediente necessario per puntare al titolo secondo il tecnico brasiliano è la continuità unita al bel gioco: “Solo la continuità che abbiamo avuto ci può portare lontano. Dobbiamo pensare a migliorare il nostro gioco perché questo ci darà la possibilità di fare grandi cose in questa stagione.”  Pensare troppo alla partita tra Milan e Juventus potrebbe portare distrazioni inattese e far dimenticare a chi scende in campo che il Genoa non è affatto un avversario facile, nonostante l’ultima sconfitta contro il Catania e la formazione decimata dalle squalifiche. “Penso davvero solo a noi e al nostro risultato. – ha ribadito il tecnico nerazzurro- E aggiungo che dicono tutti che il Genoa sarà domani in formazione rimaneggiata, guardate la loro probabile formazione e vedrete che scenderà in campo una squadra equilibrata che ha giocato insieme e fatto bene molte volte in questo campionato”.

    La conferenza prende un’altra piega quando gli fanno notare come domani saranno già due mesi da quando Leonardo è seduto sulla panchina dell’Inter, con un bilancio davvero positivo: “Domani saranno due mesi dalla prima gara ufficiale. Però sinceramente non ci penso tanto, perché è stato tutto molto intenso e veloce. Posso dire di essere soddisfatto per tutto quello che è stato fatto. Era una situazione difficile, ho trovato grande disponibilità da parte di tutto l’ambiente e sono molto soddisfatto di tutto quello che la squadra ha fatto, ma soprattutto del modo in cui l’abbiamo fatto”.

    In chiusura un’indiscrezione su Ranocchia che molti davano per indisponibile visti i problemi al ginocchio operato: “Ranocchia è convocato ed è a disposizione, ha avuto un piccolo problema che non ci preoccupa, ma è comunque da gestire”.

    (Fonte: Eurosport)

  • Manchester City gioie e dolori: Balotelli e Tourè

    Manchester City gioie e dolori: Balotelli e Tourè

    Tra alti e bassi in questa stagione  la squadra dello sceicco Mansour sta abbandonando il sogno e l’idea  di vincere la Premier League come aveva ipotizzato Mancini prima dell’acquisto di Dzeko, realizzando l’ipotesi più realistica della conquista di un posto tra le prime quattro, raggiungendo l’Europa che conta.

    In estate l’acquisto di Balotelli aveva fatto scalpore, soprattutto per l’operazione costosa di un giovane talento etichettato dalla stampa british come ‘bad boy’. L’ambientamento è stato lento, complici i numerosi infortuni che hanno rallentato la preparazione dell’attaccante ex Inter. Andato in Vermont per curarsi Balo è tornato recuperando dai problemi al ginocchio e si è messo subito a disposizione del suo mentore Roberto Mancini. Due partite dopo il rientro e  già altrettanti gol segnati, facendo impazzire i tifosi del City. Nonostante le reti, arrivano comunque i rimproveri del tecnico italiano. Soprattutto sull’atteggiamento che Mario ha in campo. In sintesi l’attaccante dei Citizens aiuta poco la squadra, mostrando un atteggiamento già noto ai tifosi interisti ai tempi di Mourinho.

    “Balotelli non mi ascolta. Gli parlo ma non penso che mi senta” dichiarazioni di Roberto  Mancini, quasi a volersi arrendere ai comportamenti di Mario. Troppe ammonizioni e troppi litigi con i compagni di squadra. Ma il giocatore è testardo e Mancini sembra accontentarsi dei gol che arrivano a raffica dai piedi di Mario: Non è importante che non mi ascolti, è importante che faccia bene e vada in gol. So che può fare meglio, perché conosco le sue qualità. Può cambiare ogni partita se vuole, potrebbe segnare in ogni gara. Spero, per lui e per noi, che lo capisca molto in fretta”. Carota e bastone.

    Altro discorso per Kolo Tourè che è risultato positivo ad un controllo antidoping dopo la sfida contro l’Aston Villa. La società non ha voluto rilasciare dichiarazioni in attesa di ulteriori sviluppi. Considerando anche il fatto che in Inghilterra è il secondo caso di doping nella storia calcistica dopo lo scandalo di Mutu, per uso di cocaina con il licenziamento e la sanzione monetaria che il giocatore dovrà versare ad Abramovich.

    A prendere le difese di un suo ex giocatore è il tecnico dell’Arsenal Arsene Wenger, che scagiona Kolo, parlando di lui solo ed esclusivamente con parole d’affetto: “Sono rimasto davvero sorpreso perché ho avuto Kolo qui per anni, sono stato io a portarlo a Londra, è  un ragazzo che ha una vita trasparente, un padre di famiglia e non sospetto affatto che abbia fatto uso di doping per migliorare le sue prestazioni.”

    Il manager dell’Arsenal motiva l’innocenza del suo ex giocatore spiegando come la positività del controllo antidoping sia dovuta all’utilizzo di una pillola dimagrante: “Voleva tenere un po’ sotto controllo il suo peso visto che aveva qualche problema di linea e ha preso la pillola della moglie – ha spiegato il tecnico dei Gunners- Penso solo che abbia commesso l’errore di dimenticare di chiedere ‘Posso prenderla?’.

    Wenger convinto al cento per cento dell’innocenza di Tourè spiega come il giocatore semplicemente: “abbia sbagliato a non essere abbastanza prudente ma non penso ci fosse da parte sua l’intenzione di fare qualcosa di sbagliato e nasconderlo“.

    (Fonte: Eurosport)