Finalmente una bella serata per l’Italia del calcio, che ha la certezza di avere 4 italiane in Europa League, seppure solo due in Champions. La pratica Stjarnan, per l’Inter, era già chiusa dalla gara di andata, con il 3-0 in Islanda. Al ritorno a San Siro (che tra l’altro oggi è stato ufficializzato come lo stadio che ospiterà la finale di Champions 2015-2016) la squadra di Mazzarri ha demolito la squadra di Reykjavik con un secco 6-0, arricchito dalla tripletta di Mateo Kovacic, che oltre al primo gol in maglia nerazzurra, sigla la sua prima tripletta in carriera.
A concludere l’opera, il primo gol di Osvaldo con l’Inter (gli ultimi gol in Europa risalivano all’anno scorso con la maglia della Juve, 3 in due partite al Trabzonspor) e la doppietta di Mauro Icardi. Passivo totale molto pesante per gli islandesi (9-0 tra andata e ritorno), che possono però vantare già tre turni superati. Questo il tabellino della gara, seguito dalle pagelle:
Inter-Stjarnan 6-0 (Kovacic 28′, 33′, 51′; Osvaldo 47′; Icardi 69′ 80′)
Inter: Carrizo 6, Nagatomo 6.5, Ranocchia 6, Juan Jesus 6, Andreolli 6, D’Ambrosio 6.5, Obi 5.5, Kovacic 8, Hernanes 6.5, M’Vila 6.5, Osvaldo 6.5 (subentrati: Jonathan 6.5, Kuzmanovic 6, Icardi 7.5)
Stjarnan: Jonsson 5.5, Vemmelund 5, Rauschenberg 5, Arnason 5.5, Punyed 5, Laxdal 5.5, A. Johannsson 5.5, Finsen 5, Bjorgvinsson 6, Toft 5, Gunnarson 5.5 (subentrati: Aegisson 5.5, Runarsson SV, G. Johansson SV)
Festeggia anche il Torino, che vince 1-0, elimina l’RNK Spalato e va ai gironi dopo 20 anni. Inter e Toro vanno ad aggiungersi a Napoli (eliminato dalla Champions) e Fiorentina. Domani ci sarà il sorteggio dei gironi, sperando che le italiane abbiano più fortuna della Roma oggi.
L’obiettivo per tutte e 4 è passare il girone, certo, ma poi si potrà puntare anche oltre. Chi non vorrebbe una semifinale composta da tutte italiane? Forse è un sogno troppo grande, ma non dimentichiamo che da quest’anno chi vince l’Europa League va direttamente in Champions: se una delle 4 la vincesse, ci sarebbe un’italiana in più l’anno dopo a contendersi la coppa dalle grandi orecchie.