Luciano Moggi galvanizzato dalle parole di Roberto Mancini a fine udienza ha chiesto la parole per rilasciare dichiarazioni spontanee e dar vita dunque al contrattacco a chi lo accusa di esser a capo di una cupola. I bersagli dei suoi strali sono Carlo Ancelotti e Leornado Meani, contestando la posizione di quest’ultimo che da addetto all’arbitro non figurava nel quadro dirigenziale rossonero “In realtà l’addetto all’arbitro fa parte della struttura societaria”.
Moggi poi si sofferma su tre partite del Milan con Ancelotti allenatore, Parma-Milan, Reggina-Milan e Atalanta-Milan – arbitrate rispettivamente da Pieri, Racalbuto e Bertini – in cui, stando alle moviole dell’epoca, ci furono episodi controversi giudicati in senso favorevole ai rossoneri. “Se è vero – ha sottolineato Moggi – come si dice questi arbitri facevano parte della cupola, avrebbero dovuto decidere diversamente. Sentendo queste cose, probabilmente i defraudati siamo stati noi”.
Il tu di De Santis? “Lui darebbe del tu anche al Presidente della Rapubblica” – e continua – “Per regolamento alla fine delle gare io potevo parlare tutto il tempo che volevo con l’arbitro. E in ogni caso non l’ho mai chiamato De Santis che, per dirla tutta, non mi stava neanche tanto simpatico”.
10.56 TERMINATA LA DEPOSIONE DI MANCINI
È durata poco più di 10 minuti l’attesa deposizione di Roberto Mancini al processo di Napoli, anche perché gli avvocati della difesa hanno rinunciato a porgli domande. Con l’allenatore del Manchester City ed ex allenatore dell’Inter ha interloquito invece il pm Capuano, che si è soffermato anche sull’ormai celebre telefonata tra Facchetti e Bergamo, per ironia della sorte scovata dai difensori, segno che ormai anche l’accusa si avvale del lavoro della controparte. «Io spesso ho avuto episodi di liti con arbitri – ha detto fra l’altro Mancini – ma a fine gara, presi dalla foga, se ne dicono tante. Di certo quelle cose non le ho dette come sono state poi verbalizzate (nel senso che erano molte meno forbite, ndr)». Tra le partite di cui è stato chiesto conto a Mancini c’è stata prima di tutto un Inter-Roma arbitrata da Rosetti: «Nella foga della partita ho fatto accenno ai suoi amici di Torino e alludevo a Moggi, perché pensavo che, essendo lui (Rosetti, ndr) di Torino, avesse a che fare con quelli della sua città. Ma non so niente di particolare a riguardo. Ho fatto un collegamento facile perché pensavo fossero amici. Conosco Moggi da sempre, ma nello specifico il collegamento con Rosetti era dovuto al fatto che l’arbitro è di Torino». Una delle accuse più pesanti rivolte da Mancini a Moggi nel maggio 2006 era quella di avere più volte visto il dg della Juventus negli spogliatoi degli arbitri. Ora il tecnico jesino fornisce una versione più morbida: «Ho visto Moggi più di una volta nello spogliatoio degli arbitri, ma questa era una prassi anche di altri dirigenti di società. Era una cosa che capitava. Magari negli altri casi si poteva trattare di dirigenti addetti agli arbitri, ma non so fornire il nome degli altri dirigenti che mi è capitato di vedere nella mia carriera».
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Considerazioni personali:
Sto ascoltando in audio-video la diretta del processo calciopoli di Napoli udienza 25/5/2010, il primo teste è stato l’allenatore Roberto Mancini, posso tranquillamente affermare che Roberto Mancini oltre essere stato un grande calciatore, è anche un ammirevole oratore deponendo sotto giuramento in maniera semplice e molto chiara quello che purtroppo, dal 2006 tanti giornalisti, e tutti quelli che affermavano ” piaccia o non piaccia………..” (ancora oggi qualcuno) hanno stravolto il calcio italiano, prendendo in giro i tifosi di tutti i clubs Italiani e animando e inasprendo ancor più gli animi degli amanti del calcio.
La mia personale ed umile considerazione, in termini calcistici, è che oggi Mancini ha segnato 3 goal a 0 ai PM, e pensare che Mancini per i PM era, secondo loro il teste chiave d’accusa di Frasopoli.