
Assurdo Sinner, novità sulla squalifica: tifosi furiosi - Ilpallonaro.com (screen Youtube)
Mentre Jannik Sinner si prepara con grande determinazione al rientro ufficiale sul circuito, previsto per gli Internazionali d’Italia a Roma, le polemiche legate alla sua sospensione non accennano a placarsi.
Nonostante manchi meno di un mese al ritorno in campo del numero uno del mondo, il tennista altoatesino continua a essere oggetto di un acceso dibattito internazionale, figlio della discussa squalifica di tre mesi patteggiata con la WADA in seguito al caso Clostebol. Una sanzione ritenuta troppo lieve da molti, soprattutto all’interno dello stesso mondo sportivo. Alcune voci, anche italiane, hanno insinuato che Sinner avrebbe beneficiato di un trattamento di favore rispetto a tanti altri atleti che in passato hanno pagato per episodi simili, spesso legati alla negligenza più che alla volontà di violare le regole.
La reazione più aspra è arrivata da Nick Kyrgios, che ha espresso pubblicamente il proprio disappunto, e da Novak Djokovic, che in più occasioni ha evidenziato la necessità di regole uguali per tutti. Eppure, in mezzo alla tempesta, c’è anche chi difende il campione italiano. Patrick McEnroe, fratello del leggendario John, ha recentemente ribadito che, sulla base delle informazioni ufficiali, Sinner non meritava alcuna sospensione. La procedura, a suo dire, è stata rispettata e non avrebbe senso invocare punizioni per compensare presunte ingiustizie subite da altri. E mentre il dibattito infuria, Jannik preferisce non rispondere. Lavora in silenzio, lontano dai riflettori, con l’obiettivo di farsi trovare pronto per Roma.
Squalifica Sinner, la Pellegrini non ci sta: “Difeso a prescindere”
Federica Pellegrini torna a parlare del caso Jannik Sinner, e lo fa con parole destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a la Repubblica, l’ex nuotatrice e attuale membro della Commissione atleti del CIO ha messo in dubbio la gestione della sospensione per doping che ha colpito il numero uno del tennis mondiale. Viene difeso da tutti, a prescindere – ha detto la Pellegrini – Ma la sua vicenda è stata trattata diversamente rispetto al 99% dei casi. Secondo l’olimpionica, la sospensione a tre mesi concordata tra Sinner e la WADA, per la positività al Clostebol, rappresenta un’anomalia rispetto al rigore generalmente adottato nelle vicende di doping: “Perché il caso Sinner deve essere diverso?”.

La campionessa ha poi proseguito senza mezzi termini: “Una sospensione immediata non c’è stata. Non dico che ci dovesse essere, ma di fatto è stato trattato come un caso differente rispetto agli altri atleti che hanno pagato per negligenze simili”. La Pellegrini ha anche raccontato le precauzioni ossessive che ogni atleta deve seguire per evitare episodi del genere: dal dover fornire costantemente la propria posizione per i controlli, fino alla necessità di far verificare anche i prodotti acquistati in farmacia. Sui social, la reazione non si è fatta attendere e in molti si sono detti delusi – per usare un eufemismo – da parole così dure, arrivate da una campionessa italiana verso un giovane connazionale già sotto pressione.