E’ un vero e proprio terremoto. I 17 arresti compiuti dalla procura di Cremona due giorni fa hanno allargato lo scandalo sul calcioscommesse e sul grandissimo giro di combine che gravitavano intorno al nostro calcio. Il terzo capitolo dell’inchiesta Last Bet non sono aggrava la posizione di Beppe Signori e Cristiano Doni ma fa entrare in causa altri personaggi più o meno conosciuti nel mondo del calcio ma che rivestivano un ruolo centrale nell’organizzazione con sede centrale a Singapore ma con varie cellule in Italia e nell’est Europeo.
Cristiano Doni nonostante la condanna a tre anni e sei mesi era, fino a qualche giorno fa, ritenuto innocente dall’Atalanta e difeso senza mezzi termini dai suoi tifosi. Il capitano per molti era stato inserito erroneamente in questo scandalo o come in molti pensavano “ad hoc” per non far perder d’interesse l’inchiesta. L’arresto dell’altro giorno con tentativo di fuga (video) annesso ha però iniziato a far incrinare il rapporto tra Cristiano Doni e i tifosi della Dea che adesso vogliono iniziare a vederci chiaro.
Il ruolo del centrocampista dalle indagini è centrale nella combine di tre partite della scorsa stagione, quella che per l’Atalanta segnò il ritorno in serie A, ma adesso è anche accusato di tentativo di manomissione del castello accusatorio attraverso una tangente data a Sartori e al tentativo di corrompere il contenuto di un I Phone agli atti nel processo. Doni pagò le spese legali del processo sportivo a Sartori comprandone il silenzio davanti al procuratore Palazzi e quest’oggi salta fuori una intercettazione dell’ex preparatore del Ravenna in macchina con la ragazza “Se ci va di mezzo l’Atalanta dobbiamo espatriare, cambiare nazione” dice Sartori di un colloquio con Cristiano Doni.
L’Atalanta intanto inizia a prender le distanze dal proprio capitano e prima Pierpaolo Marino e adesso il presidente Percassi invitano i tifosi a legarsi alla squadra “dimenticando” Doni “Il presidente Antonio Percassi-recita il comunicato – invita la propria tifoseria a stringersi intorno alla squadra, ai suoi ragazzi e ai colori nerazzurri in questo momento così difficile, nella consapevolezza che l’Atalanta sarà in grado di superare questa ulteriore prova con quella dignità e onorabilità che hanno sempre contraddistinto la sua lunga e gloriosa storia”.
La posizione dell’Atalanta si aggrava però per la presenza di una intercettazione tra Cristiano Doni (dalla scheda rumena) e un’utenza appartenente alla MDF Italia, società presieduta da Isidoro Fratus, consigliere d’amministrazione del club orobico. Per gli inquirenti questa sarebbe la conferma della consapevolezza della società bergamasca agli illeciti di Cristiano Doni.
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