Autore: Abracalabria

  • Samp sterile senza Cassano, il Catania strappa il pari

    Samp sterile senza Cassano, il Catania strappa il pari

    Su un terreno non in perfette condizioni, si assiste ad un pessimo primo tempo tra Sampdoria e Catania, con molti lanci dalla distanza e pochissima circolazione palla a terra. Per assistere alla prima azione interessante bisogna arrivare al 23′, quando Palombo scavalca la difesa imbeccando Marilungo davanti alla porta catanese, ma spreca tutto aggiustandosi il pallone con il braccio. Il gioco stenta a decollare e si arriva all’intervallo senza altre azioni degne di nota.

    Il secondo tempo parte decisamente meglio, soprattutto per la Sampdoria che con Marilungo, Guberti e Koman punge maggiormente in avanti grazie a qualche azione manovrata. Per due volte Marilungo serve Guberti in posizione perfetta per tirare, ma prima l’imprecisione del laterale Samp, poi un intervento miracoloso Andujar vanificano tutto. Al 73′ viene annullato un gol a Koman e la partita si spegne nuovamente, con un Catania rinunciatario in avanti, intento a portare a casa il punto.

    Il tardivo valzer delle sostituzioni non serve a rianimare la gara, che termina quindi a reti immacolate.

    IL TABELLINO
    SAMPDORIA-CATANIA 0-0
    Sampdoria (4-4-2): Curci 6, Zauri 6, Gastaldello 6,5, Lucchini 7, Ziegler 6,5, Koman 7, Palombo 6,5, Tissone 6,5 (23′ st Poli sv), Guberti 5 (23′ st Mannini sv); Marilungo 6 (41′ st Fornaroli sv), Pazzini 5,5. A disp.: Da Costa, Accardi, Volta, Dessena. All.: Di Carlo
    Catania (4-1-4-1): Andujar 7; Alvarez 6, Silvestre 6, Bellusci 5,5, Potenza 5,5, Carboni 6, Gomez 5(41′ st Ricchiuti sv), Izco 6,5, Ledesma 5,5 (14′ st Del Vecchio 6), Mascara 5,5 (31′ st Lllama 6,5), Lopez 4,5. A disp.: Campagnolo, Marchese, Martinho, Antenucci. All.: Giampaolo
    Arbitro: Giannoccaro
    Ammoniti: Marilungo (S), Potenza (C)
  • La Juve suda e vince contro un ottimo Cesena

    La Juve suda e vince contro un ottimo Cesena

    Partita dal risultato bugiardo quella tra Juventus e Cesena, con i romagnoli che partono benissimo e dopo solo 10 minuti di gara passano in vantaggio con Jimenez, dopo un’ottima azione corale iniziata con un assist al bacio di Giaccherini sulla testa di Schelotto,  che colpisce male ma riesce comunque a servire il cileno per l’ 1-0.

    La Juventus soffre molto le rapide incursioni dei trequartisti romagnoli, ma un Del Piero in grandissimo spolvero tiene bene palla, con dribbling sontuosi e aiuta la squadra a rimanere alta. Al 20′ ci prova Aquilani, con una sventola da fuori che impegna severamente Antonioli. Al minuto 29 la svolta del match: su un cross di Del Piero, Pellegrino trattiene in area Bonucci e l’arbitro Romeo non esita un secondo a comminare la prima ammonizione al difensore del Cesena e a decretare il calcio di rigore che lo stesso Del Piero realizza. 180 gol in serie A e gara riaperta. Al 40′ Pellegrino si fa stupidamente ammonire una seconda volta per un evitabile intervento su Pepe: rosso e Cesena in dieci.

    Due minuti dopo la Juventus passa in vantaggio: cross telecomandato di Marchisio che con il mancino innesca Quagliarella che si tuffa a volo d’angelo e trafigge un incolpevole Antonioli. Sul finire del primo tempo, un accenno di rissa tra Sissoko e Bogdani, con Romeo che estrae il cartellino giallo per entrambi.

    Nella ripresa il ritmo partita cala nettamente: Del Neri prova a dare nuova vivacità alla manovra bianconera, mandando in campo Iaquinta e Felipe Melo al posto di Del Piero e Sissoko. Solita standing ovation per il capitano bianconero. Ficcadenti tenta il tutto per tutto inserendo Ceccarelli e lo spagnolo Rodriguez. Il Cesena con Giaccherini, prova alcune incursioni che i difensori juventini sventano sempre con qualche difficoltà di troppo. Buona la prova del giovanissimo Sorensen e del reintegrato Grosso.

    Pochi minuti dopo il suo ingresso, si infortuna Felipe Melo, che lascia il posto all’altro reintegrato Salihamidzic, il quale trova pure il tempo per inventarsi un assist perfetto per Vincenzo Iaquinta che l’attaccante Calabrese incrocia bene e con un morbido tocco manda la palla alle spalle di Antonioli. 3-1 e partita chiusa.

    La Juventus si rifà sotto in classifica, approfittando della sconfitta della Lazio che ora è a -4. Il Cesena di Ficcadenti, gioca bene ma non fa punti. Ultimo in classifica a soli 8 punti.

    IL TABELLINO
    Juventus-Cesena 3-1
    Juventus (4-4-2): Storari 6; Motta 5, Bonucci 6, Sorensen 6, Grosso 6,5; Pepe 6,5, Sissoko 6 (12′ st Melo s.v, 31′ st Salihamidzic 6,5), Aquilani 7, Marchisio 5,5; Quagliarella 7, Del Piero 7,5 (12′ st Iaquinta 7). A disposizione: Costantino, Camilleri, Liviero, Lanzafame. All.: Delneri
    Cesena (4-3-3): Antonioli 6; Lauro 6 (32′ st Ceccarelli 6), Pellegrino 4, Von Bergen 6, Nagatomo 6,5; Appiah 5, Parolo 6,5, Schelotto 6,5 (44′ Benalouane 5,5); Jimenez 6, Giaccherini 7; Bogdani 5 (32′ st Rodriguez 5). A disposizione: Cavalieri, Fatic, Piangerelli, Gorobsov. All.: Ficcadenti
    Arbitro: Romeo
    Marcatori: 11′ Jimenez (C), 31′ rig. Del Piero, 43′ Quagliarella, 42′ st Iaquinta (J)
    Ammoniti: Motta, Sissoko (J), Appiah, Bogdani (C)
    Espulsi: Pellegrino (C) per somma di ammonizioni
  • Ranieri “Piromane”- Reja “Pompiere”: Probabili formazioni di Lazio-Roma

    Ranieri “Piromane”- Reja “Pompiere”: Probabili formazioni di Lazio-Roma

    E’ un Edy Reja sereno quello che si è presentato in conferenza stampa, alla vigilia della sfida contro la Roma. Sa bene che la sua squadra è in salute e che gode dei favori del pronostico: “ho la consapevolezza di avere una squadra che se la può giocare alla grande. I ragazzi hanno dimostrato di avere grandi qualità tecniche e morali, i complimenti che stanno facendo a me devono essere girati alla squadra“.
    Il tecnico della Lazio dà poi un consiglio ai suoi ragazzi: “Spero domani che non ci si lasci andare in atti di nervosismo o di reazione, perchè è chiaro che ci troviamo di fronte ad una partita importante che deve essere affrontata con serenità se vogliamo fare bene.” Domenica mancherà solo lo squalificato Biava, che dovrebbe essere sostituito da Stendardo. Per il resto, Edy Reja potrà schierare la formazione tipo.

    Dall’altra parte del Tevere c’è invece un Ranieri che tenta di scaldare l’ambiente prima del Derby: “Vogliamo batterli! Sono romano e romanista. Il derby è il derby. La Roma è abiutata a giocare grandi partite, giocando in Champions League. Zeman è stato criticato perchè ha detto che era una partta come le altre, ma il derby è il derby

    Il tecnico della Roma chiude con una battuta: “Se sono primi se lo sono meritato, ma se invece sarà un fuoco di paglia, problemi loro. Noi sicuramente proveremo a dargli fuoco…

    Per Ranieri arrivano anche ottime notizie dall’infermeria: convocati Pizarro, Burdisso e Brighi e recuperato anche De Rossi, che nonostante un fastidio al tallone, sarà in campo.

    Queste, dunque, le probabili formazioni di Lazio – Roma:
    Lazio (4-3-1-2):
    Muslera; Lichtsteiner, Stedardo, Dias, Radu; Brocchi, Ledesma; Mauri; Hernanes; Rocchi, Floccari. A disposizione: Berni, Scaloni, Garrido, Matuzalem, Bresciano, Kozak, Zarate. All.: Reja

    Roma (4-3-1-2): Julio Sergio; Cassetti, N. Burdisso, Mexes, Riise; Simplicio, De Rossi, Perrotta; Menez; Vucinic, Borriello. A disposizione: Lobont, Cicinho, Castellini, Brighi, Pizarro, Baptista, Adriano. All.: Ranieri

  • Probabili formazioni di Juventus – Cesena. Del Neri: “Buffon ci manchi!”

    Probabili formazioni di Juventus – Cesena. Del Neri: “Buffon ci manchi!”

    Mister Del Neri non sembra preoccupato dell’emergenza infortuni che ha falcidiato la sua Juventus e trova il tempo di scherzare in merito al caso Buffon, che ha tenuto banco negli ultimi giorni: “Non creiamo un caso: Buffon è impegnato nella rieducazione e ciò che interessa è la sua completa guarigione. Ieri non avrà trovato il tempo per venire a fare la foto di squadra”. Riguardo al comportamento distaccato tenuto dal portiere della Nazionale nei confronti della sua squadra di club prosegue: “Poteva presentarsi a Vinovo. Ma non lo ha fatto per sminuire il rapporto con il club. Forse non si è accorto di quanto ci è mancato”.

    Intanto domani pomeriggio a Torino è in programma la sfida contro il Cesena. Del Neri dovrà rinunciare, oltre ai lungo degenti Buffon, Traorè, Rinaudo, Lanzafame, De Ceglie e Martinez, anche al fresco infortunato Legrottaglie e a Krasic, già fuori per squalifica, che probabilmente dovrà restare fuori dai campi per 25 giorni, per via dell’infortunio muscolare rimediato contro il Salisburgo. In difesa spazio al giovanissimo Sorensen e al reintegrato Grosso. In avanti largo alla coppia che una settimana fa ha sbancato S.Siro: Del Piero e Quagliarella.

    Nel Cesena di Ficcadenti invece spazio a Schelotto al posto di un Colucci squalificato, che si aggiunge agli indisponibili Budan e Caserta. In avanti il solito Bogdani, supportato da 3 trequartisti.

    Queste le probabili formazioni che scenderanno in campo domani:
    Juventus (4-1-4-1): Storari; Motta, Bonucci, Sorensen, Grosso; Felipe Melo; Marchisio, Aquilani, Sissoko, Quagliarella; Del Piero.
    A disposizione: Costantino, Giandonato, Camilleri, Pepe, Giannetti, Salihamidzic, Amauri. All.: Delneri
    Squalificati: Krasic (1)
    Indisponibili: Buffon, Traoré, Rinaudo, Lanzafame, Grygera, Iaquinta, Manninger, Chiellini, De Ceglie, Martinez, Legrottaglie
    Cesena (4-2-3-1): Antonioli; Nagatomo, Pellegrino, Von Bergen, Lauro; Appiah, Parolo; Schelotto, Jimenez, Giaccherini; Bogdani.
    A disposizione: Cavalieri, Benalouane, Ceccarelli, Piangerelli, Gorobsov, Paonessa, Malonga. All.: Ficcadenti
    Squalificati: Colucci (1)
    Indisponibili: Budan, Caserta

  • Lavezzi never walks alone. Napoli trema

    Lavezzi never walks alone. Napoli trema

    Re per una notte ad Anfield, nonostante la bruciante sconfitta del suo Napoli. El Pocho giovedì sera ha incantato la Kop e il Liverpool, tanto che la nuova dirigenza starebbe pensando all’argentino per la prossima stagione. Un amore nato due anni fa, ma mai concretizzato.

    “Lavezzi is a very strong player” così avrebbero sintetizzato i dirigenti inglesi, in uno scambio di battute con De Laurentiis, dopo la gara di Europa League.  I tifosi del Napoli, sperano che queste rimangano soltanto voci.

  • Buffon apre la porta a Dzeko

    Buffon apre la porta a Dzeko

    In casa Juventus continua a tenere banco la “questione Buffon“. L’assenza del portierone alla foto ufficiale della rosa potrebbe davvero essere indice di un rapporto ormai logoro tra Gigi e la società. Non ci sono state ancora offerte ufficiali, ma è chiaro che se dovesse essere messo sul mercato, Buffon avrebbe più di una pretendente (Manchester United in testa). Marotta è pronto ad incassare, forte delle ottime prestazioni di Marco Storari.

    I soldi ricavati dalla cessione di Buffon sarebbero reinvestiti a Giugno per tentare l’assalto ad Edin Dzeko. Per il bosniaco, Madama sarebbe disposta a mettere sul piatto 35 milioni di euro, anche se bisognerà fare attenzione alla concorrenza de Bayern Monaco, che non ha mai nascosto l’obiettivo Dzeko. In alternativa la Juventus lascia aperta la pista che porta ad Alberto Gilardino della Fiorentina.

    Per Gennaio, spazio a trattative minori: si parla di un interessamento per il giovane Fabio Borini del Chelsea, per il centrale dello Stoccarda Tasci e per il terzino Beck dell’Hoffenheim. Si attendono novità.

  • Dalla Juve a “Chi li ha visti?”

    Dalla Juve a “Chi li ha visti?”

    Piccolo giallo in casa juventina: in mattinata è stata scattata la foto ufficiale della rosa 2010/11, ma di Amauri e Buffon nessuna traccia a Vinovo.  I maligni sussurrano che questo potrebbe essere il primo segno di rottura tra i due campioni e la società bianconera. Dietro al portierone della Nazionale c’è sempre l’ombra del Manchester United, con Ferguson che non ha mai nascosto il suo apprezzamento per il numero 1 della Juventus.

    Per l’attaccante italo/brasiliano si profilano interessanti sviluppi: il Napoli è sempre alla ricerca di una prima punta, mentre la Fiorentina starebbe valutando l’ipotesi di uno scambio con Gilardino, garantendosi anche un sostanzioso conguaglio economico. Alle prossime sessioni di mercato l’ardua sentenza.

  • Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Andrés D’Alessandro

    Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Andrés D’Alessandro

    Di Andrés Nicolás D’Alessandro si iniziò a parlare un gran bene verso la fine degli anni ’90, quando con la sua “Boba” – finta di suola che culminava con un tunnel – irrideva gli avversari del suo River Plate. Abile calciatore di punizioni a giro e ottimo rifinitore, già a 18 anni era l’idolo del Monumental.

    Nato il 15 aprile 1981 a La Paternal, ma con chiare origini italiane, ha fatto tutta la trafila delle giovanili del River, esordendo in prima squadra a soli 17 anni. Nel 2002 arrivò l’investitura di Diego Armando Maradona: “È il giocatore che più mi assomiglia, l’unico che mi fa divertire guardando una partita di calcio“. Andrés aveva ancora 21 anni e una carriera che si prospettava luminosa.

    Come sempre accade ai giovani che si impongono in Sud America, iniziano a fioccare offerte dalle più prestigiose squadre d’Europa, con in testa la Juventus che, in più di una sessione di mercato, ha tentato di acquisire le sue prestazioni. Nell’estate del 2003 la spunta a sorpresa il Wolfsburg che, con soli 9 milioni di euro, si porta a casa il pezzo più pregiato del mercato sudamericano.

    Ma nel freddo della Wolkswagen Arena le sue immense qualità sembrano congelate. Nei tre anni passati in Germania El cabezón, questo il suo soprannome, disputa 61 partite, condite da soli 8 gol. Nonostante questo viene ricordato dai tifosi tedeschi per aver siglato, il 21 settembre 2005, il gol n° 4000 dalla creazione della Bundesliga. Memorabili sono anche i numerosi litigi avuti con gli allenatori che si sono susseguiti alla guida del Wolfsburg, su tutti l’ex milanista Gerets.

    D’Alessandro decide di provare nuove esperienze nel calcio europeo, prima al Portsmouth, dove rimase meno di un anno senza lasciare il segno, e successivamente al Real Saragozza. Neanche in Spagna riuscì a dimostrare le sue qualità e il calcio ormai aveva messo nel dimenticatoio la sua “Boba” e questo piccolo genio.

    Stanco ormai di girovagare per il mondo, Andrés torna in Argentina, dove gli estimatori non mancavano di certo. Nella stagione 2008 si accasa al San Lorenzo de Almagro, ma neanche il ritorno in patria rende giustizia al suo talento. 14 le presenze e 3 gol, senza mai essere decisivo.

    Sembrava ormai un giocatore finito, quando l’International di Porto Alegre, squadra brasiliana, decide di dargli un’altra chance. D’Alessandro, dopo un avvio difficile, torna a brillare e con lui i suoi dribbling, le sue punizioni e i suoi assist con il conta-giri, tanto da rientrare nel giro della Nazionale Maggiore, allenata proprio da Maradona. Con la squadra brasiliana riuscirà a vincere due Campionati Gaucho (2008 e 2009), una Copa Sudamericana (2008) ed una Copa Libertadores (2010) e sfiderà l’altra Internazionale, quella di Milano, nel prossimo Dicembre durante il Mondiale per Club.

    Molti ritengono che se non fosse mai andato nella fredda Wolfsburg, avrebbe avuto maggiori chance di sfondare nel calcio europeo. Non sempre le cose vanno come dovrebbero. Di lui rimangono sprazzi di immenso talento e quella particolare finta, rimasta il suo marchio di fabbrica. Chissà che non la riproponga ad Abu Dhabi in dicembre, tornando a colmarci gli occhi di meraviglia.

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  • Un Pastore che sogna in Barça

    Un Pastore che sogna in Barça

    Javier Matías Pastore sembra avere le idee ben chiare, non solo in campo, dove con le sue prodezze manda in visibilio i tifosi di tutta Italia, ma anche sul suo futuro. Secondo El Mundo Deportivo, El Flaco sognerebbe di giocare al fianco di Leo Messi e David Villa.

    Il fantasista argentino andrebbe a formare così un tridente micidiale da far invidia a qualsiasi top team. Riguardo alla possibilità di giocare con “La pulce” lo stesso Pastore afferma: “Sarebbe un sogno giocare con lui nel Barcellona.” Sembra così profilarsi un futuro spagnolo per quello che, ad oggi, è considerato uno dei più grandi talenti del panorama mondiale. Si defila quindi l’Inter dalla caccia al trequartista argentino e Zamparini intanto gongola…

  • La Baby-Samp non va oltre lo 0-0

    La Baby-Samp non va oltre lo 0-0

    Serviva una vittoria alla Sampdoria per rilanciarsi in Europa League contro gli Ucraini del Metalist ed invece la squadra di Di Carlo è stata  fermata sullo 0-0. Il Metalist si conferma la bestia nera dei blucerchiati, che negli ultimi 2 anni, in quattro sfide, hanno portato a casa 3 sconfitte ed un pareggio. Di Carlo, visti i molti impegni ravvicinati, opta per un sostanzioso turnover, innestando in difesa il giovane Cacciatore e presentando un quasi inedito centrocampo composto da Poli e Dessena. In attacco Pozzi e Marilungo.

    La Samp parte con il piede sull’acceleratore e già al 7′ si rende pericolosissima con Pozzi che, lanciato in profondità da Poli, si ritrova davanti al portiere Disljenkovic e calcia malamente a lato. Al 15′ ancora Samp, con un punizione al veleno calciata da Palombo sulla quale riesce ad intervenire all’ultimo il portiere ucraino, deviandola in calcio d’angolo.

    Il Metalist conferma di giocare meglio della Sampdoria, almeno fino a quando Di Carlo non decide di avanzare Guberti sulla linea degli attaccanti. Al 35′ si vedono i frutti di questa mossa, con lo stesso Guberti che calcia benissimo su cross del solito Poli e si vede respinto il tiro da Papa Gueye a portiere ormai spacciato. Sul corner seguente traversa piena di Gastaldello e respinta di braccio di Villagra in piena area di rigore. L’arbitro non vede nulla.

    Al 45′ ancora Gastaldello su calcio d’angolo: il portiere esce a vuoto ed il difensore doriano si ritrova la palla sul piattone, ma si vede respinto il tiro da un Obradovic. Con diverse chiare occasioni da gol, la Samp chiude il primo tempo sullo 0-0.

    Nella ripresa la Sampdoria non riesce a riprendere con la stessa intensità del finale del primo tempo e allora Di Carlo toglie Marilungo e Poli e inserisce Pazzini e Mannini. Ma la situazione non cambia e le idee rimangono poche e a Pazzini non arrivano palloni giocabili. Al 75′ ci riprova Palombo con un’altra delle sue punizioni ma viene facilmente bloccata a terra da Disljenkovic. Nel finale di partita nuovo forcing della Sampdoria, ma prima Pazzini, 86′, poi Dessena, 87′, e di nuovo Pazzini, 92′, non riescono a trafiggere il portiere ucraino che esce imbattuto.

    La Samp con questo pareggio si complica la vita ed è chiamata ad un pronto riscatto nelle ultime due partite. La classifica, con la vittoria del Psv sul Debrecen, dice:  Psv 10, Metalist 7, Samp 5, Debrecen 0.

    Tabellino

    SAMPDORIA (4-4-2): Da Costa; Cacciatore, Gastaldello, Volta, Ziegler; Dessena, Palombo, Poli (18’st Mannini), Gubert (26’st Koman); Pozzi, Marilungo (18’st Pazzini). (Fiorillo, Lucchini, Sammarco, Zauri). Allenatore: Di Carlo.

    METALIST (4-2-3-1): Disljenkovic; Villagra (28’st Shelayev), Gueye, Obradovic, Fininho; Edmar, Valayev; Oliynyk (42’st Vorobey), Bordian, Cleyton Xavier; Devic (20’st Romanchuk). (Startsev, Berezovchuk, Pshenychnykh, Kaita). Allenatore: Markevich.

    ARBITRO: Teixeira Vitienes (Spagna).