Lutto per la città di Genova e per la squadra della Sampdoria: nella serata di ieri si è spento all’età di 76 anni il presidente della Sampdoria, oltre che presidente onorario dell’Erg, Riccardo Garrone, dopo una lunga malattia. Un uomo che mancherà al mondo del calcio oltre che alla sua società, che ha amato come se ne fosse innamorato da quando nel 2002 ne rilevò la proprietà salvandola, anche in virtù della sua grande amicizia con l’ex presidente Mantovani. La squadra perde una figura carismatica, garbata e distinta, ma anche impulsiva al tempo debito, come nel caso “Cassano” – divenuto suo “figlioccio” ai tempi della sua militanza blucerchiata – con cui ebbe l’ormai celebre lite furibonda del 2010 a seguito di un suo rifiuto nel seguire il presidente a Sestri Levante ad una cerimonia di premiazione: nonostante ciò, un anno dopo la lite ed il successivo trasferimento al Milan, tra i due avvenne la riappacificazione ed è per questo che Antonio Cassano, che a Riccardo Garrone ed alla sua famiglia deve la sua rinascita calcistica dopo il periodo buio di Madrid, nel giorno della scomparsa del presidente gli rivolge un ultimo saluto molto commosso, che esprime il legame forte che li aveva uniti: “Un dolore straziante, oggi è uno dei giorni più brutti e tristi della mia vita. Rimarrai nel mio cuore e ti vorrò bene per sempre”.
Come Antonio Cassano, anche l’attuale amministratore delegato juventino Beppe Marotta aveva un rapporto molto forte con il presidente Riccardo Garrone consolidato negli anni di Marotta da dirigente blucerchiato, che hanno “lanciato” lo stesso Marotta come dirigente di primo piano del nostro calcio, portandolo alla corte di Andrea Agnelli. E’ per questo che, dunque, Marotta esprime tutta la sua riconoscenza al presidente scomparso, elogiandone la sua grande spinta etica e la sua moralità, oltre che la passione civile: “Riccardo Garrone non era un grande intenditore di calcio, lo diceva lui stesso, ma era una persona ricca di valori”.
Ma nel giorno della sua scomparsa non è solo chi lo ha conosciuto da “dipendente” a volergli tributare un ricordo o un pensiero, e questo lascia intendere la portata della sua figura, che andava oltre i colori sportivi, essendosi guadagnato una stima ed una considerazione trasversale. Così, il portiere della Juventus e della Nazionale Gigi Buffon sottolinea come “il calcio abbia perso una figura positiva, realmente uno dei pochi personaggi del panorama calcistico che stimavo, pur non conoscendolo”; e poi, naturalmente, i messaggi di cordoglio da parte di tutte le squadre di serie A, dall’Inter all’Udinese, dal Milan alla Juventus al Napoli ed alla Fiorentina, solo per citarne alcune.
Molto sentito, poi, anche il ricordo di tutta la tifoseria blucerchiata che, nonostante qualche screzio “terreno”, nel giorno della sua scomparsa gli tributa un ringraziamento “per tutte le esultanze e per tutte le lacrime”, mostrandogli grande riconoscenza per il fatto che “se non ci fossi stato tu, chissà se esisterebbe ancora la Sampdoria”, riferendosi appunto al salvataggio della società dal fallimento da parte del presidente Riccardo Garrone, confermando in quell’occasione la sua figura di grande imprenditore (che gli era valso il titolo di Cavaliere del Lavoro) ma, soprattutto, di uomo legato alla sua Genova.
Ora, il club rimarrà nelle mani della sua famiglia, (il presidente lascia sei figli), con il primogenito Edoardo (già presidente Erg) che, negli anni della malattia del padre, aveva ricoperto il ruolo di vicepresidente operativo della Sampdoria e che, ora, proverà a sostituirlo, ma non sarà facile: come hanno testimoniato molti protagonisti del calcio, il vuoto che lascia è davvero incolmabile.