La vittoria della Juventus contro il Celtic in Champions League ha acceso i riflettori europei sulla squadra di Conte che finora, nonostante fosse la protagonista del campionato italiano ormai da due stagioni, nel panorama continentale viaggiava ancora a fari spenti, da outsider che appare nella scena europea che conta dopo anni di assenza. La vittoria del suo girone, eliminando i campioni d’Europa in carica del Chelsea e battendoli allo Stadium avrebbe potuto essere un “segnale” in tal senso, ma soltanto la vittoria per 3-0 al Celtic Park ha contribuito a mostrare una squadra attrezzata anche in campo europeo o, perlomeno, che può provare a giocarsela. Gli ottavi di finale, seppur quasi “ipotecati” sono ancora da conquistare con il ritorno del 6 Marzo a Torino, ma i commenti sulla prestazione di Coppa della Juventus sono stati molto positivi, quasi unanimemente. In tal senso, è da considerare il punto di vista di Gianluca Vialli, opinionista Sky e capitano della Juventus di Lippi del 1996, l’ultima formazione bianconera a laurearsi campione d’Europa, che ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui analizza con attenzione le chance europee della Signora.
In particolare, il parere di Gianluca Vialli appare ancora più autorevole considerando la sua profonda conoscenza del calcio internazionale e, nello specifico, di quello britannico: ciò gli permette di cogliere le differenze tra il calcio italiano e quello inglese, a vantaggio di quello di “casa nostra” e gli stessi britannici (includendo in tal senso anche gli scozzesi, ndr) sembra siano rimasti ben impressionati dalla freddezza e dalla capacità di soffrire della squadra di Conte che dapprima ha retto all’urto e alla veemenza del Celtic e poi ha colpito in maniera letale, ben tre volte, anche approfittando degli svarioni difensivi.
In tal senso, dunque, è bene “ponderare” il successo della Juventus rispetto al valore dell’avversaria che non può ovviamente essere annoverata tra le grandi del calcio europeo. Tuttavia, il calore e il rumore assordante del Celtic Park avrebbero di certo intimorito la Juventus degli anni scorsi: basti pensare alla cocente sconfitta in terra inglese (con il Fulham) subìta in Europa League nel 2010 durante la gestione Zaccheroni, quando riuscirono a farsi eliminare dagli ottavi della competizione dilapidando il risultato d’andata di 3-1. La Juventus di Conte, ovviamente, è tutta un’altra cosa – e questo era già noto – ma la prova negli ottavi di Champions, in cui gli errori non sono ammessi, era la necessaria cartina di tornasole.
Una sorta di “messaggio” che la Juventus ha inviato alle grandi d’Europa, alle più quotate pretendenti alla Coppa dalle grandi orecchie: secondo Gianluca Vialli si è trattato di un “messaggio di serietà” che lascia trapelare uno studio approfondito da parte di Conte, notoriamente maniacale nella cura dei particolari. Basti pensare in tal senso alla sicurezza di Peluso (esordiente assoluto in Champions League), ma anche la vena realizzativa di Matri (alla sua prima rete in Champions, e che Vialli dichiara di stimare molto, ndr) e l’approccio utile e costruttivo di Padoin, entrato a gara in corso e capace di dare il suo contributo sul terzo gol di Vucinic. Si parla, dunque, ancora una volta di gruppo, con i gregari che diventano importanti protagonisti, ma non è possibile tacere della prova maiuscola di Marchisio e Pirlo, così come della sicurezza di Barzagli e Bonucci.
Questa Juventus ha dimostrato di esser capace di esprimersi al meglio sotto pressione, quando la posta in gioco è elevata e non si può sbagliare, coniugando coralità e atletismo alla qualità di alcune individualità che nel gruppo armonico si esaltano e secondo Vialli la forza di questa squadra è il centrocampo, che mister Conte esalta “perchè gli è rimasto qualcosa della vecchia vita da calciatore, con le coperture richieste agli attaccanti e il sostegno dei terzini”.
Tuttavia, la Juventus nonostante le premesse positive, deve ancora misurarsi contro una squadra avversaria dalle individualità eccelse, per capire quali saranno le sue capacità nel fermare gli “alieni”. Il riferimento è, ad esempio, al Barcellona di Messi, ma anche al Real Madrid di Cristiano Ronaldo o al Manchester United: se dovesse trovarsi di fronte a squadre del genere, la Juventus sarà chiamata alla “prova del fuoco” e bisognerà vedere “se sarà in grado di fermare i fenomeni individuali”.
Prima, però, bisogna approdare definitivamente ai quarti di finale e, per questo, la Juventus dovrà giocare il ritorno con gli scozzesi con il medesimo ardore e impegno della gara d’andata: soltanto volando basso e preservando la propria fame, la Signora potrà continuare nel suo ruolo di outsider di lusso. Antonio Conte, probabilmente, sarebbe d’accordo.