Barboni: La famiglia Rari Nantes Bologna e tutto il resto

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Monica Barboni

Ci sono quei momenti bui, di riflessione, nella vita di tutti i giorni come in quella sportiva. La Rari Nantes Bologna, reduce da un’annata di esperienze non positive in A1, quella di due anni fa, vuoi per la giovane età delle ragazze, per le difficoltà economiche e chi più ne ha più ne metta, è dovuta ripartire da una serie minore, ma non per questo meno importante. Campionato altamente positivo quello della formazione di Giacomo Grassi da Prato, allenatore meticoloso, molto coriaceo, che ama il suo lavoro. Non andò bene la sua avventura in A1 con la formazione felsinea, decisamente migliore fu quella passata, coronata da una promozione fantastica.

Rari Nantes Bologna
Rari Nantes Bologna

La ripresa della gestione dello Sterlino, piscina storica, teatro di mille battaglie, lo sforzo di tutti, dal presidente Andrea Lenzi al direttore sportivo Rosa Gambardella, senza dimenticare le splendide ragazze che hanno contribuito una per una a raggiungere un traguardo fondamentale.

Quindi pensi e ripensi, alla stagione che hai fatto, a quella che dovrà essere la seconda prova, quella della maturità, dove sarà vietato commettere gli stessi errori, mostrando il carattere da leonesse, forte e determinato di chi sa abbattere ogni ostacolo, tralasciando la paura, quella avuta in gara 2 contro il Pescara nei play off, ma vinta alla grande davanti ai propri tifosi. E’ di nuovo A1, le motivazioni non mancano, le ragazze neppure, ma ogni giocatrice dovrà mettere quel qualcosa in più per rimanerci. Tante facce che già hanno sofferto ma seminato e alla fine raccolto, alcuni innesti importanti, pochi ma buoni, in una formazione giovane che Grassi dovrà gestire al meglio. Un campionato complicato, ma la Rari Nantes Bologna è pronta a rituffarsi nella massima serie con le motivazioni alle stelle.

L’acquisto più importante riguarda la straniera. Bologna che parlerà un pò australiano in questa nuova stagione con l’arrivo di Jessica Zimmermann. Non una novità, visto che dallo Sterlino era già passata Zoe Arancini, altra nazionale delle Aussie. Classe ’95 arriva dal Freemantle Marlins di Perth e con la calottina dell’ Australia è arrivata terza alla World League del 2014, mettendosi in mostra tuttacia con l’under 20 ai Mondiali di Volos.

L’altra new entry è quella della portiera Loredana Sparano, all’anagrafe ” Fabiana ” anche lei giovanissima, pallanuotista non da tanto, ma per passione, visto che se ne innamorò a prima vista. Nonostante la giovane età ha già giocato con la calottina rossa nelle varie nazionali giovanili, addirittura da capitano, esordendo con il Setterosa di Conti agli europei di Barcellona 2013. Da Posillipo a Messina, dove con le sue parate ha dimostrato di avere la classe necessaria per diventare un punto fisso per il futuro della nostra Nazionale. Ora c’è Bologna nel suo destino, i piedi per terra e la voglia di fare bene. Si aggiunge a un gruppetto formato da altre atlete, dalle liguri Arianna Mina, centroboa di rispetto per la categoria, ormai da anni in questa squadra, e Margherita D’Amico, alle ” veterane ” per modo di dire, molto giovani anche loro, Martina Verducci, Monica Barboni, Ginevra Manzoni e Valeria Lenzi. Giusy Rendo e Margherita Pasquali sono le altre due giocatrici da più anni tra le fila biancoblù. Elisa Fiorini, Marika Ceroni, Valentina Antinozzi e Anastasia Forte completano la rosa e gireranno a turno nel tredici deciso dal tecnico Grassi, senza dimenticare la presenza di Valentina Udoh, nella passata stagione protagonista assoluta con le sue parate della promozione della squadra bolognese.

La pallanuoto non è la vita, non è la vita di una persona, ma è sicuramente uno sport di aggregazione, un motivo per avere un momento in cui staccare quando arrivi alla fine di una giornata piena di lavoro. Succede che a volte, cercando di aprirti le porte a un futuro roseo da un punto di vista lavorativo, se sei sempre comunque stata in acqua da quando sei piccola, tu debba comunque trovare una piscina e una squadra dove fare quello che ti piace di più, giocare.

Sei giovane, hai dei dubbi, ma dalla tua casa ti trasferisci, è il caso di Monica Barboni, classe ’92, passata da Padova a Bologna, dove ha iniziato a studiare, insieme a giocare, e a lavorare, facendo anche tante altre cose, riuscendo a conciliare il tutto con dedizione, passione e determinazione. Perchè se ti allontani dalla tua famiglia così giovane, appena maggiorenne, perchè ormai parliamo di più di cinque anni fa, vuol dire che hai voglia di fare e una famiglia comunque in grado di appoggiare le tue scelte. Abbiamo parlato con lei, della sua vita dentro e fuori dall’acqua, delle speranze per il futuro. Lei schiva, le piacciono poco queste cose, ma abbiamo tirato comunque fuori una storia che speriamo vi possa far capire quanto sia importante la serietà e la polivalenza al giorno d’oggi, avere le idee chiare e combattere ogni giorno per far sì che si trasformino in realtà.

Monica Barboni
Monica Barboni

Monica, l’anno scorso avete fatto una bellissima stagione, coronata da un’altrettanto splendida promozione. Cosa si prova a ottenere un traguardo cosi e come vi presentate sul palcoscenico più alto da neopromosse?

“Questa promozione è stata a dir poco emozionante. Abbiamo avuto il piacere di disputare gara 3 in casa davanti al nostro pubblico, condividere un traguardo grandioso con amici, famigliari e una società intera che ha sempre pensato in grande per noi. L’atmosfera ha reso tutto ancora più bello.
Quest’anno daremo il massimo per fare un buon campionato e salvarci, questa deve essere la nostra priorità“.

Vi siete riprese l’A1, la stessa che avevate perso due anni fa. Siete giovani, ma la brutta esperienza sarà servita anche per non commettere gli stessi errori in questa stagione. Quali dovranno essere le vostre qualità per ottenere la salvezza e cosa vi chiede l’allenatore ogni giorno?

Dinamicità, velocità e precisione dovranno essere il nostro pane quotidiano per lottare contro formazioni più esperte.Venendo da un campionato di A2 dovremo tornare ad un ritmo più sostenuto di gioco e velocizzare i tempi di reazione, fondamentali per competere a questo livello.
Il nostro allenatore ci chiede oltre a questo più grinta, più decisione e di creare un buon feeling tra di noi in acqua. Per lui è fondamentale la lucidità nel gioco, quando non arriva più ossigeno al cervello, quindi nei momenti critici della partita, quando si è più stanchi, più suscettibili alle provocazioni avversarie e deve venir fuori quel pizzico di intelligenza in più che segna anche il limite tra la vittoria e la sconfitta. Lui ci chiede sempre di cercare di gestire al meglio le situazioni e i momenti, il tutto in funzione della squadra “.

Ormai si può dire tu sia ” bolognese ” d’adozione visto che è un po di anni che lavori e studi, oltre a giocare, qui. Famiglia distante, c’è tuo fratello quello sì, ma quanto aiuta andar via di casa giovane per la crescita di una persona?

In questo caso parlo per la mia esperienza personale, uscire di casa giovane è stata dura e ci sono stati momenti difficili cui se ne sono alternati altri molto belli invece. Sono convinta che queste esperienze facciano crescere sotto vari aspetti, si impara ad affrontare le cose in modo diverso e spesso a fare affidamento su sè stessi più che su gli altri. Premetto che i miei mi sono sempre stati molto vicini e allo stesso tempo ho avuto la fortuna di conoscere persone e famiglie che mi hanno aiutato standomi vicino in questo mio percorso.
L’arrivo di mio fratello è stato un evento inaspettatamente piacevole, all’inizio abbiamo avuto parecchi scontri, ma come è giusto che sia a quell’età, ora a distanza di cinque anni siamo molto legati e ci sosteniamo a vicenda“.

Hai pensato di smettere ma non ce l’hai fatta. Sei ancora in acqua con la calottina. Che anno ti aspetti e dove ti vedi in un futuro prossima, sia dentro che fuori dall’acqua?

Ci ho pensato molto, purtroppo gli impegni di lavoro e università sono a volte incompatibili con quelli della pallanuoto, ma sono consapevole di non essere ancora pronta a lasciare questo sport e ho preferito continuare.
Uno dei motivi per cui ho deciso di non smettere è la mia squadra, le mie compagne sono amiche di acqua e di vita, e quest’anno con l’arrivo di Loredana e Jessica penso potremo crescere e dare quel qualcosa in più che magari in altre occasioni ci è venuto a mancare.
Non faccio molti progetti, sono stata molto fortunata, ho un lavoro che mi piace, per cui sto studiando e che mi dà soddisfazioni, ovviamente spero che il mio futuro rimanga qui. Per la pallanuoto, chi lo sa, finchè riuscirò a far incastrare tutti gli impegni non appenderò la calottina al chiodo sicuramente “.

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