Autore: Antonio Trementozzi

  • Inter, le lacrime di Cambiasso simbolo della sconfitta

    Inter, le lacrime di Cambiasso simbolo della sconfitta

    La sconfitta non è arrivata, ma quel pareggio riacciuffato in extremis ha di fatto palesato gli evidenti limiti di questa Inter targata Ranieri. Analizzando il match senza guardare il risultato emerge nuovamente come i nerazzurri siano praticamente inesistenti in mezzo al campo, e soprattutto fragili a livelli imbarazzanti in fase difensiva. Ranieri ha nuovamente sconfessato le sue scelte iniziali, dove se nel primo tempo aveva provato ad uscire della crisi utilizzando il più solido 4-4-2, sacrificando il giocatore di più inventiva come Sneijder, schierando Forlan come esterno di centrocampo,  nella ripresa ha di fatto utilizzato un default tattico inserendo l’olandese e rompendo gli schemi iniziali.

    Il pareggio è arrivato solo grazie a uno scatto d’orgoglio, e non al gioco che latita da mesi. L’immagine simbolo della sconfitta subita, nonostante il pari agguantato, sono le lacrime di Cambiasso, giocatore che ha sempre lottato e sentito la maglia nerazzurra come una seconda pelle. Alla sua sostituzione c’è stata un’ovazione, lasciatemi dire, indegna e ingenerosa.

    la disperazione di Cambiasso | ©Claudio Villa/Getty Images

    Ripreso dalle telecamere in panchina, Cuchu Cambiasso ha mostrato la sua sensibilità, cercando di nascondere il volto coperto dalle lacrime. Immagine che segna certamente la fine di un ciclo in casa Inter, ricordando  quasi il tragico pianto di un campione come Ronaldo sulla panchina in occasione dello scudetto sfumato contro la Lazio.

    Il centrocampista argentino è stato uno dei peggiori in campo ieri sera, mostrando come con l’alzarsi della sua età anagrafica non può giocare al top quaranta partite a stagione. Non per questo motivo sono giustificati i fischi e l’ovazione per la sostituzione di uno dei maggiori artefici delle vittorie nerazzurre di questi ultimi anni. L’argentino arrivato dal Real Madrid a parametro zero, è stato uno dei colpi di mercato più azzeccati degli ultimi anni, risultando una colonna portante del centrocampo di Mancini e di Mourinho. Oltre che un campione è sempre stato un giocatore che ha sentito in maniera speciale l’attaccamento ai colori e alla maglia nerazzurra, volendo ricordare come in tutti i festeggiamenti, indossasse la maglia numero tre ,di una bandiera e di un suo personale idolo come Giacinto Facchetti. Ridicoli i fischi e addirittura umiliante un’ovazione che Cambiasso ha sentito davvero come degradante dal punto di vista personale, nei confronti di quei tifosi che lui sentiva sempre al suo fianco.  Andiamoci piano a dare per bolliti dei giocatori che sono saliti sul tetto del mondo solo un anno fa, perché la rifondazione probabilmente investirà molte vecchie pedine, con l’inserimento di forze fresche, ma criticare e umiliare un giocatore come Cambiasso mi sembra davvero autolesionismo allo stato puro. Gli eroi di Madrid avranno com’è giusto che sia sempre il rispetto e la gratitudine dei veri tifosi nerazzurri, perché un’annata storta non cancella di certo un lustro di vittorie che ha portato gli addetti ai lavori a rinominare la Grande Inter quella del Triplete dopo quella di Helenio Herrera. Cambiasso come il suo idolo Giacinto Facchetti saprà nuovamente rialzarsi, senza dover nascondere quelle lacrime amare, di cui non ha nulla da vergognarsi. Esteban Cambiasso è di fatto un pezzo della storia nerazzurra,  e per questo motivo credo che le uniche persone che dovrebbero nascondersi siano quelle che hanno gioito alla sua sostituzione.

     

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  • Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Inter – Catania 2-2, pagelle. Almiron top, Pazzini flop

    Un’Inter dalla due facce, dove nel primo tempo non trova la via del gol e seguendo la stessa trama delle ultimissime partite si fa trovare sguarnita e impreparata in difesa lasciando quasi per ‘educazione’ l’ingresso libero in area agli attaccanti avversari. One shot one kill è ormai impresso sulla porta difesa da Julio Cesar, poiché alla prima vera occasione utile subita, i nerazzurri puntuali come gli svizzeri passano in svantaggio. Nella ripresa la trasformazione con l’ingresso di Sneijder e la duplice sostituzione di un Palombo inguardabile e un Cambiasso ormai stremato, con l’energia e la freschezza di Poli e Obi ridanno vitalità alla manovra di gioco nerazzurra. Il Catania ha le colpe di essersi giocata l’occasione della vita in maniera superficiale, sprecando malamente le palle gol del 3-0, e calando in maniera eccessiva nella ripresa lasciando il pallino del gioco nelle mani dei nerazzurri. Carrizo ci ha messo del suo riaprendo la partita con una papera evitabile, mentre al resto ci hanno pensato Forlan e Milito. Morale della favola? Il pari nasce più dai demeriti del Catania che dalle pochissime buone cose fatte vedere dai nerazzurri, palesando ancora una volta una sorta di anarchia tattica in mezzo al campo che mostra come Ranieri solo fisicamente sia ancora il tecnico dell’Inter.

    PAGELLE INTER

    Nagatomo 4,5 Male, malissimo. Ha l’attenuante che gioca sulla fascia destra non di sua competenza, ma si fa saltare come un novellino sulla prima sterzata di Gomez, concedendogli il tiro con il suo piede migliore, regalando in questo modo il gol del vantaggio. Partita colma di errori e imprecisioni.

    Palombo 4 Ancora oggi rimane inspiegabile il suo acquisto dopo la cessione di Thiago Motta, quasi a voler colmare una casella vuota nella caselle delle entrate, scegliendo a casaccio. Sbaglia moltissimi palloni e non trova mai la posizione utile ad aiutare la retroguardia.

    Forlan 6,5 Torna a segnare dopo un’eternità, e si prende dopo le vagonate di fischi i suoi primi applausi dal pubblico di San Siro. Partita a due fasi, dove nel primo tempo si intestardisce fin troppo calciando da ogni posizione, e nella ripresa complice la fortuna e l’orrore di Carrizo trova la rete del 2-1. Non bastasse pennella l’assist per Milito.

    Milito 6 Non brilla, cercando di trovare lo spunto che gli manca dal match contro il Palermo, ma di palloni giocabili davanti non se ne vedono. Poi Forlan gli serve l’assist vincente e lui spacca la porta con un gol rabbioso.

    Pazzini 3 Involuzione totale dell’attaccante che solo poco tempo fa era in grado di risolvere le partite segnando quei gol da rapace d’area. Anche per lui davanti non si vedono palloni giocabili, ma in maniera quasi irritante continua a chiedere falli che non ci sono, e nel finale sbaglia un gol impossibile calciando centrale da due passi solo davanti a Carrizo.

    Sergio Almiron © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    PAGELLE CATANIA

    Carrizo 4,5 Paperaccia dell’argentino ex Lazio, che dopo essere rimasto inoperoso per tutto il match regala il gol che riapre la partita su una conclusione forte di Forlan tutt’altro che imparabile. Sul secondo gol non può nulla.

    Izco 6,5 Recupera dall’infortunio e torna da protagonista, segnando la rete del 2-0, ma soprattutto diventando una vera spina del fianco per tutti i giocatori nerazzurri.

    Almiron 7,5 Assoluto protagonista in positivo della sfida. Recupera un milione di palloni e serve con assist calibrati i compagni di squadra, dettando i tempi della manovra e delle ripartenze alla perfezione. Uno come lui servirebbe come il pane ai nerazzurri.

    Gomez 7 Papu Gomez non perdona. Ranieri si affida alla velocità di Nagatomo per evitare le sue accelerazioni, ma l’attaccante del Catania è inarrestabile e con una sterzata secca prima manda fuori tempo il terzino nipponico e poi mette la sua firma sul tabellino dei marcatori con un destro a giro imprendibile per Julio Cesar.

    HIGHLIGHTS INTER – CATANIA 2-2

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  • Inter – Catania 2-2, Forlan e Milito evitano un altro ko

    Inter – Catania 2-2, Forlan e Milito evitano un altro ko

    Si intravede la luce dal tunnel in cui è finita l’Inter. Gli uomini di Ranieri portano a casa un punto sofferto e strappato con le unghie e con i denti, dopo aver recuperato un passivo di due gol nella ripresa. Difficile capire se Ranieri sarà ancora il tecnico dell’Inter, ma una cosa è certa ancora una volta nel secondo tempo il tecnico romano ha di fatto sconfessato le solite scelte iniziali come accade puntualmente negli ultimi match, palesando una confusione tattica imbarazzante. Splendido Catania nei primi 45 minuti di gioco, con Montella che aveva avvertito i suoi cercando di tenere alti i ritmi di gioco, mentre nella ripresa, complice l’imprecisione sottoporta degli attaccanti argentini, e una papera di Carrizo, i nerazzurri hanno ritrovato la via del gol, riuscendo a strappare un pari davvero inaspettato.

    Manca Maicon ai nerazzurri, che accusa un leggero dolore muscolare e rimane in tribuna. Ranieri schiera Zanetti al suo posto inserendo Faraoni sull’esterno in mediana. Tutto confermato davanti con la coppia Pazzini Milito e Forlan largo sulla fascia. Per il Catania confermate le previsioni iniziali con Izco che recupera e torna disponibile a centrocampo.

    PRIMO TEMPO – Match che parte con ritmi molto bassi, i nerazzurri cercano di far girare la palla mentre il Catania si difende con ordine. Forlan prova più volte la conclusione dalla distanza, quasi a voler riprendere il feeling smarrito con lo specchio della porta. È proprio l’uruguaiano ad avere un’ottima occasione al 15’: cross di Milito, Forlan è solo in area e prova la conclusione al volo, colpendo bene ma la conclusione è troppo centrale, e Carrizo che respinge senza problemi. Solito copione delle ultime  partite nerazzurre, dove nel miglior momento dell’Inter, è il Catania a passare in vantaggio. Gomez al 20’ complice un mancato allineamento della difesa interista, sfugge alle maglie del fuorigioco, prende in velocità Nagatomo, lo salta e buca sul palo opposto Julio Cesar con un diagonale imprendibile. Deja vu.

    Il problema più evidente è che manca la reazione dell’Inter, e anzi il contraccolpo psicologico del gol dello svantaggio è accusato in maniera pesante dai nerazzurri che sembrano quasi spaesati in mezzo al campo. Occasione letteralmente divorata da Barrientos al 37’, servito in area  da una splendida imbucata di Almiron, liscia il pallone facendosi anticipare in seguito dall’uscita di Julio Cesar. È solo il preludio al raddoppio che arriva al 38’: Marchese  pescato in posizione di fuorigioco (non ravvisato), va sul fondo e serve l’assist a Izco, che a porta vuota deve solo toccare per il tap in vincente e portare i suoi sul 2-0. Silenzio agghiacciante a San Siro.

    Diego Milito © Claudio Villa/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Nella ripresa cambio per Ranieri che toglie Faraoni e schiera il grande escluso Sneijder, cercando di ribaltare il risultato. Ancora nessuna reazione degna di nota nei primi minuti, con un’Inter senza idee e troppa confusione in campo mentre il Catania avrebbe prima con Gomez e poi con Barrentios, due chiare occasioni per aumentare ulteriormente il passivo. Corre moltissimi rischi l’Inter lasciando vere e proprie voragini in difesa che vanno a nozze con le accelerazioni del reparto avanzato del Catania. Ranieri al 16’ continua a mescolare le carte togliendo entrambi i centrali di centrocampo: via Palombo e Cambiasso per Obi e Poli. Montella vede il suo Catania più stanco e sostituisce Bergessio con Ebagua.

    Lampo di Forlan al 25’ che dribbla Motta va sul fondo e calcia forte in porta trovando una ‘papera’ di Carrizo che di fatto regala il 2-1 all’Inter. I nerazzurri si svegliano, il Catania abbassa i ritmi e al 34’ Milito,torna a gonfiare la rete con un gol rabbioso su splendido assist di Forlan, trovando un diagonale alto che buca Carrizo e riapre la partita con la rete del 2-2. Finale pirotecnico, con Seymour solissimo in area che al 39’ si divora un gol incredibile calciando sulle mani di Julio Cesar. Al 45’ incredibile match point mancato da Pazzini che praticamente da solo davanti a Carrizo stoppa e calcia sui piedi del portiere argentino, sbagliando un gol impossibile. Nel finale ancora qualche emozione ma il risultato non cambia e l’Inter almeno salva il salvabile agguantando un pareggio con un punto d’oro visto il periodo di magra.

  • Chelsea, Villas Boas esonerato! Inter all’attacco?

    Chelsea, Villas Boas esonerato! Inter all’attacco?

    L’esonero era nell’aria da molto tempo, e alla fine dopo la sconfitta di ieri contro il West Bromwich, il tecnico portoghese Andrè Villas Boas è stato esonerato dal Chelsea. Si tratta del settimo allenatore a lasciare anzitempo la panchina di Blues in otto anni di presidenza Abramovic, quasi a voler certificare la fretta di ottenere quei risultati che solo Mourinho e Ancelotti hanno trovato in terra londinese.

    Il club ha pubblicato sul proprio sito ufficiale un comunicato che recitava le seguenti parole:

    “I risultati e le prestazioni della squadra non sono stati soddisfacenti e non ci sono segnali di miglioramento in un momento chiave della stagione. Il club ringrazia il tecnico per il suo lavoro ed esprime il proprio dispiacere per la prematura cessazione del rapporto . La squadra è ancora in gioco nelle fasi finali della Champions League e in FA Cup e punta ai primi quattro posti della Premier League e a essere il più competitiva possibile su tutti i fronti”.

    Andrè Villas Boas © IAN KINGTON/AFP/Getty Images

    Cambio in corsa dunque, con il vice allenatore Roberto di Matteo pronto a subentrare nell’immediato alla guida dei Blues. Anche in questo caso la notizia arriva direttamente continuando a leggere la nota ufficiale diramata dello stesso club:

    “L’unica possibilità era quella di fare un cambiamento. Con effetto immediato Roberto Di Matteo è stato nominato primo allenatore del team fino al termine della stagione”.

    Oltremanica si fanno già i nomi dei possibili successori di Villas Boas, con in pole il nome di Rafa Benitez, voglioso di tornare ad allenare una big nella sua amata Premier League dopo la pessima parentesi italiana nei sei mesi in nerazzurro. Proprio da parte dell’Inter, potrebbe esserci una svolta, dopo l’esonero di Villas Boas, considerando come la corsa alla prossima panchina nerazzurra fosse una gara tra il portoghese e Pep Guardiola. Nonostante Moratti sia fortemente ‘innamorato’ di Guardiola e del suo calcio, è noto a tutti come l’Inter già in estate avesse provato a strappare la concorrenza dei Blues per far tornare ad Appiano Gentile il vice di Mourinho, nota conoscenza a molti volti della rosa nerazzurra. Solo la folle clausola rescissoria di 15 milioni di euro, frenò la trattativa, tagliando fuori l’Inter, che a questo punto potrebbe tentare nuovamente l’affondo, in vista di una rifondazione targata giugno 2012.

  • Inter – Catania, Ranieri fa fuori Sneijder. Forlan esterno

    Inter – Catania, Ranieri fa fuori Sneijder. Forlan esterno

    Il giorno della verità in casa Inter è arrivato. La sfida di stasera contro il Catania, dirà moltissimo sul futuro in bilico del tecnico Claudio Ranieri. Un’ulteriore sconfitta, che allungherebbe la striscia negativa dei record non sarebbe tollerata dal presidente Massimo Moratti. Nonostante il tecnico romano, abbia parlato di fiducia totale da parte della società, lo stesso Ranieri ha cercato si spronare i suoi a giocare questa partita come fosse l’ultima in cui siederà il loro tecnico. Dall’altra parte c’è un avversario ostico che proprio contro le grandi, offre le partite più belle dal punto di vista del gioco: il Catania spregiudicato guidato da Montella lanciato a quota 33 punti (solo 3 in meno rispetto ai nerazzurri).

    INTER – Ranieri dopo il tourbillon di moduli schierati in questi ultimi match, torna al passato e forse anche un po’ per scaramanzia opta per il famoso 4-4-2 che gli consentì le sette vittorie consecutive, terminate a Napoli. Rimangono fuori della lista dei convocati Castaignos, che deve scontare altri due turni di stop per la squalifica, e gli acciaccati Alvarez, Ranocchia, Chivu e Guarin. Fa scalpore l’assenza di Stankovic rimasto fuori per scelta tecnica, con Ranieri a minimizzare l’accaduto, mentre i rumors parlano di malumore dopo la sostituzione di Napoli, con il serbo scontento e amareggiato per la situazione e il tecnico che in questo modo l’avrebbe punito.

    Wesley Sneijder © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Le previsioni per l’undici iniziale vedono tra i pali Julio Cesar, con in difesa Lucio e Samuel al centro, il rientro del recuperato Maicon a destra e Nagatomo sulla corsia opposta. In mediana Ranieri si affida all’esperienza di Cambiasso affiancato da Palombo che si gioca in questo match le sue carte. Più larghi sulle corsie laterali agiranno capitan Zanetti, supportato sul versante opposto da Forlan in un inedito ruolo di esterno di centrocampo. Davanti rimangono pochi dubbi con l’utilizzo della coppia Pazzini Milito, chiudendo in questo caso ogni spazio per Sneijder, destinato a partire dalla panchina.

    CATANIA – Montella non ha detto molto in conferenza stampa, restando in qualche modo abbottonato, ma sotto sotto, l’aeroplanino ex giallorosso sa che stasera vista la pessima situazione nerazzurra il suo Catania potrebbe sbancare San Siro e tentare l’operazione aggancio. La squadra siciliana vorrà ricalcare il copione delle sue ultime partite, condite da un mix di accelerazioni e ripartenze letali per qualsiasi avversario. Montella dovendo fare a meno di Campagnolo, Potenza e Biagianti non rinuncia a giocarsi il match a viso aperto schierando un 4-3-3 che non lascia spazio a velleità difensive: Carrizo tra i pali, con Legrottaglie, Spolli, Motta e Marchese a completare la linea difensiva. In mediana spazio a l’ex rossoblu Seymour affiancato dall’uomo del momento Francesco Lodi e Almiron, che vede nell’Inter una delle sue vittime preferite. Davanti il terzetto offensivo è composto da Bergessio, Gomez e Barrientos.

    PROBABILI FORMAZIONI INTER  CATANIA

    INTER (4-4-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Zanetti, Palombo, Cambiasso, Forlan; Milito, Pazzini. 
    A disp.:
    Castellazzi, Cordoba, Faraoni, Poli, Obi, Sneijder, Zarate. All.: Ranieri

    CATANIA (4-3-3): Carrizo; Motta, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Seymour, Lodi, Almiron; Gomez, Bergessio, Barrientos. 
    A disp.:
    Kosicky, Bellusci, Izco, Llama, Ricchiuti, Catellani, Ebagua. All.: Montella

  • Ranieri rinuncia a Sneijder e Forlan con il Catania

    Ranieri rinuncia a Sneijder e Forlan con il Catania

    Ranieri pur di evitare un’altra caduta in campionato (che allungherebbe la striscia negativa battendo ogni record nerazzurro) è pronto alle scelte impopolari, rinunciando a Sneijder per tornare al 4-4-2 in grado di fornire più garanzie. Proprio durante le assenze di due campioni assoluti come Sneijder e Forlan il tecnico romano aveva saputo fare virtù di due privazioni così pesanti. Ranieri aveva puntato forte sul nuovo 4-4-2 con gli esterni alti e l’accoppiata di due prime punte come Pazzini e Milito, nonostante molti gli avessero definiti incompatibili. Dal nuovo modulo coincisa con buone prove di Alvarez e il ritrovato feeling con il gol di Milito erano arrivate le sette vittorie consecutive e la vittoria anche un po’ inaspettata nel derby con i cugini rossoneri.

    EQUILIBRI MANCANTI – L’inserimento dei due giocatori ha di fatto in qualche modo intaccato quegli equilibri che si erano venuti a creare, rendendo la difesa nerazzurra, apparsa granitica prima di quel momento, più simile a un colabrodo, come era evidente nell’inizio di stagione Gasperiniano. Sneijder nella sua più classica posizione da trequartista ha di fatto privato il centrocampo nerazzurro di un uomo in mediana, in grado di ripiegare sulle ripartenze avversarie. Complice anche l’importante addio di uno come Thiago Motta che riusciva benissimo a fare il suo mestiere, gestendo praticamente le chiavi del gioco e del centrocampo nerazzurro, si sono rotti quegli equilibri che portavano i nerazzurri a rimanere compatti, subire poco ed essere anche cinici quando si arrivava sotto porta. In questo caso l’aiuto di uno come Forlan sarebbe dovuto risultare decisivo e invece il bomber uruguaiano è di fatto risultato essere un fantasma nel reparto avanzato nerazzurro. Utilizzato molto più lontano della sua abituale posizione, è parso evidente come non possa svolgere lo stesso lavoro che faceva Eto’o nelle passate stagioni, prendendosi palla sulla fascia dei terzini per poi risultate lucidissimo anche sotto porta.

    Claudio Ranieri | © Claudio Villa/Getty Images

    CATANIA – A questo punto giocandosi tutto il suo futuro immediato nella sfida contro il Catania di Montella, Ranieri dovrebbe optare per un modulo più conservativo come il suo vecchio 4-4-2, lasciando in panchina sia Sneijder che Forlan, utilizzando un centrocampo più fisico dove dovrebbe esserci spazio per Poli, e Obi, o Palombo finora utilizzato pochissimo. Davanti potrebbe tornare la coppia Milito Pazzini, dopo le pessime prestazioni di Forlan. Squadra operaia in campo, quindi, sacrificata la fantasia, in nome della concretezza, con un undici in campo  che cercherà di strappare con il coltello tra i denti, i tre punti ai siciliani, portandosi a casa una vittoria che manca da un mese.

    FUTURO SNEIJDER – Rimane da vedere se le ipotesi saranno confermate, come la prenderà Sneijder per questa eccellente esclusione, considerando come il suo rapporto con il tecnico non sia certamente dei migliori. Il segnale del forte avvicinamento dell’Inter a Lucas Moura, potrebbe essere un primo segnale forte e chiaro dei titoli di coda tra il numero dieci olandese e i colori nerazzurri. Se davvero Mourinho dovesse lasciare il Real per trasferirsi nuovamente nella Premier League, le sirene inglesi tornerebbero a suonare in maniera forte per Sneijder, con l’Inter di certo meno preoccupata di un suo eventuale addio.

  • Inter, Lucas in nerazzurro è fatta

    Inter, Lucas in nerazzurro è fatta

    Il calciomercato in casa nerazzurra già impazza, nonostante marzo notoriamente non sia un mese ‘caldo’ dal punto di vista delle trattative in corso. Il periodo che l’Inter sta attraversando ha di fatto convinto il presidente nerazzurro ad accelerare bruscamente verso un ringiovanimento della rosa attuale, con gli ultimi dubbi da sciogliere per quanto riguarda chi sarà il prossimo allenatore nerazzurro. Il traghettatore Ranieri si gioca tutto a Catania e nell’importantissima sfida di ritorno degli ottavi di Champions League contro il l’Olympique Marsiglia, per poi salutare la panchina interista già promessa a uno tra Andrè Villas Boas e Guardiola. Insomma c’è da chiudere al meglio, o salvare il salvabile di quello che rimane di questa stagione in attesa di una rifondazione che appare inevitabile nel prossimo anno.

    LUCAS NERAZZURRO – Se era parsa una missione impossibile strappare il talentuoso Lucas Moura al San Paolo già nel mercato di gennaio, in vista della prossima finestra di calciomercato estivo, l’Inter ha fatto enormi passi avanti. Il giocatore classe 1992 infatti in una recentissima intervista nel ritiro della sua nazionale ha dichiarato come per il momento abbia in mente soli due obiettivi: l’Olimpiade e l’Inter.

    “L’Inter è uno dei club più importanti del mondo. Con la maglia nerazzurra ha giocato anche Ronaldo, il Fenomeno, e ho già detto tutto. Mi piace l’idea di entrare in una ‘famiglia’ dove ci sono stati grandi campioni e dove ora militano Julio Cesar, Lucio, Maicon. Tutti grandi uomini che ho avuto l’onore di conoscere vestendo la stessa maglia, quella della Seleçao”.

    Lucas | © JEFFERSON BERNARDES/AFP/Getty Images

    Non bastasse Lucas ha voluto fugare gli ultimi dubbi, considerando come a chi gli avesse fatto notare il pessimo periodo che i nerazzurri stanno vivendo nell’immediato, ha risposto come se indossasse già la maglietta interista da tempo:

    “Quest’anno l’Inter non sta ottenendo grandi risultati vero? Ma poco tempo fa ha conquistato Champions, scudetto e la coppa nazionale. Un’impresa che ha incantato tutti, anche in Brasile”.

    Parole al miele per uno dei migliori giocatori su piazza in questo momento, che in questo modo dichiara pubblicamente la sua preferenza per il club di Massimo Moratti. A questo punto sembra che i viaggi sudamericani effettuati da Branca e Ausilio abbiano dato i propri frutti, ipotizzando alla lettura di queste parole, di come sia stato effettuato una sorta di accordo tra il giocatore e i nerazzurri, promessi sposi a giugno. Un aiuto alla chiusura della trattativa sta arrivando da alcuni rumors sudamericani che vedrebbero logorato il rapporto tra il giocatore e il tecnico del San Paolo, Emerson Leão poiché lo stesso tecnico si sarebbe infastidito della chiamata in nazionale del ragazzo da parte di Menezes, alla vigilia di una sfida importante come quella contro il Palmeiras. Partita che è finita sul punteggio di 3-3 e a che ha visto Lucas deludere le aspettative, prendendosi molte critiche proprio dal tecnico del San Paolo.

    La voglia di Europa si è riaccesa fortemente in Lucas, ma prima di parlare di affare fatto bisogna fare i conti anche con i Blues di Abramovic fortemente interessati al ragazzo. Moratti in attesa di sapere chi sarà il prossimo tecnico si è già portato in vantaggio su uno dei migliori giocatori sul mercato.

  • Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Moratti conferma Ranieri ma resta in bilico

    Alla fine dopo il trambusto e le voci che si rincorrevano sul possibile esonero in casa Inter, sembra aver prevalso il buon senso, e per le stesse parole di Massimo Moratti, Ranieri dovrebbe ancora sedere sulla panchina nerazzurra. Attenzione la chiamata risolutiva tra il presidente e l’allenatore ancora non c’è stata, ma il numero uno interista ha di fatto lasciato intendere come per ora ancora non sia il momento di dirsi addio:“Non ho ancora sentito Ranieri, non ci sono riuscito, avevo altre cose da fare, c’era Consiglio Saras e non ho potuto proprio. Lo farò adesso, magari più tardi”, ha precisato il presidente, e alla domanda sulla possibile presenza di Ranieri nel prossimo turno con il Catania, Moratti ha lanciato un segnale chiaro a favore del tecnico: “Penso proprio che ci sarà”.

    Scelta molto saggia e perché no azzeccata, considerando come qualsiasi cambio nell’immediato forse non avrebbe cambiato il vento in casa Inter. C’è da considerare come le colpe del tecnico romano in questo periodo di crisi nera siano davvero limitate, e come le alternative rimaste su piazza non siano all’altezza della situazione. La soluzione interna non convince nessuno, con Beppe Baresi e Luis Figo in pole per sostituire Ranieri, considerando come il portoghese sia  totalmente a digiuno di un’esperienza sulla panchina, più che un’ipotesi sembra un suicidio calcistico.

    Claudio Ranieri | ©ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images

    L’altra scelta, quella che porta al nome  di Zenga, farebbe felici moltissimi tifosi nerazzurri, ma è difficilmente percorribile poiché il tecnico in forza all’Al-Nasr di Dubai non lascerebbe la sua squadra (qualificata per la Champions Asiatica) per rimanere sulla panchina nerazzurra solo fino a giugno, lasciando poi il posto a uno come Guardiola o gli altri big di cui tanto si parla.

    Ranieri rimane dunque, ma forse, solo per mancanza di valide alternative, e in attesa di tornare a vedere l’Inter vincere contro un Catania che sta disputando, grazie al suo tecnico Montella un campionato spettacolare. Oltre alla sfida contro gli etnei in campionato rimane uno snodo fondamentale per il proseguo della stagione nerazzurra, il match di ritorno degli ottavi di Champions League contro l’Olympique Marsiglia. Proprio in quella sfida, sempre che non saluti prima, Ranieri potrà giocarsi le sue ultime carte, avendo l’occasione di ribaltare il risultato dell’andata e portate ai quarti la truppa nerazzurra, guadagnandosi una permanenza più lunga sulla panchina interista.

  • Napoli – Inter 1-0, le pagelle. Lavezzi trascinatore

    Napoli – Inter 1-0, le pagelle. Lavezzi trascinatore

    I numeri sono impietosi: settima sconfitta su otto match, 20 gol subiti, e dopo il 4 a 4 di Palermo nessun giocatore nerazzurro ha più trovato la via del gol. Ranieri colpevole o no ha sicuramente il demerito di non essere riuscito a dare quella scossa per far in qualche modo ripartire la squadra. Contro il Napoli i nerazzurri hanno di fatto tirato in porta in un’unica occasione, sprecando inoltre malamente con Pazzini, dimostrando come anche con l’uomo in più la partita e il gioco siano rimasti nelle mani di un Napoli assoluto padrone del campo. Mazzarri ha mandato in campo undici leoni, sfruttando la supremazia quasi imbarazzante di Lavezzi, Maggio e Zuniga sugli esterni, costringendo l’Inter a fare per novanta minuti un catenaccio degno della miglior squadra di provincia. Ranieri saluta?

    PAGELLE NAPOLI

    Aronica 5 Non c’è molto lavoro da fare dietro anche perché Milito gioca quasi sempre nella propria metà campo e non riceve un pallone buono, mentre il fantasma di Forlan si aggira senza creare problemi nella trequarti campo per un tempo. Poi commette un’ingenuità controllando male il pallone e lasciandosi sfuggire Nagatomo. Il fallo per fermarlo è da ultimo uomo, così si guadagna anzitempo gli spogliatoi.

    Maggio 6,5 Avrebbe asfaltato anche uno come Maicon in una serata in cui accende il motore e solca la sua fascia come un Eurostar Napoli Milano. Corsa inserimento e diagonali sono tutte scritte sul suo biglietto da visita. Sfiora anche il gol e non commette un solo errore in fase difensiva.

    Dzemaili 7,5 Devastante. Dribbling tanta corsa, tempi degli inserimenti perfetti e assist decisivi. È gran parte suo il merito del primo gol del Napoli, quando mette a sedere Lucio e scarica un pallone perfetto per Lavezzi. Ci prova da fuori area impegnando Julio Cesar in un paio di belle parate, ed è sfortunato su un colpo di testa che sfiora il palo. Scelta azzeccatissima di Mazzarri.

    Ezequiel Lavezzi © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Lavezzi 7,5 Una spina nel fianco per Faraoni e per tutta la retroguardia nerazzurra che praticamente è costretta costantemente al raddoppio per fermarlo. Forse sarà che nelle grande sfide lui si esalta in particolar modo, ma un Lavezzi così non si era mai visto. Difficilmente si sentirà ancora dire che il Pocho sottoporta non è così devastante: il diagonale con il quale batte Julio Cesar è un altro segnale per i tifosi del Napoli: è lui il nuovo idolo dei partenopei!

    Cavani 7 El matador stasera non segna, ma contribuisce al successo della squadra in maniera determinante. Corre come un forsennato, e si sacrifica quasi sempre ripiegando in fase difensiva e recuperando palloni fondamentali per le ripartenze.

    PAGELLE INTER

    Julio Cesar 6  A differenza delle altre partite, ci mette i pugni e i guantoni per far rimanere a galla i suoi, ma sul tiro di Lavezzi può solo rimanere a guardare, rivedendo lo stesso film delle ultime sfide.

    Lucio 5,5 Sventa nel primo tempo con un intervento tanto disperato quanto fondamentale, un contropiede del Napoli, prima su Lavezzi poi su Cavani. Sembra essere in partita, quando commette l’ingenuità decisiva di farsi saltare da Dzemaili con la difesa a tre, e la frittata è fatta.

    Sneijder 5 Niente da dire sull’impegno e sulla corsa, ma da uno come lui ci si aspettano le giocate che possano sbloccare una partita e invece è solo buio pesto. Fatica a trovare la posizione ideale e gli spazi e l’unica cosa degna di nota è una buona punizione alla fine del primo tempo. Fuori nella ripresa.

    Forlan 4 Chi?

    Pazzini 5 Non tocca molti palloni, ma quando avrebbe l’occasione buona per pareggiare, di fatto si divora la rete di testa da due passi, senza inquadrare lo specchio della porta. È l’immagine che meglio di tutte racchiude lo stato di questa Inter.

    HIGHLIGHTS NAPOLI INTER 1-0

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  • Napoli – Inter 1-0, Ranieri al capolinea

    Napoli – Inter 1-0, Ranieri al capolinea

    L’Inter non c’è più e ospiti in casa di un grande Napoli, i nerazzurri collezionano la settima sconfitta su otto partite giocate, salutando probabilmente senza troppi dubbi il treno per il terzo posto in classifica. Le dirette concorrenti, Lazio e Udinese vincono con le rispettive avversarie allungando nuovamente in classifica e chiudendo i giochi per la prossima Champions.

    Non c’è nulla da salvare in una serata come questa, dove non basta Milito, Sneijder trequartista o la difesa a 3, non basta nemmeno il rosso di Aronica che lascia i suoi in dieci negli ultimi minuti, con un’Inter davvero rinunciataria e davvero senza idee di gioco. C’è stata un’enorme e palese differenza tra Napoli e Inter nella sfida di stasera: l’undici di Mazzarri correva, mentre gli uomini di Ranieri camminavano ciondolando in mezzo al campo senza saper cosa fare quando erano in possesso di palla. Il tecnico nerazzurro ha cercato come si è visto nelle ultime partite, di non subire il gioco degli avversari, senza provare minimamente a imporre il proprio. Se la mission dei cugini rossoneri è vincere divertendo, quella dell’Inter in queste ultime partite è “sopravvivere” difendosi. Forse è ora di cambiare, e anche Ranieri a malincuore sa che il primo cambiamento potrebbe partire proprio dalla panchina.

    PRIMO TEMPO – La prima azione degna di nota è dei padroni di casa nei primissimi minuti, con Inler che da fuori area è libero di calciare e impegnare in una parata senza troppe difficoltà Julio Cesar. Cresce il Napoli con le pericolosissime accelerazioni di Lavezzi che mettono in serio pericolo la retroguardia nerazzurra. Soffre moltissimo Faraoni proprio sul Pocho, che spesso gli sfugge lasciando l’argentino libero di arrivare con estrema facilità sul fondo per servire cross pericolosissimi per i compagni. Stravince il duello sulle fasce l’undici di Mazzarri, con Maggio e Lavezzi scatenati su entrambi i lati, costringendo l’Inter a schiacciarsi e abbassare il baricentro nella propria metà campo. Nerazzurri che non riescono mai a ripartire, completamente passivi e sotto assedio, mentre il  Napoli è assoluto padrone del campo. Al 24 è Dzemaili a sfiorare il gol con un diagonale alto, forte e preciso sul quale c’è un’ottima parata in tuffo di Julio Cesar.

    Ancora Napoli, con Cavani alla mezz’ora, sugli sviluppi di un calco di punizione battuto da Lavezzi, il Matador incrocia di testa sfiorando l’incrocio dei pali, con il portiere nerazzurro battuto. Completamente fuori dal match sia Sneijder, che Forlan, con l’olandese che non riesce a trovare la posizione giusta in mediana, svariando dal centro alle fasce senza brillare, mentre l’attaccante sembra davvero un oggetto misterioso. Bella conclusione di Sneijder nel finale su  calcio di punizione dal limite dell’area con la palla che sfiora l’incrocio dei pali e le squadre vanno a riposo sul pari.

    Zuniga e Sneijder © Giuseppe Bellini/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Rivoluzione tattica totale per Ranieri all’inizio della ripresa che toglie Sneijder e Forlan, inserendo Cordoba e Pazzini, schierando una difesa a tre e avanzando Nagatomo e Faraoni sull’esterno di centrocampo. È un 3-5-2 puro come nel credo di Gasperini, con Pazzini e Milito davanti. È ancora il Napoli ad essere pericoloso però, con Maggio a schiacciare di testa, su cross di Zuniga, mandando il pallone di poco a lato. Doppio Intervento monumentale di Lucio al 8’ su Lavezzi in scivolata, e poi nuovamente in tackle sul pallone su Cavani a sventare un contropiede napoletano letale. La difesa a tre non regge benissimo e il Napoli come era prevedibile passa in vantaggio  al 14’: Dzemaili salta Lucio e serve in area Lavezzi, che defilato fa partire un diagonale letale anche per Julio Cesar, facendo impazzire il San Paolo. Continua a soffrire e a rischiare moltissimo l’Inter, che alzando il baricentro scopre inevitabilmente i fianchi al Napoli.

    Solo Napoli, con Dzemaili  letteralmente scatenato, si libera della marcatura e impegna in una parata in tuffo il portiere nerazzurro, guadagnando l’ennesimo corner. Ultimo cambio per Ranieri che toglie Stankovic e getta nella mischia il più giovane Poli. Al 26’ è ancora Dzemaili a sfiorare il gol su un gran colpo di testa che sfiora di pochissimo il palo. Napoli in dieci nel finale di gara: al 33’ errore di Aronica che  controlla male il pallone e poi stende Nagatomo lanciato in porta, con Bergonzi che non ha dubbi e estrae il cartellino rosso. Mazzarri corre ai ripari inserendo Britos per Lavezzi. Nonostante l’uomo in più è nulla la reazione dell’Inter, e ancora una volta quando c’è l’occasione di far male l’attacco nerazzurro è sterile: al 43’ palla gol incredibilmente sbagliata da Pazzini, che di testa libero di colpire, manca la porta da due passi. Tre minuti di recupero e il San Paolo festeggia l’ennesima vittoria del Napoli e la quarta sconfitta consecutiva dell’Inter in campionato.