Domenica prossima a Valencia sarà l’ultima tappa di un’avventura dalla quale ci si attendeva tanto, che avrebbe potuto rappresentare un binomio perfetto per le due ruote italiane: Valentino Rossi e la Ducati, però, non hanno soddisfatto le aspettative nonostante gli intenti fossero ben diversi. Eppure, “sono stati bene insieme” così come lo stesso pilota di Tavullia ha dichiarato, sottolineando che, per questo, “l’addio di domenica sarà duro“. Le difficoltà del passo d’addio sono soprattutto dal punto di vista emozionale, lasciando un team con cui si è passato tanto tempo insieme, con una bella atmosfera ed ottime persone con cui condividere momenti importanti anche fuori dalle piste.
L’ultima tappa di ogni viaggio, però, porta inevitabilmente con sè i bilanci consuntivi che non possono essere positivi in termini di risultati ottenuti, al punto da indurre lo stesso Valentino Rossi ad affermare che la scelta della Ducati è stata la prima decisione sbagliata della sua carriera, evidenziando che l’unico pilota ad essere in grado di “andare veloce e renderla competitiva è stato Stoner, al quale faccio i complimenti” perchè gli altri che ci hanno provato non ne sono usciti bene. Nel momento di trarre le somme, però, il nove volte campione del mondo non è ancora in grado di capire le reali cause del suo flop in Ducati e, soprattutto, di comprendere le reali differenze fra la gloriosa esperienza di Casey Stoner e quella degli altri piloti in Ducati, compresa la propria.
Valentino Rossi, infatti, pur ritenendo positiva dal punto di vista umano e relazionale l’esperienza biennale che sta per concludersi, non si nasconde dietro vani alibi e, con la consueta schiettezza che lo contraddistingue da sempre, si sofferma su alcuni particolari negativi del percorso in Ducati. Il tutto è fotografato, in particolare, da un’affermazione dello stesso Rossi, che utilizza per la prima volta la parola “frustrante” associandola alla difficoltà di portare avanti lo sviluppo della moto e di risolvere le problematiche sempre nuove che non hanno permettesse di raggiungere un’idonea competitività, sottolineando che nella prossima gara di Valencia la sua Ducati Demosedici potrebbe avere “più o meno gli stessi problemi di due anni fa”, dando quasi la sensazione di “aver perso tempo”, nonostante si sia sempre dato il massimo.
Parole di delusione, dunque, ma tale sensazione non dovrà offuscare l’ultima gara insieme, cercando di concludere nel migliore modo possibile un’esperienza complessa per poi tuffarsi – da martedì prossimo – nel ritorno in Yamaha, laddove tutto è stato possibile e laddove ritroverà, dopo due anni, la sua M1: ci sarà tanto da lavorare per migliorarla e riplasmarla in conformità alle sue caratteristiche ma per il pilota di Tavullia la nuova sfida che inizierà (anzi, ricomincerà) ha già i toni dell’elettrizzante. Per lui non è ancora tempo di pensare al ritiro, perchè – in una scala di valori – la fatica non supera ancora il piacere di correre. A tal proposito, inevitabile un riferimento al recente ritiro di Max Biaggi, suo storico rivale in pista e fuori, al quale Valentino rivolge solo pensieri positivi in ricordo delle sfide in gara: “ho splendidi ricordi dei duelli con lui, sono dispiaciuto perchè non me l’aspettavo ma pensandoci a mente fredda Max ha fatto bene a ritirarsi da campione”.
Per Vale, invece, c’è ancora una chance da sfruttare per il rilancio: la Yamaha lo attende e lui pare non veda l’ora di ritrovarla, ma prima c’è da pensare alla gara di Valencia.