Una nuova inchiesta giudiziaria vede come protagonista in Svizzera il patron della F1 Bernie Ecclestone a causa di presunte tangenti nell’ambito della vendita dei diritti della Formula 1.
Bernie Ecclestone, imprenditore britannico a capo della struttura del campionato automobilistico di F1, già accusato in Gran Bretagna e Germania di corruzione in merito alla vendita delle quote della Formula 1 alla Cvc Capital, è attualmente indagato dalla procura svizzera.
Il procuratore generale di Ginevra ha reso noto di aver aperto un’inchiesta per il passaggio del 47% delle azioni F1 dalla Constantin Medien alla Cvc Capital. Secondo la procura svizzera l’affare si sarebbe concluso per una cifra non consona di circa 600 milioni di euro per consentire ad Ecclestone e a Gerhard Gribkowsky di lucrare sul precedente finanziatore. Il portavoce del procuratore elvetico ha così motivato il provvedimento: “L’inchiesta è stata avviata in seguito ad una denuncia presentata dalla società Constantin Medien e si dovrà ora stabilire se questi fatti costituiscono un’infrazione del diritto penale svizzero”.
Nel frattempo a Londra, durante il processo per la richiesta danni da 171 milioni di euro avanzata dalla Constantin Medien nei confronti di Bernie Ecclestone, l’avvocato del patron della F1 ha così replicato in difesa del suo assistito: “Questo è un caso che semplicemente non torna. Il motivo per cui la banca BatenLB vendette i diritti a Ecclestone fu perché la sua venne considerata un’offerta molto buona. Quei pagamenti vennero effettuati perché il dottor Gribkowsky ricattava Bernie Ecclestone. L’idea che tutto ciò possa essere stato fatto per rafforzare la posizione di Ecclestone semplicemente non ha fondamenta. Vi sono una serie di prove che dimostrano che il dottor Gribkowsky era, per usare un eufemismo, un visionario”. In precedenza Gribkowsky aveva asserito di aver ricevuto un tentativo di corruzione da Bernie Ecclestone con tangenti di 10 e 20 milioni di dollari durante i Gran Premi di Francia e Australia.