All’indomani del passaggio del turno di Champions League i tifosi della Juve si sono sentiti fare questa amletica domanda, soprattutto alla luce di quanto si stia vedendo in casa bianconera in questa stagione e dopo aver vissuto quest’estate le contestazioni di parte del popolo Campione d’Italia al tecnico designato per succedere ad Antonio Conte.
Ebbene la verità come spesso accade è sempre nel mezzo, ci sono condizioni nelle quali i due tecnici si sono trovati a lavorare diametralmente opposte e due squadre, che seppur hanno avuto poche modifiche in rosa sono cresciute in modo diverso.
Antonio Conte approdava alla Juventus a furor di popolo, già l’anno precedente il tifo bianconero lo voleva sulla panchina ma venne scelto Delneri che alla fine chiuse la stagione al settimo posto. Per la società fu quasi una scelta obbligata perché Benitez rifiutò il progetto propostogli da Agnelli e Conte in modo rapante riportava il Siena in Serie A, dimostrando dopo l’esperienza di Bari di essere un vincente. Alla squadra di Delneri vennero aggiunti i primi tre pilastri della Juventus che domina da quattro anni il nostro calcio Pirlo, Vidal e Bonucci più Vucinic che Conte considerò come il Top Player del team. Il primo anno è stata un’esaltante cavalcata sul Milan, proprio di Max Allegri, il secondo una conferma condita dai quarti di Champions League e il terzo anno un dominio assoluto in campionato con 102 punti all’attivo ma un flop nella massima competizione europea ratificato dall’uscita in Europa League contro il Benfica. Alla squadra iniziale del triennio si sono aggiunti Llorente, Asamoah, Tevez, si è scoperto e consacrato il talento Paul Pogba, hanno contribuito alla causa bianconera nomi diversi come Giaccherini, Borriello, Toni, Ogbonna, Quagliarella etc.. ma si sono anche susseguiti i flop voluti e cercati dal tecnico salentino Peluso, Giovinco, Isla oltre agli oggetti misteriosi Anelka e Bendtner che hanno fatto pensare tutti, per avere avuto questi non poteva restare Del Piero? Tutti spremuti e sfruttati da Antonio Conte che quindi ha dettato anche linee di mercato in un certo senso precise. Basta pensare che quest’anno la Juventus a gennaio non ha chiuso un colpo di questo tipo pur sapendo di restare senza Giovinco lo ha rimpiazzato con Matri, attaccante di cui ne conosce pregi e difetti e dall’ingaggio equo.
Conte ha trasformato la squadra da settima a Campione d’Italia e poi a dominatrice incontrastata utilizzando tantissime pedine diverse e alla fine della stagione scorsa voleva un ulteriore cambiamento in rosa e qui viene la famosa scissione con la società. In effetti a pensarci bene ora è tutto chiaro, dopo l’eliminazione ai quarti contro il Bayern di due anni fa proprio Conte disse che la Juventus non poteva competere con le superpotenze europee, tutto vero, ma non un concetto da Juve che ha nella sua storia e nel suo dna un solo obbiettivo. Quando alla fine della scorsa stagione il tecnico ha chiesto il rinnovamento di una decina di elementi se un tifoso ci pensa bene e ha un minimo di conoscenza della realtà delle casse bianconere sa che c’erano solo due strade. O prendere i tanti talenti sparsi per l’Italia, come Zaza, Immobile, Berardi, Leali, Rugani etc.. e prendere almeno un paio di Top Player soluzione preferita da Conte ma molto dispendiosa in termini economici e considerando che lo stesso Conte in convinzione partiva battuto rispetto ai Top Team europei. Oppure cambiare tecnico, fare un discorso chiaro e progettare un futuro più europeo.
La scelta della società la conosciamo e la chiave di volta pure, è stata la scelta della cessione di Ciro Immobile e ora veniamo a Max. L’ex milanista ha trovato subito il muro dei tifosi, che si ricordavano bene la dialettica antijuventina usata dal livornese in passato e poi il come si sia comportato da delegittimato in casa Milan non è passato inosservato con una visione mediatica da eccessivo aziendalista che ha fatto scacciare Pirlo senza nemmeno opporsi o addirittura caldeggiando la scelta del Milan. In parole povere per il pubblico bianconero è apparso il fantasma di un tecnico antipatico in grado di distruggere una squadra partendo dal centrocampista della Nazionale.
Allegri quindi partiva con un piede di traverso a fargli lo sgambetto ma è stato bravo e coraggioso a prendersi l’eredità lasciata da Conte senza stravolgere subito l’impianto, anzi come stiamo vedendo ultimamente anche ad usare e tenere buono il modulo contiano per i casi di emergenza. Con lui la Juventus è cresciuta nel livello del gioco e ha imparato ad usare abitualmente un modulo con la difesa a quattro ed un centrocampo a tre più un trequartista all’occorrenza. Inoltre considerando che fisicamente i bianconeri non hanno quasi mai potuto avere a disposizione il vero Vidal e Barzagli e che in estate gli unici innesti titolari vero in rosa sono stati Pereyra ed Evra si deve pensare ad un’ulteriore crescita della squadra. Tevez con lui è esploso sfatando anche il tabù Europa. Allegri ha molto probabilmente già vinto il campionato e approda ai quarti di Champions League con una squadra abbordabile da affrontare, il Monaco, ma la cosa interessante è che non parte battuto e con il vantaggio che ha sulla seconda in campionato può permettersi di preparare le partite di coppa con calma e sa modulare la squadra in base all’avversario.
Insomma, le strade dei due tecnici si sono incrociate, ma sono due cose molto diverse, unico filo conduttore è un gruppo di calciatori che da professionisti si calano sempre nella parte a loro più congeniale con abnegazione e una società che comunque ogni passo che fa è ponderato. Questa è sempre l’unica garanzia vera per i tifosi bianconeri.
E ora veniamo proprio a loro, il pubblico juventino è dal palato fino ma ha dimostrato di accettare le decisioni della società anche controvoglia in passato, ma non esita a contestarle quando poi i fatti gli danno ragione. Nel caso di Allegri è ovvio che la parte contestatrice abbia preso una cantonata ma come fare per un pubblico che ha voluto un condottiero come Conte spiegargli che si può vincere anche con più aplomb e classe e mostrando meno i muscoli? Semplice, fare come ha fatto Allegri, lavorando e conquistando la gente con i risultati. Il tempo per madama non passa mai, quando appare in una crisi di nervi si rifà il trucco e ricompare più bella che mai, proprio come i suoi tifosi. Dopo il tributo a Conte è lecito aspettarsi presto anche un tributo per Allegri.