Panchina Lazio, è volata Di Matteo – Zola

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gianfranco zola-roberto di matteo | © Michael Cooper/Getty Images

Cosa bolle in casa Lazio? Ci eravamo lasciati con l’addio (definitivo) di Edi Reja. I nomi che ruotano intorno alla panchina biancoceleste sono sempre i soliti, non ci si può sbagliare. Di Matteo o Zola, questo il dilemma. Lotito sta ancora sfogliando la margherita, con i petali che man mano diventano più pesanti. Se si continua così c’è il serio rischio che il fiore appassisca, dopo giorni e notti di attesa inutile, per certi versi dannosa. Sette giorni fa la situazione era decisamente più serena, con Di Matteo che sembrava a un passo dall’arrivo nel Belpaese. Nessuno però, forse nemmeno lo stesso tecnico italiano, aveva tenuto in considerazione l’altra ipotesi, remota sì ma pur sempre verificabile. Adesso che il trionfo in Champions è realtà le carte sono di nuovo rimescolate.

Ma non era marzo pazzarello? Il maggio calcistico ha confezionato agli appassionati storie incredibili. Il best-seller porta la firma di Di Matteo con il suo Chelsea, che in un notte bavarese che pareva già scritta è riuscito a riscrivere le pagine dell’ultimo capitolo Champions. E forse ha cambiato anche il suo di destino, perché ora Abramovich ci sta pensando più di una volta prima di lasciare libero il tecnico del nothing is impossible. Per buona pace di Lotito, il quale aveva contattato l’allenatore dei Blues pochi giorni prima della finale di Monaco strappando qualcosa che si avvicinava a una promessa con tanto di stretta di mano virtuale. Tutto da rifare ora.

gianfranco zola-roberto di matteo | © Michael Cooper/Getty Images

L’altro petalo della margherita si chiama Gianfranco Zola. Anche lui italiano, anche lui con il passato inglese, anche lui Blues. Magic Box fu a un passo dal sedere sulla panchina della Lazio qualche mese fa, in una delle tante finte di Edi Reja. Vado, anzi no, resto. Al dribbling del tecnico goriziano c’è cascato pure lui, il numero 10 di Cagliari e Parma. Adesso il personalissimo Scherzi a parte è ai titoli di coda, acqua passata. Il cellulare di Zola non suona da febbraio, interesse scemato o soltanto rinviato a mesi con temperature più calde, degne della terra sarda? La sfida è aperta, il motto resta quello di sempre: Italians do it better

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