Arrivederci Delio, il saluto del condottiero

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Probabilmente le sfide facili non gli sono mai piaciute, altrimenti non avrebbe deciso di lavorare per Lotito e Zamparini, due uomini con i quali il dialogo, a volte, sembra un utopia.

Stiamo parlando di Delio Rossi, tecnico appena esonerato dal vulcanico presidente rosanero, dopo la pesante sconfitta del “suo” Palermo contro l’Udinese. Nella conferenza stampa tenuta per salutare i tifosi siciliani, Rossi non ha parole troppo dure verso la società che lo ha allontanato, e pare profondamente legato a una piazza, che nel bene e nel male, gli ha voluto bene.

Gli allenatori e i presidenti passano, ma il Palermo rimane, ricordatelo sempre questo” dice il tecnico riminese, ed il Palermo adesso è una realtà concreta nel panorama calcistico italiano, ed una parte del merito è sicuramente sua, che ha saputo valorizzare uno spogliatoio composto essenzialmente da giovani, con un’orchestra composta dai vari Ilicic, Bacinovic ed Hernandez,  ed un tenore come Javier Pastore, letteralmente espoloso all’inizio di questa stagione. Nello scorso campionato il Palermo targato Rossi ha ottenuto un’importante qualificazione in Europa League, anche se per lunghi tratti i rosanero avevano occupato il 4° posto, buono per i preliminari di Champions.

Un’allenatore che sa lavorare con i giovani e che regge alla pressione di piazze importanti, un pò come gli era capitato alla Lazio, dove era arrivato nel corso della stagione 2005/2006 (Dopo la positiva esperienza al Lecce, con il quale aveva ottenuto un ottimo 10° posto). La sua storia sulla panchina capitolina è stata a tratti esaltante, con una qualificazione ai preliminari di Champions League, una Coppa Italia vinta, e lo storico tuffo nella fontana del Gianicolo per festeggiare la vittoria in un derby. Ma anche qui non sono mancati i momenti difficili, con un rapporto con Lotito spesso problematico, ma sempre in grado di far sbocciare i talenti che aveva disposizione, come accaduto con Zarate.

Quello che colpisce di Delio Rossi è l’impegno e la passione che ha dedicato alla squadre dove ha lavorato, senza fare tanto rumore, senza troppi fronzoli, ma cercando di trasmettere ai suoi giocatori la cultura del lavoro e del sacrificio. Insomma un bel bagaglio di esperienze e capacità per un neo-disoccupato, che lo metteranno sicuramente nel pieno del mercato allenatori estivo, che si preannuncia caldissimo, con tante panchine a rischio. Insomma, arrivederci Delio.

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