Nonostante l’assoluzione di Bonucci e Pepe sono letteralmente infuriati i tifosi della Juventus per via dei dieci mesi di squalifica inflitti dalla Disciplinare ad Antonio Conte. In molti si sono chiesti il perché di tale pena, dovuta lo ricordiamo ad una doppia omessa denuncia ai tempi del Siena. E a chiarire il tutto ci sono le motivazioni della sentenza. Motivazioni che parlando di un Conte a tratti contraddittorio con se stesso, specie quando si parla di Carobbio.
E quest’ultimo invece considerato attendibile. Forse proprio a causa di ciò la Commissione Disciplinare ha respinto il patteggiamento di tre mesi con annessa multa di 200mila euro proposto diversi giorni fa. Alla fine è arrivato solo uno sconto su quanto richiesto da Stefano Palazzi, ovvero quindici mesi, ed ora toccherà ai legali del tecnico e della Juventus, con la new entry Giulia Bongiorno in testa, provare ad ottenere quantomeno una riduzione davanti alla Corte di Giustizia Federale prima e al Tnas poi.
Per ciò che riguarda quanto riportato nelle motivazioni, Carobbio come detto viene considerato attendibile, non avendo, secondo quanto scritto nella sentenza, “un qualunque motivo di risentimento o convenienza che possa averlo spinto a coinvolgere altri soggetti”. Il silenzio degli altri tesserati del Siena all’epoca dei fatti viene invece considerato come frutto del timore di essere coinvolti nell’inchiesta per omessa denuncia, con il Sestu che avrebbe parlato con riferimento al match con il Novara. Secondo la Commissione disciplinare peraltro, non esisterebbero motivi di rancore da parte di Carobbio nei confronti di Conte.
Quest’ultimo, nella sua tesi difensiva, aveva accusato il giocatore di averlo tirato in ballo solo per un permesso negato per assistere la moglie incinta. Ma per la Commissione disciplinare tale circostanza sarebbe “assolutamente incoerente”, causa anche la dichiarazione di Ficagna il quale aveva negato dissapori da parte di Carobbio con gli altri tesserati del Siena. La partita su cui si è concentrata più di tutte l’attenzione della Commissione disciplinare è quella tra Albinoleffe e Siena dove ci sarebbero stati degli accordi che avrebbero coinvolto i componenti dello staff tecnico delle squadre oltre ad alcuni giocatori.
Tra i nomi citati nelle motivazioni della sentenza quelli di Garlini, Terzi, Bombardini, Poloni, Sala, Passoni, Coppola, Vitiello e Stellini, quest’ultimo assistente di Conte e pochi giorni fa dimessosi dalla Juventus, che avrebbe confermato di aver avvicinato Carobbio al termine della gara di andata riferendo ai giocatori bergamaschi che “se avessero raggiunto i loro obiettivi stagionali avrebbero potuto lasciargli i punti e viceversa ottenerli da loro se ne avessimo avuto necessità“.
Per Stellini si era trattato di un’iniziativa presa dallo stesso, ma la Commissione la pensa diversamente tanto da considerare Conte come punto cardine della società senese all’epoca e in grado dunque di conoscere tutta la circostanza venutasi a creare. Altra accusa per Conte quella relativa alla contraddizione sul caso Mastronunzio, giocatore messo fuori rosa sul finire della stagione. Dapprima il tecnico bianconero avrebbe dichiarato che la decisione era stata frutto di un infortunio, poi di scarso spirito di gruppo. Motivazione considerata poco credibile dalla Commissione. L’immagine di Conte che ne viene fuori, dunque, è quella di un soggetto non attendibile. Cosa che, ovviamente, la difesa del tecnico juventino cercherà di smentire.