Ieri è stato ascoltato dalla Procura di Cremona il commercialista Francesco Giannone, arrestato nei giorni scorsi dalla Squadra Mobile della città lombarda, che durante il suo interrogatorio ha confessato agli inquirenti che lo studio bolognese dove praticava la sua attività insieme al socio Manlio Bruni, quest’ultimo agli arresti domiciliari, era il quartier generale da dove venivano pianificate le giocate insieme all’ex bomber di Lazio e della Nazionale Beppe Signori che sarebbe a capo dell’organizzazione ridenominata la “cricca dei bolognesi”.
Inoltre lo stesso commercialista ha rivelato anche che per evitare di lasciare “tracce” del denaro, le indicazioni sulle scommesse venivano impartite attraverso una rete di agganci verso gli emissari di Singapore da dove poi venivano effettuate le puntate vere e proprie. Proprio nel suo studio di Bologna sono stati ritrovati assegni e titoli per una cifra che ammonta a 400 mila euro destinati alle puntate che inchioderebbero Signori che in settimana dovrà comparire nuovamente in Procura e rispondere alle domande degli inquirenti. La situazione del bomber insomma non è delle migliori e il denaro ritrovato sarebbe la prova schiaccinate dell’esistenza dell’organizzazione che alterava diversi risultati tra Serie A, B e Lega Pro con lo scopo di arricchirsi.