Lippi si rivede in Allegri. Elogi per Napoli e Prandelli

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Le parole di un decano, ct campione del Mondo, vincitore di tutto il possibile con le squadre di club (la Juventus degli anni ’90 ed inizi 2000), devono avere l’eco che meritano ed il risalto che gli spetta. Marcello Lippi analizza da spettatore appassionato la fotografia del presente calcistico, in Campionato, Champions League, e Nazionale, esprimendo il suo giudizio sulle squadre coinvolte, sui principali protagonisti, vecchi e nuovi.

In primis, non si può non partire dalla Nazionale, l’ultima panchina calcata da Lippi, quella che lo ha consacrato nel 2006 come allenatore campione del Mondo, capace di un’impresa quasi impossibile, che risvegliò d’improvviso l’amore per la maglia Azzurra, la voglia di festeggiare sentendosi Italiani. Marcello Lippi conosce bene l’importanza di quel titolo, vinto nelle difficoltà e nello scetticismo generale, ed è consapevole che il suo nome sarà sempre associato a quell’estate magica ed a quella notte trionfale del 9 Luglio, con il cielo azzurro sopra Berlino. Tuttavia, è anche ben consapevole del fallimento del succesivo capitolo targato Lippi in Azzurro, ossia la spedizione in Sud Africa che terminò già nel girone eliminatorio, ridimensionando tutto il movimento calcistico e costringendo a compiere una “rivoluzione” anche in Federcalcio.

Da quel flop si è aperta la gestione Prandelli, iniziata con il piede sbagliato – sconfitta in amichevole a Londra con la Costa d’Avorio – ma che, gradualmente, ha saputo evolversi in qualcosa di positivo, conquistando risultati importanti, ipotecando la qualificazione ad Euro 2012, facendo esordire giovani di valore, ricompattando il gruppo Azzurro verso un obiettivo comune.

Per tutti questi fattori, Lippi associa la Nazionale di Prandelli alla “sua” prima Italia, quella che preparava la spedizione in Germania, nelle difficoltà dello scandalo calciopoli appena esploso, che coinvolgeva direttamente molti protagonisti Azzurri. Oggi, però, non sono le difficoltà esterne a compattare il gruppo Azzurro, bensì lo spirito interno al gruppo che Cesare Prandelli ha saputo costruire, con “convizione ed entusiasmo”, nonostante molti provengano da squadre non di primissimo piano: “Prandelli è costretto a cercare giocatori italiani in squadre non di prima fascia, perché in quelle di vertice oggi ci sono troppi stranieri e il problema è l’esperienza internazionale, che non possono avere”.

Per associazione di idee, dal discorso Nazionale si passa al discorso Buffon, capitano dell’Italia e pilastro della Juventus: altra associazione spontanea, Lippi-Juventus, la squadra che lo ha consacrato, la squadra alla quale lui ha dato tanto, non solo a livello di vittorie, ma anche di mentalità, di carattere. Le gestioni Lippi in bianconero hanno contribuito ad alimentare il “mito” della Vecchia Signora orgogliosa, mai arrendevole, solida in difesa e cinica. Caratteristiche che, nelle tempeste recenti, si sono offuscate e perse di vista, e che devono essere ricostruite.

Partendo, ad esempio, dalla conferma di uomini fondamentali, sul campo e nello spogliatoio, come Gigi Buffon, appunto. Lippi si augura che il portierone non vada via, poichè la Juventus ha bisogno dei campioni come lui. Inoltre, l’ex ct analizza anche l’attualità bianconera, affermando come per la Juve sia doveroso provare a qualificarsi per la Champions nonostante l’impresa appaia molto complessa, dati i sei punti di ritardo dalla quarta in classifica, la Lazio, che attraversa un buon momento di forma.

Dopo la Juventus, si arriva a parlare delle altre squadre che il tecnico Viareggino ha allenato: Napoli ed Inter.

Nel caso dei partenopei, Lippi legittima le ambizioni scudetto del gruppo di Mazzarri, perchè “Fanno bene a credere nello scudetto, sono in alto e può succedere di tutto”, pur considerando la forza del Milan di Allegri, allenatore toscano nel quale Lippi si rivede in pieno, poichè gli ricorda l’entusiasmo che aveva lui quando passò dal Napoli alla Juventus, portando grinta e concretezza.

Per quanto riguarda l’Inter, data l’attualità di questa sera che propone il ritorno dei quarti di Champions con lo Schalke 04 partendo dal risultato di 2-5 di San Siro, Lippi è fiducioso nell’ “impresa” nerazzurra, che potrebbe completare il quadro delle vittorie interiste degli ultimi anni.

Infine, Lippi parla della Sampdoria, squadra nella quale ha militato da giocatore, che versa in un momento molto delicato, nelle zone basse della classifica, suggerendo di “Non pensare a cercare i responsabili, ma concentrarsi sull’obiettivo, perchè la Sampdoria ha tutte le possibilità di restare in serie A”.

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