Oggi scendiamo in acqua e continuiamo a conoscere le squadre che tre poco più di una settimana inizieranno il campionato. E’ il turno della Lazio, una delle due squadre capitoline che insieme alla Roma Vis Nova prenderà parte alla stagione ormai alle porte. Formazione che può vantare un gruppo folto di giocatori della capitale, tanta lazialità in vasca e un solo obiettivo, raggiungere la salvezza ma, chissà, fare anche qualcosa in più, visto anche il bel campionato disputato l’anno scorso. Immergiamoci più all’interno della squadra e cerchiamo di presentare i nuovi, i vecchi, chi è rimasto e invece chi ha appeso la calottina al chiodo, soffermandoci poi come al solito su un giocatore, in questo caso il capitano Federico Colosimo, con cui abbiamo scambiato qualche parola.
Partiamo dalla guida tecnica, da un ” mostro “, si è passati a un altro campione, in vasca, ma la sostanza è sempre quella, perchè sia Pierluigi Formiconi che Antonio Vittorioso sono due istintivi, combattenti, in sintesi due vincenti. Il primo ha dato tanto alla Lazio e alla pallanuoto in generale, l’esordio proprio con la calottina biancoceleste a soli sedici anni e poi una vita passata a respirare cloro, a urlare su quella panchina e a inanellare un successo dopo l’altro, facendo vedere le cose migliori da commissario tecnico della Nazionale femminile. Oro ad Atene alle Olimpiadi, a Perth e Fukuoka nelle rispettive edizioni mondiali, medaglia d’oro a Vienna, Siviglia, Prato e Lubiana, senza mai accontentarsi. Tanta fame di vittorie, le stesse che lo hanno portato a vincere anche con l’Orizzonte Catania, prima di tornare e finire la sua carriera sulla panchina della Lazio. Un cerchio che si chiude, una sfida, l’ennesima, vinta da un allenatore a tuttotondo, un ” fenomeno ” della panchina.
Formiconi rappresenta il passato, un passato glorioso, tra momenti facili e più complicati. Adesso lo scettro passa ad Antonio Vittorioso, ma quella fame, la brama di imporsi e stupire che hanno sempre contraddistinto l’ormai ex tecnico laziale, saranno il pane quotidiano anche di chi da giocatore ha vinto tanto e si metterà alla prova in una nuova veste, con tanto entusiasmo e voglia di iniziare. Tante squadre, dal Pescara, alla Bissolati Cremona, passando per Brescia, Roma Nuoto e Vis Nova, ma ora nella testa solo la Lazio, di cui è stato capitano nell’ultima stagione. Una Coppa del Mondo vinta nel ’99 e un Campionato con la Roma. L’allievo che erediterà un compito molto difficile dal maestro, ma che cercherà con impegno, sacrificio, sudore e rabbia, qualità sempre mostrate in acqua, di ottenere dei risultati importanti, facendo crescere anche i giovani.
Una formazione abbastanza rinnovata, visto che a parte Vittorioso, che nel caso ci fosse necessità, potrà dare una mano anche nella veste di giocatore, ha lasciato l’attività anche Alessandro Calcaterra, pronto anche lui ad allenare i ragazzini, mentre l’altro addio è stato quello dell’americano Samuels. Non ci saranno più nemmeno Gianni, Correggia e Sacco, ma altri giocatori sono stati inseriti. Partiamo dai nuovi arrivi, tutti di spessore, visto il loro curriculum di assoluto rispetto. In porta, affiancato dal giovane e ottimo Vespa, è stato preso un giocatore di esperienza come Zdravko Radic, classe ’79, uno che con il suo Montenegro ha vinto e spesso deciso a suon di parate partite che viaggiavano sul filo dell’equilibrio. Insieme a lui, un rinforzo per ruolo, il difensore Daniele Giorgi, che dopo diverse stagioni con il Brescia, è tornato nella sua terra, lui romano, giocatore di intelligenza superiore, non una ” bestia “, fisicamente, ma in grado di sfruttare altre qualità. Un altro romano ha sposato la causa Lazio, Federico Lapenna che, nonostante la giovane età, 27 anni e quindi ancora nel pieno della carriera, ha vinto tutto con il Recco. Un ritorno a casa anche per lui, tanto entusiasmo da parte di entrambi. L’ultimo acquisto non in ordine di importanza è quello di Felipe “Charuto” Santos, anch’egli difensore, uno dei tanti brasiliani che scenderanno in vasca nel nostro campionato, giocatore che si è messo in mostra nelle ultime competizioni della Nazionale verdeoro allenata da Rudic e che cercherà di imporsi anche in Italia. Rimangono poi del ” vecchio ” gruppo Luca Di Rocco, Raffeale Maddaluno, Alessandro Vitale e Matteo Leporale, che darà il cambio nel ruolo di centroboa all’ex recchelino. Completano la rosa Giacomo Cannella, William De Vena, Alessandro Mele e Marco Ferrante.
Un gruppo di amici, dentro e fuori dall’acqua, un undici romano, capitanato da quello che a sua volta erediterà la fascia di Antonio Vittorioso. Stiamo parlando di Federico Colosimo e con lui abbiamo avuto modo di parlare un pò di tutto, dalla crescita esponenziale avuta negli ultimi anni, fino alla stagione che sarà e alle sensazioni avute finora, quando il campionato è ormai alle porte. Un ” guerriero “, che ha raggiunto quello che era stato sempre il suo sogno, ma che adesso ha come obiettivo principale quello di ottenere successi con la sua Lazio, senza mai mollare e trascinando il gruppo da vero leader, fuori e dentro il campo.
Federico, da romano hai giocato in diverse squadre e in tutte hai impiegato sudore e fatica. Hai scalato una montagna e alla fine sei stato scelto come capitano della Lazio. Dimostrazione che ” chi semina raccoglie “. Come descrivi la sensazione di avere un simile ruolo in questa squadra e quali pensi siano state le qualitá che ti hanno fatto arrivare fin dove sei arrivato?
“Per chi vive per lo sport e per la Lazio in generale, ricevere una carica così importante è davvero motivo di orgoglio. Ho dedicato tutto me stesso a questa squadra nel corso degli anni e ora sono fiero di rappresentarla. Il mio sogno è di portarla il più in alto possibile, non solo dentro l’acqua. Ringrazio la società, senza escludere nessuno, per la meravigliosa occasione concessami e quello che mi sento di promettere è che, da adesso in poi, darò ancora di più per questi colori “.
Pierluigi Formiconi, un nome una garanzia, lui ti ha fatto crescere molto, anche se avere compagni come Vittorioso e Calcaterra deve essere stato un aiuto non da poco. Quali tappe senti di identificare come le principali della tua carriera e quali figure pensi siano state fondamentali nel tuo percorso?
“Formiconi è stato il mio maestro e il mio mentore. Un tecnico eccezionale, con pochi eguali. Mi ha fatto esordire in Serie A1 quando avevo solo 17 anni e allo stesso tempo mi ha fatto crescere, sia come giocatore che come uomo. Devo molto a lui e rimarrà sempre una figura fondamentale per me. Nel mio percorso devo tanto anche ad altri miei ex tecnici, penso a Maurizio Gatto, Roberto Onori, Alessandro Duspiva, Lillo Lorenzini, Luciano Russo, Massimiliano Fabbri e Cristiano Ciocchetti, sperando di non aver dimenticato nessuno. Loro sono stati maestri per me, mi hanno cresciuto e stimato. Per quel che riguarda i giocatori, è stato un onore e un piacere giocare a fianco ai fuoriclasse da te citati. Mi è sempre stato insegnato però che si può imparare da tutti, anche da chi non ha vinto scudetti, mondiali e coppe“.
Senza distaccarci da quanto hai appena detto, la squadra si è rinnovata, siete quasi tutti romani a parte gli stranieri, altrettanti giovani. Pierluigi ti ha dato tanto, cosa senti di dirgli e invece cosa ti aspetti dal Vittorioso allenatore, lui che in acqua ha vinto tutto, è stato fino a poco tempo fa un vostro compagno, e ora vi guiderà dal bordo vasca?
“Abbiamo tantissimi romani in squadra, è vero, ma soprattutto quello che è bello, è che siamo tutti amici. Questa è stata sempre la nostra arma migliore e speriamo che anche quest’anno la “ricetta” possa rivelarsi vincente. Pierluigi mi ha fatto diventare un giocatore e un uomo e se oggi molti lo criticano vuol dire che hanno capito poco e niente di lui. Non avere peli sulla lingua non significa essere un detrattore, ma un uomo diretto, che non ha padroni. Per me resta e resterà uno dei migliori tecnici al mondo e non smetterò mai di ringraziarlo. Dal Vittorioso allenatore mi aspetto la stessa grinta che mette quando entra in acqua (mette, esattamente, perchè non ha ancora smesso, e ci darà una mano), la sincerità e la chiarezza che lo contraddistinguono. Ci ho giocato per molti anni insieme, ci siamo scontrati spesso, come capita tra compagni di squadra, ma ci siamo sempre voluti bene lottando insieme per la stessa causa, quella che più ci sta a cuore, la Lazio. Spero di poterlo aiutare a portare in alto questi colori e voglio che sappia che io sono pronto a dare tutto me stesso per questa squadra. Insomma, può contare sul mio contributo“.
Che campionato potrà essere in generale con la nuova formula e quale stagione potrà fare la Lazio invece alla luce di quanto hai visto finora negli occhi dei tuoi compagni a poco più di una settimana dall’inizio?
“Rispetto le decisioni della Fin, anche se non le condivido pienamente. Scegliere questa formula ha penalizzato molte squadre che nella passata stagione hanno investito risorse per raggiungere l’obiettivo, nel nostro caso la salvezza, quando invece avrebbe potuto puntare sui giovani, certa dell’allargamento del campionato a 14 squadre. La frittata ormai è fatta e non possiamo tornare indietro. Voglio altresì dire alla categoria arbitrale che i giocatori della Lazio Nuoto ripongono la massima fiducia, stima e rispetto in loro, giusto per chiarire i disguidi che si sono verificati nelle passate stagioni. Le fatiche degli allenamenti, gli episodi che si verificano durante le partite, portano a qualche contestazione di troppo che vorrei, a partire da quest’anno, che la squadra evitasse. Per quel che concerne la mia Lazio, spero in una grande stagione. Siamo una squadra giovane che vuole ben figurare. Che rispetta tutti, ma non teme nessuno“.