Conte patteggia tre mesi, Bonucci si difende

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antonio conte | ©Claudio Villa/Getty Images

Quello che sembrava deciso ormai da tempo adesso è realtà, Antonio Conte sceglie la via del patteggiamento. Soluzione che a fine maggio pareva impossibile, quando il tecnico della Juventus inveiva contro l’accusatore Filippo Carobbio, giudicando le sue dichiarazione aria fritta. Sono trascorsi 60 giorni e la situazione si è completamente rovesciata. La dirigenza bianconera ha optato per il male minore, rinunciando allo scontro frontale: tre mesi di stop a partire dalla giornata di oggi, con il ritorno in panchina previsto per il primo novembre, giorno particolare per la Vecchia Signora (si festeggiano i 115 anni della sua storia), giusto in tempo per guidare la Juve nel derby d’Italia contro l’Inter (4 novembre ndr). Una decisione che divide gli stessi tifosi bianconeri.

Mettiamo i puntini sulle i, perché da maggio ad oggi ne è passata eccome di acqua sotto i ponti. Antonio Conte patteggia secondo l’articolo 23, ovvero senza ammettere la colpa, dettaglio fondamentale. Di fronte al giudice non ammetterà alcuna colpa, non darà ragione a Filippo Carobbio, ma si limiterà semplicemente a chinare il capo ed ascoltare la riduzione della squalifica per omessa denuncia. In principio quest’ultima prevedeva 7 mesi di stop (sei per Novara-Siena e uno per Albinoleffe-Siena). Grazie al patteggiamento Conte dovrà scontare in teoria soltanto 2/3 della pena, ovvero quattro mesi e tre settimane. E qui interviene la società Juve, che verserà 200 mila euro alla Figc per un ulteriore riduzione della squalifica, arrivando così ai fatidici tre mesi.

antonio conte | ©Claudio Villa/Getty Images

Tra i tifosi prevale la linea pro-club, sebbene una minoranza si stia ancora chiedendo il perché di tale scelta, considerata come una sorta di ammissione da parte dell’allenatore. Abbiamo già spiegato in precedenza come in realtà Conte non stia ammettendo nessuna colpa. Inoltre bisogna considerare anche il contesto in cui è venuto a trovarsi il bianconero: la giustizia sportiva. Dalle mie parti si dice: te la raccomando. E dovrebbe essere la stessa cosa che ha pensato il tecnico quando si è visto condannato per omessa denuncia nonostante potesse contare su 15 testimonianze a proprio favore contro quella del solo Filippo Carobbio, per gli amici Pippo. A questo punto non aveva più scelta: patteggiamento (ricorrendo all’articolo 23) o squalifica di 7 mesi. Si è scelto il male minore, appunto.

Situazione diversa invece per Leonardo Bonucci. Sul difensore grava l’accusa di illecito sportivo. Il discorso quindi è leggermente più serio. Infatti anche se dovesse patteggiare, la condanna nei suoi confronti sarebbe tra i 14 e 18 mesi. Qualora scegliesse di difendersi (strada che al momento appare come la più percorribile) andrebbe incontro ad una squalifica certa di tre anni, nella speranza poi di vedersela annullata in appello. C’è un dettaglio poi che non deve essere trascurato: Rio de Janeiro 2014. Bonucci vuole esserci, ed è per questo motivo che il patteggiamento andrebbe a intralciare i piani dello juventino (senza parlare della condanna definitiva).

Appuntamento per questa mattina (intorno a mezzogiorno), quando si pronuncerà la Disciplinare.

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