Dopo la notte di paura a Campo de’ Fiori, la serata della vergogna dei cori antisemiti durante il match della Lazio all’Olimpico, all’insegna di cori e striscioni razzisti, quasi a solidarizzare con i violenti aggressori incappucciati. I due avvenimenti non sono necessariamente connessi, ma il filo che li lega non sembra poi così sottile.
Quel che ha spaventato mercoledì notte, è stata la violenza inaudita esplosa nello splendido scenario della movida romana, laddove l’episodio di una lite in un pub potrebbe essere considerato un fatto di “ordinaria amministrazione” – considerando la frequenza con cui avvengono – ed, invece, la ferocia riversatasi all’interno del pub all’indirizzo del gruppetto di tifosi del Tottenham ha sconvolto tutti. Come in un film dell’orrore, d’improvviso, sono piombati all’interno ed hanno letteralmente preso d’assalto il locale, accanendosi contro il gruppo con ogni possibile mezzo da guerriglia urbana: mazze da baseball, tirapugni, cinghie, coltelli. In pochi minuti il locale si è trasformato in una pozza di sangue, volavano pezzi di sedie, tavoli, e tutti coloro che hanno assistito alla scena, anche da lontano, ne sono rimasti scioccati: uno degli inglesi “era tutto bianco, sembrava morto” come afferma una residente che ha osservato dalla propria finestra il tremendo spettacolo.
La cronaca ha poi raccontato di una lesione all’aorta per uno dei colpiti – ma fortunatamente le sue condizioni stanno migliorando – e di altre ferite meno gravi per gli altri componenti del gruppo inglese, oltre che di un ultrà romanista arrestato per essere stato riconosciuto come “parte attiva” dell’aggressione. Il movente, come ipotizzato fin dalle prime ore, potrebbe essere l’antisemitismo, considerando che la squadra e la tifoseria del Tottenham tradizionalmente appartengono al quartiere ebraico posto a nord di Londra, adoperando come propri simboli anche la stella di Davide. Questo aspetto non fa che rendere ancora più deplorevole l’episodio, come ha sottolineato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, e la gravità è stata ulteriormente accentuata e sottolineata da quanto accaduto allo stadio Olimpico durante il match di Europa League fra Lazio e Tottenham.
Dalla paura alla vergogna, appunto: dopo quanto accaduto, era lecito aspettarsi un comportamento consono da parte dei tifosi presenti allo stadio ed, invece, è accaduto tutt’altro. Nella curva Nord della Lazio sono stati esposti striscioni con scritte pro-Palestina, e cori antisemiti ed offensivi nei confronti dei “Juden”, ossia Giudei, accompagnati da “bu” razzisti all’indirizzo dei giocatori di colore degli Spurs, in un clima di grandissima tensione nonostante la soddisfazione per il risultato ottenuto sul campo dalla Lazio, che ha conquistato la qualificazione ai sedicesimi di Europa League.
Un risultato del campo che, però, potrebbe non essere definitivo considerando che – a seguito dei comportamenti tenuti da una parte della Curva Nord – l’Uefa ha deciso di aprire un’indagine disciplinare per verificare l’accaduto e che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe portare anche ad una penalizzazione della squadra di qualche punto togliendole qualche punto in classifica e costringendola a riconquistare la qualificazione all’ultima giornata. Alternativamente, se si scegliesse per una strada meno rigida, potrebbe esservi la squalifica del campo per le gare Europee, oppure l’obbligo di disputare le gare di Europa League a porte chiuse.
Sulla decisione dell’Uefa potrebbe pesare significativamente il precedente della gara d’andata disputata a White Hart Lane, dove alcuni tifosi che hanno seguito la squadra di Petkovic nella trasferta londinese, hanno dato sfogo ad altri comportamenti razzisti sempre nei confronti dei calciatori del Tottenham oltre che, anche in quel caso, intonato cori antisemiti: sommando ciò che è accaduto nella gara di andata e ritorno, e senza considerare l’episodio di Campo de’ Fiori perchè avvenuto lontano dallo stadio e senza una diretta riconducibilità al club, il provvedimento potrebbe essere esemplare.