Sei campionati spagnoli, 3 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Supercoppa Europea e 4 spagnole; 741 presenze, 323 reti tra Liga e coppe, miglior marcatore di tutti i tempi del club, miglior marcatore di tutti i tempi della Champions League con 66 reti all’attivo, miglior marcatore delle coppe europee (insieme ad Inzaghi) con 68 reti, capitano per 7 lunghi anni e bandiera indiscussa di una delle società più gloriose, se non la più gloriosa, d’Europa e del Mondo. E’ la storia di Raul nel Real Madrid, giunta al capolinea oggi dopo 16 interminabili anni (18 se si considerano anche le giovanili).
Una fantastica storia con le merengues, iniziata il 29 ottobre 1994, data del suo esordio in una partita ufficiale, alla Romaneda di Saragozza e chiusa il 24 aprile 2010 nello stesso stadio. Doveva finire così, nello stesso luogo in cui era sbocciato l’amore.
Il Santiago Bernabeu ha voluto salutarlo affettuosamente quel capitano di tante battaglie e lui, nell’ultimo giro di campo da giocatore del Real Madrid, si è lasciato trasportare dall’emozione e non ha saputo trattenere le lacrime:
- “Per me è un giorno difficile. Ma mi sento ancora un giocatore e continuerò a giocare. Ma sarò sempre fedele al Real Madrid. Ho provato a dare il meglio di me durante questi anni e adesso dico grazie al club, grazie a tutti quelli che mi hanno appoggiato. Non lo dimenticherò mai“.
L’anno prossimo l’attaccante in attività più prolifico della Liga (il terzo della storia) e della nazionale spagnola giocherà nelle fila dello Schalke in Bundesliga, ma sarà difficile per tutti immaginarlo con una maglia diversa da quella camiseta blanca con stampato dietro il numero 7 e quel nome, Raul, che nel Real è leggenda.