Salvezza e poi serie A nel piu breve tempo possibile.
Alfredo Di Lullo il nuovo proprietario del Messina, questa mattina al “Celeste” ha ancora una volta ribadito la consistenza dei programmi della cordata laziale che si è aggiudicata il ramo d’azienda sportivo del FC, respingendo al mittente le perplessità di chi è rimasto deluso perché attendeva un’imminente ufficializzazione dell’organigramma della nuova società: “Abbiamo acquisito questa società soltanto lunedì, non certo da due mesi. Dateci del tempo per definire tutto. Posso assicurarvi che comunque la prossima settimana sarò in città a seguire per la prima volta una gara del Messina dal vivo. Chiediamo a questi ragazzi e al mister Di Maria la salvezza, siamo anche disposti a riconfermarli. Sui nomi che comporranno lo staff societario il neo patron prende tempo evidenziando che nel calcio quello che importa è il progetto e non i nomi, prendendo come spunto l’Inter che ognu anno spende tantissimo senza andar oltre gli ottavi in Europa.
E’ sicuro che i giocatori del Messina e mister De Maria non deluderanno le loro attese, faranno il massimo per salvare il Messina anche grazie all’inezione di fiducia trasmessa dalla nostra presenza. I giallorossi in questo momento occupano la sestultima posizione della serie D girone I e lottano per evitare i play-out, mancano 7 partite alla fine ed è ancora tutto possibile. Per il futuro Di Lullo si dimostra ambizioso al massimo, gli dicono che i tifosi si riaccontenterebbero di una B lui risponde abbiamo i mezzi per arrivare in serie A, è entusiasta dei tifosi che ancora senza conoscerlo gli dimostrano affetto e gratitudine a Messina tutti parlano di calcio e questo sarà la nostra arma in piu per ripartire il calore della gente è fondamentale. Del fortino messinese “Celeste” Di Lullo ha mostrato l’apprezzamento, attualmente non a norma ed inagibile al pubblico: “Poveraccio chi ci capita. Mi riferisco agli avversari ovviamente. Entrando dagli spogliatoi ho immaginato le urla della folla: deve essere un bell’effetto. Sembra una torcida spagnola o una forca caudina. L’avversario sente il fiato sul collo, entra in campo e capisce che ha già perso”.