Autore: Antonio Trementozzi

  • Inter – Genoa 5-4, Stramaccioni parte col botto

    Inter – Genoa 5-4, Stramaccioni parte col botto

    Inizia con un risultato sudato e strappato con i denti l’avventura di Andrea Stramaccioni sulla panchina dell’ Inter . Cinque gol realizzati e quattro subiti, per ribadire come questa Inter sia più che pazza. Com’era prevedibile mancano ancora gli equilibri, ma i primi accorgimenti fatti dal neo tecnico nerazzurro, sono stati evidenti almeno dal punto di vista dello spettacolo, e nel saper rivitalizzare un giocatore dato per disperso come Zarate. Mentre la squadra di Marino mostra un evidente squilibrio tra la potenza del suo reparto offensivo, e le disattenzioni inspiegabili del proprio reparto arretrato, confermando le statistiche della peggior difesa della Serie A.

    La rivoluzione alla lettura delle formazioni non c’è, perché Stramaccioni, punta forte sui soliti noti, inserendo solo Chivu al posto di Nagatomo e lasciando Lucio in coppia con Samuel. Confermata davanti la presenza di Zarate nel tridente offensivo con Milito e Forlan. Marino deve far a meno di Rossi, inserendo in mediana Belluschi e nel tridente offensivo spazio per Sculli, con Gilardino e Palacio.

    Zarate e Stramaccioni © Claudio Villa Getty Images Sport

    PRIMO TEMPO  Genoa vicinissimo al gol al 9’ con Sculli che sugli sviluppi di un corner impatta di testa e trova il salvataggio sulla linea da parte di Cambiasso con Julio Cesar battuto. I nerazzurri sono spietati e alla prima azione utile puniscono il Genoa: azione bellissima con Zarate che pesca Forlan sull’esterno e l’uruguaiano pennella in area un cross perfetto per Milito che di testa batte Frey e porta i suoi sul 1 a 0. Al 20’ occasione colossale sprecata dai nerazzurri, dove Samuel serve una sponda a Cambiasso che di testa da due passi colpisce a botta sicura ma trova un miracolo di Frey, e sulla ribattuta brutta svirgolata di Milito che manda il pallone altissimo. Il Principe si fa perdonare al 28’ realizzando la sua doppietta, e il suo 16esimo gol personale, pescato da un gran lancio di Stankovic, l’argentino scatta sul filo del fuorigioco tagliando fuori tutta la difesa rossoblu e battendo in solitaria Frey. I nerazzurri calano il tris al 38’ con la difesa del Genoa completamente in tilt. Pessimo disimpegno difensivo e la firma sul terzo gol è di Samuel che da due passi deve solo mettere dentro l’assist di Lucio dalla destra. Il Genoa non si arrende e nel secondo minuto di recupero trova un gol fortunoso dopo un altro salvataggio sulla linea di Cambiasso, dove Sculli di rovesciata trova la deviazione di Moretti utile a battere Julio Cesar: 3 a 1.

    SECONDO TEMPO – Cambio per Marino nella ripresa che inserisce Jankovic togliendo Veloso, schierando un modulo estremamente offensivo, il  4-2-4. Partita più equilibrata nei primi minuti, sia per un Genoa più attento in fase difensiva sia per un’Inter che sembra essere calata vistosamente. Al 13’ episodio chiave, con Zanetti che commette involontariamente fallo di mano in aera di rigore, Valeri non ha dubbi e assegna il penalty. Palacio dagli undici metri è spietato e spiazza Julio Cesar portando il punteggio sul 3 a 2. Stramaccioni intanto fa esordire Guarin al posto di Stankovic. Al 28’ grande giocata di Milito che salta l’uomo serve un pallone perfetto a Forlan che in area liscia clamorosamente la conclusione. Pochi istanti dopo il gol se lo inventa da solo Zarate, saltando l’uomo, creandosi lo spazio e trovando un tiro a giro sul palo lontano, imprendibile per Frey: Inter 4 Genoa 2. La partita non smette un attimo di regalare emozioni e al 34’ Belluschi serve una verticalizzazione perfetta per Palacio. L’argentino a tu per tu con il portiere si fa stendere ottenendo un altro rigore e l’espulsione di Julio Cesar. Gilardino dagli undici metri beffa il neo entrato Castellazzi con un diagonale imprendibile. Partita riaperta: 4 a 3! Finale pirotecnico al 38’ con un penalty guadagnato da Guarin, l’espulsione di Belluschi per la chiara occasione da gol, e dal dischetto di rigore Milito mette a segno il terzo sigillo personale. Incredibile al 44’ un altro rigore per il Genoa, per un intervento scomposto di Lucio su Sculli: Gilardino realizza nuovamente, portando la partita sul risultato rocambolesco di 5 a 4. Liberazione al fischio finale, per tutto l’ambiente nerazzurro.

  • Inter – Genoa, Stramaccioni fiducia a Zarate

    Inter – Genoa, Stramaccioni fiducia a Zarate

    È arrivato il momento della nuova Inter targata Andrea Stramaccioni. La sfida casalinga che i nerazzurri affronteranno domenica contro il Genoa di Marino, sarà un banco di prova importante per valutare se quantomeno l’influsso e le motivazioni positive del nuovo allenatore interista inizino a dare i loro frutti sin da subito. La classifica parla di due squadre assolutamente in crisi, dove per l’Inter bloccata con un punteggio che la tiene fuori dai giochi per il terzo posto, vincere significherebbe ritrovare quella scintilla che Moratti aveva già chiesto a Ranieri prima del match contro la Juventus. Discorso diverso per i grifoni, che dopo il pareggio acciuffato in extremis contro la Fiorentina, cercano la vittoria come l’acqua nel deserto, soprattutto considerando come i tre punti manchino in casa Genoa da otto turni.

    Mauro Zarate © Claudio Villa Getty Images Sport

    INTER- Per i più sognatori, e i tifosi più entusiasti che si aspettavano una rivoluzione ‘verde’, un rinnovamento totale dal punto di vista anagrafico, ci sarà ancora da aspettare. Stramaccioni ha iniziato a lavorare con il gruppo da una sola settimana, e la mission aziendale è stata subito chiara: Vincere. I giovani troveranno il loro spazio nel corso di quest’ultimo scorcio di campionato, ma ora spazio ancora una volta ai senatori, con qualche variazione tattica che permetterà forse di vedere una nuova Inter. L’assenza di Sneijder e Alvarez (non ancora recuperato al 100%) costringe il giovane Strama a schierare un 4-3-3 dove potrebbe rivedere il campo dal primo minuto proprio Mauro Zarate. Nel dettaglio, la linea difensiva potrebbe vedere tornare Ranocchia a fare coppia con Samuel, consegnando un turno di riposo a Lucio. Larghi sulle fasce, vista l’indisponibilità di Maicon, dovrebbero giocare il capitano Zanetti, e sul versante opposto uno tra Nagatomo e Chivu. In mediana la linea a tre vedrà Stankovic al centro con Poli da un lato e il ballottaggio tra Guarin e Cambiasso dall’altro. Nel tridente offensivo, posto garantito al centro per Milito, con l’innesto sulle fasce di Forlan e Zarate.

    GENOA-Le buone notizie arrivano dall’infermeria, dove è recuperato e arruolabile Rossi. Marino propone un modulo speculare a quella nerazzurro, schierando un 4-3-3 che garantisce buona copertura dietro e una discreta manovra offensiva in fase di ripartenza. Nel dettaglio, davanti a Frey agiranno l’ex rossonero Kaladze in coppia con Carvalho al centro, mentre sulle corsie laterali spazio a Mesto e Moretti. A centrocampo tanta responsabilità per Veloso che deve prendere le chiavi del gioco rossoblu in mano e guidare la sua squadra come un vero leader. Più larghi sugli esterni Rossi e Biondini. Davanti per cercare di bucare la retroguardia nerazzurra spazio al tridente composto da Gilardino ariete centrale, con Palacio e Jorquera  più decentrati. Attenzione all’incognita Belluschi già in gol contro la Fiorentina.

    PROBABILI FORMAZIONI INTER GENOA:

    INTER (4-3-3): Julio Cesar; Nagatomo, Ranocchia, Samuel, Zanetti; Poli, Stankovic, Cambiasso; Zarate, Milito, Forlan.

    A disposizione: Castellazzi, Faraoni, Lucio, Obi, Guarin, Castaignos, Pazzini.

    Allenatore: Stramaccioni.

    GENOA (4-3-3) Frey; Mesto, Carvalho, Kaladze, Moretti; Rossi, Veloso, Biondini; Jorquera, Gilardino, Palacio.

    A disposizione: Lupatelli, Bovo, Belluschi, Birsa, Jankovic, Ze Eduardo, Sculli.

    Allenatore: Marino.

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  • Inter, Ranieri verso l’esonero. Pronto Stramaccioni

    Inter, Ranieri verso l’esonero. Pronto Stramaccioni

    L’ Inter che non perdeva da addirittura quattro turni, torna ad assaggiare l’amaro boccone della sconfitta proprio contro gli eterni rivali bianconeri della Juventus. Ranieri ci ha provato, ha schierato una formazione che per 60 minuti ha retto contro una Juve più tonica più scattante e con molta più corsa sulle corsie esterne,  prima di ripetere lo stesso copione delle ultime partite nerazzurre: disattenzione mostruosa difensiva e tutto quando di buono fatto si squaglia come neve fresca al sole. Forse si è vista nel primo tempo, la miglior Inter della stagione. La luce nerazzurra splendeva prima del gol di Caceres, a cui poi è seguito il buio totale a testimoniare come quella scintilla di cui parlava Massimo Moratti si sia spenta da tempo, e per riaccenderla servirebbe qualcosa in più delle semplici motivazioni dovute all’importanza di un big match come quello di ieri. Bye bye terzo posto e sogno Champions League, ora si può e si deve riprogrammare nell’immediato il futuro di una squadra che dovrà ripartire da zero.

    OBI E POLI – Ranieri sempre indicato come non colpevole delle disfatte e delle cadute nerazzurre, non rimane esente da colpe nella sconfitta di ieri sera. Analizzando la partita, rimane inspiegabile la sostituzione di Obi, risultato essere il migliore in campo dei suoi e di Andrea Poli, che arginava e spegneva la luce del fulcro del gioco bianconero, ovvero Andrea Pirlo. Usciti loro due l’ Inter è praticamente rimasta vulnerabile e scoperta sotto ogni punto di vista. Puntare nuovamente su un Forlan apparso più che demotivato e assolutamente spento in attacco evidenzia il poco coraggio del tecnico romano, che preferisce affidarsi allo zoccolo duro della rosa, composta dai senatori, quasi per cercare di rimanere aggrappato alla sua panchina più che ‘rischiare’ di lanciare qualche giovane in grado di dare freschezza e mobilità a una squadra davvero a corto di ossigeno.

    Andrea Stramaccioni © Christopher Lee Getty Images Sport

    STRAMACCIONI- Serpeggia nell’aria il dubbio sulla permanenza di Claudio Ranieri alla guida dell’Inter. Un segnale chiaro è stato lanciato ieri dallo stesso presidente Massimo Moratti, che ha preferito volare a Londra per gustarsi di persona il trionfo della sua primavera nella Next Gen Series, ad opera di un brillantissimo tecnico come Andrea Stramaccioni, mentre a Torino in tribuna era presente Angelomario il figlio del presidente. A questo punto fuori dalla Champions, senza nemmeno la possibilità di raggiungere il terzo posto, e senza aver dimostrato in serata di possedere quella scintilla in grado di far ripartire i nerazzurri, il posto di Ranieri più che saldo sarebbe definibile come traballante. L’immagine del forte abbraccio tra il presidente nerazzurro e il tecnico dei golden boys Stramaccioni, parla in maniera eloquente da sola. Considerando come questo finale di stagione non avrà grandi emozioni da regalare ai tifosi e che dopo sette anni l’Inter chiuderà la stagione con il proprio slogan da ‘Zeru tituli’, forse è proprio ora il momento migliore per dare un’enorme opportunità a Stramaccioni, permettendogli perché no di far assaporare il calcio dei big a quei giovani talenti che stanno maturando nel migliore dei modi nella cantera nerazzurra.

  • NextGen Series: Inter primavera vince la Champions

    NextGen Series: Inter primavera vince la Champions

    “Complimenti all’Inter Primavera, in un paio d’anni diverrà una manifestazione organizzata dall’Uefa” e se queste parole sono proferite dal ‘nemico’ numero uno dell’Inter (Adriano Galliani), un pizzico di soddisfazione maggiore il presidente Massimo Moratti sicuramente la proverà nel vedere la sua cantera trionfare in Europa nel Next Gen Series. La NGS, la Champions League delle squadre primavera annovera tra i partecipanti settori giovanili importantissimi, come quello del Barcellona, dello Sporting Lisbona e dei finalisti dell’Ajax. Lo stesso presidente Massimo Moratti, nonostante nello stesso giorno vi fosse in programma il derby d’Italia tra Juventus e Inter, aveva preferito volare a Londra per assistere di persona con i vertici societari a una partita di fatto importantissima per l’Inter primavera, e perché no anche per quella che verrà.

    IL CAMMINO – In questa competizione stile Champions i nerazzurri guidati da Andrea Stramaccioni, avevano iniziato il loro cammino nello stesso stadio della finale, con un pesantissimo 7 a 1 ricevuto dal Tottenham, che faceva preludere a una rosa non ancora pronta per questo tipo di palcoscenico. La ripresa nel girone invece ha portato due vittorie importantissime (contro il PSV e contro il Basilea) rilanciando l’Inter come seconda forza nella classifica del proprio gruppo. Poi il vero e proprio capolavoro firmato nei quarti di finale contro il quotatissimo Sporting Lisbona, vincendo di misura per 1 a 0, avanzando e battendo con superiorità evidente il Marsiglia in semifinale. L’approdo meritatissimo alla finale di fatto regala un avversario temibilissimo come i lancieri dell’Ajax, con un settore giovanile che fa gola a tutt’Europa.

    Inter primavera © Christopher Lee Getty Images Sport

    LA FINALE – La partita è molto aperta e lottata su entrambi i fronti, con i nerazzurri che sembrano aver quel qualcosa in più che si materializza sul finale del primo tempo con una splendida azione firmata Bessa-Longo, con quest’ultimo che anticipa il portiere olandese e segna un gol da vero attaccante d’area. Il vantaggio dura poco, perché nella ripresa il difensore Denswil dell’Ajax calcia una punizione perfetta che si insacca sotto l’angolino, lasciando di sasso Di Gennaro tra i pali. La partita si mette in salita per l’Inter al 71’ con l’espulsione diretta di M’baye per un’entrataccia su Klaassen. I nerazzurri reggono anche nei tempi supplementari nonostante l’inferiorità numerica, sfiorando il gol con due traverse colpite prima da Crisetig e poi da Longo con una giocata da grande campione. La partita verrà decisa dagli undici metri dove di Gennaro parerà  il tiro di Veltman, mentre i baby nerazzurri non sbaglieranno nulla, con l’ultimo tiro di Crisetig a regalare la prima edizione della NGS proprio all’Inter.

    FUTURO – Tantissima felicità in casa Inter, dal presidente Moratti, da Paolillo, e soprattutto dal nuovo Mourinho della primavera Andrea Stramaccioni, in grado in un solo anno di portare questo vivaio sul tetto d’Europa. Questa vittoria rappresenta una risposta secca a chi da lungo tempo critica e criticava il poco lavoro fatto dai nerazzurri a livello di settore giovanile. Con un segnale chiaro lanciato anche a livello nazionale, considerando come la tanto decantata cantera del Barcellona, non sia arrivata in fondo a questa competizione. Il rilancio dell’Inter dei big deve a questo punto ripartire da questa importantissima risorsa sotto gli occhi di tutti, e pronta in casa. Occhio perché molti ragazzi non sarebbero pronti per essere lanciati già nel calcio che conta, rischiando di essere in qualche modo bruciati, ma considerando come la prossima stagione dell’Inter sarà una stagione di transizione, e soprattutto dai proclami di rifondazione, a questo punto rischiare di ripartire dalla meglio gioventù non sarebbe un azzardo ne un rischio, ma semplicemente un dovere!

    Video rigori decisivi Inter Ajax

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  • Genoa – Fiorentina 2-2, Palacio beffa i viola nel finale

    Genoa – Fiorentina 2-2, Palacio beffa i viola nel finale

    La sfida tra le due deluse del nostro campionato, ovvero Genoa e Fiorentina, non fa sorridere ne fa contento nessuno. Il match finisce sul punteggio di 2 a 2, con la Fiorentina che fino a quattro minuti dalla fine aveva i tre punti in tasca, e solo un gran guizzo di Palacio ha consentito al Genoa di riacciuffare un pari che regala un punticino poco utile a entrambe le squadre. Tanti fischi nel finale con un Genoa che con questo pari conquista 4 punti nelle ultime otto partite, confermando il primato negativo di peggior difesa della Serie A. La Fiorentina avrebbe sicuramente potuto gestire meglio l’andamento della partita, soprattutto chiudendola quando era in vantaggio, evitando di essere beffata sul filo di lana.

    PRIMO TEMPO – Avvio di gara interessante con la prima occasione della partita che arriva dopo soli due minuti da parte della Fiorentina: cross di Marchionni dall’esterno, in area Amauri in scivolata indirizza a rete, trovando un vero e proprio miracolo di Frey a negargli il gol. Al minuto 21’ la partita si sblocca con i padroni di casa che passano in vantaggio. Mesto fa partire un gran traversone dalla destra, sul quale svetta in area Belluschi che di testa anticipa tutti e mette in rete alle spalle di Boruc. Palacio poco dopo avrebbe l’occasione di portare i suoi sul 2 a 0, ma calcia alto sopra la traversa solo davanti al portiere viola. La Fiorentina accusa il colpo e rischia il tracollo, considerando anche una rete annullata per fuorigioco ai rossoblu. La reazione che Delio Rossi voleva dai suoi arriva alla mezz’ora con la rete del capitano Montolivo: la difesa ligure non rinvia bene, e da una situazione molto confusionaria il pallone finisce sui piedi di Vargas che da fuori area calcia forte e teso trovando la deviazione decisiva di Montolivo. Ancora Amauri nel finale si fa respingere una conclusione da Frey che mantiene il risultato invariato.

    Genoa Fiorentina © Valerio Pennicino/Getty Images

    SECONDO TEMPO – Partita molto combattuta nei primi minuti della ripresa, dove entrambe le squadre lottano su ogni pallone. Al minuto 25 la partita prende un’altra piega , con la Fiorentina che trova il gol del vantaggio: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Natali svetta in area e di testa mette in rete la palla del 2 a 1 per i viola. A seguire è il Genoa con Biondini a mancare la rete del pari con il centrocampista ex Cagliari che di testa sfiora il palo alla sinistra di Boruc. Rossi nel finale si copre togliendo Amauri stanchissimo per inserire un giocatore di contenimento come De Silvestri, lasciando unica punta Jovetic. Occasione d’oro nel finale per i viola sull’asse Lazzari Vargas, con la difesa rossoblu davvero in bambola. Negli ultimi minuti però è il Genoa a crederci, e al minuto 44 arriva il pari rossoblu: Rodrigo Palacio riesce a insinuarsi nelle maglie della difesa genoana  scartando Natali e infilando con un diagonale rasoterra Boruc. Punteggio che rimane sul 2 a 2 dopo i 4 minuti di recupero, e non fa contenta nessuna delle due squadre.

     

    TOP GENOA

    Mesto 6,5 Deve sorvegliare due clienti scomodi come Vargas e Beherami contenendo come meglio può. In fase propositiva regala belle discese e un assist di precisone estrema per la testa di Belluschi, a realizzare il gol del vantaggio.

    Palacio 6,5 non avesse segnato sarebbe stato un vote mediocre, perché per 80 minuti o più non gli riesce nulla. Poi si inventa un gol praticamente da solo riacciuffando un pari che rende il boccone meno amaro.

     

    TOP FIORENTINA

    Natali 6 Partita dal duplice volto, poiché dopo aver realizzato con un bello stacco di testa il gol del momentaneo vantaggio del 2 a 1 si fa bruciare con estrema facilità da Palacio sul gol del pari rossoblu.

    Montolivo 6 anche per lui luci e ombre, dove nel primo tempo si dimentica la marcatura di Belluschi e gli permette di staccare in solitaria per bucare Frey. Poi riesce a rifarsi con la deviazione decisiva sulla conclusione di Vargas.

     

    Video Highlights Genoa Fiorentina

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  • Genoa – Fiorentina, formazioni. Gilardino contro il suo passato viola

    Genoa – Fiorentina, formazioni. Gilardino contro il suo passato viola

    Partita dal sapore particolare quella in campo domani al Marassi tra Genoa e Fiorentina, viste le rispettive posizioni di classifica. 33 punti per i rossoblu guidati da Marino, che dopo la sconfitta contro la Roma cercano punti utili a far rilanciare la squadra, mentre i viola fermi addirittura un punto sotto i liguri, stazionano a cavallo della zona retrocessione. La sonora sconfitta incassata dalla Fiorentina domenica scorsa contro i rivali storici della Juventus ha lasciato inevitabilmente strascichi polemici da parte dei tifosi insoddisfatti per il rendimento stagionale. Sfida tra deluse quindi, con entrambe le società che nonostante il cambio in corsa, dove a Genoa dopo Malesani è arrivato Marino, e a Firenze dopo Mihajlovic è subentrato Delio Rossi, non sono riuscite a invertire il trend di risultati negativi.

    GENOA Marino deve fare i conti con la lunga lista di infortunati e indisponibili: Antonelli, Constant, Kucka e Granqvist tutti fermi ai box, aggiungendo anche Jankovic che deve scontare il turno di squalifica. Ci sono da segnalare i recuperi di Sculli e Bovo, ma per entrambi senza voler rischiare eventuali ricadute, possibile un subentro a partita in corso. Quindi formazione con modulo tipo 4-3-1-2 dove davanti a Frey la difesa a quattro sarà composta nel seguente modo: Carvalho e Kaladze centrali con Moretti e Mesto sulle corsie laterali. Centrocampo a tre con l’ex Cagliari Biondini affiancato da Rossi e il portoghese Veloso. Leggermente più avanzato nel ruolo di trequartista spazio a Belluschi, a supporto del duo d’attacco Gilardino-Palacio. Proprio Gilardino domani affrontando per la prima volta la sua ex squadra con la nuova maglia rossoblu, sentirà la partita in maniera particolare rispetto ai suoi compagni.

    Alberto Gilardino © Valerio Pennicino/Getty Images

    FIORENTINA – Delio Rossi deve assolutamente cercare di riportare i viola alla vittoria, poiché un’ulteriore sconfitta oggi affosserebbe ancora di più la posizione di classifica dei toscani rilegandoli alla lotta salvezza con Siena e altre compagini. Il ricordo della batosta contro la Juventus è ancora fresco, e l’unica cura potrebbe essere rappresentato dal recupero del jolly offensivo Stevan Jovetic, leader e capocannoniere dei viola. Per quanto riguarda il modulo si va verso la conferma del 4-4-3 schierato nell’amichevole vinta contro il Montecatini: Boruc tra i pali, con il ritorno della coppia centrale Gamberini e Natali, dove il giovane Nastasic dovrebbe accomodarsi in panchina. Più larghi agiranno Davide Cassani e Pasqual, mentre in mediana solito centrocampo a quattro con Montolivo, Lazzari, e la corsa degli esterni garantita da Behrami e Vargas. L’unico dubbio al centro rimane sul ballottaggio tra Lazzari e Kharja, con il primo leggermente favorito sul calciatore marocchino. In attacco come preannunciato ci sarà il ritorno di Jovetic, considerando anche la squalifica di Cerci, che verrà affiancato dal suo nuovo partner ex bianconero Amauri.

    PROBABILI FORMAZIONI GENOA FIORENTINA

    GENOA (4-3-1-2): Frey; Mesto, Carvalho, Kaladze, Moretti; Rossi, Veloso, Biondini; Belluschi; Gilardino, Palacio.
    A disp.: Lupatelli, Alhassan, Samprisi, Birsa, Sculli, Zé Eduardo, Jorquera.
    All.: Marino.

    FIORENTINA (4-4-2): Boruc; Cassani, Gamberini, Natali, Pasqual; Behrami, Montolivo, Lazzari, Vargas; Amauri, Jovetic.
    A disp.: Neto, Nastasic, De Silvestri, Olivera, Kharja, Marchionni, Ljajic.
    All.: Rossi

  • Inter, Bielsa nella mente di Moratti

    Inter, Bielsa nella mente di Moratti

    Continua il toto allenatore in casa Inter, dove la conferma di Ranieri anche dopo giugno ormai è da considerarsi una pura utopia. Sfogliando la margherita dei tecnici, i nomi rimangono sempre gli stessi, con ‘Il Loco’ Marcelo Bielsa che sembra essere leggermente favorito su Andrè Villas Boas, e su Blanc. Idee e impostazioni tattiche differenti per tutti i tecnici, ed è per questo motivo che Massimo Moratti aspetterà il termine di questa stagione, scegliendo l’allenatore che gli darà più garanzie per partire con un progetto a lungo termine.

    GASPERINI E RANIERI – La storia recente infatti insegna che prendere le decisioni senza programmare il futuro non dai mai i risultati sperati. Proprio l’ex tecnico nerazzurro Gian Piero Gasperini, fu scelto in estate in un momento inaspettato, poiché l’addio di Leonardo fu di fatto come un fulmine a ciel sereno, facendo saltare ogni piano nei vertici interisti. La lista dei rifiuti eccellenti è lunghissima, con Fabio Capello in primis, poi il tentativo di strappare al Porto Andrè Villas Boas, trattativa frenata solo dall’onerosa clausola rescissoria e infine il no di Bielsa, poiché già promesso sposo dell’Athletic Bilbao. Solo allora, quasi per accontentarsi, e quasi perché fosse l’unico disponibile su piazza, si scelse l’ex tecnico del Genoa Gasperini, con i risultati che tutti conosciamo: campagna acquisti che non ha mai assecondato le richieste del tecnico, e dettami tattici che non sono mai entrati nelle menti dei calciatori nerazzurri. Via il Gasp l’arrivo di Ranieri il normalizzatore aveva riportato la squadra a correre, a giocare e a vincere, illudendo tifosi e dirigenza di aver risolto tutti i problemi con la bacchetta magica. Ora che l’Inter è ripiombata nella crisi di risultati, e che probabilmente nella prossima stagione sarà fuori dalle competizioni europee (con mancati introiti), la programmazione e la scelta del tecnico adatto diventano una necessità imprescindibile.

    Marcelo Bielsa © SAMUEL KUBANI/AFP/Getty Images

    BIELSA – L’attuale tecnico dell’Athletic Bilbao, già in estate sembrava essere ad un passo dalla panchina dell’Inter, con Massimo Moratti da sempre suo grande estimatore. Un allenatore con modi davvero particolari, e con un carattere assolutamente eccentrico a ricordare Josè Mourinho. Con la squadra spagnola sta ottenendo in terra basca ottimi risultati, con l’ultima impresa in Europa League, dove ha eliminato il Manchester United di Alex Ferguson. Ha un contratto di un anno, e la scadenza è fissata a giugno, momento in cui sia l’Inter, sia il Chelsea partiranno alla carica per cercare di strapparlo agli spagnoli. Un suo arrivo in nerazzurro comporterebbe una rifondazione molto ampia, poiché il suo modulo preferito sarebbe un 4-3-3 condito dalla continua corsa degli esterni, e con un centrocampo a triangolo. I nomi che si associano al loco, sono quelli di Isla e Asamoah in forza all’Udinese, il sogno Lavezzi da sempre pupillo di Moratti, e la forte candidatura ultima in ordine di tempo di Giuseppe Rossi, con il suo agente a rimarcare il fascino e l’appeal dei nerazzurri. Ovviamente senza Champions, sarebbe più difficile strappare Lucas del San Paolo ai forti interessi del Chelsea. Occhio anche a Iker Muniain dell’Athletic Bilbao, giocatore prediletto da Bielsa.

  • Inter, parla Moratti: “Ranieri rimane, Oriali uscita antipatica”

    Inter, parla Moratti: “Ranieri rimane, Oriali uscita antipatica”

    Il presidente dell’Inter Massimo Moratti ha rotto il silenzio durato un intero giorno dopo il pareggio striminzito contro l’Atalanta. Intercettato dai microfoni dei giornalisti, ha rilasciato il suo punto di vista, come si legge oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport.  Periodo assolutamente negativo per la sua squadra, che dopo l’illusoria vittoria contro il Chievo e l’inutile vittoria contro il Marsiglia, che di fatto è costata i nerazzurri l’eliminazione della Champions, cerca in quest’ultimo scorcio di campionato nel tentativo di rendere possibile l’impossibile: in poche parole, conquistare il terzo posto.

    RANIERI RESTA– Sulla fuga nel primo tempo del match contro l’Atalanta, i più maligni hanno intravisto, la fine di una pazienza nei confronti del tecnico romano Claudio Ranieri. Moratti ha voluto subito smentire qualsiasi illazione, confermando a pieno la fiducia fino alla fine di questa stagione all’attuale allenatore nerazzurro:

    Massimo Moratti © Paolo Bruno Getty Images Sport

    Ranieri resta: è serio e responsabile. E non fa danni. Non si possono prendere in tre giorni decisioni che riguardano il futuro. C’è il rischio, con la fretta, di rovinare i piani, tutto. Ranieri è una persona seria, elegante, responsabile e mettendo mano alla situazione in fretta si potrebbero fare danni, e fra l’altro mi pare che Ranieri non sia uno che fa danni. Insomma: Ranieri rimane, è sicuro del proprio posto”.

    Risolto anche il mistero, sulla sparizione dalla tribuna d’onore, dove Moratti, avrebbe abbandonato la sua poltrona, per dirigersi in una saletta degli spogliatoi da cui avrebbe visto il match, provando un qualcosa di scaramantico, che ovviamente a partita finita non avrebbe avuto i suoi effetti.

    CASO FORLAN- Ovviamente immancabili le domande sul rifiuto di Forlan di scendere in campo gli ultimi dieci minuti del match, per una posizione tattica da lui non gradita. Moratti come lo stesso Ranieri cerca di evitare di alimentare sterili polemiche spiegando il suo pensiero sulla questione:

    “Sì, ho parlato con entrambi, prima con l’uno e poi con Ranieri: innanzitutto non è una cosa grave, ma soprattutto quel che è accaduto mi pare una conseguenza del rapporto che c’è fra di loro, un rapporto franco”.

    Spiegando come lo stesso uruguaiano parli di una necessità forte di tornare a ritrovare una vittoria importante in grado di trasformarsi in una specie di scossa che faccia ripartire l’Inter sui giusti binari per il finale di stagione. La sfida contro la Juventus, potrebbe realmente riportare i nerazzurri a risorgere o ad affossarli ulteriormente, costringendoli a dire addio al sogno Champions una volta per tutte. Lo Stesso Moratti ricalca le parole dell’attaccante interista:

    “Forlan dice che dobbiamo tornare alla vittoria? Ha ragione, vincendo un match come quello di Torino può anche cambiare la situazione. Devono risvegliarsi tutti, e allora spero che possa davvero scattare la scintilla: a volte basta un successo per invertire veramente la rotta”.

    Chiusura netta e decisa anche sul fronte duello mediatico tra Oriali e Branca, dove il presidente nerazzurro, trova ‘antipatiche’ le esternazioni di Oriali considerando come adesso sia fuori dall’ambiente Inter. Sull’operato di Branca non ci sono ripensamenti, affermando come la sua permanenza in nerazzurro è dovuta al fatto che lui lo consideri un bravo direttore sportivo. Nel finale a chi gli chiedesse se il prossimo allenatore sula panchina dell’Inter sarà italiano o straniero, Moratti si svincola in maniera scaltra: “Buonasera eh…”.

  • Inter – Atalanta 0-0, le pagelle. Milito spreca un altro rigore

    Inter – Atalanta 0-0, le pagelle. Milito spreca un altro rigore

    Inter praticamente nulla in campo oggi conto l’Atalanta di Colantuono. Partita senza emozioni e senza reti, dove i nerazzurri riescono nuovamente a sprecare un’occasione ghiottissima per rosicchiare punti alla Lazio per la rincorsa al terzo posto in classifica. È proprio il bomber della squadra, il Principe Diego Milito a sprecare il match ball nel primo tempo, sbagliando dopo l’errore di Chievo, il secondo rigore consecutivo. La partita, oltre al rigore fallito da Milito e al mancato penalty non concesso da Gava su un evidente fallo di Lucio ai danni di Gabbiadini, non regala ulteriori emozioni, con lo stesso presidente Moratti che lascia il suo posto in tribuna d’onore già nel finire di primo tempo. Un segnale che potrebbe tradursi, nella fine della pazienza e della fiducia nei confronti di Ranieri?

    Pagelle Inter

    Lucio 4,5 Reo di aver di fatto regalato il gol in Champions League a Brandao contro l’OM, avrebbe l’occasione buona per riscattare quanto di brutto fatto vedere in coppa e invece dopo un buon inizio, nel finale stende in area Gabbiadini da dietro. Gava non vede, e viene graziato su un episodio che probabilmente sarebbe risultato determinante nell’andamento del match.

    Diego Milito © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Maicon 5,5 Irriconoscibile. Il Colosso, come lo chiamavano i suoi tifosi è solo un ricordo del terzino destro più forte del mondo. Al limite gli si potrebbe concedere l’appellativo di terzino destro più forte di Appiano Gentile. Svogliato, poca corsa, e una quantità infinita di cross sbagliati, questa la fotografia del suo match.

    Poli 6 Non delude le aspettative, svolgendo in maniera discreta il suo compito. Coprendo, ripartendo, e servendo buoni palloni ai compagni di reparto. Ci prova da lontano ma trova una pronta risposta di Consigli.

    Zanetti 6,5 Evergreen. Gli anni passano per tutti, meno che per lui. Assoluto migliore in campo, con 39 primavere alle spalle. Da segnalare una progressione palla al piede dalla difesa con cui salta mezza squadra avversaria fino ad arrivare nei pressi dell’area atalantina.

    Milito 4,5 Involuzione totale di un giocatore che sembrava recuperato sotto ogni punto di vista. Tralasciando il secondo rigore fallito consecutivamente, gioca un match all’insegna degli errori, sbagliando tutto o quasi. Forse, accusa le fatiche del match di Champions, e vista l’età non può caricarsi da solo il peso dell’attacco nerazzurro come faceva in passato.

    Pagelle Atalanta

    Consigli 7 Il migliore dei suoi, con un paio di ottimi interventi a sventare il vantaggio nerazzurro.  Poi nega la gioia del gol a Milito dagli undici metri, con l’intuizione dell’angolo e la realizzazione di una parata che vale quanto un gol (+ 3 per chi gioca al Fantacalcio)

    Bellini 5,5 Ingenuo nell’abbraccio su Pazzini che di fatto si regala il rigore ai nerazzurri. Trattenuta fin troppo evidente in un momento cruciale della partita.

    Schelotto 6,5 Buona prova dell’argentino, nella fase di ripartenza, con le sue accelerazioni mette in seria difficoltà il reparto difensivo nerazzurro.

    Moralez 6 Stesso discorso per il Frasquito, che insieme a Schelotto, sfruttando gli spazi lasciati liberi da un’Inter gettata in avanti, crea scompiglio e pericoli sulle corsie laterali con i suoi spunti individuali.

    Gabbiadini 6,5 Entra per sostituire l’infortunato Marilungo, e ha subito un’ottima occasione per portare i suoi in vantaggio, con un gran colpo di testa neutralizzato da una bella parata di Julio Cesar. Si libera di Lucio e poi si fa stendere in area, senza trovare l’occhio dell’arbitro Gava che non gli concede il rigore e fa semplicemente segno di continuare.

    Video Inter Atalanta

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  • Forlan – Ranieri guai in casa Inter?

    Forlan – Ranieri guai in casa Inter?

    Non bastassero le ultime brutte prestazioni dell’Inter, l’ambiente nerazzurro inizia a palesare delle spaccature evidenti tra giocatori e tecnico. Il primo indiziato in questo caso è Diego Forlan. L’attaccante uruguaiano, dopo aver disputato una buona gara contro il Catania, e aver ritrovato la via del gol, ha deluso fortemente i tifosi e lo stesso Ranieri nel match di ritorno degli ottavi di Champions League contro l’Olympique Marsiglia. Iniziano le prime schermaglie: al minuto tredici della ripresa, nel match contro i francesi il tecnico nerazzurro toglie Sneijder (per infortunio) e Forlan , con la curva  che gli inonda di fischi. L’attaccante interista nel lasciare il campo per dirigersi verso la panchina non da la mano a Ranieri.

    ACQUA SUL FUOCO- Il tecnico nerazzurro Claudio Ranieri per stemperare l’atmosfera, e spegnere le polemiche sul nascere, nella classica conferenza stampa alla vigilia del match contro l’Atalanta, aveva spiegato a parole sue, come il giocatore non ce l’avesse con lui, ma fosse contrariato con se stesso per non essere riuscito a dimostrare il suo reale valore. Chiusura del caso, con l’appellativo di ‘ragazzo d’oro’ per l’attaccante uruguaiano da parte dello stesso Ranieri.

    Forlan e Ranieri © ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images

    PROFESSIONISTA SERIO?- Qualche dubbio rimane, e senza voler vedere del marcio in ogni situazione, spunta fuori un’indiscrezione direttamente dalla Gazzetta dello Sport, che avrebbe avvistato il giocatore alla vigilia dell’ultimo match in un noto ristorante milanese fino a tarda notte, quasi a voler screditare quanto di buono detto da Ranieri, in merito alla professionalità del ragazzo. Ovviamente, parlando di professionisti, e proprio di professionalità dei grandi campioni, più di qualche tifoso avrà storto il naso oggi alla notizia del mancato ingresso in campo di Forlan, poiché la posizione di esterno lo avrebbe messo in condizione di rifiutarsi di giocare per il semplice fatto di non sentirsela. A fine partita ancora una volta tocca al Ranieri versione vigile del fuoco, cercare di spegnere il caso sorto, con queste parole:

    “Forlan non s’è rifiutato di entrare, stavamo discutendo di una cosa tattica. In settimana non abbiamo parlato, abbiamo discusso da quando è arrivato, quali sono i rispettivi credo calcistici, e niente di più”.

    Lo stesso attaccante nerazzurro, intervistato nel post partita dai microfoni dei giornalisti ha voluto chiudere le polemiche , replicando come non fosse successo niente, e dando conferma alla versione di Ranieri. Dalle ultime indiscrezioni che filtrano nell’ambiente, in realtà il tecnico e l’attaccante avrebbero avuto delle divergenze sul ruolo da ricoprire in campo, dove Ranieri avrebbe chiesto a Forlan di svolgere l’estenuante lavoro fatto da Eto’o in passato, mentre l’uruguaiano non avrebbe gradito l’idea, e proprio per questo motivo si sarebbe rifiutato di entrare nella partita di oggi. Nel prossimo turno ci sarà la Juventus, e Ranieri oltre ai miracoli dal punto di vista tattico, sta cercando di parare ogni attacco dal punto di vista mediatico e non. Forse nemmeno un maestro nell’arte della comunicazione come Mourinho avrebbe saputo resistere all’assedio mediatico che deve sormontare l’attuale tecnico nerazzurro. Forlan e soci con questi atteggiamenti di certo non aiutano l’ambiente, dimostrando l’esatto contrario della parola professionalità.

    Sono attesi ulteriori sviluppi, con un possibile nuovo caso Tevez all’orizzonte?