Autore: Antonio Trementozzi

  • 1000 volte Javier Zanetti, il capitano nell’Olimpo del calcio

    1000 volte Javier Zanetti, il capitano nell’Olimpo del calcio

    1000 volte Javier Zanetti! E’ ormai partito il conto alla rovescia per la  sfida  di stasera contro la Roma per la semifinale di Tim Cup,  dove il capitano nerazzurro Javier Zanetti taglierà il traguardo storico delle 1000 partite giocate. Il terzino argentino che veste la maglia nerazzurra dall’estate del1995,  entrerà di diritto nell’Olimpo del calcio, in un gruppo ristretto di grandissimi campioni, dove è possibile trovare giocatori del calibro di Peter Shilton, Ray Clemence , Pat Jennings, Alan Ball, David Seaman, Paolo Maldini, Andoni Zubizarreta, Roberto Carlos e Tommy Hutchinson. Tutti, verranno ricordati da una speciale fascia celebrativa che Zanetti  indosserà stasera per la partita di coppa tra Inter e Roma. Giocatore infinito che si appresterà nella prossima stagione a togliere anche il record di presenze con la maglia nerazzurra allo Zio Bergomi, fermo a quota 758, con Zanetti staccato di soli 10 presenze. Lo Zio capirà, nessuno meglio di Zanetti potrebbe rappresentare l’Inter nella storia.

    EMOZIONI – Il capitano nerazzurro in occasione del traguardo delle 1000 partite, ha voluto raccontare le sue emozioni in un’intervista rilasciata a Inter Channel: “Sono orgoglioso di arrivare a questa cifra, 1000 partite molto sentite tutte quante, e arrivare a questo traguardo è per me davvero importante. Finora ho collezionato 33 presenze con il Talleres, che è stata la mia prima squadra, 66 con il Banfield, 12 con l’Under 23, 140 con la Nazionale maggiore e 748 con l’Inter: totale 999. Se dovessi giocare contro la Roma arriverei appunto a 1000, un traguardo importante. Nella mia carriera ho fatto sempre tutto con passione, il calcio mi ha sempre dato tanto e io ho cercato sempre di rendermi utile ogni volta che ne ho avuto un’opportunità. Arrivare a questa cifra è anche importante perché non ci sono tanti giocatori che ci arrivano, sono solo nove, io sarei il decimo, e i loro nomi sono tutti molto importanti. Essere fra loro è un motivo di orgoglio”.

    RICORDI– Javier Zanetti leggendo i nomi dei giocatori millenari, ne cita due in particolare, evidenziandone la sua ammirazione, soprattutto per un simbolo dell’altra Milano, quella rossonera:  “Roberto Carlos e Paolo Maldini, due persone che ho sempre ammirato molto: poterli raggiungere mi rende felice. Maldini ha dato tantissimo al calcio mondiale e da quando sono arrivato in Italia l’ho sempre stimato per la carriera che ha fatto e per la persona che è. I derby con lui come avversario sono sempre stati molto sentiti ma anche molto leali, ho dei grandi ricordi”. Paolo Maldini, volendo ricordarlo  si è ritirato con 1041 partite sulle spalle, quindi se Zanetti dovesse continuare con questa media di 50 partite all’anno l’anno prossimo ci sarebbe anche il sorpasso a un mostro sacro come Paolo.

    COMPORTAMENTO- Per il terzino nerazzurro quello che conta davvero nella vita è il  giusto modo di comportarsi, dentro ma anche fuori dal campo: “Mi sono comportato sempre per quello che sono, cerco sempre di essere me stesso, che è la cosa che mi interessa di più”. Comportamento che viene apprezzato non solo dai propri tifosi ma anche da quelli di altre squadre: “Mi fa un enorme piacere incontrare persone che magari non sono tifosi dell’Inter eppure mi fanno i complimenti, questo è un grande riconoscimento.”

    ROMA E ANCORA– Parlando della partita contro la Roma, Zanetti si augura di vincere per poter festeggiare al meglio questo importantissimo traguardo. Aggiungendo come per il momento lui stesso non si ponga limiti per il futuro: “Sarò un momento importante per noi domani, perché si tratta della semifinale di Coppa Italia contro una grande avversaria come la Roma, speriamo di poter festeggiare in pieno. E dopo… voglio continuare, facendo 1001, 1002, etc, finché arriverà il momento che dirò basta”.

    SCUDETTO- Ovviamente arrivano anche da lui i complimenti al Milan per la conquista del 18esimo titolo, ma con i primi avvertimenti per la prossima stagione: “Il Milan ha vinto meritatamente, è stata la più continua, però noi abbiamo tanta voglia di far bene e di tornare a vincere il tricolore già dal prossimo anno”.

    GRAZIE AI TIFOSI- Infine, un ringraziamento alle persone che lo amano e lo incitano a continuare ogni domenica: “Grazie a tutti i tifosi che ho avuto, che mi hanno sempre dimostrato tanto affetto e questo non si dimentica”.

    (Fonte: Fc Inter News.it)

  • Leonardo attende risposte da Gattuso e dal Milan

    Leonardo attende risposte da Gattuso e dal Milan

    Come mai Berlusconi nel definire Balotelli un giocatore non adatto a vestire i colori rossoneri, perché il giovane italiano non avesse le caratteristiche ideali per rappresentare il fantomatico ‘stile Milan’, adesso non ha ancora fatto una tirata di orecchie pubblicamente al suo capitano Gennaro Gattuso? La convinzione che quelle immagini del centrocampista rossonero intento a cantare “Leonardo uomo di m…’ abbiano dato più fastidio di tutti proprio al presidente rossonero. Non è affatto facile saper perdere con eleganza, come ha fatto il presidente Moratti, che ha inviato i migliori auguri e i complimenti ad Adriano Galliani per lo scudetto meritatamente conquistato, ma non è facile nemmeno sapere vincere con eleganza come ha dimostrato Gattuso. È  infatti quello stile Milan, nelle gesta dell’eroico condottiero milanista, che nonostante il giorno dopo la pubblicazione del video non ammette scuse e anzi si giustifica in un modo poco cortese: “Ho fatto dieci cori chissà come parlate solo di quello. Non ho cominciato io, certo, gli sono andato dietro per un po’. Ma era il decimo coro che facevano. Devo chiedere scusa per averlo seguito?”

    Aggiungendo in seguito ulteriori particolari del rapporto avuto con Leonardo quando quest’ultimo era alla guida del Milan: “Nono posso raccontare tutto, ma di certo non ce l’ho con Leonardo perché non mi faceva giocare. Tutti sapete quello che penso di Leonardo. E un giorno vi dirò perché la penso così.”

    Il presidente nerazzurro Massimo Moratti a margine della cerimonia di apertura di Inter Campus in Italia, che inaugura il primo programma a Milano con il CeAs, il Centro Sociale di Solidarietà Onlus, in collaborazione con la Fondazione Casa della Carità di Don Virginio Colmegna ha voluto rispondere alle domande giornalisti presenti, commento in questo modo il comportamento di Gennaro Gattuso durante i festeggiamenti allo stadio “Olimpico” di Roma per la conquista dello scudetto: “Quello che credo abbia gradito di meno sia stato Leonardo. Ci è rimasto molto male e rimanerci male, in questi casi, è normale. Sull’argomento, dirà sicuramente qualcosa lui stesso. Non do nessun giudizio perché la cosa si commenta da sola. Una cosa che non rappresenta il Milan, ma la persona, anche se credo che il club qualcosa l’abbia già fatta per uscire da questo imbarazzo. Non c’è nessuna polemica, sono cose che capitano per eccesso di esaltazione, anche perché era da tanto tempo che al Milan non capitava di celebrare una festa del genere e per questo c’è stato qualche eccesso”.

    Anche il tecnico interista Leonardo  che non aveva voluto rispondere al centrocampista rossonero, oggi attraverso il sito ufficiale nerazzurro www.inter.it, ha voluto far sentire la sua voce in merito all’esultanza poco giustificabile di Gattuso:
    “Gattuso, il giorno in cui ho preso la decisione di lasciare il Milan, si è rivolto a me dicendomi che almeno ero stato coerente nella mia scelta. Oggi, invece, su molti quotidiani ho letto che desidera ancora raccontare le sue verità. Mi piacerebbe, quindi, proprio sapere quali sarebbero le cose che avrebbe ancora da dire visto che, nè telefonicamente nè di persona, è stato mai possibile”.
    “Inoltre
    – conclude Leonardo – mi farebbe piacere anche conoscere la posizione ufficiale della società AC Milan in merito a quanto accaduto”.

    Sono attese repliche. Il derby non è mai finito.

    (Fonte: Inter.it- Gazzetta dello Sport)

  • Balotelli: “Mou? Mancini è lo Special One”

    Balotelli: “Mou? Mancini è lo Special One”

    “I’m not a bad boy!” Mario Balotelli non sopporta più l’etichetta del cattivo ragazzo che si è fatto in terra inglese, da quando ha iniziato a vestire la maglia dei Citizens, per tornare sotto la guida del suo maestro e mentore Roberto Mancini. Il talento poco genio e molta sregolatezza in  una lunga intervista al giornale britannico Guardian ammette le sue colpe, ma aggiunge come i tabloid inglesi abbiano la mano pesante nel ‘pompare’ ad arte e mestiere alcuni casi che lo hanno riguardato: “Ho sentito che avrei preso delle multe per 12 mila sterline. Se fosse vero, dovrei prendere 35 multe al giorno e non è possibile. Ne avrò prese in tutto 20, che so che sono tante e so di essere stato stupido. Ho parcheggiato la mia auto fuori dal ristorante San Carlo troppe volte in divieto ma non ho ricevuto multe per 12 mila sterline”.

    C’è una sorta di differenza abissale tra l’immagine pubblica che arriva alla gente attraverso i media scandalistici e il modo in cui è realmente SuperMario, considerando come però tutte le sue  bravate siano spesso azioni ingiustificabili: “La mia immagine pubblica non riflette correttamente chi sono davvero. Alle volte sbaglio, ci sono cose di cui mi pento ma ho vent’anni e chi mi conosce sa che non sono un cattivo ragazzo. Anzi, sono timido e per me è difficile anche essere qui a concedere questa intervista”.

    MOURINHO vs MANCINI- Caratteraccio? Non l’ha mai nascosto nemmeno Josè Mourinho, che gli aveva detto di avere solo un neurone per cervello definendolo come un giocatore ingestibile:  Forse l’ha detto perché non riusciva a gestirmi – spiega Balotelli – eppure, Mancini ci sta riuscendo per cui quello che ha detto Mourinho non è vero. Parliamo di due grandi allenatori ma diversi. Quando ho avuto problemi con Mourinho, lui ha provato a lavorare contro di me, mentre Mancini mi ha sempre supportato”. Senza però far passare Mancini come un allenatore poco severo, anzi: “Mi ha massacrato nello spogliatoio quando sono stato espulso contro la Dinamo Kiev – ricorda Balotelli – Mi ha detto ‘sei un idiota, non so perché ti ho compratò, ma davanti alla stampa mi difende. Il problema tra me e Mourinho è che abbiamo lo stesso tipo di carattere”.

    MANCINI SPECIAL ONE– E quando nell’intervista viene fuori il nome di Josè Mourinho in lizza per la panchina del City per la prossima stagione, Mario storce un po’ il naso aggiungendo: “Perché? Siamo quarti in campionato e siamo arrivati in finale di FA Cup per la prima volta in 30 anni. Non vedo perché qualcuno dovrebbe volere un altro allenatore. Roberto sta facendo molto bene, perché cambiarlo? È uno che non mente mai, che dice quello che deve dire. è per questo che mi piace, ho fiducia in lui”. Senza dubbio un bel attestato di stima da parte di un giocatore da sempre poco incline a fare lodi ai propri ex tecnici.

    CAMPIONE- Ovviamente arriva la solita autocelebrazione, con un ‘pizzico’ di modestia, “Se continuo a lavorare duramente, magari nel giro di uno o due anni posso diventare uno dei migliori giocatori del mondo. Ma non il migliore, perchè davanti a tutti c’è sempre Messi”. E a chi gli facesse notare come la strada sia ancora molto lunga per definirsi tale, considerando soprattutto il bilancio tutt’altro che positivo in questa prima annata con il City, Mario risponde con sincerità: “Non riesco a pensare a una sola partita in cui posso dire di aver giocato come avrei voluto. È stata una stagione difficile, mi sono fatto male due volte e non mi sono allenato al meglio durante il pre-campionato. Non ho giocato benissimo ma penso ancora che posso far bene in Inghilterra. è un calcio più fisico ma anche più facile rispetto all’Italia, specie per un attaccante”.

    PENTIMENTO- Mea culpa nel finale di intervista sull’episodio che ha fatto infuriare più di tutti i suoi ex tifosi interisti: “Quando ero all’Inter ho indossato una maglia del Milan in tv e fu una cosa sbagliata da fare” ammettendo come l’errore gli sia servito e che in futuro non ricapiterà: Per cui tranquilli, non indosserò una maglia del Manchester United”.

     

     

    (Fonte: Eurosport)

  • Scudetto milanese. Le due facce di Milano: Moratti e Galliani

    Scudetto milanese. Le due facce di Milano: Moratti e Galliani

    QUI CASA NERAZZURRA: MASSIMO MORATTI

    È un Massimo Moratti comunque sorridente quello intervistato dai microfoni di Sky Sport nonostante la sua squadra scenda in campo contro la Fiorentina dopo 5 anni per la prima volta da vice campione d’Italia. Come ci si sente a veder vincere e festeggiare l’altra squadra di Milano?: “Sono un milanese illuminato…– scherza il presidente nerazzurro- ma a parte tutto, mi sembra che il Milan si sia meritato questo scudetto, ha avuto continuità, ci ha creduto, non ha commesso ingenuità e si e’ rinforzato molto, è giusto così.

    Altra battuta senza polemica sui festeggiamenti rossoneri: “Festeggiamenti fastidiosi? Immagino il fastidio che hanno avuto loro per cinque anni”,mentre sembra davvero infastidito dalle dichiarazioni di Fabio Capello che aveva definito questo il primo vero campionato dopo Calciopoli: “Diciamo che mette tutto al proprio posto, fa capire come stavano le cose prima di Calciopoli e dopo”.

    BERLUSCONI- Ancora una battuta ma questa volta molto pungente in risposta a quanto detto dal presidente rossonero Berlusconi, sull’ipotesi di accontentarsi di vincere uno scudetto a testa all’anno: “Beh – ha allargato le braccia Moratti – veramente siamo 5-1…”.

    LEONARDO-“Leonardo da me ha avuto tutte le rassicurazioni”. Massimo Moratti si sbilancia in maniera evidente anche sul futuro dell’attuale tecnico brasiliano sulla panchina interista spiegando come Pep Guardiola sia per il momento un’ipotesi di fantamercato giornalistico: “Nel calcio si sbaglia a pensare troppo lontano, io preferisco concentrarmi sull’anno prossimo” ha puntualizzato il presidente interista, allargando il discorso già esposto da Leonardo nella conferenza stampa di sabato e riguardanti l’indisponibilità di molti grandi allenatori a venire ad allenare in Italia “è un problema che riguarda il campionato italiano, dove in effetti non arrivano allenatori a frotte dall’estero”.

     

    QUI CASA ROSSONERA: ADRIANO GALLIANI

    Diverse le emozioni in casa rossonera per uno scudetto che mancava da 7 anni, e che ha fatto tornare il Milan nel posto che gli compete in Italia. Certamente il presidente Berlusconi, soddisfatto per il primato italiano, adesso chiederà anche la conquista della Champions  per la prossima stagione. Adriano  Galliani ai microfoni di Sky Sport spiega i progetti futuri per la squadra rossonera: “Qualcosa va fatta, ma non dimentichiamo che quest’anno non potevamo schierare giocatori come Van Bommel, Cassano ed Emanuelson che giocavano in campionato. Oltre a loro qualcosa faremo, ci proveremo, ma sarà sempre più difficile competere con le big da 400 milioni di fatturato”.

    SCUDETTO- Alla domanda se avesse mai temuto di vedersi sfuggire lo scudetto Galliani risponde con assoluta sincerità: “L’unico momento in cui ho temuto qualcosa è in occasione del derby di ritorno: vinto quello ho capito che ormai non poteva fermarci nessuno, è stato il momento decisivo della stagione”. Con l’aggiunta dei ringraziamenti al presidente nerazzurro Moratti in occasione di una chiamata tra ‘amici’: “ Voglio ringraziare Moratti che stamattina mi ha telefonato complimentandosi ed è stato molto carino e cortese.”


    MERCATO– Un punto fermo del prossimo mercato rossonero? Ganso? No è Ibrahimovic! Lo svedese non si muove da Milano è ovvio: “Lo teniamo e cercheremo di vincere con lui la Champions League” Galliani si avventura nel discorso dei giocatori in scadenza di contratto, come nel caso di Andrea Pirlo che secondo molte alcune indiscrezioni si sarebbe già accordato con la Juventus per il prossimo anno: “Sono sicuro che nessuno dei nostri giocatori ha firmato per nessun’altra squadra, aspettiamo la partita di martedì sera a Palermo, poi dalla settimana prossima cominceremo a parlare con i nostri 9 giocatori senza contratto. C’era da scegliere se fare una distinzione tra figli e figliastri o se lasciare tutti nella stessa situazione, ho optato per questa seconda ipotesi”.

    (Fonte: Eurosport- Corriere dello Sport)

  • Le pagelle di Inter – Fiorentina 3-1. Pazzini fa sempre colpo

    Le pagelle di Inter – Fiorentina 3-1. Pazzini fa sempre colpo

    Pagelle Inter

    Julio Cesar 7 Strepitoso oggi in diverse occasioni. Forse non si sarebbe parlato di grande vittoria dell’Inter in sua assenza. Determinante quanto Pazzini sull’esito delle partite, quando nega il gol a Cerci nel primo tempo, e nella ripresa chiudendo lo specchio a Mutu. Non bastasse, nel finale anticipando Gilardino con un’uscita perfetta. Fortunato sulla traversa iniziale, ma si sa la fortuna aiuta gli audaci!

    Cambiasso 8 Perfetta la partita dell’argentino. Sembra un direttore d’orchestra in mezzo al centrocampo, perché è lui a dirigere tutti gli altri, ed è sempre lui a dare i tempi di gioco a tutta la squadra. Preziosissimo in fase di copertura, quando recupera mille palloni e imposta il gioco per primo, favorendo le ripartenze veloci, e ancora più utile davanti quando vola in cielo anticipando anche Pazzini, di testa per segnare il gol del 2-0. Un giocatore tatticamente devastante.

    Coutinho 7 Chi non t’aspetti! Non doveva partire nemmeno titolare nelle possibili formazioni e invece Leo a sorpresa lo schiera nell’undici iniziale dandogli una bella iniezione di fiducia. Lui lo ricambia con buone giocate, bei dribbling e forse qualche pallone perso troppo ingenuamente. Nella ripresa dopo il gol di Gilardino, quando sembra calare l’Inter, si va a prendere il pallone con determinazione per calciare la punizione e ti tira fuori dal cilindro una magia degna del maestro Sneijder. Primo gol in Serie A per un giocatore che avrà ancora molto da dimostrare ai suoi tifosi.

    Pazzini 7,5 Il gol dell’ex: un classico! Lui è il ragazzo che riesce a far colpo su tutte le ‘porte’, a colpo sicuro, e l’appuntamento a cui non manca mai è quello con il gol! Devastante nell’area, quando riceve un pallone difficilissimo da Eto’o, lo aggancia da vero rapace d’area e spalle alla porta marcato stretto fa partire un destro micidiale per Boruc. Gesto delle dita agli occhi e tifosi nerazzurri sempre più innamorati di lui! Una Garanzia!

    Eto’o 7 Non segna? E qual è il problema quando in 60 minuti di partita fa impazzire mezza difesa viola e ti tira fuori una prestazione condita con due assist decisivi? Il primo sul gol di Pazzini quando praticamente manda in black out la difesa della Fiorentina facendo doppi passi e serpentine per nascondere il pallone. Il secondo con un pallone pennellato sulla testa di Cambiasso su una punizione dalla trequarti campo. Standing ovation per lui!

    Pagelle Fiorentina

    Beherami 6 Ci mette molta corsa e molto impegno per tutta la partita, soprattutto cercando di contenere un cliente scomodo come Eto’o. Ma subisce anche lui come tutta la squadra il contraccolpo psicologico dei due gol interisti in rapida successione. Comunque non si arrende e serve assist a raffica per gli attaccanti, offrendo una discreta copertura in fase difensiva quando può.

    Vargas 5 Perde su tutti i fronti la sfida tra lui e Maicon, sia in fase difensiva dove praticamente è assente che in quella propositiva dove non punge come dovrebbe. In calo rispetto alla prestazione discreta contro l’Udinese nello scorso turno di campionato. Mihajilovic si farà sentire, soprattutto con lui, che può e deve dare di più.

    Gilardino 6,5 Gila Bomber facci un gol canta la curva viola, e lui non si fa pregare due volte per accontentare i suoi tifosi. Stop di coscia destra e gran conclusione al volo di sinistro per realizzare un gol bellissimo. Sbaglia forse un gol più facile pochi minuti prima, e nel finale vorrebbe mangiarsi le mani per essersi fatto anticipare da Julio Cesar in un’occasione favorevolissima al raddoppio, ma senza dubbio è il migliore dei suoi.

    Cerci 6,5 Peperino. Fa impazzire Chivu nel primo tempo e manca il gol solo grazie a una splendida chiusura di Julio Cesar. Ottimi i movimenti senza palla e ottimi gli inserimenti. Buona la sua prestazione nel complessivo. Il più in forma dal punto di vista fisico.

    Mutu 6,5 Devastante quando entra. E qui sorge il dubbio perché lasciare fuori uno così? Salta Lucio e Ranocchia mettendoli a sedere in un paio di occasioni. Poi lanciato a rete si fa chiudere lo specchio della porta da Julio Cesar in un’occasione, mentre nella seconda serve l’assist decisivo a Gilardino, ma forse la palla è leggermente avanzata e favorisce l’uscita del portiere nerazzurro. Andava schierato dall’inizio!

  • Inter Fiorentina 3-1. Secondo posto nerazzurro

    Inter Fiorentina 3-1. Secondo posto nerazzurro

    L’Inter di Leonardo ottiene l’undicesima vittoria su undici a San Siro, e consolida in maniera più forte il secondo posto in campionato approfittando dello scivolone del Napoli. Bella la prova dell’undici nerazzurro con un Pazzini sempre più ispirato, Eto’o uomo assist, Julio Cesar in forma strepitosa e il primo gol in Serie A di Coutinho.

    Scarsa l’intesa invece tra gli attaccanti viola che hanno sprecato diverse occasioni e avranno fatto infuriare non poco Sinisa Mihajilovic. Rimane tra le file nerazzurre un pizzico di amarezza, dopo queste ultime vittorie, nella consapevolezza di aver visto sfuggire via la possibilità di aver una voce in capitolo in questo campionato proprio nel derby scudetto perso contro i cugini rossoneri.

    Nel dettaglio l’andamento della sfida tra Inter e Fiorentina:

    Sorpresa nella formazione iniziale per l’Inter dove Leonardo sceglie Materazzi per tornare titolare al centro della difesa con Ranocchia, e lancia il baby Coutinho a centrocampo con Kharja, Cambiasso e Zanetti. Nessuna novità per Mihajilovic  con il tridente Cerci, Gilardino e Vargas confermato.

    PRIMO TEMPO– Primi minuti con una Fiorentina molto ordinata che cerca di far girare palla e rendersi pericolosa in zona offensiva, mentre i nerazzurri aspettano il momento giusto per colpire la difesa viola.

    Gol sfiorato al 10’ con Cerci che dalla fascia serve un assist perfetto per Gilardino. Il bomeber viola da rapace d’area colpisce la palla al volo e la stampa sulla traversa, facendo tirare un sospiro di sollievo a Julio Cesar.

    Risposta nerazzurra al 12’ su spunto di Coutinho che serve la palla in area al Pazzo. Stop di Pazzini spalle alla porta, controllo e tiro violentissimo che impatta sulla traversa. Un legno per parte e partita bellissima.

    Al 25’ è l’Inter a portarsi in vantaggio con Eto’o che manda in tilt mezza difesa viola per servire un pallone difficilissimo a Pazzini, che marcato stretto aggancia la palla e spalle alla porta fa partire una rasoiata micidiale per Boruc. Inter 1 Fiorentina 0. Non passano nemmeno tre minuti e i nerazzurri tornano a esultare quando,al 28’ sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Eto’o Cambiasso si fa trovare pronto e in area stacca anticipando tutti e mettendo la palla alle spalle di Boruc, raddoppiando il vantaggio sulla Fiorentina. Viola frastornati da questo uno due dell’Inter, e soprattutto non in grado di rendersi più pericolosa dopo la bell’azione di Cerci segnalata in precedenza.

    Brividi per la Fiorentina nel finale di primo tempo quando su una lunga azione insistita nerazzurra Maicon ha la possibilità di calciare a botta sicura, e non trova il gol solo grazie a una fenomenale parata di Boruc, che tiene il risultato sul 2 a 0. Fischio di Banti e squadre a riposo.

    SECONDO TEMPO- Nessuna modifica negli schieramenti per entrambe le squadre al ritorno in campo. Occasione clamorosa all’8’ per la Fiorentina con Gilardino  servito da Beherami, che riesce ad aggirare Ranocchia e a tu per tu con Julio Cesar sbaglia un gol impossibile calciando a lato.

    Mihahjilovic  non  si arrende e prova  a dare atteggiamento più offensivo alla sua squadra, sostituendo al 11’ D’agostino con Mutu, tenendo Mutu Cerci e Vargas alle spalle di Gilardino.

    Troppo molle la difesa nerazzurra al 27’ su spunto di Beherami che di testa serve l’assist per il compagno Mutu. Il romeno prova un gol di rara bellezza, cercando di scavalcare con una traiettoria a pallonetto Julio Cesar con la palla che va di poco sulla traversa. È solo il preludio al gol della Fiorentina che arriva al 29’  con Gilardino, che anticipa Ranocchia, stoppa il pallone in corsa con la coscia destra e calcia di sinistro al volo battendo Julio Cesar realizzando un gol bellissimo. Inter 2 Fiorentina 1. Partita riaperta.

    Almeno così sembrerebbe. Perché sulla punizione guadagnata dall’Inter al 31’ dal limite dell’area, Coutinho si prende la responsabilità di calciare e riesce con uno splendida conclusione a segnare il suo primo gol in Serie A, portando l’Inter sul punteggio di 3 a 1. Ancora un’occasione per i viola al 35’ con Mutu in area defilato che impegna Julio Cesar in una parata non facile. Nel finale leggerezza di Lucio che si dimentica il pallone e lo regala a Mutu, che in corsa serve un pallone perfetto a Gilardino, chiuso da un’uscita perfetta di Julio Cesar. 5 minuti di recupero e fischio finale di Banti e Nerazzurri sempre più lanciati verso la conquista del secondo posto a discapito dei partenopei guidati da Mazzarri.

  • Inter – Fiorentina, probabili formazioni. Sneijder ancora fuori

    Inter – Fiorentina, probabili formazioni. Sneijder ancora fuori

    Gara dal sapore particolare quella che i nerazzurri affronteranno oggi contro la Fiorentina dell’ex Sinisa Mihajilovic. Infatti dopo aver ritardato di una settimana la festa scudetto rossonera, ieri sera il Milan ha potuto brindare e ‘laurearsi’ Campione d’Italia per la 18esima volta nella sua gloriosa storia.  Rimangono le briciole quindi per le altre squadre, considerando che per l’Inter il rischio preliminari Champions è stato scongiurato con la vittoria delle ultime partite, rimane la voglia e il dovere per una squadra con il blasone nerazzurro di dover chiudere il campionato almeno al secondo posto. Anche per i viola il discorso vittoria oggi non è legato al raggiungimento di un vero obiettivo, perché la loro classifica non gli permetterà nemmeno di potersi giocare l’Europa League il prossimo anno.

    INTER – Leonardo è un pizzico amareggiato nel riconoscere i meriti rossoneri nella vittoria del titolo, aggiungendo come la settimana nera (Derby e Schalke 04) abbia letteralmente tagliato le gambe e escluso i nerazzurri dalla lotta scudetto: “Chi vince, merita sempre. C’è l’amarezza di non essere riusciti, nel momento cruciale, a scavalcare il Milan nel derby. L’Inter ha lottato”. Sulla partita contro la Fiorentina  e sulla possibilità di un calo dovuto alla mancanza di motivazioni, Leonardo aggiunge: “È tutto importante: il campionato come la Coppa Italia, la gara con la Fiorentina come quella contro la Roma. Si tratta solo di saper gestire ogni partita singolarmente. Noi abbiamo i nostri obiettivi e non sono ancora stati raggiunti, abbiamo avuto due settimane intere per lavorare e non credo sia un problema affrontare due partite a tre giorni di distanza”.

    Per quanto riguarda la formazione da scegliere per la sfida odierna, il tecnico brasiliano dovrà fare a meno di alcuni giocatori importanti. Si ferma Thiago Motta a causa di una lieve distorsione al ginocchio destro rimediata nell’allenamento. Rimane indisponibile ancora per un turno Sneijder in vista della prossima sfida di ritorno delle semifinali di Tim Cup contro la Roma mentre viene convocato e al massimo si accomoderà in panchina Walter Samuel, di ritorno dal brutto infortunio al legamento crociato. L’undici titolare dovrebbe vedere tra i pali Julio Cesar, in difesa Lucio e Ranoccchia al centro, con Maicon e il ritorno di Chivu a sinistra. A centrocampo troviamo Cambiasso con il possibile inserimento di Kharja, Zanetti all’esterno e l’avanzamento in fase offensiva di Nagatomo. Attacco con Eto’o e, guai a lasciarlo fuori, Pazzini.

    FIORENTINA – Sinisa lancia i messaggio chiaro ai suoi giocatori, cercando di trovare le motivazioni giuste per una partita un po’ atipica: “Contro l’Inter guai a chi si arrende, contro le grandi abbiamo fatto bene, però a volte ci siamo accontentati. Magari di un pareggio, o addirittura di una sconfitta per 2-1, come con il Milan. Ecco, con l’Inter non deve succedere, voglio una squadra che non si arrenda mai”.

    Il tecnico viola dovrebbe schierare la stessa formazione che una settimana fa è risultata vincente contro l’Udinese, con Boruc tra i pali, difesa a quattro con il dubbio tra Natali e Kroldrup al centro, affiancato da Gamberini e sugli esterni Pasqual e De Silvestri. Linea mediana con l’ex West Ham Beherami, D’Agostino autore di una bella prestazione nell’ultimo turno di campionato e l’immancabile faro del centrocampo viola Riccardo Montolivo. Tridente offensivo composto dal bomber Gilardino, Cerci e l’avanzato Vargas che sembra aver ritrovato la forma della passata stagione.

    INTER (4-4-2) Julio Cesar; Maicon, Ranocchia, Lucio, Chivu; Zanetti, Cambiasso, Kharja, Nagatomo; Pazzini, Eto’o.
    A disposizione
    : Castellazzi, Materazzi, Faraoni,Obi,  Pandev, Coutinho, Milito.
    Allenatore: Leonardo.

    FIORENTINA (4-3-3) Boruc; De Silvestri, Gamberini, Kroldrup, Pasqual; Behrami, D’agostino, Montolivo; Cerci, Gilardino, Vargas.
    A disposizione:
    Frey, Comotto, Natali, Donadel, Santana, Mutu, Babacar.
    Allenatore:
    Mihajlovic.

  • Abodi provocatorio: “Aboliamo il pareggio in serie B”

    Abodi provocatorio: “Aboliamo il pareggio in serie B”

    Soffia forte il vento del cambiamento nella serie B nostrana, da quando le idee del presidente della serie cadetta (eletto in estate) Enrico Abodi stanno per diventare realtà. Abodi appunto, ospite alla trasmissione “Studio 1 Stadio”, ha lanciato l’idea provocatoria di eliminare definitivamente il segno X dalle partite aumentando in questo modo la spettacolarizzazione dell’evento: ”Abbiamo il pensiero di non far terminare più le gare con il segno X, introducendo rigori o ‘shootout’ direttamente dopo il 90 in caso di parità.”

    Ovviamente pare leggermente illogico snaturare il gioco del calcio eliminando la possibilità del pareggio, e tutto ciò prima di diventare qualcosa di realmente concreto dovrà passare nelle mani della Federcalcio (mai incline a cambiamenti così epocali).  Il presidente della Lega di Serie B continua l’intervista aggiungendo in seguito, al telefono con l’ANSA ulteriori particolari: “Sono cose che si valutano assieme e si decidono con la Federcalcio. Sono valutazioni di carattere tecnico e tutto deve avvenire all’interno di regole, senza forzature”.

    L’intervista continua e Abodi parla delle nuove iniziative in cantiere, tra cui quella proposta da Albertini, con la possibilità di vedere giocare in serie B l’under 21 azzurra cercando di promuovere la crescita dei giovani talenti nostrani e una novità dal punto di vista della numerazione delle maglie: Puntiamo su territorialità e italianità – ha spiegato con fermezza il presidente della lega di Serie B – abbiamo lanciato una rappresentativa della  categoria con giovani under 21 e stiamo pensando anche di ritornare alla numerazione dall’1 all’11”.

    Intervistato anche dalla rosea (Gazzetta dello Sport) Abodi ha parlato in particolare di alcuni punti sui quali si sta lavorando per realizzare in concreto un miglior torneo calcistico di Serie B: “Lavoriamo su tre fronti. Quello dei tifosi, con i quali cerchiamo un dialogo diretto, anche attraverso un indirizzo e-mail. Quello della comunicazione con media e aziende, per capire le aspettative del mercato. E quello strettamente tecnico, del calcio: riteniamo sia fondamentale collaborare con le altre leghe, ma oggi la tendenza è quella di allontanarsi”. Un segnale chiaro lanciato, dopo il pesante distacco con la Serie A, che ha sicuramente indebolito e reso meno forte economicamente la serie cadetta.

    Come fare dunque per aumentare la visibilità anche a livello sovranazionale per accaparrarsi gli sponsor migliori? Abodi ha un’altra soluzione in cantiere: “Intendo proporre a Russia, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna di ripristinare la Mitropa Cup (la più antica competizione calcistica per squadra di club europee abolita nel 1992), da seguire  in live streaming”.

    Provocazioni o no, di certo questo ‘Wind of change’ parafrasando gli Scorpions, lanciato da Enrico Abodi non passerà di certo inosservato nei vertici federali calcistici. Voi che ne pensate?

  • Luis Suarez: “Guardiola non potrebbe dire di no a Moratti”

    Luis Suarez: “Guardiola non potrebbe dire di no a Moratti”

    Il dubbio amletico che sta attanagliando Massimo Moratti e la dirigenza nerazzurra già in quest’ultimo scorcio di stagione riguarda la conferma sulla panchina interista dell’attuale tecnico Leonardo, o sull’attuazione di una “Revolution” totale, con il possibile approdo alla Pinetina di Pep Guardiola, da sempre corteggiato dal presidente nerazzurro. Infatti come ipotizza la Gazzetta dello Sport nell’edizione odierna, non è così certa la riconferma di Leonardo alla guida dell’Inter, poiché molto dipenderà anche dalla conquista della Coppa Italia, nonostante come nelle ultime partite il tecnico brasiliano si sia ripreso la guida della squadra e il secondo posto in classifica. Il cuore dice Leonardo, ma l’istinto del presidente Moratti, sono già proiettati in Spagna, col chiodo fisso di Guardiola. Il destino del tecnico del Barcellona è legato soprattutto all’andamento della Champions League attuale, poiché dopo aver staccato il ticket per la finale di Wembley, asfaltando il Real dell’acerrimo nemico Mourinho, Pep ha l’occasione di un replay della finale di Roma proprio contro il Manchester United di sir Alex Ferguson. In Spagna c’è chi sostiene che il risultato di questa sfida sarà determinante per il futuro del tecnico blaugrana. Infatti solo pochi mesi fa, Pep fresco di rinnovo di contratto aveva dichiarato che un allenatore non può fermarsi più di quattro anni in un grande club come il Barcellona e che forse alla fine della stagione le loro strade si sarebbero separate. Alle dichiarazioni sono seguiti i corteggiamenti delle più grandi società europee, in prima fila del Chelsea e dell’Inter. Il Barcellona si starebbe tutelando con il possibile sostituto cresciuto in casa: Luis Enrique (allenatore del Barcellona B).

    MERCATO NERAZZURRO– L’idea di portare Guardiola a Milano sulla sponda interista vorrebbe dire anche un mercato stellare in  entrata per i nerazzurri, con i soliti nomi già nella lista dei desideri di Marco Branca. Primo su tutti il cileno Alexis Sanchexz, assoluto talento dell’Udinese, con l’assalto già tentato in gennaio. Il Nino Maravilla sarebbe il giocatore ideale per il gioco del tecnico blaugrana, ma servirebbero almeno un paio di rinforzi a centrocampo, con giocatori molto tecnici, in grado di emulare il gioco stellare del Barcellona. Fabregas forse è alla sua ultima stagione con i Gunners e Wenger si è rassegnato a perdere il suo giocatore preferito. Cesc ha una predilezione per la sua terra natale, quindi per il suo acquisto in pole c’è sicuramente il Barcellona, ma il richiamo di poter essere allenato da un grande tecnico come Guardiola potrebbe avere il suo peso. Ovviamente se ci sarà un mercato stellare in entrata, è doveroso ripeterlo ci saranno importanti cessioni in uscita con i nomi di alcuni big probabilmente sacrificabili. Maicon e Milito sono i più papabili ma solo in estate se ne saprà di più.

    SUAREZ-A parte le notizie di Fantamercato questa mattina l’agente di Guardiola, José Maria Orobitg, ha voluto fare chiarezza smentendo un’imminente partenza dal Barcellona da parte di Pep, dichiarando di aspettare almeno il 2012, ovvero la data di scadenza del suo contratto. Ipotesi nerazzurra? Una voce a suffragio di questa causa arriva direttamente da un ex interista come Luis Suarez, che, appoggia pienamente la candidatura di Guardiola in nerazzurro e ha dichiarato a SportMediaset: “Verrebbe volentieri, ne abbiamo parlato a dicembre. Non potrebbe dire di no a Moratti. Conosco da molto tempo Guardiola .Penso che se vorrebbe fare un’altra avventura, l’Inter potrebbe essere la squadra giusta, potrebbe far bene anche in Italia. Però deve decidere l’Inter, non vorrei essere frainteso”.

    Suarez però non vuole dare fastidio alla dirigenza nerazzurra  con queste dichiarazioni e quindi ci tiene a precisare: “Non mi è stato chiesto un parere e non l’ho consigliato. Ho solamente detto che Guardiola non saprebbe dire di no ai nerazzurri. Io non faccio niente, perché non è il mio lavoro e non voglio mettermi in cose in cui non sono chiamato in causa”.

    Commento finale anche sulla stagione di Leonardo: “Ha fatto bene. Non possiamo dargli la colpa se la stagione non finisce nel migliore dei modi. Potrebbe rimanere anche Leo tranquillamente. Come al solito la colpa è dei giocatori: potrebbe bastare ringiovanire la squadra”.


  • Le pagelle di Cesena – Inter 1-2: Pazzini in panchina? Roba da Pazzi

    Le pagelle di Cesena – Inter 1-2: Pazzini in panchina? Roba da Pazzi

    Pagelle Inter

    Maicon 6,5 partita a due facce come l’Inter, dove praticamente non riesce mai ad essere incisivo nel primo tempo e invece ritrova la falcata e il dribbling nella ripresa. Prova a servire le punte con qualche cross ma Pazzini due volte schiaccia di testa e la mette di poco a lato. Poi nell’ultimo minuto di recupero prende il pallone dalla trequarti e pennella un cross perfetto per la testa del Pazzo, che punisce Antonioli e porta i 3 punti a casa per i nerazzurri. Mezzo voto in più per l’assist!

    Ranocchia 5 Pessima la sua prestazione. E si capisce fin da subito quando nei primi minuti si lascia sgusciare via alle spalle Giaccherini lanciato a rete da solo contro Castellazzi. Non bastasse sbaglia molti appoggi facili e soffre la presenza di un gigante come Budan. Tant’è che sul cross di Ceccarelli si ‘scansa’ quasi ciccando la palla di testa (colpevole anche Lucio) lasciando proprio Budan da solo in area libero di segnare. Brutto finale di stagione per lui

    Eto’o 6 Oggi non è in giornata e si nota quando si intestardisce nei dribbling, cercando spazi e spunti che non gli riescono mai. Qualche volta  è anche troppo egoista, quando prova la conclusione a rete senza cercare i compagni meglio posizionati. Si fa perdonare nel finale quando trova la zampata vincente servendo l’assist perfetto per Pazzini in area. È anche suo il merito della rimonta.

    Pazzini 8 Se qualche maligno avesse pensato dopo il lungo digiuno dal gol del Pazzo, che forse non fosse stato proprio l’acquisto del secolo in casa nerazzurra, oggi si sarà ricreduto. Pazzini è un giocatore fantastico e straordinario, ma c’è da capire che il suo habitat naturale è l’area di rigore, e chiedergli di giocare lontano da essa è un crimine puro. Entra nella ripresa e con una doppietta stende il Cesena e ribalta la partita da solo! Un appunto a Leonardo: Come si fa a tenere in panchina un giocatore così decisivo?

    Pandev 4,5 Inguardabile. Dovrebbe essere lui l’uomo ch sostituisce Sneijder e che dovrebbe essere il tramite tra centrocampo e attacco. Non gli riesce praticamente niente, e la cosa più assurda è che chiunque abbia visto la partita non si è accorto se abbia giocato o no. Quando esce per infortunio viene da chiedersi:’ ah ma c’era anche lui in campo?’. Altro appunto a Moratti stavolta: ‘ è proprio necessario tenerlo?’

    Pagelle Cesena

    Budan 6,5 Lotta e sgomita per tutto il primo tempo con Ranocchia, facendolo impazzire e mettendolo in seria difficoltà. Praticamente gli arriva una palla buona nella ripresa e lui la trasforma in rete. Come re Mida tutto quello che tocca diventa oro. Purtroppo per lui quel gol non servirà a nulla ai fini della partita.

    Giaccherini 6 La potenza è nulla senza controllo recitava il testimonial si una nota marca di pneumatici. Bhè vallo a dire a Giaccherini quando non riesce a controllare il pallone in corsa lanciato a rete solo contro Castellazzi. Sfortunato in quell’occasione non demorde e azzanna la fascia come un demonio. Velocissimo e sempre pericoloso per gran parte della partita. Affonda nel finale insieme ai suoi per aver sprecato troppe energie.

    Ceccarelli 6,5 Oggi il suo compito è quello di sostituire Santon, tenuto in panchina proprio contro la sua ex squadra. Scelta azzeccata da Ficcadenti, con Ceccarelli che tira fuori una buona prestazione sotto tutti i punti di vista. Il terzino del Cesena si fa notare soprattutto per gli inserimenti offensivi, e entra di diritto nel gol del Cesena, poiché l’assist per Budan parte dai suoi piedi.

    Jimenez 5,5 Gioca una quantità di palloni indescrivibile, è lui il centro nevralgico dell’azione dei bianconeri, ma oggi non risulta essere così decisivo come altre volte. Sente la partita più di tutto, in particolar modo per il trattamento che gli ha riservato la dirigenza interista. Vuole vendetta ma non la trova, e alla fine la partita gli lascia anche l’amaro in bocca.