Non si placano le polemiche sul contributo di solidarietà indetto dal Governo italiano per far fronte alla crisi globale e che colpisce anche il dorato mondo del calcio. Il ministro leghista Calderoli, come al solito, non perde occasione di far parlare di sé definendo i calciatori una casta di viziati ed individuando propri nei calciatori, i soggetti idonei a versare il famoso contributo. L’esponente leghista l’anno scorso propose una riduzione degli stipendi dei giocatori con l’introduzione di un salary cap e la rinuncia ai premi in caso di vittoria del Mondiale. Le dichiarazioni di Calderoli determinarono una dura reazione da parte del portiere azzurro Gigi Buffon e di altri azzurri. Anche l’Aic ha preso la parola per bocca del suo vicepresidente, Leo Grosso . queste le sue parole: “E’ una stupidaggine dire che i giocatori sono viziati. I calciatori sono contribuenti che pagano le tasse e sono in regola. Ma se per contratto il compenso concordato è al netto, allora il contributo di solidarietà andrà pagato dalle società. Sulla vicenda è intervenuto anche Adriano Galliani il quale ha dichiarato che: “I calciatori sono lavoratori dipendenti a tempo determinato. Non hanno uno status differente dagli altri. Parliamo di un contributo, non di una tassazione Irpef. Quindi non so proprio di cosa stiamo parlando? E la regola vale anche per i lavoratori stranieri che percepiscono un reddito in Italia, che fiscalmente rispondono al fisco italiano”. Come al solito quindi, si andrà prospettando una vicenda tipicamente italiana dove ogni volta che viene toccata una casta si alza il polverone e, come al solito, a pagare risultano essere sempre e solo i più deboli.