Juve, Marotta promuove il “Made in Italy”

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Dopo tanto lavoro, Beppe Marotta, si concede un intervista alla Gazzetta dello Sport. Tanti i temi trattati nella lunga intervista ma l’obiettivo è unico far tornare la Juventus competitiva. Il nuovo dg bianconero incarna perfettamente quello che fu il credo della Vecchia Signora in passato e il cavallo di battaglia della gestione Moggi: vale a dire prediligere il mercato giovane e italiano rispetto a quello estero. Di seguito vi proporremo qualche stralcio significativo dell’intervista:

Marotta e il mondo Juve:

Il calcio è uguale a tutte le latitudini, ma quando entri nel mondo-Juve capisci subito quanto pesa lavorare in uno dei club più importanti del mondo. La pressione è tanta, ma l’entusiasmo è pure superiore. Chi mi ha aiutato ad ambientarmi? Il presidente, innanzitutto. Andrea Agnelli è giovane, ma vive il calcio da quando era ragazzo, cioè da quando frequentava la Juve insieme al padre e allo zio. Così ha maturato una grande esperienza e ora tutti stiamo traendo giovamento dalle sue indicazioni: la grandezza di un club non è data solo dal tasso tecnico dei giocatori. Non basta spendere per avere successo. Il valore aggiunto viene dalla cultura che la società trasmette ai singoli: il senso di appartenenza, lo spirito di competizione e la voglia di migliorarsi sempre. Una volta ottenuto ciò, ne deriva anche la disciplina. E Delneri, vedrete, è l’uomo giusto al posto giusto

Come colmare il gap dall’Inter?

Stiamo lavorando per allestire una squadra competitiva, ma serve pazienza. Mai perdere di vista i parametri finanziari. E dopo il ciclone di Calciopoli sarebbe stata dura per tutti riemergere. Sono mancati i risultati nell’ultima stagione, ma il lavoro di programmazione resta. E la Juve ha i fondamentali per fare bene e tornare a vincere: anche nel breve periodo.

Come si può vincere nel breve periodo?

Innanzitutto continuando a investire sui giovani, meglio se italiani. Da sempre la Juventus è il serbatoio della Nazionale, vogliamo continuare ad esserlo. Non deve condizionarci il flop azzurro in Sudafrica. Dobbiamo cercare la qualità dappertutto perché la Serie A deve attrarre le stelle se vuole restare competitiva. E se i club italiani vincono nelle competizioni europee penso che ne benefici anche la Nazionale.

Il Colpo più difficile?

Non è stato facile convincere Genoa e Bari per avere Bonucci, siamo soddisfatti, anche perché il difensore ha i requisiti del nostro rinforzo ideale. E’ bravo, è giovane ed è già azzurro. Cosa dico di Elia? Che è un ottimo giocatore e che l’Amburgo lo valuta tanto. Krasic? Abbiamo fatto la nostra offerta al Cska Mosca che non l’ha accettata. Poi noi abbiamo preso altre strade. L’ultima è quella di Lanzafame.

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