Per cultura, indole e anche un pò per scaramanzia la partita in Serbia per gli azzurri poteva esser una trappola insormontabile e invece, nonostante le defizioni, l’undici schierato da Prandelli ha gran lustro all’Italia emulando la sportività di Spagna e Germania giocando su alti ritmi e annichilendo l’aggressività dei serbi con un elegante ed equilibrato possesso palla. In un Marakana infuocato sin dal prepartita gli azzurri partono con il piglio della grande squadra trovando il gol dopo nemmeno un minuto con la prima rete con la maglia della Nazionale di Claudio Marchisio in uno stato di forma eccezionale. L’ormai consueto tiki taka a centrocampo fa crollare i serbi e per almeno 25′ l’Italia è padrone del gioco sfiorando in più occasioni la seconda rete e andandoci vicinissimo con Giuseppe Rossi lancianto in profondità da un tocco illuminante di Antonio Cassano. Un pò a sorpresa sugli sviluppi di un calcio d’angolo la Serbia trova il pareggio grazie ad una fortunosa deviazione di Ivanovic. Il gol fa esplodere in apnea dopo la doccia gelata iniziale ma pericoli dalle parte di Buffon non se ne vedono. Nella ripresa i ritmi calano, la Serbia ci proca sopratutto sulle palle inattive grazie alla precisione balistica di Kolarov, l’Italia invece con qualche tiro dalla distanza di Antonio Cassano. Intorno alla metà della ripresa la partita si rianima con Montolivo che spreca da ottima posizione e il neo entrato Giovinco bloccato proprio al momento della conclusione. La Serbia ci prova con le palle alte per Pantelic e Zigic ma la partita non si sblocca e adesso per la Serbia è tutto in salita mentre per gli azzurri la conferma che la strada intrapresa è quella giusta.