Dopo tre mesi di silenzio, Antonio Conte esce allo scoperto a margine di un incontro in video chat con i tifosi bianconeri sulla piattaforma Google+ e ritorna a parlare con un libero sfogo a 360 gradi. Un ritorno lucido e rabbioso al contempo, dai toni più che decisi che rinverdiscono la memoria della sua grinta e della sua determinazione, anche verbale. Per questo, oltre ad affrontare tematiche prettamente calcistiche, il mister bianconero non si sottrae neppure alle punzecchiature in merito alla sua imitazione compiuta da Maurizio Crozza, affermando di esserne “molto divertito, seppur il comico sia completamente pelato, mentre io ho risolto il problema, anche se so perdendo i capelli del trapianto per lo stress”. Essere imitati, secondo Conte, è sintomo di popolarità, anche perchè i vocaboli che uso “fanno tendenza”, anche in famiglia.
Inevitabile, poi, una battuta sulla questione dell’esultanza dei due giornalisti al gol del Chelsea contro lo Shakhtar, precisando in maniera più chiara e netta il suo punto di vista con due semplici parole che condannano il comportamento poco professionale dei cronisti: “provo vergogna”. Un sentimento che esprimere il suo essere “sanguigno” e diretto e che lascia trapelare – in maniera poco velata – il suo desiderio represso di potersi esprimere liberamente nei confronti di coloro che, in questi mesi, lo hanno giudicato con troppa facilità, ai quali mister Conte augura di “vivere un giorno da colpevole pur essendo innocente”.
Antonio Conte, poi, non può non affrontare la questione più spinosa e delicata che lo riguarda, ossia la sua lontananza forzata dalla panchina, fino al prossimo 9 Dicembre. Una circostanza che gli genera grande dolore e sofferenza al punto che, fra il serio ed il faceto, afferma che sua moglie ha realizzato per lui una panchina in salotto, dove siede per guardare la Tv: una nostalgia per il campo accentuata dalle maggiori difficoltà connesse allo svolgimento del suo lavoro settimanale che si è “dovuto triplicare“, poichè non può intervenire con aggiustamenti nel corso del match. Nonostante ciò, però, mister Conte riconosce il grandissimo lavoro dei suoi collaboratori cogliendo l’occasione per ringraziarli pubblicamente poichè sono ottimi professionisti e sono “riuscito a entrare nella loro testa calcisticamente”.
Secondo mister Conte, nel proficuo rapporto con il suo staff ha contribuito positivamente il precedente anno di lavoro insieme, culminato nella conquista dello scudetto: un traguardo che resterà impresso indelebilmente nella sua memoria, con un gusto ancor più intenso rispetto a quello del 5 Maggio 2002 conquistato da calciatore, perchè gli ha permesso di incidere in maniera determinante sulla squadra, fornendo idee, indirizzi, motivazioni e spirito ai calciatori. Un percorso professionale ed emozionale, dunque, che ha reso ancor più viscerale il suo legame con la Juventus, nato nella sua famiglia d’origine (basti pensare che suo padre è presidente di un club di tifosi bianconeri, ndr) e proseguita nei lunghi anni da calciatore (e capitano) della Vecchia Signora che, ormai, “è come una seconda casa” ed, in tal senso, il tecnico si riferisce anche al grande rapporto con il presidente Andrea Agnelli, che in questi mesi non ha mai smesso di mostrargli la sua vicinanza.
Il mister ama parlare sempre del collettivo piuttosto che dei singoli, ma non si tira indietro di fronte ad una domanda su Paul Pogba: un calciatore che Conte stima moltissimo, e che non ha paura di schierare in campo nonostante la sua giovane età, ritenendolo un ragazzo responsabile anche fuori dal campo. Nonostante l’esclusione punitiva dalla trasferta di Pescara, dunque, Conte continua a ritenere che Pogba abbia le potenzialità per diventare un numero uno a livello mondiale, ma “non deve perdere mai la bussola”.
Antonio Conte parla, poi, del momento calcistico della Juventus dopo la sonora vittoria di Pescara ed il successo di Champions con il Nordsjaelland, soffermandosi sul fatto che il valore dei due avversari non deve essere ridimensionato per screditare l’importanza dei risultati della Juventus: la sua squadra non ha perso la fame di vittorie e l’ha prontamente dimostrato, nonostante la sconfitta con l’Inter facesse ipotizzare il contrario.
Secondo Conte la Juve deve “essere sempre intensa” e solo così può sognare in grande senza porsi limiti: il sogno per eccellenza si chiama Champions League, ma il cammino è ancora lungo e tortuoso e passa, in primis, dalla gara del 20 Novembre con il Chelsea. Un match delicato, nel quale – parafrasando capitan Buffon – mister Conte ritiene che “la Juve abbia il destino nelle proprie mani” predicando calma e pazienza e non dimenticando il contatto con il recente passato.
E’ proprio questa la conclusione dell’intervento di Antonio Conte, che invita tutti gli juventini a guardarsi indietro e sorridere, soddisfatti di quello che la squadra in così poco tempo è riuscita a costruire: per questo motivo, secondo il tecnico salentino, è essenziale che il popolo bianconero rimanga sempre unito e continui a credere nella forza e nel valore di questo gruppo, formato “da uomini veri”.