Cuore e dignità, la perfetta sintesi di Alex Del Piero, la sua essenza, sempre e comunque. Questo è il messaggio che può esser tratto dal suo libro, in uscita il prossimo 24 Aprile, “Giochiamo ancora” recensito in anteprima su Vanity Fair: un titolo emblematico, che racchiude la volontà della bandiera bianconera, e che racconta tutta la sua voglia di proseguire nel suo più intimo sogno di bambino, che non aveva il coraggio di rivelare – per timidezza – nei suoi temi delle scuole elementari, dove si limitava a raccontare che avrebbe intrapreso il mestiere del suo papà, Gino, ossia l’elettricista.
Il suo sogno è rimasto quello di quando era un bambino della provincia veneta, laboriosa e operaia, fondata sui valori del risparmio, dell’oculatezza, del “guardare alle mille lire”: valori che, nonostante i milioni guadagnati nella sua lunga carriera, gli sono rimasti, e che ha intenzione di trasmettere ai suoi tre figli, per far capire loro che, “nonostante oggi sia uno di quei bambini che può comprare tutti i giochi che vuole, il suo preferito resta il pallone”.
Ecco perchè, dato il suo amore smisurato per questo sport, che è la sua passione e la sua vita, la stagione in corso è stata la più difficile della sua carriera, perchè lo ha messo di fronte ad una realtà che non conosceva, ossia la difficoltà di trovare spazio in squadra, giocando pochi scampoli di gara.
Nonostante ciò, però, Alex non si arrende, e continua a lottare per conquistare quel posto e per farsi trovare pronto ogni qualvolta viene chiamato in causa, segnando gol pesantissimi come quelli realizzati nelle ultime gare. Gol che hanno contribuito ad alimentare il sogno scudetto della Juventus, portando punti pesantissimi alla causa della “sua Signora”, che – con tutta probabilità – il prossimo anno dovrà fare a meno del suo simbolo, nonostante i tifosi lo osannino e lo continuino ad amare visceralmente. Una pagina, quella del suo addio a fine stagione, che resta assolutamente dolorosa per Alex Del Piero, perchè significa rinunciare alla sua volontà di chiudere la carriera in bianconero, dopo vent’anni di emozioni e di momenti straordinari, provando il brivido di scrivere pagine fondamentali della storia juventina, firmando quasi tutti i record associati al club bianconero.
Ma, nonostante tutto, la sua dignità ed il suo senso del dovere restano superiori ad ogni rancore: ecco perchè, dopo l’annuncio “Shock” del presidente Andrea Agnelli nel mese di Ottobre, il suo primo pensiero è stato quello di non voler fare polemiche, coerentemente con la condotta di tutta la sua carriera, e con il suo modo d’essere, proprio perchè, “io sono quello che dimostro di essere, sono quello che io stesso penso di me. Per primo saprò quando dovrò smettere, ma non ancora”. Il suo futuro, dunque, dopo il 30 Giugno 2012, sarà all’insegna dell’incertezza, come mai gli era capitato prima d’ora: in tal senso, sarà un po’ come “andare via di casa per la seconda volta”, lasciando Torino, la città che lo ha accolto appena diciassettenne, la città in cui ha conosciuto Sonia, la donna della sua vita, la città in cui sono nati i suoi tre figli; Alex, però, proverà a viverla con spirito positivo, immaginando di “dover super superare un nuovo livello, come nei videogiochi.
Accettare questo distacco sarà un passo difficile per tutto l’ambiente, ed è per questo che tutti i tifosi si augurano che, anche in extremis, ci possa essere un ripensamento da parte della società, che possa consentire alla storia bianconera di proseguire ancora, di pari passo, con colui che la rappresenta. Giochiamo ancora, con Alex.