Dopo la consegna dei diplomi ai corsisti, il dottor Galliani, ha intrattenuto gli astanti parlando della complessità del sistema calcio e delle difficoltà che un dirigente deve affrontare nell’organizzazione di una società sportiva di alto livello, «quando ho cominciato la mia carriera come dirigente sportivo –ha detto- mi sono ispirato soprattutto al modello delle major che producono i film, il prodotto calcio e quello cinematografico, infatti, si somigliano moltissimo. Noi del Milan abbiano portato questo nel calcio, inserendo anche figure esterne a questo sport, professionisti del mestiere».
Incalzato, poi, dalle domande degli studenti ha aggiunto che: «il gap che ci separa dagli altri campionati sono soprattutto le proprietà degli stadi e la diversità fiscalità che vige nel nostro paese. Il caso Juventus è un caso isolato con dinamiche che è quasi impossibile che si ripetano». «Il vero problema – ha detto- è che ci vuole una legge di sistema che consenta alle società di avere uno impianto di proprietà, in modo da aumentare i propri introiti e competere con le grandi squadre europee, ma questo in Italia manca».
«Lo stadio di proprietà garantisce all’estero tra il 25-30% di introiti, da noi al Milan solo il 13, senza incassi e con i problemi che abbiamo anche nella ripartizione dei diritti televisivi, diventa difficile poi investire nei settori giovanili», sottolinea rispondendo ad una domanda sul fatto del perché in Italia non si possa imitare il modello Barcellona.
Visto soprattutto la natura dell’incontro è stata immancabile una domanda sul tanto acclamato Fair Play finanziario, a cui il dottor Galliani ha risposto: «partiamo dal presupposto che se il Fair Play ci fosse stato 25 anni fa, il Milan, e non solo, non avrebbero mai raggiunto quel livello di eccellenza che tutti conosciamo. Infatti, il merito dei successi in passato è stato soprattutto degli azionisti alla Berlusconi o alla Moratti che hanno investito sulle loro squadre. Con l’entrata in vigore di questa normativa tutto ciò non sarà più possibile e una società sarà costretta a spendere solo quello che riuscirà ad incassare, è ovvio, che questo ci condiziona molto nei confronti dei club stranieri, che come detto sono molto agevolati». «Il problema fondamentale del calcio anche a livello europeo è che l’ente regolatore è anche quello organizzatore, quindi questo condiziona l’operato di noi società».
Concedendosi ai giornalisti ha rilasciato qualche ultima battuta sul mercato escludendo al momento trattive col Parma e aggiungendo solo un indizio a quelli di Allegri, sull’identikit dell’ala sinistra cercata dal Milan a: «ha gli occhi cerulei».