Rafael Nadal vince per la seconda volta il torneo di Wimbledon con una finale a senso unico vinta su Tomas Berdych per 6-3 7-6 6-4. Il numero 1 del mondo ha giocato un match praticamente perfetto, mentre il ceco è stato leggermente meno preciso e potente dei giorni scorsi. Ma ci sarebbe voluto ben altro per resistere alla furia di Nadal o tentare quanto meno di capovolgere la situazione in campo.
Il match inizia con i servizi che la fanno da padrone con il primo momento delicato che arriva settimo game quando Nadal mette a segno un passante strepitoso procurandosi tre palle break consecutive. La prima è salvata da uno scambio dal fondo, la seconda premia Nadal che non contento strappa ancora una volta il servizio al ceco chiudendo il set per 6-3 in appena 26 minuti. Il secondo set viaggia all’insegna dell’equilibrio fino al tie break dove Nadal si dimostra giocatore di altra categoria, alzando il ritmo strappando la battuta a zero a Berdych con quattro scambi prolungati. E il terzo set ha la stessa inerzia dei precedenti: Nadal salva una quarta palla break nel terzo gioco e poi va liscio fino alla vittoria che arriva al decimo game quando chiude al primo match point gettandosi sulla sacra erba di Wimbledon dopo 2 ore e 13 minuti di gara.
Per Nadal si tratta del secondo successo a Wimbledon, dell’ottavo in carriera in uno slam. Nadal ha raggiunto autentici mostri sacri come Fred Perry, Ken Rosewall, Jimmy Connors, Ivan Lendl e Andre Agassi. Davanti a lui soltanto sei giocatori (Federer, Sampras, Emerson, Laver, Borg e Tilden). Impressiona il fatto che tra tutti i campioni dell’era Open ad aver giocato almeno 10 finali dello slam, Rafa è quello che ha la percentuale di vittorie più alta. Nadal ha vinto 8 finali su 10 (ha perso con Federer qui nel 2006 e 2007) per un fantastico 80%. Dietro ci sono Sampras con il 77,7% (14 su 18) e Federer con il 72,7% (16 su 22). Borg, che è il quarto, ha chiuso la carriera con 11 vittorie in 16 finali (68,7%).