Allegri più di Sacchi e Capello

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Chi mi legge ha forse intuito le mie simpatie rossonere, pur cercando di esser più obiettivo possibile mi rendo conto che la fede calcistica è difficile placarla e tenerla da parte. Son rossonero perchè mi innamorai di Van Basten, dei movimenti perfetti e sincronizzati del Milan di Sacchi prima, della consistenza del Milan di Capello, delle invenzioni geniali di Ancelotti.

Ad inizio stagione ero perplesso sulla scelta di Allegri, in fondo veniva da un esonero al Cagliari e a un confronto in cui lo si vedeva sempre perdente con il presidente Cellino. Pensai, Allegri non riuscirà a sopportare la personalità di Berlusconi, non riuscirà a dir di no alle sue idee tattiche e la conferenza stampa di presentazione me ne dava ragione.

Il tempo però mi ha fatto ricredere, obiettivamente ha sbagliato la gestione di qualche partita, ma le sue scelte sono state insindacabile sia dai nuovi che dal gruppo storico. Dalle panchine a Seedorf nella prima parte della stagione alle valigie a Ronaldinho la sua personalità è cresciuto esponenzialmente fino al culmine nel post scudetto.

Allegri infatti è parte integrante del calciomercato del Milan molto più dei suoi illustri predecessori. Il tecnico livornese ieri assisteva al match tra Galliani e Preziosi per Boateng e le altre tantissime comproprietà, oggi era li al momento della firma di Seedorf, ieri sera parlava con l’agente di Asamoah.

Ha influito tantissimo il suo parere sull’addio a Pirlo e allo stesso modo sarà per i prossimi arrivi. Anche a livello dialettico è cresciuto e forse adesso il confronto con Mourinho (definito patetico e insicuro alle Iene) avrebbe entusiasmato ancor di più il derby milanese.

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